Raccogliere funghi in sicurezza
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Raccogliere funghi in sicurezza
IL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE DELLA ASL RM/H PRESENTA UNA PICCOLA GUIDA PER RACCOGLIERE FUNGHI IN SICUREZZA BIANNULARIA IMPERIALIS Agostino Messineo, Donatella Varrenti, Paola Abetti, Massimo De Loripa, Michelina Palermo, Rosa Pacini, (FUNGO PATATA) …UN PO’ DI STORIA… * Fin dall'antichità l'uomo ha raccolto i funghi come frutti spontanei della natura per utilizzarli nella propria alimentazione, quali materia prima per numerose e gustose pietanze. * Da subito ha anche iniziato ad imparare a sue spese che di funghi si può stare male ed anche morire. * Poiché non era conosciuta la vera natura botanica dei funghi, si riteneva che quelli velenosi lo fossero perché vi era qualcosa di nocivo nelle vicinanze dei luoghi di raccolta, come piante venefiche, tane di serpenti, ferri arrugginiti, eccetera. * Alla luce delle moderne conoscenze in campo botanico, biochimico e tossicologico, oggi si sa che la velenosità propria di certi funghi è una loro CALVATIA UTRIFORMIS (testa di moro) caratteristica intrinseca: un fungo è velenoso esclusivamente per sua natura, cioè perché contiene sostanze tossiche prodotte dai processi biochimici del suo metabolismo. * Il solo modo di evitare le intossicazioni è quindi quello di conoscere con assoluta certezza i funghi che vengono di volta in volta consumati: sistemi usati in passato per riconoscere empiricamente i funghi velenosi, come l'annerimento dell'aglio o della moneta d'argento, così come la presenza delle rosicchiature di animali, non hanno alcuna corrispondenza con la rete. CAPIRE IL FENOMENO DEGLI AVVELENAMENTI DA FUNGHI * L’avvelenamento da funghi è una patologia stagionale con punta massima, ma non esclusiva, in autunno, periodo in cui i funghi possono essere facilmente raccolti e consumati. In genere l’intossicazione provoca disturbi gastroenterici, ma alcuni funghi portano a patologie gravi e potenzialmente letali. Si calcola, infatti, che in Italia ogni anno circa 10 mila persone mangiano funghi velenosi, con la conseguenza di circa 200 decessi. AMANITA PHALLOIDES (tignosa velenosa) * Le forme mortali sono dovute quasi sempre ad Amanita phalloides, Amanita Verna o Orellano, che sono facilmente riconoscibili da un esperto. * Con l'avvicinarsi della stagione fungina, l’Unione Nazionale del Personale Ispettivo Sanitario d'Italia (Unpisi) invita i raccoglitori a sottoporre tutti i funghi raccolti al controllo gratuito degli ispettorati micologici delle ASL, i quali rilasceranno un certificato che attesti la commestibilità dei funghi e indichi le corrette norme di consumo. * La gravità dell’avvelenamento dipende dal grado di maturazione del fungo e, soprattutto, dalla specie e dalla quantità di funghi ingeriti. * L’intossicazione da funghi dà luogo a sindromi comuni a funghi di famiglie diverse GLI ORGANI BERSAGLIO Gli organi bersaglio nell’avvelenamento da funghi sono principalmente: Il sistema digestivo • Il fegato • Il rene • Il sistema nervoso centrale e periferico LE FUNZIONI DEL FEGATO * Immagazzinamento delle vitamine A, B, D; del ferro e del rame. * Sintesi delle proteine plasmatiche, comprese l’albumina e alcune globuline. * Sintesi dei fattori della coagulazione dipendenti dalla vitamina K: fattore VII e protrombina. * Immagazzinamento del glicogeno e sintesi del glucosio da altri precursori (gluco-neogenesi). * Idrolisi degli acidi grassi * Produzione della bile. * Detossificazione ed escrezione di sostanze nocive (xenobiotici). AMANITA VERNA ( tignosa di primavera ) LE FUNZIONI DEL RENE * Il rene è l’organo emuntore, elimina le scorie dal nostro organismo * Regola l’equilibrio acido-base del sangue * E’ un organo chiave nella regolazione della pressione sanguigna * Nel rene è prodotta una sostanza, l’eritopoietina che consente la produzione di globuli rossi. lega agli epatociti determinando un blocco di un enzima per la trascrizione del DNA in RNA e quindi necrosi cellulare. A livello intestinale hanno azione diretta sulla mucosa con conseguente gastroenterite