guida al field-trip - Associazione Italiana Pedologi

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guida al field-trip - Associazione Italiana Pedologi
GUIDA AL FIELD-TRIP
A cura di Fabio Petrella, Matteo Giovannozzi, Igor Boni
I SUOLI DELLE RISAIE
Riflessioni sull’acqua, sui suoli e sulla
coltivazione del riso
22 – 23 gennaio 2009
IPLA - Corso Casale 476 - TORINO
STOP 1
Inquadramento geografico
Inquadramento pedologico a scala 1:250.000
Inquadramento pedologico a scala 1:50.000
Il profilo pedologico dello STOP 1
La descrizione del suolo tipo simile
al profilo pedologico dello STOP1
ROVASENDA limoso-fine, fase anthraquica
RVS2
Distribuzione geografica e pedoambiente
Questo suolo appartiene a tipiche zone dell’alta pianura piemontese, denominate terre di baraggia, un tempo
ricoperte interamente dal bosco planiziale e progressivamente bonificate e messe a coltura per la risicoltura
intensiva. Si tratta delle parti più meridionali e meno fredde, meno ondulate ed incise degli antichi terrazzi fluvioglaciali, notevolmente sopraelevati (20-30 metri) rispetto all'attuale livello della pianura principale. Il substrato è
costituito da depositi limosi di origine glaciale e fluviale molto antichi che hanno subito un'intensa pedogenesi.
Questi sono suoli che hanno subito intense modificazioni dovute alla sistemazione delle camere di risaia; sono
infatti avvenuti nel recente passato spianamenti e compattazioni meccaniche che hanno a tratti modificato in
modo permanente le caratteristiche di questi suoli. Inoltre la continua inondazione delle camere di risaia ha
modificato in modo sostanziale le dinamiche idrologiche. L'uso del suolo è costituito quasi esclusivamente da
risicoltura.
Descrizione sintetica
Proprietà del suolo: Questo suolo presenta un alto grado di evoluzione pedogenetica e manifesta caratteri di
idromorfia a partire da circa 70 cm di profondità con la formazione di numerose glosse grigie disposte con
andamento verticale lungo le vie preferenziali di percolazione dell'acqua. La disponibilità di ossigeno imperfetta e
la forte aggregazione dovute alle tessiture fini di questi suoli rendono pertanto limitata la profondità utile per gli
apparati radicali. Il drenaggio è infatti lento e la permeabilità molto bassa. La falda è molto profonda anche se il
continuo allagamento delle camere di risaia modifica il livello naturale delle falde e crea importanti falde
temporanee sottosuperficiali.
Profilo: il topsoil è caratterizzato da colore grigio e da tessitura franco limosa, scheletro assente, reazione acida ed
assenza di carbonato di calcio. Il subsoil ha colore dominante da bruno giallastro a bruno con screziature grigie
che formano evidenti glosse verticali, tessitura da franco argillosa ad argillosa, scheletro assente, reazione da
subacida a neutra ed assenza di carbonato di calcio. Frequenti gli accumuli di concrezioni e noduli di ferromanganese. Struttura con caratteristiche tipiche di fragipan. Presenza di cutans.
Classificazione Soil Taxonomy: Aquic Fraglossudalf, fine-silty, mixed, nonacid, mesic
Legenda Carta dei Suoli: Alfisuoli dei terrazzi antichi non idromorfi
Regime di umidità: Regime Udico
Regime di temperatura: Regime Mesico
Descrizione del pedon rappresentativo
Profilo: BIEL0028
Localizzazione: C.na Bellone (Castelletto Cervo, BI)
Pendenza: 1°
Quota: 220 m s.l.m.
Uso del suolo: Risaia
Litologia: Limi (0.05-0.002 mm)
Il suolo è stato descritto allo stato umido.
Orizzonte Ap: 0 - 40 cm; umido; colore grigio (5Y 5/1); tipo colore ridotto; screziature 4 %, con dimensioni medie
di 1 mm, con limiti netti, dominanti di colore bruno intenso (7,5YR 5/6), secondarie di colore bruno intenso (7,5YR
4/6); tessitura franco limosa; scheletro assente; struttura massiva; macropori scarsi, con dimensioni medie minori
di 1 mm; radici 20/dmq, con dimensioni medie di 1 mm e dimensioni massime di 2 mm, orientate in piani verticali;
radicabilità 60%; debolmente resistente; cementazione molto debole; non adesivo; debolmente plastico; non
calcareo; concentrazioni principali assenti; concentrazioni secondarie assenti; pellicole di sesquiossidi 8 % presenti
nella matrice; limite inferiore netto e lineare.
