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Comitato San Fruttuoso 2000
Associazione per la promozione della qualità della vita nelle aree urbane
Sito web: www.hqmonza.it – eMail: [email protected]
Documento «hqm_ESM_hf-reti_07_III» – Pagina 01 di 02
FAQ
HFR
2008
Filosofia progettuale, sistemi intelligenti a zone adiacenti, vantaggi delle celle molto piccole
COME FUNZIONANO LE RETI CELLULARI
Sono molti i quesiti che i Cittadini si pongono. Ad essi cerchiamo di rispondere con la massima correttezza,
chiarezza, semplicità. Enti e Società di telecomunicazione usano invece spesso termini tecnici difficili, talvolta
tali da generare – crediamo involontariamente – equivoci, sospetti, incomprensioni.
Sulla base di: documentazione ufficiale relativa ai protocolli dei sistemi cellulari e-Tacs, Gsm, Gprs,
Umts, testi delle Concessioni rilasciate in Italia, obiettivi di qualità del servizio richiesti dagli standard
europei e indicati come vincolanti dalle stesse Concessioni.
01
Tipologia delle reti cellulari
esistenti nel nostro paese
Esistono al gennaio 2008 quattro tipi di reti di
telecomunicazioni cellulari nel nostro paese:
Gsm 900, la più vecchia; GSM-GPRS 1800,
digitale; UMTS, digitale ad alta frequenza, in via
di espansione; WiMax in fase di avvio (dedicata
espressamente al traffico dati in ipotetica banda
larga e teoricamente non a fonia-voce, con una
vocazione audiovideo).
La Rete Gsm 900 opera ad una frequenza di
900 MHz (megaHertz), la rete Gsm1800, opera
a 1.800 MHz. I mega-Hertz indicano la frequenza
di trasmissione (la potenza è indicata in Watt,
mentre il valore del campo elettromagnetico
generato, misurato in un determinato punto, è
indicato in Italia in Volt/metro).
Parliamo di "reti di telecomunicazione” e non
semplicemente di telefonia perchè queste reti
sono diventate nel tempo, e sempre più diventeranno, sistemi per la ricetrasmissione di dati
in senso lato: fonia, testi, audiovideo.
02
La logica funzionale
dei sistemi a celle adiacenti
Questi sistemi di telecomunicazione senza fili
(wireless) sono detti “cellulari” perchè sono
composti da celle di ricezione e trasmissione adiacenti tra loro. Ogni “cella” è una zona servita
da una stazione radio base. Il passaggio di una
unità mobile da una cella all’altra è gestito dal
sistema centrale computerizzato, in maniera tale
che non si possa avvertire durante una connessione in movimento,connessione che prosegue
senza nessuna interruzione.
Il sistema è intelligente, una specie di entità
“vivente”, perchè non soltanto segue i passaggi
da una cella ad un’altra, ma organizza, regola e
ottimizza – secondo necessità – potenza di trasmissione, direzione dei segnali e conformazione
dei lobi (delle aree volumetriche) coperte dai
segnali stessi, in combinazione e sinergia tra le
sorgenti di stazioni adiacenti.
03
Il problema del limite fisico
delle frequenze disponibili
La chiave per comprendere l’idea rivoluzionaria del sistema sta nel limite fisico, reale, delle
frequenze di trasmissione e ricezione. Questo
limite aveva sempre impedito una diffusione di
massa degli apparati ricetrasmittenti e lo scarso
numero di frequenze, considerato come un bene
strategico, era gestito direttamente dalle Autorità
statali. Con le "celle" non esiste più, virtualmente,
alcun limite.
Il sistema Gsm, per esempio, utilizza al massimo
40 frequenze per ciascuna cella. Le frequenze
sono concesse dallo Stato. Ogni frequenza, attraverso la digitalizzazione del segnale, consente
fino ad 8 comunicazioni con-temporaneamente.
Tutto questo significa che ogni cella ha un limite
massimo di 320 comunicazioni simultanee (questo limite può essere portato fino a 50 frequenze
e quindi ad un mas-simo di 400 comunicazioni
contemporanee).
Comitato San Fruttuoso 2000
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04
Frazionamento delle celle:
necessità e virtù dei sistemi
In una zona a traffico elevato, o quando il traffico di comunicazione cresce e occorre un numero maggiore di conversazioni, la filosofia del
sistema prevede un frazionamento della cella
satura in un numero adeguato di celle più piccole (vedi figura). Solo in tale modo il numero
di con-versazioni contemporaneamente possibili
in u-na determinata area territoriale può salire,
virtualmente sino all’infinito. E’ quindi evidente
come sia tecnicamente possibile, e anzi come
risieda esattamente nella filosofia progettuale
del sistema, realizzare celle molto piccole a
basso impatto ambientale. Questa corretta logica
progettuale è già stata applicata in città come
Parigi, Barcellona, Tokyo, Seul.
05
Microcelle e picocelle:
la soluzione di ogni problema
Basso impatto significa basta tralicci e grossi pali
di sostegno, significa pannelli-antenna minuscoli
e soprattutto potenza di emissione più ridotta
e quindi campi elettromagnetici estremamente
modesti, con rischi potenziali per la salute dei
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HFR
2008
cittadini pressocchè nulli.
(vedi anche le informazioni su microcelle e picocelle nel sito: www.hqmonza.it)
Per microcelle si intendono piccole aree coperte
da stazioni radio base (SRB) che utilizzano una
potenza di 2-4 Watt in antenna. Per picocelle si
intendono stazioni base che utilizzano ancora
meno potenza, intorno ad 1-2 Watt.
Nelle reti in maggiore sviluppo, quelle UMTS e
WiMax, il ricorso alle picocelle sarebbe anche
l'ideale per servire al meglio gli utenti, specialmente quando la comunicazione riguarda dati
audiovideo. Una potenzialità alla quale i Gestori
italiani credono molto in termini di traffico e quindi
di denaro. Sarebbe bene quindi che puntassero
con decisione a microcelle e picocelle, risparmiando in avvocati e conquistando il consenso
generale.
© 1998-2001-2008 [terza edizione]
HQ Monza-Comitato San Fruttuoso 2000
Riproduzione e diffusione consentita purchè integrale
Queste note sono state stese in modo indicativo e volutamente semplificato da un gruppo di lavoro composto
da fisici e ingegneri.
Altre informazioni sono disponibili al sito web:
http://www.hqmonza.it