acuta grave e gravi alterazioni della flora batterica intestinale * Nell'ambito del possibile danno connesso con l'alimentarsi gli avvelenamenti a lunga incubazione soni i più gravi,anche perché se non si hanno sintomi immediati dopo la prima ingestione possono venir consumati ulteriori funghi, andando così a raddoppiare la dose di tossico già ingerita, con il rischio di non trovare residui alimentari per il campionamento. * Tra gli avvelenati da funghi, il minor numero di pazienti presenta una sindrome patognomonica a latenza inferiore a 6 ore ed a prognosi fausta ( le sei ore fanno da discriminante tra i 2 gruppi di sindromi) * La grande maggioranza dei pazienti invece accusa unicamente sintomi gastrointestinali a latenza inferiore a 6 ore e senza febbre, e questo quadro è condiviso dalla maggioranza di chi presenta le ben più frequenti intossicazioni alimentari di altra eziologia; * la diagnosi differenziale clinica fra questi due gruppi talvolta è possibile per criteri epidemiologici, ma più spesso non è possibile (e questo vale anche quando i sintomi gastrointestinali si presentano dopo le 6 ore dal pasto). La presenza di lombalgia e/o poliuria-oligoanuria deve far sospettare il danno renale. TOSSICITÀ * La tossicità è determinata da un gruppo di ciclopeptidi chiamati amatossine, le fallotossine hanno un ruolo limitato nelle intossicazioni falloidee. L'organo bersaglio principale della tossina è il fegato, dove si CINETICA SINDROME COLERIFORME * Le tossine vengono assorbite e permangono per 36 ore in circolo, vengono eliminate dal rene con processo di filtrazione, senza riassorbimento tubulare, sono presenti nell'aspirato gastroduodenale a 60-72 ore dall'ingestione * Si tratta di una gastroenterite acuta (vomito, dolori addominali, diarrea),che dura in media tre giorni, ma che nei casi gravi si può protrarre fino a 10 giorni. Le caratteristiche di gravità sono, l'intensità, la durata, la resistenza alla terapia sintomatica e le complicazioni metaboliche (squilibrio idro-elettrolitico, disidratazione e tachicardia, che se non prontamente corretto può portare collasso, insufficienza renale acuta, shock e a morte). DIAGNOSI SINTOMATOLOGIA * Può evolvere in tre fasi: 1) Fase di latenza: In media dura 12 ore ed è caratterizzata dalla totale assenza di sintomi 2) Sindrome coleriforme 3) Danno epatico * L'anamnesi di ingestione di funghi, l'eventuale intossicazione collettiva, la tipica sintomatologia coleriforme a distanza di 8 ore, i resti di funghi identificati come appartenenti alla famiglia delle Amanite. L'esame delle urine può essere fatto in due ore con metodo radioimmunoassay (RIA). * Il prelievo va fatto il più precocemente possibile, nel periodo nel quale la tossina è alla massima concentrazione nel sangue; la positività del test conferma la diagnosi, mentre la sua negatività non ha valore di certezza di esclusione. L'aumento degli enzimi epatici del periodo del danno epatico non rappresenta una sintomatologia specifica, ma insieme ad altri dati può essere fortemente indicativo del tipo di intossicazione. DANNO EPATICO * E' caratterizzato da aumento delle GOT e GPT a partire da 24-48 ore dall'ingestione che è correlato alla gravità dell'intossicazione. In terza giornata si assiste ad una riduzione dell'attività protrombinica, che può cadere anche al di sotto del 10% , si ha iperbilirubinemia ed iperammoniemia, ipoglicemia. PERHÈ I FUNGHI VELENOSI HANNO COLORI VIVACI? I colori dei funghi sono frutto di un adattamento all’ambiente. Come altri organismi velenosi, per esempio le raganelle che vivono nella foresta amazzonica. * Di solito in quarta, quinta giornata si hanno due possibilità graduale normalizzazione dei valori bioumorali epatici con guarigione del paziente persistenza dei bassi valori di attività protrombinica, caduta degli enzimi (GOT e GPT) segni di necrosi epatica massiva. Oppure si ha aumento dell'aminoacidemia, coma epatico, convulsioni, emorragie irrefrenabili INTRODUZIONE Le intossicazioni da funghi si possono manifestare in vari modi, a seconda delle specie responsabili, con un insieme di sintomi che va sotto il nome di