Orizzonte E/B: 40 - 70 cm; umido; colore bruno intenso (7,5YR 5/6); colore subordinato bruno giallastro scuro
(10YR 4/6); tipo colore variegato; screziature 40 %, con dimensioni medie di 10 mm, con limiti netti, dominanti di
colore grigio olivastro chiaro (5Y 6/2); tessitura franco argillosa; scheletro assente; struttura poliedrica angolare
media di grado forte; macropori scarsi, con dimensioni medie minori di 1 mm; radici assenti; radicabilità 30%;
resistente; cementazione debole; moderatamente adesivo; moderatamente plastico; non calcareo; noduli di
ferro-manganese 1 %, con dimensioni medie di 4 mm, presenti nella matrice; concentrazioni secondarie assenti;
pellicole di argilla 25 % presenti sulle facce degli aggregati; limite inferiore graduale ed ondulato.
Orizzonte Btx: 70 - 110 cm; umido; colore bruno giallastro (10YR 5/8); colore delle facce bruno (7,5YR 5/3); tipo
colore variegato; screziature 20 %, con dimensioni medie di 8 mm, con limiti netti, dominanti di colore grigio
(10YR 6/1), secondarie di colore olivastro chiaro (5Y 6/3); tessitura franco argillosa; scheletro assente; struttura
lamellare fine di grado forte; macropori scarsi, con dimensioni medie minori di 1 mm; radici assenti; radicabilità
10%; resistente; cementazione debole; moderatamente adesivo; moderatamente plastico; non calcareo; noduli di
ferro-manganese 2 %, con dimensioni medie di 4 mm, presenti nella matrice;concentrazioni secondarie assenti;
pellicole di argilla 25 % presenti sulle facce degli aggregati; pellicole ferromanganesifere, 4 %, presenti sulle facce
degli aggregati; limite inferiore graduale ed ondulato.
Orizzonte Btc: 110 - 170 cm; umido; colore bruno giallastro (10YR 5/6); colore delle facce grigio brunastro chiaro
(2,5Y 6/2); tipo colore variegato; screziature 10 %, con dimensioni medie di 8 mm, con limiti netti, dominanti di
colore 5B7/1; tessitura argillosa; scheletro assente; struttura lamellare fine di grado forte; macropori scarsi, con
dimensioni medie minori di 1 mm; radici assenti; radicabilità 10%; molto resistente; cementazione debole; molto
adesivo; moderatamente plastico; non calcareo; noduli di ferro-manganese 4 %, con dimensioni medie di 4 mm,
presenti nella matrice; concentrazioni secondarie assenti; pellicole ferromanganesifere 15 % presenti sulle facce
degli aggregati; pellicole di argilla, 10 %, presenti sulle facce degli aggregati; limite inferiore sconosciuto.
Analisi chimico-fisiche del pedon rappresentativo
Ap
E/B
Btx
Btc
pH in H2O
4,7
5,4
6,4
6,8
Sabbia grossolana %
5,1
2,8
3,3
4
Sabbia fine %
24,6
2,9
3,4
19,1
Sabbia molto fine %
n.d.
19,1
16,2
n.d.
Limo grossolano %
30,7
18,9
20,6
16,1
Limo fine %
29,4
23,1
24,1
17,6
Argilla %
10,1
33,1
32,4
43,2
CaCO3 %
0
0
0
n.d.
C organico %
1,06
0,25
0,18
n.d.
N%
0,1
0,06
0,06
n.d.
C/N
10,4
4,3
3
n.d.
Sostanza organica %
1,82
0,43
0,31
n.d.
C.S.C. meq/100g
6,8
10,8
12,9
13,2
Ca meq/100g
0,6
4,35
6,25
8,8
Mg meq/100g
0,42
4,42
5,58
4,3
K meq/100g
0,04
0,06
0,07
0,08
Fosforo assimilabile
21
n.d.
n.d.
n.d.
Saturazione basica %
16
82
92
100
Orizzonti diagnostici riconosciuti
Epipedon ochrico ed orizzonte argillico con evidenti glosse chiare. È inoltre presente un orizzonte albico ove è
avvenuta l'eluviazione dell'argilla.
Sequenza e variabilità degli orizzonti genetici
La sequenza tipica degli orizzonti è: Ap-E-Bt. Come già in precedenza accennato questi suoli hanno subito
significative modificazioni per la coltura del riso. per questo motivo gli orizzonti possono essere stati
profondamente modificati e possono quindi avere caratteristiche diverse da quelle naturali iniziali.
