lineaverde - Stefano Mengoli

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LINEAVERDE
Verde pubblico
Metodologia di intervento su
alberature di Pinus pinea in città
Assai di frequente nelle alberature mediterranee stanno
scomparendo gli impianti di Pinus pinea per ritrovarli solamente
in formazioni boscose o all’interno di parchi. Analizziamo pregi e
difetti di una delle specie paesaggisticamente più rappresentative
e individuiamo una metodologia di intervento per il restauro
attraverso un esempio pratico.
ra le specie che caratterizzano l’alberata
urbana in città mediterranee, il Pino
domestico o pino da pinoli (Pinus pinea
L.) è tra le specie paesaggisticamente
più rappresentative e in grado di dare un’identità e
valenze estetiche chiaramente individuabili allo
spazio urbano. Specie eliofila1 originaria
dell'Anatolia ma dal lungo indigenato, è assai frequente in zona litoranee dove caratterizza le formazioni a Pinete Mediterranee: in Toscana assai note
sono quelle di Viareggio, S. Rossore (Pi), S.
Vincenzo (Li), Follonica (Gr), Grosseto e Orbetello
(Gr), e vi è una corrispondenza urbana poiché in
queste città la specie è anche componente dominan-
T
di Stefano
Mengoli
*Docente di analisi
e progettazione
del verde urbano
te delle alberate urbane. La specie la si ritrova in
numerose città litoranee del centro-sud Italia, e dell’entroterra, dove costituisce all’interno del perimetro urbano aree a parco (come infrastruttura a pineta) e alberature urbane distribuite in varie zone
urbane. Curiosamente, si può osservare che la specie è componente dell’alberata urbana generalmente in quelle città collegate a territori rurali con una
filiera forestale legata ai boschi di pini mediterranei. Oltre a queste considerazioni collegate alla storia della città, dal punto di vista ecologico, l’uso
come alberatura urbana lo si deve al suo temperamento legato alla luce, e di essere specie pioniera in
grado di occupare terreni nudi, poco evoluti e
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Sopra, alberata adulta di pino domestico.
A sinistra, giovane impianto di pino domestico.
degradati dall'azione dell'uomo, anche se la
moderata frugalità e il possedere un seme 'pesante' ne fanno una specie di limitata capacità colonizzatrice; le condizioni ideali sono comunque di
un suolo permeabile, sciolto, fresco, assai penetrabile alle radici, poco propenso al compattamento, dove in pieno sviluppo può raggiungere
anche i 25/30 m di altezza. E' specie termofila,
relativamente xerofila; non ha una grossa resistenza al freddo (danni si hanno a -15°/-18° C) ed
è per tale motivo che vegeta in condizioni ideali
nella fascia climatica delle latifoglie sempreverdi
(Leccio); mal sopporta i venti marini, ed è specie
a medio rapido accrescimento (Pavari 1955).
Rappresenta una “scelta” per fare alberature urbane legata al passato, che oggi è messa in discussione per le problematiche gestionali che emergono soprattutto dalla relazione tra età adulta e
avanzata delle piante (generalmente si osserva un
forte decremento del ritmo di accrescimento dopo
i 60-80 anni, su suolo urbano) e il contesto in cui
queste si trovano (in viale su marciapiede pavimentato o su banchina permeabile a bordo strada;
in formazioni a pineta con struttura coetaniforme
non rinnovate).
Il recupero di viali alberati monospecifici
con Pino domestico
Un aspetto da sottolineare è quello che pur essendo
un tipo di infrastruttura assai frequente nei contesti
urbani citati, la tendenza attuale è verso una progressiva diminuzione della presenza in città, relegandola alle sole formazioni boscose e ubicate
all’interno di parchi e giardini con sufficiente
superficie a disposizione. Tendenza confermata
anche dal settore vivaistico, dove la specie, una
volta specie regina dei cataloghi, oggi è relegata ad
un ruolo secondario ed a minori investimenti in
piantagioni, significando il minor “consumo” in
unità rispetto al passato. Questa “tendenza” è sicuramente una conseguenza alle evidenti complicazioni derivanti dalla pericolosità e dalle difficoltà di
gestire questo tipo di alberatura: siamo infatti al
cospetto di alberature adulte poiché gli impianti si
riferiscono generalmente al periodo post bellico,
spesso assoggettate da ripetuti tagli dell’apparato
radicale per il passaggio di linee tecniche sotterranee, dai “ricarichi” di asfalto sul colletto conseguenti alle ripetute asfaltature, agli effetti macroscopici legati alla risalita dell’apparato radicale che
provoca la rottura dei piani nelle pavimentazioni
stradali e nei marciapiedi; difficoltà gestionali che
si manifestano con il dover intensificare i cicli di
potatura di dirado sulle chiome per alleggerire
piante che svettano anche 25-30 m fuori terra, di
dover annualmente provvedere alla raccolta delle
pigne (ricordo sperimentazioni di raccolta meccanizzata delle pigne in ambito urbano poco diffuse
poiché mi pare non abbiano chiarito se ci possano
essere eventuali conseguenze sullo stato di salute
della pianta), di dover operare obbligatoriamente
per legge alla lotta della processionaria, ad essere
specie altamente allergogena, e al dover intensificare il controllo VTA delle piante poiché la casistica
evidenzia che è specie con frequenti casi di crolli a
terra per passaggi di fortunali che ne amplificano
un deperimento biomeccanico in atto. Quindi è un
tipo di infrastruttura che costa dover gestire, e che
presenta un raffronto fortemente in negativo tra
spesa della manutenzione ed età della pianta (cantieri onerosi per le dimensioni dei soggetti, frequenza degli interventi elevata) che amplificano sempre
più il gap tra efficacia delle opere di manutenzione
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Metodologia di intervento su alberature di pinus pinea in città
ed efficienza delle forme di gestione.
Vi è un aspetto da sottolineare: l’alberata di Pino
domestico rappresenta un pezzo di storia del verde
urbano in Italia, ed è altresì specie dotata di forte
valenza paesaggistica poiché ha la forza mediatica
di proiettarci in un luogo specifico, d'origine, tipico, e di “governare” uno spazio dettando altresì un
ideale corredo di specie compagne, ausiliari, simili
o solitarie. Nella toponomastica delle città si trovano via dei Pini, viali dei Pini, e sono queste le tracce per un evidente richiamo alla tradizione rurale,
cioè a quella di alberate tradizionalmente collocate
lungo strade poderali. E’ ovvio che la loro eradicazione da un luogo crei dei forti contrasti, che però
non sono provocati solo da ragioni di difesa dell’in-
dividuo albero ma anche perché dettate dalla tutela
verso le tradizioni di un luogo, cioè da quel “campionario” di emozioni che comporta la dimensione
di paesaggio. Considerato che la gestione del verde
pubblico è operata soprattutto per rispondere alle
esigenze di una collettività, quella di viali alberati
tradizionalmente legati ad un modo passato di fare
verde urbano, quali quelli monospecifici a Pino
domestico, richiedono obbligatoriamente l’esigenza di trovare soluzioni che mediano i due estremi
(gestionale e paesaggistico) nel tracciare una modalità d’intervento.