sindrome. Abbiamo ritenuto opportuno suddividere, a grandi linee, le sindromi da intossicazioni da funghi in: * intossicazioni a lunga incubazione * intossicazioni a breve incubazione. L’INCUBAZIONE * L'incubazione o latenza è da intendere come il tempo trascorso dal consumo dei funghi al manifestarsi dei primi sintomi. * Le sindromi verranno poi ulteriormente suddivise in base al quadro clinico. UNA CURIOSITÀ…… • Dati statistici alla mano, dimostrano che la maggioranza dei soggetti intossicati sono abituali raccoglitori o consumatori di funghi offerti loro da persone di fiducia. Motivo per cui non si possono mangiare funghi se non sono stati ritenuti idonei al consumo umano dal micologo della ASL. INTOSSICAZIONI A LUNGA INCUBAZIONE addominali, vomito e diarrea incoercibile con andamento a crisi, che provoca ingenti perdite idro-elettrolitiche. * Sindromi che si manifestano con un tempo di incubazione superiore alle 6/8 ore (in casi estremi fino alle 2/3 settimane) sono da considerarsi pericolose e potenzialmente mortali, tali da rendere necessario il ricovero urgente. * Analizziamo ora in dettaglio i vari tipi di sindrome sottolineando in particolare le specie fungine. SINDROME FALLOIDEA O DA AMANITINE AMANITA VIROSA * È provocata dalle tre amanite mortali: Amanita phalloides, Amanita verna ed Amanita virosa, e soprattutto dalla prima, molto più diffusa e frequente. Questa è la specie che causa il 90% degli avvelenamenti da funghi con esito mortale per la sua elevata tossicità (50 g di fungo fresco sono sufficienti per uccidere un uomo adulto di peso medio, nei bambini si riduce a 20 g). * Vi sono anche altre specie che provocano lo stesso tipo di sindrome, come alcune lepiote di piccola taglia (Lepiota brunneoincarnata, Lepiota josserandi, Lepiota helveola) molto pericolose perché frequenti anche nei giardini di città, soprattutto sotto i pini ed i cedri, ed inoltre la Galerina marginata, che si può trovare su residui legnosi marcescenti di conifera. * La sindrome falloidea si articola in due fasi, ognuna delle quali bene caratterizzata. * Dopo un periodo di latenza, che può andare dalle 6 fino alle 18 ore, inizia la prima fase, con senso di malessere generale, dolori AMANITA VIROSA * Dopo una transitoria attenuazione dei sintomi, con apparente miglioramento, intorno alla 24° -36° ora inizia la fase epatitica che può evolvere nell'arco di alcuni giorni verso il coma epatico, complicato da sindrome emorragica, e portare alla morte, in questa fase non è presente febbre. * Campioni di urine prelevate entro le 48 h, prima dell’inizio dell’iperidratazione, permettono il dosaggio dei valori elevati di amanitine nelle urine e quindi la diagnosi di certezza dell’intossicazione da funghi contenenti amatossine * La percentuale dei decessi è oggi diminuita per la tempestività del trattamento: molto dipende però anche dal quantitativo di fungo ingerito. * Per i veleni della Amanita phalloides (amanitine) non esistono antidoti e l'unica terapia è quella di rimuovere le tossine mediante idratazione e diuresi forzata. * La lavanda gastrica non va tralasciata anche dopo 24 h dall’assunzione di funghi, per eliminare residui anche microscopici, a cui può seguire somministrazione di carbone vegetale attivato in polvere a dosi ripetute. Mentre la comparsa di encefalopatie e l’incapacità di correggere la coagulazione depongono per l’ultimo atto terapeutico possibile, il trapianto di fegato con l’immediata ricerca del donatore. CORTINARIUS ORELLANUS SINDROME ORELLANICA * È provocata da alcune specie del genere Cortinarius, sottogenere Leprocybe, che hanno causato anche di recente casi di intossicazione con esito mortale. * La loro distribuzione è limitata ad habitat boschivi collinari e di bassa montagna (Cortinarius orellanus), o di alta montagna (Cortinarius speciosissimus). * La sindrome orellanica è la più lenta a manifestarsi: i primi sintomi compaiono anche dopo 12 ore, mentre i segni di danno renale si rendono evidenti in un arco di tempo che va da un minimo di 5 fino a 20 giorni (in media 10-12) dall'ingestione. L’organo bersaglio colpito è il rene. * L'ORELLANINA