Relazione con altre Fasi di suolo piemontesi
Codice
Fase
Legenda Classificazione
Tipi di relazione
Descrizione della relazione
CRS2
A1
Oxyaquic Fragiudalf, fine-silty,
mixed, nonacid, mesic
Fase Concorrente
ROVASENDA ha orizzonti ricchi di
argilla più prossimi alla superficie.
RVS1
A1
Aquic Fraglossudalf, fine-silty,
mixed, nonacid, mesic
Fase Associata
ROVASENDA althraquica presenta
condizioni anthraquiche.
Data aggiornamento: 29/05/2006
Grado di fiducia: Buono
Origine e nome della fase: Dall'omonimo comune sito in provincia di Novara.
Note
Stima delle qualità specifiche
Disponibilità di ossigeno
Imperfetta - Tessiture con un'elevata percentuale di argilla (tra il 30 % e fino oltre il 40%) ed elevato stato di
aggregazione delle particelle.
Fertilità ed equilibrio nutrizionale
Moderata - Da scarsa nell'orizzonte superficiale sottoposto a sommersione per il pH acido e la Capacità di scambio
cationico prossima a 10 meq/100g, a moderata più in profondità per il pH subacido e per la CSC di poco superiore
a 10.
Radicabilità
Moderata entro i primi 70 cm di profondità, oltre diventa ridottissima per la scarsa disponibilità di ossigeno e
l'elevata aggregazione degli orizzonti sottostanti dovuta alle tessiture molto fini.
Capacità in acqua disponibile (AWC)
300 mm
Rischio di incrostamento superficiale
>1,6 - Elevata percentuale di limo grosso e limo fine.
Rischio di deficit idrico
Assente
Lavorabilità
Moderata - Presenza anche nel topsoil di tessiture fini; tuttavia si sono riscontrate situazioni in cui la tessitura del
topsoil è più grossolana e la lavorabilità è di conseguenza migliore.
Tempo di attesa
> 6 giorni - Drenaggio lento e permeabilità molto bassa.
Percorribilità
Scarsa - Da scarsa a molto scarsa per l'elevato rischio di perdita di trazione e di sprofondamento. Questo
parametro è evidentemente in funzione dalla presenza o meno delle acque di irrigazione in risaia e della creazione
di una soletta, frutto della compattazione operata meccanicamente sulla superficie del suolo al fine di ottenerne
una migliore impermeabilizzazione superficiale.
Capacità protettiva nei confronti delle acque di superficie
Capacità protettiva moderatamente bassa e basso potenziale di adsorbimento - Presenza di orizzonti con
permeabilità molto bassa al di sotto dei 40 cm di profondità e caratteri di idromorfia al di sotto dei 70 cm.
Capacità protettiva nei confronti delle acque profonde
Capacità protettiva alta ed alto potenziale di adsorbimento - Tessiture fini.
Attitudine allo spandimento dei liquami
Moderata
Capacità d'uso
Terza Classe di Capacità d'Uso - sottoclasse w1
Alterazione delle proprietà chimico-fisiche
L'elevata acidificazione superficiale è dovuta alla condizioni artificiali di saturazione idrica a cui questi suoli sono
sottoposti per un periodo prolungato, a causa della coltivazione del riso con la tecnica irrigua della sommersione.
Cenni sulla gestione di suoli
Questi suoli sono utilizzati per la coltivazione del riso che comporta un elevato sfruttamento in termini nutrizionali
e l'utilizzo dell'irrigazione per sommersione. Monocoltura e tipo di irrigazione causano significative perdite in
fertilità, con dilavamento dei nutrienti e conseguente acidificazione superficiale: reintegrazione delle riserve
minerali ed organiche, e calcitazioni sono obbligatorie se si vogliono utilizzare questi suoli per altre colture, in ogni
caso è consigliabile la pratica della rotazione. Sono terreni adatti all'arboricoltura da legno con le principali specie
di pregio.
Descrizione micromorfologica di un profilo di suolo
della stessa crono-toposequenza dello STOP 1
(Estratto dalla tesi di laurea di Marcella Iaricci ‘I paleosuoli, evidenza di antichi paesaggi e corpi viventi negli
ecosistemi attuali: il caso di studio tra Ghemme e Ghislarengo; relatore dott. Luca Trombino, correlatori: dott.
