Il vincitore

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Il vincitore
 Premio Bancarella
I candidati all'edizione 2007
Vi presentiamo l'elenco completo degli autori candidati alla 55° edizione del premio Bancarella. Il vincitore e' stato decretato a Pontremoli il 15 Luglio.
Il vincitore Il diavolo nella cattedrale
Frank Schatzing
Nord, 2006
Colonia, 1260. Gerhard Morart sa bene che non potrà mai completare la costruzione della "sua" cattedrale prima di morire. Quello che non sa, purtroppo, è che la morte non tarderà ad arrivare: qualcuno infatti gli tende un agguato su un'impalcatura dell'edificio e lo fa precipitare a terra. Un delitto a sangue freddo, che tuttavia ha avuto un singolare testimone: Jacop, un ladruncolo che si trovava su un melo lì accanto, intento a rubare i frutti succosi per placare la sua eterna fame. Anziché darsela a gambe, Jacop si avvicina a Gerhard, ormai morente, che gli sussurra qualcosa all'orecchio. Così facendo, però, il ladruncolo rivela la propria presenza all'assassino, il quale si lancia in una caccia spietata per ridurlo al silenzio.
Gli altri 5 candidati
Una madre lo sa. Tutte le ombre dell'amore perfetto
Concita De Gregorio
Mondadori, 2006
La storia di Brooke Shields, una delle donne più belle del mondo, che partorisce a 38 anni la piccola Rowan e non smette di piangere dal primo istante in cui gliela mettono in braccio e scivola in una tremenda depressione da cui si riprenderà solo molti mesi dopo, e quella di Valentina Vezzali, il "cobra", che dopo appena diciotto giorni dalla nascita del figlio Pietro riprende gli incontri di scherma e le bastano tre mesi di allenamento per vincere i campionati del mondo. La storia delle madri di Plaza de Mayo, a cui la dittatura argentina ha rubato i figli, capaci di un amore assoluto per le proprie creature scomparse, perché l'amore materno perfetto è solo quello per chi non c'è più, e quella di Mercè Anglada, ostetrica di 44 anni, che per aver dedicato l'intera vita a far nascere i figli degli altri non si è mai sposata e non ne ha mai avuti di propri. Storie di madri e di maternità, storie di amore e di paura, storie di gioia e di terribili depressioni. Concita De Gregorio compie un viaggio, attraverso venti racconti di maternità, in una realtà circondata da moltissimi luoghi comuni, per cercare di dare voce a una realtà silenziosa: la fatica di essere madri in un mondo in cui per le madri non c'è posto.
Lo stambecco bianco
Carlo Sgorlon
Gremese Editore, 2007
Un nuovo romanzo commovente (adatto anche ad un pubblico giovane) di Carlo Sgorlon che offre una felice prospettiva a due grandi problemi dell'Italia e dell'Occidente moderno: l'integrazione sociale in Italia (di un clandestino islamico libanese) e la difesa della natura. Dopo la pubblicazione de "Il vento nel vigneto", un altro racconto appassionante dell'autore friulano, dalla narrazione limpida e fluente, con il ritmo dell'epica e della leggenda. Negli anni della guerra civile libanese, Mansùr, dopo aver perso la famiglia, fugge in Italia con la speranza di ritrovare il padre. Nelle sue avventure da clandestino la grande risorsa è la sua adattabilità a tutte le situazioni, la forte voglia di sopravvivere e cavarsela. Così Mansùr si fa adottare dall'Italia e dalla sua civiltà, e pur restando fedele all'islamismo riesce a integrarsi perfettamente. L'incontro con il solitario Gregorio e l'affascinante Ines segnerà il suo destino e, insieme, finiranno per imporsi nella difesa ecologica della "loro" causa: la montagna e le sue leggende, come quella dello stambecco bianco, vengono salvate dall'ingordigia dell'affarismo e della speculazione edilizia.
