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HCM24 - QVNews pubbl. trimestrale registrazione 267/2004 tribunale Milano Poste Italiane Spa - Sped. A. P. -70% - LO/MI N.1/2011 - Anno XIII - N°79 - dicembre 2016/marzo 2017 quantaclub.com QVN79 M A G A Z I N E INTERVISTA A CHIARA BISCONTI #OVERTIME L'HOCKEY IN LINE È ON LINE Dicembre 2016 / Marzo 2017 ACADEMy un anno dopo SUPERCOPPA ROSSOBLU 2 1 0 -1 L’unico Centro Fitness di Milano immerso in un’oasi di verde 2.000 mq dedicati al fitness 3 sale corsi panoramiche, sala attrezzi su un intero piano, spogliatoi di ultima concezione Via Assietta 19 Milano • 02 6621611 • [email protected] EDITORIALE | di Paolo Bonanni Madame Godot Continua il silenzio assordante dell’assessore milanese allo sport Roberta Guaineri agli inviti che le arrivano da via Assietta “W aiting for Godot” è la più famosa opera teatrale di Samuel Beckett. La sua traduzione (“Aspettando Godot”) è divenuta sinonimo di una situazione in cui si aspetta un avvenimento che dà l’apparenza di essere imminente, ma che nella realtà non accade mai. Per noi del Quanta Club Godot è Roberta Guaineri, il nuovo Assessore allo sport milanese mai incontrata nonostante i numerosi e inascoltati inviti. “Gentile Avvocato Guaineri”. Così iniziano le diverse lettere (ed email nella loro forma digitale) che il Presidente di Quanta, Umberto Quintavalle, e il sottoscritto negli ultimi mesi le hanno inviato per invitarla rispettivamente a prendere conoscenza del Club e a un’intervista sullo stato e la gestione dello sport milanese. Ebbene, a nessun approccio Quintavalle ed io abbiamo ricevuto risposta. Eppure dopo che il 5 giugno era stata eletta in consiglio comunale, il 27 dello stesso mese il nostro Presidente si era immediatamente complimentato per il risultato elettorale che l’aveva poi portata ad essere scelta come Assessore al Turismo, allo Sport e Tempo Libero. Il Presidente del Gruppo Quanta, founder tra l’altro del Quanta Club e dello storico Hockey Club Milano, cittadino emerito di una Milano che ne ha riconosciuto le doti imprenditoriali e sportive tanto da avergli assegnato l’Ambrogino d’oro (il Comune di Milano) e la Rosa Camuna (la Regione Lombardia), rivendicando giustamente che il suo Hockey Club Milano ha un palmarès non troppo dissimile da quello di Inter e Milan con ben 15 trofei in bacheca tra cui 6 campionati italiani assoluti in quella che voleva essere una lettera di apertura nei confronti dell’Assessorato allo Sport e alla controllata MilanoSport, le aveva rivolto un invito “a farLe toccare con mano qualcosa di molto significativo che credo dia prestigio alla nostra città. In occasione della festa dello Scudetto 2015-16 dell’Hockey Club Milano, il 9 luglio, mi farebbe molto piacere poterLe esporre il nostro pensiero sulla situazione e sviluppo dello sport milanese”. Quello che era un chiaro invito a un “calumet della pace” da fumare insieme nel tepee del Quanta Club è però stato scortesemente ignorato dal nuovo Assessore che non ha nemmeno fatto rispondere dalla segreteria che non poteva presenziare per questo o quel motivo. Così come è rimasta inascoltata la richiesta, inviatale tramite le colonne di questo magazine, quando nell’editoriale dell’ultimo numero le abbiamo ricordato che “più volte dal Quanta Club si è alzato un grido di dolore sulla gestione sportiva comunale. Vi aggiungiamo l’invito a venire a trovarci: tra l’altro Lei che ama la corsa potrà provare il nostro circuito 3 M EDITORIALE | di Paolo Bonanni La FESTA La festa dello Scudetto e la finale di SuperCoppa sono stati due eventi importanti per il Quanta Club DOPO EXPO La Città degli Stadi che il Presidente Quintavalle ha invano proposto alle amministrazioni comunali dedicato a chi vuole fare running in piena sicurezza”. Inchiostro inutile, come le mail che come direttore del magazine le ho mandato per chiederle un’intervista sullo sport milanese. Nella prima mail confidavo in una cortese risposta e “soprattutto nella concessione di questa intervista (cui tengo molto)”. Passate due settimane in una seconda mail ammettevo il disappunto per “non aver ricevuto neppure un cortese segnale di interesse” sia pure in forma digitale perché “non volendo disturbarla presso la sede della sua occupazione professionale le rinnovo via mail l’interesse a questa intervista sperando, stavolta, di ottenere un risultato migliore e soprattutto rispondente al corretto rapporto tra istituzioni pubbliche e stampa”. Probabilmente l’accenno al rapporto politica-stampa ha spinto una sua press-agent a telefonarmi dicendo che “l’assessore per ora non rilascia interviste. Queste saranno possibili da fine settembre”. Quasi pleonastico aggiungere che da allora sono passati mesi di totale silenzio istituzionale, almeno con noi. Poco di più ha ottenuto il Presidente Quintavalle che dopo l’ennesimo invito, questa volta per la finale di Super Coppa tra l’Hockey Club Milano e il CUS Verona ha ricevuto da Lei solo un breve appunto manoscritto in cui avvertiva che non sarebbe stata presente. Quella che sembrava un’apertura di dialogo ha spinto il Presidente a reiterare all’Avvocato Guaineri, insieme al nuovo Direttore centrale avvocato Andrea Zuccotti, l’invito “a venirci a trovare, non solo per poterLa finalmente conoscere ma anche per poterLe raccontare la nostra visione dello Sport milanese e farLe visitare il nostro Quanta Club, che credo sia espressione unica a Milano di una struttura sportiva di ben 62.000mq aperta non solo ai suoi Soci ma anche a tutti i milanesi”. Dal 3 novembre sta aspettando una qualsiasi doverosa risposta. Noi del Quanta di questo silenzio fragoroso ce ne facciamo una 4 ragione ma ricordiamo all’Avvocato Guaineri che chi ci rimette è lei, il suo assessorato e purtroppo lo sport milanese con il carosello di assessori allo sport che durante il mandato ci hanno quasi sempre osteggiato. La politica di MilanoSport ha portato quasi solo danni, come noi di Quanta ripetiamo da anni: negli ultimi 10 anni il Comune ha gettato al vento 100 milioni di euro per dare servizi e risposte sportive ai milanesi che sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo invano detto, anzi urlato, che questa politica avrebbe messo in grave difficoltà i privati che salvo pochissime eccezioni sono oggi in ginocchio come testimoniano due gloriosissimi club come il Tennis Club Milano e l’Ambrosiano che stanno vivendo il peggior momento della loro vita. È un vero peccato per Milano che avrebbe avuto l’opportunità di sapere le cose in anteprima e non deve ricominciare da zero: glielo avremmo spiegato noi. E così purtroppo non avremo l’occasione di parlare con lei di città degli stadi né di quello che al Quanta Umberto Quintavalle avrebbe voluto costruire dando ospitalità a 2.500 appassionati o più semplicemente di ospitare nel 2018 la Champions e magari, addirittura, i Mondiali di Hockey in line. Su questa situazione si innesta il discorso Olimpiadi “milanesi”. Al riguardo impietosamente tutti si mettono a ridere quando si parla di quei Giochi che Beppe Sala ha prospettato, dato che come si dimostra nel nostro servizio (che altro non fa che riprendere quanto scritto da importanti organi di stampa) organizzare un evento mondiale in questa situazione non è solo utopico ma addirittura blasfemo data la situazione (o l’assenza) di impianti degni di questo nome. E anche qui ricordiamo che se avessero dato retta ai “warning” lanciati da via Assietta negli ultimi 10 anni riguardo alla politica degli impianti potremmo parlare di Olimpiade senza suscitare l’ilarità generale. M Visite specialistiche Quanta FisioMed Visita medica non agonistica Cardiologica Visita medica agonistica Fisiatrica Ortopedica Allergologica-immunologa Dietologica Test allergologici Osteopatica Poliambulatorio Trattamenti Tecar Massoterapia Laser Linfodrenaggio Ultrasuoni Trattamento di riabilitazione Ionoforesi Trattamento osteopatico Elettrostimolazione quantafisiomed.com • [email protected] Via Assietta 19, Milano • T. 02 39565590 - 02 39565589 • F. 02 83387812 8 15 AMARCORD di Toni Cappellari 24 TENNIS Un anno di Academy 32 40 46 IMPIANTI Disastro Milano 19 INTERVISTA HOCKEYSMI di Giorgio Prando TItolo ON LINE PISCINA & FITNESS Dai romani a oggi BEACH VOLLEY La carica dei 200 News Quanta Open Factory 38 43 50 AGENDA Tra Fitness e Rodeo 16 OVERTIME dei record PADDLE SALUTE da bere TItolo 35 Ultima pagina di Vittorio Viterbo PADDLE Mon Amour in questo numero... contatti RECEPTION 02 6621611 [email protected] TENNIS Manuela Zoni 339 1147069 [email protected] 12 AREA SPORT e CLUB Marco Uda 02 66216153 [email protected] L’intervista a Chiara Bisconti AREA FITNESS Luca Bertante 02 6621611 [email protected] USCITE DIDATTICHE Stefano Passero 02 66216153 [email protected] HOCKEY Club House soci 02 6621611 340 7935554 [email protected] 20 SUPERCOPPA Welcome back POLIAMBULATORIO QUANTA FISIOMED 02 39565590 02 39565589 [email protected] quantaclub.com corporate clients PUBBLICITÀ E SPONSORIZZAZIONI Maria Maiello 02 662161 55 [email protected] [email protected] RISTORANTE PIZZERIA 02 66200285 [email protected] Ristorante apertura da lunedì a sabato: 12.30 - 14.30 | 19.30 - 23.00 (domenica solo pranzo) Pizzeria apertura: da lunedì a sabato 19.30 - 23.30 QUANTA - FILIALE MILANO 09.00 - 18.00 02 8330191 [email protected] CORSI QUANTA RISORSE UMANE 09.00 - 18.00 02 54065424 [email protected] CORSI BRITISH INSTITUTES 09.00 - 18.00 02 54065428 [email protected] colophon DIRETTORE RESPONSABILE Paolo Bonanni [email protected] COORDINATRICE DI REDAZIONE Cristina Lupi [email protected] ART DIRECTOR Pietro Galeoto [email protected] HANNO COLLABORATO Giorgio Prando, Toni Cappellari, Pietro Galeoto, Marco Cattelan, Cristina Lupi, Vittorio Viterbo SEGRETERIA Monica Lagomanzini [email protected] COPERTINA “Academy, un anno dopo” foto Pietro Galeoto CHIUSO IN REDAZIONE il 28 novembre 2016 TIRATURA 13.500 copie STAMPA Rumor industrie grafiche SpA IMPIANTI Milano: e gli impianti? Il sogno olimpico della città lombarda si scontra con il vuoto sportivo che avvolge la politica degli impianti Q uando il sindaco Beppe Sala ha annunciato a sorpresa la candidatura di Milano ad ospitare nel 2019 l’assemblea del Comitato Internazionale Olimpico (il CIO) i media hanno immediatamente pensato a Milano come sostituta di Roma per i Giochi del 2028, un sogno che nella capitale grillina era ovviamente diventata un incubo. Bach, presidente del CIO, ha incoraggiato le autorità italiane (i vari Malagò, Meroni e Sala) a proseguire negli sforzi facendo balenare la possibilità di un’Olimpiade meneghina. Questo fatto ha dato la stura a una marea di reazioni. Da una parte chi vedeva nella città lombarda una possibile città dello sport dopo esserla positivamente stata per l’Expo, la moda (con Giorgio Armani sponsor del Coni e di molte nazionali azzurre oltre che uomo molto stimato dal CIO), l’economia, l’industria e anche molte altre cose che funzionano. Dall’altra parte chi vedeva, giustamente, il vuoto sportivo che avvolge la politica degli impianti a Milano come raccontano le molte inchieste uscite nell’ultimo periodo di cui diamo puntualmente conto in queste pagine anche se esiste un forte sostegno politico (Sala e Maroni oltre che il governo), entusiasta della vetrina mondiale pur se consapevole dell’aridità olimpica del territorio milanese. Probabilmente se Los Angeles (e non Parigi) si aggiudicasse l’Olimpiade 2024 a Lima, nel settembre 2017, là dove doveva esserci Virginia Raggi a sostenere Roma 2024 ci potrebbe essere Milano ma, come ha mestamente concluso Daniele Dellera sul “Corriere della sera” il suo esame della situazione, occorrerebbe che “chi governa Milano iniziasse a dedicarsi a costruire le case dello sport…” come da tempo chiede il Presidente del Quanta, Umberto Quintavalle. Il budget dice no Una cifra altissima attenderebbe Milano se volesse realizzare i Giochi del 2018. E la Guaineri stanzia 5mila euro a impianto Per l’edizione dei Giochi estivi del 2028 si è già fatto avanti il comitato olimpico australiano: a fine 2017 forse ci saranno altre possibili candidature, tra cui quella di Milano che ha un anno per pensarci bene e fare tutti i suoi calcoli. È giusto tenere viva ancora la fiammella olimpica ma bisogna anche dire che in quanto a impianti sportivi Milano è messa molto peggio di Roma. Milano non ha una piscina olimpica, Milano non ha uno stadio dell’atletica, per i Giochi mancherebbero anche un secondo Palasport (da oltre 10.000 posti) e tante altre strutture sportive. Se a Roma forse sarebbe bastato un budget da 5 miliardi (a parte il discorso infrastrutture, che era ancora tutto da quantificare) quanto ci vorrebbe per Milano? Una cifra altissima. E di fronte a questi dati appaiono “lunari” le dichiarazioni dell’Assessore milanese allo sport, Roberta Guaineri, per la quale lo “sport è fondamentale per i giovani e la vitalità dei quartieri”. Ignorando ogni reale valore di un possibile impegno per costruire o ristrutturare i fatiscenti impianti del Milanese l’assessore ha detto che verranno stanziati 300mila euro per affiancare i concessionari di impianti sportivi di proprietà comunale nella gestione ordinaria delle strutture. Il nuovo bando dovrebbe permettere di accedere alle nuove risorse fino a esaurimento e per un massimo di 5mila euro per ogni singolo impianto. “Con questo intervento - ha spiegato Roberta Guaineri - ci affianchiamo alle associazioni che garantiscono un servizio prezioso per i nostri ragazzi e per la qualità della vita nei quartieri. Sappiamo che la gestione degli impianti può essere onerosa, in qualche caso ai limiti delle capacità di risposta di tante realtà che lavorano con l’unico obiettivo di realizzare attività per la collettività. Per questo, è stato deciso di raddoppiare lo sforzo dell’Amministrazione, in modo che più soggetti possano beneficiarne con il risultato che più zone della città potranno continuare a trovare un’offerta di promozione sportiva a loro disposizione”. Tutto ciò, ripetiamo, con un massimo di 5mila euro per ogni singolo impianto, una cifra che non arriva nemmeno a coprire la ristrutturazione di un bagno in una palestra... La Regione finanzia tutti, ma non Milano La Regione Lombardia ha deciso di finanziare 21 nuove strutture sportive per un totale di 45. Antonio Rossi, Assessore regionale allo Sport e alle Politiche per i giovani, commentando l’incremento delle dotazioni finanziarie da destinare alla realizzazione e riqualificazione di impianti sportivi di proprietà pubblica ha detto che esiste un finanziamento di 8 milioni di euro e ogni Comune avrà un contributo che va da 50mila a 250mila euro. Nella provincia di Milano sono previsti interventi per gli impianti di Cormano (manutenzione straordinaria del centro sportivo via Europa), Lacchiarella (riqualificazione del centro polivalente di via Dante Alighieri), Gessate (riqualificazione della pista di atletica e dell’impianto “Romeo Bertini”), Cologno Monzese (riqualificazione e messa a norma dell’impianto di viale Campania) e Solaro (riqualificazione del “Gaetano Scirea”). Manca, ci sembra, solo un Comune: Milano... 