testo atto - Comune di Arezzo

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COMUNE DI AREZZO
ORDINANZA N. 14
Classificazione: A 10 - 20110000041
Arezzo, 03/06/2014
OGGETTO:
PRESENZA DI RIFIUTI ABBANDONATI PRESSO EX
OLEIFICIO FABBRONI UBICATO IN LOC. GIOVI
AREZZO - PRESCRIZIONI-
IL SINDACO
Vista la nota del 4.3.2014, prot. n. 26281 con cui la responsabile del Dipartimento
ARPAT di Arezzo ha inviato il verbale di sopralluogo, effettuato da tecnici del
medesimo Dipartimento, presso il sito industriale dismesso denominato “ex oleificio
Fabbroni”, ubicato in loc. Giovi, nel terreno contraddistinto al NCT del Comune di
Arezzo in Sez. A Foglio 11 P.lle n. 252 e 870, a seguito di decreto di ispezione locale
“R.G.N.R. n. 7519/13 del 10.01.2014”, delegata dalla Procura della Repubblica di
Arezzo, per la presenza di rifiuti. Dal predetto verbale risulta quanto segue:
Le aree esterne, al momento del sopralluogo, si presentavano quasi completamente
ricoperte da rovi e sterpaglie che, in larga parte, impedivano di accertare la presenza di
materiali e/o cose depositate sul suolo. Nella porzione di pertinenza esterna alla quale si
accede attraverso un varco, chiuso da una rete metallica appoggiata al muro perimetrale
in prossimità del vecchio passo carraio dello stabilimento, si notavano:
a) un grosso cassone metallico, completamente ossidato, all’apparenza vuoto;
b) una vasca in materiale laterizio, parzialmente interrata, vuota e coperta con
lastre di lamiera ondulata;
c) fusti e bidoni metallici, all’apparenza vuoti, parzialmente ricoperti dalla
vegetazione.
Da detto piazzale si è potuto accedere a un locale, pavimentato a cemento, al cui interno
erano presenti:
a) n. 4 cisterne metalliche da circa 10 mc ciascuna, all’apparenza integre e vuote,
corredate da tubazioni, parzialmente divelte e da saracinesche di
riempimento/vuotatura; sulle pareti delle cisterne si notavano colature oleose;
b) una vasca interrata in muratura, vuota, coperta con lastre metalliche;
c) n. 1 autoveicolo (fuoristrada) privo di ruote e motore;
d) alcune batterie al piombo poggiate sul pavimento;
e) alcuni fusti metallici vuoti e/o parzialmente riempiti di materiale ignoto;
f) n. 2 cisterne metalliche, poggianti su muri in laterizio, parzialmente ossidate,
con presenza di colature di grasso sulle pareti.
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Dal locale sopra descritto si accede, tramite due varchi aperti, ad un altro locale in cui
erano presenti:
a) un soppalco in legno in cui erano stipati numerosi fusti metallici gialli,
all’apparenza vuoti, presumibilmente destinati a contenere il prodotto da
commercializzare;
b) un pancale di sacchi di carta non utilizzati;
c) diversi fusti metallici di varie dimensioni dei quali alcuni parzialmente
riempiti di sostanze ignote;
d) resti di infissi e materiali metallici vari, accatastati alla rinfusa;
e) numerosi pneumatici di grosse dimensioni (da autocarro, trattore ecc.)
f) una grossa caldaia (probabile centrale termica adibita ad attività produttiva)
della quale è accessibile solo la parte frontale;
In prossimità della predetta caldaia si trovava un altro locale nel quale la copertura era
completamente crollata, ove erano presenti contenitori metallici gialli (come quelli in
precedenza descritti) deformati e ossidati, oltre agli esiti del crollo.