Mauro Cremaschi e dott. Fabio Petrella)
In sezione sottile il topsoil (orizzonte Ap) presenta una microstruttura complessa, in parte di tipo ‘subangolar
blocky’ e in parte da una ‘prismatic’. Gli aggregati di dimensioni centimetriche mostrano una forma poliedrica
da angolare a subangolare ma sono per lo più degli artefatti generati dalla lavorazione della sezione sottile. I
vuoti dominanti sono rappresentati da comuni planes ad orientazione casuale delle dimensioni della sabbia
molto fine e da scarse camere delle dimensioni della sabbia. grossolana-media. I costituenti grossolani sono
dominanti granuli di quarzo di forma da subarrotondata a subangolare, non alterati e altri minerali, tra i quali gli
anfiboli, in quantità minore, scarsamente alterati, generalmente di forma prismatica. La frazione fine è costituita
da una massa gialla-rossastra di limo e argilla a b-fabric indifferenziata. Il limite c/f della massa di fondo è 10
µm, il rapporto c/f è di 30/70 con una distribuzione relativa di tipo porfirica a spazio aperto. Le figure
pedologiche osservate sono sia di natura tessiturale, come gli scarsi rivestimenti di argilla rosso-giallastra, i
frequenti riempimenti di argilla gialla e la presenza di frammenti di argilla arrotondata rossastra (detti papulae);
sia di natura amorfa, come i comuni noduli di Fe-Mn, le frequenti impregnazioni rossastre e gli scarsi
iporivestimenti di Fe-Mn che vanno dal rosso scuro al nero. Vi è anche la presenza di qualche frammento di
roccia inalterata.
In sezione sottile l'orizzonte ABt presenta una microstruttura ‘subangolar blocky’. Gli aggregati, anche in questo
caso generati dalla lavorazione della sezione sottili, hanno una forma poliedrica da subangolare ad angolare e
sono di dimensioni centimetriche. I vuoti sono rappresentati da comuni ‘planes’ di qualche millimetro, da
frequenti ‘vughs’ delle dimensioni della sabbia media -fine, da frequenti camere con un lume delle dimensioni
della sabbia grossolana e da scarsi canali, tutti i vuoti mostrano una distribuzione casuale. I costituenti
grossolani sono dominati dai granuli di quarzo di forma subarrotondata e da altri minerali di forma prismatica o
irregolare. La frazione fine è costituita da una massa di natura argillosa limosa in parte gialla ed in parte
rossastra a b-fabric cristallitica. Il limite c/f della massa di fondo è 10 µm, il rapporto c/f 40/60, la distribuzione
relativa porfirica a spazio doppio. Le figure pedologiche osservate sono sia tessiturali che amorfe: quelle
tessiturali sono frequenti rivestimenti di argilla e comuni riempimenti di argilla entrambi di colore giallo, sono
stati osservati inoltre frammenti di argilla arrotondati di colore rosso (papulae); quelle amorfe sono costituite da
scarsi iporivestimenti di Fe-Mn, da frequenti noduli di Fe-Mn di dimensioni millimetriche e da impregnazioni di
Fe-Mn di colore rossastro. E' stato ritrovato all'interno del vetrino un frammento di resto vegetale di forma
allungata fortemente alterato e frequente materia organica amorfa di forma subarrotondata.
La microstruttura dell'orizzonte Bt è di tipo complessa formata da una struttura prismatica e una poliedrica
angolare (quest'ultima senza dubbio generata durante la lavorazione del vetrino). Gli aggregati presenti sono di
tipo poliedrici subangolari di dimensione centimetrica, prismatici ben accomodanti e scarsi ‘crumbs’. I vuoti
sono dominati da ‘planes’ a lume di dimensioni della sabbia molto fine con orientamento subverticale, da
frequenti canali e comuni camere a lume delle dimensioni della sabbia grossolana e da scarsi ‘vughs’ delle
dimensioni della sabbia media-fine. I costituenti grossolani sono per lo più rappresentati da granuli di quarzo
subarrotondati, e da anfiboli e altri minerali, in quantità minore, di forma prismatica allungata. La frazione fine è
costituita da argilla di colore giallo-bianco a b-fabric cristallitica. Il limite c/f della massa di fondo è 10 µm e la
distribuzione relativa è porfirica a spazio aperto. Le figure pedologiche osservate sono in maggior parte
costituite da frequenti rivestimenti di argilla gialle -biancastre, da scarsi riempimenti di argilla gialla-rossastra e
da scarse figure pedologiche di tipo amorfo come impregnazioni e noduli di Fe-Mn nero-rossastre. Le
componenti organiche presenti sono rappresentate da due resti vegetali delle dimensioni della sabbia grossolana
di forma subarrotondata moderatamente alterati e frequente sostanza organica amorfa.
