vita di sant`elena - Fuoco dello Spirito Santo
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vita di sant`elena - Fuoco dello Spirito Santo
SANT’ELENA IMPERATRICE Di Flavia Giulia Elena Augusta , madre dell’imperatore Costantino il Grande, i dati biografici sono molto scarsi. È nata verso la metà del ΙΙΙ secolo, intorno al 247 d.C., a Drepanum in Bitinia (l’attuale Turchia).Nascendo in questa lontana regione dell’Impero Romano, Elena non apparteneva ad una illustre famiglia, ma era figlia di un oste pagano e lei stessa era “stabularia”, cioè ostessa, come afferma Sant’Ambrogio, definendola virtuosa. Mentre svolgeva tale lavoro conobbe Costanzo Cloro, ufficiale romano, che la sposò nonostante lei fosse di grado sociale inferiore. Verso il 271-275 dalla loro unione nacque Costantino nella città di Naisso (oggi Nìs, attuale Jugoslavia). Nel 293 il marito Costanzo divenne “Cesare” e per ragioni di Stato dovette sposare Teodora, figlia di un imperatore, ed abbandonare così Elena Flavia, portando con sé a Roma solo il figlio Costantino. Il figlio Costantino venne allevato alla corte di Diocleziano per essere educato ad un futuro di prestigio. Nel 306, alla morte di Costanzo Cloro, Costantino succede al padre e per prima cosa richiama Elena a corte. Nel 313, grazie a Costantino, e sotto l’influenza della madre Elena, si ha l’editto di Milano, con cui si estendeva a tutto l’impero la libertà di onorare qualsiasi divinità e di praticare qualsiasi religione. Con questo editto di tolleranza il Cristianesimo poteva essere liberamente professato e diffondersi in tutto il mondo romano. Costantino volle nominare la madre “Augusta” e per lei fece coniare l’immagine della madre su molte monete e fu onorata sommamente. Avendo poi la libertà di soddisfare con autorità ogni suo desiderio, mentre si recava in Oriente, Elena distribuiva innumerevoli doni alle popolazioni delle singole città, ai poveri, agli indigenti, agli eserciti; liberava i prigionieri, richiamava in patria gli esuli. Ma non dimenticava le chiese che faceva abbellire e arricchire di doni. Visse esemplarmente, praticando le virtù cristiane, ma soprattutto la carità, e fu tanto umile che si mescolava alla folla vestita modestamente mentre partecipava alle sacre funzioni. In questo suo peregrinare, dopo il 326-327, Elena intraprese un pellegrinaggio in Palestina per visitare i luoghi santificati dal Redentore. Vi si trattenne per circa due anni, durante i quali fece costruire diverse chiese, tra cui quella della Natività a Betlemme, che l’Imperatrice santa volle abbellire e adornare perché in quel luogo la Madre di Dio diede alla luce il Salvatore del mondo, e la Basilica dell’Ascensione sul Monte degli Ulivi a Gerusalemme, in seguito adornata e abbellita da Costantino. Un’ altra basilica costruita dal figlio imperatore su ispirazione materna sarà in seguito quella dell’Anastasis (Risurrezione) nel luogo in cui Gesù Cristo Redentore vinse la morte. La vita di Sant’Elena è particolarmente legata al ritrovamento della vera Croce di Gesù. Si narra, infatti, che Elena avesse fatto distruggere il tempio pagano costruito sopra il Sepolcro e che qui avesse ritrovato tre croci. In particolare, Sant’Ambrogio racconta che Elena, insieme al Vescovo di Gerusalemme, Macario, per identificare la vera Croce su cui fu crocifisso Gesù, fece porre le tre croci ritrovate, una per volta sopra il corpo di una donna gravemente ammalata. Quest’ ultima al contatto con la terza croce guarì istantaneamente e perfettamente. Si racconta inoltre dell’immediata risurrezione di un defunto posto sulla terza croce. Insieme alla Croce, Elena ritrovò anche tre chiodi che furono utilizzati per la crocifissione di Gesù. Tali chiodi furono donati al figlio Costantino: di due, si narra, che uno fu forgiato nel morso del suo cavallo, in segno di difesa e di protezione, ed un altro fu incastonato nella famosa corona ferrea, conservata nel duomo di Monza. A Sant’Elena si attribuisce anche il ritrovamento del “Titulus Crucis”, cioè della scritta posta sulla Croce di Gesù. Elena morì a circa 80 anni, verso il 328, subito dopo il viaggio compiuto in Palestina, stretta tra le braccia del figlio e dei nipoti. Fu subito onorata come “santa” dal popolo, memore delle sue grandi opere di carità verso i più bisognosi e gli ultimi. Il suo corpo fu deposto nella Chiesa dell’Ara Coeli a Roma. Al pari delle sue reliquie, il culto di Sant’Elena si diffuse rapidamente in Oriente e in Occidente; il giorno della sua festa in Occidente è il 18 agosto. Nell’iconografia S. Elena è sempre raffigurata con il manto e la corona regali, in piedi vicino ad una grande Croce. La sua grandezza e la sua straordinarietà stanno nel fatto che Elena seppe rappresentare l’emblema della fede sempre, in qualsiasi sua condizione sociale, sia da “stabularia” che da nobile. L’Augusta Imperatrice non dimenticò mai, nonostante la sua condizione regale, i più disagiati, gli abbandonati e gli indigenti, dispensando a loro favore molte delle sue energie e dei suoi averi. Si prodigò a Roma per la difesa dei cristiani e per la diffusione del culto del cristianesimo e in Oriente per la distruzione dei templi pagani eretti sopra i luoghi sacri. Se oggi in tutto il mondo è possibile conservare piccole reliquie della vera Croce di Gesù è solo grazie a S. Elena, che, animata da fervente fede, fu in grado di ritrovare il “Sacro Legno”. Fatta da Elvira D.