Un approccio utile è quello di considerare l’intervento come opera di riqualificazione urbana, poiché si mira a riorganizzare – adeguare lo spazio
INUS PINEA: SCHEDA DI UTILIZZAZIONE PAESAGGISTICA
(Considerazioni sull’impiego della specie in chiave progettuale, ecologica, estetica della pianta e come infrastruttura verde)
Progettazione
Ecologia
Estetica
Infrastruttura verde
Consente una stratificazione verticale dello spazio
verde: piano delle chiome,
del suolo e intermedio.
Media velocità di accrescimento ed è specie abbastanza longeva, superando
i 200 anni.
Effetto corteccia
Realizzazione di boschi o
boschetti monospecifici
(Pineta) o in formazione
miste (Bosco mediterraneo
disetaneo)
Albero consigliato per
impieghi isolati, in uso
per allineamenti o per
creare gruppi o macchie;
si trapianta in inverno e
pone diverse difficoltà
per l'attecchimento.
Buona resistenza alle
gelate invernali (resiste
da adulto ad abbassamenti
oltre i -15° C), particolarmente sensibile a quelle
precoci e tardive.
Effetto di ombra
e di lettiera
Realizzazione di alberatura
urbana monospecifica
(coetanea o disetanea)
o in formazione miste
(disetanea)
Pianta allergogena diretta
(polline); crea problemi
a causa di attacchi della
processionaria, parassita
che allo stadio larvale
presenta sull'addome
peli urticanti per l'uomo.
Rischio di caduta di parti
legnose (rami, pigne)
per fenomeni naturali
(autopotatura, cascola).
Clima ideale quello mediterraneo con inverni miti e
precipitazioni concentrate
in primavera e autunno,
richiede escursione media
annua abbastanza contenuta; moderata resistenza
alla siccità estiva: regime
pluviometrico ideale, 450900 mm annui.
Impiego per costruzione di
paesaggi mediterranei
Resistente al calcare, alle
opere di manutenzione,
alle interferenze urbane,
allo scavo del terreno.
Resistenza elevata al
vento.
ph da 5.5 a 8, tollera terreno calcare non tollera quello salino, tollera terreno
astrutturato ma non quello
compatto; esige terreno
con media umidità e povero in humus (come tutte le
conifere in genere).
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urbano attraverso il “restauro” dell’alberata urbana:
per delineare questa metodologia d’intervento,
viene presentato un caso specifico a tre anni dalla
conclusione dei lavori.
Una metodologia d’intervento: lo studio
per il restauro dell’alberatura di Pino Domestico
nel Comune di Pieve a Nievole (PT)
Descrizione infrastruttura verde. L’asse viario
(via Fanciullacci) rappresenta il confine tra il
comune di Pieve a Nievole e il comune di
Montecatini terme, ed ha uno sviluppo complessivo
di ca 440 m di lunghezza. La superficie a verde è
un'alberata a doppio filare, con elementi sfalsati, di
Pino Domestico o Pino da pinoli (Pinus pinea L.),
originariamente impiantata secondo un sesto rigido
di 8 m sulla fila e di 9 m tra le file, in zanelle di 80
x 80 cm ricavate da pavimentazione in asfalto posta
in opera (come per la cordonatura) in epoca successiva a quella di piantumazione. Da documentazione
storica, l'epoca d'impianto dell'alberatura di Pino
risale al 1952-53, ed è stata eseguita probabilmente
su un letto in terra battuta, dove una ditta esterna
locale ha provveduto a sostituire l'alberatura di
Ippocastano esistente. L'alberata è strutturata in
piante coeve e unico piano delle chiome, di altezza
indicativa di 10-12 m e diametro a 1.30 m da terra
di 45-60 cm, e stadio vegetativo di pianta adulta
tendenzialmente matura; su tutti i soggetti sono
stati rilevati segni di potature eseguite in passato.
Delle originarie 73 piante, ne rimangono 60 ad
ombreggiare una sede stradale larga 12 m e comprensiva di due piani destinati a marciapiede, di
2/2.50 m di profondità, e con distanze del fronte
degli edifici a partire da un minimo di 25 m.
Destinazione d’uso e contesto insediativo. Si tratta di un tratto viario di raccordo sia alla viabilità
principale ad alta intensità di traffico, che alla disseminazione in viabilità secondarie e accessi carrabili destinati ai complessi residenziali (tipologia:
villa o villino monofamiliare con resede a giardino)
e condominiali frontalieri; il viale termina con
incrocio con un tratto di circonvallazione pedocollinare, quindi indirettamente si può parlare di connessione con il sistema rurale della collina agricola.; parte del viale alberato confina (con problemi di
adduggiamento delle chiome) con la fascia boscata
del parco termale delle sorgenti, storico stabilimento impiegato come centro benessere.
Obbiettivi di progetto. Lo studio opera per la
riqualificazione urbana e la ristrutturazione dei
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sistemi viario/pedonale e verde urbano perseguendo l’indirizzo di creare un percorso urbano - passeggiata verde; in particolare, nella previsione di
ridare una funzionalità organica al sistema del
verde, sono curati gli innesti e i relativi ampliamenti a verde armonizzando le preesistenze di verde nel
traffico (parcheggio con dotazione di prato alberato
posto lateralmente l’asse viario; isola pedonale
alberata in prossimità dell'innesto con strada provinciale). La realizzazione dell’intervento è intrapreso dall'amministrazione comunale di Pieve a
Nievole attraverso la formula di applicare un progetto di manutenzione straordinaria per la messa
in sicurezza dell'asse viario.
Lo studio è stato configurato in due distinte fasi:
analisi dello stato attuale dell'alberatura con specifico riferimento alle problematiche evidenziate
di interferenza alle pavimentazioni stradali e
pedonali e i relativi limiti d'uso da parte dell'utenza; studio per il recupero del sistema spazi verdi
lungo asse viario.
Analisi dello stato attuale dell'alberatura
Individuazione delle problematiche progettuali:
il trattamento dell'alberatura di Pino domestico
e l'eliminazione dei fattori di disagio.