è la sostanza tossica contenuta ed isolata dai funghi Cortinarius orellanus e Cortinarius orellanoides responsabile della intossicazione che determina in Europa la "Sindrome orellanica". * La tossina è altamente nefrotossica, resistente all'essiccamento, alla ebollizione ed ad altri agenti fisici. Dose letale per l'uomo 40-50 gr. di fungo fresco. Il suo meccanismo tossicologico è ancora controverso. * Per determinare la tossina si possono utilizzare varie metodiche. Le più utilizzate per la determinazione quantitativa della orellanina sono: Thin Lajer Cromatography (TCL) piastre in cellulosa su strato sottile con indicatore fluorescinato, l'HPLC su colonna, Isotacoforesi (ITP). Per la determinazione qualitativa si può usare il test di Pöder al Cloruro ferrico sia sui carpofori freschi che sui funghi cotti, applicato con i suoi limiti anche sui liquidi biologici. * La diagnosi si complica perché è difficile mettere in relazione i disturbi con ciò che si è consumato più di una settimana prima. * Anche in questo caso la sintomatologia può essere bifasica, con un primo momento essenzialmente gastrointestinale, che può essere sfumato od anche mancare, ed un secondo in cui si manifesta una insufficienza renale acuta (nefrite interstiziale) causata dalla tossina di questi funghi (orellanina). * Tale insufficienza costringe chi sopravvive al trattamento emodialitico cronico nell'attesa dell'eventuale trapianto. * La terapia consiste nell'idratazione e nella correzione degli squilibri elettrolitici e dell'E.A.B. (equilibrio acido-base). * La prognosi, anche se l’avvelenamento è considerato mortale, attualmente con la dialisi è buona per la vita, ma non per la funzione renale. La percentuale di insufficienze renali irreversibili varia tra il 36- 46% dei casi, mentre gli altri casi hanno un’evoluzione lenta per giungere a guarigione dopo 6-8 mesi. SINDROME GIROMITRICA Gyromitra esculenta * Alcuni autori ipotizzano effetti cancerogeni sul fegato. * La peculiarità dei composti tossici(giromitrina) è quella di essere volatili e parzialmente idrosolubili, al contrario delle amatossine e orellanine, precedentemente considerate, che sono resistenti al calore, all’ebollizione e all’essiccamento. * Ciò significa che questi funghi potrebbero essere mangiati dopo adeguata bollitura, senza subire tutte le conseguenze dei veleni presenti. Rimane certo l’avvelenamento se i funghi sono consumati insieme all’acqua di cottura, se mangiati crudi o insufficientemente cotti o se vengono consumate quantità elevate di questi funghi in un unico pasto o in assunzioni ripetute a brevi intervalli, per un fenomeno di accumulo. * Sono particolarmente sensibili a questi funghi le persone con deficit di glucosio-6-fosfato-deidrogenasi (favismo). La presenza di emolisine nel fungo consumato crudo o poco cotto può determinare una sindrome emolitica con anemia, ittero e interessamento renale. La terapia è sintomatica e vanno compensate le perdite idrosaline e il danno epato-renale. INTOSSICAZIONI A BREVE INCUBAZIONE * E sostenuta dall'ingestione in grandi quantità (500 g) o dal consumo ripetuto a breve distanza della falsa spugnola (Gyromitra esculenta) e specie congeneri. * Si tratta di funghi piuttosto rari, diffusi per lo più nelle zone montane. * La sindrome compare dopo 6-12 ore dal pasto con disturbi gastroenterici, cui fanno seguito compromissione epatica e neurologica. I sintomi tendono ad attenuarsi nella terza giornata e le evoluzioni sfavorevoli sono molto rare. * Quando i sintomi si manifestano subito dopo l'ingestione, od al massimo entro 4-5 ore dalla stessa, le intossicazioni risultano essere meno gravi ed il decorso clinico è solitamente benigno. * È buona regola prudenziale rivolgersi comunque ad un medico, meglio se competente in materia, che potrà avvalersi della collaborazione di un esperto micologo. INTOSSICAZIONI A BREVE INCUBAZIONE SINDROME MUSCARINICA O SUDORIPARA * La presenza di quest'ultimo è di fondamentale importanza nell'analisi micologica, di cui è sempre opportuno tenere conto nella formulazione di una corretta diagnosi relativa all'intossicazione. • È