Dal descritto locale, tramite una piccola porta in legno si accede ad un vano
presumibilmente destinato a rimessaggio automezzi, in cui si trovavano:
a) n. 1 vasca interrata in calcestruzzo al cui interno è posta una cisterna metallica
all’apparenza vuota utilizzata presumibilmente per il contenimento del
combustibile di alimentazione della centrale termica, situata nel locale adiacente;
b) n. 1 autovettura (piccola utilitaria) bianca incidentata priva di targa;
c) una catasta di resti di mobili disfatti e pneumatici di autocarro;
d) circa 50 fusti metallici da 200 l, apparentemente vuoti, impilati in adiacenza
alla parete;
e) n. 1 autovettura Ford Taunus, bianca, priva di targa;
f) un ammasso di damigiane da 54 l, in vetro impagliato;
g) una catasta di materiale laterizio inutilizzato;
h) un serbatoio metallico, all’apparenza integro, posto su intelaiatura metallica a
circa 2 m da terra.
Questo ultimo locale metteva in comunicazione con un altro ambiente al quale non si è
potuto accedere per motivi di sicurezza, stanti le condizioni di precaria stabilità di muri e
coperture. L’ambiente è stato comunque visionato dalle finestrature poste sul muro
esterno, lato ferrovia, dalle quali è stato possibile intravedere:
a) numerosi serbatoi metallici a sviluppo verticale poggianti su basi in muratura;
b) una catasta di contenitori gialli come quelli rinvenuti in altri locali;
c) resti del crollo quasi integrale della copertura.
Nella parte di resede esterno, lato strada comunale di Giovi, sotto ad una tettoia quasi
completamente crollata, erano presenti:
a) un serbatoio metallico, posto al di sopra di un vascone interrato completamente
allagato che conteneva altri serbatoi metallici, e resti di tubazioni, anch’esse
metalliche;
b) un serbatoio metallico, cilindrico, vuoto;
c) altri fusti metallici, apparentemente vuoti, parzialmente ricoperti da
vegetazione;
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Sempre all’esterno, posta sulla sommità di un intelaiatura metallica, ad una altezza di
circa 10/12 m, si trovava una grossa cisterna metallica, parzialmente erosa dalla ruggine.
Sul lato della pertinenza esterna adiacente al varco di accesso ad un parcheggio,
probabilmente facente parte delle opere di urbanizzazione delle vicine abitazioni di
recente costruzione, erano presenti rifiuti quali sfalci e potature, presumibilmente
abbandonati a seguito di manutenzione di giardini privati nelle vicinanze.
Dato atto che nello stesso verbale viene segnalato che:
ñ ad alcuni locali ed a parte delle pertinenze esterne non è stato possibile
accedere a causa delle precarie condizioni di stabilità delle strutture e della
presenza di folta vegetazione (rovi e sterpaglie);
ñ
all’interno del ex oleificio non sono state rilevate evidenze di
contaminazione delle matrici ambientali in atto, è necessario tuttavia che le
aree, esterne ed interne, vengano ripulite da rifiuti e sterpaglie (in modo
tale da poter verificare l’eventuale presenza di cisterne e/o serbatoi
interrati) e che i materiali abbandonati nel sito vengano rimossi e smaltiti
in maniera adeguata.
ñ
in relazione alla presenza di autoveicoli in disuso, si fa presente che, dalla
documentazione agli atti presso il Dipartimento ARPAT oltre a quelli
rinvenuti in sede di sopralluogo, risulta che, sia all’interno della recinzione
che nel limitrofo piazzale asfaltato, erano presenti altre due autovetture in
disuso ed, in particolare, una Opel Vectra ed una Fiat 600, descritte nei
verbali e documentate fotograficamente che, quindi, ad oggi risultano
rimosse.