• Attenuare l'effetto di risalita degli apparati radicali, concausa del deterioramento del manto stradale
e pedonale;
• l'esigenza di realizzare dei filtri vegetali in modo
da diminuire le fonti di disturbo all'utenza pedonale (polveri, gas di scarico, etc.)2;
• attenuazione dei maggiori costi derivanti dal progressivo deperimento di alberatura adulta posta in
condizione ambientali inadeguate;
• messa in sicurezza dell'alberata di Pino e prevenzione verso eventuali manomissioni conseguenti ad
interventi di scavo in prossimità delle radici;
• comunicazione dell’intervento alla cittadinanza,
avendo cura di rispondere ai quesiti formulati e in
particolari quale disegno assumerà il viale e quali
sono i motivi che hanno indotto a un determinato
tipo di soluzione
• inserimento di nuovi tratti di alberatura in grado
d'interagire strutturalmente con quelli a Pino preesistenti, assai complesso a causa della pendenza
dell'asse stradale: la strada presenta un dislivello tra
i due punti d'innesto di ca 13 m, per una lunghezza
complessiva del viale di 440 m ca, e una pendenza
media del 3%.3
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Metodologia di intervento su alberature di pinus pinea in città
Individuazione delle problematiche progettuali:
la necessità di migliorare funzionalità, qualità
del verde pubblico e di attualizzarlo al contesto
ambientale.
• L'efficacia riconosciuta, nei sistemi stradali, nell'accompagnare i tratti pedonali da sistemi continui
di verde con dimensione e volumi rapportati alla
scala dell'uomo;
• il recupero di una ripartizione equilibrata dei
volumi vegetali con quelli urbani, al fine di migliorare prospettiva, profondità e proporzionalità del
disegno urbano;
• la ridotta qualità estetica del verde urbano e la relativa limitata connettivibilità4 a quello territoriale.
Individuazione delle problematiche progettuali:
una migliore ripartizione del verde pubblico
all'interno dell'insediamento urbano.
• Il verde come tratto unificatore dei percorsi
urbani e come strumento per migliorare la qualità
abitativa;
• la creazione di nodi attrattivi attraverso l'organizzazione di un sistema degli spazi verdi.
Individuazione delle problematiche progettuali:
criteri di conservazione dell'alberatura esistente
Nel caso specifico di un'alberatura adulta coetanea
sono da prendere in considerazione alcuni parametri:
• l'efficienza biologica delle piante, effettuata comparando l'analisi per difetto dello stato della chioma, del fusto e del colletto/radici;
• l'intervento colturale per adeguare la distanza
delle piante alla dimensione delle chiome;
• la resistenza/tolleranza alle interferenze arrecate
da opere di urbanizzazione primaria e secondaria;
• la messa in sicurezza dell'alberatura, attenuando
le fonti di rischio.
Considerazioni sull'analisi sullo stato
di conservazione dell'alberatura
L'ispezione all'alberatura è stata portata a termine ai
primi di giugno del 1999, ad opera di tecnici dottori forestali con esperienza di verifiche VTA su alberature urbane5, in condizioni meteo ideali e con
andamento climatico del mese che presuppone la
piena attività vegetativa delle piante in esame. Le
piante hanno manifestato sintomi relativi ad un'alberatura urbana cresciuta con pavimentazione
impermeabile in conglomerato bituminoso fino al
colletto: anomalie ripetute del fusto (in torsione,
curvo, inclinato) e chiome generalmente dense e
asimmetriche, in gran parte compenetrate; in particolare, nel tratto frontale al parco termale delle sorgenti, le chiome delle piante si sono mostrate asimmetriche e in aggetto verso strada, in considerazione dell'ostacolo provocato dalla formazione boscata posta su rilievo e in posizione codominante al
perimetro della proprietà. I risultati dell’indagine
sono stati riassunti nella tabella a seguire, considerando che sono stati rilevati un esemplare 'morto in
piedi' e diversi irreversibilmente compromessi.
L’applicazione del metodo Vta ha consentito di
effettuare una comparazione tra età di servizio6 dell’alberature con la qualità estetica, determinando
un’opzione di scelta e di verifica finale ai termini
di resistenza ed efficienza biologica alla base dell’indagine VTA operata sul campo.
Lo studio per il recupero del sistema
spazi verdi lungo l’asse viario: il recupero
dell'alberata di Pino domestico
Se si considera il dato numerico delle piante da
abbattere, appare evidente la problematica derivante dall'applicazione di un cantiere di abbattimento e
il forte impatto, anche emotivo, che questo comporta in ragione del radicale cambiamento percettivo.
In tal senso è opportuno operare l'opzione di alcuni
abbattimenti a medio termine, intendendoli eseguiti entro i 5/7 anni dai primi, in modo da mitigare in
parte la drasticità dell'intervento.
Le piante di Pino domestico lasciate in piedi, per
numero e distribuzione, possono consentire di recu-
Scheda
CONSIDERAZIONI SULL'ANALISI SULLO STATO DI CONSERVAZIONE DELL'ALBERATURA
Y
Nr. piante
originale
73
% di X
% di X
% di X
X
Nr. piante rimaste piante da abbatte- piante da abbatte- piante da lasciare
in piedi
re, breve termine re, medio termine
al 5/06/99
60
7%
72%
Gennaio 2007
21%
% di Y
piante rimaste
al 5/06/99
82%
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perare la funzionalità di viale alberato solo tramite
l'inserimento di un nuova alberata, con dimensioni
omogenee ma sicuramente ridotte rispetto a quelle
del Pino; il risultato è una struttura alberata continua di tipo disetaneo che consenta di rispettare le
condizioni ideali per la crescita del Pino.
Può apparire quantomeno anomalo il recupero di
un'alberata tramite l'abbattimento di molti soggetti,
ma è necessario pensare che l'albero ha esigenze di
spazio 'dinamico', sia a livello areico che di suolo,
da prevedere in fase di progettazione, e che da adulto le proporzioni tra sviluppo verticale e orizzontale sono nettamente a favore del secondo; sono dinamiche che obbligano ad operare con abbattimenti
laddove necessario, come ad esempio quando caratteristiche ambientali e il portamento delle piante
manifestino condizionamenti esogeni e una ridotta
stabilità biomeccanica.
Gli interventi sull'alberata di Pino sono stati attuati
secondo alcune prescrizioni:
• il cantiere di abbattimento, effettuato con continuità e in giornate calde e non ventose, deve essere
operato tramite depezzatura e caduta dei pezzi a
terra guidata, e asporto completo della ramaglia
opportunamente cippato in sito7;
• una volta abbattuata la pianta, è necessario procedere contestualmente alla deceppatura meccanica,
avendo cura di lasciare 'aperta' la buca per almeno
due settimane.