8 M Gazzetta dello sport (Andrea Monti) Correre (Walter Brambilla) Tempi biblici per l’Arena L’impianto dedicato al grande Gianni Brera verrà risistemato, parola di Guaineri, tra il il 2017 e il 2019! Milano “infelix” La situazione degli impianti è deficitaria per una città che ama muoversi e fare sport C’era un tempo in cui l’Arena Civica di Milano intitolata a Gianni Brera dagli anni Duemila, era teatro di grandi avvenimenti atletici. Un esempio? Nel 1996 la Finale del Gran Prix di atletica, una sorta di rivincita delle Olimpiadi di Atlanta, oppure nel 2006 con la finale B della Coppa Europa per Nazioni, dove l’Italia fece man bassa di successi. Chi, invece, ha qualche anno in più non può di certo scordare i primati del mondo di Edwin Moses nei 400hs nel 1980 (luglio) e quello di Kozackiewicz nell’asta qualche mese prima nello stesso anno. Era la Milano da bere, anche atleticamente parlando. Milano era detta la “Scala” del calcio con Milan e Inter, ma c’era anche grande atletica, con dirigenti illuminati e competenti. Moses siglò il suo primato nel corso della “Notturna”, mentre il polacco che divenne nello stesso anno campione olimpico a Mosca, volò in cielo nella Pasqua dell’Atleta. Negli anni Duemila l’atletica visse sulla cosiddetta rinata “Notturna” spentasi in seguito anche quella. Nel corso degli ultimi 4 anni nel tempio milanese dello sport si sono svolti Campionati di società, Assoluti e Campionati italiani allievi. Quest’anno a Milano è stata assegnata la finale Oro dei Campionati, ma l’Arena ha grossi problemi sulla sua vetusta pista e non può essere usata per determinate manifestazioni. Così le gare che assegnano lo scudetto dell’atletica, sono state allestite sulla pista di Cinisello Balsamo (immediato hinterland milanese). È successo però che il giorno 17 settembre nel corso di una delle tante presentazioni di gare su strada, alla presenza di ben 4 olimpionici (Tamberi, Trost, Grenot e Straneo) l’assessora allo sport Roberta Guaineri (che si dice “esperta” e appassionata, visto che corre...) ha annunciato in pompa magna che il nuovo manto verrà rifatto in tempi brevi tra il 2017 e il 2019. Tempi biblici, ma che sono una normalità per ogni per ogni Assessore allo Sport che s’insedia sullo scranno Sport&Turismo del Comune, qualsiasi sia il colore politico di appartenenza. Quasi un simbolo in negativo per una città che dovrebbe o potrebbe essere la numero uno dello sport, Roma permettendo. Anzi non appena la sindaca romana annunciava il suo niet olimpico (che ancora non è definitivo) da qualche parte lombarda (Regione) si è sentito parlare di Olimpiadi a Milano. Ma per favore… Pertanto tutti quelli che sognavano qualche meeting internazionale a Milano se lo scordino, se pensate che nel 1985 cadde sotto il peso della neve il Palindoor e non è più stato rifatto. Tirate voi le conclusioni. P.S. Per chi non lo sapesse, a Milano nel campo XXV Aprile il cosiddetto “pistino” 60 metri coperti è in costruzione da circa 3 anni! Al di là della retorica: Sala è ben consapevole che la “Milano felix” esiste soprattutto nella narrazione incantata di chi non la conosce a fondo. Non ci sono solo le squadre di vertice nel calcio e nel basket, o la maratona firmata Armani. La medaglia luccicante ha il suo rovescio: la situazione degli impianti, per esempio, è francamente deficitaria per una città che ama muoversi e fare sport. Il Palalido è bloccato da tempo immemore mentre il Palazzetto, inaugurato orgogliosamente nel ’76 e crollato nove anni più tardi sotto il peso di una nevicata definita “eccezionale” come se la Lombardia stesse ai Tropici, non è più stato ricostruito. Manca una piscina olimpica coperta. E i campi d’atletica al servizio della gente sono spesso in stato penoso. Anche di questo, ben prima che delle Olimpiadi, il sindaco sa di doversi occupare e render conto agli elettori. Sarà una corsa lunga e dura. 9 M IMPIANTI Repubblica (Ilaria Carra) Gazzetta dello Sport (Davide Marostica) Quel povero Palalido Capitale dello sport? ma quando mai... L’avanzamento dei lavori è arrivato soltanto al 65%, i tempi di consegna continuano a slittare e le aziende a cambiare Il punto di riferimento della moda e della finanza ha pochi impianti cittadini di alto livello. La gran parte dei restanti sono obsoleti o in via di rifacimento Si va verso la revoca dei lavori alla società che aveva vinto l’appalto per costruire il palazzetto. La decisione è al vaglio di Milanosport che per conto del Comune sta gestendo il cantiere e, dall’aria che tira, verrà presa a breve visto che gli operai, al momento, sono praticamente fermi. E da tempo. Andrà poi scelto il piano B per provare a recuperare i ritardi e terminare finalmente un’opera partita evidentemente già col piede sbagliato nel 2011, in pratica l’anno in cui secondo i programmi iniziali avrebbe dovuto essere già pronta. La storia di quella che sarebbe dovuta diventare “casa Armani” - progetto ormai superato vista la scarsa capienza per la squadra di basket Campione d’Italia - è già diventata infinita: amianto, bonifiche, nuove imprese, crisi. Con ordine. L’avanzamento dei lavori è al 65%, spesi 10,3 milioni, 1,5 milioni in più (causa bonifiche). La copertura è montata ma va sigillata, manca l’involucro che dovrà ricoprire l’esterno. E le finiture interne e gli impianti. L’ultimo termine fornito dalla Ge.co.co è gennaio 2017. Ma i problemi della società hanno spinto Milanosport verso la risoluzione del contratto spingendola verso il Consorzio Coveco che dovrebbe terminare i lavori essendo arrivata seconda nella gara d’appalto. L’intenzione è di cambiare strada e anche marcia. Ma come riferisce la “Gazzetta dello sport” il Consorzio Coveco prevede almeno un anno di lavori dal momento dell’affidamento. È una storia di rinvii, problemi e ritardi quella del Palalido. L’appalto viene vinto nel 2011 dalla Ediltrelle, che dopo ritardi (legati anche all’amianto trovato nel terreno) nel 2012 inizia a faticare per la crisi. Affitta così il ramo d’azienda a una newco, la Ge.co.co. Una mossa controversa che già nel 2014 aveva messo di fronte Milanosport e il Comune alla decisione di revocare o meno l’appalto per inadempimento. Si scelse comunque, fiduciosi, di andare avanti così. Passati mesi a verificare la legittimità del passaggio, a maggio 2015 la Ge.co.co. in affanno cede le quote alla Edilpresta (fallita). I lavori si allungano ancora, la scadenza slitta prima a ottobre 2015, poi a dicembre. A febbraio spunta il problema con il fornitore Steel Pool, non pagato dalla Ge.co.co. Intanto Comune e Milanosport hanno inviato diverse diffide all’azienda. Quindi la resa dei conti finale. Milano sembra aver dimenticato - nella nuova vocazione internazionale che ne sta accompagnando il rilancio - il ruolo cruciale dello sport e l’attuale gap che la divide, almeno in termini di impiantistica d’eccellenza, dalle grandi metropoli d’Europa. In città mancano da sempre una piscina olimpica e un grande stadio dell’atletica, progetti da realizzare in futuro necessariamente ex novo. Dal centro Saini al Giuriati, fino ad arrivare al XXV Aprile (quest’ultimo oggetto di lavori per la pista di 70 metri indoor e annessa tribuna), le condizioni delle piste di atletica non permettono in alcun modo l’organizzazione di gare di livello, tanto che le ultime finali dei campionati di società dall’Arena Civica Gianni Brera, in centro, sono dovute migrare a Cinisello Balsamo, nell’hinterland, proprio a causa del cattivo stato di manutenzione generale. E anche le piscine, che pure sono oggetto di migliorie e rifacimenti (la Solari e la Iseo su tutte), restano giusto sufficienti per lo sport di base, ad eccezione della Samuele, in via Mecenate, questa sì di 50 metri, ma sprovvista di una copertura e di tribune adeguate per le manifestazioni internazionali. C’è poi l’annosa vicenda Palalido, con lo storico palazzetto raso al suolo e il nuovo progetto rimasto sulla carta: lavori fermi e date ancora incerte dopo anni drammatici tra guai giudiziari e appalti revocati. II tutto mentre nel celebre velodromo del Vigorelli prosegue l’opera di rifacimento del manto dopo il restauro della pista e la riqualificazione del tetto: non c’è l’omologazione per il grande ciclismo, almeno a livello mondiale, e nel frattempo il campo resta inagibile al football americano che vi si era insediato negli ultimi anni. La lista dei problemi si allunga poi guardando al campo Kennedy, antica casa del baseball meneghino prima abbandonata e ora paralizzata da interventi già pronti in teoria ma non nella pratica. Senza dimenticare il bacino dell’Idroscalo, ribattezzato non a caso “il mare di Milano”, che se fino a ieri dava certezze su canoa e canottaggio, nel passaggio dall’estinta Provincia alla nuova Città Metropolitana ha visto ridursi di netto attenzioni e risorse. A ben vedere resta disponibile il Mediolanum Forum di Assago, appena fuori città. Polifunzionale e con una capienza da 12mila posti, può rivelarsi valvola di sfogo per più di una disciplina. Certo, però, non può trasformarsi nella panacea di tutti i mali, considerate anche la difficoltosa questione dei parcheggi e il fitto calendario di eventi tra spettacoli e concerti. Discorso ancora diverso per il Palabadminton di via Cimabue e il rinnovato Teatro Principe, sbocciati come fiori nel deserto, ma nella loro efficienza e funzionalità irrimediabilmente legati a badminton e boxe senza troppe variazioni sul tema. San Siro e l’Ippodromo resistono; altro ancora, lavorando d’ingegno, si può inventare, come accaduto in passato per i campi da beach in Piazza Castello. Ma anche la fantasia, giunta a un certo punto, trova limiti alla sua corsa. M 10 IN MUSICA 2017: le sei stagioni de laVerdi La Stagione Sinfonica prevede 34 appuntamenti (oltre al consueto concerto alla Scala, 10 settembre). Zhang Xian condurrà ancora 4 programmi in stagione, nonostante si concluda il rapporto con laVerdi dopo 7 anni come direttore musicale. Claus Peter Flor proporrà uno straordinario Ciclo delle None Sinfonie che, a partire dalla nona di Beethoven a Capodanno continuerà con le none di Bruckner (26, 27 e 29 gennaio), Šostakovič (3 e 5 febbraio) e Mahler (23, 24 e 26 novembre). Sarà eseguito anche il ciclo integrale dei cinque concerti per pianoforte e orchestra di Beethoven. Venendo alle novità ci sarà il Gianni Schicchi di Puccini (18, 19 e 21 maggio), la grandiosa e affascinante Cantata d’Ottobre di Prokof’ev per il 100° anniversario della rivoluzione russa (13 e 15 ottobre) e altre tutte dedicate alla musica del Novecento come la Sinfonia in La di Gino Marinuzzi (5 e 7 maggio) e il concerto per pianoforte Silk Road del turco Fazil Say nella doppia veste di direttore e pianista (30, 31 marzo e 2 aprile). Tra gli appuntamenti di tradizione, oltre alla Nona di Beethoven e al Requiem verdiano diretto da Elio Boncompagni, non mancherà la Passione di Bach per la settimana pasquale. Il Crescendo in Musica, rassegna dedicata ai più piccoli e alle loro famiglie alla sua diciottesima edizione, avrà di nuovo 10 appuntamenti (a partire dal 28 gennaio) che alternano le fiabe al grande repertorio sinfonico, sempre declinato in una piacevole e interattiva forma di spettacolo. Accanto ai grandi titoli della tradizione Il Carnevale degli animali di Saint-Saëns (4 marzo), Il pifferaio magico, con musiche di Bach (25 marzo), ci sarà a settembre Il libro della giungla con le musiche di Miklós Rózsa con Bustric come imperdibile protagonista, in occasione del 50° anniversario del film di Walt Disney; e ancora: Orlando furioso (8 aprile), in collaborazione con la Compagnia Il sale in zucca; la doppia collaborazione con Espres- sione Danza (Shéhérazade di Rimskij-Korsakov a maggio – Ravel e Il lago dei cigni di Čajcovskij con la chiusura a dicembre). Da ricordare il gradito ritorno in Auditorium della Compagnia Teatrale Corona (Roberto Corona e Massimo Cottica) che l’11 novembre ci racconteranno I quadri di un’esposizione di Mussorgskij. Nella seconda parte dell’anno, da settembre a dicembre, si concretizza la nuova rassegna de I Giovani Talenti, in collaborazione col Comitato Nazionale Italiano Musica, da sempre partner de laVerdi. Saranno cinque concerti per solisti dei corsi di perfezionamento del CIDIM, un comune denominatore legherà i singoli eventi: l’esecuzione delle 5 sinfonie di Mendelssohn, con l’Orchestra Sinfonica diretta da altrettante “bacchette” italiane. La Verdi Festeggia sono cinque concerti-anniversario, distribuiti da marzo a dicembre, dedicati ad importanti compositori italiani quali Azio Corghi, Jules Burgmein (alias l’editoreGiulio Ricordi), Fiorenzo Carpi, Adriano Guarnieri, Salvatore Sciarrino. Infine, dopo i successi del 2016, laVerdi conferma anche quest’anno la rassegna I Film: quattro colonne sonore eseguite in sincrono con altrettante pellicole che quest’anno saranno Ritorno al Futuro (26 e 27 aprile), Indiana Jones - I predatori dell’arca perduta (28 e 29 giugno), Star Trek di J.J. Abrams (14 e 15 settembre) e Nosferatu di F. Murnau (16 e 17 novembre). Torna anche la Stagione di musica da camera al M.A.C. in piazza Tito Lucrezio Caro 1, questa volta il lunedì sera. Saranno 19 concerti organizzati in collaborazione con l’etichetta discografica Universal e con il CIDIM. Non è tutto. Martedì 21 marzo, in occasione del 332° anniversario della nascita di J.S. Bach, Davide Pozzi al clavicembalo eseguirà le celebri Variazioni Goldberg. Per i soci e dipendenti Quanta Club saranno proposti biglietti e abbonamenti scontati. M 11 L'INTERVISTA | di Paolo Bonanni “Io, Milano, lo sport e non solo” I Incontro con Chiara Bisconti, ex assessora “multideleghe” della giunta Pisapia Assessore Bisconti, ci racconta la sua vita precedente all’impegno in Comune? Sono nata a Novara ma mi sento milanese doc, perché ero già a Milano quando mi trovavo ancora nella pancia della mamma. E nel capoluogo ho fatto le elementari alla scuola di via Cesari, poi le medie alla Roberto Franceschi di via Cagliero. Non ero una studentessa che passava troppe ore sui libri ma i risultati alla fine erano sempre buoni. Dopo un inizio nelle scuole pubbliche opzione figlia del credo familiare improntato a scelte democratiche, e quindi amanti del “pubblico” - ho poi preferito un tradizionale istituto borghese, obiettivamente un po’ elitario: il Collegio delle Fanciulle, a due passi dal Conservatorio. Sempre interessata a tutto quanto fosse razionalizzazione e gestione, ho trovato naturale iscrivermi in Bocconi (che a quel tempo, negli anni Novanta aveva solo la branca “economia aziendale”) con l’idea di studiare per prepararmi un lavoro in azienda. Una scelta naturale, avendo il papà manager. La mia laurea con 110 e lode mi ha aiutato a trovare la prima occupazione perché uno dei professori mi ha “suggerito” a uno studio di consulenza. Dopo un anno ho, onestamente, scoperto il lato “buono” della raccomandazione in quanto amici comuni mi hanno segnalato alla selezione del personale della Nestlé: lì ho lavorato dal 1992, ncontriamo Chiara Bisconti in una giornata piovosa. Una di quelle in cui si vorrebbe essere altrove, nella tumultuosa Roma o nella difficile Palermo, piuttosto che sopportare il grigio cielo della Milano che a dispetto del meteo è operosa, in piena rinascita e impegnata nell’era “post Expo”. Diciamolo subito, l’ex Assessore allo Sport - con molte altre deleghe - è una persona molto gradevole, preparata e combattiva come dimostrano i quasi duemila giorni in cui non sono mancati i punti di divergenza tra lei e il presidente del Quanta Club, Umberto Quintavalle. Da lui l’hanno separata diverse visioni strategiche che, evidentemente, data l’apprezzabile disponibilità a questa intervista, non hanno cancellato la reciproca stima e attenzione ai fatti della vita come testimoniato dalla affettuosa lettera di vicinanza a Quintavalle in occasione di un suo Giudico la mia passato momento “down” sanita- esperienza rio. A lei “Quanta Club” ha chie- estremamente sto di stilare una pagella dei suoi positiva e 5 anni al Comune nella gestione gratificante Pisapia. M 12 Ora che non mi devo più occupare del pubblico, mi trovo in sintonia con Quintavalle Il perché di un addio quindi sono passata alla controllata San Pellegrino per poi ritornare nell’azienda madre fino al 2011 lavorando in molti ambiti aziendali, dalla vendita alle risorse umane. È a quel punto che ho capito di dovermi impegnarmi nel “pubblico”. Assessore, ci può dire, in generale, come è stata l’esperienza al Comune di Milano? Innanzitutto mi piace usare la parola Assessora perché rivendico il mio ruolo di donna in politica. Giudico la mia esperienza estremamente positiva e gratificante. Sono stati anni che rivivrei perché è bellissimo mettere al servizio del pubblico le proprie competenze, soprattutto se si è liberi da pressioni politiche. Aderire a un progetto valoriale come è stato quello della giunta Pisapia è stato molto appagante perché ho potuto vivere liberamente il mio impegno sociale. Dopo una lunga esperienza in azienda mi mancava il senso delle cose, quello che gli inglesi chiamano “meaning of life”: questo per me è stato il senso di lavorare per gli altri. Può tracciare un bilancio relativo all’attività nelle sue tante deleghe: sport e tempo libero, benessere, qualità della vita, verde, personale, tutela degli animali? Mi sono occupata di aree molto distanti tra loro ma unite dal “fil rouge” della qualità della vita. Questo è stato lo sforzo maggiore: gestire le deleghe a me assegnate per convogliarle verso la maggiore erogazione possibile di benessere per i milanesi. Quindi, ad esempio, mi sono battuta per uno sport di base, aperto a tutti, e meno per il lato agonistico. Per il verde ho cercato soprattutto la condivisione dei giardini; così come, relativamente alla delega per la tutela degli animali, mi ascrivo a merito l’aver aperto anche ai cani l’accesso agli uffici pubblici, puntando a una città maggiormente vivibile per chi possiede animali. Infine, per il personale, ho instaurato la flessibilità degli orari per i dipendenti e il cosiddetto lavoro “agile”. Quali sono i successi di cui va fiera e quali invece gli insuccessi? Tra i successi nell’ambito di MilanoSport metto certamente la ristrutturazione e la riapertura di 3 piscine periferiche, la Solari, il centro Iseo dove pochi anni fa una famiglia di malavitosi festeggiava le sue scorribande, e la Sant’Abbondio. Per il verde considero un successo del mio assessorato i giardini condivisi, oasi rivoluzionarie che hanno permesso ai cittadini di occuparsi del bene comune. Annovero tra i successi anche quello che inizialmente è stato un insuccesso, il Vigorelli: dopo una partenza sbagliata, è stato ripensato, reso riutilizzabile fino a diventare una bella realtà della prossima Milano. L’unico vero fallimento è stato quello del Palalido, una struttura che potrebbe rimanere così a lungo. Il suo rapporto con Milano? È una città che amo follemente, ancor di più dopo i 5 anni passati in Comune. È una città profonda, ricca di sorprese che si fa a scoprire lentamente. Qual è stato il suo rapporto con Giuliano Pisapia e quello con M 13 Chiara Bisconti ha raccontato sul “Wall” di Facebook le