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INSTRUCTIONS FOR FORMATTING YOUR MANUSCRIPT:
International Snow Science Workshop Grenoble – Chamonix Mont-Blanc - 2013
How semantics and resilience from Twitter are being used to avalanche awareness
risk
1,
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Francesco Bartoli * and Igor Chiambretti
1
Geobeyond Srl, Rome, Italy
2
AINEVA, Trento, Italy
ABSTRACT: Twitter is a new form of communication that makes large use of abbreviations to address
specific scopes during the response to natural disasters. During the last winter several short tags in
different languages have been used to communicate avalanche incidents, severe weather and microscale bulletins but sometimes they seem to be semantically poor by relating them to avalanche data.
We will figure out statistics as well as good and bad examples (i.e. huge meanings behind the word
"avalanche") of these smart communications and the way to educate people at exploiting them in a
more useful manner. This paper aims at describing how a resilient behaviour from the community
could affect the awareness of avalanche risk and how it might collide with avalanche warning services
in a positive way.
KEYWORDS: twitter, resilience, communication, hashtag, semantic, avalanche.
in una determinata zona.
1
INTRODUCTION
Il termine “resilienza” deriva dal latino “resalio”, iterativo del verbo “salio”, che in una delle
sue accezioni originali indicava l’azione di risalire sulla barca capovolta dalle onde del mare.
Tradizionalmente la resilienza è stata legata agli
studi di ingegneria, nello specifico alla metallurgia, dove tale termine indica la capacità di un
metallo di resistere alle forze impulsive che gli
vengono applicate. Tale concetto può essere
ampiamente riproposto in modo analogo nel
rapporto tra uomo e montagna. Spesso, infatti,
ci si deve cimentare con l'imprevedibile e reagire
alle avversità degli eventi naturali tentando di
evitare che degenerino in disastri. In effetti si
potrebbe anche asserire che non esistono disastri naturali: questo perchè un evento naturale
diventa un disastro se colpisce direttamente o
indirettamente persone socialmente organizzate, o quantomeno ci sia qualcuno che possa
osservarlo. Interessante, a tal proposito, è l'affermazione del Vescovo e filosofo Berkeley nel
1710 "If a tree falls in a forest and no one is
around to hear it, then it doesn’t make a sound".
Lo stesso può ben dirsi per la caduta di una valanga, con alcune importanti considerazioni. La
prima, sebbene gli eventi vengano catalogati
quali fenomeni naturali si tratta spesso, dati alla
mano, di eventi provocati dall'uomo. La seconda, osservare una valanga spontanea, anche a
posteriori, costituisce un indice preziosissimo
per avere un quadro di valutazione del pericolo
______________________
Corresponding author address: Francesco Bartoli, Geobeyond Srl, Rome, Italy;
tel: +39 333 299 7173; fax: +39 074 667 6843;
email: [email protected]
Igor Chiambretti, AINEVA, Trento, Italy;
tel: +39 046 126 6427; fax: +39 046 123 2225
email: [email protected]
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THE POWER OF TWITTER
L'utilizzo dei social media ed in particolare di
un canale smart come Twitter durante le emergenze nasce soprattutto per affrontare situazioni
in cui è difficile comunicare tra persone, ma anche tra le diverse organizzazioni ed enti preposti
al soccorso, in cui l'informazione è complessa e
di difficile accesso. La funzione dei social media
negli eventi catastrofici è senza dubbio fondamentale e la loro forza, incontestabile, è la velocità. Tra tutti, Twitter ne ha fatto anche uno spot,
che sottolinea con ironia un caso che ha aperto
una nuova pagina della comunicazione emergenziale: nell’agosto 2011 un terremoto ha colpito la città di Mineral, in Virginia, propagandosi
verso la città di New York. Gli abitanti di New
York connessi hanno appreso dell’arrivo del terremoto prima che l’onda li raggiungesse. Twitter
rende noto che nel giro di un minuto
dall’avvenimento furono twittati più di 40.000
messaggi relativi al terremoto, toccando punte di
5500 tweet al secondo. I terremoti sono ormai
esempi in cui sono state già sperimentate con
successo queste tecniche di comunicazione e
allerta e per i quali Twitter è divenuto a tutti gli
effetti uno strumento per raccogliere dal basso
eventuali segnalazioni o minacce e attraverso il
quale divulgare allarmi o raccomandazioni.
Questo canale costituisce allo stato dell'arte lo
strumento d'informazione migliore per fare massa all'interno di una comunità e sviluppare comportamenti resilienti che siano di aiuto a tutte le
organizzazioni che si occupano di prevenzione e
allerta per un particolare fenomeno.
Non da meno dovrebbe essere la comunità
di utenti della montagna che frequentano terreni
innevati, impervi ed inclini al distacco di valan-
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ghe. Queste persone devono essere capaci di
prendere decisioni informate e consapevoli e al
contempo di costruire un legame reale, emotivo
e solidale con il territorio che frequentano in totale sicurezza.