La microstruttura dell'orizzonte 2Btc è complessa formata in parte da una struttura prismatica e in parte da una
‘crack structure’. I tipi di aggregati presenti sono prismatici e poliedrici angolari suddivisi in tre grandi blocchi
distribuiti lungo tutto il vetrino, ben · accomodanti. I vuoti sono rappresentati da comuni vughs a lume delle
dimensioni della sabbia media fine, da frequenti planes a lume della sabbia molto fine e da scarse camere e
canali di dimensione massima della ghiaia. I costituenti grossolani sono dominati dalla presenza di granuli di
quarzo di forma poliedrica subarrotondata delle dimensioni variabili dal limo medio-fine alla sabbia fine e
minerali di altra natura di forma aciculare poco alterati delle dimensioni del limo medio-grossolano. La frazione
fine è composta da argilla di vario colore: da gialla-biancastra a rossa a b-fabric cristallitica. Il limite c/f è 10
µm, il rapporto è 30/70 e la distribuzione relativa è porfirica a spazio doppio. Le numerose figure pedologiche
sono sia tessiturali sia amorfe; le tessiturali sono costituite da scarsi riempimenti e da frequenti rivestimenti di
argilla di colore giallo, da scarsi riempimenti e rivestimenti di argilla di colore rosso e infine da poche papulae
delle dimensioni del limo fine di colore rosso; le amorfe da frequenti impregnazioni e noduli e da comuni
rivestimenti di Fe-Mn di colore nero-rossastro; infine da pedorelitti molto scarsi delle dimensioni della sabbia
fine di colore rosso.
Analisi chimica
L'analisi chimica svolta in fluorescenza ai raggia X mostra, per quanto riguarda il Si, un decremento dei valori delle
concentrazioni scendendo in profondità. L'alluminio invece aumenta nel secondo orizzonte, diminuisce di poco nel
terzo per poi aumentare nuovamente in modo graduale fino all'orizzonte 2Btx; anche il ferro così come il
manganese tendono in generale ad aumentare gradualmente scendendo negli orizzonti più bassi, tranne
nell'orizzonte ABt dove diminuiscono di concentrazione. Infine tra gli altri elementi si può notare la costanza del
valore del titanio, mentre per lo zirconio si ha un forte aumento nell'orizzonte 2Bt2 e successivamente un valore
costante negli ultimi due orizzonti. Va precisato che le anomalie o gli alti valori di elementi quali potassio, azoto,
fosforo e calcio, soprattutto nei primi due orizzonti, sono imputabili senza alcun dubbio ai composti organici e
chimici impiegati per la concimazione delle risaie, al fine di migliorarne la produzione.
Analisi mineralogica
Minerali pesanti II conteggio dei minerali pesanti lungo il profilo mostra dei risultati del tutto particolari: i minerali
più resistenti all'alterazione quali lo zircone e gli ossidi di titanio presentano i valori più elevati nell'orizzonte più
profondo del profilo con lo zircone, quasi assente nell'orizzonte Bt, che in seguito aumenta in modo graduale con la
profondità e con gli ossidi di titanio, invece, presenti in numero minore negli orizzonti 2Bt2 e 2Btc la tormalina,
altro minerale non facilmente alterabile, è assente.
I minerali meno resistenti come anfiboli, epidoti e pirosseni, va precisato, sono i più abbondanti ma si susseguono
negli orizzonti senza a prima vista un ordine preciso: gli anfiboli tendono a diminuire negli orizzonti Bt e 2Bt2 per
poi aumentare di nuovo negli ultimi due; i pirosseni diminuiscono nell'orizzonte Bt ed in seguito tendono ad
aumentare con la profondità ma in percentuali ridotte ed infine gli epidoti, a differenza delle due specie
mineralogiche precedenti, mostrano la concentrazione minima nell'orizzonte 2Btc. I minerali alterati sono
maggiormente presenti nell'orizzonte Bt, mentre, nei tre orizzonti di tipo B più profondi, mantengono valori
grossomodo costanti.
Mineralogia delle argille
La determinazione mineralogica delle argille è stata effettuata solo per gli orizzonti più profondi, in particolare per
l'orizzonte 2Bt2, 2Btc e 2Btx, fornendo i seguenti risultati: nell'orizzonte 2Bt2 sono assenti sia i minerali argillosi a
reticolo cristallino 1: 1 come la caolinite, che quelli a reticolo cristallino 1: 2 come l'illite o altre argille tipo la
clorite. Nell'orizzonte successivo, il 2Btc, si sono osservate invece tracce di caolinite come nell'ultimo, il 2Btx, che
oltre alla presenza di caolinite possiede, anche se ancora solo in tracce, altri minerali argillosi quali l'illite.