Dato atto che, alla luce di quanto sopra ed in virtù di quanto disposto dall’art. 192 c. 3
del D.lgs. 152/2006 e smi, lo stesso Dipartimento ARPAT di Arezzo evidenzia la
necessità dell’emissione di ordinanza sindacale che imponga, ai proprietari del fabbricato
di procedere, previa presentazione di un piano di smaltimento e relativo
cronoprogramma, alla classificazione, rimozione, avvio a recupero e/o smaltimento dei
rifiuti presenti sul sito oltreché alla successiva verifica di integrità delle matrici
ambientali (in particolare in relazione alla eventuale presenza di cisterne interrate e/o
contaminazioni da solventi, utilizzati per la produzione di olio di sansa), e infine, al
ripristino dello stato dei luoghi.
Delle predette operazioni dovrà essere data comunicazione al Dipartimento ARPAT
stesso con preavviso di almeno 15 gg, onde poter programmare eventuali controlli in
contraddittorio.
I proprietari medesimi dovranno inoltre fornire documentazione relativa ai rifiuti rimossi
(numero due autovetture), che ne attesti l’eventuale idoneo smaltimento.
Vista la nota prot. n. 35685 del 27.3.2014 con cui questo Servizio ha comunicato alle
sig.re Fabbroni Maria Grazia, Fabbroni Angiola, Fabbroni Silvia Clarice e Marone
Concetta Francesca, in qualità di comproprietarie del fabbricato e del terreno adiacente
all’ex oleificio Fabbroni, ubicato in località Giovi, ai sensi degli articoli 7 e 8 della legge
n.241/1990 e successive modifiche ed integrazioni, l’avvio del procedimento per
l’emissione di ordinanza ai fini della rimozione dei rifiuti descritti nel predetto rapporto
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del Dipartimento ARPAT, previa esecuzione degli adempimenti indicati nel rapporto
stesso;
Vista la nota pervenuta in data 14.4.2014, con prot. n. 43630, con cui il tecnico
incaricato dalle proprietarie ha inviato il cronoprogramma dei lavori relativo alla
rimozione dei rifiuti;
Vista altresì la nota del 22.4.2014, pervenuta con prot. n. 46144 con la quale lo stesso
tecnico incaricato dalle proprietarie ha inviato il piano di rimozione dei rifiuti e della
messa in sicurezza del sito;
Dato atto che con nota pervenuta in data 27.5.2014, con prot. n. 60671, il Dipartimento
ARPAT, in ordine al piano di rimozione dei rifiuti presentato, ha espresso parere
positivo, con condizioni, per la parte relativa alla rimozione dei rifiuti, rinviando al
Comune la valutazione del rapporto tra la demolizione delle strutture (e quindi degli
impianti) e futura destinazione urbanistica con variante;
Visti gli artt. 192 e 255 del D.Lgs. 3/4/06 n. 152 e s.m.i.;
ORDINA
alle sig.re Fabbroni Maria Grazia nata ad Arezzo il 25.09.1941 ed ivi residente in via
Delle Rose n. 4, Fabbroni Angiola nata ad Arezzo il 09.03.1971 ed ivi residente in via
Delle Rose n. 2/01, Fabbroni Silvia Clarice nata ad Arezzo il 23.12.1969 ed ivi
residente in via Delle Rose n. 2/01 e Marone Concetta Francesca nata a Mariglianella
(NA) il 19.12.1946 e residente in Arezzo via Delle Rose n. 2, in qualità di
comproprietarie del fabbricato e del terreno adiacente all’ex oleificio Fabbroni, ubicato
in località Giovi, contraddistinto al NCT del Comune di Arezzo in Sez. A Foglio 11 P.lle
n. 252 e 870, di provvedere:
a) entro 90 giorni dalla notifica della presente ordinanza, previa completa
classificazione dei rifiuti descritti in premessa, alla rimozione dei rifiuti medesimi
e al successivo avvio a recupero e/o smaltimento degli stessi. Gli eventuali
campionamenti necessari per la classificazione dei rifiuti dovranno essere svolti
in contraddittorio con il Dipartimento ARPAT di Arezzo e, pertanto, la data di
effettuazione dovrà essere comunicata allo stesso Dipartimento con congruo