Sulle piante da rilasciare, è necessario:
• operare il taglio dell'attuale copertura di asfalto,
come la successiva rimessa della pavimentazione,
salvaguardando il più possibile le radici delle
piante che verranno lasciate in sito nonché il
pedale e il fusto (opportunamente da proteggere
con sistemi antiurto), e avendo cura di rilasciare
una fascia di rispetto di profondità perlomeno di
80 cm (vedere modalità di realizzazione di 'trincea di coltivazione');
• evitare scavi di profondità superiore al manto stradale in prossimità delle piante, comunque con una
distanza minima consentita della luce netta di qualsiasi scavo, dal filo tronco, non inferiore a m 3 (tre);
• eseguire l'arieggiatura del terreno mediante arieggiatore meccanico pneumatico con contemporanea
distribuzione di soluzioni a sali rigenerativi e integratori naturali (estratti di alghe verdi) a livello
radicale8;
•evitare il costipamento come la vibratura dell'area
definita dalla proiezione a terra delle chiome e
obbligo di esecuzione di livellamenti a mano del
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terreno nella medesima area;
• effettuare dei sondaggi su direzione, densità e
qualità delle radici di sostegno, onde evitare il loro
danneggiamento a seguito di operazioni di scavo, e
praticare un'accurata potatura di dimensionamento,
e misure di conservazione dell'efficienza radicale
come l'allestimento di strati a inerti stabilizzanti a
tessitura grossolana e a basso peso specifico, eventualmente sostenuti da un telaio in ferro posto a
copertura delle radici (si tratta di un telaio su cui
sono inseriti dei denti mobili per azione di aerazione/decompattamento una volta infisso nel terreno,
senza arrecare danno alle radici);
• evitare di accendere fuochi in prossimità delle
alberature, la posa anche temporanea di pavimentazioni impermeabili fino al pedale delle piante, l'infissione di chiodi o appoggi come l'installazione di
corpi illuminanti e di cavi elettrici sugli alberi, l'imbragamento dei tronchi;
• valutare la possibilità di utlizzare nuovi asfalti in
sperimentazione ENI che assicurano una capacità
drenante quindi la diminuzione della compattazione del terreno, oltre ad essere misura che abbatte
notevolmente l'inquinamento acustico;
• eseguire la spalcatura di 1/2 palchi e la potatura di
rimonda sulle chiome, intesa come eliminazione
dei rami secchi o malati e asporto delle pigne sia
verdi che mature; se in epoca autunno/invernale,
verificare la presenza di nidi di processionaria e
provvedere al loro asporto e distruzione.
Qualora si operi a distanze inferiori a quelle prescritte, è consigliata l'adozione di misure di prevenzione quali:
• lo scavo a mano onde evitare il danneggiamento o
l'amputazione delle radici principali; scavo che non
può rimanere aperto più di due settimane, e in caso
d'interruzione dei lavori è necessario provvedere
provvisoriamente al riempimento con terra dello
scavo o a coprire le radici con una stuoia; comunque le radici devono essere mantenute umide, e in
caso di pericolo di gelo le pareti dello scavo nella
zona delle radici sono da coprire con materiale isolante; il riempimento è da eseguire al più presto;
• il taglio netto delle parti senza sfibrature con
cesoie o motosega per radici di diametro non inferiore a cm 3 (tre) e il sottopasso con tubazioni delle
radici più grosse e la loro protezione dal disseccamento (con teli di juta o PVC);
• evitare il deposito di materiali terrosi, il ricaricamento e l'abbassamento del terreno nella predetta
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Metodologia di intervento su alberature di pinus pinea in città
LINEAVERDE
creare un armonizzazione tra uno scenario oramai
tradizionale, e l’introduzione di nuove forme di
giardineria da collocare in armonia con le preesistenti; in tal senso, la soluzione ideale per consentire di avere alta stabilità nel popolamento di Pino,
perseguendo i riferimenti in “natura”, non può che
essere quella di un alberata a struttura disetanea.
Tipo A, siepe alberata semiformale di tipo mediterraneo.
Tipo B,
'parterre'
alberato
con specie
arbustive
tappezzanti
a copertura
totale.
area, come il deposito di materiale da costruzione,
carburanti, macchine da cantiere, depositare o versare sali, acidi, basi, idrocarburi, o comunque
sostanze fitotossiche, nonché l'acqua di lavaggio, in
particolare quelle con polveri di cemento, necessariamente da convogliare lontano dalle radici;
• la tempestiva disinfezione delle superfici da taglio
con anticrittogamici distribuiti più volte sulle
superfici e lasciati asciugare il tempo necessario (2
ore circa), e con principi attivi in formulati commerciali a specifica azione protettiva.
Il “rilascio” delle piante è operato per piccoli raggruppamenti lungo brevi tratti: le piante rilasciate
manifestano buone condizioni di crescita9 e ridotta
interferenza ambientale, sia a misura di suolo, poiché non è manifestato il deterioramento del manto
stradale o il rialzo del cordolo (ciò fa presupporre
un franco per le radici profondo ed esteso), sia a
livello areico, per l'ampia luce tra le chiome e la
loro adeguata distanza dal fronte edifici.
La perplessità di operare cercando un uso simbolico delle piante rilasciate in piedi non deve avere
senso di essere, poiché si è chiamati a lavorare per
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Lo studio per il recupero del sistema spazi verdi
lungo l’asse viario: il restauro del viale alberato
Dopo aver completato la prima fase, interamente
dedicata al trattamento dell'alberata di Pino domestico, l'intervento successivo verte sulla ricostruzione
del sistema a viale alberato. L’indagine si dipana partendo da alcune considerazioni di base:
• realizzazione di una trincea di coltivazione continua per le piante, giocoforza interrotta solo in corrispondenza dei passi carrabili, dei raccordi e del termine del marciapiede, la quale deve inglobare la sede
del pedale dei Pini e consentire l'apertura di un'area di
pertinenza per le piante come misura atta a contenere
la risalita degli apparati radicali;
• realizzazione di infrastrutture a verde di tipo
lineare, rifacenti a sistemi in uso nella giardineria con esigenze di decoro ed estetica legate al
gusto naturalistico;
• trasformazione da una struttura verde con un unico
piano delle chiome ad una che ne prevede quattro,
secondo lo schema tradizionale del disetaniforme
ispirato alle strutture 'di margine' del bosco;
• allineamento e prospettiva del viale regolato da fusti
colonnari con diametro e cromatismo delle cortecce
armonizzate, delegando al Pino il ruolo di presenza
più significativa;
• adozione di sistemi di decompattazione del terreno
basati su una stratigrafia del terreno di coltivazione in
grado di mantenere costante il rapporto aria/acqua, e
sulla realizzazione di linee interrate per l'arieggiatura
Il disegno del verde risultante è impostato su un alternanza, apparentemente casuale, e sullo sviluppo a
due moduli compositivi, così distinti:
tipo A, siepe alberata semiformale di tipo mediterraneo, con utilizzo per la siepe di essenze arbustive
di pregio per la fioritura, il fogliame e la fruttificazione a volte edule, di richiamo per la fauna indigena;
tipo B, 'parterre' alberato con specie arbustive
tappezzanti a copertura totale, di pregio per il
fogliame e la fioritura, e, in punti cardine, impiego di
piante topiarie e di Cipressi piramidali in varietà resistenti all'agente del cancro del cipresso (Seiridium
cardinale (Wag.) Sutt. E Gib.).
