Verbale - Provincia di Livorno
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PROVINCIA DI LIVORNO CONSIGLIO PROVINCIALE Verbale integrale della seduta del 08. 10. 2010 Inizio seduta ore 10.15 . 1 PUNTO N. 1 COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, PRESIDENTE DELLA PROVINCIA O SUO DELEGATO DEL PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO I consiglieri hanno preso posto? Prego consiglieri prendere posto. Si può procedere all'appello. VICE SEGRETARIO GENERALE Kutufà Giorgio – Di Bonito – Adriani – Antonini – Bagnoli – Bartalesi – Bogi – Bufalini - Campioni – Carabellese – Ceccantini - Celanti – Coluccia – Corsinovi – Del Bravo – Gambacciani - Gori – Gragnoli - Lami - Landi Maida – Landi Marco - Lupi Rossella – Majoli – Marchi – Mazzola – Mirabelli – Naldini – Pini – Tortolini – Vaccaro – Zingoni. Per un totale di 17 presenti. PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO La seduta è aperta, con 17 presenti, al primo punto all'ordine del giorno di sono le comunicazioni del Presidente del consiglio o Presidente della Provincia o suo delegato. Devo dare conto delle assenze giustificate degli assessori Bisti e Mannucci che sono impegnate in impegni istituzionali, Carabellese che per motivi di famiglia mi ha mandato la giustificazione, Antonini ovviamente per motivi di salute, il Presidente Kutufà ci raggiungerà più tardi perché è impegnato in azienda all’Inalfa per i problemi che voi conoscete. Se i consiglieri vanno ad un'altra finestra forse si potrebbe dare un po’ più decora alla nostra riunione. 2 PUNTO N. 2 DIBATTITO PRESENTATO DAI CONSIGLIERI GIUSEPPE COLUCCIA, LUCA BOGI, SILVIO LAMI, CRISTIANO ADRIANI, MICHELE MAZZOLA AVENTE PER OGGETTO: “LE PROBLEMATICHE LEGATE ALL’AVVIO DEL NUOVO ANNO SCOLASTICO IN CONSIDERAZIONE DELLE NUMEROSE MODIFICHE IN ATTO NEGLI ISTITUTI SCOLASTICI IN PROVINCIA DI LIVORNO E DELLE MOLTEPLICI MANIFESTAZIONI DI DISAGIO PRESENTI TRA GLI STUDENTI, I LAVORATORI E LE FAMIGLIE” PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO Al secondo punto all'ordine del giorno è iscritto, chiedo cortesemente di andare a chiamare il vice Presidente Bonsignori, se è possibile, che è presente, al secondo punto c'è il dibattito presentato dai consiglieri Coluccia, Bogi, Lami, Adriani, Mazzola avente per oggetto: “problematiche legate all'avvio del nuovo anno scolastico in considerazione delle numerose modifiche in atto negli istituti scolastici in provincia di Livorno e delle molteplici manifestazioni di disagio presenti tra gli studenti, i lavoratori e le famiglie”. Vi ricordo che è un dibattito e quindi c'è la possibilità per ciascun consigliere di intervenire per 10 minuti, è presente il Vice Presidente, Assessore alla pubblica istruzione, Fausto Bonsignori che concluderà i lavori. Io do la parola per l'introduzione del dibattito ad uno dei presentatori della richiesta di dibattito, ovviamente l'intervento del presentatore è equiparato all'intervento di un relatore, di una qualsiasi delibera o punto all'ordine del giorno, per cui non verrà computato come intervento del consigliere, potrà nuovamente intervenire il consigliere che illustrerà le motivazioni del dibattito. CONSIGLIERE – LUCA BOGI Una mozione d'ordine, volevo proporre, ho sentito l'assessore Bonsignori ovviamente che ci comunicherà, parlerà sui temi della scuola, volevo proporre al consiglio anche un intervento dell'assessore Schezzini, in merito alle ultime problematiche inerenti l'edilizia scolastica e non solo. PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO Il dibattito prevede la possibilità di intervenire anche da parte della giunta, per cui se l'assessore Schezzini ritiene, e non ho dubbi che l'assessora abbia la volontà di intervenire, anzi vorrebbe intervenire quando non deve, per cui quando rientra nelle sue competenze interverrà sicuramente, per cui non dubitare, Bogi, dell'intervento, anche perché oggettivamente ci sono motivi per cui intervenga, per cui credo che questo fatto che sia presente fin dall'inizio, lo è 3 sempre, ma in questo caso dimostra anche attenzione a queste questioni, per cui io do la parola ad uno dei presentatori della richiesta di dibattito, chi è che vuole introdurre il dibattito tra i presentatori? CONSIGLIERE - ELIS BUFALINI Io ho sentito Cristiano Adriani, ha detto che sta arrivando, se, come dire, aspettiamo… PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO Noi non possiamo interrompere il consiglio perché Adriani non arriva, signori, con tutto il rispetto, i presentatori sono Coluccia, Bogi, Lami, Adriani e Mazzola, sono presenti Mazzola, Coluccia e Bogi, per cui io credo che ci siano le condizioni affinché si possa, da parte di uno dei tre richiedenti il dibattito, introdurre il dibattito. Come vi ripeto, il consigliere che introduce il dibattito non viene computato come intervento, nel senso che come tutti i relatori può successivamente intervenire nel merito del dibattito stesso, si tratta solo di fare una introduzione. Prego Del Bravo, sull’ordine dei lavori, dica. CONSIGLIERA – ALESSANDRA DEL BRAVO Sull'ordine dei lavori, Presidente, per rispetto a Cristiano Adriani che è uno dei sottoscrittori il dibattito, possiamo ascoltare prima l'assessore Schezzini che ci dà l'aggiornato sulla situazione che in questi giorni si è svolta e dopo iniziare il dibattito? PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO Allora, se il problema è che il dibattito non si può iniziare perché manca Adriani… CONSIGLIERA – ALESSANDRA DEL BRAVO Era per mantenere tutti e due gli argomenti distinti. PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO Il rispetto allora lo dovremmo dare anche a Lami che è uno dei presentatori, per cui io credo che non sia corretto questo qui, l'assessore Schezzini interverrà nel dibattito, poteva intervenire casomai nelle comunicazioni per dare comunicazione della situazione, il dibattito è aperto, il punto all'ordine del giorno è il due, c'è necessità di un consigliere presentatore che introduca il dibattito, non mi sembra, ragazzi, che sia una cosa, che questo dibattito non si 4 faccia se non c'è Adriani. Io se non ci sono… Mazzola… Ecco Adriani. Adriani, hanno “meleggiato” fino a ora, sei arrivato, introduci questo dibattito. Per memoria le dico che lei deve introdurre il dibattito, il suo intervento non verrà computato tra gli interventi dei consiglieri, in quanto è nella funzione di relatore, tra virgolette. Il consiglio prenda atto dei tempi necessari per l'accensione del computer portatile del consigliere Adriani, prendetene atto… una volta li scrivevo a mano gli interventi, li scrivevo con la penna, a mano in un foglietto, in maniera… questo dimostra quanto sono vetusto…. CONSIGLIERE – MAURIZIO ZINGONI (Fuori microfono – non comprensibile) Mi piacerebbe impiegare il tempo… PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO Se ritiene che sia inopportuno me lo dica, è inopportuno che Adriani… CONSIGLIERE – MAURIZIO ZINGONI Stranamente lo fa solo con quella parte dell’emiciclo PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO Sì?! CONSIGLIERA – COSTANZA VACCARO (Fuori Microfono) INCOMPRENSIBILE Sì, è inopportuno fermare il consiglio… se non lo dice lui, glielo dico io…. PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO Complimenti, prego Adriani… CONSIGLIERE – CRISTIANO ADRIANI Colgo l'occasione, Presidente, per scusarmi con i consiglieri che hanno atteso, noi purtroppo abbiamo delle coincidenze con i traghetti abbastanza strette e 5 quando arriviamo qui attorno alle 10.00 è sempre un problema, arrivare, entrare dentro il parcheggio, trovare parcheggio, mi scuso per questa… Mi scuso per questa parte qui, ho avuto un contrattempo per la stampa del documento perché stanno facendo il trasloco dell’ufficio proprio stamani, sono arrivato in ufficio per stampare i documenti e non c'era niente, non c'era neanche il computer collegato nel nuovo ufficio, quindi una serie di coincidenze abbastanza… e di questo mi scuso. Allora ormai da qualche anno a questa parte purtroppo l'apertura dell’anno scolastico avviene in un clima di totale incertezza, di grande incertezza. Anche quest’anno si è potuto toccare con mano la condizione nella quale si trova il mondo della scuola, sempre più travolta da tagli indiscriminati provenienti da parte del governo centrale. Grazie alle politiche dei tagli promosse dalla riforma Gelmini, ma sarebbe più opportuno parlare dal Ministro Tremonti la scuola è stata trasformata nella “azienda scuola”, decretandone un progressivo impoverimento, ridimensionamento in termini di risorse economiche, finanziare ed umane, personali, per il triennio che stiamo attraversando. Spesso il governo ci ha spiegato, ci ha giustificato questo tipo di politica dei tagli, nel senso di una necessità di mettere mano ad una situazione grave prodotta da male gestioni di governi precedenti, dimenticandosi però che per 8 degli ultimi 10 anni ha governato il centro destra. La scuola sta scontando il secondo anno di tagli, voluti dal Ministro della Economia, a partire da settembre è andata in scena la cancellazione di 25 mila posti di lavoro che si aggiungono ai 42 mila dell'anno scorso, con l'obiettivo di raggiungere, questo è stato dichiarato, un risparmio nel triennio di cui si sta parlando, un risparmio di 8 miliardi di euro. Questi tagli indiscriminati sono stati promossi, come si diceva prima, come dicevo prima, per giustificare una esigenza di razionalizzazione che seppure condivisibile, come principio generale, per eliminare gli sprechi, per adeguare il mondo della scuola a quelle che sono le novità introdotte dal modificarsi della situazione in essere, non può certamente essere l'unica chiave di lettura con cui si può impostare un percorso di riforma e si può parlare di riforma nel senso sostanziale e formale del termine. I tagli alla scuola pubblica significano oggi una istruzione di massa più povera, una mobilità sociale bloccata, significano un aumento della forbice sociale, meno personale, meno vigilanza, meno ore di scuola, meno ore di sostegno, meno sussidi, meno progetti, meno biblioteche, più svantaggi per il futuro. Questo vuol dire, insomma, carenza di personale e difficoltà nel garantire le ore di apertura, difficoltà gravi anche in settori particolarmente delicati e sensibili come per esempio il sostegno, l'ambito del sostegno, dove il blocco degli organici rischia di compromette la qualità del servizio scolastico offerto agli alunni disabili. Insomma, questa è l'idea di scuola che viene promossa e portata avanti da parte del governo centrale, questa è la posizione e la priorità che si dà ad un ambito importantissimo, almeno così crediamo noi, come quello scolastico, come quello della istruzione, da parte del governo centrale. Del resto 6 le cifre e l'importanza che questo paese dà alla scuola ed all’istruzione sono state date dall’ultimo rapporto OCSE sulla educazione, dove si è fotografata bene quella che è la situazione deficitaria e molto grave della scuola in Italia, un paese che spende poco per la scuola, è l’ultimo, il penultimo paese nell'ambito OCSE, quella che spende meno, come prodotto interno lordo destinato all’istruzione e come rapporto spesa pubblica – istruzione. Naturalmente questa situazione generale di crisi e di grande difficoltà ha caratterizzato anche l’ambito provinciale, le scuole della provincia, le scuole che sono di competenza della amministrazione provinciale. Quest'anno si aprirà e si è aperto, come hanno detto da più parti, con un taglio complessivo di 180 persone tra insegnanti e personale ATA, che si vanno ad aggiungere ai 200 tagliati l'anno scorso, per il prossimo anno le cifre si aggirano su questo tipo di dimensione. Naturalmente l'amministrazione provinciale si è dovuta confrontare con una situazione di grande difficoltà in cui risulta oggettivamente difficile e poco agevole muoversi e fare delle scelte, anche scelte difficili, rispetto a tutto ciò che è di sua competenza. In questi giorni nelle cronache dei giornali si è discusso ed abbiamo assistito ad una serie di polemiche e discussioni molto approfondite sul tema degli accorpamenti, ora ascolteremo anche l'assessore e le parole della amministrazione provinciale su questo tema. Noi crediamo che, vista la situazione delicata che si è creata a livello nazionale, viste le ripercussioni che si avranno sugli enti locali, sulla Provincia, sui Comuni, sulla stessa Regione, crediamo che ci sia la necessità da parte dell’amministrazione, crediamo che l’amministrazione debba confrontarsi con il mondo della scuola andando a supplire magari a carenze che riguardano il governo centrale, a passaggi che il governo non ha fatto, cioè ascoltare fino in fondo la voce del mondo della scuola e decidere senza fretta insieme a loro e non senza di loro. Questo è un po' il ruolo che secondo me devono esercitare gli enti locali, la Provincia e la Regione sapendo che la situazione è difficile, che comunque c'è purtroppo da ricavarsi un ruolo che è quello di supplente da parte del governo centrale che ha dimostrato di non puntare sulla scuola, di guardare ad una società più chiusa, con meno possibilità, per il futuro, meno prospettive per i giovani, io parlo del centro sinistra, credo che dobbiamo lavorare ad una alternativa anche di tipo culturale, rispetto a questo modo di vedere le cose, restituire al centro della vita della nostra società la scuola, l'istruzione, come occasione di crescita culturale e sociale per il singolo, come occasione di riscatto sociale, grazie. PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO Grazie Adriani, chi chiede di intervenire? Lami, 10 minuti massimo grazie. CONSIGLIERE - SILVIO LAMI 7 Anche io mi scuso del ritardo, non mi sento molto bene ma non volevo mancare a questo dibattito, spero di farcela a stare fino alla fine del consiglio. Parto dicendo che oggi 50 piazze stanno manifestando contro questa riforma Tremonti – Gelmini, in 50 piazze ufficiali in quasi tutto il resto del paese gli studenti, come vediamo anche qui sotto il nostro palazzo, gli studenti stanno manifestando. Ci ricordano queste manifestazioni che il nostro Paese investe meno del 9 per cento della spesa complessive delle risorse statali, ci ricorda anche che non è sempre stato così, perché a partire dagli anni ’80 la scuola ha visto un progressivo