Le ricostruzioni storiche di età romana in Italia
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Le ricostruzioni storiche di età romana in Italia
Le ricostruzioni storiche di età romana in Italia Di Erika Berto Le ricostruzioni storiche concorrono a fare rivivere la storia, animandola di passioni ed emozioni, in una sorta di timeline interattiva, e le ormai tante manifestazioni ed eventi di re-enacting consentono di risalire ad un passato lontano che però è alla base della nostra civiltà. L’Impero Romano è crollato 1.500 anni fa’ ma gli antichi Romani sono ancora attorno a noi: molti usi e costumi ce li hanno tramandati loro, in quanto rappresentano un ponte fra l’Antichità più remota e il Medioevo. La curiosità ed il fascino indescrivibile di Roma ha portato, ai giorni nostri, alla rievocazione storica di quell’epoca. Di conseguenza, la messa in scena del passato, può essere annoverata tra le risposte date alla continua ricerca di percorsi alternativi per la comunicazione di quel patrimonio di idee, valori ed immagini provenienti dall’Antichità. Nell’ambito del panorama culturale nazionale, si sono venute a delineare alcune problematiche, tali da rendere necessaria una definizione coerente circa quali manifestazioni possono essere inquadrate nella terminologia di “rievocazione storica”, non solo a livello di attività dilettantistica ma, e soprattutto, in relazione al carattere storico e scientifico che ne invalida la loro realizzazione. Le molteplici e caleidoscopiche attività che danno vita alle ricostruzioni storiche, devono necessariamente venire lette nei loro corretti ambiti, proprio per evitare errori durante la divulgazione e soprattutto per mostrare le loro indubbie potenzialità, affrancandole da quella dimensione di mero folklore nelle quali talvolta ingiustamente vengono relegate. A tal fine, per ottenere un resoconto realistico della situazione dei gruppi storici romani in Italia, la ricerca è stata realizzata principalmente attraverso il contatto diretto con i protagonisti cioè i re-enactors , il web e le riviste del settore, poiché è assente una bibliografia relativa all’argomento. E’ doveroso precisare che la riproposizione di spaccati di vita quotidiana del passato, sia civile (mercato, villaggio) che militare (accampamento) è definita living history mentre con il termine reenactment si identifica la realizzazione di un particolare episodio, proposto in forma di rappresentazione teatrale a cielo aperto, in cui si mescolano spettacolo e veridicità storica. Il fenomeno della spettacolarizzazione di episodi risalenti ad epoche passate, trae le sue origini storiche proprio durante l’Impero Romano, quando i cosiddetti spectacula era costituiti da numerosi generi; la folla non sembrava mai stanca della violenza e della crudeltà degli spettacoli nei quali trovavano la morte migliaia di gladiatori e animali: la locuzione latina panem et circenses rende l’idea dell’arena come una sorta di liturgia popolare finalizzata a risolvere i contrasti dell’anima mediante l’identificazione con il sacrificato, divenendo poi un sistema di controllo dei governati da parte di coloro che detenevano il potere. Le rievocazioni storiche hanno oggi ben altre motivazioni alla base della loro creazione: l’aspetto ludico, la possibilità di attrarre turisti, la volontà di rivivere epoche passate, recuperando la memoria del territorio e cercando di comprendere aspetti psico-sociali della vita degli antichi. L’inscindibilità dall’interesse per la coerenza storica è fondamentale per il roman re-enacting: i gruppi storici hanno cercato di andare, fin dal primo momento, nella direzione della fedeltà dell’evento e della ricerca di un appropriato contesto storico, creando incontri di confronto, muovendosi e facendosi promotori di eventi e pubblicazioni per esempio. La diatriba tra la schiera dei rievocatori e quella degli studiosi di professione, è stata notevolmente ridimensionata negli ultimi anni, fino a giungere ad una fruttuosa collaborazione. Inizialmente i reenactors presentavano limiti all’incontro con il mondo accademico: insufficienti metodi di ricerca scientifica, mancanza di documentazione storica, bibliografia tematica, mentre, dall’altro lato, storici ed archeologi non comprendevano la portata metodologica delle attività artigianali connesse alla rievocazione, cioè della sperimentazione pratica, essenziale invece per la verifica delle conoscenze acquisite derivanti dai dati emersi dalle