una intossicazione a carico del sistema neurovegetativo. Oltre ai sintomi gastroenterici, se ne presentano di peculiari quali il rallentamento del battito cardiaco, la miosi (restringimento della pupilla), la vasodilatazione periferica e soprattutto la sudorazione profusa e l'aumento di tutte le secrezioni. INTOSSICAZIONI A BREVE INCUBAZIONE * È sempre di estrema utilità poter disporre di esemplari identici a quelli ingeriti o, per lo meno, di quanto resta della pietanza preparata, nonché recuperare le parti di fungo scartate nel corso della pulitura, cercandole anche nel cestino dei rifiuti. * Tra le sindromi ad incubazione breve, ve ne sono alcune che colpiscono il sistema nervoso: esse sono la muscarinica, la panterinica e la psicotropa. AMANITA MUSCARIA (Ovulo malefico) SINDROME MUSCARINICA O SUDORIPARA * È sostenuta dalla muscarina, che è presente in dose elevata nelle piccole Clitocybe bianche (Clitocybe dealbata, Clitocybe cerussata, Clitocybe phyllophyla), ed in molte specie del genere Inocybe (Inocybe rimosa, Inocybe erubescens, Inocybe geophylla, eccetera), funghi comuni un po’ ovunque, nei boschi, nei prati ed anche nei giardini di città. SINDROME MUSCARINICA O SUDORIPARA AMANITA MUSCARIA (OVULO MALEFICO) * La risoluzione può essere spontanea, dopo 12-16 ore. * Per questo tipo di intossicazione esiste un antidoto specifico: il solfato di atropina . SINDROME PANTERINICA O MICOATROPINICA • L'Amanita muscaria (fungo dal cappello rosso ciliegia con verrucche bianche, ben noto anche ai profani) e l'Amanita pantherina sono responsabili di intossicazioni che si manifestano con incostanti disturbi gastroenterici, ma soprattutto interessando il S.N.C. (sistema nervoso centrale) SINDROME PANTERINICA O MICOATROPINICA * La sindrome, sostenuta dal muscimolo, dall'acido ibotenico e dal muscazone, può essere talora complicata dal sovrapporsi e dall'alternarsi di effetti legati alla presenza di muscarina, da cui la difficoltà dell'intervento terapeutico. SINDROME PANTERINICA O MICOATROPINICA * Il trattamento precoce rimane la lavanda gastrica, anticonvulsivanti e sedativi. * Prognosi: da alcune ore a 2 giorni SINDROME PSICOTROPA O NARCOTINICA * Oltre all’Amanita muscaria, vi sono altre specie in grado di provocare una sindrome a carico del S.N.C., con deliri allucinatori a vario contenuto sostenuti da composti ad azione analoga al L.S.D. * Tali funghi venivano utilizzati nei paesi dell'America centrale dagli stregoni per procurarsi visioni nel corso di riti propiziatori. Giromitra esculenta (falsa spugnola) SINDROME PSICOTROPA O NARCOTINICA SINDROME GASTROENTERICA * Le specie fungine reperibili nelle nostre zone appartenenti alla famiglia delle Strophariaceae, in particolare ai generi Psilocybe, Panaeolus e Stropharia, contengono tuttavia principi attivi (psilocybina) in quantità di gran lunga inferiore rispetto a quelli presenti nelle zone tropicali. * Va comunque detto che l'assunzione prolungata di questi funghi provoca deficienze funzionali irreversibili a livello cerebrale. * I composti in essi contenuti, genericamente chiamati sostanze acro-resinoidi, hanno la caratteristica comune di non essere assorbiti a livello intestinale e di provocare l'irritazione della mucosa, con conseguente evacuazione spontanea del materiale tossico. RUSSULA EMETICA Morchella rotunda (spugnola) SINDROME GASTROENTERICA * Diverse specie fungine sono in grado di provocare una sindrome irritativa e drastica a livello gastrointestinale, che si manifesta molto rapidamente (da qualche minuto ad alcune ore dopo l'ingestione) con nausea, vomito, forti dolori addominali e diarrea. * Questi funghi appartengono a generi e famiglie anche molto diversi tra loro. SINDROME GASTROENTERICA Giromitra esculenta (falsa spugnola) * I più importanti sono: Entoloma lividum, Omphalotus olearius, Tricholoma pardinum, Boletus satanas, Hypholoma fasciculare e Hypholoma sublateritium, Agaricus xanthoderma e specie affini, tutte le Russula dal gusto acre e pepato ed i Lactarius dal latice bianco o giallo, diverse ramarle (manine) e gli Scleroderma (false vescie). * La remissione dei sintomi è spontanea