anticipo (almeno 15 giorni). I rifiuti posti in deposito temporaneo in esterno, oltre
ad essere depositati su superfici impermeabili, dovranno essere anche
adeguatamente protetti dagli agenti atmosferici, evitando la dispersione di polveri
e la lisciviazione di acque meteoriche. Prima dell’avvio delle operazioni di
rimozione/smaltimento o avvio a recupero, dovrà essere comunicato ad ARPAT il
nominativo della ditta autorizzata alla quale vengono affidati i lavori e, laddove si
trattasse di ditta fuori Regione, dovrà esser presentata anche la relativa
autorizzazione;
b) entro il termine di 30 giorni dalla conclusione delle suddette operazioni di
rimozione dei rifiuti, alla verifica di integrità delle matrici ambientali (in
particolare in relazione alla eventuale presenza di cisterne interrate e/o
contaminazioni da solventi, utilizzati per la produzione di olio di sansa);
c) entro 30 giorni dalla conclusione delle suddette operazioni di verifica di
integrità delle matrici ambientali, al ripristino dello stato dei luoghi;
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d) entro 10 giorni dalla notifica della presente ordinanza, all'invio della
documentazione relativa ai rifiuti rimossi (n. 2 autovetture), che attestino
l’eventuale idoneo smaltimento.
Delle predette operazioni dovrà essere data comunicazione al Dipartimento ARPAT con
preavviso di almeno 15 gg, onde poter programmare eventuali controlli in
contraddittorio.
Tutte le operazioni dovranno essere realizzate nel rispetto della normativa in materia di
sicurezza.
Al termine delle operazioni ed entro la scadenza temporale di cui alla precedente lett. a),
dovranno inoltre essere trasmesse al Servizio Ambiente e Energia del Comune di Arezzo
idonee certificazioni attestanti il corretto smaltimento dei rifiuti in questione.
Qualora il tempo assegnato per ottemperare alla presente ordinanza non fosse sufficiente
per motivate ed oggettive ragioni di fatto, il destinatario della presente Ordinanza può
presentare domanda di proroga prima della scadenza fissata, specificando le motivazioni
che stanno alla base della richiesta.
Nel caso di mancata ottemperanza entro i tempi sopra descritti l’Amministrazione
Comunale procederà, ai sensi del comma 3 dell’art. 255 del D.Lgs. 3/4/06 n. 152 e s.m.i.,
alla comunicazione alle autorità competenti per le sanzioni previste dal medesimo
comma.
Si dà atto che spetta al Dipartimento Provinciale ARPAT di Arezzo verificare
l’osservanza della presente ordinanza.
Il presente atto viene inviato al Dipartimento Provinciale ARPAT di Arezzo, alla
AUSL8, alla Provincia di Arezzo, al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di
Arezzo, per quanto di rispettiva competenza.
Visto di regolarità tecnica dell’atto
Il Direttore dell’Ufficio Ambiente e Energia
(Dott.ssa Daniela Farsetti)
IL SINDACO
(Avv. Giuseppe Fanfani)
DF
Ai sensi dell'art. 3 c.4 della Legge 241/1990 e s.m.i. avverso la presente Ordinanza è
ammesso il ricorso Giurisdizionale al Tar competente per il territorio secondo le
modalità di cui alla Legge 1034/1971 e s.m.i. entro 60 (sessanta) giorni dalla data di
notifica, ovvero presentare ricorso straordinario al Presidente della Repubblica ai sensi
del D.P.R. 1199/1971 e s.m.i. entro 120 (centoventi) giorni dallo stesso termine.
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Comunicazione prevista dalla legge 241/90 e s.m.i. in materia di accesso agli atti
amministrativi: l’interessato può prendere visione ed estrarre copia degli atti a fascicolo in
orario d’ufficio nei giorni di Martedì e Giovedì dalle ore 8,30 alle ore 13,30 e dalle ore
15,30 alle ore 17,30.
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