impoverimento, fino a quel periodo le risorse disponibili, le risorse messe a disposizione rientravano in quella che era la media dei paesi sviluppati, cioè era intorno al 13,3 per cento; fino agli anni ‘80 noi investivamo nella scuola grosso modo questa cifra, uno 0,1 in più, siamo arrivati a ridurre progressivamente gli investimenti sull’istruzione in maniera fin troppo consistente. A fronte di questo non possiamo evidenziare però che solo nel 2010 le spese militari lasceranno sul terreno dei conti pubblici oltre 23.500 milioni di euro. Il nostro paese, oggi all’ottavo posto nel mondo per spese militari, ha più di 30 missione internazionali in corso e nei prossimi anni ha programmato di acquistare 131 caccia bombardieri per 13 miliardi di euro e scopriamo che nonostante le riforme il nostro esercito professionale conta ancora 190 mila uomini, tra i quali un numero di comandanti pari a 600 generali e ammiragli, 2.660 colonnelli, e decine di migliaia di altri ufficiali che nel totale superano il numero dei comandati. Merita anche osservare che questa finanziaria da 25 miliardi, a cui ne vanno aggiunti altri 5 miliardi e mezzo di mancati rinnovi contrattuali nel pubblico impiego, colpisce prevalentemente i lavoratori e lavoratrici del pubblico impiego ed in particolare della scuola, e che per ripianare il debito neanche un euro verseranno i possessori dei grandi patrimoni, i grandi evasori, anzi premiati con lo scudo fiscale o quegli speculatori che in questi anni hanno fatto shopping finanziario con i nostri soldi, insomma che questa manovra va nella direzione di rimettere in moto lo stesso perverso circuito che ha generato la crisi. Intanto la Gelmini ha annunciato trionfalmente l’inizio dell’anno scolastico, come l'anno della riforma epocale, ma di epocale c'è solo l'insostenibile entità dei tagli economici, con l'immancabile aumento delle regalie clientelari alle scuole private, penso a comunione e fatturazione, penso alla scuola di Bossi, insomma, queste cose fanno parte della cronaca anche di questi giorni. Oltre al solito pressappochismo decisionista del MIUR non potevano mancare i soliti ricorsi al TAR del Lazio i cui esiti, come al solito, giungono in piena estate, durante le operazioni sugli organici. Il tormentone ricorsi di questa estate riguardava sostanzialmente due richieste di giudizio, la prima riferita alla richiesta di sospensione della circolare ministeriale 17 relativa all’iscrizione nelle scuole superiori, alla richiesta di sospensione dell'ordinamento ministeriale 39 relativo alla mobilità del 8 personale docente, alle richieste di sospensione della circolare 37 relativa alla definizione dell'organico per l’anno scolastico 2010 – 2011. La seconda richiesta invece richiedeva la sospensione dell’avvio della controriforma, anche per le classi intermedie dei tecnici professionali, perché priva del parere obbligatorio del consiglio nazionale della pubblica istruzione. Il TAR del Lazio ha riconosciuto l'illegittimità ed il danno provocato delle disposizioni riguardanti il taglio delle ore delle classi intermedie dei tecnici professionali, sospendendo l'efficacia delle stesse fino alla pronuncia del parere del consiglio nazionale della pubblica istruzione, nonostante questo il MIUR non ha dato peso ai pronunciamenti del TAR del Lazio ed ha proceduto ugualmente alle operazioni di trasferimento dei soprannumerari, ma è del tutto evidente che questi avranno buon gioco a ricorrere contro gli effetti prodotti da disposizioni illegittime o comunque sospese nell’efficacia, tanto più che adesso il Consiglio di Stato ha respinto l'appello presentato dal MIUR contro il provvedimento del TAR del Lazio che, pronunciandosi sul ricorso dello SNALS, aveva dichiarato illegittimo il brutale taglio delle ore di lezione che il governo aveva operato nelle seconde, terze e quarte classi degli istituti tecnici e nelle seconde e terze dei professionali. Il Consiglio di Stato è tassativo, l'orario precedente va reintrodotto e con esso i posti di lavoro eliminati riassumendo i precari. Sarà comunque una operazione complessa, e comunque sostanzialmente il vero caos distruttivo rimane in tutta la sua sostanza con il pesante impoverimento di qualità formativa imposta ai tecnici ed ai professionali, con la distruzione di cattedre e orari consolidati. Vale inoltre ricordare che tali provvedimenti, illegittimi, sono stati adottati senza il necessario coinvolgimento degli enti locali, delle Regioni e della stessa conferenza Stato – Regioni - Enti Locali come previsto all’articolo 2 comma 4 D.P.R. numero 81. L’impressione, anzi direi l'evidenza, è che questo sarà un anno che non dimenticheremo facilmente perché potrebbe dimostrarsi il punto di arrivo di quel progetto bipartisan di distruzione della scuola pubblica iniziata dal 1997, anno di approvazione dell’autonomia scolastica. In sostanza possiamo affermare che dalla scuola della Repubblica siamo poi passati alla “scuola azienda”, e con questi ultimi provvedimenti di Tremonti ci stiamo avviando nella scuola della miseria. La conclusione, cioè la fine di un percorso distruttivo sia sul piano economico che politico, dopo avere distrutto la scuola elementare, dopo avere messo in discussione l’esperienza del tempo pieno, dopo avere tagliato tutto il possibile alla scuola media, il governo si avvia oggi a mettere in ginocchio anche la scuola superiore. Del resto gli effetti dei tagli sono sotto gli occhi di tutti, a tal punto che perfino la grande stampa, solitamente più attenta alla diffusione delle veline ministeriali piuttosto che al racconto della realtà, è stata obbligata a dover prendere atto delle classi affollate, delle mense più care, della riduzione generalizzata delle ore di lezione, della distruzione dei modelli pedagogici didattici più avanzati, come il tempo pieno e i moduli nella scuola elementare, 9 della totale assenza di finanziamenti per il finanziamento didattico – amministrativo, con conseguente richiesta alle famiglie di contributi sempre più onerosi, dato che alle scuole non arriveranno più i fondi neanche per le necessità più elementari. Dalla riduzione di oltre il 50 per cento dei finanziamenti per le supplenze, cioè dimezzato l'utilizzo dei supplenti rispetto all’anno passato e quindi ulteriore perdita di posti di lavoro per precari e minor tempo scuola effettivo per gli studenti. Dei 150 mila posti in meno di personale docente ATA in tre anni, con la conseguenza di una drammatica espulsione di decine di migliaia di lavoratori precari è una grande ricaduta sulla didattica, sul funzionamento delle segreterie e laboratori, sul sostegno e la sicurezza degli alunni, sull'igiene e la sicurezza nelle scuole. Della mancata assunzione dei docenti e degli ATA precari su tutti i posti vacanti e disponibili con lo scopo di mantenere una grossa fetta di precariato che tornerà utile il prossimo anno quando la contro riforma Gelmini causerà la seconda tranche di decine di migliaia di posti in meno, cioè non riassunzioni anziché licenziamenti. Il dramma di decine di migliaia di precari, spremuti fino a ieri come limoni e oggi gettati via, dove suona ancora più insultante la favola raccontata da Gelmini che mentre attua il piano Tremonti di licenziamento di massa, promette mitiche assunzioni anch’esse di massa per il futuro, ovviamente, replicando grottescamente il cartello che negli anni scorsi veniva esibito in molti esercizi commerciali “oggi non si fa credito, domani sì”. Del blocco dei contratti, del blocco degli scatti di anzianità, anche se il Ministro Tremonti si è inventato un furbesco emendamento di modifica del blocco per ingannare docenti e ATA, ma tale emendamento promette decreto ad hoc per un possibile recupero degli scatti bloccati, che data la cifra citata sarebbe irrisorio e di cui non si danno neanche tempi certi lasciando nei fatti in vigore il blocco. Anche se i tagli economici e le loro conseguenze rappresentano l’elemento più vistoso della politica scolastica governativa, limitare solo a questi elementi l’analisi significherebbe non cogliere a pieno la portata eversiva si questa manovra. Siamo infatti di fronte ad un disegno organico, una manovra che sta smontando pezzo dopo pezzo la scuola pubblica disegnata dalla Costituzione per fare posto ad una scuola culturalmente immiserita, specchio di una società che si vorrebbe anestetizzata, fondata sull’egoismo e la barbarie, fatta di individui incapaci di pensiero critico e autonomo. Basta guardare alla scuola superiore, ultimo e vero snodo strategico della controriforma, nella quale il processo di trasformazione che sta prendendo avvio, punta apertamente alla riproposizione della discriminazione di classe nell'accesso alla conoscenza. I licei per chi è destinato a scalare i gradini più altri dell’istruzione e della scala sociale, i tecnici ed i professionali per quanti dovranno accontentarsi di formare nuove leve del lavoro subalterno, flessibile e precario. Un futuro di opportunità formativa, dove la differenza la farà la condizione sociale di provenienza, negando in questo modo anche la speranza che la scuola possa offrire una occasione di mobilità sociale. Non è un caso che questa impostazione sia stata 10 formalmente voluta da Confindustria e che sullo sfondo si agita lo spettro del reclutamento degli insegnanti su base regionale e nominati direttamente dai dirigenti scolastici, il tutto dentro una frantumazione del sistema scolastico nazionale in una miriade di modelli diversi in competizione tra loro. Ma l'anno scolastico appena iniziato è segnato anche da una ripresa del conflitto che dimostra come la volontà di resistenza, non solo non è fiaccata, ma si sta estendendo con nuove e più radicali modalità di lotta. In tanti istituti è partita la campagna contro il collaborazionismo e la illegalità delle scuole con il blocco dei progetti “attività aggiuntive”, con il rifiuto di accettare cattedre oltre l’orario contrattuale, con il rifiuto di accettare in aula gli alunni di altre classi, con l’astensione da attività di coordinamento, viaggi di istruzione e visite guidate. VICE PRESIDENTE – LANDI MARCO Consigliere Lami, ha esaurito abbondantemente il suo tempo, la invito a concludere, grazie. CONSIGLIERE - SILVIO LAMI Arrivo alla conclusione, di diverso dai precedenti conflitti penso di poter dire che ci sia l'accresciuta consapevolezza che si è aperta una fase del nuovo scontro, nella quale dove è possibile costruire un movimento alla altezza della sfida e dare uno sbocco unificante alle tante iniziative locali, per vincere e non solo per resistere. D'altra parte se è vero che la scuola della Gelmini - Tremonti è l'altra faccia del medaglia della fabbrica senza diritti di Marchionne ed entrambe sono la rappresentazione dei nuovi assetti sociali che le destre, e parte della Confindustria vogliono imporre, occorre che anche l'iniziativa politica a sinistra segni un salto di qualità. Non si tratta di lanciare il cuore oltre l'ostacolo, ma di ripartire con spirito critico verso gli errori ed i compromessi di questi ultimi 15 anni per una alternativa anche etica, morale e culturale, alla attuale maggioranza di governo a partire dalla richiesta di abrogazione della riforma Gelmini Tremonti e dei suoi effetti, nonché le dimissioni del Ministro che di fatto ha reso il Ministero un ente inutile. Insomma e concludo potremmo dire “meglio un uovo oggi che disoccupati e senza tetto domani”. Grazie. VICE PRESIDENTE – LANDI MARCO Grazie consigliere Lami, chiedo se ci sono altri interventi. Io non ho nessuno iscritto a parlare, ha chiesto la parola Roberta Naldini, prego ne ha facoltà. CONSIGLIERA – ROBERTA NALDINI 11 Grazie Presidente, ho 10 minuti, vero? Io voglio partire da una analisi più lontana, una analisi che è contenuta all'interno di un documento di inquadramento del sistema scolastico e mi riferisco al libro bianco redatto durante il precedente governo, dal quale risulta, da una lettura attenta, evidente a tutti una sproporzione nella gestione delle risorse tra l’impiego del 97 per cento delle medesime per le spese correnti ed il risultato di riservare un misero tre per cento alla qualità e agli investimenti. Si è molto discusso anche oggi sull'entità dei tagli al personale docente e amministrativo. Si è più volte lamentata la cura eccessiva, una razionalizzazione non sopportabile per la scuola. Non mi pare che sia così, perché se si va a vedere effettivamente la portata della riforma e dei tagli si scopre che a fronte di 42 mila tagli previsti dal precedente anno ben 32 mila erano posti legati ai pensionamenti quindi la manovra di fatto si riduce da 42 mila a soli 10 mila anni ed anche quest’anno i tagli hanno ammontato a 25 mila posti, ma considerati ancora una volta i pensionamenti questi ammontano a 23 mila, dunque la differenza è presto detta nel senso che il taglio è di solo duemila posti, certo non pochi, ma indispensabili per invertire un trend di crescita della pianta organica non proporzionato al fabbisogno effettivo di posti da insegnante o da dirigente scolastico. Comunque in un momento di congiuntura economica nel quale siamo, molto difficile, e di crisi internazionale, sono previste 10 mila nuove immissioni in ruolo spesso e più che spesso dimenticate, 6.500 nuove immissioni in ruolo di personale tecnico amministrativo, 170 posti di dirigenti scolastici e inoltre è stato bandito un concorso per dirigente scolastico per soli esami, e non per soli titoli come veniva fatto fino ad oggi per 2800 posti. Quanto al tema, forse più importante , cioè i tagli tanto declamati alla disabilità, cioè i tagli relativi al sostegno, vi invito consultare i dati dell'ufficio dati, dell’ufficio statistiche del Ministero, piuttosto che quello degli uffici scolastici regionali per constatare quanto vi sto dicendo ovvero che sono stati immessi in ruolo 3.500 nuovi insegnanti di sostegno in più rispetto all'anno scorso, credo che questo sia un segno importante da sottolineare. Questo non significa che non ci siano i problemi o negare il problema del precariato. Nel nostro paese, permettetemi una parentesi esiste un problema molto forte legato al precariato, alla precarizzazione dei giovani, ma non è imputabile all'attuale governo, né alla finanziaria in cui è contenuto l'articolo 133 relativo al piano di razionalizzazione del comparto scuola, bensì