Indici calcolati
Un'analisi più dettagliata del profilo, al fine di acquisire maggiori informazioni per caratterizzare l'unità
geomorfologica identificata come il terrazzo intermedio di epoca rissiana (secondo la carta geologica), può essere
ottenuto attraverso il calcolo di specifici indici qualitativi.
Uniformità del Parent Material
Osservando il grafico dell'uniformità del parent material si può notare che per quanto riguarda il rapporto limo
sabbia si ha un primo segno di discontinuità nell'orizzonte 2Bt2, contraddistinto da un incremento di 'tale rapporto
che in questo orizzonte raggiunge il valore massimo. Il lieve ma comunque presente squilibrio del rapporto limo
sabbia induce a pensare che sia stato causato da una maggiore concentrazione di limo nella composizione
granulometrica, in particolare è lecito ipotizzare che si tratti di un possibile apporto esterno di natura eolica. Il
secondo indice utilizzato è la distribuzione del titanio nei vari orizzonti. Come è facile notare i valori di tale
concentrazione risultano essere grossomodo costanti lungo tutto il profilo, con un leggero aumento verso gli
orizzonti più profondi; ciò indica che gli ultimi orizzonti sono anche i più sviluppati. L'andamento del rapporto
calcio titanio segue parallelamente il rapporto limo sabbia: il valore massimo si osserva nell'orizzonte 2Bt2,
esattamente come per l'indice granulometrico considerato, conferma della possibile presenza di una discontinuità
nel quarto orizzonte che vede essere confermata sia da analisi granulometriche sia chimiche.
L'altro indice chimico, ovvero il rapporto Fe203/Ti02, indica che le maggiori concentrazioni di ossidi di ferro si
hanno negli ultimi due orizzonti, i più alterati. Infatti l'incremento delle concentrazioni sia del ferro sia dello
zirconio fanno pensare che probabilmente esse sono in relazione al forte processo di rubefazione a cui è stata
soggetta la parte più profonda del profilo. Nei due orizzonti soprastanti, invece, il rapporto Fe203/Ti02 mostra una
discreta diminuzione. Infine gli indici mineralogici, calcolati secondo BREWER (1964) e CREMASCHI (1978)
evidenziano la disomogeneità considerata in precedenza; infatti, soprattutto soffermandosi sull'indice di BREWER,
si nota una netta differenza tra l'orizzonte Bt e 2Bt2, determinata da una diminuzione nella concentrazione dei
minerali meno stabili quali gli anfiboli e i pirosseni. Successivamente negli orizzonti più profondi entrambi gli
iridici aumentano, sinonimo di un'espressione pedogenetica maggiore degli orizzonti più profondi. In conclusione il
PIEM 414 mostra una disomogeneità lungo il profilo, che può essere imputata alla presenza di parent material
differenti, originatisi in periodi successivi e che hanno subito quindi processi di alterazione pedogenetica di diversa
durata nel tempo. A tale proposito non bisogna dimenticare il forte influsso antropico che questi terreni hanno
subito nel corso degli anni. I suoli di questi territori sono intensamente sfruttati da molto tempo per la coltivazione
del riso e numerosi proprietari delle risaie della zona hanno confermato che, per ottenere campi più adatti ad un tipo
di coltivazione così specifica come può essere quella del riso, hanno sia importato sia esportato terreno così da
ottenere una adeguata sistemazione e una maggiore produttività delle risaie.
Indice di arrossamento
L'indice di arrossamento calcolato secondo TORRENT et AL. (1980) manifesta la sua massima espressione in due
punti, una in corrispondenza dell'orizzonte ABt imputabile con molta probabilità al rimaneggiamento di natura
antropica, l'altra all'altezza dell'orizzonte 2Bt2; in questi due punti la rubefazione raggiunge i valori più alti, mentre
negli ultimi due orizzonti i valori di tale indice tendono a diminuire gradualmente.