ricerche o dallo studio delle fonti e dei reperti archeologici. L’archeologia sperimentale è un campo di studi finalizzato alla verifica di ipotesi archeologiche mediante il ricorso ad esperimenti replicativi, avvalendosi del metodo sperimentale galileiano (osservazione del fenomeno, riproduzione dello stesso, studio delle leggi che lo governano). Tale disciplina permette di giungere ad una migliore comprensione di alcuni aspetti del mondo del passato, nonché di verificare o scartare congetture ed ipotesi espresse in precedenza sulla semplice base dei dati archeologici, tendendo ad affrontare aspetti particolari dell’Antichità e non i grandi eventi storici. Il nesso esistente tra l’archeologia sperimentale e la ricostruzione storica è ben evidente, dato dalla funzionalità intrinseca di quest’ultima alla materia scientifica. Nel contesto italiano della rievocazione della romanità si sono attuate e sono in fase di elaborazione, molteplici iniziative di sperimentazione volte a comprendere aspetti della cultura materiale della civiltà romana. Tuttavia, nell’ambito della rievocazione, non va dimenticata la semplice replica storica, cioè la riproduzione di copie identiche ad un oggetto originale, molto importante per il settore artigianale a cui dà impulso. La diretta osservazione della realtà dinamica della cultura non materiale, cioè delle strategie comportamentali dell’uomo, in situazioni attuali contestualizzate al passato, all’interno delle rievocazioni dei gruppi storici, consente di avere a disposizione un vero e proprio laboratorio di antropologia culturale dove portare avanti studi etnoarcheologici. La rievocazione della romanità rappresenta un serbatoio immenso di risorse a cui attingere per ricavare risultati sotto una poliedricità di aspetti: didattico, demo-etnoantropologico, psicologico, di valorizzazione del territorio e delle risorse culturali. Da diversi decenni il fenomeno è attivo nei paesi del Nord Europa e recepito negli anni ‘90 in Italia, situazione incoerente se si pensa che Roma ed il territorio nazionale sono stati la culla della romanità, contraddizione alla quale è stato posto rimedio grazie alle capacità e agli slanci dei componenti delle associazioni. In Italia vi sono circa una trentina di gruppi storici, di entità numerica differente, che si occupano esclusivamente di rievocazione romana, civile o militare, con numerose varianti di elaborazione progettuale della loro attività. Oltre a questi, esistono anche altre unioni a margine del roman reenacting, nello specifico: gruppi storici con ampio spettro temporale di ricostruzione: età romana di contorno ad uno specifico evento (esempio: passione di Cristo) associazioni sportive, culturali, ricreative che si occupano di arti marziali dell’antichità classica manifattura artigianale per produzione costumi, equipaggiamenti, armamentario con relativo studio di tecniche antiche di lavorazione del cuoio, legno, tessuti, metalli, … gruppi di approfondimento storia popolazioni etrusche, greche, latine, celtiche associazioni di rievocazione della romanità in concomitanza a quella di tribù barbare (celti, galli) gruppi storici romani che si occupano di ricerche in campi specifici: musica, danza, teatro, acconciature femminili, abiti, cucina, … Le principali rievocazioni romane nel nostro Paese sono relegate al Nord Italia e al Lazio (ovviamente a Roma), con presenze puntiformi sulla riviera adriatica nelle Marche, in Toscana, in Sardegna e in Campania. Si evidenzia una carenza del fenomeno nel Sud, dove invece sarebbe auspicabile che amministratori e gruppi archeologici sfruttassero le risorse storiche, in quanto gran parte delle cittadine hanno origine greca o romana. La presenza di porzioni di territorio dove i gruppi storici romani sono limitati è plausibile con la preponderanza nella cultura locale di un altro periodo storico di identificazione (Medioevo e Rinascimento). La prevalenza dei gruppi nel Nord è dislocata nella pianura Padana per diverse ragioni: abbondante presenza di siti archeologici romani gruppi archeologici locali e regionali costituiti da tempo presenza di gruppi avversari celtici conformazione geomorfologica territorio che permette re-enactments e sperimentazioni belliche. La storia romana comprende un arco temporale molto esteso, complesso e di difficile gestione ed interpretazione ricostruttiva; gran parte delle ricostruzioni italiane prende come riferimento il periodo imperiale, dei primi due secoli, cioè