è il frutto di anni nei quali la scuola è stata trattata come un ammortizzatore sociale, anni in cui sono stati distribuiti posti di lavoro che nei fatti si sono tradotti poi in posti di attesa nelle graduatorie. Cercare di ribaltare la realtà attribuendo ad un provvedimento dell’attuale governo l’esistenza di 220 mila precari nelle graduatorie ad esaurimento, dotati di abilitazione, e altre 300 mila persone presenti nelle graduatorie di istituto senza abilitazione, credo che sia una cosa non vera, che peraltro non aiuta certo il mantenimento di una coesione sociale che è competenza di ciascuno di noi, della maggioranza e della opposizione. Allora io 12 invito tutti voi a riflettere e a dibattere questo tema che è molto importante, non con la lente dell'ideologia, o del pregiudizio, ma andando a guardare i numeri. Mi riferisco ad alcuni provvedimenti che sono stati messi in campo per alleviare il precariato, voglio ricordare in proposito la disponibilità che è stata raggiunta in maniera bipartisan con molte regioni, Calabria, Campania, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia, Veneto e Lazio, con ciascuna di queste regioni sono stati siglati accordi per 7, 10 o 20 milioni di euro, a seconda dei casi, e si è cercato sicuramente di alleggerire la situazione dei precari. È chiaro che questa situazione o non è stata risolta, resta sempre un fenomeno molto importante, però dobbiamo dire che qualche cosa è stato fatto. Ora passiamo un attimo al tema degli insegnanti, un sistema di formazione degli insegnanti veramente qualitativo deve puntare al superamento dell'avanzamento per anzianità. Sottolineo che il nostro paese, insieme alla Grecia, è rimasto uno dei pochi in Europa, forse l'unico, a non prevedere una valorizzazione della professione dell'insegnante, giacché l'avanzamento è legato esclusivamente al trascorrere del tempo. Ebbene tale sistema deve essere superato se vogliamo veramente avere una scuola di qualità e insegnanti preparati e motivati. Infatti un sistema che non premia il merito e che non valorizza i risultati alla fine, penalizza gli insegnanti migliori e soprattutto i nostri giovani ed i nostri studenti. Un altro tema troppo spesso evidenziato dai giornali e dai sindacati è l'asserzione che tutte le nostre classi sono sovraffollate, cioè formate da un numero superiore di 30 alunni. Ancora una volta vengono incontro i numeri e ci aiutano a capire: per quanto riguarda queste classi si tratta di un problema reale ma di dimensioni molto più ridotte. Le classi costituite da un numero di alunni superiore a 30, e si fa presente che sono esclusivamente quelle dell’istruzione secondaria superiore, rispetto al totale delle classi rappresentano solo lo 0,4 per cento, questi dati risultano dai singoli uffici scolastici, inoltre dobbiamo sapere che sono molto più numerose, cioè il 2,5 per cento le classi che hanno meno di 12 alunni. Queste però non vengono mai messe sul giornale o dai media, vengono completamente dimenticate. Il dimensionamento scolastico, che è la cosa che ci compete dalla conferenza Stato - Regione, è importante, è un atto dovuto, perché se vogliamo garantire una edilizia scolastica conforme alla normativa europea noi dobbiamo fare questo dimensionamento. Questo accorpamento, parola brutta, come dice l'assessore Bonsignori non è dovuto, è al di fuori dalla riforma Gelmini, non c’entra, è una legge che è stata fatta ai tempi di Fioroni dove dice che gli istituti che hanno meno di 500 alunni perdono l’autonomia, per cui questo è un atto che non esiste nella riforma, viene soltanto da lontano. L'8 per cento del patrimonio edilizio scolastico è stato oggetto in questo periodo di sopralluogo con tecnici del Comune, della Provincia e con referenti regionali e anche con referenti del Ministero della Infrastrutture al fine di avere una ricognizione generale delle strutture. È stato disposto a questo proposito l'utilizzo di 20 milioni annui per la sicurezza delle scuole derivanti dai risparmi sulle cosiddette spese per la 13 politica. Si è proceduto alla definitiva assegnazione agli enti locali attraverso un accordo con l’INAIL di 70 milioni di euro, sono stati opportunamente reperiti un miliardo di euro dal fondo FAS, fondi delle aree sottosviluppate, per l'edilizia scolastica. È già ripartito il primo stralcio di circa 300 milioni di euro, e si sta procedendo al secondo stralcio, in accordo con il Ministro Matteoli ed il sottosegretario Mantovani, alla fine di posizionare queste risorse dando la priorità ad interventi più urgenti ed al territorio che ne ha più bisogno. Gli stessi edifici scolastici sono stati visitati da squadre tecniche che hanno verificato tutti gli elementi di pericolosità di carattere non strutturale ed anche strutturale, comunque la camera, la commissione bilancio, sta prevedendo un altro stralcio di 300 milioni di euro proprio per l'edilizia scolastica. Io vorrei un attimino, se ho ancora qualche minuto, parlare della situazione di Livorno. Allora parlando proprio delle classi sovraffollate e parlando di numeri, allora su 533 classi degli istituti superiori della provincia di Livorno, solo 12 classi hanno un numero superiore a 27, quindi se questo è vero, come è vero, dai dati che ha dato il provveditorato non si può dire che le nostre classi sono sovraffollate, ci sono solo 12 classi che vanno in più, altro problema: il problema dei ridimensionamenti, ora l'assessore ci farà un bel resoconto, come ha fatto alla commissione, in questo caso del nostro ridimensionamento ci sono dei problemi delle scuole che sono sotto il numero degli alunni di 500, per cui devono essere ridimensionati, quello che più, secondo me, è noioso a dover sistemare è la scuola del nautico, l'istituto superiore del nautico, perché ormai da tanto tempo a Livorno è un porta bandiera per la provincia di Livorno, che è il nautico. C'è la possibilità di chiedere deroghe, però le deroghe devono essere chieste per non più di un anno alla volta, voi capite che una deroga di un anno qual è il capo di istituto che sceglie il nautico? Nessuno, senza questa continuità di dirigenza ovviamente andrebbe a finire, quindi è meglio accorparlo a un'altra scuola, purché continui a vivere, anche perché, guardate, questo è importantissimo, proprio per gli insegnanti, negli accorpamenti ogni istituto ha la sua autonomia di insegnante, cioè mi spiego, ha la sua graduatoria, non viene messo in graduatorie e mi sono ulteriormente, dopo la commissione, informata, non viene messo in una graduatoria generale, e non per un anno, né per due, ma finché sono dentro i poli, ognuno ha la sua graduatoria e questo secondo me è molto importante. Poi molto importante è la cosa di formare i… quanti minuti ho ancora, Presidente? VICE PRESIDENTE – LANDI MARCO Ha già sforato di due minuti il suo tempo. CONSIGLIERA – ROBERTA NALDINI Allora mi fermo qui, grazie. 14 VICE PRESIDENTE – LANDI MARCO Grazie a lei consigliera Naldini. Nessuno è iscritto a parlare, si iscrive il consigliere Bufalini, ha facoltà di parlare. CONSIGLIERE - ELIS BUFALINI Io partirò intanto da quelli che sono gli aspetti positivi di questa riforma, e farò velocemente perché io ne riconosco esclusivamente uno: l'insegnamento della lingua inglese reso obbligatorio per tutto il quinquennio che, visto il ritardo del nostro paese su questo aspetto, credo che sia un passo non sufficiente ma sicuramente un passo in avanti. Io ho letto lo schema programmatico del Ministero della istruzione dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministero della economia e della finanza. Io credo, con onestà intellettuale, si dice in questo documento che questa non è una riforma, perché malgrado una premessa pur condivisibile sui ritardi della scuola pubblica, dell’Università dove si vede che all'interno dei paesi dell'OCSE abbiamo ritardi formativi che ci rendono meno competitivi su questo aspetto, ad un certo punto dice con chiarezza: “non si tratta di aggiungere a quelle esistenti altre soluzioni innovazione innovative, ma di razionalizzare e semplificare l'esistente”, che a me pare una contraddizione in termini, da una parte discutiamo di quelli che sono i ritardi di un paese che in ogni caso fa fatica sul fatto della competizione da un punto di vista formativo, noi teniamo conto che nelle prime 100 Università del mondo non ve ne è una italiana, la maggioranza sono tutte degli Stati Uniti, ci sono oggi realtà importanti dell’India e della Cina, qualcuna della Gran Bretagna, una o due francesi, ma non ve ne è alcuna italiana. Allora è chiaro che i provvedimenti più importanti, in realtà, di questa riforma non sono tanto i provvedimenti relativi all’università e all’istruzione, ma è il 133 del 2008 che invece sono “disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività e la stabilizzazione della finanza pubblica”, cioè è un provvedimenti che riguarda più le questioni di taglio della spesa pubblica, tanto che noi andiamo a vedere che noi abbiamo in tre anni un taglio di 44.500 dipendenti ATA e nell'arco di tre anni un taglio di 87.341 di personale docente. Io credo che questo sia stato un grosso errore da parte di questo governo, perché noi ci mettiamo in un contesto dove vediamo la mobilitazione anche che è anche fuori da qui, che è in tutto il paese, che sta fermando la scuola, senza nemmeno a questo dare un obiettivo, senza nemmeno a questo dare un qualche cosa che possa essere, anche per noi del centro sinistra, un confronto su quella che dovrebbe essere la scuola, le idee su cui noi ci confrontiamo, è semplicemente un mantenimento del sistema attuale con 120 mila tagli di personale tra ATA e personale docente. 15 Io credo che in questo momento anche di grave crisi economica la parola d'ordine di un governo dovrebbe essere “istruzione, istruzione, istruzione”, perché con l'emergere di economie di questa rilevanza, abbiamo gli Stati Uniti che sono un paese da 350 milioni di abitanti, abbiamo l’India con 600 milioni di abitanti, abbiamo la Cina che sono due miliardi, io credo che la nostra forza deve essere fare in modo che tutti e 58 milioni di italiani abbiano un livello culturale e anche di formazione medio – alto, che ci permetta di tenere, da un punto di vista della qualità e della conoscenza, questo livello di competizione, vi ringrazio. VICE PRESIDENTE – LANDI MARCO Grazie consigliere Bufalini, ha chiesto la parola il consigliere Zingoni, ne ha facoltà. CONSIGLIERE – MAURIZIO ZINGONI Io mi rendo conto che una riforma è comunque un cambiamento e per aprirsi ai cambiamenti c'è bisogno di una predisposizione, una mentalità. Credo che sia necessario, a questo punto, mettersi in discussione anche sulla scuola e gli strumenti che ha messo a disposizione il Ministro Gelmini sono strumenti che vanno contestualizzati in un periodo ed in un momento che è quello di crisi economica, quindi siamo in una fase difficile per il paese. Certo i tagli che sono stati operati al personale non sono tagli in organico, sono tagli laddove si potevano operare, quindi sul personale che era in più rispetto agli organici, ma tornando a noi, tornando a quella che è la protesta che qualcuno ha evocato stamani, dicendo che ci sono gli studenti a protestare, bisogna chiarirsi su questo, perché le competenze sugli istituti scolastici trasferiti dai comuni alle province sono ormai passati, trascorsi 12 anni, quindi in questo periodo gli enti locali e la provincia avrebbe dovuto manutenere le sedi, avrebbe dovute metterle in sicurezza, mi sembra che gli studenti che stamani erano qui sotto e protestavano per l'istituto Lamarmora non facessero molto riferimento ai problemi degli sbocchi, erano problemi di carattere oggettivo, si parlava di sicurezza, si parlava di strutture fatiscenti, qui bisogna mettersi la mano sulla coscienza nel senso: in questi 12 anni che cosa è stato fatto? Perché il problema vero è stato nel momento in cui questi edifici sono stati trasferiti alle province, 12 anni fa, che si sapeva di questo trasferimento erano circa tre o quattro anni, quindi si parla del 1995 quando cominciava a ventilare questa ipotesi, i comuni che cosa hanno fatto? Hanno smesso di fare manutenzione, hanno passato la patata bollente alle province e le province hanno avuto 12 anni per fare le manutenzione, le ristrutturazioni, gli adeguamenti, la messa in sicurezza o quant’altro. Ora se ci sono gli studenti qui sotto a protestare, non protestano certo per la Gelmini, sì, qualcuno li può avere indottrinati e può aver loro messo in bocca degli slogan, ma il problema vero è sulla agibilità delle aule, sulla loro 16 messa in sicurezza, sul fatto che purtroppo si scontano gravi ritardi. Allora questa è una discussione che forse affronteremo meglio quando discuteremo il bilancio, ma mi sembra che scaricare tutte queste colpe sul governo sia un giochino che ormai è stato smascherato, fare polemica perché all’istituto Lamarmora ci piove dentro e dare la colpa al governo, insomma, ci può credere uno sprovveduto, credo che nessuno in questa aula pensi una cosa simile. È vero dei tagli che ci sono, mi confrontavo stamani con l'assessore al bilancio, ci saranno dei tagli, ma l'alternativa sarebbe stata l'innalzamento delle tasse o uno scenario come si sta verificando in Europa, in altri paesi che non credo che nessuno qui lo voglia per il nostro paese. Ripeto, per fare le riforme bisogna essere non ancorati al passato, ma proiettati sul futuro, bisogna essere coscienti di quelli che sono i mercati anche del lavoro, non credo che tra poco tempo ci troveremo più a confrontarci con i nostri figli se lavoreranno a Livorno, piuttosto che a Mantova, piuttosto che da altra parte, ma ancora di più ci troveremo ad importare professionalità straniere nel nostro paese, quindi la sfida non sarà più quella nell'orticello di casa nostra, un ingegnere olandese potrà venire a lavorare tranquillamente in Italia, come un avvocato italiano potrà andare a farlo a Strasburgo, quindi credo che se ci ancoriamo al passato, e qui le parole che vengono dalla sinistra radicale mi giungono come parole di un conservatorismo fine a se stesso, voler lasciare tutto come è penso che sia la peggior cosa che può fare un paese in un momento di crisi. Per cui ritengo che questa interrogazione sia una interrogazione che giustamente viene attivata su un problema corrente, ma il