ragioni che l’hanno spinta a non ripresentarsi nell’impegno politico Ho capito che non si è capito (lettera aperta ai cittadini milanesi e a chi mi ha seguito in questi anni). L’ho capito dai tanti messaggi che mi sono arrivati. Affetto, ringraziamenti, empatia. E poi la domanda, ma perché non ci sei più? Allora ora è importante chiarire che è una mia scelta. Ho scelto così e provo anche a spiegare il perché. Credo nella società civile. Ne faccio parte. Credo che quando la società civile si mette al servizio della politica accadono grandi cose. Si incontrano le competenze, i saperi, le prospettive diverse; si incrociano gli sguardi. Ma la società civile deve rimanere tale. Per continuare ad essere assessora avrei dovuto fare un passaggio elettorale. Ci ho pensato bene. E poi ho deciso di non farlo. Troppo lontano dalle mie corde. Mi avrebbe snaturato. E soprattutto avrebbe diluito il portato del mio essere società civile. Libera, indipendente, senza alcun condizionamento nella presa delle decisioni. Ciò non vuol dire che chi lo fa o lo ha fatto non abbia fatto bene. Anzi, ma bisogna saper essere quello che ci si sente davvero di essere. Credo fermamente che società civile e politica debbano camminare insieme. Libertà di pensiero e rappresentanza di interessi ben amalgamati, fianco a fianco per il bene della città. Ma ognuno saldamente ancorato a quello che è davvero. Come persona credo anche nel piacere e nel bisogno di evolvere. Ci si arricchisce da ogni esperienza; si fa tesoro del passato. Ma serve anche l’emozione di mettersi di nuovo in gioco, di tuffarsi in una cosa nuova. Per rimettere in moto le energie che nascono dal confrontarsi con nuovi limiti. Rifare la stessa esperienza di assessora non avrebbe stimolato in pieno le mie possibilità. E poi credo nella qualità del tempo. Ora ho bisogno di ritrovare il mio tempo, per calmarmi, per tornare a ritmi più lenti. Voglio incontrare un tempo più profondo, per dedicarmi ai temi a me cari, per riagganciarmi ad una realtà esterna che corre veloce e che in certi momenti ho sentito scivolarmi via. Un tempo ritrovato anche per ritrovare me stessa, chi sono diventata e cosa voglio veramente. Queste le motivazioni della mia scelta, che sono saldamente ancorate al mio modo di essere. Insieme ad altre certezze: che la bellezza è il vero motore del cambiamento; e su questo continuerò a lavorare. Che la politica deve, con coraggio, abbracciare i temi della felicità, senza pudori o paure. Che ognuno di noi ha potenzialità illimitate. Deve solo riuscire ad individuarle, coltivarle e farle sbocciare; poi ognuno potrà essere il cambiamento che vuole vedere nel mondo. Che amo Milano, in modo viscerale. Mia città da sempre, luogo di potenzialità infinite, infinite energie. Città finalmente riscoperta, finalmente bella, finalmente centro del mondo. Quindi ho scelto: di lanciare il cuore oltre l’ostacolo quando Pisapia mi ha chiamato. Di non candidarmi qualche mese fa e ora di incamminarmi su un nuovo percorso, in cui potrete ritrovarmi, quando vorrete. L'INTERVISTA l’attuale sindaco Beppe Sala? Direi che siamo in presenza di due grandissimi sindaci. Per il primo parlano i risultati e per il secondo… anche. Giuliano è stato un fantastico uomo di pensiero che è riuscito a coniugare le diverse anime di Milano grazie alla grande visione e all’integrità morale. Sala l’ho appoggiato da subito: grazie alla sua esperienza e al pragmatismo, ha in mano tutte le carte necessarie ad accelerare questa positiva fase storica milanese e a portarla a un’ancora maggiore internazionalità. Lei ha avuto l’opportunità di incontrare il Dalai Lama. Che sensazioni ha provato in quell’incredibile appuntamento? Parliamo, ma non lo scopro io, di un uomo immenso e di lui, proprio per quello status di figura leggendaria, mi ha colpito invece la grandissima umanità. Durante l’incontro, la più alta autorità teocratica tibetana parlava avendo al fianco un traduttore; il Dalai Lama gli ha versato più volte l’acqua, con un gesto semplice e vero, visibilmente preoccupato per… le sue corde vocali. È dai piccoli gesti che si vedono i grandi uomini. Lei, in passato, ho avuto spesso visioni differenti rispetto a quelle di Umberto Quintavalle. Che cosa vi allontana e che cosa vi avvicina? Da Quintavalle mi hanno allontanato ovviamente le scelte politiche: io avevo in mente una sport pubblico, mentre la visione di Quintavalle era efficientistica ma privatistica. Ma, non dimenticando il mio passato manageriale e gli studi comuni in Bocconi, ora che non devo più occuparmi del pubblico mi trovo su molti punti in grande sintonia con lui. Del resto credo che se fosse Assessore allo Sport probabilmente, anzi certamente, cambierebbe visione e porterebbe avanti alcune scelte differenti. Ci tengo a chiarire alcune cose sul rapporto tra pubblico e privato: quest’ultimo deve agire nel rispetto del bene comune, senza anteporre le proprie scelte a una visione generale. D’altro canto, il pubblico deve riconoscere al privato gli spazi per un rientro economico degli investimenti. Si può così sviluppare un valore condiviso, più ampio, che produca maggiori risultati di quelli derivati singolarmente da privato e pubblico. Lei sa che Umberto Quintavalle si batte da tempo per la creazione della “Cittadella degli Stadi”. Qual è la sua opinione in merito e cosa mi sa dire del futuro dei vari impianti sportivi milanesi? MilanoSport, sotto la mia gestione, ha puntato soprattutto a “gestire le acque”. Oltre alle piscine riaperte abbiamo messo a bando i lavori per la Crespi e la Cappelli Sforza di Lampugnano, così come abbiamo affidato alla Fidal la gestione del campo XXV Aprile. La mia è stata una ricerca di ampliamento dei servizi base legati all’acqua, le piscine, che al pari della scuola costituiscono un bene primario. Parlando invece da privata cittadina e non più da ex Assessore allo Sport, dico che per il Palalido occorrerebbe dar vita a una gestione mista pubblico-privata che mettesse in condizione chi impegna i propri quattrini nel vedere premiati gli investimenti. Non una semplice sponsorizzazione ma un’autentica operazione imprenditoriale. Il lavoro “agile” In Italia, 5 milioni di potenziali smart worker potrebbero sfruttare questa nuova forma di occupazione, uno dei punti caratterizzanti dell’impegno dell’ex assessora Bisconti A Milano, oltre 10mila persone stanno sperimentando il lavoro “agile”, uno dei punti di maggior impegno dell’ex Assessore Bisconti, secondo la quale porta solo benefici alle persone, alle aziende e agli enti che ne abbracciano la filosofia, nonostante qualche residua resistenza. La sua teoria è che si può lavorare ovunque, scegliendo il lasso di tempo da dedicare all’impegno professionale, se c’è un buon patto di fiducia tra l’azienda o l’ente che dà lavoro e un buon senso della responsabilità della persona che si autogestisce. Il lavoro agile è approdato anche al vaglio del Parlamento. Per Bisconti, “la cosa che ci rende orgogliosi è che dopo averlo chiamato erroneamente telela- voro o, per anni, con il termine inglese di smart working, adesso anche in Parlamento si chiama lavoro agile: un termine coniato proprio a Milano e che l’Accademia della Crusca ha detto essere una perfetta definizione italiana di questa formula di lavoro. C’è chi come Philips ha scelto di ‘donare’ il tempo risparmiato nel tragitto da casa al lavoro al Comune di Milano e al giardino botanico di Villa Lonati, per aiutare i giardinieri comunali a svolgere attività utili”. Lo smart working infatti si differenzia dal concetto di lavoro a distanza, e prevede un’attività che si sviluppa per fasi e cicli, quindi per risultati. Attualmente, tra i 22 milioni di lavoratori in Italia ci sono circa 5 milioni di potenziali smart worker, di cui 3,7 milioni in aziende private e 1,3 milioni nelle pubbliche amministrazioni. Oggi si contano 250mila smart worker (impiegati, quadri e dirigenti) con un incremento del 40% rispetto al 2013. Trasportando il concetto di lavoro agile al mondo sportivo, Bisconti pensa alla piscina Cozzi che oggi ha messo a disposizione uno spazio per lavorare: “È un esperimento che funziona sicuramente. I centri sportivi sono luoghi molto frequentati e spesso le mamme o i papà accompagnano i figli piccoli. Sono luoghi che, con semplicissimi accorgimenti, come qualche tavolo e un wi-fi, possono diventare sede di lavoro agile”. AMARCORD | Toni Cappellari Sogno a 5 cerchi L’idea Olimpiadi a Milano, dopo la rinuncia di Roma, al momento è più che altro un incubo O gni volta che un giornale propone di visitare la discarica degli impianti milanesi i giovani dei campetti come il campo Borella in via Dezza, i miei figli, mi ridono in faccia. Li capisco. Se ne parla da anni, ma da troppo tempo camminiamo sulle macerie del poco che offre una città “europea” come Milano. Quando passo dall’ex Palalido che è un cantiere perenne mi viene il magone. Se sfioro l’Arena Napoleonica sento le urla di chi non ne può più del degrado. Quando vado a passeggiare alla montagnetta e mi fermo a leggere sul percorso Cova, le strade della squadra Rondelli, le siepi di Panetta, provo un senso di sgomento, non parliamo della pista quasi impraticabile del XXV Aprile che aspetta da troppo tempo una struttura per lavorare anche nelle stagioni invernali. Cari amici vi lascio immaginare cosa sogno di notte dopo averla vissuta davvero questa città, nei giorni gloriosi in cui l’Olimpia era la signora del Palalido, negli anni in cui una neve maledetta ci ha rubato il palazzo di San Siro, nei mesi dell’emergenza quando al Palatrussardi dei Togni scrivemmo una pagina importante per la storia sportiva della città che non ha più avuto un palazzo dello sport. A San Siro grande basket, stupenda atletica, meraviglioso il mondiale indoor con il primato mondiale del salto in alto di Vladimir Jascenko, l’airone ucraino di Zaporizzja che superò con lo stile ventrale 2 metri e 35 centimetri. Era il 12 marzo del 1978. Poi il disastro, ma io stesso speravo che ci sarebbe stata una ripresa e quando mi chiamarono a dirigere il Forum di Assago ero convinto che sarebbe stato un esilio temporaneo per il grande sport al coperto. Sognavo che il ciclismo, con la sua mitica Sei Giorni avrebbe spinto chi doveva ricostruire a pentirsi. Niente. Disastro collettivo, manutenzioni negate, piccoli impianti che con pochi euro avrebbero dovuto essere salvati, migliorati, lasciati alle sterpaglie come vi potrebbero spiegare quelli del baseball che al campo Kennedy sono tornati quando la città che ha vinto più scudetti in questo sport non aveva più una squadra di alto livello, quando Cameroni il poeta e Mangini l’artista avevano smesso di litigare e produrre, se ne erano andati. Chiedete a quelli del rugby, alle loro docce fredde nel vecchio Giuriati, al degrado e alle difficoltà al Valvassori Peroni per reclutare giovani anche adesso che della palla ovale si sono innamorati quasi tutti. Con questo gelo intorno ecco una stella cometa. Dopo la rinuncia di Roma alla candidatura olimpica qualcuno ha pensato che proprio Milano potrebbe ripensare la sua città sportiva nel sogno a cinque cerchi. Una Olimpiade che, magari, vedranno i ragazzi del campetto, quelli che ci ridono dietro quando parliamo di rifare tutto da capo, ma io a questo sogno tengo ancora. Mi piacerebbe che si ricominciasse a pensare in grande. Rifare tutto all’Arena, costruire, finalmente, una piscina che possa ospitare gare internazionali, una vasca da 50 metri, tribune non soltanto per addetti ai lavori. Sì, certo, c’è il Vigorelli rimesso a nuovo, ma aspettiamo di sapere quante volte verrà utilizzato. Vero c’è San Siro. Ma è soltanto un tempio per il calcio. Se vuoi l’Olimpiade devi avere il tuo nido per la cerimonia d’apertura e qui nessuno sa dove potrebbe essere costruito, anche se nell’area Expo c’è il terreno. Contrariamente a Roma, che aveva già molto, la città di Milano è al palo. Il Coni ha scoperto che se fosse stata davvero Milano la candidata per il 2024 la corsa non sarebbe stata così piena di ostacoli pur davanti al nulla: il Forum per basket e pallavolo, l’Arena, già, ma soltanto per eventi minori non certo per la grande atletica, i laghi di Como e Varese per vela, canottaggio, San Siro per il calcio che la Fifa vuole togliere dai Giochi, magari per hockey su prato o rugby a sette, l’ippodromo di San Siro. Una miseria. Certo ricominciare a pensare, a costruire, a rigenerare migliorerebbe la qualità dei nostri sogni. Per adesso siamo ancora agli incubi. M 15 ON LINE | di Pietro Galeoto Overtime le ragioni di un successo L’approfondimento settimanale sul mondo dell’Hockey ha conquistato fans e società OVERTIME Nella foto Giorgio Prando P remessa: l’inizio del campionato stava per arrivare e già da tempo era intenzione della società di dar vita a una struttura che potesse creare un prodotto che raccontasse tutto quello che c’è dietro il campionato di Hockey in line. Una trasmissione video settimanale e una diretta streaming di tutte le partite giocate in casa arricchita da una telecronaca e grafica da realizzare con server esterni e nuovi collaboratori in staff. Ma Quanta è determinazione, forza, coraggio. Il progetto va avanti ma va gestito a budget zero con le sole risorse e strumenti interni! E così fu! Allestiamo un piccolo studio, utilizzando la scenografia già collaudata per i TG Lavoro (programma di video annunci dell’agenzia per il lavoro Quanta), un solo microfono, le luci a disposizione e tanta buona volontà. “Overtime” l’approfondimento settimanale sul mondo dell’Hockey, prende forma. Però man mano che la data dell’inizio del campionato si fa prossima, squadre storiche come la Molinese e la Polet Trieste si sciolgono e abbandonano il campionato. Anche le squadre di serie B promosse in A rinunciano… anche il Padova rischia di non iscriversi al campionato e lo fa poi in extremis. Cosa succede? Cosa resterà di questo storico sport? Sono state queste le domande che hanno spinto la Presidenza e tutta la società a domandarsi se era opportuno investire forze e risorse in un contesto dove tutto sembra un po’ abbandonato a se stesso. Quanto conviene dunque investire in un movimento che manifesta questo livello di insoddisfazione? Mercoledì 5 ottobre, dopo la prima giornata di campionato la puntata numero zero di Overtime è on line. Fioccano complimenti da tutto il mondo dell’Hockey perfino la Cerilh (il comitato europeo dell’Hockey in line) condivide la nostra trasmissione su Facebook. Circa 20.000 utenti da quel giorno si collegano sui nostri social per seguirci. Tutti i portali tematici e i siti sportivi raccontano di questa avventura; ecco qualche titolo: “Overtime: “Il Milano Quanta pioniere nella comunicazione”; “La nuova scommessa dell’HC Milano Quanta”; “Nasce il nuovo approfondimento sull’Hockey in line”. Perfino la Lega Hockey dedica uno spazio alla nostra trasmissione sul proprio canale YouTube. Molti portali M 16 Non è la Rai Il canale sportivo della televisione di stato era l’unico a seguire saltuariamente il nostro sport GOOGLE MAPs Il Quanta Club a 360° Da oggi su Google Maps è possibile anche navigare all’interno della struttura, tra piscina e pista da Hockey, campi da tennis e beach volley... E a breve sarà possibile visitare anche la nostra Club House, ristorante e le sale convegni. E pensare che una volta il campionato era seguito da RAI Sport… In diretta dalla pista di Hockey con coinvolgente telecronaca di Giorgio Prando, HC Milano Quanta è una delle pochissime società che garantisce agli appassionati il servizio di streaming della partita giocata in casa. Forti dell’esperienza e della sperimentazione dello scorso anno, le dirette di quest’anno si avvalgono di una grafica che aggiorna gli spettatori in real time sui marcatori e il numero di reti, interviste nell’intervallo e a fine partita dei protagonisti. Insomma non sarà la Rai, ma non possiamo lamentarci. sportivi ripropongono sulle loro pagine le puntate. Insomma: un successo! Le puntate vengono registrate il lunedì e già dal martedì sera sono online su tutti i nostri social. Ora i microfoni sono 2, le luci sono migliorate e si aspettano per le prossime puntate, oltre ai protagonisti di HC Milano Quanta, anche ospiti sportivi e delle istituzioni. Sempre meglio e sempre avanti. Tanti sono inoltre i contributi delle squadre coinvolte nel campionato. Si affacciano già sponsor intenzionati a investire sul programma. Una piccola grande soddisfazione la cui esperienza si rifletterà anche su altri progetti del Gruppo. Quanta comunica sempre di più e sempre meglio attraverso i video, in linea con i trend della comunicazione contemporanea. DRONE CHE PASSIONE “Quanta Club, un sogno in continua evoluzione”: è on line sui nostri canali il video che racconta il Quanta Club con spettacolari vedute dall’alto riprese con un drone di ultima generazione. Format vincente Quanta: si gioca in casa con Prando alla conduzione in studio OVERTIME è un talk show, condotto da Giorgio Prando, giornalista che collabora con la “Gazzetta dello Sport” e altre testate. Prando cura da qualche mese anche la rubrica “Hockeismi” nel nostro Magazine. Giorgio a Milano