LINEAVERDE
La distribuzione del verde, stratificata su 4 piani, consente di armonizzare nel tempo e nello spazio uno
sviluppo planimetrico e verticale del viale a partire
dal 'rilascio' di strutture adulte, e a forte personalità,
come quelle di Pino domestico. La continuità dell'alberatura è data da un reimpianto con essenze arboree
di II°/III° grandezza10, mantendo il più possibile il
sesto d'impianto originale, in modo da disporre, nei
vuoti provocati dagli abbattimenti, una nuova quinta
alberata, anch'essa monoplana ma di altezza inferiore
a quella dei Pini; le essenze arboree selezionate sono
qui riportate a seguire, e differenziate in specie principali (a maggiore presenza) da quelle accessorie o di
accompagnamento e in Cipressi disposti sul 'parterre'.
L'indicazione progettuale è quella di far acquisire
nuove funzioni dell'alberatura, andando ad operare
una divisione funzionale del piano strada con quello
del marciapide. La continuità e la struttura verticale
del verde consentono di creare una barriera-filtro
igienico sanitaria, e in particolare verso polvere e piccoli inerti, grazie soprattutto alla densità delle siepi a
sviluppo parzialmente libero. L'alternanza di tratti a
disegno formale, con quelli a tema naturalistico,
movimentano e rendono più attrattivo l'arredo verde
come la qualità dello spazio urbano, in virtù di un'integrazione tra edile e compagine verde operata lungo
tutto il percorso e in punti cardine opportunamente
individuati: piste, raccordi e termine del marciapiede,
51
inizio e fine del viale. L'utilizzo di specie ad alta
valenza ecologica (pianta da bacca, pianta con impollinazione entomofila, piante a chiome nidificabili,
piante rinettanti) permette di equiparare l'infrastruttura a un 'corridoio' ecologico da e verso la collina,
mentre la conservazione di un immaginario da paesaggio mediterraneo è operata tramite l'impiego di
essenze arboree “tipiche” quali Leccio, Tamerice,
Acero campestre e Cipresso. La funzione di ombreggiatura è assicurata da una scansione delle chiome
che assicura a maturità i coni d'ombra 'non in contatto', in modo da riprodurre un effetto chiaro-scuro di
invito a percorrere e attraversare l'infrastruttura.
Il restauro diviene quindi anche azione di recupero di
un uso prioritario, quello di percorso passeggiata
alberata, che amplia i tracciati esistenti e pone in
essere una soluzione ideale per tratti di collegamento
tra assi viari a diversa intensità di traffico ma soprattutto interessati da densità abitativa e tipologia edilizia mono o bifamiliare.
Le problematiche di gestione
della nuova struttura
I due moduli di verde previsti si diversificano
anche per l'impegno e la qualità delle opere di
manutenzione.
Al tipo A, siepe alberata informale di tipo medi-
»»
Scheda
ESSENZE ARBOREE
Categoria
Nome scientifico
% presenze
per categoria
% presenze
per specie
Acer campestre
40
14
Quercus ilex
60
22
20
30
Accessorie
Cercis siliquastrum
10
6
Pyrus calleriana
"beech hill"
10
7
Tamarix pentandra
10
7
4
10
Parterre
Cupressus
sempervirens var.
Bolgheri
Totali
Nr. piante
per specie
36
60
Principale
Nr. piante
per categoria
4
60
100
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Metodologia di intervento su alberature di pinus pinea in città
terraneo, una volta che l'impianto è a regime e presenta un'adeguata attrezzatura tecnica per la coltivazione (irrigazione, arieggiatura, drenaggio), per
il mantenimento sono necessarie:
• potatura di contenimento della siepe, operata con
forbici e tramite la tecnica del taglio di ritorno, in
modo da limitare la volumetria entro lo spazio disponibile e asportare rami secchi, mutilati o malati o
già fioriti;
• potatura di rimonda delle alberature tramite semplice asportazione dei rami secchi, malati o mutilati, e nel caso dei Pini, l'asportazione delle pigne e
dei nidi di processionaria;
• asportazione dei cespiti di erbacce scappati dal
controllo della siepe e del sistema pacciamante.
Al tipo B, 'parterre' alberato con specie arbustive
tappezzanti, sempre rispettando le condizioni standard suindicate, sono necessarie:
• potatura di contenimento delle superfici tappezzanti, operata con forbici tagliasiepi, in modo da limitare
la volumetria entro lo spazio disponibile e asportare
rami secchi, mutilati o malati o già fioriti;
• potatura di rimonda delle alberature tramite semplice asportazione dei rami secchi, malati o mutilati, e nel caso dei Pini, l'asportazione delle pigne e
dei nidi di processionaria;
• asportazione dei cespiti di erbacce scappati al
controllo della siepe e del sistema pacciamante;
• per le piante topiarie, esecuzione di nr. 2 interventi annui (a primavera e a fine estate) per il mantenimento della sagoma.
Il piano di manutenzione della nuova infrastruttura
presenta una logica diversa rispetto al passato: sono
state ampliate le categorie di lavoro, poiché oltre al
trattamento degli alberi è incluso quello di siepi, di
superfici tappezzanti, di piante topiarie, ma è stato
semplificata la procedura di lavoro, poiché sono
introdotti, con una progettazione specifica, impianti a
bassa manutenzione e a totale copertura di suolo, che,
oltre ad aumentare notevolmente la superficie a verde
pubblico complessiva, presenta costi di gestione economicamente vantaggiosi rispetto a quelli di un'alberatura matura e complessa.