quelli dell’apogeo, della massima estensione territoriale e ciò rappresenta un errore nella rievocazione militare, retaggio del riflesso dei Paesi precursori della rievocazione (Inghilterra, Germania, Francia). Infatti, durante l’età imperiale, il ruolo degli italici nelle legioni era divenuto quasi insignificante, contrariamente al periodo repubblicano, interessante per la valorizzazione del contesto ambientale e culturale italico, in cui ancora oggi, luoghi, città e vestigia storiche testimoniano un periodo fondamentale per la storia di Roma ma anche per una più corretta e profonda comprensione e conoscenza della autentica civiltà romana. Sono comunque presenti gruppi sia di rievocazione repubblicana, sia monarchica, che tardo imperiale, nonché di ricostruzione dei pretoriani. Numericamente i gruppi storici variano parecchio: da poche decine di partecipanti fino a centinaia; proprio la grandezza di un gruppo storico permette di delineare la conseguente attività: ci sono gruppi che si approcciano alle più svariate dimostrazioni, dai riti propiziatori all’accampamento, dai baccanali ad una living history di una domus tardo repubblicana, dalle macchine da guerra ai combattimenti tra gladiatori. Il concatenamento con il gioco di ruolo è la ripercussione della quantità di individui del gruppo storico: se si devono presentare dei personaggi di una unità militare, come per quelli della vita civile, può divenire basilare darsi un nome latino coerente con la posizione sociale, costruire attorno a quel nome un personaggio con una ben definita microstoria, vivendola come se fosse effettivamente la propria, cioè dare spessore alla figura rappresentata tramite un background, collocandola in un determinato contesto spazio temporale, con punti di riferimento a luoghi ed avvenimenti precisi della grande storia. Questo processo contribuisce a fare assumere credibilità al personaggio durante il contatto con il pubblico. I presupposti che indirizzano la scelta della tipologia di rievocazione storica di epoca romana sono in buona parte legati all’interesse e alla passione per l’Antichità da parte degli individui che hanno posto in essere i gruppi; molti di loro provengono da altre ricostruzioni storiche, dove in seguito alla massiccia ed incoerente concorrenza, non avevano più stimoli a portare avanti l’attività, per cui hanno optato per un argomento di re-enacting ancora inesplorato e soprattutto più accattivante. Non bisogna dimenticare che in alcune situazioni, la causa principale della rievocazione, va ricercata nelle scoperte archeologiche che sono state realizzate nel territorio locale e che, per valorizzare l’immagine e pubblicizzare la necessità inderogabile di tutela dei reperti e dei siti, la ricostruzione storica si presta ad essere un ottimo veicolo di conoscenza e trasmissione della cultura. Quando la città di appartenenza ha origini storiche romane ed importanza nella storia antica, documentate, è comprensibile la riunione di un insieme di persone accomunate dall’interesse nei confronti della storia e della civiltà romana, trovando nella città stessa ampi motivi di analisi, studio e riflessione. Ci sono associazioni, tendenzialmente dilettantistiche, che si sono costituite in seguito ad un sentimento di viva partecipazione da parte dei membri per la realizzazione di eventi o situazioni della storia romana: sono generalmente caratterizzate da una semplice attenzione al fine di produrre una spettacolare ricostruzione, senza però dare spazio a studi approfonditi o sperimentazione. In questo caso, anche se si trascende dagli aspetti della ricostruzione filologica, l’effetto è pur sempre positivo in quanto si contribuisce enormemente alla conoscenza e alla diffusione della storia. In altri episodi, può succedere che la preparazione storica sia originata da una base di per sé già di ricerca, come quando i rievocatori appartengono a centri di studio. Ci sono anche realtà nelle quali lo start up è un insieme di persone che, per gioco, ha rievocato uno spaccato di vita quotidiana della prima età imperiale, per esempio, poi, in seguito al successo riscontrato, il gruppo si ingrandisce con legionari, pretoriani, … Una caratteristica comune alla maggior parte dei gruppi è data dal fatto che fino dalla loro costituzione essi hanno optato per la via militare e, magari solo recentemente, hanno cominciato a studiarne le ambientazioni cioè le scenografie della rievocazione storica, relativamente al campo