è uno dei maggiori esperti di Hockey sia sul ghiaccio che in line. Sono tanti gli aneddoti che racconta durante la trasmissione, una vera e propria memoria storica del movimento. Un ospite unico in studio, che crea un’atmosfera di intimità nella quale i vari personaggi raccontano la loro carriera e l’esperienza con il Milano Quanta. Ospite quasi fisso il DT Riki Tessari che fa il punto sul campionato e racconta le vicende legate ai rapporti istituzionali, anticipando l’impegno della squadra nei vari tornei. La segreteria di redazione è a cura della giornalista Cristina Lupi ([email protected]), la quale è il filo di congiunzione con tutte le società del campionato e a lei sono affidate la stesura della scaletta, le schede tecniche e i servizi in esterna. Pietro Galeoto cura la regia e il coordinamento dello staff, che gioca tutto in casa. Un supporto importante è dato da Alessandro Caterino che raccorda tutti i pezzi attraverso il suo servizio di editing video. Anche Alessandro proviene dal mondo dell’Hockey. L’ottimizzazione tecnica del progetto è invece stata curata da Gianluca Alfieri, anche lui un uomo Quanta che lavora nell’assistenza IT del Gruppo. M 17 DA OLTRE 160 ANNI UNA STORIA FATTA DI SUCCESSI Qualità, tradizione e cultura sono la forza di Birra Menabrea. Una birra d´èlite basata sul concetto di “fatto a mano” e che da oltre 160 anni continua a raccogliere premi internazionali. Riconoscenze che sono rintracciabili nella qualità delle acque biellesi, nella scelta del luppolo, del ceppo di lieviti, del malto e sicuramente nell´amore che gli uomini, dal mastro birraio a chi si occupa degli altri processi di produzione, vi dedicano e vi hanno sempre dedicato. M 18 “MENABREA 150° ANNIVERSARIO” IN ONORE DELLA CELEBRAZIONE DEI 150 ANNI DELLA FONDAZIONE DELLA SOCIETÀ www.birramenabrea.com HOCKEYSMI | Giorgio Prando | Gazzetta dello Sport 8 ruote 5 cerchi Nasce la Fisr. Intanto baseball, surf, arrampicata, karate e skateboard nuovi giochi olimpici. E le ruote in linea? A i giapponesi piace il baseball. È lo sport di squadra più seguito, supera in termini di popolarità persino il calcio. Non stupisce pertanto, che il Comitato Olimpico abbia reintrodotto il ‘batti e corri’ - assieme alla versione femminile del softball - nel novero degli sport olimpici. Non sarà l’unica novità alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Il Consiglio Esecutivo, riunitosi a Rio in occasione dei Giochi, ha promosso anche surf, arrampicata, karate e skateboard. Discipline che rispondono ai canoni imposti dalla modernità, rappresentando innovazione, flessibilità e gioventù. Nulla in contrario, anzi. Lo skateboard in particolare, per ‘noi’ è di famiglia. ‘Noi’, dei cosiddetti sport rotellistici. Brindiamo assieme al presidente Aracu, per il risultato portato a casa dalla FIRS, la nostra istituzione mondiale di riferimento. Che lo skate sia la chiave di volta, affinchè di rotelle si parli sempre più spesso, alle riunioni dei potenti e di conseguenza sui media. Gli sport urbani, in pieno boom anche alle nostre latitudini, si fanno mainstream. Dalle sottoculture metropolitane, ai paludati convegni del CIO: il mondo cambia, le Olimpiadi ne prendono atto. E ne prende atto anche lo stesso Aracu, che ratifica proprio mentre andiamo in stampa uno storico cambio di denominazione: addio cara vecchia FIHP, benvenuta FISR, acronimo, per l’appunto, di Federazione Italiana Sport Rotellistici. A pensarci bene, nulla di così rivoluzionario: c’è la FISI per gli sport invernali, c’è la FISG per quelli del ghiaccio. E l’hockey? Eppure, apriti cielo. I primi ad incazzarsi, per una volta, sono stati quelli dell’hockey su pista. Preoccupati che l’hockey sparisca non solo dalla sigla, ma anche dai radar federali in termini di attenzione, piani di sviluppo e centralità di scopo. Scalzato dal nuovo che avanza, dai vari free- style, downhill e – ovviamente – skateboard. Probabile che all’Assemblea elettiva volino gli stracci. Ma anche che arrivino le rassicurazioni di routine. ‘Noi’ ci siamo abituati. ‘Noi’ dell’hockey inline, che la sensazione dell’ospite indesiderato o peggio, del figlio illegittimo, cerchiamo da anni di scrollarcela di dosso. Già, l’hockey inline: uno sport moderno, che rappresenta innovazione, flessibilità e gioventù. Quelli del CIO potrebbero farci un pensierino. Ruote in linea alle Olimpiadi, perché no? Alt, la strada è lunga e trafficata. Di sport che anelano al grande salto ce ne sono a bizzeffe. Lo squash ci prova da anni, cambiando regole, investendo in promozione centinaia di migliaia di euro. Niente, respinto. Lo stesso hockey pista è riuscito al massimo a entrare come sport dimostrativo, nell’edizione di Barcellona ‘92. E poi, siamo sinceri, l’hockey inline deve migliorarsi a tutti i livelli, crescere, irrobustirsi: bambino prodigio negli anni novanta, è impantanato in una problematica adolescenza ormai da troppo tempo. Posto che di Santi in Paradiso, disposti a perorare la causa, “ghe ne minga”, è tempo di rendersi appetibili, lavorare sui giovani per ampliare la base, individuare e perseguire percorsi comuni, eliminare le ripicche da cortile, spendersi il più possibile nella comunicazione, sfruttando i molteplici ed economici strumenti oggi a disposizione. Sul piano più tecnico, uscire dalla contraddizione delle due “corone” mondiali, già evidenziata su queste colonne. Ci sia un solo Mondiale e magari anche un solo regolamento di gioco. A ‘noi’ quello più simile all’hockey ghiaccio (misura delle porte, fuorigioco ecc.) piace parecchio. Sì, ‘noi’ siamo anche quelli che vengono dal ghiaccio e lì, in senso lato, aspiriamo a tornare. Casomai ci fosse spazio alle Olimpiadi invernali. M 19 HOCKEY | a cura di Cristina Lupi Welcome back Supercoppa! L’ambito titolo (il primo della stagione) è di nuovo nella bacheca in Club House i protagonisti Foto Carola Semino Tutti i commenti sono unanimi: una grande impresa F inalmente è tornata a casa. Dopo la cocente sconfitta rimediata lo scorso anno con il Cittadella la Supercoppa è nuovamente nella bacheca in Club House. Inutile dire quanto la squadra e tutto lo staff rossoblu desiderassero riportare a casa questo trofeo, il primo di questa stagione. Sono bastati pochi minuti per far capire a tutti, sugli spalti e in pista, come sarebbe stata la gara. Una partita impeccabile quella del Milano, perfettamente calato nella parte del leone: grintoso, agguerrito e determinato nel voler sottomettere la preda, il Verona, apparso timoroso e remissivo. Tutto è stato perfetto, ancor prima dell’inizio della sfida in pista: un tiepido sole, surreale per la stagione, che lasciava intravvedere luci e ombre sul pallone; gli spalti gremiti di tifosi; la curva colorata e festosa che ha animato il palazzetto con cori e canti per tutti i 50 minuti e oltre. Insomma, con una cornice così, il finale non poteva che essere uno solo. E così è stato. Sabato 29 ottobre è stata una giornata semplicemente perfetta, conclusa con il meritato successo in Supercoppa. Quando si gioca così bene non ci sono rivali che tengano e tutto passa in secondo piano, tutto diventa di poco conto e peso, anche il ritardo dei veronesi, giunti al Club con ben 40 minuti di ritardo. Con questo successo si amplia il palmarès dei rossoblu che vanta ormai 15 titoli tra scudetto, Supercoppa e Coppa Italia, rispettivamente 6, 4 e 5. E alla fine il Presidente Quintavalle ha potuto alzare al cielo la “sua” Coppa dimenticando il rischio corso quando il disco lo aveva colpito in viso deformando la rete di protezione per la velocità che solo i “nostri” gli sanno dare. Un taglietto in fronte e un paio di occhiali rotti sono stati presto dimenticati grazie all’enorme soddisfazione per il titolo e soprattutto l’immagine di strapotere mostrato dal roster rossoblu. M 20 Umberto Quintavalle, Presidente: “L’anno scorso il Cittadella aveva vinto meritatamente, questa volta non c’è stata partita. Avevamo una voglia pazzesca di vincere e lo abbiamo dimostrato”. Riki Tessari, Direttore Tecnico: “Abbiamo vinto e giocato alla grande, riportando a casa la Supercoppa che rappresentava il primo obiettivo della stagione. Credo non ci sia un solo elemento da citare ma un insieme di elementi che sono stati espressi dai ragazzi in maniera ottima; disciplina tattica, intensità, aggressività, concretezza, concentrazione, determinazione e grande spirito di squadra da parte di tutti oltre ad una grande qualità tecnica dei vari singoli e una grande accuratezza con la quale il coach ha preparato la gara”. Luca Rigoni, Allenatore: “I ragazzi sono stati bravi ad entrare in partita con il giusto approccio, determinati dal primo all’ultimo minuto per onorare al meglio la gara. Ci tenevamo a riportare la Supercoppa a casa e ci siamo riusciti. Difficile individuare il nome di un singolo che si è maggiormente distinto: sono stati tutti bravi, anche coloro che usualmente sono meno impegnati”. (a hockeyInlineItalia.it) Emanuele Banchero, Capitano: “Siamo andati a rete con 6 giocatori diversi ed è segno di un ottimo gioco di squadra frutto del duro lavoro svolto fino ad oggi”. (a hockeyInlineItalia.it) Supercoppa, minuto per minuto Quaranta minuti di ritardo... ma ne è valsa la pena Foto Carola Semino 2’: Fabio Rigoni porta in vantaggio i rossoblu, in inferiorità numerica in pista 4’: Emanuele Ferrari, su assist di Buggin, sigla il raddoppio per il Milano Quanta 6’: Il Verona accorcia le distanze e si porta sul 2-1 11’: doppia superiorità numerica per i meneghini, che non si lasciano sfuggire la ghiotta occasione e con Emanuele Banchero allungano: 3-1 12’: dopo appena sessanta secondi si ripete la stessa scena. Comencini serve il capitano che impatta in rete, calando il poker 15’: Mattia Mai, impegnato tra i pali, sventa tiri e occasioni dei gialloblu 20’: Al termine di una azione insistita Andrea Bellini sigla la quinta rete per il Milano 1’ st: su assist di Banchero il giovane Emanuele Ferrari mette a segno il gol numero 6 per i rossoblu 4’ st: power play Milano che non sbaglia e allunga nuovamente, questa volta con Lettera. Milano 7-Verona 1 20’ st: Uccelli serve Lievore che non sbaglia e porta a quota 8 le reti realizzate dai rossoblu 23’ st: arriva la nona e ultima rete con il capitano che chiude di fatto la gara 25’ st: esplode la gioia del Milano Quanta in pista e sugli spalti, i giocatori con il trofeo festeggiano sotto la curva M 21 HOCKEY Rotta verso la Final Six Quanta in grande spolvero Brillante percorso del Milano in Coppa Italia Formula completamente nuova per le qualificazioni alla Coppa Italia • Milano Quanta – Monleale 6-0 marcatori Milano: Lettera, 2 Banchero, Uccelli, Delfino, Lievore • Diavoli Vicenza – Milano Quanta 1-15 marcatori Milano: Buggin, 3 Ronco, 2 Lievore, 2 Belcastro, Banchero, 2 Lettera, 2 Delfino, Ferrari, Uccelli Milano chiude il girone al 1° posto e si qualifica per la semifinale contro gli Asiago Vipers • Milano Quanta – Asiago Vipers 8-3 marcatori Milano: 2 Delfino, 3 Ferrari, Lettera, Banchero, Belcastro Durante la partita l’attaccante rossoblu Andrea Delfino subisce un brutto infortunio che lo porta ad abbandonare anzitempo la pista per recarsi al pronto soccorso. Stop di un mese per l’allora capocannoniere del campionato, costretto a saltare alcune gare di campionato e la Supercoppa. Il ritorno in pista è datato 19 novembre, con la delicata trasferta a Cittadella. A metà ottobre sono andate in scena le qualificazioni alla Final Six di Coppa Italia con una formula completamente nuova: le 11 squadre del campionato di serie A e gli Asiago Newts (squadra vincente da una tornata di partite precedenti) sono state suddivise in 2 raggruppamenti; ciascun raggruppamento è stato poi diviso in due mini gironi. Si sono qualificate alla fase finale le migliori 3 squadre di ogni raggruppamento. Raggruppamento C – le partite si sono svolte a Cittadella • Libertas Forlì • CUS Verona • Ghosts Padova • Lepis Piacenza • Ferrara Hockey • Cittadella Queste 6 squadre sono state suddivise in 2 gironi: girone E (Verona, Cittadella, Forlì) e girone F (Ferrara, Padova, Piacenza) Raggruppamento D – le par- Finale per la vittoria del raggruppamento Milano Quanta – Monleale 5-2 Marcatori Milano: 4 Banchero, Lettera tite si sono svolte ad Asiago • Asiago Vipers • Diavoli Vicenza • Asiago Newts • Sporteale Monleale • Mammuth Roma • HC Milano Quanta Un campionato di testa La parte iniziale del torneo ha visto il roster rossoblu sempre (anzi quasi) vincente Questi i risultati delle prime gare di campionato dell’HC Milano Quanta. Dati aggiornati al 30 novembre 2016: • 1^ giornata: Milano Quanta – Mammuth Roma 15-2 Marcatori: Milano: 5 Delfino, Ferrari, 3 Bellini, 4 Barsanti, 2 Belcastro Note: esordio vincente per i rossoblu contro la neopromossa Roma. Sugli spalti gemellaggio tra le 2 curve, con i tifosi romani che vanno a stringere la mano al capo ultras Giancarlo Baraldi e compagni. • 2^ giornata: Asiago Vipers – Milano Quanta 1-6 Marcatori Milano: 4 Delfino, Rigoni, Bellini • 3^ giornata: Lepis Piacenza – Milano Quanta 2-11 Marcatori Milano: 2 Ronco, 4 Banchero, 2 Belcastro, 2 Lettera, Uccelli • 4^ giornata: Milano Quanta – Diavoli Vicenza 8-0 Marcatori Milano: Lettera, Comencini, Ferrari, Barsanti, Rigoni, Lievore, 2 Banchero • 5^ giornata: Monleale – Milano 2-4 Marcatori Milano: Banchero, Lettera, Lievore, Belcastro • 6^ giornata: Cittadella – Milano Quanta 5-1 Marcatore Milano: Barsanti • 7^ giornata: Milano Quanta – Ferrara Hockey 5-3 Marcatori Milano: Ronco, 2 Lettera, Delfino, Ferrari Queste 6 squadre sono state suddivise in 2 gironi: girone G (Milano, Monleale, Vicenza) e girone H (Roma, Newst, Vipers) Dopo un intenso weekend di partite e sfide si sono qualificate alla Final Six: Cittadella e Milano Quanta (prime nei rispettivi concentramenti), Monleale e Verona (seconde classificate), Asiago Vipers e Ghosts Padova (terze). La Final Six andrà in scena il weekend dell’11-12 febbraio 2017. Le sei squadre verranno suddivise in 2 gironi così composti: Girone I (Cittadella, Monleale, Asiago Vipers), girone L (Milano Quanta, Cus Verona, Ghosts Padova). Al momento (fine novembre 2016) resta ancora da definire la sede che ospiterà la Manifestazione. European League a Valladolid Dal 2 al 5 marzo l’occasione per puntare al titolo La Cerilh, Comitato Europeo Hockey in line, ha ufficializzato la sede della prossima European League. Dopo il successo dello scorso anno, a Rethel, l’edizione 2017 si terrà in Spagna, a Valladolid, dal 2 al 5 marzo 2017. Ora non resta che capire quali squadre prenderanno parte alla manifestazione. Al momento*, risultano iscritti i padroni di casa del Valladolid, il Milano Quanta (bronzo europeo lo scorso anno) e gli inglesi del Northon. M 22 *dati aggiornati al 28 novembre TENNIS | a cura di Cristina Lupi Roberto Guida la new entry Roberto “giocatore” I primi smash a 8 anni e poi in A1. E chissà, senza quell’infortunio... A 8 anni Roberto si avvicina al mondo del tennis, dopo un periodo a Campobasso inizia un tour per l’Italia che lo porta ad allenarsi prima a Bari, presso il centro della Federazione, e poi a Cordenons (Pordenone) dove gioca con la squadra di serie A1 seguito da Navarra. Una carriera breve quella di Roberto che, a seguito di un brutto infortunio nel 2009 (rottura dello scafoide e del radio) è costretto a un lungo stop forzato di un anno. Ed è proprio in questo periodo, una volta tornato in campo, che il giovane si avvicina al mondo dell’insegnamento, inizialmente da sparring presso l’Accademia Vavassori. Nel corso della sua carriera da giocatore Roberto ha partecipato a un torneo da 10.000$, uno da 15.000$ e uno da 100.000$. MAESTRO Roberto Guida in campo con Matilde e Viola due allieve dell’agonistica R così nell’Accademia. Con gli atleti dell’Academy Roberto invece insiste molto sul lavoro mentale specifico e differenziato per ciascuno. “In questa prima parte della stagione è fondamentale concentrarsi sul lavoro fisico, alternando al potenziamento atletico una parte tecnica in campo –chiosa Guida–. Cerco di utilizzare lo stesso metodo di insegnamento con tutti i ragazzi, impostando il lavoro sull’atteggiamento da avere in campo e sull’intensità del lavoro”. In un futuro neanche troppo lontano il maestro originario di Campobasso punta a portare una giocatrice nelle prime 100 al mondo. Pur seguendo ragazzi e ragazze Roberto non fa mistero nel preferire lavorare con le donne: “Quando alleno le ragazze lavoro maggiormente sull’aspetto mentale, ho più stimoli dettati dal fatto che per le donne, a differenza di molti uomini, viene prima la testa della tecnica. Questo vale a qualsiasi livello: quando si ha convinzione dei propri mezzi si può sopperire alle carenze tecniche”. Gli stimoli per migliorare nel lavoro non mancano, a partire dalla possibilità di carpire spunti e insegnamenti lavorando a stretto contatto con figure esperte e qualificate come Barbara Rossi e Maurizio Riva, senza dimenticare la possibilità di un costante confronto e scambio di idee con gli altri istruttori, come Matteo Volante ed Elisa Villa. oberto Guida vanta un curriculum di tutto rispetto come istruttore di tennis, nonostante la giovane