lo splendido entroterra della costa smeralda

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lo splendido entroterra della costa smeralda
Itinerario 1
Dalla Gallura al Monte Acuto
LO SPLENDIDO
ENTROTERRA DELLA
COSTA SMERALDA
DI FRANCO FRESI
anta Teresa
di Gallura,
situata
com’è di
fronte alla
Corsica, è la cittadina
più settentrionale
della Sardegna. Fu
fondata nel 1808 dai
Savoia, proprio nel
cuore delle Bocche di
Bonifacio, per presidiare la costa dalle
minacce di invasione
delle forze napoleoniche. Si dice che il
nucleo originario,
con la rigorosa geometria delle sue strade e i nitidi rettangoli
delle piazze, lo avesse disegnato Vittorio
Emanuele I in persona, ricalcandolo dalla lineare ortogonalità di Torino. Il nome di Santa
Teresa è più un omaggio alla regina che alla santa, così come a San
Vittorio (ma in onore del re) venne intitolata la parrocchiale. Il territorio era stato abitato già da prima dei piemontesi: vi si erano
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Fotografie di Gianmario Marras
DALLA GALLURA AL MONTE ACUTO
Sopra: nell’arco di millenni vento e mare hanno scolpito nelle forme più bizzarre le rocce di granito di Capo Testa,
vicino a Santa Teresa di Gallura. Oggi la stessa natura “lavora” per gli amanti del windsurf (pagina precedente)
nella suggestiva insenatura di Cala Reale. Sotto: protagonista indiscusso della prima parte del nostro itinerario
è il mare, incantevole come quello di Rena Bianca, la celebre spiaggia di Santa Teresa di Gallura.
succeduti comunità nuragiche, i romani – che vi avevano fondato due centri, Tibula e Lungonis (nome quest’ultimo con cui tuttora i galluresi chiamano il paese)
–, i genovesi e i pisani, Eleonora d’Arborea, gli aragonesi e i catalani. Meritano una visita la candida spiaggia di Rena Bianca, la torre aragonese dalla quale pare potersi toccare la bianca falesia della vicina Corsica, ma soprattutto la località di Capo Testa dove nei
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millenni il mare e il vento hanno trasformato il paesaggio dei graniti nella più singolare e affascinante
galleria di uomini e animali di pietra.
Palau è un lindo paesello di mare, sulla costa settentrionale della Sardegna, di fronte all’isola di La
Maddalena alla quale è collegato da numerose corse
di traghetti. Fondato alla fine dell’Ottocento, deve il
suo originario sviluppo alla linea ferroviaria (attual-
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DALLA GALLURA AL MONTE ACUTO
Antonio Saba
Antonio Saba
ITINERARIO 1
Gianmario Marras
A sinistra: la roccia di Capo d’Orso è la straordinaria terrazza panoramica sul primo tratto
del nostro itinerario. Da qui si vedono Palau e l’arcipelago di La Maddalena fino
a Caprera. Sopra: dopo un tuffo nel blu cobalto di Cala Capra, a 4 chilometri da Palau,
si può proseguire verso Arzachena per un’escursione archeologica. Tra i quattro siti di età
nuragica di maggiore interesse, da non perdere le tombe di giganti di Li Lojghi (sotto).
mente utilizzata solo a scopi turistici) che lo collegava
a Tempio e a Sassari, e ora al turismo. Di forte richiamo sono la straordinaria roccia di Capo d’Orso, a 5
chilometri dal centro, il raffinato borgo marino di Porto Rafael e la zona archeologica di Li Mizzani.
Devozione e storia a Luogosanto
Uscendo da Palau sulla statale 125 si va verso Arzachena, capoluogo della Costa Smeralda. Trascuriamo
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gli itinerari costieri e dirigiamoci invece verso l’interno sulla strada che porta a Luogosanto, per fermarci a
vedere quattro siti archeologici di grande rilevanza,
tutti compresi in un fazzoletto di terra: il nuraghe La
Prisgiona, le tombe nuragiche di Coddhu Ecchju e Li
Lojghi, e la necropoli di Li Muri.