Indice di sviluppo del suolo
Per determinare l'indice di sviluppo del suolo, calcolato secondo HARDEN, (1982), si è utilizzato come parent
material di riferimento le ghiaie di origine f1uvioglaciale osservate nei territori di proprietà di Arlunno. Si ricorda
che tale operazione è stata possibile perché questi indici sono delle valutazioni di tipo qualitativo e non
quantitativo, quindi si è utilizzato come parent materia I di riferimento l'unico materiale inalterato che costituisce il
corpo dei terrazzi fluvioglaciali. l'indice di sviluppo del suolo del profilo PIEM 414 mostra con evidenza la netta
discontinuità che intercorre tra i primi tre orizzonti e l'orizzonte 2Bt2; quest'ultimo infatti, insieme all'orizzonte
2Btx, presenta la massima espressione delle caratteristiche morfologiche che sono state impiegate per il calcolo
dell'indice; si tenga in considerazione che l'orizzonte 2Btc non presenta un valore alto quanto il 2Bt2 e il 2Btc solo
ed esclusivamente perché lo spessore di tale orizzonte rispetto ai precedenti due è estremamente ridotto.
Discussione
Il suolo del profilo PIEM 414, situato in cima al terrazzo medio, mostra caratteri molto differenti da quelli
riscontrati sui suoli della piana della Sesia. La descrizione di campagna evidenzia un buon grado di espressione
pedogenetica, infatti, il suolo, è composto da un orizzonte arativo (Ap) che
costituisce il topsoil , e da un successivo orizzonte ABt, entrambi fortemente influenzati dal rimaneggiamento
antropico per via del forte sfruttamento agricolo della zona. In seguito si osserva un orizzonte argillico (Bt), dove
l'azione dell'uomo inizia ad avere meno influenza, e a partire ad una profondità di circa 70 cm si incontrano gli
orizzonti più sviluppati, tra i quali due argillici (2Bt2, 2Btc) ed uno a fragipan (2Btx) che denotano un forte
sviluppo pedogenetico. Le successive analisi, atte ad una migliore caratterizzazione del profilo, specificano con
maggiore dettaglio le principali proprietà di questo suolo. Dal punto di vista granulometrico si può osservare che il
PIEM 414 è un profilo composto per buona parte da frazioni fini sia limose sia argillose, anche se non manca una
discreta percentuale sabbiosa. Lo studio micromorfologico evidenzia con maggiore dettaglio le differenze esistenti
fra gli orizzonti superficiali e quelli più profondi; in particolare si nota come i processi pedogeneti principali legati
allo sviluppo di questo suolo sono costituiti dall'illuviazione dell'argilla, .in quanto i rivestimenti microlaminati
argillosi sono più spessi negli orizzonti più bassi che non in quelli più superficiali e l'idrolisi dei minerali silicatici
con la relativa liberazione degli ossidi di ferro che colorano di tinte giallo-rossastre e formano noduli ed
impreganzioni di Fe-Mn negli orizzonti più bassi. Le supposizioni per cui gli orizzonti Bt siano orizzonti a più alto
grado di sviluppo pedogenetico sono confermate anche dalle analisi micromorfologiche, in quanto gli orizzonti
argillici presentano rivestimenti di argilla gialla giustapposti a rivestimenti di argilla rossa che fanno intuire il
susseguirsi di fasi diagenetiche distinte ed inoltre non mancano frammenti subarrotondati rossastri di natura
argillosa (papulae) che specificano la precedente formazione e la successiva traslocazione di tali elementi. Le
analisi mineralogiche, in seguito, rivelano con sufficiente chiarezza che gli ultimi orizzonti sono quelli a più alta
maturazione mineralogica perché presentano concentrazioni di minerali stabili, come rutilo e zircone, maggiori
rispetto agli orizzonti soprastanti. Inoltre gli orizzonti più superficiali manifestano una più grande abbondanza di
quelle specie mineralogiche più instabili, segno di una alterazione meno spinta. La diffratometria ai raggi X ha
invece permesso di determinare la mineralogia delle argille, confermando ancora una volta, che gli orizzonti
argillici e il fragipan sono i più sviluppati perchè possiedono i minerali secondari, come la caolinite e l'illite, tipici
degli orizzonti più alterati. Il calcolo degli indici pedogenetici successivamente ha fornito ulteriori informazioni sul
suolo del PIEM 414; in particolare l'uniformità del parent material ha messo in evidenza un profilo discontinuo,
non omogeneo che vede un brusco cambiamento delle sue componenti chimiche, granulometriche e mineralogiche
all'altezza dell'orizzonte 2Bt2. A confermare tale discontinuità concorrono anche l'indice di arrossamento e l'indice
di sviluppo del suolo. Ciò fa intuire, tenendo conto anche di tutte le argomentazioni precedenti, che in generale il
profilo PIEM 414 rappresenta un suolo complesso, che nel corso degli anni è stato soggetto a differenti processi di
formazione. Tale suolo, infatti, può essere definito come un alfisuolo di terrazzo antico soggetto, nella sua parte più
profonda, ad idromorfia ma dal punto di vista geopedologico rappresenta senza dubbio un suolo formato da una
bisequenza, nella quale la parte sottostante risulta essere costituita da un paleosuolo sviluppatosi a partire dal
Pleistocene medio, che è stato soggetto a tutte le variazioni climatiche avvenute nel corso del tempo attraverso le
successive fasi glaciali ed interglaciali e la conseguente deposizione di loess. Quella soprastante è invece
rappresentata da un suolo soggetto tutt'oggi a forti rimaneggiamenti antropici per via dell'intenso sfruttamento per
la risicoltura, tali interventi consistono nell'asporto/apporto di terreno nelle varie parti del terrazzo al fine di creare
superfici e celle adatte all'inondazione e alla sommersione dei campi durante le fasi di crescita del riso; senza
dimenticare, per giunta, che il forte utilizzo di concimi e di composti chimici per l'agricoltura ha senza alcun dubbio
notevolmente influito sulle caratteristiche chimiche di questo suolo.