età. Attuale classifica 2.8, è ßistruttore di 2° livello dal 2012. L’esordio da insegnante avviene nel 2010 presso l’Accademia Vavassori: smessi i panni di giocatore è qui che Roberto muove i primi passi come istruttore. Dopo l’esperienza in Vavassori durata bene 5 anni si sposta poi al circolo La Dominante, dove diventa coach di Martina Colmegna. Oltre al circolo di Monza Roberto inizia a insegnare anche a Tirrenia, nel centro della Federazione tennis italiana. I primi contatti con i maestri dell’Academy si hanno ad aprile, quando il coach si reca presso il centro sportivo di Via Assietta per seguire Martina, impegnata nella tappa di prequalificazioni agli Internazionali d’Italia. A luglio è lo stesso Maurizio Riva a contattare Roberto, di lì a poco la svolta con l’arrivo del giovane istruttore, appena 26enne, al Quanta Club. A motivare questa scelta è lo stesso maestro: “Volevo venire al Quanta, ho visto in questo club una possibilità di crescere a livello lavorativo. Lo staff è serio e preparato, da persone come Barbara Rossi e Maurizio Riva posso solo imparare”. Roberto si divide tra Accademia e Agonistica, sei giorni a settimana su sette. In realtà la tipologia di lavoro è la medesima, a variare sono i carichi. Lo scopo è quello di far crescere i ragazzi di ogni età: con i giovani dell’Agonistica si lavora in prospettiva, per portarli a fare un salto di qualità ed entrare M 24 Academy sempre meglio In un anno sotto la spinta di Barbara Rossi e Maurizio Riva tutti gli atleti sono cresciuti dal punto di vista tecnico, fisico e mentale S ono cambiate tante cose nel giro di soli 365 giorni: l’Academy è cresciuta, come numero di iscritti e come staff. La qualità del lavoro e dei maestri è il punto di forza di questo sistema dove tutti collaborano e cooperano in sintonia, dai maestri di primo grado alle figure più esperte. L’obiettivo è quello di far migliorare i ragazzi, impostando il lavoro in modo continuativo dal punto di vista atletico, fisico e mentale. L’Academy non è altro che lo sbocco ideale per chi vuole vivere il tennis come esperienza di vita, è l’evoluzione dell’agonistica per chi punta a fare il tennista professionista. Per avere degli atleti preparati è fondamentale avere linee guida comuni, basate su un metodo di insegnamento condiviso dai piccoli della SAT passando all’Agonistica fino ad arrivare all’Accademia; è su questo aspetto che insistono Barbara Rossi e Maurizio Riva. Nell’Academy tutti i maestri seguono tutti i ragazzi, a rotazione. Per ciascun giovane si studia poi un programma di allenamento personalizzato. Ogni anno si apprendono nuovi insegnamenti che arricchiscono il bagaglio personale e tecnico di ciascun giocatore e contribuiscono alla formazione professionale. In questa fase dell’anno la preparazione è fondamentale in vista dei vari tornei in programma nella seconda parte della stagione. Se un anno fa l’Academy era una scommessa ora è una realtà conosciuta e che sempre più si sta affermando nel panorama tennistico milanese e non. Il lavoro è ancora lungo, certo, ma, come sostengono i due referenti RossiRiva: “Ora l’Academy ha una sua identità, abbiamo dato un’impronta specifica”. I primi risultati individuali importanti per gli atleti dell’Academy sono arrivati già lo scorso anno. Ora si punta a crescere come gruppo. Tra le novità da segnalare l’introduzione della videoanalisi come strumento di lavoro per rivedere errori e dettagli della fase di allenamento. Non solo Academy: tutti gli istruttori non seguono unicamente i ragazzi dell’Accademia; il pomeriggio, infatti, si lavora anche con i più piccoli. Il lavoro non muta, l’impostazione è la medesima, a variare è l’intensità. Gli atleti Academy • Federico Arnaboldi • Nicolò Turchetti • Chiara Bordo • Martina Colmegna • Aurora Novati • Milena Jevtovic • Gabriele Sandoli • Nikolò Cecchi Lo staff • Barbara Rossi • Maurizio Riva • Elisa Villa • Matteo Volante • Roberto Guida • Giovanni Teoli (prep.atletico) A loro si aggiunge il prezioso supporto fornito da Manuela Zoni e Luca Pola M 25 TENNIS Chiara un anno dopo La Bordo sogna di essere tra le prime 100 giocatrici nella classifica WTA In questo anno appena trascorso Chiara Bordo è cresciuta e maturata a livello professionale sotto la supervisione dei maestri Barbara Rossi, Maurizio Riva ed Elisa Villa. L’arrivo di due nuove atlete, Martina e Aurora, quasi coetanee di Chiara, ha fornito ancora maggiori stimoli per fare bene, oltre ad essere un motivo di confronto in più in campo. Con le nuove ragazze è nato poi un bell’idillio, un’amicizia che, giorno dopo giorno, sta crescendo sempre più dentro e fuori il campo. Il sogno di Chiara è quello di essere tra le prime 100 giocatrici nella classifica WTA, nell’immediato però si lavora per gli obiettivi legati alla stagione in corso, primo su tutti la possibilità di disputare vari tornei, dagli open agli under 18 senza tralasciare i tornei da 10.000$ e 15.000$ e iniziare così a fare i primi punti utili per la classifica. Due arrivi molto interessanti Aurora e Martina promettono bene per abilità, carattere e determinazione Novati: a caccia di punti Colmegna punta al 300 La 19enne comasca Aurora Novati, attuale classifica 2.7, si divide tra Accademia, allenamenti full time 3 volte a settimana e università part time; è iscritta al 1° anno della facoltà di relazioni pubbliche e comunicazione d’impresa allo Iulm. L’idea di frequentare l’Academy è nata quasi per caso, su suggerimento e consiglio di due atlete del Club, Chiara Bordo e Mara Presot. È stata proprio quest’ultima, amica di Aurora, a consigliare alla ragazza di venire al Quanta Club, per affinare e migliorare la preparazione. Racconta Aurora: “Volevo dare al mio gioco un’impostazione più professionistica, per questo ho deciso di entrare nell’Accademia. All’inizio non sapevo cosa aspettarmi da questa nuova realtà, ora ne sono entusiasta, soprattutto perché ho la possibilità di confrontarmi con giocatrici della mia età e di poter lavorare costantemente sui miei limiti”. Anche se la stagione è appena iniziata la giovane ha già le idee molto chiare sugli obiettivi da conseguire, due su tutti: prendere i primi punti WTA per la classifica e provare a giocare dei tornei internazionali; fino ad ora ne ha disputato solo uno in carriera, vincendolo, un under 18 svolto a Palermo. Ma non c’è solo il tennis nella vita di Aurora che punta anche a proseguire gli studi per conseguire la laurea. La determinazione è il punto di forza di Martina Colmegna, una 20enne che mira, nel giro di breve tempo, a diventare numero 300 al mondo nella classifica WTA per puntare poi al vero sogno: entrare nella top ten del tennis femminile mondiale. Il tennis è una costante della vita di Martina, gli inizi a 6 anni e da lì un susseguirsi di esperienze, fino ad arrivare, due anni fa, a uno dei momenti più difficili della carriera, quando un brutto infortunio alla spalla l’ha costretta a uno stop prolungato. Proprio questo episodio ha segnato la vera svolta nella vita professionale di Martina che dopo l’operazione ha ripreso ad allenarsi con grande costanza e tenacia, seguita dal maestro Roberto Guida. Nel marzo 2016 c’è stato il ritorno ufficiale sui campi da tennis e sono arrivati subito i primi risultati importanti: la vittoria della tappa di pre-qualificazioni al BNL di Roma conseguita sia in singolo che in doppio; in questo caso Martina ha vinto la tappa svolta proprio al Quanta Club. Una volta giunta al Foro Italico le emozioni e le soddisfazioni sono continuate con la vittoria del tabellone di prequalificazione. Tra i risultati più importanti va ricordato anche il primo posto nel torneo 50.000$ doppio di Brescia. Il suo arrivo al Club nasce da una specifica esigenza: la necessità di poter avere una preparazione sempre più completa dal punto di vista fisico, mentale e atletico. Dopo l’arrivo nello staff dell’Academy di Roberto Guida, coach di Martina, ad agosto 2016, l’atleta brianzola ha iniziato ad allenarsi assistita dai maestri Rossi e Riva. La professionalità e la qualità del lavoro svolto hanno quindi convinto Martina a scegliere l’Academy. Attuale classifica 2.2., a livello singolo è la numero 598 nel WTA, nel doppio invece si attesta numero 300 al mondo, in coppia con Deborah Chiesa. M 26 I muscoli dei CAMPIONI Giovanni Teoli oltre ad essere il preparatore atletico di Francesca Schiavone segue i ragazzi dell’Academy O ltre allo staff di maestri che in questi ultimi mesi si è arricchito con l’ingresso di giovani insegnanti talentuosi, l’Academy può vantare ora una nuova importante collaborazione, quella con il preparatore atletico Giovanni Teoli, già preparatore e ancor prima osteopata della “leonessa d’Italia” Francesca Schiavone. A chiamarlo nello staff è stata Barbara Rossi; l’idea iniziale era quella di avvalersi del contributo di Giovanni per seguire Federico Arnaboldi dopo la vittoria dell’Avvenire (giugno 2016) e fornire così al giovane canturino un maggior supporto a livello di preparazione atletica. Dopo poco però la collaborazione è stata estesa e Giovanni ha iniziato a seguire i ragazzi dell’Academy quotidianamente, dal lunedì al sabato. Ora è il periodo della preparazione invernale, in vista della fase dei tornei che prenderà il via a partire dalla primavera: è importante che in questi mesi si lavori con attenzione e concentrazione. Gli allenamenti variano tra palestra, spazi aperti e campi da beach volley, per fornire una preparazione il più possibile ampia, completa e strutturata. Il lavoro di Giovanni si struttura su 3 aspetti: prevenzione, rinforzo muscolare generico e lavoro atletico specifico. “Alla base di ogni sport agonistico, e quindi anche del tennis, c’è la ricerca di spingersi al limite”, spiega Giovanni Teoli che evidenzia poi quali sono gli aspetti su cui bisogna maggiormente lavorare, in fase di preparazione atletica: “È fondamentale l’atteggiamento che si ha, in campo e fuori. Prima che sul fisico i ragazzi devono allenare le proprie ambizioni. Un buon allenamento non può prescindere da 3 principi cardine: l’energia che si sprigiona, il rimo con cui si imposta il lavoro e soprattutto la testa, fattore fondamentale”. Il metodo di lavoro del preparatore dell’Academy non differisce poi molto dall’impostazione data da Fabio Giuliano, preparatore atletico dell’agonistica del Quanta Club. È lo stesso Giovanni a sottolineare la cosa: “È fondamentale avere un sistema di lavoro condiviso. Così facciamo io e Fabio: dando la stessa impostazione e struttura agli allenamenti cerchiamo di creare continuità tra queste due realtà visto che l’Academy è lo sbocco naturale dell’agonistica”. “Quei 20 secondi” Anche i tempi di recupero sono importanti per il nuovo “acquisto” dell’Academy L’incontro di Giovanni Teoli con il mondo del tennis avviene quasi per caso, nel 2002, quando, mentre stava ultimando gli studi all’università, ha iniziato a lavorare come preparatore atletico. Un passato legato al calcio, gli studi di osteopatia fino ad arrivare poi, quasi in punta di piedi, in questa nuova realtà. La vera svolta arriva nel 2014 quando inizia a seguire Francesca Schiavone come osteopata prima e come preparatore poi, entrando a far parte del suo entourage milanese. Da qui in avanti è tutto un crescendo: di esperienze, di viaggi, di emozioni. A raccontarlo è lo stesso Giovanni: “Ho girato il mondo e ho avuto la possibilità di vedere da vicino grandi campioni e carpire segreti sui loro metodi di allenamento”. Ma la passione per il tennis non si è limitata a questo, ancora oggi, infatti, continua a studiare, partendo dalla propria esperienza personale con la racchetta: “Continuo a prendere lezioni di tennis per capire quali sono i miei punti di debolezza su cui lavorare. Parto dalla conoscenza anatomica del movimento, da qui poi mi soffermo e lo studio. Tra uno scambio e l’altro, per esempio, ci sono 20 secondi di recupero; una volta appurato ciò bisogna capire quali elementi e gesti atletici inserire”. Non solo tecnica quindi ma un lavoro approfondito e dettagliato, partendo dalla convinzione che il tennis sia uno sport basato sull’intermittenza, in cui è fondamentale usare la forza esplosiva. Oltre a seguire i ragazzi dell’Academy del Quanta Club e Francesca Schiavone, Giovanni collabora dal 2015 con la Federazione Tennis Turca, nello specifico segue Ipek Soylu, 150 al mondo in classifica WTA e 50 in doppio. M 27 TENNIS SAT formula vincente Un’ottantina di iscritti alla Scuola Addestramento Tennis che tre volte alla settimana cercano sempre di migliorarsi Uno staff super Lo staff della SAT è davvero super. Ecco gli artefici del successo dell’iniziativa: Manuela Zoni, Luca Pola, Toribio Ventura, Matteo Volante, Roberto Guida, Stefania Barbiero, Filippo D’Agostino e Jacopo Volontieri. A questi vanno poi aggiunti il preparatore atletico Fabio Giuliano e Mary Dona, impegnata nella parte atletica il sabato mattina. M 28 L a Scuola Addestramento Tennis adulti del Quanta Club si rivolge a persone di ogni età che desiderino imparare a giocare a tennis in modo completo. La formula adottata la rende unica nel suo genere: tanto lavoro in campo e in palestra, lezioni mirate e differenziate da campo a campo e 4 tornei annuali per misurarsi con se stessi e con gli altri. Alla parte tecnica sul campo si affianca quindi un importante lavoro di potenziamento atletico in palestra. Le lezioni si svolgono in 3 giorni distinti della settimana, martedì, giovedì e sabato, dalle ore 19 alle ore 21 in settimana, mentre il sabato ci si allena dalle ore 10 alle 12. La formula è rodata da ben 4 anni: un’ora di atletica e un’ora di gioco in campo. La parte atletica si svolge tutti insieme mentre per il lavoro tecnico si è suddivisi in gruppi, massimo quattro giocatori più un insegnante per campo. A inizio stagione gli atleti vengono divisi in gruppi a seconda del livello di gioco: da quello base, di chi è all’inizio, fino ai gruppi di terza categoria. Tutti i maestri del Club sono impegnati con la SAT adulti durante la stagione. A differenza di quanto si possa credere dal nome “adulti” l’ambiente della SAT è estremamente giovane e giovanile, essendo lo sbocco naturale per tutti i ragazzi che provengono dal mondo del tennis e che, una volta terminate le superiori, decidono di proseguire con gli studi iscrivendosi all’università. Il successo della SAT, circa 80 iscritti quest’anno, si basa sul perfetto connubio tra lavoro atletico e tecnico. La gente sceglie di iscriversi per migliorare ma anche per dare continuità alla propria preparazione (si comincia a settembre per arrivare fino a giugno). L’obiettivo a cui puntano gli atleti è quello di essere più autonomi e avere così una padronanza migliore di questo sport. Accanto a questo, spiega la responsabile tennis Manuela Zoni “c’è la speranza di far incontrare persone che in futuro possano giocare tra di loro e che si avvicinino sempre più alla vita del Club, fino a diventarne Soci”. M 29 Kia-Errani binomio vincente In via Assietta la tappa finale del Kia Tennis Trophy con la presenza della grande Sara Anche quest’anno Kia ha scelto il Quanta Club come sede finale del Kia Tennis Trophy. Dopo il successo dell’edizione 2015 quindi, ancora una volta, il centro sportivo di via Assietta ha ospitato la tappa finale di questo torneo. I giocatori si sono dati battaglia sui campi in terra del Club per aggiudicarsi un pass e volare così in Australia per assistere agli Australian Open, in programma dal 16 al 29 gennaio. Quella del Quanta Club è la tappa conclusiva del Kia Tennis Trophy, torneo andato in scena su alcuni dei principali campi da tennis italiani. Queste le tappe del trofeo edizione 2016: Roma, Vicenza, Torino, Bari, Faenza, Napoli, Palermo, Cagliari. Riflettori puntati dunque sul centro di via Assietta da venerdì 2 a domenica 4 dicembre 2016. Il momento clou di questa 3 giorni di tennis e festa è stato domenica mattina quando Sara Errani, testimonial dell’evento, si è esibita in palleggi insieme ai piccoli campioni della scuola tennis del Quanta Club. Nelle foto in alto due immagini della scorsa edizione. Crucitennis TENNIS 30 M INFORMAZIENDA Insieme per l’IKSDPNyandiwa Teachers Training College “Harambee” in Swahili significa “lavorare insieme”: questo è lo spirito di Together Harambee, il Progetto promosso dalla Fondazione Brownsea, partner e promotore principale di IKSDP (International Kenyan Scout Development Project, una ONG del Kenya), Innext e Google for Education che, insieme, stanno collaborando per fornire gratuitamente agli studenti, al corpo docente e al personale dell’IKSDP-Nyandiwa Teachers Training College, la soluzione Google di comunicazione e collaborazione integrata specifica per scuole e università. ciari incentivandone lo sviluppo educativo e professionale in senso globale, a Settembre 2016 un team di Innext ha trascorso un’intensa settimana a Nyandiwa, con l’obiettivo di formare i membri del Comitato direttivo del College IKSDP sull’uso di Google for Education, conoscere da vicino la cultura locale e incontrare Safaricom, il più importante gestore della telefonia mobile del Kenya. L’introduzione di Google for Education rappresenta un