Gli interventi sono eseguibili da terra, senza ausilio
di scale (tranne che per il Pino), e il lavoro di potatura ordinaria si limita semplicemente a eliminare
rami di limitate dimensioni, quindi con tempi di
lavoro (a pianta) contenuti e dell'ordine di pochi
minuti, a fronte di quelli ben più lunghi della spalcatura dei Pini da eseguire in quota. Non di meno,
è limitata l'incidenza dell'asporto e del taglio di
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erbe come assai minori sono i rischi di traumi alle
persone, o di danni alle cose, 'da caduta' di parti
legnose. In ultimo, sono introdotte piante a legno
più resistente e di altezza più contenuta, e l'eventuale sostituzione è resa molto più agevole ed economica, oltre che efficace esteticamente, dato che
sono accorciati i tempi di attesa per raggiungere le
dimensioni del predecessore.
Le caratteristiche paesaggistiche
L'intervento è orientato a mantenere un'identità
mediterranea nella compagine verde, cercando di
aumentarne funzionalità e modi d'uso. La profonda, e incisiva trasformazione, provocata dall'abbattimento del Pino, diviene operazione necessaria per migliorare la qualità del verde urbano e
dare una precisa identità a questo tratto di città.
Sulle attenzioni progettuali relative al tema
ambientale si è fatta già ampia menzione, come
delle opportunità di tracciare un percorso passeggiata in quest'area. Rimane l'aspetto di sostenibilità
dell’intervento , da considerare sia in chiave ecologica che in chiave urbana. La realizzazione di una
struttura biotica di tipo disetaneo equivale ad
aumentare biodiversità e tolleranza delle limitazioni provocate da interferenze antropiche; l'opportunità è quella di ottenere una struttura 'naturalizzata'
che esercita attrazione e rifugio verso elementi
naturali desiderati (farfalle, lucciole, etc.), senza
divenire coacervo per ospiti avversi, e che amplia la
percezione di campagna in tratti fortemente urbanizzati; una aumento della qualità dell'abitare legata alla presenza di elementi e complessi vitali, e in
buono stato di conservazione, a cui attribuire una
qualità estetica oltremodo evocata da una cultura
del luogo tradotta e facilmente leggibile.
Tecnica costruttiva. L'impianto è eseguito in una
trincea, ricavata sul piano dei marciapiedi, con
soluzione di continuità in corrispondenza dei passi
carrabili, dei raccordi e dei termini del marciapiede.
Lungo la trincea sono assemblati i moduli, a lunghezza di 8 m, secondo una partitura che consente
di produrre l'alberatura in un unico corpo. Oltre ad
essere diversificati in tipo A e B, come precedentemente descritto, si differenziano per la specie arborea impiantata nel modulo; alla scansione dei
moduli si sovrappone quindi la sequenza d'impianto degli alberi, piantumati rispettando in generale la distanza originale di 8 m, con opportune leggere traslazioni del sesto legate a risoluzione di
specifiche problematiche (visuali d'innesto strada,
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impedimento passaggio, etc.).
La sequenza base d'impianto degli alberi è di 5
piante, distinte in 4 principali e 1 accessoria11, ripetuta 12 volte in modo da coprire totalmente le fallanze provocate da abbattimenti recenti o del passato; alle teste dell'alberatura la pianta principale è
sostituita dal Cipresso.
La sezione della trincea presenta un riempimento
con letto drenante e riporto a terreno vegetale, rifinito a cunetta convessa e discendente verso il lato
interno del marciapiede, e un franco di coltivazione
di 65 cm; in corrispondenza dei parterres il colmo
della cunetta è ridotto onde consentire lo sviluppo
in orizzontale della vegetazione. Il sistema di difesa delle piante prevede la stesura di cordonato preesistente, 16 x25, su fronte strada, e la realizzazione
di una canaletta con sponda allungata in selciato a
'piè d'opera' e a sassi di fiume, sporcati di calce, a
granulometria 4/6 cm di diametro, e il raccordo
della canaletta con gli scarichi dei pluviali in opera.
(vedere schema a seguire)
Struttura. Il nuovo impianto si compone di un'alberata disetanea a doppio filare con controquinta di
siepe intervallata da superficie a tappezzanti arbustive. La distribuzione è a verde stratificato con
piani delle chiome, una volta a regime, preferenzialmente ripartiti a quote + 0.30/0.40 m, +
0.80/1.20 m, + 6/8 m, + 10/12 m rispetto al piano di
battuta del marciapiede; le chiome del Pino, onde
rispettarne il maggiore sviluppo planimetrico, sono
in posizione dominante rispetto alle chiome degli
alberi di nuovo impianto, generalmente a forma
obovata. I fusti degli alberi sono amplessati da siepi
53
a medio sviluppo, a cui si alternano spazi a verde
orizzontale.
Sistema verde verticale. A sviluppo prevalentemente verticale, il modulo con infrastruttura a siepe
alberata presenta il filare di alberi con chiome distribuite su due piani, e quello dei Pini in posizione
dominante rispetto a quelle di nuova introduzione;
le chiome sono impalcate lasciando un'altezza
minima d'inserzione, da terra, di 4.50 m.
Sistema verde orizzontale. A sviluppo prevalentemente orizzontale, il modulo parterre presenta una
infrastruttura a coprisuolo operata a filo terreno da
chiome a sviluppo orizzontale; è ubicato in prossimità degli accessi e dei termini dei marciapiedi,
onde agevolare la visuale per l'innesto di autoveicoli. La dotazione di piante topiarie e Cipressi rappresenta elemento decorativo puntuale. L'utilizzo di
solo piante arbustive è operato per ridurre al minimo il consumo di acqua durante i periodi di stress
estivo ed invernale.
Copertura. L'infrastruttura presenta una copertura
del 100 % del terreno della trincea; per quanto
riguarda la siepe e le superfici tappezzanti, una
volta che queste sono a regime, lo sviluppo delle
chiome presenta una profondità contenuta nei margini della trincea, avendo cura d'impiegare apposite tecniche di giardineria e la selezione di materiale a medio/basso ritmo di accrescimento.
Finiture interne. Nell'infrastruttura sono adottati
alcuni accorgimenti per agevolare la messa a regime dell'apparato:
• teli pacciamanti di juta per il controllo delle erbe
»»
Schema
PARTICOLARE TECNICO DELLO SCAVO DELLA TRINCEA
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Metodologia di intervento su alberature di pinus pinea in città
infestanti e per favorire la crescita delle piante e la
relativa copertura del terreno, onde favorirne l'integrazione cromatica;
• l'impianto degli alberi e degli arbusti su cunetta,
onde migliorare l'effetto prospettico e aumentare la
densità delle chiome;
• l'irrigazione a goccia sotto telo per ridurre danni
da vandalismo alla rete tecnica e ottimizzare l'irrigazione degli apparati radicali;
• la stesura in profondità di una linea di drenaggio
onde eliminare i ristagni d'acqua e nel contempo
arieggiare il terreno, aumentandone così la resistenza al compattamento.