nel giro di una giornata. SINDROME GASTROENTERICA * Segnatamente all'ingestione delle prime tre specie citate, l'intossicazione si manifesta in modo particolarmente drastico, con gastroenterite a volte emorragica e con complicazioni renali ed epatiche. Il periodo di incubazione è inoltre più lungo (dalle 3 alle 8 ore). SINDROME DIGESTIVA * Molto frequente (causa infatti la maggior parte dei ricoveri ospedalieri per il consumo di funghi) e strettamente correlabile alla precedente è la sindrome digestiva, causata dal consumo di specie commestibili cucinate non adeguatamente o consumate in quantità eccessiva. SINDROME DIGESTIVA * I disturbi possono essere simili a quelli di una forte indigestione. * Le specie più diffuse che possono causare questi sintomi sono: Clitocybe nebularis, Armillaria mellea (chiodini) e Russala olivacea. SINDROME DIGESTIVA * È necessario tenere sempre presente che i funghi devono essere considerati commestibili solamente dopo una buona cottura. Le eccezioni riguardano poche specie, quali i porcini, gli ovoli, i tartufi e gli champignons, che possono essere consumate anche crude, in quantitativi modesti. SINDROME DIGESTIVA * La parete cellulare dei funghi è infatti ricca di una sostanza, la chitina, simile alla cellulosa delle piante superiori: tale sostanza è di difficile digestione, in particolare per i bambini, gli anziani, le gestanti ed i convalescenti. * Molti funghi inoltre contengono sostanze tossiche che vengono inattivate con il calore: numerose amanite e boleti, le morchelle, le elvelle, eccetera. SINDROME COPRINICA * Una sindrome molto particolare e curiosa è dovuta al consumo di Coprinus atramentarius. * Questa specie contiene una sostanza, simile all'antabuse (composto impiegato nella terapia dell'alcolismo), che reagisce solo in presenza di sostanze alcoliche assunte contemporaneamente o dopo il consumo del fungo. PAXILLUS INVOLUTUS SINDROME PAXILLICA * II Paxillus involutus è un fungo molto comune in campagna, ai margini dei boschi e dei fossati, ed è causa di una sindrome particolare che si manifesta con un meccanismo immunoallergico. * Può succedere così che al primo consumo del fungo non compaia nessun fenomeno tossico. Quando poi il consumo si ripete nel tempo, la sensibilizzazione che nel frattempo si è instaurata provoca una sindrome inizialmente simile a quella gastrointestinale, che presto degenera, a causa dell'agglutinazione dei globuli rossi, in anemia grave, stato di shock, perdita di conoscenza e collasso, con esito in certi casi letale. COPRINUS ATRAMENTARIUS * La coprina inibisce l'attività dell'enzima acetaldeide-deidrogenasi per cui l'alcool, una volta trasformato nel fegato in aldeide acetica, non si può più ossidare ed accumulandosi nell'organismo provoca disturbi cardiaci (tachicardia), vasodilatazione con vampate di calore soprattutto a carico del viso, del collo, del torace e del cuoio capelluto, e vertigini. Il tutto si risolve nel giro di alcuni giorni. ALTRE FORME DI INTOSSICAZIONE * Esistono anche altre possibilità di intossicazione, legate non tanto ad una tossicità intrinseca dei funghi, ma alla loro conservazione. * Funghi consumati quando sono troppo maturi, vecchi, bagnati, ammuffiti, che hanno preso gelate o che sono stati a lungo riposti in sacchetti di plastica (che creano un ambiente asfittico che li fa deperire con facilità) possono provocare disturbi gastroenterici, analogamente a quanto avviene per il consumo di carne guasta, per la formazione di ammine biogene (ptomaine). …E ANCORA… * Si fa infine sempre più strada la convinzione che accanto alla velenosità nel senso più stretto del termine si debba prendere in considerazione l’igienicità complessiva del prodotto fungo che, anche se non tossico in via diretta, può essere dannoso all'organismo in tempi più lunghi. * L'inquinamento massiccio del territorio sta infatti rendendo pericolosi anche funghi da sempre considerati come commestibili. * Recenti studi hanno dimostrato come specie comunemente consumate (in particolare quelle appartenenti ai generi Agaricus e Leucoagaricus, volgarmente chiamate prataioli, ma più