Si prosegue quindi per Luogosanto, distante 15
chilometri. Poco prima del paese una grande scalinata, nascosta dalla vegetazione: in parte ricavata dai
capricci della roccia, in parte costruita con massi trovati sul posto, conduce, attraverso i suoi ripidissimi
448 gradini, al sommo del rilievo granitico su cui sorgono i resti imponenti del castello medievale di Balaiana con la chiesetta di San Leonardo, tutta in nudo
granito, un tempo cappella del castello. Da lassù si ha
una splendida vista panoramica. A 1 chilometro da
Luogosanto c’è, sulla destra, il bivio che, percorrendo
una stradina asfaltata che si snoda fra sugherete e
macchia mediterranea, porta a un altro castello medievale, Santo Stefano, detto anche di Baldo. All’ingresso del paese, imperdibile la visita, sulla sommità dell’omonima collina, alla chiesetta-eremo di
San Trano. È una suggestiva grotta naturale di granito, costruita nel luogo dove, secondo la leggenda, sarebbero sepolti i corpi di due pii anacoreti, Nicolò e
Trano, che vi avrebbero soggiornato secoli addietro.
Dalla collina si gode una vista straordinaria, con lo
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ITINERARIO 1
IL MAGNETISMO DEI “GIGANTI”
sguardo che spazia fino alla Corsica. Tutto il territorio
qui è ricco di chiesette campestri e di un’atmosfera
mistica che motivano e giustificano il nome di Luogosanto, il “Locus Santus” del Giudicato di Gallura. Antichissimo centro rurale sulle pendici di Monti
Ghjuanni tra graniti e boschi di querce, nel mese di
settembre il paese diventa meta di un affollato pellegrinaggio di fedeli diretti alla basilica-santuario di
Nostra Signora, Regina di Gallura. Costruita nei primi anni del Duecento, vanta una “porta santa” che
viene aperta ogni sette anni (il 7 settembre) con una
cerimonia solenne. Attrazione turistica è anche, alla
periferia del paese, la fonte della Filetta, le cui acque
oligominerali, fresche e gradevolissime, hanno effetti
curativi delle disfunzioni epatiche. La si raggiunge
per una comoda strada asfaltata.
Facciamo un salto a Olbia – centro ampiamente conosciuto sul quale non occorre soffermarsi se non per
segnalare la recentissima apertura di uno splendido
(anche dal punto di vista architettonico, per merito di
Luogosanto, antichissimo centro rurale tra Tempio
e Arzachena, conserva molte testimonianze della devozione
locale, come l’eremo di San Trano (sotto), risalente al 1230,
e la chiesa di Santo Stefano (pagina seguente), posti in un
suggestivo paesaggio collinare che spazia su ampi orizzonti.
Fotografie di Antonio Saba
Alla tomba di giganti di Li Mizzani si arriva da
Palau attraverso una strada asfaltata solo per un
tratto. Qui il rabdomante di Palau Mauro Aresu,
una decina d’anni fa, disteso su una pietra della
tomba per riposarsi, constatò la scomparsa dei dolori reumatici che l’affliggevano da anni: il ramoscello
biforcuto che usava per il proprio lavoro di cercatore d’acqua si agitava nel sito archeologico sebbene
sottoterra non ci fossero falde freatiche. Fece i suoi
esperimenti pure nelle aree archeologiche di Arzachena e altrove: i fenomeni si presentavano uguali,
anche in altre persone, come forze capaci di lenire i
dolori legati al sistema osseo e nervoso. Dedusse
quindi che le forze prodotte dalle “linee magnetiche”, come lui le chiama, attivate dalla presenza
dell’acqua, e quelle prodotte dai siti archeologici sono simili: solo che queste ultime hanno anche potere
terapeutico. Dal momento della scoperta, sulla quale Aresu ha scritto due libri, i turisti estivi si recano
alla tomba di giganti di Li Mizzani in flusso quasi
continuo. Altrettanto accade per le tombe di Coddhu
Ecchju e di Li Lojghi, ad Arzachena.
DALLA GALLURA AL MONTE ACUTO
NELLA “SECONDA CASA” DEL CONTE UGOLINO
Il castello di Balaiana venne eretto nel 1050 da Costantino I giudice di Gallura. Sembra che dopo Costantino vi
risiedessero temporaneamente anche altri giudici di Civita (l’attuale Olbia). Fu distrutto dal re Alfonso d’Aragona, intorno al 1422. Oggi ne resta soltanto una poderosa
ala di muro lunga 6 metri e alta 4, restaurata di recente.
Fu risparmiata solo la cappella dedicata a San Leonardo,
esempio singolare di costruzione sacra medievale.