Il canale risulta fertile sia per tutti coloro,
professionisti e non, che sono in cerca di notizie
fresche su condizioni meteo-nivologiche e previsioni a corto e medio termine sia per chi desidera mettersi a disposizione dei centri nazionali
neve-valanghe e dei previsori innescando così
un circolo virtuoso di comunicazioni veloci e al
tempo stesso efficaci.
Naturalmente tutto ciò diventa un mero esercizio di comunicazione se dietro non esiste
una metodologia condivisa ed un modello semantico da seguire aggregando informazioni di
un certo valore in modo da ridurre l'entropia naturale del sistema sociale. E' noto, infatti, che i
tweet possano essere conditi da parole "speciali" attraverso l'uso del cancelletto (cosidetti hashtags) le quali arricchiscono il significato del
messaggio indicizzandone il contenuto. E’ indubbio che l’hashtag sia una piccola idea geniale per evidenziare i contenuti rispetto ad un certo argomento; ma chi decide l’hashtag? generalmente la “folla”, ma la folla è fatta di tante teste e tanti saranno gli hashtag se non ci si accorda. Questo è il nodo centrale soprattutto nel
caso di comunicazioni resilienti legate ai rischi
naturali e alle loro possibili conseguenze distruttive. Sarebbe necassario poter distinguere tra la
disseminazione di bollettini “ufficiali” a cura degli
uffici di previsione, sia a scala sinottica sia, ove
possibile, a scala locale e la condivisione di altre
informazioni sull’attività valanghiva, lo stato del
manto nevoso o incidenti a cui possa contribuire
tutta la community. Su questo le associazioni e i
servizi neve-valanghe hanno il compito di educare la comunità aprendo tavoli di lavoro e convergendo verso la definizione di un vocabolario
di hashtag comune che dia valore assoluto senza lasciare troppo spazio al libero arbitrio. Perché sarebbe un errore fatale disperdere un così
grande bacino di informazioni ed una comunità
così attenta alle nuove tecnologie mobili.
Un vocabolario non è altro che la base di
uno standard comunicativo e astrattamente assomiglia molto agli sforzi finora compiuti per dirimere il modello concettuale di CAAML. Ovviamente con una complessità che per ovvi motivi
sia drasticamente più limitata, semplice da usare e adatta al pubblico più vasto possibile. Creato questo vocabolario di hashtag si dovrà avere
l’accortezza di promuoverlo e tenerlo vivo, diversamente gli utenti e la comunità non ne conosceranno lo scopo e non lo utilizzeranno.
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ESEMPI D’USO
L'inverno passato ha registrato alcuni
approcci, seppur embrionali, verso una strategia
comune di comunicazione nell'ambito del rischio
neve e valanghe. Statisticamente si è appurato
come l'hashtag #avalanche sia stata l'etichetta
maggiormente utilizzata per segnalare incidenti,
allarmi, previsioni e bollettini.
Figure 1. Common tweet tagged by the word
avalanche
L'uso di questa parola ha il difetto - dovuto ai
profondi diversi significati semantici dietro a tale
sostantivo - di raccogliere un'enorme quantità di
messaggi che risultano totalmente insensati
(basti pensare ad esempio alla squadra americana di hockey Colorado Avalanche) e peraltro
di non essere in grado di discernere tra contesti
di informazione differenti come incidenti, bollettini, etc.
Figure 2. Popularity and correlation from the
hashtag #avalanche are mostly referring to the
Colorado Avalanche team of NHL
Inserire, infatti, un messaggio del tipo "Large
#avalanche kills 2 skitourers somewhere" veicola un messaggio che segnala nello specifico un
incidente, profondamente diverso da un avviso
del tipo "Chamonix all around #avalanche danger at 2/5<1800m, 3/5>2000m NE aspects" relativo ad un bollettino locale. Ovviamente si potrebbe indirizzare lo specifico contesto aggiungendo un ulteriore hashtag (#incident o #bulletin), ma a discapito del numero di caratteri a disposizione in un tweet.
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Ecco quindi che spesso si converge verso
abbreviazioni il cui acronimo è sostanzialmente
inutilizzato su Twitter, la cui forma estesa da
una forte caratterizzazione al messaggio facendolo diventare a tutti gli effetti uno standard de
facto che viene recepito e utilizzato all'interno di
una community.
tando la funzionalità di geolocalizzazione offerta
dall'app mobile.
Figure 5. Tweet of micro-scale bulletin with the
hashtag #SAVB
Figure 3. Most popular and correlated hashtags
with #SAVB
E' il caso dell'hashtag #SAVB che sta per
Snow AValanche Bulletin. Lanciato dalla
community di sciatori professionisti in Francia ed
in Svizzera è stato utilizzato con buoni risultati
abbinandolo spesso all'hashtag relativo al
country code (#FR e #CH), e alle volte aggiungendo una localizzazione più dettagliata a livello
dipartimentale, come quella stabilita ufficialmente da Meteo France per suddividere il territorio
nazionale (see Figure ?).