primo esame di coscienza ce lo dovremmo fare come amministrazione provinciale sui mancati investimenti fatti nelle sedi scolastiche. VICE PRESIDENTE – LANDI MARCO Grazie consigliere Zingoni. Chiedo se si cono altri interventi? Se non ci sono altri interventi… ha chiesto di intervenire la consigliera Alessandra Del Bravo, ne ha facoltà. CONSIGLIERA - ALESSANDRA DEL BRAVO Sì, grazie Presidente, io volevo soltanto mettere un accento su questo argomento che è così difficile e particolare, per quanto riguarda anche l'ambito universitario perché stamattina oltre allo sciopero di studenti contro quella che è una riforma epocale ma che comunque è soltanto un taglio di spese e di finanziamento, anche la scuola e l'università si è mobilitata contro questa riforma. Vorrei ricordare che nei tagli previsti all’università dei ricercatori rispetto a quello che diceva il consigliere Zingoni proprio ora, di fronte ad una crisi economica che non è italiana, ma è mondiale, ci sono stati degli Stati, 17 come la Germania qui in Europa, ma anche l’America dove la prima cosa che hanno fatto è stata quella di investire sulla formazione, sulla innovazione, sullo sviluppo e sulla ricerca, noi al contrario, come grande riforma e noi siamo ben.. cioè noi auspichiamo delle grandi riforme, le auspichiamo da tanti mesi, perché sono state promesse, ma ancora non ne abbiamo viste riforme che abbiano il vero significato della parola “riforma” noi in Italia siamo capaci di fare esclusivamente una finanziaria, perché non è altro che una finanziaria dove tagliamo proprio quei rami che ci dovrebbero aiutare ad uscire da quella che è la crisi, perciò tagliamo la ricerca, tagliamo i dottorati, tagliamo la specializzazione e l’innovazione e tagliamo anche le ore di italiano e di storia perché noi sappiamo bene che a qualcuno del nostro Governo in questo momento la storia diciamo che è un optional, perché non è che poi se ne tenga più di tanto conto. Perciò questa è la grande riforma proclamata dalla Gelmini, una questione quella dei ricercatori che voglio sottolineare perché la ritengo drammatica per chi non lo sapesse nelle università in questi giorni sono state fatte le notti bianche, sono state mobilitate perché dai corsi che dovevano essere iniziati da inizio di settembre a metà settembre ad oggi sono iniziate per il 50 per cento soltanto dal 4 di ottobre in poi perché giustamente come vuole la riforma i dottorandi, i ricercatori che prima facevano anche espressione di didattica perciò portavano avanti aule, hanno smesso di farlo perché la riforma non prevede più che abbiano questo ruolo, che possano partecipare a questo tipo di incarico. Ad oggi ci troviamo aule universitarie e corsi universitari con oltre 200 studenti, mi domando un laboratorio che non è mai partito, perché i laboratori, di quelli neanche ne parliamo perché i laboratori non riescono a partire a livello universitario, perché con il taglio dei ricercatori i laboratori non partono, io mi domando cosa si possa pensare di formare ai nostri studenti, ai giovani che vogliono e si sacrificano per una laurea, stando magari anche fuori casa mi domando che cosa ci dobbiamo aspettare? Quando noi cerchiamo di dire e ci lamentiamo che i nostri studenti non si laureano in tempo, noi certamente non gli stiamo dando una mano, perché ora facciamo aule da 200 studenti, con corsi che non ci sono i laboratori dove un professore universitario voglio vedere con quale tempistica e quale tipo di impegno può seguire il percorso professionale di questi ragazzi. Altro problema: tutto questo fortissimo disagio che c'è all'interno delle università sta creando e anche sta praticamente provocando quelle che sono il salto delle varie sessioni di esame che c'erano in questo periodo e ci saranno da qui al prossimo novembre e dicembre. Ripeto questi sono danni che vanno subito, immediatamente a ricadere sui nostri ragazzi, perché i nostri ragazzi vuol dire che dovranno metterci un anno di più per potersi laureare, per poter portare in fondo i propri studi. Questa non è una riforma, questo è dare una mannaia addosso ai nostri ragazzi che ci stanno mettendo l'impegno, se oggi sono a manifestare contro questa riforma lo fanno perché vogliono avere il diritto allo studio e se fino all’altro anno avevano ricercatori e i tecnici che 18 potevano partecipare con loro alle lezioni quest’anno non hanno più nulla, non hanno più dei punti fermi perché effettivamente si va a leggere, ora non ve non sto a leggere quello che prevede la riforma del sistema universitario, quella del disegno di legge numero 1905, dove parla di norme in materia di organizzazione dell’università di personale accademico e reclutamento, tenete conto che parlano di vari corsi, e dicono ti teniamo due anni poi dopo se sei stato bravo ti devi prendere l'abilitazione e puoi fare i concorsi, nel contempo sono stati bloccati quelli che sono gli scatti nel pubblico impiego e la possibilità di fare concorsi, perciò alla fine i ricercatori non troveranno lavoro, perciò avremo questi precari che davano una mano a quella che era la crescita professionale e studentesca dei ragazzi che non ci saranno più. Perciò oltre al sistema di secondo grado e primo grado io vorrei che si tenesse anche di conto di quella che è la grave situazione universitaria. Inoltre sempre riferendomi al consigliere Zingoni, che parlava di edifici, io vorrei tenere distinto questo tipo di problema, noi oggi stiamo parlando della formazione dei nostri ragazzi, della cultura, di quello che è l’investimento del Governo in questo campo, al di là degli edifici abbiamo già detto che l'assessora darà le sue risposte e quello è un altro campo, non mescoliamo le carte per far finta di dire le responsabilità sono di tizio o di caio. La cultura e la formazione degli studenti è cosa ben diversa dal mantenimento degli edifici questo è un dibattito su quello che è il danno che viene fatto ai nostri ragazzi sulla cultura e la formazione. Grazie Presidente. VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI Grazie consigliera Del Bravo, se ci sono altri consiglieri? intervenire il consigliere Gragnoli ne ha la facoltà. Ha chiesto di CONSIGLIERE - BENITO GRAGNOLI Grazie presidente, ho ascoltato attentamente anche l'ultimo intervento e mi sembra che nel confondere le acque la Del Bravo sia proprio brava, bravissima, perché confonde le acque, io la capisco perfettamente è la pas d’aran* di questo consiglio, e di questo mi fa piacere, ma forse fa più piacere alla sua maggioranza, detto questo vorrei riportare al tema le manifestazioni che vengono fatte stamani sono state fatte tutti gli anni all’apertura della scuola non è mai esistito un anno dove non ci sono state contestazioni, mai, mai, trovatemelo! Io ho 60 anni, penso di avere in 50 di averle vissuto no? Non ho mai visto una scuola senza contestazioni, mai, se poi volevo tirare la ghiacchetta anche alle manifestazioni di questa stamattina benissimo ma è fisiologico perché gli studenti iniziano la scuola, sappiamo che gli studenti hanno qualche volta la goliardia di fare festa, come i miei figli, ce li ho anch’io i figli e 19 stamattina l'ho accompagnato caso strano, appena gli hanno detto “guarda c’è c'è un'ora sola” è entrato però io dico “se non c'è vieni a casa” e lui dice “madonna se non c’era la professoressa stamattina era meglio facevo festa mi divertivo” tutti i figli sono così! Tutti, tutti, perché siamo stati tutti ragazzi, e viene strumentalizzato molto il settore della scuola. Io vorrei tornare ai numeri, il tempo pieno è aumentato del 3,5 per cento nel biennio 2009 – 2011– mi sembra, le classi sono aumentate a livello nazionale da 36 mila a 37 mila, vedete i numeri sono numeri date dall’OCSE e non li dico io, perché se li dicessi io, ma sono dati dell’OCSE, noi siamo per la scuola del merito, merito e disciplina, sono due valori che noi portiamo avanti, forse voi no, avete ancora la presunzione di avere la verità, difendendo il baronato, perché ho sentito anche poc’anzi la consigliera che difendeva il baronato, questa è la gravità! Noi invece siamo vicini agli studenti, è diverso, è diverso! Noi spediamo il 97 per cento sugli stipendi, non possiamo investire in altri settori nella ricerca come dici te, certo se investiamo per il 97 sugli stipendi come facciamo? La coperta sta diventando corta per tutti e non dite che voi non avete fatto le riforme, vi ricordo la riforma Berlinguer che fu un dramma per l’Italia, vi ricordo la riforma Fioroni recentemente che hanno fatto manifestazioni, non vi ho mai sentito dire contro queste riforme, solo perché oggi c'è il centro destra che governa allora vi fa comodo protestare. Io credo che un po' più di obiettività e vicinanza alla scuola come ricchezza per cercare di trovare le soluzione per far crescere questa scuola che non produce, che non produce! Produce pochissimo questo sarebbe il punto. Grazie. VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI Grazie consigliere Gragnoli, ci sono altri consiglieri che vogliono intervenire? Ha chiesto di intervenire il consigliere Michele Mazzola ne ha facoltà. CONSIGLIERE - MICHELE MAZZOLA Grazie Presidente io voglio dare un contributo per quanto possibile alla discussione, perché oggi al di là della goliardia che sempre ha caratterizzato gli studenti ma da un altro punto di vista, non in termini di protesta. Goliardia è anche cosa seria a livello studentesco, oggi è un giorno di protesta in cui gli studenti della città si sono mobilitati e io voglio manifestare tutta la vicinanza mia ma penso di gran parte del consiglio alle ragioni che hanno spinto gli studenti a manifestarsi sia le ragioni legate alla riforma, che è in atto, così detta “riforma” sia le ragioni però mi consentirete anche legate alle proteste dei giorni passati sulla condizione dei nostri edifici scolastici, questo perché ci lascio una battuta, e poi spero che l’assessore Schezzini interverrà nel dibattito, l'edilizia in realtà è il luogo in cui si fa formazione nella fase di apprendimento di qualsiasi allievo a qualsiasi livello da primario fino all’università diventa centrale nel potenziale o nel depotenziare la capacità di apprendimento dello 20 studente; basta leggere qualsiasi analisi sui processi formativi per arrivare a capire l'importanza del luogo in cui si eroga e si riceve la formazione. Per quanto riguarda invece la situazione nazionale, ora il Centro Destra citava anche la Sinistra Radicale e mi fa molto piacere, c'è un piccolo problema però che se vediamo nel dizionario “Riforma” si vuol dire è definita come il “fine e il mezzo di politiche tendenti all’evoluzione ed aggiungo al miglioramento continuo di ciò su cui si va ad intervenire” quindi noi siamo assolutamente a favore di una innovazione e di una riforma, bisogna però capire la direzione verso cui si va. La riforma di cui stiamo parlando oggi è spesso stata definitiva una contro riforma perché ha purtroppo, in modo più accentuato rispetto ad alcuni aspetti che hanno avuto anche le riforme precedenti, io solo in parte e lontanamente, sottolineo lontanamente condivido una cosa che ha detto Gragnoli. I Governi che si sono succeduti in Italia, non hanno mai avuto una grossa lungimiranza nel progettare la scuola. Io quando ero studente protestavo contro Berlinguer e quindi non è che ora mi rimangi quello che ho fatto da studente, c'è sempre stata una concezione molto ragionieristica della scuola, lo testimoniavano anche gli interventi precedenti, una serie di numeri che poi come ci ha mostrato la Naldini che è molto esperta dell’argomento, ognuno i numeri li tira un po' come vuole, da una parte o dall'altra i numeri, le relazioni oggettive si tirano sempre come si vogliono. Il problema è che noi abbiamo una scuola che non risponde alla società di oggi, una scuola in cui c'è stata una riforma debole che rischia di essere affossata oggi sull'obbligo di frequenza, noi abbiamo inventato un giochino assurdo, un giochino assurdo che è l’obbligo formativo per non avere il coraggio di portare all’obbligo scolastico fino alla maturità in una società in cui siamo sempre più globalizzati, lo si dice ogni giorno, in cui gli stimoli esterni che arrivano sui nostri cittadini sono continuamente una pletora di informazione, di deinformazione, di mala informazione in cui dovremo creare coscienze critiche in grado di distinguere, chiaramente e di farsi autonomamente un’idea una concezione della vita e della società, noi non siamo neppure in grado di portare un obbligo scolastico fino alla maturità perché siamo convinti a 15 anni possiamo prendere un bimbo, se non prima, buttarlo nel mondo del lavoro magari ovviamente con un contratto che non garantisce nulla e metterlo in balia di ciò che avverrà. Quindi un primo punto su una riforma noi ci stiamo a discuterla, discutiamo di innalzare l’obbligo scolastico fino alla maturità. L’altro aspetto, discutiamo, azzeriamo tutto sulle risorse che mettiamo nelle scuola, perché il 93 per cento sui docenti non è un elemento per cui ci si scandalizza, tutt’altro, noi dovremo pensare semmai a riqualificare gran parte del corpo docenti soprattutto quello che è in servizio da più anni, dovremo pensare ad istituire anche per i superiori in modo particolare l'utilizzo dell'anno sabbatico come elemento di approfondimento degli interessi degli insegnanti, dovremo iniziare a formare i nostri insegnanti perché perlomeno conoscano le lingue straniere almeno una come se fosse la propria seconda lingua madre, dovremo iniziare ad introdurre nelle scuole così come sta facendo la Spagna l'abitudine sin da piccoli, non semplicemente di insegnare l'inglese, ma di 21 scegliere una materia che può essere una qualsiasi che si insegni direttamente in lingua inglese, dovremo pensare quindi a dare valore da un punto di vista formativo agli insegnanti e retribuzioni adeguate al lavoro che essi fanno, e retribuzioni adeguate. Il cuore della scuola sono gli insegnanti, la spesa della scuola deve essere sugli insegnanti ed insieme agli insegnanti deve essere sul personale che ruota nella scuola, sul personale ATA, sul personale che gestisce i laboratori, siamo in una condizione in cui nelle scuole c'è un responsabile, una persona che gestisce 5 o 6 laboratori con strumentazioni assolutamente inadeguate, allora il problema altrimenti qui si gira intorno qual