Il “castello” di Santo Stefano pare fosse più una villa
residenziale, un palazzo padronale. C’è chi afferma addirittura che fosse una delle tante “seconde case” del
pisano Ugolino Visconti, più noto come Nino di Gallura, amico di Dante (che lo ricorda nella Divina Commedia), o di Ubaldo Visconti, figlio di Lamberto e di
Elena di Gallura, marito della “giudicessa” Adelasia di
Torres. Forse per questo la villa viene chiamata Lu Palazzu di Baldu. Rimangono ancora tre imponenti pareti
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in grandi blocchi di granito finemente lavorati e una
scala esterna ridotta ormai a monconi di granito infissi
nel muro. Le pareti sono abbellite da eleganti finestre a
ogiva. Intorno, resti di un villaggio in cui potevano abitare una trentina di persone: scavati da poco, hanno
portato alla luce il basamento delle mura perimetrali,
una fornace a struttura circolare per la cottura di tegole e oggetti in terracotta, vani di abitazioni, magazzini,
stalle, botteghe artigianali.
Tra i reperti ceramici, sono di particolare interesse
frammenti di ciotole, catini e boccali smaltati e decorati
da ricondurre alla “maiolica arcaica” pisana datata dal
1280 al 1450. Un altro gruppo di reperti presenta tutte
le caratteristiche della ceramica detta italo-moresca e
di quella islamica occidentale. Un importante reperto
vitreo sembra collegarsi direttamente alla produzione
vetraria siriana del XII-XIV secolo.
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ITINERARIO 1
Vanni Maciocco) museo archeologico – e da qui, procedendo sulla provinciale per Lòiri e Padru, arriviamo al ponte sul fiume Padrogiano. Un cartello indica i
resti di una fattoria romana. Scavata dall’archeologo
Antonio Sanciu, attratto da un blocco di granito con
inciso il simbolo di Tanit, deità punica, la fattoria,
operativa intorno al 150 a.C., fu abbandonata verso il
25 d.C. Rimangono i resti dell’ingresso principale, di
una casa d’abitazione a due piani, di stalle, di macine, di due cisterne forse usate per la conservazione
dell’olio o del vino. Evidenti tracce di incendio fanno
pensare a un saccheggio che ha distrutto la fattoria.
Fotografie di Antonio Saba
Castelli e tombe tra gli olivastri
UNA STAGIONE RICCA DI NOVITÀ
In Costa Smeralda quest’anno la stagione si presenta
ricca di novità e appuntamenti cultural-mondani. La Costa è tornata in piena attività già da marzo, ospitando il
lancio internazionale dell’ultimo modello della Audi. Ai
primi di aprile, poi, il tradizionale appuntamento mondano con la cena di gala all’Hotel Cala di Volpe ha inaugurato ufficialmente la stagione smeraldina.
Gli eventi si susseguono a ritmo sempre più serrato con
l’avvicinarsi dell’estate, passando dalle sfilate di moda ai
concerti, dalle presentazioni dei libri alle esposizioni d’arte e gioielleria, dai tornei di golf alle regate veliche e alle
competizioni sportive che vedono in primo piano personaggi celebri, tutte manifestazioni che rendono la Costa
Smeralda protagonista delle cronache.
Il tutto avviene in una cornice che ogni anno offre una
nuova veste per continuare a far sognare quanti da oltre
40 anni decretano il successo della Costa Smeralda, scegliendola quale meta turistica privilegiata a livello internazionale.
La novità di rilievo per il 2004 è all’Hotel Romazzino
che presenterà 37 camere completamente ristrutturate,
tra cui le suite più prestigiose, Royal e Presidential: ol-
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tre alle innovazioni tecnologiche – impianti musicali,
video, Internet – camere e bagni saranno caratterizzati
da colori diversi secondo lo stile che contraddistingue
la Sardegna, con l’utilizzo di tessuti, marmi e piastrelle
a mosaico. Inoltre, l’albergo, che si affaccia direttamente su una delle spiagge più belle della zona, proporrà
programmi ad hoc per le famiglie grazie alle strutture
create appositamente lo scorso anno.
E poi, per continuare a sognare: l’Hotel Cervo, rifugio
ideale per chi ama vivere al centro del villaggio di Porto
Cervo, sia pur in tranquillità; l’Hotel Pitrizza, che proprio lo scorso anno ha inaugurato due suite esclusive, due
ville private all’interno dell’albergo ciascuna con piscina
privata, alle quali quest’anno si aggiunge la terza villa
con spiaggia privata; e ultimo, ma non meno importante,
l’Hotel Cala di Volpe, da anni simbolo della Costa Smeralda, che si presenta con una nuova veste nell’area esterna
del ristorante a bordo piscina.