passaggio importante dello sviluppo della zona rurale di Nyandiwa che, grazie al lavoro iniziato nel 1983 dalla Fondazione Brownsea e da IKSDP, è entrata in contatto con il resto del Paese diventando un punto di riferimento nazionale per l’avanguardia del suo College e per i riconoscimenti accademici che i suoi studenti, ragazzi e ragazze, continuano ad ottenere. A partire da Giugno 2016 il College di Nyandiwa, che si trova sulle rive del lago Vittoria in Kenya, e che forma insegnanti di scuola primaria, ha iniziato a sperimentare una moderna modalità di studio, confronto e relazione, sia online che offline. L’importanza del Progetto risiede proprio nell’attivazione di una rete di interconnessioni relazionali, che consente uno scambio continuo, reciproco e coinvolgente tra gli studenti, gli insegnanti e lo staff del College, oltre all’intera comunità di Nyandiwa. Ora Together Harambee vuole superare i limiti geografici e rendere l’IKSDP-Nyandiwa Teachers Training College il nodo di una rete globale, in cui conoscenza e valori sono condivisi e condivisibili sempre e tramite qualsiasi dispositivo (fisso e mobile). Una rete aperta, integrata e sicura, in cui si possa “Harambee”. Innext.com Seguendo l’idea alla base dell’iniziativa, ovvero educare e trasferire delle competenze ai benefi- M 31 PISCINA & FITNESS La forma nasce in piscina Un’ora di aquagym fa bruciare il 30% di calorie in più rispetto a una sessione “a secco” A Tutto nasce con i Romani L’acqua come “aiuto-istruttore” ha una storia millenaria L’acqua come terapia era di moda fin dai tempi degli antichi Greci, dei Romani, degli Assiri, dei Babilonesi e degli Egiziani. Nei secoli le terme sono state una costante per il relax e la ricerca salutistica ma nessuno aveva mai pensato di farne una vera attività di fitness. Sino alle metà degli anni Novanta quando negli Stati Uniti gli istruttori delle palestre si sono accorti che l’attività al chiuso cominciava a stancare i praticanti. Accanto al boom dell’aerobica, propagandata soprattutto da Jane Fonda, nasceva così un movimento che vedeva i salutisti radunarsi in gruppi, per socializzare oltre che per dimagrire. Questa moda, con il passare del tempo, spesso legata a scarsa preparazione e improvvisazione, aveva iniziato però a causare qualche danno come compressioni vertebrali, discopatie, ernie, problemi circolatori, cartilaginei e ossei, distorsioni a causa dell’alto impatto dell’esercizio. A questo punto i medici e gli insegnanti americani (seguiti poi da quelli brasiliani e solo nell’ultimo decennio da quelli europei), hanno capito che bisognava correre ai ripari addolcendo “l’impatto” dell’esecuzione “a secco”. Come? Semplicemente portando gli esercizi di aerobica in acqua. E così è esplosa la mania dell’aquagym. nche l’aquagym non è più quella di una volta. E stiamo parlando di una disciplina che negli ultimi anni si è inserita prepotentemente nel mondo del fitness. La sua storia risale ai tempi dell’antica Roma quando si era già compresa l’importanza dell’acqua come elemento essenziale per un rinvigorimento del corpo e della mente. Se un tempo c’erano le terme, dove tutti potevano andare a rilassarsi e a praticare una serie di esercizi mirati nelle vasche d’acqua (fredda e calda), oggi le piscine come quella del Quanta Club hanno istruttori competenti che insegnano esercizi da svolgere singolarmente o in gruppo, con i quali poter lavorare sul miglioramento del proprio fisico, senza rinunciare al divertimento e al piacere di stare in compagnia. Sul piano del controllo del peso, argomento che interessa soprattutto le frequentatrici della piscina, i risultati sono più rapidi: secondo gli esperti, un’ora di acqua-fitness fa bruciare il 30% di calorie in più rispetto a una sessione “a secco”. E soprattutto scolpisce là dove serve, facendo perdere peso e mettendo ko la cellulite (ma ricordiamoci sempre dell’importanza dell’alimentazione). Nel dettaglio sono molti i benefici estetici e salutari di questa disciplina: l’acqua, infatti, sostenendo la colonna vertebrale, previene i traumi muscolari e assicura un allenamento in totale sicurezza. La circolazione sanguigna trae grande giovamento dall’aquagym perché il movimento nell’acqua favorisce la circolazione linfatica, eliminando ritenzione idrica, vene varicose, senso di gonfiore e pesantezza delle gambe che sono poi quelle maggiormente beneficiate da questo allenamento. Le signore trovano poi grande giovamento nella guerra alla cellulite poiché il movimento in acqua provoca uno spostamento delle masse dell’acqua stessa, che facendo pressione contro il corpo agisce come un idromassaggio, contrastando i cuscinetti, la cellulite e il sovrappeso arrivando anche a eliminare gli inestetismi a “buccia d’arancia” e tonificando pancia, glutei e cosce. Il controllo delle calorie, alla base di ogni dieta seria, passa anche attraverso movimenti che brucino i grassi. Grazie all’attrito con l’acqua lo sforzo muscolare necessario per lo svolgimento degli esercizi è molto superiore a quello impiegato “a secco”. L’aquagym agisce sui muscoli recuperandone elasticità e tonicità senza aumentare troppo la massa muscolare come invece può avvenire con determinati esercizi svolti in palestra. I muscoli, se mai, si allungano e non crescono di volume. M 32 Acque bollenti Grande movimento in piscina tra corsi, agonistica e master AQUAGYM Con l’inizio del nuovo anno scolastico è ripresa anche l’attività legata alla piscina, dai corsi per bambini fino a quelli per adulti, senza dimenticare agonistica, master e molte altre attività. Tra questi spiccano il kayak, i corsi di sub e quelli di aquagym. Questo il programma delle lezioni e i rispettivi istruttori che si alternano in vasca: Lunedì • 13.45 – 14.00: Luca Bertante • 15.00 – 15.45: Luca Bertante • 19.15 – 20.00: Mila Martedì • 15.00 – 15.45: Annalisa • 19.00 – 19.45: Franco Kayak Ogni lunedì sera, dalle ore 21.30 alle ore 23.00 la piscina del Quanta Club si trasforma in una grande vasca per i corsi di kayak. I vari atleti, ciascuno con la propria canoa, si esercitano in vasca tra allenamenti vari e sfide. Per tutti gli amanti di questo sport il Quanta Club è quindi il luogo ideale dove potersi ritrovare, in attesa poi, con la bella stagione, di affrontare le discese impervie dei fiumi. Mercoledì • 11.15 – 12.00: Franco Giovedì • 13.00 – 13.45: Ingrid • 19.00 – 19.45: Luca Bertante Venerdì • 15.00 – 15.45: Luca Bertante Sabato • 13.00 – 13.45: Franco Informazioni Per fissare una prova di nuoto invia una mail a: [email protected] Sub La scuola subacquea Quantadiving si rivolge a tutti i sub o futuri tali che vogliano conseguire il brevetto Padi. Sotto la supervisione dei due responsabili Paolo Bernucci e Pasquale Bianco si impara ad immergersi sott’acqua, a respirare con l’ausilio di bombole e a provare l’emozione di essere senza peso. L’età minima richiesta per accedere ai corsi è di otto anni. Ciascun atleta è fornito di kit per l’immersione. Il kit è composto da: bombola ad aria compressa, erogatore e manometro subacqueo. I corsi si svolgono presso la piscina il mercoledì sera, dalle 20.00 alle 21.00. Per fissare una prova si possono contattare direttamente i due referenti o prenotare una lezione rivolgendosi alla reception del Quanta Club. Aquagym L’offerta dei corsi di aquagym è estremamente ampia: dal lunedì al sabato, infatti, si susseguono in piscina corsi di aquagym a orari differenti, per soddisfare le esigenze di tutti gli amanti... dell’acqua. Per frequentare le lezioni si può acquistare il carnet da 10 ingressi, o ancora sottoscrivere l’abbonamento Open Acqua (che unisce al nuoto libero i corsi di aquagym) o l’Open Fitness Total, la formula completa che comprende palestra, corsi fitness, aquagym e nuoto libero. M 33 OPEN FITNESS TOTAL Per chi ama la palestra e il fitness ma non vuole rinunciare a una nuotata rilassante l’Open Fitness Total è l’abbonamento ideale. La formula total, infatti, consente di avere accesso alla palestra, ai corsi fitness e alla piscina, per il nuoto libero o per l’aquagym. Si può scegliere tra abbonamento semestrale o annuale. In entrambi i casi sono 3 le soluzioni proposte, per venire incontro agli orari e alle esigenze di tutti: la formula full (senza limitazione di orari), quella part time (abbonamento fino alle ore 16.00) o quella serale valido dalle ore 17.30. Per avere maggiori informazioni chiama la Reception del Quanta Club allo 02 6621611. INFORMAZIENDA Day: soluzioni di benessere che ti migliorano la vita Quando sulla porta di ingresso di un esercizio pubblico notate un adesivo verde con su scritto Day, sappiate che se avete buoni pasto Day gruppo UP con voi sarete i benvenuti, perché quel locale è partner della filiale italiana del gruppo UP e potrete saldare la vostra consumazione con uno dei suoi buoni. La missione di Day è quella di immaginare e creare prodotti e servizi semplici, che facilitano l’esistenza delle persone e delle imprese per rendere la loro vita più leggera nel quotidiano, in città, sul lavoro. Una vocazione che nasce in Italia quasi trent’anni fa e oggi si concretizza in una serie di proposte scelte quotidianamente da migliaia di aziende. Nel panel di proposte il servizio più conosciuto è quello del buono pasto, con il quale 500.000 lavoratori ogni giorno trascorrono la pausa pranzo in uno dei 110.000 locali affiliati. Può essere sotto forma di carnet cartaceo o digitale con card a microchip multifunzione, che garantisce sicurezza e praticità d’uso. Con Day Tronic l’esenzione fiscale prevista per legge garantisce al dipendente un potere d’acquisto esentasse più alto. In forte sviluppo il servizio Day Welfare grazie alle agevolazioni introdotte dall’ultima Legge di Stabilità, che incentivano le imprese nello sviluppo di piani di welfare di secondo livello per i loro dipendenti. Il prodotto che sta ottenendo riscontri sempre più favorevoli è Cadhoc, buono shopping ideale come fringe benefit per dipendenti, omaggio per clienti, incentivo per forza vendita e premio in concorsi e promozioni. Multi insegna e multi funzione, Cadhoc è spendibile da chi lo riceve nei negozi delle più famose catene di abbigliamento, sport, arredamento, supermercati, ma anche online, in prestigiosi store e-commerce come Amazon, Zalando, Ibs, o Mediaworld.it Personalizzabile con il logo aziendale o un claim scelto dal cliente, può essere di qualsiasi valore e raccolto in carnet. Il buono regalo Cadhoc come fringe benefit per i propri dipendenti rientra nella categoria delle erogazioni liberali fino a €258 all’anno. È deducibile ed esente IVA. Cadhoc è un’ottima soluzione per motivare i propri agenti di vendita e fidelizzare clienti e fornitori. Deducibile tra le spese di rappresentanza, rende obsoleti i gadget, inutili e costosi. Chi riceve un voucher Cadhoc vi sarà grato, perché vivrà un’esperienza nella quale si sentirà protagonista: sceglierà il suo regalo! La diffusione sul territorio nazionale ne fa il prodotto ideale per concorsi e promozioni. Cadhoc fa sempre tendenza, non passa di moda, non diventa tecnologicamente obsoleto. È la soluzione che libera dal peso della logistica, semplice da ordinare e gestire. E Day gruppo UP, che propone questa soluzione personalizza i buoni shopping in base alle esigenze del committente. Tutti i servizi sviluppati da Day gruppo UP hanno la vocazione di contribuire a sviluppare un’economia sostenibile al servizio di una società più solidale e democratica, soddisfacendo le esigenze di clienti, partner e utilizzatori. M 34 PADDLE mon amour il Paddle Carlo Ruffori è istruttore al Quanta Club oltre che giocatore di A2 MAESTRO Carlo Ruffori nei nostri campi da Paddle L a passione di Carlo Ruffori per il paddle nasce casualmente. È la primavera del 2014 quando vede sorgere al Tennis Ambrosiano i primi campi. Da lì matura una curiosità verso questo sport che lo porta fino al Tennis Gardanella, al cospetto di Gustavo Spector, maestro di paddle del centro. Qui inizia a prendere lezioni e a partecipare poi ad alcuni tornei. Ed è proprio nella G.S. Academy (scuola di Paddle all’interno della Gardanella) che Carlo si forma e matura come giocatore, fino ad entrare a far parte della squadra di paddle del circolo. Con il passare degli anni l’amore per questo sport è cresciuto fino a diventare una vera e propria professione. Oggi Carlo ricopre il duplice ruolo di istruttore di paddle al Quanta Club e di giocatore nella squadra della Gardanella, con cui disputerà il campionato di serie A2 nella prossima stagione, a seguito della promozione dalla serie B. Obiettivo più immediato è invece la partecipazione agli assoluti regionali di terza categoria. Perché la scelta del paddle? La motivazione è molto semplice: “Nel 2014, quando ha iniziato ad essere conosciuto e praticato, il paddle ha portato un reset a livello agonistico. Tutti hanno iniziato da zero. C’era molta meno differenza a livello tecnico tra le persone di quanto non vi fosse con il tennis”. 5 buoni motivi Va bene il tennis ma... Ecco 5 buoni motivi per giocare a paddle. 1 A differenza di altri sport, come il tennis, si può giocare senza accanirsi sul fatto di dover prendere lezioni. 2 Non serve una preparazione tecnica complessa per fare una partita come invece avviene per altri sport, come il tennis. 3 È uno sport veloce e rapido 4 È intuitivo, si può giocare fin da subito divertendosi 5 È per tutti. Una volta che si prende dimestichezza con la racchetta si possono subito fare partite con gli amici. TOTTI E NADAL IN CAMPO Sono molti gli sportivi che si sono appassionati a questa disciplina. C’è differenza tra tennis e paddle? Chi proviene dal mondo del tennis è più agevolato a giocare a paddle anche se a livello tecnico ci sono molte diversità. Nel paddle la varietà dei colpi è sopra la testa, nel tennis invece i colpi vengono giocati soprattutto sotto la testa, eccezion fatta per lo smash. Questa disciplina ha estimatori nel mondo del calcio come Francesco Totti (il lunedì mattina corre alla Canottieri di Roma per divertirsi), Roberto Mancini, Diego Armando Maradona e Gabriel Batistuta. Nel mondo dello spettacolo e nel jet set Alberto di Monaco, Neri Marcorè, Luca Barbarossa e il regista Fausto Brizzi. Molti tennisti in attività praticano il paddle per allenamento-divertimento: Rafa Nadal, Feliciano Lopez, David Ferrer, Sara Errani, Roberta Vinci e altri. Tra gli ex professionisti se ne sono innamorati Gabriela Sabatini e Arantxa Sanchez. M 35 M 36 Prevenire è meglio che curare? Diciamoci la verità. Quante volte, parlando tra amici, o con i colleghi di lavoro, abbiamo sentito o pronunciato noi stessi frasi come queste: “Ah, se ci avessi pensato prima..”, oppure, “Ma come ho fatto a non pensarci prima…”, “Forse avrei potuto prevederlo…”. Certo, non si può prevedere tutto, ma se parliamo della nostra salute, e di quella dei nostri cari e della nostra famiglia, allora cambia la prospettiva, è necessaria più attenzione e si impongono alcune riflessioni, perché, come recita un vecchio e saggio detto popolare, “con la salute non si scherza”. La prevenzione, al riguardo, è importantissima. Riuscire a diagnosticare una patologia in tempo utile è quasi sempre una condizione che aiuta a ridurre i tempi di degenza e ad accelerare la guarigione. Generali Sei in Salute Alta Protezione di Generali Italia un prodotto di assoluta avanguardia e completezza sul mercato assicurativo. Nel nostro titolo, che riporta fedelmente un aforisma, non a caso leggete il punto interrogativo: è una domanda aperta a più risposte utili. Perché, se è vero che la prevenzione è fondamentale per mantenerci in buona salute, è doveroso segnalare l’importanza di cure mediche adeguate per sconfiggere la malattia. Partendo da questo presupposto, conoscendo anche i costi attuali delle prestazioni sanitarie, una formula assicurativa di Generali Italia può davvero fare al caso nostro, come partner affidabile per mettere al sicuro la nostra salute, la cosa più preziosa, e per farne un bene alla portata di tutti. Generali Italia, da sempre particolarmente attenta alle esigenze dei Clienti, non può lasciarti solo proprio nel momento del bisogno. Generali Sei in Salute Alta Protezione di Generali Italia, la soluzione pensata per la tutela a 360° della salute della famiglia, offre sei combinazioni di garanzie principali e tante opzioni studiate per far fronte ai bisogni di cura o assistenza sanitaria che possono presentarsi in ogni stagione della vita. Si parte con la copertura Basic per affrontare le spese mediche sostenute per il ricovero e/o intervento in caso di malattia, parto o infortunio. Si continua con la Comfort, che, oltre a protezioni più ampie, ti consente di controllare il tuo stato di salute attraverso il “Programma di prevenzione”, grazie ad un check - up gratuito, ed a una serie di visite, di esami, di consulenze mediche e di servizi indirizzati alla prevenzione ed alla diagnosi precoce. La formula Top, la più completa, offre anche la copertura per visite mediche specialistiche e prestazioni innovative come Medical Advice Program, Distance Care e Assistenza domiciliare Integrata, che fanno di Si può anche scegliere la formula