A lungo andare, dopo un necessario periodo di educazione e moderazione delle segnalazioni, guide alpine in primis e utenti professionisti potranno essere sfruttati come vere e proprie
sentinelle della montagna a disposizione della
comunità e dei servizi valanga stessi.
Anche per l'abbreviazione #SAVB si registrano, però, dei casi di sovrautilizzo: casi in cui
si parla di ricerca scientifica su neve e valanghe,
notizie di incidenti, addirittura filmati di valanghe
provocate, solo per citarne alcuni. Questo denota proprio la mancanza di un vocabolario ufficiale, condiviso al pubblico e la conoscenza di
buone pratiche di comunicazione resiliente, per
cui si utilizza un determinato hashtag solo per
riportare notizie correlate con una particolare
categoria (Es. il bollettino).
Figure 6. Tweets deviating from the meaning of
#SAVB
Figure 4. Tweet of regional avalanche bulletin
with the hashtag #SAVB
Questi ultimi costituiscono ottimi tentativi di
promozione della consapevolezza del rischio
valanga attraverso il metodo del passaparola su
Twitter che indirizza alla mappa ufficiale del bollettino di determinate regioni. Ancor più efficace
è il tentativo di diffondere veri e propri bollettini
alla micro scala, come quelli in figura 4, in cui si
indica stabilità del manto nevoso e variabilità del
pericolo a varie altitudini e esposizioni per specifiche località. Messaggi di questo tipo possono
essere redatti di ritorno da una gita o addirittura
in tempo reale lungo l'itinerario con la possibilità
di arricchire il tweet delle coordinate GPS sfrut-
Dal punto di vista semantico, inoltre, l'acronimo SAVB risulta ben assestato in quanto già
espresso con termini universalmente riconosciuti poiché in lingua inglese. La questione del linguaggio è un elemento da tenere in considerazione in virtù del fatto che un'eventuale abbreviazione in lingua nazionale implicherebbe vocabolari diversi per ciascuna lingua con conseguenti complicazioni di carattere pratico. Se sono una guida francese al lavoro sul versante
italiano delle Alpi che lingua utilizzo poi per scrivere il mio tweet di segnalazione? Se utilizzo il
francese mi rivolgerò quasi esclusivamente ai
miei connazionali sebbene le informazioni che
sto inviando appartengano ad un territorio diverso i cui frequentatori non necessariamente lo
potranno interpretare. Se invece dovessi optare
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per l'inglese allora potrei star sicuro che anche
eventuali stranieri possano recepirlo dando però
per scontato una diminuzione dell'interesse medio di utenti di lingua nativa in quel territorio.
Insomma una questione delicata su cui i tavoli di
lavoro internazionali dovranno riflettere per indicare la via da seguire.
Un neonato hashtag è sorto intorno alla comunità del crowdmap GeoAvalanche, una piattaforma di social mapping dedicata appositamente alle informazioni relative a neve e valanghe. Usa Twitter come una delle sorgenti di informazione ed ha definito uno specifico termine
per segnalare gli incidenti in valanga: #avalreport.
Figure 7. Tweets from #avalreport which are
referring to avalanche incidents
Si tratta di un hashtag non abbreviato e
pensato esclusivamente per lo scopo di catalogare gli incidenti, tra cui anche tutte quelle situazioni che sfuggono al controllo delle autorità
poiché non richiedono l'intervento del soccorso
organizzato.
4
CONCLUSIONS
Lo studio delle tendenze in un social media
così resiliente come Twitter, la moderazione dei
termini utilizzati all’interno di una community e
l’istituzione di un vocabolario comune sono attività che entreranno a far parte dei workflow di
gestione della comunicazione e degli avvisi di
pericolo.
Scegliere termini con un significato semantico mirato e adatto ai diversi contesti è un obiettivo primario e fondamentale (alcuni esempi
possibili):
 #SAVB è un buon punto di partenza per
i bollettini, anche quelli locali a microscala, ma va blindato solo a questo scopo;
 #avalreport può essere maggiormente
adottato o sostituito con un acronimo del
tipo #AVIR (AValanche Incident Report);
 può essere utile averne uno a disposizione per notizie generiche, per esempio
#SAVINFO (Snow Avalanche Information) relativo a chiusure di strade, bufere
di neve, etc.;
Tutto ciò dimostra che l'educazione della
community è di fondamentale importanza
per ottenere un buon livello di comunicazione e sarà la sfida che dovrà essere affrontata nell'immediato futuro in modo da coinvolgere soprattutto quel pubblico giovanile che
è particolarmente attento ai social media e
sempre più si cimenta in attività a rischio valanga.
5
REFERENCES
Berkeley, G., 1710. A Treatise Concerning the
Principles of Human Knowledge, Dublino, Ireland
Bartoli, F., 2012. GeoAvalanche, GI_Forum, Poster
Session, Salzburg, Austria.