Per quanti, invece, in Costa Smeralda sono per lavoro,
nuovi business center in tutti gli alberghi della catena
Starwood che si aggiungono al Centro Congressi, già
teatro di importanti riunioni (A.B).
Appena più in là svettano i resti del castello medievale di Pedres, erto su un’alta roccia di granito. Fu costruito dai Doria nell’area dove sorgeva Villa Petrosa,
un villaggio di cui oggi rimangono poche tracce. Una
curiosità: la chiesa di Pedres, di cui si hanno notizie
solo nei documenti del 1600, era dedicata a San Trano
(lo stesso eremita di Luogosanto?). Del castello restano invece imponenti vestigia: la cintura muraria di
forma pentagonale e la torre a base quadrata, originariamente a tre piani. Dai documenti d’archivio si sa
che, dopo essere passato dai genovesi ai pisani, agli
inizi del Trecento era sotto il controllo aragonese; e
che nel 1339 il castellano era un frate dell’ordine di
San Giovanni di Gerusalemme. Il castello risulta ancora utilizzato alla fine del XVIII secolo.
Nelle vicinanze, sorge la tomba di giganti di Su
Monte de s’Ape, quasi nascosta dalla macchia mediterranea e dagli olivastri. Secondo un’ipotesi accreditata, si tratta di una tomba a galleria (1800-1600 a.C)
adattata successivamente (1600-1300 a.C) a tomba di
giganti. Consta di una camera tombale, di un’ampia
esedra delimitata da 10 ortostati (lastre di pietra piantate verticalmente nel terreno) originariamente rinforzati da una panchina ormai in gran parte mancante.
Vi sono stati ritrovati materiale ceramico, frammenti
di vasi da offerta e di
oggetti a carattere funerario e un pugnale in
bronzo. Il sepolcro potrebbe essere stato usato
fino al Bronzo Recente
(1300-1150 a.C.).
Proseguendo per una
decina di chilometri, dopo aver attraversato Lòiri si arriva a Padru, grosso borgo agricolo che si
stende in un’ampia conca ricca di sorgenti, di
verdi quadrati di orti e floridi vigneti. Attuale frazione
di Buddusò, Padru apparteneva nel Medioevo al ducato di Monte Acuto. Alla periferia del paese c’è l’antica
chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo in stile
rustico. Tipici insediamenti del vasto territorio lungo la
provinciale che corre verso la S.S. 389 sono le frazioni
dai nomi caratteristici: Biasì, Budò, Graniatogghju, Casteddu, Ludurru, Sa Serra, Sozza, Cuzzola, Pedrabianca, Sos Runcos. A Sa Serra è in attività una struttura
agrituristica-bed and breakfast di prim’ordine.
Una trentina di chilometri dopo Padru ci si immette nella S.S. 389 e, continuando verso Buddusò,
si raggiunge Alà dei Sardi. Quasi al centro di una
conca bordata da colline coperte di sugherete, il
centro agricolo-pastorale sorge su un leggero pendio. I molti nuraghi che
costellano il territorio
A sinistra: i resti del
tempietto nuragico
di Sos Nuràttolos, nei
pressi di Alà dei Sardi.
In alto: non lontano da
Olbia, tappa intermedia
del nostro itinerario, si
trovano i resti del castello
medievale di Pedres,
con la torre maestra che
ancora domina la piana.
Pagina precedente: i resti
di una fattoria romana
del II secolo a.C., poco
a sud di Olbia.
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ITINERARIO 1
OSPITALITÀ
Alà dei Sardi
Ristorante-pizzeria San Lorenzo, tel. 079.723250. Da 3
euro per una pizza a 25 euro per un pasto con menu
di carne o pesce.
Albergo-ristorante Antica Feronia, tel. 079.723515.
Specialità locale: il pregiatissimo miele di monte, di
peso e qualità superiori ad altri dell’Isola.
Arzachena
Albatros Club Hotel, viale Costa Smeralda, tel.
0789.83333. Dentro il paese, sistemazione ospitale a
prezzi contenuti. Mezza pensione 80-150 euro.
Hotel Cala di Falco, Cannigione, tel. 0789.899200. Stile
mediterraneo, sul mare, splendida piscina, ristorante
e discoteca all’interno. Mezza pensione 66-96 euro.
Hotel Capriccioli, loc. Capriccioli, tel. 0789.96004.
Tre stelle, spiaggia privata, ottimo ristorante. Mezza
pensione 78-149 euro.
Residenza Capriccioli, loc. Capriccioli, tel. 0789.96016.