Grandi Interventi e Malattie Oncologiche che ti garantisce una copertura che indennizza le spese mediche per un’ampia serie di interventi e per quelle malattie che impongono la ricerca delle migliori professionalità disponibili in campo chirurgico. Inoltre, due formule, Diaria e Diaria e Spese Mediche, ti indennizzano in caso di ricovero e di spese mediche sostenute in relazione al ricovero stesso, costituendo così una preziosa integrazione alle prestazioni offerte dal Servizio Sanitario Nazionale. Ma non è tutto. E così, con la garanzia Assistenza, puoi sempre contare, ogni giorno, sulla tua Compagnia. Grazie alle tre formulazioni, Classic, Plus ed Executive hai la possibilità di scegliere il livello di assistenza e garantirti un servizio aggiornato con le ultime tecniche medico sanitarie, dalla consulenza medica telefonica all’invio di un medico al domicilio, dalla telemedicina al trasporto sanitario dell’assicurato, dalla consegna dei medicinali e degli esiti degli accertamenti presso il tuo domicilio fino all’anticipo per le spese di prima necessità. Inoltre, potrai avvalerti del Servizio di Dental Network, per far si che il tuo sorriso sia sempre in ordine! Generali Sei in Salute Alta Protezione di Generali Italia ti permette anche di assicurare gratuitamente i bambini fino a dieci anni. Niente male come possibilità, non è vero? Abbiamo previsto proprio tutto. Rivolgiti con fiducia all’Agenzia Generali Italia dove potrai scegliere, tra le tante opzioni, la soluzione personalizzata per le tue esigenze attuali, assistito dalla professionalità e dall’esperienza dei nostri collaboratori, che ti aiuteranno anche a conoscere tutti i dettagli delle prestazioni innovative offerte dalla garanzia Top. Con Generali Sei in Salute Alta Protezione di Generali Italia guardi avanti con serenità e ti garantisci un futuro in buona salute. AGENDA Tra Fitness e Rodeo Si prospetta un dicembre ricco di appuntamenti e ancor più un 2017 pieno di novità e iniziative. Eventi legati allo sport ma non solo, per soddisfare le esigenze di tutti, sportivi e non... Dicembre • 7/8 dicembre 2016 • 17 dicembre 2016 Tennis. Rodeo Quanta Winter Cup Torna l’appuntamento con il rodeo giovanile dedicato alle categorie under 10, 12, 14 maschile e femminile. Si scende in campo dalle ore 9 del mercoledì alle ore 21.30 per match avvincenti ed emozionanti, senza esclusione di colpi. Il torneo è riservato a massimo 32 giocatori per categoria in ordine di iscrizione. Danza. Saggio di Natale I ballerini del Club si esibiscono in uno spettacolo natalizio davanti ad amici e parenti sulla pista da roller. Immancabile una sorpresa per i più piccoli nel finale. Tennis. Torneo SAT Appuntamento per tutti gli atleti della Scuola Tennis del Quanta Club, dai piccoli agli adulti. Il torneo vale come selezione per il Fit Junior Program. Al termine del pomeriggio di sfide, si comincia alle ore 14.30, per più piccoli c’è la discopizza, per ballare, giocare e divertirsi in compagnia dei propri maestri. • 11 dicembre 2016 Beach Volley. Torneo di Natale Prima di salutarsi per le festività c’è ancora tempo per una sfida dal sapore tutto natalizio con il Torneo di Natale 2 x 2 misto. E dopo la sfida la serata prosegue al Ristorante del Club, con il giropasta. Hockey. HC Milano Quanta vs Libertas Forlì Ultima gara di questo 2016 per i Campioni d’Italia in carica del Milano Quanta. Necessario chiudere l’annata con una vittoria. M 38 • 12 dicembre 2016 Fitness. Evento di Natale Dopo il grande successo dello scorso anno con la festa di Natale red&white viene riproposto il binomio vincente fitness e aperitivo. La formula collaudata è semplice: si balla, si fa attività con i vari corsi fitness e poi ci si sposta in pizzeria per l’aperitivo. L’evento, aperto a tutti, inizia dalle ore 17. Oltre ai consueti corsi del plan del lunedì largo spazio a lezioni speciali per coinvolgere il maggior numero di istruttori del Quanta Club. Accanto agli inossidabili istruttori del lunedì Luca Bertante, Alessia Garbujo, Mila, Davide e Silvia, ci sono Franco Fortunato, Alice Pierro, Paola Antoniotti e Ilenja Lattanzio. Una grande festa del fitness e del divertimento gratuita. Gennaio • metà di Gennaio gli adulti, invece, c’è una novità: il torneo non è più singolo ma doppio. • seconda metà di Gennaio Hockey. HC Milano Quanta vs Sportleale Monleale Per l’ennesima volta in questa stagione considerando amichevoli pre stagione, campionato e qualificazioni di Coppa Italia, le due compagini si trovano una di fronte all’altra. Paddle. Torneo Torneo maschile e misto per tutti gli amanti di questo sport. Tennis. Tennis Clinic Stage intensivo di tennis riservato ai Soci del Quanta Club. Sotto la supervisione dei maestri del Club i Soci possono allenarsi e fare lezioni intensive, con lo scopo di migliorare la propria tecnica di gioco. Tennis. Torneo Manager Il torneo è rivolto a manager di aziende. Dopo il torneo aperitivo in Club House. • 22 gennaio Tennis. Tennis Clinic Stage intensivo di tennis riservato ai Soci del Quanta Club. Sotto la supervisione dei maestri del Club i Soci possono allenarsi e fare lezioni intensive con lo scopo di migliorare la propria tecnica di gioco. Tennis. Fit Junior Program Il Quanta Club ospita la tappa di questo circuito rivolto ai più piccoli. Si sfidano i bimbi di vari circoli, divisi per fasce d’età. Queste le categorie interessate: red under 7, orange under 8, super orange under 10, green under 12, super green under 14. Tennis. Torneo 3 racchette Torneo riservato ai Soci del Quanta Club. Come dice la parola stessa in una sola giornata ci si sfida in 3 sport diversi, tennis, paddle, e beach tennis, usando quindi 3 diverse racchette. Ci si divide in squadre, ciascuna squadra è composta da almeno 6 componenti, divisi in coppie a cui si sommano poi eventuali riserve. I 3 tornei, quello di tennis, paddle e beach tennis, si giocano in contemporanea sui vari campi del Club. • 28 gennaio 2017 Hockey. HC Milano Quanta vs Asiago Vipers Primo impegno casalingo di questo nuovo anno per i rossoblu che tornano in pista, come di consueto, alle ore 19. Febbraio Marzo • 4 febbraio Hockey. HC Milano Quanta vs Lepis Piacenza Sfida casalinga del Milano Quanta prima della sosta per la final six di Coppa Italia. Cena con delitto (evento per i Soci) Serata di grande divertimento al ristorante del Quanta Club con la cena con delitto. Evento esclusivo per i Soci del Club. Durante la cena andrà in scena un vero e proprio delitto, agli ospiti della serata il compito di risolvere il mistero e scoprire l’assassino, per aggiudicarsi così il premio finale. • 25 febbraio Tennis. Torneo SAT di Carnevale Torneo differenziato a seconda delle categorie: bambini e ragazzi si sfidano nel singolare maschile e femminile, per M 39 Beach VOLLEY La carica dei 200 Entusiasmo crescente tra i ragazzi delle medie e delle superiori ai corsi del Quanta Club C Daniel, amata palla Cerri, un allenatore passato dalla pallavolo al beach volley, sempre con successo Non il solito calcio, né il nuoto o il tennis, ad appassionare fin da subito Daniel Cerri è l’amore per il beach volley. A onor del vero prima del beach a colpire e incuriosire Daniel è stata la pallavolo, all’età di 7 anni. Da qui un crescendo fino ad arrivare al beach volley, come giocatore e ora anche come istruttore. Seppur giovane, 23 anni, il ragazzo ha idee e obiettivi molto chiari a livello di carriera personale primo su tutti migliorare il 7° posto a livello di campionato italiano invernale ottenuto nella passata stagione in coppia con Daniele Gambarelli. Dando uno sguardo al 2017 e alla stagione estiva Daniel punta ad entrare nel main draw. M 40 ome confermano le statistiche degli ultimi anni la passione per il beach volley è in netta crescita. Anche i corsi del Quanta Club hanno avuto un incremento costante nel numero di iscritti negli anni, fino ad arrivare in questa stagione a varcare la soglia di 50 tra ragazzi delle medie e delle superiori su un totale di 200 iscritti. Ad allenare e seguire i ragazzi di quest’età è Daniel Cerri, da 4 anni membro dello staff di istruttori di beach volley del Quanta. L’attività giovanile è strutturata su allenamenti mono-bi-trisettimanali. Ogni settimana l’allenamento è impostato sull’apprendimento di un fondamentale del beach volley, con esercizi tecnici mirati e differenziati per fasce di età. Lo scopo principale dei corsi è quello di far conoscere ai più giovani questo sport e farli appassionare al mondo del beach. A livello tecnico, invece, gli obiettivi variano e si differenziano a seconda dei corsi e dell’età: il lavoro svolto con i ragazzi delle medie serve per cominciare a capire come ci si muove in campo nel due contro due, con i liceali si punta a una preparazione fisico-tecnica il più possibile completa, in previsione di un possibile salto verso l’agonistica. Le soddisfazioni di un insegnante sono tante, lo sa bene Daniel che si divide tra i corsi per ragazzi e quelli per adulti: “Cerco di trasmettere ai miei allievi l’amore e la passione per il beach volley. È bello vedere come le persone si appassionino a questo sport; il beach è coinvolgente ed entusiasmante allo stesso tempo. I ragazzi si avvicinano a questo mondo per curiosità e finiscono poi per innamorarsene. Il nostro scopo principale è quello di formare giocatori e persone in grado di procedere poi autonomamente, desiderose di giocare con gli amici, nei tornei o sulla spiaggia”. I beachers amano il Quanta CLUB Quanta Christmas Club Il team building aziendale a Natale trova in via Assietta il partner logistico ideale Via Assietta è un punto di riferimento per appassionati e tornei Il Quanta Club è ormai punto di riferimento e di ritrovo per i beachers milanesi e non: non è un caso, infatti, che i campi da beach del Club siano spesso stati scelti come tappe di tornei e circuiti. In questa stagione oltre ai consueti tornei organizzati dai maestri del Club, il Quanta ospita alcune tappe di due importanti circuiti regionali di beach volley: l’Opes e il Mikasa beach winter series. Opes Al suo secondo anno di vita come circuito nel nord Italia, al suo esordio sui campi del Quanta, questo torneo si rivolge agli amatori. Il circuito si svolge in 3 differenti centri sportivi, Quanta Club, MBA Sport Academy e Beach Life Volley Soul. Ciascun centro ospita 4 tappe. In base alla classifica ottenuta sommando i punteggi delle varie tappe si approda alla finale italiana, a Roseto degli Abruzzi. Tappe Opes al Quanta Club: 23 ottobre: 2 x 2 misto 18 dicembre: 2 x 2 maschile | 2 x 2 femminile 12 febbraio: 2 x 2 misto 26 marzo: 2 x 2 maschile | 2 x 2 femminile Mikasa Questo torneo vanta una lunga storia e tradizione ed è rivolto al mondo del beach volley agonistico. È una sorta di torneo preparatorio in vista della stagione estiva. Lo scorso anno a vincere le fasi finali del Mikasa è stato Daniel Cerri, maestro del Quanta Club, in coppia con Daniele Gambarelli. Le tappe del Mikasa, oltre al Quanta Club, si svolgeranno in altri 5 centri sportivi lombardi: Beach Land (Mazzano – BS), Goparc Beach Stadium (Bagnolo Sab Vito – MN), Paradise Beach (Sesto San Giovanni – MI), Centro Pavesi FIPAV (MI) e Lazzate Sports Arena (Lazzate – MB). Al termine del circuito verranno organizzati master finali indoor maschili e femminili. S i chiama “Quanta Christmas Club” il momento in cui tutta la struttura di via Assietta può diventare il miglior partner per creare un evento aziendale nel più bel villaggio di Milano. I giorni a cavallo del Natale possono infatti rappresentare il classico momento di aggregazione aziendale, per festeggiare e salutarsi prima delle vacanze di fine anno, tutti insieme per il raggiungimento di un obiettivo. È anche l’occasione per sentirsi uniti, per rafforzare il team. Sono giorni in cui non esistono solo lo shopping e la corsa ai regali ma anche l’esaltazione dei valori dell’amicizia e della convivialità. Anche tra colleghi quando intorno a una tavola imbandita possono scambiare chiacchiere in amicizia e consolidare relazioni. Il Quanta Club colora i suoi spazi di atmosfere dal sapore natalizio e apre le porte al Natale proponendo per le aziende un’offerta, appunto il ”Quanta Christmas Club” con la quale le società interessate possono realizzare il meeting festoso secondo le proprie esigenze e necessità, per vivere completamente lo spirito natalizio con i colleghi e la famiglia. “Quanta Christmas Club” propone varie tipologie di eventi ed iniziative tra cui scegliere. Tra queste una Convention di fine anno con cena o pranzo di Natale e un Family Day, per festeggiare con colleghi e famiglie, tra un aperitivo natalizio con foto e filmati ricordo in una cornice festosa. Non mancano proposte di team building a tema o serate musicali per vivere l’azienda e i colleghi non solo all’interno di un formale rapporto di lavoro, ma come un’esperienza unica e indimenticabile. L’azienda può optare per la formula preferita e il team di Quanta Club costruirà l’evento natalizio intorno alle sue esigenze. Lo spirito di gruppo, la motivazione a stare insieme potrà così esplodere naturalmente: le risate sono assicurate e questo potrebbe anche essere l’occasione per un simpatico meeting aziendale in modo da non perdere di vista gli obiettivi lavorativi, in una location accogliente e stimolante per sviluppare l’affiatamento, la solidarietà, la comunicazione e lo spirito di squadra. EVENTI TUTTO l’ANNO Tappe Mikasa al Quanta Club 20 novembre: 2 x 2 maschile 15 gennaio: 2 x 2 femminile 26 febbraio: 2 x 2 femminile 19 marzo: 2 x 2 maschile Attraverso il servizio di Organizzazione Eventi il Quanta Club di Milano offre una rosa di soluzioni indoor e outdoor in grado di soddisfare tutte le differenti esigenze. Convention, team building, tornei aziendali, kick off, cene e premiazioni, aree per set fotografici e spazi dedicati per chi vuole lavorare in una struttura dotata di tutti i comfort fanno del Quanta Club il punto di riferimento per le attività “corporate”. Le aziende interessate arealizzare da noi i propri eventi, possono richiedere un incontro che spieghi le proprie esigenze e trovi le “risposte” del Quanta Club chiamando Maria Maiello, Event Manager, allo 02 66216155. ([email protected]) M 41 M 42 SALUTE A tutta centrifuga Al bar i centrifugati di frutta e verdura sono i nuovi protagonisti di facili azioni detox I A vanta diverse proprietà: protegge la salute della pelle e capelli e contiene degli importanti antiossidanti, che contrastano l’azione dei radicali liberi. La vitamina C ha un’azione energizzante, rafforza le ossa e mantiene in salute cartilagini e tendini. Inoltre, essendo un potente antiossidante, previene le rughe e contrasta gli effetti del tempo. La vitamina è un potente antiossidante, favorisce e accelera la guarigione di ferite e lesioni. Inoltre protegge la salute del sistema nervoso, quello cardiovascolare e i muscoli. centrifugati dovrebbero far parte di un approccio completo alla salute e a una dieta sana. Ora questi veri elisir di salute e di bellezza la fanno da protagonisti anche al bar del Quanta Club fornendo all’organismo una preziosa scorta di sali minerali, vitamine, enzimi e altre sostanze vitali in forma altamente assimilabile. I centrifugati, infatti, depurano l’organismo, ridonando luminosità alla pelle, migliorando i problemi digestivi e alleviando eventuali disturbi quali colite, gastrite, meteorismo, dermatite, acne e cistite. Yoga: arancia + carota + zenzero Buono da bere e utile a sconfiggere la cellulite. Le arance sono il miglior amico in questa lotta e unite alla carota e allo zenzero, diventano una bevanda perfetta per contrastarla dall’interno e nello stesso tempo aumentare il betacarotene fondamentale per l’abbronzatura. Ecco le nostre centrifughe Goal: arancia + kiwi I kiwi e le arance sono ricchi di vitamina C. Il centrifugato di kiwi e arance aiuterà l’organismo a fare scorta di potassio e vitamina K. Questa ricetta viene consigliata per ridurre il colesterolo, per incrementare l’assorbimento del ferro e per depurare l’organismo. Paddle: mela + cetriolo + pomodoro Questa centrifuga dal gusto decisamente particolare è utile per la sua azione disintossicante. Ricco di vitamine, povero di grassi e di calorie, è ottimo da gustare anche come aperitivo. Volée: arancia + carota + limone Con l’autunno sono arrivati anche i primi malanni stagionali. Si può quindi fare incetta di vitamine preparando una gustosa centrifuga ACE con arance, carote e limone trovando nel cocktail un valido alleato contro il raffreddore. La vitamina Powerplay: sedano + mela + cetriolo + limone + zenzero La più comleta che mette insieme tutte proprietà nutritive e curative per depurare e disintossicare l’organismo. M 43 SALUTE HO 2 la FORMULA giusta Bere acqua prima, durante e dopo un match è un obbligo per tutti, non solo per i campioni S e chiediamo a chi ci sta attorno quanta acqua bevono al giorno ci accorgiamo che il 90% delle persone non beve a sufficienza. Lo sapete che il nostro corpo è essenzialmente costituito da acqua? Il valore medio è di circa il 65%, cioè 45 litri per chi pesa 70 kg. L’acqua, presente nei globuli e negli spazi