genericamente tutti i saprofiti terricoli) possono diventare pericolose quando crescono in zone vicine a strade di grande comunicazione, a fabbriche, a discariche ed in genere nel verde di città, perché assorbono ed accumulano elementi nocivi (in particolare metalli pesanti: piombo, cadmio, mercurio, tallio) dal sistema ecologico nel quale vivono. * Una maggiore attenzione deve essere rivolta anche alla raccolta dei funghi in campagna, specialmente quando questi crescono nelle zone coltivate a frutteto od a vigneto dove il numero dei trattamenti chimici per contenere i parassiti, i patogeni e le malerbe è davvero impressionante. * Questo breve excursus sui principali funghi velenosi e loro danni da assunzione non può certo ritenersi esaustivo sia perché ci sono altre specie di funghi che vengono classificate come tossiche, esempio il paxillus involutus responsabile di una sindrome allergica data forse da una componente fungina che fa da antigene sensibilizzante e * determina formazione di immunocomplessi sulle emazia Con relative manifestazioni emolitiche, sia perché la conoscenza di forme fungine tossiche è ancora aperta e lo rimarrà a lungo. NOTIZIE UTILI AL RACCOGLITORE Di tutte le teorie che circolano sulla raccolta dei funghi e di tutte le pubblicazioni esistenti in merito, penso che quelli che seguono siano i consigli più utili A) I funghi vanno raccolti interi, senza strapparli o tagliarli alla base del gambo, con leggeri movimenti rotatori per lasciare intatti i caratteri morfologici necessari alla determinazione; B) Quelli certamente conosciuti vanno immediatamente puliti e, privati delle parti non commestibili, riposti nell'apposito comparto del cesto; C) Quelli poco conosciuti vanno ripuliti dalle scorie (terra, foglie, aghi, ecc.) e vanno riposti interi nell'altro comparto del cesto; CONSIDERAZIONI Non c’è da meravigliarsi se un fungo da sempre considerato commestibile viene improvvisamente descritto come velenoso e assolutamente da evitare, come è avvenuto per il tricholoma equestre ritenuto responsabile nel 2001 in Francia di alcuni casi di rabdomiolisi con 3 decessi. * D) Vanno raccolti solo quei funghi che per il loro stato di conservazione assicurino una buona commestibilità; vanno tralasciati quelli troppo adulti o impregnati di acqua o completamente invasi di larve; * E) Ifunghi che non vengono raccolti per un qualsiasi motivo, non vanno assolutamente calpestati, bastonati o distrutti; potrebbero servire a qualche esperto o appassionato che venisse a passare successivamente sul posto o quanto meno continuerebbero nel loro importantissimo ruolo di equilibrio del bosco; * F) E’ bene conoscere particolarmente i funghi velenosi e tossici in modo da evitarne la raccolta e il contatto con gli altri; * G) I funghi conosciuti e destinati direttamente al consumo, vanno (al ritorno) ulteriormente puliti, lavati, e subito cotti (scottati); vista la deperibilità dei funghi si evita, così facendo, di rimanere intossicati per ingestione di cibo avariato; * H) Quelli non conosciuti e precedentemente separati vanno sottoposti al più presto possibile al controllo del micologo. A questo proposito presso il SISP esiste il servizio Micologico gratuito ed aperto, in periodi ed orari stabiliti, a tutti i cittadini; * I) Molto importante è ricordare strutture, forme e colore dei funghi destinati privatamente al consumo perché nella malaugurata ipotesi di avvelenamento, questi dati possono servire al medico ed al micologo per individuare la specie ingerita e trovare così la cura più appropriata al singolo caso. Per completare queste notizie di carattere tecnico vogliamo aggiungere poche parole sull'equipaggiamento più idoneo per chi si appresta ad un'escursione in pineta. Particolare molto importante da tenere presente è l'esistenza delle vipere nelle nostre zone, anche se in numero inferiore a quanto si creda, per cui è opportuno munirsi di calzature idonee (abbastanza alte e pesanti) ed avere sempre con sé un bastoncino con il quale battere il terreno nel caso di funghi particolarmente nascosti dalle foglie o fra l'erba * E BUONA RACCOLTA….. IN SICUREZZA……