Per una vacanza familiare sul mare più bello del mondo.
Appartamenti per 2 persone da 300 euro la settimana.
Hotel Ristorante Grazia Deledda, strada per Baia Sardinia, tel. 0789.98990. Due nuovi gestori, Nello e Tommaso, rilanciano la struttura con grande cortesia. Nell’hotel la doppia con colazione va dagli 80 euro della bassa
stagione ai 250 di ferragosto. Il ristorante propone piatti
tradizionali insieme a ricette sofisticate come il millefoglie di branzino e melanzane. Pasto dai 40 ai 100 euro.
Hotel Micalosu, Cannigione, tel. 0789.86326. Su
un’altura da dove si dominano il golfo e l’arcipelago
di La Maddalena. Mezza pensione 50-110 euro.
Hotel Nibaru, loc. Cala di Volpe, tel. 0789.96038. Tre
stelle molto brillanti. Camera doppia 106-230 euro.
Hotel Piccolo Pevero, loc. Pevero, tel. 0789.94551.
Oasi di ospitalità nel cuore della Costa. Pernottamento con prima colazione 40-80 euro.
Per i tantissimi B&B e gli agriturismi chiedere informazioni all’Azienda di Soggiorno, tel. 0789.81090.
Luogosanto
Ristorante-pizzeria Da Tommy, tel. 079 652495. Menu 10-38 euro.
dimostrano che esso fu densamente abitato in età
preistorica. Il paese, dopo essere appartenuto nell’Alto Medioevo al Giudicato di Torres (curatoria di
Monte Acuto), passò agli aragonesi. Nella parrocchiale di Sant’Agostino si possono ammirare un bel
crocifisso e un’antica statua della Madonna del Rosario. Da ricordare: il 4 ottobre, festa di San Francesco,
migliaia di persone arrivano alla chiesa campestre
del santo dove viene offerto a tutti un grande pran-
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Ristorante-pizzeria Il Pino, tel. 079.652552. Menu 1540 euro.
Albergo-ristorante San Trano, via San Trano, tel.
079.6573026. Appena inaugurato, propone la mezza pensione da 45 a 90 euro e la pensione completa
da 55 a 110 euro.
Agriturismo Vaddhidùlimu, tel. 079.652419. Cibi genuini di antica tradizione gallurese. Menu tipico 38
euro, pernottamento 30 euro.
Padru
Ristorante-bar La Foresteria, tel. 0789.45592. Menu
da 25 euro.
Agriturismo-B&B Casteddu, tel. 0789.45910. Menu
abbondante 40-45 euro, pernottamento 35 euro.
Agriturismo-B&B Fratelli Muzzu, tel. 0789.49166.
Menu 25 euro, pernottamento 31 euro.
Palau
Numerosi i ristoranti specializzati nei prodotti del mare, in cui spicca lu ziminu, saporita zuppa di pesce.
Ristorante-pizzeria Da zio Nicola, tel. 0789.708520.
Con terrazza sul mare. Menu 12-25 euro.
Franco, tel. 079.709558. Al centro del paese sulla
strada per Capo d’Orso. Menu 40-60 euro.
La Griglia, stazzo Pulceddu, tel. 0789.708143. Menu
20-40 euro.
Non mancano gli agriturismi: Lu Stazzaréddhu, nella zona di Scopa, vicino all’abitato; Lu Lurisincu e
Lu Palazzéddhu, presso il ponte sul Liscia. Da 30 a
35 euro per persona in camera doppia.
Hotel Capo d’Orso, tel. 0789.702000. 62 stanze, 2 piscine, ottima cucina, atmosfera riservata con spiaggia privata. Mezza pensione 91-195 euro.
Hotel Piccada, tel. 0789.709344. Pernottamento con
prima colazione 72-150 euro.
Hotel Vanna, tel. 0789.709589. Mezza pensione 48107 euro.
Santa Teresa di Gallura
B&B Capo Testa di Giuseppe Mura, cell. 347.3023003.
Propone 3 stanze doppie a 20 metri dal mare. 30-40
euro per persona in camera doppia.
zo, per il quale vengono cucinati circa 40 quintali di
ottima carne.
Nelle vicinanze del paese, a sud-ovest, si possono
visitare alcune tombe di giganti e il tempietto nuragico di Sos Nuràttolos, uno dei cinque esistenti nell’Isola. Ha pianta rettangolare (a megaron) e un recinto ovale. Simili costruzioni, secondo gli studiosi,
sono sorte come nuraghi, adattati poi a tempietti del
culto comunitario.