è? 27 alunni sono parecchi, meno di 30? E’ questo il problema abbiamo aule omologate a 22 alunni di solito se non a 20 perché prima si entrava con meno numeri, ma di che cosa stiamo ragionando? Vogliamo fare una riforma coraggiosa che immette risorse vere all'interno della scuola e che ripeto, si occupa della formazione, dell'accesso alla scuola intanto facendo un lavoro serio sul caro libro, facendo un lavoro serio su tutto ciò che compete e ruota intorno alla scuola a partire dal trasporto pubblico che invece verrà tagliato per una finanziaria che taglia a cascata, la Regione taglia a cascata il trasporto pubblico e ritorneremo tutti in macchina o in bicicletta o forse si va a piedi, si va a scuola a piedi, potrebbe essere visto che se entriamo nel 2020, potrebbe essere un indirizzo da fare. Vogliamo fare una riforma che dà a chi lavora nella scuola la dignità del lavoro e dà agli studenti la capacità di accedere in luoghi, lo ripeto, da un punto di vista di accoglienza di strutture degno di questo nome, un punto di vista formativo in grado di ricevere le informazioni necessarie, da un punto di vista strumentale in grado di avere gli strumenti, questo si fa però se le riforme della scuola la smettiamo di farle fare al Ministero dell’Economia, perché la crisi in questo caso è una scusa, è una scusa bella e buona, ci sono Paesi Europei che hanno investito, si può scegliere dove mettere le risorse, bastava mettere una tassa come diceva prima Lami sui grandi patrimoni per recepire i soldi ed immetterli nel sistema scolastico, su questo concetto di riforma sicuramente la sinistra radicale o non radicale ha altri giudizi però è in grado di confrontarsi e di mettere proposte in campo. VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI Grazie consigliere Mazzola ha chiesto di intervenire la consigliera Vaccaro ne ha facoltà. CONSIGLIERA - COSTANZA VACCARO Sì, grazie presidente, dunque avevo la speranza pur flebile di poter affrontare un tema così delicato e per certi aspetti anche controverso come quello della scuola con toni di dovuta serenità ed anche di opportuna serietà, purtroppo queste speranze erano già labili insomma si sono arenate ben presto visto e giudicato il tono di alcuni interventi di colleghi che mi hanno preceduto, allora cominciamo 22 a dirci una volta per tutte le cose come stanno, la scuola così com’è non ci piace. La preparazione dei nostri studenti a partire soprattutto dagli istituti superiori secondari fino ad arrivare all’università è una preparazione molto scadente soprattutto se confrontata con la media degli studenti che escono da altri istituti dei Paesi Europei, c'è un altissimo tasso di abbandono delle università, ma non solo, anche un tasso molto elevato di tutti quegli studenti che non raggiungono il diploma delle scuole superiori secondarie, in sostanza in questi ultimi anni la corrispondenza diciamo tra il sistema formativo e le necessità di un paese che ha sempre più la voglia di crescere in competitività, di aumentare la proprietà offerta anche culturale e formativa risulta essere più complicata e farraginosa, purtroppo ovviamente i mali della scuola e questo non ho sentito nessuno dirlo, se non ovviamente il centro destra che deve, deve proprio visto gli attacchi difendere il lavoro che sta facendo questo governo, i mali della scuola non sono di oggi ma neppure di ieri o l'altro ieri, se non ricordo male dal 1860 in poi abbiamo avuto 33 ministri della Pubblica Istruzione e guarda caso non appena un ministro si va ad insediare nel dicastero la prima cosa che fa è quella di scombussolare completamente e il sistema formativo del predecessore creando evidentemente una grandissima frammentarietà questo lo volete disconoscere? Spero proprio di no. Allora siccome qui si è parlato di tutto, medie superiori università, allora io voglio partire per fare una panoramica più generale dall'inizio, prendiamo ad esempio la scuola materna, il vituperato veramente il vituperato provvedimento del rientro della reintroduzione del maestro unico da parte della Ministra Gelmini, io ricordo che ci sono state veramente... - I consiglieri fanno notare alla consigliera Vaccaro che forse si riferisca alla scuola elementare e non materna. CONSIGLIERA - COSTANZA VACCARO Sì elementari scusate, il maestro unico elementare, abbiate pazienza, io ricordo che ci sono state veramente delle reazioni quasi scomposte, quasi sconquassate alcune anche legittime come quelle del mondo del precariato che vedevano allontanarsi sempre di più la possibilità della stabilizzazione del proprio ruolo professionale, questa cari colleghi è una drammatica realtà, ma è altrettanto vero che la scuola non può più essere in generale la Pubblica Amministrazione non può più essere considerata come ha fatto la sinistra per decenni una sorta di perenne stipendificio o addirittura un ammortizzatore sociale perenne, ricordo reazioni sconquassate di genitori che si lamentavano perché avevano paura che non ci fosse più il tempo pieno, alla prova dei fatti è aumentato, sono aumentate le ore di tempo pieno, avevano paura che il grembiulino lo ricordate? Che è uno strumento di grande praticità e che soprattutto garantisce l'uguaglianza almeno estetica di tutti i bambini avevano paura che il 23 grembiulino fosse sorta di ritorno alla vecchia divisa squadrista! Avevano paura che fossero compressi alcuni insegnamenti importanti materie importanti come il laboratorio, l'informatica, la lingua inglese, l’attività fisica, nulla di tutto questo è successo, veramente l’emblema, l’apoteosi dell'espressione massima della faziosità di questa sinistra a proposito di scuola si è avuta a Bologna quando ricordo ancora in quel corteo insegnanti, genitori che sfilavano con bambini strumentalizzandoli di 6 – 7 - 8 anni che avevano striscioni che inneggiavano contro la Ministra Gelmini, è stato veramente scandaloso, oggi alla luce di quei fatti tutte quelle paure erano ingiustificate. Allora in questi ultimi anni nella scuola la regola che è prevalsa è stata la difesa dello status quo, è prevalsa la difesa sindacale, della quantità tanti insegnanti mal pagati, mal retribuiti a discapito della qualità e questo cari signori, cari colleghi e care colleghe non possiamo più permettercelo! Il sistema Paese non ce lo consente più! Noi sappiamo benissimo che la categoria degli insegnanti a cui peraltro sono legatissima, persone straordinarie veramente, soprattutto quelle che non sud Italia vanno ad acciuffare i bambini perché realmente vadano a scuola e concludano gli studi. Noi sappiamo che la categoria degli insegnanti costituisce una sorta di serbatoio, diciamo quasi di santuario elettorale della Sinistra per cui sappiamo che come dire è un mondo assolutamente intoccabile, ma non possiamo più permetterci come sistema paese il fatto di avere ad esempio 136 mila bidelli e a fronte di 106 carabinieri, lo capite anche voi che c’è qualcosa che non torna, qualcosa che non quadra. Un bidello ogni due classi ma stiamo scherzando? Stiamo scherzando, e ancora si possono contestare nella riforma Gelmini uno, due, tre provvedimenti, ma questo lo dico soprattutto al partito Democratico perché purtroppo con la Sinistra non ci resta che allargare le braccia, ma addirittura bloccare, bocciare tutto il processo riformatore, previsto da questa riforma è veramente strumento anzi emblema della vostra debolezza e se me lo consentite anche dell’ipocrisia di questo partito perché le parole ascoltate bene: i peggiori risultati italiani in termini di competenze non si associano ad una minore spesa, anzi questa è anche maggiore rispetto ad altri paesi, quindi esiste un evidente problema di allocazione delle risorse finanziarie in stipendi dei docenti. Chi dice questo non è la Ministra Gelmini, ma è il Ministro Fioroni, libro bianco della Scuola 2006 - 2008 e quindi di che cosa ragionate? Quello stesso ministro Fioroni che ha deliberato il discussissimo provvedimento di cui oggi stiamo parlando, vale a dire il riordino degli istituti superiori secondari. Perché così come ci ha confermato l'assessore Bonsignori in commissione, io ero presente in sostituzione del collega Antonini, così come ci ha confermato l’assessore questo provvedimento è stato voluto da Fioroni, non dalla Ministra Gelmini! Allora invece di aria fritta cerchiamo di parlare di cose che sono di nostra competenza, le scuole superiori ma vi rendete conto o no che da un punto di vista dell’edilizia scolastica noi abbiamo fior fiori di istituti superiori secondari che versano in condizioni strutturali fatiscenti, abbiamo le scuole che non sono più a norma di legge, non rispettano la legge nazionale del 1982 in materia antisismica, che 24 costa stiamo aspettando? Stiamo aspettando che ci scappi il morto che a Livorno venga e succeda l'irreparabile? Ovviamente non voglio fare l’uccello del malaugurio, ma è dal 1982 che c'è questa legge! Parliamo di edilizia scolastica, abbiamo le pareti delle aule delle scuole che grondano muffa, Presidente la prego di richiamare il consigliere Mirabelli che di disturba e di non calcolare questo come tempo che sto usufruendo le pareti delle scuole, grondano muffa ci sono infiltrazioni all’Elba, a Piombino, nelle scuole .. - Il Consigliere Mirabelli rumoreggia VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI Consigliere Mirabelli.. CONSIGLIERA - COSTANZA VACCARO Mirabelli mi faccia finire VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI Per cortesia consigliera Vaccaro CONSIGLIERA - COSTANZA VACCARO Presidente la prego assolva al suo ruolo. - Il Consigliere Gragnoli rumoreggia VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI Un attimo, un attimo, consigliere Gragnoli per cortesia si metta a sedere. - i consiglieri Gragnoli e Mirabelli rumoreggiano VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI Sospendo la seduta guardate, consigliere Gragnoli per cortesia si mette seduto, consigliere Mirabelli faccia finire l’intervento alla Consigliera Vaccaro, per cortesia. consigliere Gragnoli io non la richiamo più. Per favore lasciate concludere la consigliera Vaccaro. CONSIGLIERA - COSTANZA VACCARO 25 Consigliere Mirabelli è così democratico da farmi terminare? VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI Consigliera Vaccaro la prego di concludere il suo intervento grazie. CONSIGLIERA - COSTANZA VACCARO Grazie presidente, stavamo dicendo che ci sono le pareti delle aule delle scuole che grondano acque, sono piene di muffa, ci sono infiltrazioni nei laboratori, acqua piovana che scende sui computer con il rischio di corto circuito, allora invece di parlare di aria fritta, cominciamo a mettere risorse, a mettere mano su questo tipo di interventi, peccato il tempo probabilmente si sta esaurendo ci sarebbe anche da parlare dell’università dei 5500 che abbiamo come università circa 300 hanno meno di 15 studenti, in una classifica di 200 università la nostra prima università italiana Bologna si classifica solo al 192esimo posto, la Gran Bretagna che spende un terzo nell’offerta formativa di quello che spendiamo noi piazza 35 università nei primi 100 posto di cosa stiamo parlando? Di cosa state parlando? Allora che la Sinistra ma soprattutto il Partito Democratico pensando anche a Berlinguer che è stato veramente trucidato dalla sua sinistra e dal sindacato perché voleva inserire una riforma di merito che poi peraltro, visto tutti i cambiamenti e le correzioni e gli interventi correttivi, ha prodotto disastri che si sono perpetrati per gli anni, la sinistra pensi al passato per cercare di fare una programmazione più seria e di compiere finalmente quel processo riformista che è da 20 anni che voi auspicate sempre a parole ma mai nei fatti. Grazie. VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI Grazie consigliera Vaccaro, prego i consiglieri, per cortesia consigliere Coluccia, cerchiamo di andare avanti serenamente con la discussione. Ha chiesto di intervenire la consigliera Lupi, ne ha facoltà. CONSIGLIERA - ROSSELLA LUPI Grazie, io credo che sia molto importante che la maggioranza dei gruppi presenti in questo consiglio, sia stato concorde nel chiedere che ci fosse questo dibattito, io vorrei sottolinearlo un segnale di vicinanza che la politica vuole dire a tutti gli studenti, segnali di vicinanza e di attenzione a tutti gli studenti, a tutti i lavoratori, a tutte le famiglie coinvolte nei disagi, molto gravi, e molto grandi che si stanno riscontrando nella scuola. Le manifestazioni che si sono succedute in Italia e quelle che sono oggi qui ed in altre Province non sono per piccole cose strutturali già risolte a livello provinciale, ma sono proprio in virtù 26 di una... non possiamo chiamarla “riforma” stavo cadendo nel tranello, non possiamo chiamarla riforma, quella di cui stiamo parlando non è una riforma lungimirante, è semplicemente un attacco duro e distruttivo portato avanti con determinazione incredibile. Io credo che si sia veramente esagerato la Gelmini da un punto di vista della produttività è stata bravissima, in 2 anni e mezzo è riuscita a scompaginare, scombussolare l'intero apparato scolastico, l'intero apparato più importante di uno Stato Nazione, a partire dal primo ciclo, la scuola di primo grado, di secondo grado, l’università i non investimenti nella scuola della prima infanzia. È riuscita a scombussolare tutto, in due anni e guardate tutti i decreti attuativi, tutti i regolamenti che vanno in questo senso, riflettete in due anni, in due anni partono tutti dall’articolo 64 del D.P.R. 112, che è di una legge finanziaria, tutto parte da un taglio di 8 mila miliardi che doveva essere fatto sulla scuola, allora si può negare la verità, ma negare la verità non impedisce che la verità sia vera, questa è la verità, e non si può negare, Perché questi sono i dati, e non si può sostenere che non ci siano danni o ripercussioni negli istituti, nelle scuole, c'è un aumento di 20 mila unità di alunni nell’anno scolastico in corso ed una riduzione di 3700 classi, c'è il tempo pieno, come si fa a dire che non è stato tagliato l'organico? Nel tempo pieno non c'è più la compresenza, c'è semplicemente la presenza di due insegnanti nel tempo pieno del primo ciclo, quindi si è azzerato tutto quello che era fare scuola da un punto di vista di ottica educativa moderna, che vuol dire fare laboratori, che