05312008 Il traghetto tornerà a vivere

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05312008 Il traghetto tornerà a vivere
sabato 31 maggio 2008 provincia pag. 29
SAN GIOVANNI LUPATOTO. Incaricato il professor Facci di presentare il progetto e con questo
fare una ricognizione per ottenere fondi
Il traghetto tornerà a vivere
di Renzo Gastaldo
L’incarico è stato conferito a Roberto Facci, presidente della commissione comunale per l’ambiente
e assessore ombra della giunta Zerman.
Roberto Facci dovrà bussare a varie porte per reperire i fondi necessari per rimettere in funzione il
porto e il traghetto di legno che per un secolo, dal 1870 al 1970, ha messo in collegamento le due
sponde del fiume Adige, quella destra in territorio di SAN Giovanni Lupatoto e quella sinistra, in
comune di Verona e di SAN MARTINO BUON ALBERGO.
La missione di trovare i soldi è stata affidata a Facci direttamente dal sindaco lupatotino Fabrizio
Zerman e da quello di SAN MARTINO Valerio Avesani.
«Quando, nel corso dell’incontro sul parco di Ponticello, ho accennato al ripristino del porto al
sindaco Avesani l’ho visto subito interessato, direi quasi entusiasta», dice il sindaco Zerman.
«Mi ha detto», prosegue, «di essere stato sul punto di approdo, di aver apprezzato l’ambiente
naturale circostante e di aver pensato subito anche lui a rimettere in funzione il passo volante. Ora
faremo un progetto di fattibilità tecnica per capire cosa serve e come gli interventi andranno
realizzati. L’incarico di trovare i fondi l’abbiamo intanto commissionato al professor Facci, che si
sta già muovendo, speriamo con risultati presto favorevoli».
Trovare i finanziamenti per rimettere in moto il traghetto non sarà facile, considerato che gli stessi
non potranno essere reperiti all’interno dei 750 mila euro assegnati dalla Regione Veneto per
l’intervento di forestazione della zona del parco di Ponticello, i 350 mila metri quadrati di terreno
da salvaguardare in riva all’Adige ricompresi tra la frazione zeviana di Pontoncello, la via Ausetto a
San Giovanni Lupatoto e la località Giaron a SAN MARTINO BUON ALBERGO.
Roberto Facci però non dispera. «Per prima cosa occorre individuare le modalità di gestione del
traghetto», osserva il professor Facci. «Certo che se si ricorre alle forme tradizionali come quella di
affidarne il funzionamento a un dipendente, tempo un anno o due e la spesa sfianca qualsiasi ente.
Credo invece che occorra cercare altre soluzioni di tipo misto».
«Mi viene in mente», prosegue Facci, «ad esempio come il Comune di Verona gestisce la Torre dei
Lamberti o le mura cittadine, in collaborazione con Legambiente. Gli introiti per chi effettivamente
gestisce il traghetto dovrebbero essere assicurati da un piccolo contributo pubblico e anche dai
biglietti di chi utilizza il porto».
«Non si deve poi dimenticare che il traghetto potrebbe rivelarsi un punto importante di
congiunzione dell’anello di piste ciclabili che sono previste tra San Giovanni Lupatoto, Zevio e
SAN MARTINO BUON ALBERGO, lungo il percorso dell’Adige», aggiunge Facci. «Per mettere
in collegamento le due sponde del fiume e chiudere l’anello, ci sono due possibilità: la prima è
quella di sfruttare lo sbarramento della Sava, quella che viene comunemente chiamata diga; la
seconda è quella di rimettere in funzione il traghetto. Non bisogna trascurare le facilitazioni che
potrebbero arrivare dal traghetto per chi da San Giovanni vuole raggiungere San Michele o SAN
MARTINO e poi magari risalire fino a Montorio».
«Una volta definito il progetto, andremo a bussare per i finanziamenti in Regione, dove potrebbero
esserci dei fondi disponibili per questi specifici progetti di recupero, oppure anche da altri enti
pubblici, e infine anche da privati», insiste Facci.
«In questo», conclude, «potrebbe aiutarci anche il momento di ottima collaborazione che si registra
fra le amministrazioni comunali di San Giovanni Lupatoto, Zevio e SAN MARTINO BUON
ALBERGO».