Tecnica gestionale. Il piano di manutenzione dell'infrastruttura, una volta a regime, non presenta
particolari difficoltà e oneri di prestazioni per le
quali è richiesta una specifica professionalità o
dotazione strumentale ad alto profilo di meccanizzazione.
Il piano deve prevedere:
• la potatura di rimonda e di contenimento delle
chiome arbustive e arboree;
• la tosatura delle piante topiarie;
• il controllo fitosanitario ed eventuali interventi di
profilassi nei confronti di agenti patogeni particolarmente virulenti;
• il controllo sull'attecchimento e l'eventuale sosti-
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LINEAVERDE
tuzione di fallanze o piante deperienti o piante danneggiate;
• l'asporto delle foglie e di parti secche
Durata dell'impianto. La durata dell'impianto è
determinata prevalentemente dall'età di servizio
delle alberature. In questo caso, dove sono accostati ai Pini adulti alberature a ciclo medio-lungo e a
ciclo medio-breve, è ipotizzabile una durata di 2550 anni di età, avendo attenzione a mantenere nel
tempo la struttura disetanea creata dal progetto.
Il nuovo assetto strutturale e la viabilità d'area
Il progetto introduce per via Fanciullacci un criterio compositivo legato ai percorsi-passeggiata
lungo assi viari a intenso traffico.
Di fatto l'infrastruttura verde progettata non pone
limiti d'uso, integra gli attuali impieghi dell'asse e
ne migliora la fruibilità andando a dividere nettamente i tratti percorribili dai soli pedoni, concorrendo all'abbattimento delle barriere architettoniche; anche in prospettiva di completare le operazioni di riqualificazione urbana, qualora l'amministrazione comunale volesse procedere alla realizzazione di una pista ciclabile, l'infrastruttura a verde possiede già le caratteristiche necessarie per 'arredare'
tale opera.
Considerato che l'apparato d'illuminazione per l'a-
LINEAVERDE
55
Sopra, immagine del viale a 4 anni dalla conclusione dei lavori.
In evidenza, l’incontro tra il modulo
a siepe alberata e il modulo a parterre.
rea rimane quello già in essere, la soluzione strutturale adottata consente di migliorare il livello di illuminamento della sede stradale, avendo diradato le
chiome di Pino e inserito chiome che non impattano gli apparecchi in uso.
Rimangono i limiti per la pavimentazione pedonale, indicati dall'amministrazione in asfalto bituminoso, poiché perlomeno nei tratti pedonalizzati è
quantomai utile ed efficace l'adozione di pavimentazioni permeabili, con una colorazione vivace e
con un'orditura degli elementi che catturino l'orizzonte e facilitano l'integrazione tra parte edile e
opere a verde.
I centri di costo dell’intervento hanno richiesto una
ripartizione (su un’area d’intervento di 700 mq, coti
iva esclusa) di:
• costi edili - 18,59 euro al mq
• costi di giardineria, interventi migliorativi su
alberata di Pini – 33,60 euro al mq
• costi di giardineria, interventi realizzativi - 33,60
euro al mq
• costi di giardineria, manutenzione post impianto –
10,33 euro al mq.
A qualche anno dall’impianto, le soluzioni intro-
Particolare della siepe informale.
dotte hanno mostrato pregi e difetti: tra i primi,
apprezzamento da parte dell’utenza per la soluzione adottata e condivisione verso la fase di abbattimento dei Pini; tra i difetti, vandalismo e uso non
appropriato dello spazio verde (in questo comune
non esiste un regolamento del verde o stralci in altri
regolamenti) con imbrattamento dei cani e furto
delle piante, hanno allungato la fase di manutenzione post-impianto per portare a regime le superfici
di verde progettate.
L’aspetto rimarchevole è la complessità di uno
studio che deve saper indicare una modalità d’intervento sulle alberature adulte urbane senza
banalizzarlo, come avviene quando è affrontato
semplicemente con la sostituzione dei soggetti
vetusti o malridotti con esemplari più giovani e
della stessa specie, ma attraverso un atteggiamento progettuale che affronta il tema in chiave di
recupero paesaggistico di un’infrastruttura verde
■
storica per il tessuto urbano.
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LINEAVERDE
Metodologia di intervento su alberature di pinus pinea in città
Note al testo
1
Si riferisce a piante che hanno la crescita condizionata dalla libera esposizione alla luce, poiché
poco tolleranti l'aduggiamento.
2
A riguardo esiste un'abbandonante bibliografia
scientifica in materia.
3
In una tale situazione corrisponde una maggiore quota del piano di appoggio del verde di 25
cm ca ogni 8 m di strada percorsa in direzione
Nord; quindi, nel caso del recupero dell'alberatura esistente, è evidente la difficoltà strutturale
di compensare le dimensioni dell'esistente con
quelle del nuovo impianto, considerando altresì
le discrepanze originate dai i ritmi di crescita
delle piante che giocoforza si attenuano con il
progredire dell'età delle piante.
4
Il principio di connettività è qui formulato secondo la riflessione di creare un collegamento fisico e
un collegamento trofico tra la vegetazione spontanea presente nella collina rurale posta nelle
immediate vicinanze, e la vegetazione che comporrà l’infrastruttura verde studiata per il restauro del viale; nella parte distale del viale si trovano
infatti lembi di incolti e verde ripariale, rilasciati
dallo sviluppo urbano come frange a ridosso delle
infrastrutture e dell’edificato, e che potrebbero
essere interessati da apposito ragionamento di
recupero, come il recupero dell’alberata deve
tenere conto di presentare una “predisposizione”
in previsione di un possibile intervento su queste
aree.