vuol dire fare attività extra curricolari, si è tagliato tutto quello che permettesse questo, compreso attenzione il bacino di flessibilità che permetteva di supplire alle supplenze dell’assenza di personale e quindi non avere come sta accadendo l’accorpamento delle classi laddove manca l'insegnante, e quindi altre che classi soprannumerarie, ci sono, di organico, perché ci sono classi che sforano i 30, perché è consentito vanno anche a 35 ma ci sono quasi tutti i giorni la dove manca qualcuno, perché comunque non c'è più una dotazione organica dentro l'istituto capace di far fronte a quelle che sono le emergenze quotidiane. Quindi da questo punto di vista non si può davvero eludere questa cosa, e poi i tagli al personale ATA, sono stati terribili, i numeri, allora tornando ai docenti abbiamo avuto 42 mila docenti in meno nell'anno scolastico passato e 15 mila ATA per il corrente anno, per quello in corso si prevedono 25 mila docenti in meno di personale docente e 15 mila di nuovo di personale ATA si può con queste cifre pensare che non ci sia una ricaduta negli istituti? Bisognerebbe non parlare a tavolino ma andare a parlare con le persone che stanno davvero nelle scuole, c'è uno sconforto ed una desolazione che è assolutamente micidiale, perché guardate non solo si inficia l'ottimizzazione dell'insegnamento nel momento e quindi la possibilità di insegnare ed educare in un certo modo, in maniera diretta, ma si va a creare un danno che è profondissimo perché si va a creare un danno laddove nella motivazione del corpo docente, nella motivazione di chi lavora dentro le scuole e quindi nella possibilità anche di avere quel grado di disponibilità che consente poi che si possa avere una produzione di cultura e di formazione 27 adeguata, e da questo punto di vista veniva citato dal consigliere Zingoni il parametro della globalizzazione del doversi confrontare con l'Europa e con una competitività, bene, gli obiettivi di Lisbona 2010 ci indicavano dei parametri, rispetto a questo siamo scandalosamente indietro. Abbiamo un numero di ragazzi con il solo diploma che è 40 per cento di fronte di un obiettivo del 85 per cento, abbiamo solo il 12 per cento di laureati, abbiamo una dispersione scolastica del 22% se questi non sono dati che dovrebbero indurre un governo ad affrontare il problema dell'istituzione scolastica, con serietà, perché può anche essere necessario riorganizzare, può essere necessario in alcuni momenti tagliare, sì è stato fatto anche in passato, è stato fatto da governi anche del centro sinistra, però gli strumenti si usano in maniera diversa, e in momenti opportuni, si può tagliare i rami di una pianta portandola alla morte, si può tagliare in una maniera per cui non si creano comunque danni che mettono a repentaglio la struttura stessa. Allora da questo punto di vista non è stato preso un tempo adeguato di concertazione non è stato preso un tempo di riflessione sufficiente, si sono operati tagli con una velocità che ha quasi dell'impressione che si volesse non lasciare il tempo di poter reagire e si è determinato nella scuola un disastro che è veramente incredibile. Io ho qui tanti dati e rimane difficile enunciarli tutti, vorrei però fare alcune riflessioni che ritengo importanti, in quei due anni e dal 2008 da quando è partito l’attacco della Gelmini al sistema dell’istruzione contemporaneamente, guardate è stata tolta la tassa ICI sulla prima casa a tutti, indiscriminatamente e quelle erano risorse che potevano assolutamente entrare nelle casse dello Stato. Si è tolto quello che era stato messo in campo dal Governo Prodi per combattere l’evasione fiscale, la tracciabilità e tutta un’altra serie di sistemi che erano stati messi in campo e quindi si è azzerato l'ICI non si fa niente da un punto di vista di recupero dell’evasione fiscale e poi si taglia su un settore determinante dell’istruzione come quello della scuola, si sta tagliando sulla possibilità dello sviluppo delle nostro stato, e anche qui al di là del luogo comune che si sta tagliando sul futuro, vogliamo un pochino entrare nel merito di che cosa vuole dire? Perché non è solo un problema di quantità di insegnamenti che un ragazzo può avere nel corso della vita o dei diplomi a cui può arrivare, ma qui ci va di messo anche il tipo di cittadino che si forma nelle scuole, sarà un cittadino che grazie ad un percorso scolastico di un certo tipo avrà una sufficiente autostima e quindi una capacità anche di intrapresa personale, avrà una capacità critica personale sufficiente a potersi gestire nelle difficoltà della vita da affrontarle, avrà una creatività che gli potrà consentire di essere un cittadino che produce idee, e produce qualcosa per lo Stato o no? Questo è in relazione alla scuola, questo è quando si dice che si taglia sul futuro e non certo per la quantità di ore di insegnamento e comunque a proposito delle ore, si è andati a diminuire le ore, come si fa a dire di no? Cioè si sono ridotte le ore di insegnamento, aumentata l'ora, ridotta e accorpati gli insegnamenti, si è fatto di tutto per riuscire a ridurre il numero dell'organico. Io credo che davvero come ho detto, negare questo non lo si possa davvero 28 fare, ci sono stati tagli precedenti? Sì veniva ricordato il problema relativo alla ridefinizione della rete scolastica e quindi al dimensionamento degli istituti. È vero che è partito da una disposizione del Governo Prodi, ma anzi guardate noi ne siamo molto orgogliosi, perché una delle leggi migliori che ha fatto il Governo di Centro Sinistra nel 1997 che è la legge 59 quella sull’autonomia scolastica. L’autonomia scolastica doveva servire appunto a far sì che gli istituti potessero interagire nei vari territori a seconda delle esigenze diverse di formazione in relazione con le istituzioni, è che a questa legge dell’autonomia andava dato seguito, andavano messe in campo altre cose che consentissero di arrivare a questo, ma invece la Gelmini si è introdotta su questa premessa che era dell’autonomia con le modifiche introdotte dall'articolo 74 della legge finanziaria che diceva di aumentare il rapporto alunni/docenti, diminuire nella spesa etc. etc. per cui il dimensionamento ovviamente ha assunto un carattere diverso da quello che comunque era la sua impostazione originaria e poi che dire, si è sovrapposto in un momento storico cui negli istituti superiori si è appena andati ad una riorganizzazione degli indirizzi che ha azzerato tutte le sperimentazioni senza dare possibilità di valutare quello che era da buttare via, perché c'erano cose da tagliare, e di mantenere quello che era buono, si è andato ad inserire in un momento dove c'è già tutta la difficoltà di una riorganizzazione di questo tipo e quindi è chiaro che mettere in campo questo con quelle sottolineature che facevo prima è chiaro che c'è una commistione di problematiche che vanno ad investire il mondo della scuola. VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI La prego di concludere consigliera grazie. CONSIGLIERA - ROSSELLA LUPI Io vorrei sottolineare questo, che per la gravità dei problemi che ci sono nel mondo della scuola io credo che chi non è d'accordo con quanto sta accadendo da un punto di vista politico credo che sia importante che alzi la voce e che si ponga con forza rispetto a quanto sta accadendo, alla richiesta che si interrompano questi circuiti perché si sta mettendo in discussione la stessa democrazia e non dico una cosa assurda, perché se la democrazia è la formazione di cittadini con un pensiero critico capace di pensare e di ragionare si sta mettendo a rischio anche questo. VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI Grazie consigliera Lupi, non grazie non ci sono consiglieri iscritti a parlare, se non ci sono altri interventi a questo punto do la parola all’assessora Schezzini, prego assessora. 29 ASSESSORA – CATALINA SCHEZZINI Prima di tutto permettetemi la mia solidarietà personale e come assessore quindi anche a nome della Giunta per tutte le battaglie che gli studenti in questo momento stanno portando avanti, loro hanno ragione, perché stanno lavorando per il loro future e chiedono a noi delle risposte, l'importante è che queste risposte e queste richieste non siano come dire, accompagnate da sovrastrutture che fanno perdere di vista a volte quella che è - come dire - la partenza. Questo lo dico perché è avvenuto anche diciamo nell'avvenimento che ha visto la sala del Consiglio Provinciale estremamente piena di ragazzi nei giorni scorsi, come voi tutti sapete nelle aule della succursale ospitate presso la ex caserma Lamarmora di proprietà del Comune di Livorno, durante l'occupazione i ragazzi hanno chiamato una sera giustamente i Vigili del Fuoco i quali hanno verificato in un sottotetto non agibile direttamente, l’ammaloramento di una trave, questo non ha reso inagibile l'edificio, vorrei che fosse chiaro, ha reso inagibile semplicemente uno spazio affianco ai bagni del secondo piano. Questo ha fatto sì che comunque si creasse una discussione, un movimento ed i ragazzi come voi vi ricorderete la scorsa settimana nell’ultimo Consiglio sono venuti e abbiamo discusso con loro prendendo atto della situazione, io sono stata personalmente a vedere la scuola e lì c'erano dei problemi dovuti alla occupazione e c’erano dei problemi dovuti alla qualità dell'immobile, ma non erano problemi tali da pregiudicare effettivamente nell'immediato la sicurezza dei ragazzi che avevano per 6 classi a disposizione due piani di un’ala della Lamarmora. Abbiamo comunque deciso di trovare immediatamente una soluzione, il presidente dell’Isis Niccolini Palli la dottoressa Orlandini ha messo a disposizione un piano intero delle magistrali in Via Maggi, in cui sono collocate 6 aule con i relativi servizi divisi per maschi e femmine che sono abbandonati da qualche anno, sembrava una soluzione ottimale anche se con una spesa da parte dell’amministrazione per ripristinare delle aule che sono abbandonate da qualche anno e quindi devono essere - come dire - rinfrescate, usiamo questo termine, però qualcuno ha alimentato e ha detto che neanche l'edificio di Via Maggi è a norma ed è sicuro. Allora io vorrei chiarire una cosa: una questione sono le certificazioni, che i nostri istituti scolastici hanno, un'altra cosa sono gli ammaloramenti che edifici a volte anche vetusti hanno quotidianamente, a Livorno soffia il libeccio si spostano dei tegoli comincia a passare mari l'acqua in un sottotetto, non lo vediamo subito, non c'è una comunicazione immediata da parte della scuola e quindi succedono anche queste cose, ma non sono dovute ad una volontà dell’amministrazione di non occuparsi, c'è necessità di avere un continuo dialogo tra scuola e l'amministrazione e le risorse necessarie per risolvere questi problemi, e qui vengo all'altro punto di carattere generale. Noi avevamo a disposizione, ci era stato promesso per tutte le scuole d'Italia un fondo di mille milioni di euro, due anni fa, questo fondo poi è stato - come dire - prosciugato di 250 milioni e sono diventati 750, allora in Italia abbiamo il 30 titolo quinto abbiamo la sussidiarietà, abbiamo una legge che dice che i comuni si devono occupare delle scuole elementari e delle scuole secondarie e inferiori e le Province si devono occupare delle secondarie superiori, la consigliera del PDL faceva riferimento proprio a questo fondo, questo fondo, se ne siamo occupati nel mese di maggio – giugno, non ricordo la data precisa, in quella occasione fu precisato come questo fondo i due Ministeri Infrastrutture e Pubblica Istruzione avevano deciso loro, si erano presentati alla Conferenza Stato Città per decidere loro come sarebbero stati spesi la prima trance dei 350 milioni lasciando del vuoto pneumatico la seconda tranche, mentre saremmo dovuto essere noi insieme ai comuni a dover dire dove, come e quando, ma in realtà ci avevano fornito un elenco, bene sulla base di questo elenco che loro hanno fatto e non noi, non è ancora partito niente, di soldi non si è visto nemmeno una lira! Lo dico apposta una lira, perché le lire non sono più in corso, perché non ne sappiamo niente e pur essendo titolari da quel che si sa di alcune di questi finanziamenti non abbiamo avuto nessuna possibilità di attingere. In realtà dall'altra parte la riforma Gelmini che ha portato le classi a diventare da 20 – 25 - 27 - 29 - a 30 alunni anzi ha pensato che in definitiva i muri cose ferme sono e non sono cartongesso che si muove o tende che si muovono a discrezione del padrone del momento e quindi noi ci siamo trovati anche, anzi la scuola soprattutto non tanto noi, a dover inseguire la collocazione delle classi in aule che erano consone agli standard, però io vorrei terminare dicendo questo: noi abbiamo accolto con piacere e disponibilità i ragazzi che hanno sollevato un problema vero che era quello, diciamo del loro timore di avere una struttura che comunque in ogni caso sarebbe stata abbandonata con questo anno scolastico, gli abbiamo offerto una soluzione decorosa nel giro di un mese, loro non si sono fidati, sbagliando di noi, hanno chiesto un ulteriore impegno, facendo alcune considerazioni di carattere politico quasi qualunquistico che non attenevano al problema. Il Presidente Kutufà ha assunto in proprio questa istanza ed abbiamo risolto con la disponibilità di tutti il problema in una giornata, non è perché si poteva fare anche prima, perché i problemi si risolvono per come siamo messi nel momento in cui si creano, perché mi sembra Zingoni, non mi ricordo se Zingoni o Gragnoli hanno detto “vedremo in bilancio” ma noi abbiamo davvero la possibilità di intervenire finanziariamente in tutte le scuole che hanno bisogno di interventi o dobbiamo fare una scelta sempre rinunciataria per fare tornare questo lenzuolo che è diventato meno di una federa rispetto alla necessità di una scuola che aumenta, perché quando si chiede qualità e quando si impone quantità nelle aule poi si deve chiedere e si devono fornire strumenti nelle strutture scolastiche. Ecco io credo che quando si discute, come dire, creando e a volte anche ingenerando equivoci per i ragazzi, io credo che noi come adulti dobbiamo avere sempre la barra diritta, perché noi dobbiamo essere in grado, nel momento in cui fomentiamo, di avere gli strumenti, le risorse e le capacità di gestire il tutto. Allora