La danzatrice bambina
Anthony Flacco
Piemme, 2006
Questo non è il racconto dell'onda furiosa della Grande Storia sul destino di un popolo. Non solo questo. È una storia piccola, che ha il nome e il volto di una bambina. Zubaida vive nel deserto dell'Afghanistan, in un villaggio che la "guerra al terrore" non ha ancora travolto. Ha nove anni. Non sa niente del mondo oltre il suo villaggio, poco della travagliata storia del suo paese, dei cingolati dell'Armata Rossa, della lotta dei mujaheddin, del regime dei talebani che ha proibito anche gli aquiloni, degli elicotteri con la bandiera a stelle e strisce. Cammina danzando, a piedi nudi, al ritmo di una musica che le suona dentro. Ma non dopo quel giorno. Non da quando un terribile incidente le ha ustionato le mani, il viso, il corpo. Da allora, la musica si è spenta. In un paese privo della più elementare assistenza medica, e in cui la vita di una figlia femmina vale ben poco, non sembra una fortuna che Zubaida sia sopravvissuta. Ma non per suo padre, non per l'ostinata determinazione di un uomo disposto a tutto pur di non arrendersi. Dovesse camminare fino all'inferno per salvare quella bambina ferita, piagata, fasciata in mille bende, che ora urla per affermare la propria esistenza. Fino ai campi militari degli americani, con le loro regole incomprensibili. Fino a oltrepassare la linea di demarcazione tra due culture, tra "loro" e "gli altri". Perché Zubaida possa tornare a danzare al ritmo della sua musica.
Il codice Gianduiotto
Bruno Gambarotta
Morganti, 2006
La Confraternita del Gianduiotto è stata proclamata ufficialmente nel 1808. Secondo un verbale segreto che all'Archivio Storico della città di Torino mostrano a cani e porci, ne facevano parte praticamente tutti gli uomini che hanno fatto il Risorgimento, a partire da Cavour fino all'ultimo degli uscieri di Palazzo Carignano. Unica eccezione il Re Carlo Felice il quale, quando gli fecero la proposta di entrare a farne parte, rispose con una frase passata in proverbio. Disse: Non voglio fare la figura del cioccolataio! Questa, potremmo dire, la sintesi dell'antefatto; riassumere il fatto non è altrettanto facile! Il perché di questa difficoltà possiamo in parte trovarla nelle pagine finali, quando l'autore Bruno Gambarotta fa, come d'uso, i suoi ringraziamenti, uno dei quali rivolto a Dan Brown, autore del "Codice da Vinci" e recita così: Ringrazio Dan Brown per avermi generosamente offerto il canovaccio per questo romanzo e per aver dimostrato che non c'è limite per chi le spara più grosse.
Il monaco inglese
Valeria Montaldi
Rizzoli, 2006
Milano, 1246. Nel buio della notte, le mura della città sono rischiarate da una luce sinistra: un incendio sta distruggendo la casa di Guglielmo. L’uomo, rispettato mastro muratore, muore tra le fiamme insieme alla moglie. Dal limitare del bosco, Juditha, la strega del Quadronno, segue in silenzio la fuga guardinga dell’uomo che ha appiccato il rogo. Nel frattempo, Arnolfo, l’abate di San Simpliciano, deve affrontare la prova più difficile della sua vita: difendere l’onorabilità del monastero dai raggiri di Birago, un mercante senza scrupoli. Il recente e prestigioso matrimonio della figlia Anselma con un erede della potente famiglia Della Torre non basta a nascondere i loschi raggiri del mercante: ben presto i sospetti verso la sua condotta sciagurata diventeranno certezza. Frate Matthew, tornato a Milano per incontrare l’amico Arnolfo, si troverà suo malgrado a doverlo aiutare ancora una volta, condividendo con lui il peso di una colpa segreta. Mentre in città le voci che accusano Birago si fanno sempre più ricorrenti, Matthew cercherà la prova che dimostri l’innocenza di Arnolfo. Lungo il gravoso cammino che gli è stato imposto rischierà la vita, ma incontrerà anche una donna capace di risvegliare in lui un sentimento che non credeva di poter provare. Tra i vicoli polverosi di Milano, intanto, cresce la rabbia del popolo contro l’arrogante potere del ceto mercantile e verso il podestà: ignara della tragedia che sta per abbattersi su di lei, la giovane Anselma segue il filo sottile di una inaspettata rivelazione che la condurrà a scoprire un segreto sconvolgente. L’abilità narrativa e la perfetta documentazione storica permettono a Valeria Montaldi di costruire un racconto avvincente in cui la presenza di alcuni protagonisti dei suoi romanzi precedenti contribuisce a legare il lettore a una vicenda intrigante, quanto mai evocativa dell’atmosfera di Milano in età comunale.