5
L'indagine è stata espletata mediante l'applicazione parziale del metodo V.T.A (Visual Tree
Assesment), elaborato nel 1990 dall'Università di
Karlsruhe, prof. Mattheck; l'analisi normalmente
è suddivisa in una prima fase di individuazione
visiva dei sintomi di anomalie esterne manifestate
dalle piante e relativa schedatura, e di una seconda fase, operata solo sui soggetti ritenuti critici
alla prima, effettuata tramite l'utilizzo di tre diver-
FATTORI LIMITANTI L’IMPIEGO DI UN’ALBERATA URBANA A PINO DOMESTICO:
A LIVELLO DI SUOLO
- l'attraversamento di reti tecniche sotterranee e la loro
manutenzione che arrecano forti limiti di sviluppo e danno
alle radici;
- la scarsa fertilità agronomica e lo stato astrutturato del
terreno urbano, con conseguente impermeabilità e compattamento, che amplificano la risalita degli apparati radicali;
- l'interferenza derivata dall'antropizzazione e dall'incidenza delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria,
come interruzioni delle falde e dello scambio gassoso a
causa di pavimentazioni impermeabili, che causano una
forte limitazione ad una 'piattaforma radicale' necessariamente estesa in profondità e lateralmente a causa di chiome particolarmente ampie in natura;
A LIVELLO SOPRASSUOLO:
- condizionamento dei ritmi e delle direzioni di crescita
degli assi vegetativi per impedimenti od ombreggiamento
o potature: a riguardo è necessario tenere in considerazione che è specie eliofila dal portamento espresso dalla marcata basitonia12 portata però apicalmente, alla quale si
deve la caratteristica forma ad ombrella della chioma:
diretta conseguenza è una capacità di autopotatura, relativa all'ombreggiamento, operato sui rami più vecchi (difatti la tradizionale potatura, la spalcatura, è usata per aspor-
tare le branche prossimali inserite lungo il fusto e per
'alzare' progressivamente la chioma);
- l'attraversamento di reti tecniche aeree e la loro manutenzione che arrecano limiti di sviluppo e danno a chiome
generalmente estese, e che per dimensione e densità
risentono più di altre specie di eventuali tagli limitati a singoli settori della chioma, andando ad incidere sul portamento e la stabilità delle piante.
A LIVELLO DI SISTEMA PIANTA:
- una maturità anticipata e un deperimento progressivo
che hanno come causa d’innesco i forti limiti colturali
imputabili sia alla sterilità del suolo urbano che all'incidenza delle opere di manutenzione (e in particolare le
potature)
- una maggiore sensibilità in ambiente urbano a fisiopatie
e fitopatie in generale correlabili al processo di deperimento: a riguardo è noto che il Pino domestico è abbastanza cagionevole alle sostanze inquinanti (soprattutto
anidride solforosa), e tra i patogeni particolarmente
aggressivi sono la processionaria del pino (Thaumetopoea
pityocamapa Denis et Schiffermüller), il Heterobasidion
annosum (Fr.) Bref. e l'Armillaria sp., agenti di marciume
radicale.
E' opportuno altresì considerare i fattori di rischio legati
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se misurazioni strumentali a confronto. Queste
misurazioni devono essere in grado di individuare
la presenza di cavità o aree di legno in degradazione (Martello Elettronico), la resistenza alla
penetrazione del legno (Resistografo) e la resistenza a rottura di campioni di legno estratti dalla
pianta (Frattometro), in modo da stimare il grado
di alterazione del legno e il coefficiente naturale
di resistenza della pianta
6
Età che sancisce il momento culminante del ciclo
di accrescimento della pianta a cui far corrispondere l'età di abbattimento sulla base di una valutazione di convenienza economica/colturale.
7
Il legname, in toppi di 2 o 4 m, può avere interesse da parte di ditte di legname; il cippato è destinabile ad impresa che macera il legno.
8
Misura che prevede l'applicazione di fori lungo il
perimetro della proiezione a terra della chioma,
comunque a distanza non superiore a 5 m dal
fusto, a intervalli fissi di 1 m, avendo cura di
lasciare aperto il foro a conclusione dei lavori
9
Relative a quelle riscontrabili in ambiente urbano.
10
Altezze delle piante comprese tra 8 e 14 m o
inferiori di 8 m
11
La sequenza base è: °1------°2-----°3-------°4-----°5, dove 1 e 4 sono Lecci - 2 e 5 sono Acero
Campestre, mentre il n° 3 sarà albero accessorio;
al variare dell'accessoria si trovano diverse
sequenze così identificabili:
A, con pianta °3 data da CERCIS SILIQUASTRUM, B con pianta °3 data da TAMARIX PENTANDRA, C, con pianta °3 data da PYRUS CALLERIANA "BEECH HILL"
Quindi la disposizione delle sequenze: partendo
da via pistoiese e salendo per il tratto sx di via
fanciullacci sarà: A,C,A,C,A,B; Lato dx, ridiscendendo, A,B,C,B,C,B; all'inizio e alla fine del viale
il cipresso toscano piramidale; nei punti di raccordo invece tappezzanti con piante piramidali
basse tipo camelia
12
Termine botanico che sta ad indicare un maggiore sviluppo delle ramificazione procedendo dalla
base verso l'apice.
alla coltivazione della specie in filare e lungo
percorsi urbani, brevemente riassumibili in:
- crolli e caduta di parti di chioma dovuto al distacco di assi legnosi disseccati, caduta sia di
origine naturale o provocata da fattori esogeni
(vento, urti, pioggia, etc.);
- l'abbondante presenza di frutti a consistenza
legnosa (la pigne o cono), a causa di una maturazione con ciclo triennale, che espone per
tutto l'anno a rischio di caduta;
- la siccità estiva ed invernale che accresce il
rischio di cedimenti strutturali su branche
ancorpiù se incurvate a causa della competizione luminosa;
- alberi con baricentro fuori asse, per cause
imputabili alla direzione di crescita o per urti
meccanici, e lo sviluppo di chiome asimmetriche, che diminuiscono il coefficiente naturale di
resistenza delle piante a sollecitazione biomeccaniche, sia tipo flessioni statiche che dinamiche; come una variabilità genetica o indotta
con le potature in vivaio che frequentemente
propone un portamento degli alberi con fusti bi
o triforcati, e sulla cui relativa incidenza sulla
capacità di resistere alle sollecitazioni esterne
c’è ampia discussione tra i tecnici.
Bibliografia:
F. Naves Vinãs, l'albero in giardineria e paesaggismo, Barcellona 1995
C. Mollie Stefulescu, L’urbanisme végétal en
France, des plantations pour le plaisir et l’agrément, atti Workshop «Le identità del giardino»
(Viterbo, 2005)
F. Segur, Les arbres dans le Grand Lyon, atti
Workshop «Le identità del giardino» (Viterbo,
2005)
I. Jansana, Un model de desenvolupament urbà de
qualitat: el cas de Vitoria-Sp, atti 1°Congresso
Europe Città Verde (Barcellona, 2005)
AA.vv, Jardin – vocabulaire typologique et tecnique, Monum – editino du patrimoine (Paris, 2000)
A Vanzo et all., Manuale per tecnici del verde urbano, Torino 1997
Si ringrazia l’Amministrazione Comunale di Pieve a
Nievole, nelle persone dell’ Ing. A. Rizziello e del
Geom. B. Monelli, per la collaborazione prestata in
sede di compimento dell’incarico conferito dal
comune per lo studio del recupero dell'alberatura di
pino domestico; i tecnici Stefano Bini e Lorenzo
Gambi per la revisione del lavoro sull’analisi dello
stato di conservazione dell’alberata urbana.
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