io chiedo a questo consiglio, davvero, che si faccia promotore di una iniziativa che ci aiuti a risolvere il problema dell’edilizia, noi abbiamo 31 fornito come assessorato in questi mesi, tutto un elenco di lavori che abbiamo fatto negli ultimi 20 anni, nell'ultimo anno, quello che ha fatto l'ingegner Sassu i sopralluoghi della commissione, abbiamo tutti gli elementi per sapere quanto effettivamente la Provincia ha investito ed è stato tantissimo in questi anni e anche nell’ultimo anno perché nonostante i tagli e la crisi di bilancio l’anno scorso abbiamo tirato fuori un altro milione per investire sulle manutenzioni scolastiche dai bilanci del Comune, la legge 23 non è stata finanziata dallo Stato da alcuni anni e da alcuni anni pur chiedendo, pur chiedendo lo Stato continuo modifiche noi abbiamo ricevuto finanze pari a zero per gestire la scuola. allora io credo che questo sia un elemento importante, nel momento in cui i ragazzi pongono i problemi noi dobbiamo essere in grado di aiutarli non con le chiacchiere, ma con i fatti veri. VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI Grazie all’assessore Schezzini, siamo giunti alla conclusioni del dibattito per le conclusioni interviene l'assessore Bonsignori. ASSESSORE - FAUSTO BONSIGNORI Grazie Presidente, devo dire che ho ascoltato con grande attenzione questo dibattito che è stato molto partecipato e devo dire anche molto sentito in molti interventi, era inevitabile perché credo che il problema della scuola stia a cuore non soltanto a tutto il consiglio, alla Giunta ma stia a cuore anche ai cittadini di questa Repubblica. Proprio per prendere spunto da quanto ho ascoltato, vorrei prendere spunto dalla osservazione condivisibilissima che ha fatto la consigliera Naldini, cioè proviamo a parlare di questa nostra situazione attuale senza ideologie o perlomeno forzate ideologie, tutti noi comunque abbiamo una storia un sentimento politico e non solo, ma soprattutto senza pregiudizio, questo credo che sia opportuno. Per fare questo credo che sarebbe necessario valutare la situazione attuale, in modo particolare quello di cui abbiamo discusso fino ad ora, partendo dalle premesse che hanno determinato eventuali scelte governative, dai fatti che ora stiamo vivendo e dalle prospettive, in maniera non acritica perché io sono di parte ovviamente, ho un pensiero politico, un pensiero nella società di un certo tipo, quindi non acritica, ma il più possibile senza pregiudizi, le premesse sono premesse condivisibili con la primissima parte dell'intervento della consigliera Vaccaro, quindi siamo d'accordo sulla diagnosi, cioè il fatto che questa scuola è una scuola che non si presenta all’altezza di una sfida, non voglio dire soltanto europea, ma una sfida mondiale e globale, per tutta una serie di deficit che presenta soprattutto nella formazione dei nostri ragazzi. I ripetuti rapporti 32 dell'OCSE che sono stati citati in questa sede dimostrano il fatto che la nostra scuola è una scuola che non è all'altezza di quello che dicevo poc’anzi, cioè delle sfide che ci aspettano e che aspettano la nostra società e la nostra economia. Devo dire anche sempre facendo riferimento alle cifre che sono già state riportate state riportate che non è soltanto la nostra scuola a livello quello che c’è di più diretta competenza e quindi le scuole medie superiori o le secondarie di secondo grado come si chiamano adesso, ma anche a livello universitario si verifica una situazione di questo tipo, è già stato detto, purtroppo sono pochi gli italiani che si laurearono, sono il 12% e sono pochi gli italiani che si laureano in base agli iscritti che abbiamo all’università e si laureano tardivamente, quindi con un ulteriore gap di difficoltà. Quindi d'accordo con questa diagnosi, sul fatto che comunque bisogna avviare una terapia da questo punto in poi non sono più d'accordo su quanto è stato detto dalla Consigliera Vaccaro ed è stato riportato anche da altri Consiglieri, perché sempre nelle premesse, se abbiamo identificato che esiste un problema ed il problema esiste, bisogna investire su quel problema affinchè il problema si risolva, non bisogna fare in modo che non ci sia una indicazione forte di investimento, non soltanto investimento inteso come risorsa economica, ma investimento inteso come risorsa umana in questo settore di strategica importanza, quindi sono oltremodo concorde con chi ha definito più volte questo elemento governativo, questo indirizzo governativo non come riforma, bensì come riordino, come indicazione, chiamatelo come volete, ma mi vengono un pochino i brividi pensare ad una riforma definita tale dove non si investe, né in risorse economiche, e dove non si investe in risorse umane quindi sono comprensibili alcune osservazioni, ma non condivisibili attenzioni, non condivisibili misuriamo bene i termini, dico che sono comprensibili alcune scelte che vengono fatte in funzione di una considerazione prettamente economica anche se non sono condivisibili perché potevamo fare scelte di tipo diverso, però ovviamente non è possibile pensare, nessuno può pensare che una riforma in quanto tale non si basi su un investimento di risorse economiche, limitate, magari, comunque ottimizzate, indirizzate bene, evitando gli sprechi, però non si può pensare ad una riforma che non metta in campo delle risorse economiche nei limiti che ho detto prima e soprattutto che non investa in un settore strategico come questo nelle risorse umane, dove le risorse umane sono l’elemento fondamentale di questa impalcatura. Quindi le premesse sono queste, rimanendo ad un concetto di valutazione e di indirizzo senza pregiudizio ma queste sono le premesse. I fatti: già possiamo fare alcuni considerazione sui fatti, possiamo già valutare quello che è stato l'impatto che il riordino Gelmini ha provocato sul mondo della scuola, sia nel settore del mondo degli insegnanti degli ATA e quindi dei lavoratori e sia nel settore delle famiglie e degli studenti. Io ho sentito molti numeri stamani, qualcuno è estremamente corretto, qualcun altro un po' meno, però io vi porto per rimanere proprio in tema e per essere estremamente preciso ed anche puntuale, come merita questo tipo di discussione, e come meritano 33 tutti i consiglieri che hanno partecipato a questo dibattito, io vi porto l'impatto reale, vero, effettivo che il riordino Gelmini ha determinato nella nostra Provincia, che è poi quello che ci compete in maniera particolare e diretta, naturalmente poi è un impatto che generalmente è molto simile all'impatto che si è verificato nella Regione e della Nazione tutta. Per quanto riguarda l'impatto che c'è stato sugli studenti, sulle loro scelte e poi su quella che è stata l’organizzazione scolastica, l'impatto della riforma Gelmini ha portato nella nostra provincia 17 classi in meno, di tutte le classi delle scuole superiori quelle che vengono chiamate le secondarie di secondo grado e questo è già un fatto che può far riflettere e sto parlando di fatti, 6 classi in meno ai licei, 3 classi in meno ai tecnici 8 classi in meno alle professionali. Questo ovviamente non perché c'è stata una diminuzione degli alunni perché il riordino degli alunni complessivamente sono diminuiti soltanto 28 alunni in tutta la provincia rispetto all’anno precedente a fronte di una diminuzione di 28 alunni abbiamo 17 classi in meno e questo è un fatto. Per quanto riguarda le scelte che sono state esercitate dalle famiglie e dai ragazzi anche questo è molto significativo, perché è un altro fatto, cioè uno dei difetti principali di questo riordino, è che non “la diagnosi” perché ripeto questa è corretta, ma è la terapia che è sbagliata, è di avere creato una sofferenza molto forte dell’ordinamento di studi che riguarda il professionale, così come è stato pensato ed istituita l’istruzione secondaria professionale è destinata ad avere uno scarsissimo appeal nei confronti delle famiglie e dei ragazzi ed è destinata piano, piano a cadere sempre più ed infatti abbiamo avuto ben 15 per cento di riduzione degli iscritti delle scuole professionali della nostra Provincia, ben il 15 per cento e voi sapete che gli istituti professionali sono invece quegli istituti che sono in prima linea per una serie di motivi, perché sono frequentati da ragazzi che vengono da classi sociali di un certo tipo, perché sono frequentati da ragazzi che hanno avuto degli insuccessi scolastici in altri istituti ed altro e proprio lì è uno dei punti fondamentali dove scommettiamo sulla dispersione scolastica, proprio lì è uno dei punti dove noi cerchiamo di fare in modo e la Provincia si sta impegnando moltissimo e credo anche con un buon successo in questo settore perché proprio lì negli istituti professionali dove l'elemento di criticità è maggiore, e noi abbiamo fatto in modo, non noi, è stato fatto in modo che questi istituti professionali avessero una minore importanza e si è visto e quindi sto parlando di fatti. Quindi quando si analizzano queste cose senza pregiudizio si parte dalle premesse, si parte dai fatti e poi si va anche altre. Sui fatti, rimaniamo sui fatti, l’impatto che si è verificato nel mondo del lavoro, ora lascio un attimo il mondo degli studenti e della scuola è stato un impatto decisamente importante, perché nella Provincia di Livorno abbiamo avuto una riduzione di 119 insegnanti, numero di insegnanti ed abbiamo avuto una riduzione di 71 soggetti così detto personale ATA, questi sono i numeri che abbiamo a disposizione e questo è l’impatto della cosiddetta riforma, ma del riordino Gelmini, quindi quando vi si invita a parlare senza pregiudizi e senza 34 schemi ideologici, con lo spirito laico che mi contraddistingue da sempre lo faccio molto volentieri, però è chiaro che alcuni aspetti vanno assolutamente evidenziati e sottolineati. L'altro aspetto dopo le premesse, dopo i fatti sono le prospettive o perlomeno le logiche prospettive quelle che si possono intuire dalle premesse e dai fatti perché su questo poi non sono più fatti, sono delle logiche proiezioni, dei fatti abbiamo già detto, beh, anche qui il discorso è un discorso abbastanza pesante, perché come dicevamo la possibilità di non investire in questo settore, la possibilità di avere creato delle sacche di sofferenza negli istituti professionali, la possibilità di non aumentare la soglia di investimenti in questo settore è stato già ricordato, lo affermo nuovamente, in Italia si investe solo il 4,5% del PIL nell’istruzione, ed intendo tutta, istruzione pubblica e privata e siamo nella media OCSE tra gli ultimi posti, in Europa siamo addirittura penultimi, ultima mi pare che sia la Repubblica Slovacca, qualcosa del genere, l’Inghilterra lo volevo ricordare alla consigliera Vaccaro è molto avanti a noi nella spesa economica per quanto riguarda la spesa per l'istruzione. Noi investiamo solo il 4,5 per cento, questo è elemento di grande riflessione che si fa pensare anche al fatto che oltre alle premesse, oltre ai fatti, oltre alle prospettive, sia una situazione veramente poco accettabile. È chiaro che una riforma va fatta, va fatta assolutamente ma basandoci su alcune considerazioni importanti e vedendo e cercando di capire che la priorità è investire nel futuro. E’ vero Lami può essere un luogo comune dire che bisogna investire nel futuro la dobbiamo andare ad abitare, è vero è un luogo comune è stato detto da tanti e da mille persone, pero è anche vero! Non è solo un luogo comune ma è verità, quindi cerchiamo di fare in modo di tradurre questo luogo comune in elementi reali di giudizio. Qualcuno mi ha sollecitato di fare una osservazione su quelle che sono le proposte di ordinamento e di offerta formativa, vi posso annunciare che il 18 prossimo ci sarà la Conferenza Provinciale sulla Istruzione e quest'anno vogliamo dare a questa un ruolo maggiormente partecipativo e coinvolgente un po' tutti agli attori che a vario titolo sono impegnati sul palcoscenico del mondo della scuola, ovviamente tutti i consiglieri sono invitati, a portare il loro contributo, in quella occasione sarà comunicata la scelta della Provincia per quanto riguarda l’offerta formativa della rete scolastica e quindi l’offerta formativa 2011 - 2012 e sarà anche portata la scelta finale della Provincia che è quella riguardo al dimensionamento scolastico. La Provincia si trova ora a dover affrontare con decisione e ce lo prendiamo tutto questo decisionismo dopo avere fatto tre mesi di incontri con tutti i soggetti, la decisione di andare al rispetto della legge vigente che è quella del dimensionamento scolastico, delle autonomie scolastiche, voi sapete che non possono sussistere autonomie scolastiche se non c'è un numero di iscritti in una scuola superiore a 500 unità salvo deroghe per isole minori e zone montane. Noi stiamo lavorando su questo settore con grande attenzione, crediamo di avere raggiunto gradualmente una bella soluzione che ci farà vivere questo elemento 35 di dimensionamento come un elemento di rilancio e non come subire una legge che ci viene a rompere le scatole in questo momento. L’esatto contrario, vivremo questo momento di dimensionamento come un rilancio forte dell’offerta formativa della nostra Provincia che sarà sicuramente nel 2011 – 2012 grazie al lavoro di tutti, dei presidi, dei Comuni, delle varie forze che lavorano nella scuola, sarà sicuramente migliore l’offerta formativa 2011 - 2012 di quella che c'è stata quest'anno. 36 PUNTO N.1 COMUNICAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Grazie, allora abbiamo esaurito questa ampia discussione passiamo al terzo punto all’ordine del giorno prego Presidente. PRESIDENTE - GIORGIO KUTUFA’ Io chiedo di poter fare una comunicazione, oggi sono arrivato in ritardo in Consiglio perché ero all’assemblea aperta della stabilimento Inalfa, e vorrei rendere edotto il consiglio della situazione particolarmente grave di questa azienda. L’Azienda Inalfa ha uno stabilimento da una ventina di anni nel nostro territorio ed appartiene a una multinazionale che ha sede in Olanda, questa multinazionale ha fatto conoscere la sua determinazione di traslocare le produzioni che attualmente svolge nello stabilimento livornese in uno stabilimento di nuova edificazione in Slovacchia concentrando lì non solo le produzioni livornesi ma anche una che fa negli stabilimenti Olandesi stessi. Ovviamente questa