di battaglia e agli accampamenti. Il prestigio che ha assunto la forza militare nell’immaginario collettivo è la spiegazione di ciò: le legioni furono il mezzo attraverso cui si compì la politica espansionistica romana, sia a livello belligerante che culturale; rappresentano infatti il principale veicolo di romanizzazione che portò alla prima vera epoca di globalizzazione. A rigor di logica, non esiste nessuna associazione che possa realizzare una ricostruzione storica fedele di una coorte o di una legione. Basta pensare che quest’ultima, cioè la vera e propria ossatura portante dell’esercito, era costituita da 6.000 soldati che formavano la fanteria pesante; era poi divisa in 10 coorti che vedevano 600 militari ciascuna e 60 centurie che contavano 100 uomini. Un aspetto importante è la funzionalità della rievocazione storica nel cinema e nella documentaristica, dove le potenzialità di questa attività sono state più volte messe in cattiva luce dal luogo comune per cui la cura della fiction sia a discapito della rigorosità storica, per quanto non sempre possa essere un obiettivo facilmente raggiungibile. La rievocazione storica intesa, infine, come didattica, è un obiettivo interessante raggiunto da molti gruppi storici. Oltre alle spiegazioni che i rievocatori offrono durante gli eventi connessi alle manifestazioni storiche, molti componenti sono chiamati nelle scuole ad illustrare agli studenti la loro attività. Avvicinare gli studenti alla storia e all’archeologia attraverso una dimostrazione pratica, con il costume e l’armamentario dei legionari romani, è molto più coinvolgente rispetto ad una sterile spiegazione, soprattutto perché, accade spesso che tale argomento venga tralasciato; la scuola tende solitamente a fornire un elenco cronologico dei principali avvenimenti dell’arco temporale dell’età romana, senza dare spazio ai pragmatici artefici dell’espansione territoriale e della globalizzazione, giunta fino ai nostri giorni. Il roman re-enacting in Europa è molto popolare, nonostante la classicità vi sia arrivata indirettamente e soprattutto sia stata recepita in modo diverso rispetto al nostro Paese; la fortuna della rievocazione è legata al mondo accademico, che si interessa da subito a tale attività, dispensando preziosi consigli in cambio di sperimentazioni pratiche funzionali alla ricerca storica. Le differenze più palesi rispetto all’Italia riguardano: la formazione di nuclei, con presenza di donne e bambini, nell’ottica di un progetto di accoglimento di intere famiglie, ottenendo un ritratto vivente della vita civile ai tempi dei Romani i re-enactors anziani rappresentano figure diverse quali consoli, senatori, imperatori la rievocazione militare è dinamica, con dimostrazioni basate sui cambiamenti dell’equipaggiamento del legionario è molto diffusa la ricostruzione delle ultime legioni del Tardo Impero, dopo la riforma di Diocleziano, quando Roma non era più capitale il privilegio nella ricostruzione degli ausiliari nell’esercito, come pure la rappresentazione di cavalieri il legame stretto con il museo la presenza di manifestazioni a carattere nazionale che riuniscono i gruppi storici. In Italia, nonostante l’abbondante numero di nuclei storici, non si è ancora giunti alla creazione di un avvenimento nazionale; le cause sono riconducibili alla mancanza di dialogo e alla rivalità tra i gruppi che fanno lo stesso tipo di ricostruzione. Un progetto di ampio respiro intenderebbe promuovere la nascita di prolifiche collaborazioni tra associazioni, consentendo di dare spazio anche ai piccoli gruppi, poco visibili a causa delle difficoltà che affrontano, dovute allo scarso interesse da parte delle Sovrintendenze Archeologiche e delle forze politiche delle città. Lo scopo principale consiste nel rivalutare le potenzialità della rievocazione, che non deve essere vista come un fenomeno da fiera o una semplice forma di intrattenimento, e toglierle quel carattere folkloristico con il quale, in Italia, viene frequentemente ed erroneamente connotata. Gli effetti della rievocazione storica sulla valorizzazione integrata di un singolo bene culturale, di un territorio e della grande storia stessa, dovrebbero essere compresi ed apprezzati da tutti coloro che operano nei settori archeologici, storici, ambientali e turistico-economici. Per i visitatori e per i rievocatori è sempre affascinante immergersi in “piccoli universi paralleli”, facendo un salto spazio temporale di oltre 2.000 anni …