intercellulari gioca un ruolo fondamentale per la nostra salute garantendo la distribuzione dei valori nutritivi nel corpo, mantenendo costante la temperatura corporea e consentendo l’eliminazione dei “rifiuti”. Ogni volta che facciamo uno sforzo fisico, salendo o scendendo le scale, giocando una partita di tennis, perdiamo acqua. Normalmente nello sport il 75% della potenza consumata si trasforma in calore, che si traduce in un aumento della temperatura corporea. Questo eccesso di calore viene rimosso attraverso il sudore. Grazie alla sudorazione, il corpo può perdere tra 0,5 e 2,5 litri all’ora (a seconda della forza prodotta, intensità, durata, temperatura ambiente, ma in base alle peculiarità individuali). Conclusione logica: è essenziale compensare queste perdite in acqua perché la mancanza di acqua nel corpo può avere gravi conseguenze: M 44 CAMPIONI Nella pagina accanto, Djokovic; nella foto in grande Nadal. A sinistra il nostro centro fitness. IN PALESTRA Ricordiamo che il sangue è fatto d’acqua oltre che di altre sostanze, quindi meno si beve e più il liquido ematico si addensa. Ciò non è positivo per la nostra pompa sanguigna, il cuore, che deve sforzarsi maggiormente per inviare il liquido in tutto il corpo. Bere è fondamentale per chi si allena. Come definire in litri il quantitativo ideale da bere? La soluzione più semplice è moltiplicare 0,05 per il proprio peso corporeo. capacità intellettuale ridotta, vertigini, disturbi muscolari come distorsioni, crampi, distorsioni ... ma anche un colpo di calore e problemi di cuore. L’ideale è bere prima di avere sete perché questa indica già l’insorgenza di una disidratazione. Meglio ancora suddividere l’assunzione di liquidi. Per una migliore idratazione, occorre bere qualche sorso regolarmente, piuttosto che una bottiglietta tutta insieme. È preferire acqua che sia fresca solo tra i 10 e 15 gradi, perché l’acqua ghiacciata può causare crampi allo stomaco o diarrea... non ideali durante una partita o un allenamento. C’è un modo semplice per sapere se si è adeguatamente idratati: basta guardare il colore della propria urina: se è scura, significa che non si beve abbastanza, cioè una quantità tra 1,5 e 2 litri di acqua. Molto importante è anche idratarsi prima, durante e dopo l’esercizio. Così come si consiglia di smettere di mangiare tre ore prima di una partita, bisogna ricordarsi di bere mezzo litro per ora o 100 a 150 ml per quarto d’ora dopo i pasti e prima di allenamenti e gare. L’acqua deve contenere il 2% di carboidrati (20 grammi di zucchero per litro di acqua) più una presa di sale a compensare le perdite di glucosio e di sodio. Per chi si idrata regolarmente, in tempi normali è possibile non bere acqua se lo sforzo non supera i 45 minuti (a meno che non faccia molto caldo). Quando lo sforzo dura meno di un’ora e mezzo, bere bere solo acqua pura, in bottiglia o dal rubinetto. Oltre questo tempo bisognerebbe consumare acqua zuccherata (20 a 40 grammi di carboidrati per litro di acqua). Si pensi che alcuni atleti sudano tre volte di più rispetto ad altri. C’è chi perde 0,7 litri per ora, altri 2 litri. Dopo la partita bisogna continuare a bere per compensare la perdita di M 45 liquidi e glucosio anche a causa dello stress. l’ideale è bere acqua zuccherata, da 40 a 60 grammi di carboidrati per litro d’acqua, ogni 15 o 20 minuti. Bisogna pesarsi prima e dopo la partita, bevendo la quantità di acqua persa: 1,5 litri di acqua per chilo perso. Questa regola vale per uomini e donne indifferentemente. QUANTA FISIOMED Bere bene, mangiare meglio, con la dieta Tra le consulenze più richieste del nostro Poliambulatorio c’è quella della nostra dietologa Laura Agabe. Si riceve su appuntamento. Contatti: Tel. 02 39565590 / 02 39565589 [email protected] NEWS QUANTA | a cura di Marco Cattelan OPEN FACTORY nel Triveneto A nche quest’anno Quanta ha deciso di credere e investire nel progetto Open Factory, appuntamento privilegiato per raccontare il mondo della manifattura e per riflettere sulle sue eccellenze. Dopo la conferenza stampa del 14 novembre a Venezia, ospiti di Grandi Molini Italiani, Open Factory si è svolta con successo domenica 27 novembre all’interno di oltre 70 aziende e laboratori artigiani tra Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Trentino-Alto Adige. Migliaia di visitatori hanno potuto entrare negli stabilimenti e nei laboratori vedendo di persona come operano le eccellenze del Nord Est, scoprendo i processi di produzione e conoscendo i protagonisti. Open Factory, però, ha rappresentato anche un momento per riflettere sulla manifattura, sull’artigianato e sulle sfide che le aziende manifatturiere sono chiamate ad affrontare all’interno Per il secondo anno consecutivo Quanta accompagna il progetto nella promozione delle aziende del territorio CONFERENZA STAMPA A sinistra la parola a Illo Quintavalle; qui sopra un momento della conferenza stampa e lo stabilimento di Grandi Molini Italiani di un mercato in piena evoluzione. Per rispondere a questo cambiamento Quanta ha deciso di affiancare le imprese del territorio puntando sulla formazione di figure tecniche altamente professionali, su ambiti in forte espansione come l’Industry 4.0 e soprattutto sul capitale umano che lavora in prima persona nelle aziende del Triveneto. A sottolineare questo approccio ci ha pensato Illo Quintavalle, Presidente del Gruppo Quanta, del quale vi proponiamo una parte dell’intervento: “Il mercato del lavoro è in costante trasformazione. Il capitale umano rappresenta il valore aggiunto, la chiave per vincere queste sfide, non ultime quelle poste dall’Industria 4.0. Il Triveneto, cuore pulsante della nostra manifattura, è da sempre uno dei territori più ricettivi e pronti al cambiamento. Open Factory, manifestazione che anche quest’anno abbiamo scelto di sostenere e affiancare, offre l’occasione di toccare con mano le trasformazioni che le imprese M 46 e le metodologie produttive stanno affrontando. Un’esperienza unica”. “Si può già immaginare che in futuro i lavoratori non saranno più impiegati in un’unica azienda seguendo i ritmi del cartellino, ma a progetto in più stabilimenti. Molto probabilmente i nuovi lavoratori avranno più di un datore di lavoro, inseriti attivamente in dinamiche di co-employment e reti d’impresa in cui i punti di connessione non saranno più i luoghi fisici ma le stesse risorse coinvolte -ha continuato Quintavalle-. Nel nuovo scenario che viene a delinearsi, la formazione ha un ruolo chiave e siamo orgogliosi di poter affermare che il Gruppo Quanta ha sempre fatto di questo elemento un pilastro della propria crescita”. Aderendo a Open Factory 2016 Quanta rimarca la volontà di accompagnare le imprese nelle sfide future, supportandole con risorse qualificate e servizi capaci di anticipare le evoluzioni del mercato. Operazione Fibra Ottica Obiettivo specializzazione Il progetto è stato avviato in 5 regioni nelle aree di Venezia, Torino, Napoli, Roma e Catania Lavoro: la via per specializzarsi passa da Quanta. Centinaia i giovani avviati al lavoro come tecnici specializzati nei corsi a numero chiuso Non c’è solo la grande “Operazione Fibra Ottica”. I progetti di Quanta nell’ambito della formazione spendibile in ambito lavorativo non si limitano al settore delle telecomunicazioni. La formula è semplice ma davvero efficace, perché trova la sua genesi nel dialogo con le aziende. Grazie a un costante dialogo con le realtà del territorio gli HR e i sales Quanta sono in grado di organizzare percorsi tecnici formativi in grado di rispondere alle esigenze di mercato, grazie alla formazione di figure non reperibili. I corsi, a numero chiuso, sono divisi tra lezioni frontali con professionisti e attività pratiche nelle aziende partner: solo i corsisti più meritevoli e motivati saranno successivamente assunti in somministrazione all’interno di aziende del settore con ottime probabilità di essere successivamente assunti a tempo indeterminato. Tra i vari percorsi attivati nel 2016 ricordiamo quello per Specialisti nella preparazione, montaggio e cucitura pelle in ambito moda, quello per Specialisti in Ricerca e Sviluppo a Modena, per Addetto alla ristorazione con competenze Street Food a Parma, corso che ha visto oltre 100 corsisti diplomati e assunti in realtà del settore alimentare nell’ultimo trimestre. Svizzera: la sfida digitale Sono più di 200 i giovani che nell’ultimo anno sono stati formati e avviati al lavoro come tecnici e giuntisti di fibra ottica dagli HR Quanta. Questo numero è destinato ad aumentare notevolmente dopo l’avvio dell’Operazione Fibra Ottica, progetto sviluppato contemporaneamente in 5 regioni nelle aree di Venezia, Torino, Napoli, Roma e Catania durante lo scorso ottobre. Capacità di leggere le esigenze del territorio e di fornire soluzioni adeguate sono gli ingredienti che hanno decretato il successo dell’Operazione Fibra Ottica e del suo format, perfetto per rispondere alle esigenze di settori in cui siano richieste figure specializzate. Frutto di una formula già rodata da Quanta ICT, l’Operazione si è articolata in tre fasi: la prima ha visto la selezione dei ragazzi più promettenti tra centinaia di giovani periti ad indirizzo tecnico (informatica, telecomunicazioni, elettronica ed elettrotecnica); a questa fase è seguita la formazione mirata dei ragazzi, con lezioni frontali e prove pratiche in laboratorio con tecnici della fibra ottica. Il percorso virtuoso si è poi chiuso con la selezione dei corsisti più bravi e la loro successiva assunzione presso aziende interessate ad ampliare il proprio organico. I primi contratti sono stati firmati a fine mese e possiamo già anticipare che a inizio 2017 il progetto sarà sicuramente replicato nelle aree di Venezia e Roma. L’Operazione Fibra Ottica si collega all’Agenda Digitale Europa 2020, progetto che porterà il nostro Paese ad adeguarsi agli standard richiesti dall’Unione Europea. Il suo successo non si trova solo nella capacità di dialogare alla pari con le realtà che si occupano di progettazione, costruzione e manutenzione di reti, ma anche nella competenza dimostrata nel rispondere con prontezza e flessibilità ai cambiamenti di un mercato in continua crescita. Quanta e Quanta Suisse alla Swiss e-commerce Conference Martedì 15 novembre Illo Quintavalle (Presidente Gruppo Quanta) e Guido Jarach (Country Manager Quanta Suisse) hanno partecipato alla Swiss e-commerce Conference che si è svolta a Baden (CH). Come partner di Netcomm Swiss, organizzatrice dell’evento, Quanta Suisse ha partecipato anche all’assemblea dei soci che si tenuta sempre a Baden lunedì 14 novembre. Giunta ormai alla sua quarta edizione, Swiss e-commerce Conference ha ospitato oltre 700 partecipanti tra multinazionali ICT, importanti realtà della moda, della comunicazione e dei canali di vendita e-commerce. A sottolineare l’importanza della manifestazione le parole di Guido Jarach: “La conference annuale organizzata da NetComm ha proposto numerosi spunti di riflessione legati alla crescita rapidissima dell’e-commerce in Svizzera, in linea con un trend senza dubbio globale. Per Quanta è stato interessantissimo confrontarsi sulle sfide che ci aspettano in futuro, con tante importanti realtà svizzere ed internazionali. In particolare è stata riconfermata ancora una volta l’esigenza di supportare il mercato nella ricerca e nella preparazione di profili con fortissime competenze digital”. M 47 NEWS QUANTA Nasce Quanta I-City La formazione è l’elemento strategico per affrontare l’Industria 4.0 D alla manifattura ai settori ingegneristici fino a quelli della sicurezza informatica è sempre più frequente imbattersi nella ricerca di candidati e professionisti dalle forti competenze digitali. È il mercato a chiederlo, assieme a tutte quelle realtà che vogliono anticipare i trend. A fronte di una richiesta crescente di tecnici in grado di affrontare le sfide del digitale nasce Quanta I-City, il fab lab targato Quanta in grado di formare i professionisti del futuro. Illo Quintavalle spiega cos’ha portato il Gruppo Quanta ad investire in questa direzione: “In Italia ci sono 100mila posti vacanti perché mancano competenze digitali. A dirlo è Google, il colosso di Mountain View, una fonte più che accreditata sull’argomento. Nel 2020, in tutta l’Unione europea, il dato relativo ai professionisti digitali introvabili salirà a 900mila. Un paradosso, se si pensa alla direzione che sta prendendo l’economia internazionale. L’Industria 4.0, infatti, fa dell’innovazione, dell’”internet of things”, del digitale, proprio le sue colonne portanti. A preoccupare ulteriormente, infine, sono anche i risultati dell’ultimo indice di digitalizzazione dell’economia e della società diffuso dalla Commissione europea: l’Italia è venticinquesima su ventotto Paesi per connettività e competenze digitali”. “È proprio quest’ultimo il piano su cui si gioca la sfida della quarta rivoluzione industriale -continua Illo Quintavallementre cambiano metodologie produttive e lavoro, infatti, la formazione assume un ruolo strategico di primo piano. Da sempre, questo elemento rappresenta per le Agenzie per il lavoro un valore aggiunto inestimabile. Siamo fortemente convinti che solo attraverso percorsi di formazione tarati M 48 in funzione delle specifiche esigenze del mercato si possa rispondere tempestivamente ai mutamenti continui che il lavoro attraversa, contrastando la disoccupazione”. Per rispondere alla sfida dell’Industria 4.0, Quanta ha dato vita a Quanta I-City, la Città dei Talenti. Un vero e proprio Fab Lab, dotato di sale per l’insegnamento in virtual training e di stampanti 3D, dedicato esclusivamente alla formazione di figure professionali innovative, in collaborazione con importanti realtà del settore ICT, ingegneristico e della formazione: “In queste sale, a partire da quest’anno, stanno nascendo i nuovi esperti delle professioni del web, della cyber security e della cyber intelligence. E ancora: i professionisti della progettazione e del disegno meccanico, della digital e della manufacturing area. A loro spetterà il delicato compito di trasformare la sfida Industria 4.0 in un successo”. M 49 ULTIMA PAGINA | di Vittorio Viterbo Olimpiadi? E gli impianti? Una delle grandi capitali europee meriterebbe la manifestazione ma anche se il 2028 è lontano non si vede dove si potrebbero disputare le gare ILLUSIONE Lo Stadio Olimpico di Londra Q milanesi “si son tirati sul le maniche” e non ce n’è stata più per nessuno. Ce l’hanno, ce l’abbiamo fatta: proprio questo, al di là dei lusinghieri risultati poi ottenuti, ha ridato vita a Milano, ha ridato alla città la coscienza della propria infinita forza morale. Non solo, ha dato ai milanesi la spinta necessaria a ripartire dopo decenni di spalle curve, di mesta contemplazione dei successi di Torino e della vanagloria romana. Oggi la nostra città - “nostra” sia in quanto meneghini, ma anche di quanti l’abitano e la vivono con rispetto adottandone l’anima - è tornata a essere una delle grandi capitali d’Europa, un’importante meta turistica e, udite udite, viene eletta 18ª città al mondo per qualità della vita. Per cui, se qualcuno parla di Giochi Olimpici, la risposta implicita dell’uomo della strada è: perché no. Perché siamo capaci di tutto. Perché cosa vuoi che sia che mancano le piscine olimpiche, l’arena dell’atletica (mica si possono disputare, appunto, all’Arena!), uno stadio veramente moderno al posto o accanto al venerando e venerato S. Siro, che in città non è più apparso un palasport degno di questo nome anche se c’è il Forum di Assago, che non sapremmo dove far disputare discipline come ginnastica, canottaggio, vela, hockey, pugilato, pallanuoto, tennis… “E alura?!”, è l’inevitabile risposta: da qui al 2028, Milano può costruire tutto. Anche di più. ualcuno, prima o poi, l’inevitabile domanda la pone: “Ma le Olimpiadi a Milano, no?”. Un po’ in buona fede, un po’ da vero bauscia che ai romani non gliela vuol dar vinta mai, nemmeno quando si sono auto decretati il K.O. tecnico. Già, perché no. O perché sì, d’altra parte. Ma quello che è sintomatico e davvero tutto fuorché ordinario - ma non necessariamente straordinario - è che la domanda non suscita ilarità o incredulità, come avrebbe fatto fino al 2014. Prima dell’Expo, cioè prima di quell’Esposizione Universale tanto temuta, poi tanto apprezzata dal meneghino doc e più in generale dal lombardo. Ci ha fatto tanto bene, l’Expo. O meglio, ci ha fatto benissimo la preparazione alla medesima. Perché già eravamo scettici il 5 ottobre 2008, quando il sindaco Letizia Moratti e il suo consulente e spin doctor Paolo Glisenti hanno annunciato trionfanti che il Bie (Bureau International del Expositions) aveva scelto Milano per l’Esposizione del 2015; poi siamo sprofondati nel più cinico scetticismo quando tutto si è paralizzato sotto la “non-gestione” di Lucio Stanca. Perché eravamo certi che a quel punto non ce l’avremmo più fatta; perché eravamo sicuri che stavolta Milano avrebbe fatto una bruttissima figura. Ma, ecco, di figuracce questa città neanche vuol sentir parlare e, in ossequio al più trito (e sincero) degli stereotipi, i M 50