STOP 2 e 3
Inquadramento geografico
Inquadramento pedologico a scala 1:250.000
I profili pedologici di STOP 2 e 3
Descrizione generale dei suoli di STOP 2 e 3
Morfologia
Superfici pianeggianti e leggermente ondulate formate da depositi sabbiosi e ghiaiosi relativamente vecchi.
Queste aree da migliaia di anni non sono più inondate ed è per questo che i suoli mostrano un certo grado
evolutivo. L'uso del suolo condiziona molto sia l'aspetto paesaggistico che quello pedologico, in quanto è la risaia
a dominare sulla quasi totalità delle superfici. La periodica sommersione dei suoli, all'interno delle camere di
risaia, influenza infatti pesantemente il bilancio idrologico e più in generale tutto l'equilibrio ecologico dell'area.
Dal punto di vista della vegetazione naturale e delle erbe infestanti sono molto frequenti le specie igrofile; dal
punto di vista faunistico è evidente la presenza di un elevato numero di specie di uccelli che sfruttano l'ambiente
ricco di acque per vivere e nidificare.
Suolo
Il fattore che condiziona maggiormente le caratteristiche fisiche e chimiche dei suoli è certamente l'utilizzo
risicolo. La costante presenza di acqua negli strati superficiali provoca evidenti fenomeni di riduzione del ferro ed
uno sviluppo di colori tendenti al grigio. I suoli non sono calcarei ed hanno una profondità utile relativamente
elevata in quanto il livello ghiaioso è posto mediamente oltre i 60 - 90 cm. In conseguenza della periodica
saturazione idrica il drenaggio è mediocre o lento e la disponibilità di ossigeno moderata (scarsa nell'orizzonte
superficiale), la permeabilità varia da moderatamente alta a moderatamente bassa. l'orizzonte lavorato (topsoil)
ha colore grigio, grigio oliva o oliva, a seconda anche del periodo colturale (suolo lavorato, suolo sommerso, suolo
con coltura in atto), la tessitura varia da franco-sabbiosa a franca a franco-limosa, lo scheletro è assente o
presente in percentuali ridotte e la reazione da acida a subacida. Gli orizzonti sottostanti (subsoil) sono
evidentemente influenzati dalla presenza di acqua in eccesso con colori da bruno pallidi a bruno giallastro chiari
con evidenti screziature bruno rossastre e grigie, la tessitura è franca, franco-limosa o franco-sabbiosa con tenore
in argilla mediamente inferiore al 20% (può divenire sabbioso-franca in aree localizzate), lo scheletro è assente o
poco presente fino agli 80-100 cm e la reazione varia da subacida, a neutra, a subalcalina.
Cenni gestionali
Suoli fortemente influenzati dalla coltura del riso in sommersione. E' evidente una acidificazione superficiale
provocata dal dilavamento operato dalle acque; è altrettanto evidente l'effetto degli importanti movimenti terra
che vengono effettuati per la messa in livello delle camere di risaia. Attualmente i suoli hanno potenzialità per la
risicoltura, la maiscoltura e la coltura della soia. Altre colture necessitano prima della messa in atto di alcuni anni
di riposo dei campi per ridurre gli effetti di riduzione del ferro e di compattamento artificiale. Sono suoli da
ritenersi buoni per l'arboricoltura da legno con specie di pregio.