ARCHITETTURE DEL VINO, CANTINE DI DESIGN
Transcript
ARCHITETTURE DEL VINO, CANTINE DI DESIGN
ARCHITETTURE DEL VINO, CANTINE DI DESIGN La cantine sono spesso edifici di altissima qualità architettonica, cui sono associate tecnologie innovative di costruzione e produzione, nonché un rinnovato rapporto estetico fra spazio di produzione e prodotto lavorato. Espressione di scelte progettuali che favoriscono la bioarchitettura, sperimentano modalità di integrazione innovative tra le nuove tecnologie nel campo dell’energia e la riduzione dell’impatto visivo attraverso sistemi di verde, sono un biglietto da visita importante non solo per le aziende ma per tutto il territorio circostante. Si visiteranno due esempi molto diversi tra il passato e l’interpretazione più contemporanea della cantina, a partire da Canelli con la Cantina Bosca con le famose “cattedrali sotterranee”. Sotto le maestose volte a lunghe distese di bottiglie di vino e spumanti si affiancano le installazioni permanenti di Eugenio Guglielminetti e le sculture di Paolo Spinoglio, a testimoniare come arte, cultura e design si incontrano in questa magica atmosfera. Spostandosi a Barolo si conoscerà uno dei progetti più suggestivi, nel pieno centro della città: Casa Borgogno. Qui si visiteranno le antiche cantine scavate nel tufo vivo della collina, dove si conservano i vini Barolo fra i migliori del mondo per terminare con la salita sulla "terrazza Borgogno" da cui si può ammirare uno dei più suggestivi paesaggi langaroli. Ad Alba (in occasione dell’ultimo giorno della Fiera del tartufo) è prevista una tappa per visitare la mostra “FuturBalla”, allestita presso la Fondazione Ferrero” e dedicata al futurismo di Giacomo Balla. Il progetto dedicato a Giacomo Balla prevede un’esposizione articolata in sezioni tematiche: il realismo sociale e la tecnica divisionista; le compenetrazioni iridescenti e gli studi sulla percezione della luce; l’analisi del movimento e il futurismo. Nelle opere che seguono il primo apprendistato torinese, “lo sguardo penetra la realtà dolorosa e crudele delle classi ai bordi della società”. Un ampio numero di opere documenta questa fase – tra fine ottocento e primi novecento – durante la quale, in parallelo a temi tra sofferenza e alienazione, l’artista svilupperà un’altissima sensibilità tecnica, le cui origini affondano nel divisionismo piemontese. La pennellata ricca di filamenti luminosi, il forte contrasto tra chiari e scuri, la scelta di tagli prospettici audaci ed estremi rappresenterà per i futuri aderenti al Manifesto del Futurismo un modello unico e straordinario da seguire. Itinerario a cura di Federagit