situazione di chiusura è stata subito contrastata non solo dai lavoratori e dal sindacato ma anche dalle istituzioni Toscane e il Presidente Rossi ha chiesto un incontro con il management della multinazionale per vedere di fare recedere da questa decisione la multinazionale stessa, questo incontro è avvenuto presso la sede della Presidenza della Regione lunedì passato, presente l'amministratore delegato della Inalfa Italia, e il responsabile delle risorse umane del personale del gruppo olandese, in quella occasione, noi abbiamo chiesto anche le motivazioni di questo spostamento, che non attengono assolutamente né a problemi di produttività o di costi particolari, che la produzione nel nostro territorio incontra, e ovvio che tutte le amministrazione presenti si sono dichiarate disponibili a studiare i provvedimenti che potessero risolvere se esistevano diseconomie di territorio, è stato fatto un ragionamento di concentrazione di questa attività olandese e italiana in unica sede in Slovacchia al di là del noto risparmio del costo del personale per le differenze salariali su cui è inutile soffermarci ma anche per una vicinanza, l'Inalfa produce dei tettucci per i mezzi i veicoli industriali, i veicoli industriali hanno conosciuto con la crisi un notevole rallentamento di produzione, non solo in Italia, ma un po’ in tutti i Paesi Europei e forse anche extra europei, comunque l’Inalfa produce non solo per la Iveco per la società italiana del gruppo FIAT dei camion, ma anche per la Daf per la Volvo, per la Mercedes e altri, quindi per il gruppo la presenza in Slovacchia viene identificata come un territorio vicino 37 a clienti finali, e quindi anche da quel lato lì un elemento di risparmio Pertanto la loro determinazione a fare questo trasferimento è apparsa molto, molto, decisa fra l'altro io ero a conoscenza attraverso rapporti che avevo avuto con il Presidente, il mio collega Pieroni della Provincia di Pisa che alcune aziende del settore si erano dichiarate disponibili a rilevare lo stabilimento livornese ed ho sollecitato prima di una chiusura sic et simpliciter se c'era la possibilità di intavolare una trattativa per sostituire l’attuale proprietà con una nuova proprietà e questo avrebbe consentito il proseguimento dell’attività nel nostro territorio senza il sacrificio dei lavoratori; tengo a precisare che ora si parla di 45 lavoratori che sono i diretti dello stabilimento dove però avviene un assemblaggio, quindi oltre ad avere una quindicina di indotto di una società satellite, e poi tutti i trasportatori e altro, io faccio presente non da Presidente della Provincia, ma da italiano che attualmente tutta la subfornitura di questo stabilimento è sostanzialmente Toscana e quindi i pezzi che vengono assemblati lì vengono costruiti in Toscana. Una volta che lo stabilimento andrà in Slovacchia 99 su 100 inizialmente ordineranno i pezzi ancora dal solito fornitore, poi creeranno sicuramente dei subfornitori locali e quindi non cade solo l'Inalfa, l’Inalfa è l’elemento terminale di un ciclo produttivo che una volta che parte la testa poi vanno via anche i vagoni a seguire, mi pare logico, quindi la preoccupazione che ovviamente non è solo mia, ma anche del Presidente Rossi che è stato all'incontro a Firenze è uno smantellamento di un settore produttivo nella nostra Regione. Abbiamo chiesto quindi la possibilità che questo settore produttivo rimanesse sotto una insegna diversa da quella dell'Inalfa, se l’Inalfa voleva cedere e così via, ma l’Inalfa si è rifiutata categoricamente di pensare ad una cessione di un ramo di azienda che poi sarebbe stato lo stabilimento livornese. Anche su questo hanno mostrato un atteggiamento di assoluta chiusura, hanno mostrato apertura ad elementi di accompagnamento degli ammortizzatori sociali, cioè loro sono disponibili ovviamente questo rientra in una contrattazione che non fanno gli Enti Locali ma li fanno i sindacati ed i lavoratori di un accompagnamento nel senso che accanto agli ammortizzatori sociali, cassa integrazione nelle varie forme e così via, sono disponibili ad aggiungere a queste risorse pubbliche anche delle risorse loro e quindi a rendere più indolore diciamo uso questa espressione per capirsi l’uscita dall’Italia, ma non recedono assolutamente perlomeno lì ci sono state insistenze, con me erano presenti l’ho detto oltre il presidente Rossi, l’assessore Simoncini, e il Sindaco Cosimi, oltre al nostro assessore Anselmi e all’assessore Majdi del Comune a fronte di tutte le nostre insistenze loro sono rimasti molto chiusi, alla decisione. Decisione che del resto hanno già sostanziato con atti conseguenti perché hanno disdetto da settembre i locali, operano in locali di una immobiliare livornese, quindi non sono di loro proprietà i locali, lo stabilimento non è di loro proprietà ed hanno si dice anche già accumulato in magazzini dello stoccaggio di prodotto finito in modo che anche ad un blocco della produzione possano comunque rispetto alla loro clientela effettuare forniture, questo mentre la 38 disdetta è un fatto che ci ha formalizzato lo stesso direttore dello stabilimento che era presente all’incontro. Le altre sono voci che si sono raccolte tra i lavoratori ed altro sono quindi che si sono predisposti da tempo all’abbandono di questo stabilimento, questo crea allarme ulteriore allarme nel nostro territorio. Ieri abbiamo ricevuto i lavoratori della Giolfo & Calcagno che hanno il 14 l'ultima scadenza se non riusciamo ad ottenere altre proroghe della cassa in deroga e altre situazioni perché basta una lettura anche veloce dei giornali che riportano quotidianamente l’attenzione su queste situazioni, e poi una multinazionale abbandoni così il campo in questa maniera è un elemento di ulteriore grande allarme. Con il sindaco di Livorno ieri si è deciso, all'interno della riunione che è stata fatta con i lavoratori della Giolfo & Calcagno di aprire un tavolo Livorno chiamiamolo così di fronte a tutta questa situazione nel quale coinvolgere oltre alle istituzioni che come vedete sono sempre per quello che possono in prima fila in tutti per questi accadimenti, coinvolgere anche l’Associazione Industriali, ovviamente va da sé i sindacati, ma l’Associazione Industriali, la CNA, la ConfArtigianato la Lega Cooperative, etc. etc. tutti gli elementi datoriali di questo territorio perché a questa situazione la risposta deve venire tutti insieme ed la più forte possibile. L'andamento dell’assemblea di stamani, per la quale sono arrivato in ritardo qui, ma ero impegnato in questa assemblea, il sindacato e le istituzioni presenti c'era Simocini e il Sindaco insieme a me hanno riportato quello che è stato il risultato dell'incontro di lunedì scorso presso la presidenza della Regione.Quindi della sostanza faremo una estremo tentativo di far recedere questa multinazionale dalla decisione di abbandonare il territorio italiano e nello stesso tempo il sindacato ci sono forme di lotta ovviamente che stabiliscono i lavoratori insieme al sindacato, blocchi dell'uscita del materiale ed altre forme sulle quali le istituzioni non hanno luogo di intervenire, lunedì hanno una trattativa in sede confindustriale con l’azienda stessa per vedere tutto quello che è possibile fare. Io ho ribadito a nome del consiglio la piena solidarietà a questi lavoratori, l'impegno di fare tutto il possibile per conservare elementi di produzione nel territorio, ho ricordato e chiudo con questa osservazione che qui si parla di veicoli commerciali, quindi dei camion, di questi veicoli commerciali, ma che sia necessaria una politica industriale degna di questo nome, nel nostro paese, ho portato l'esempio della Francia e della Germania, due paesi che hanno economie molto simili alle nostre, dove i governi tra l’altro uno di centro destra che è quello di Sarkosy, uno di centro, insomma comunque a guida democristiana in Germania e tutti e due i governi hanno fatto scelte di sostegno delle produzione della automotiv nel loro territorio, la Francia ha fatto scelte di finanziamento della Renault e della Peugeot dietro impegno a rimanere nel territorio Francese lo stesso, un grande sostegno all’industria automobilistica e non solo l'ha fatto anche la Germania, se con c’è una politica forte e industriale. L'IVECO vale per quello che ha detto il direttore il 15% delle commesse è 39 chiaro che se nel nostro territorio se non ci sono queste produzioni, le componentistiche, le società di componentistica delocalizzano, o comunque più facilmente delocalizzano e quindi a noi ci vuole una politica industriale forte che tenga settori come quello dell'automotiv nel nostro territorio, perché se teniamo questi settori forti, in conseguenza anche tutte le imprese come ne abbiamo tante di componentistica sono stimolate a rimanere sul nostro territorio, quindi senza questa politica di Paese, una politica nazionale è difficile per le amministrazioni Regionali, Provinciali e Comunali, fare azioni di contrasto a queste decisioni. Quindi io oltre ad esprimere l'impegno ovviamente a nome di tutti, di stare vicino e cercare di fare e anche riconfermare la perfetta identità di vedute tra la Regione, Provincia e Comune attorno a questi e come altri temi ho sostenuto la necessità anche di una politica nazionale. Comunque questa comunicazione così sostanzialmente dolorosa, anticipa, io ho parlato di una via crucis che queste istituzioni hanno perché io sono andato non so più a quante assemblee a destra e sinistra e mi trovo sempre di fronte al legittimo sgomento di questi lavoratori che vedono chiusa la fabbrica, ridimensionati gli organici e quindi una condizione di estrema sofferenza, ovviamente molto più forte per loro che la vivono sulla loro pelle, ma forte anche per le istituzioni, per me, ripeto una via crucis di andare in tutti questi luoghi di sofferenza, cerchiamo insieme con una unità che va ristabilita con politiche condivise anche a livello nazionale di ridare slancio al settore produttivo. Chiudo la comunicazione dicendo che da questo punto di vista il Presidente Rossi nel suo mandato ha dato segnali forti e concreti, penso all’intervento sull’indotto della Lucchni a Piombino di dare forza a questa decisione e a questa cosa, io chiedo che questa forza e questa decisione sia comune a tutto il consiglio, termino dicendo che questa comunicazione anticipa quella della relazione aggiornandola ahimè come elemento ulteriormente negativo e che dimostra al di là delle formalità che adotteremo penso nel prossimo consiglio che questa commissione ha ragione a continuare ad operare perché queste situazione di crisi è tutt’altro che passata, come dimostra la vicenda di cui ho dato ora notizia ed io mi auguro che tutti insieme riusciremo in qualche maniera a superare mantenendo quella compattezza anche fra le istituzioni, lavoratori e sindacati che è assolutamente necessaria in momenti difficili come quelli che attraversiamo. 40 PUNTO N.3 DIBATTITO AVENTE PER OGGETTO: “RELAZIONE CONCLUSIVA DELLA COMMISSIONE SPECIALI ANTICRISI AI SENSI DELLA DELIBERA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DI LIVORNO N. 120 DEL 27 LUGLIO 2009” PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Bene, allora passiamo al punto tre all’ordine del giorno avendo per oggetto il dibattito sulla relazione conclusiva della commissione speciali anticrisi do la parola al presidente Mazzola per la relazione. Prego. CONSIGLIERE - MICHELE MAZZOLA Grazie Presidente, io mi limito a fare una presentazione molto tecnica della relazione con una piccola premessa che è un ringraziamento ai consiglieri che durante i 12 mesi di attività si sono susseguiti all’interno della commissione perché ritengo che il quella occasione, in quelle adunanze per chi ha partecipato, per chi ha potuto vedere, ci sia stata di fronte a situazioni molto drammatiche la capacità di tutti i consiglieri qualsiasi sia la loro parte politica a dare un contributo fattivo alla discussione, che si è poi concretizzato di fatto nella condivisione unanime della relazione che oggi andiamo a presentare, la relazione è stata costruita in rispetto alla delibera istitutiva della commissione del 27 luglio 2009, sostanzialmente riporta cercando di ragionalizzarlo il più possibile il lavoro svolto nei 12 mesi ed il resoconto degli incontri centrali che la commissione ha fatto sia con le parti sociali e sia con le altre amministrazioni del territorio. Sostanzialmente la commissione si è riunita all’incirca 30 volte, ha subito una discreta accelerazione nel mese di settembre anche legato agli eventi che si sono legati nella città, dalla crisi della Sacci al precipitarsi delle scadenze sulla Giolfo & Calcagno, ad altri interventi che hanno richiesto un’attività da parte della commissione e che sono trattati in realtà molto velocemente nella relazione proprio perché si andavano a fare le riunioni nei giorni stessi in cui veniva redatta la relazione. La relazione è costituita da alcune sezioni una prima sezione che si limita a ricostruire ciò che è avvenuto al momento dell’istituzione della commissione ed a spiegare un po’ il senso ed il motivo per cui il consiglio anche questa volta all’unanimità ritenne nel 2009 di istituire la commissione. Io do un giudizio anche personale su questo, ora il consiglio aprirà una discussione e valuterà che cosa fare, ma l'intera commissione ha giudicato che le ragioni presenti nel 2009, come diceva anche ora il Presidente continuano a 41 permanere, purtroppo la situazione è lontana dal migliorare sul nostro territorio e la commissione che non ha ovviamente una funzione risolutrice, non è dato nei nostri compiti, anche come consiglieri ma una funzione di approfondimento e di indagine sulle varie situazioni ha cercato di svolgere nel migliore modo possibile, andando a contattare tutti i soggetti, tutte le attività produttive che avevano manifestato in questi 12 mesi una situazione di crisi. Il metodo di lavoro che ci siamo dati è stato quello di aprirsi il più possibile all’esterno per dare da un lato il senso di vicinanza del consiglio alle situazioni di crisi, dall'altro anche per acquisire informazioni e interloquire con i soggetti esterni che poi quotidianamente agiscono nel mondo produttivo e si confrontano poi realmente con la crisi per questo hanno partecipato alle nostre adunanze in modo sostanzialmente continuativo soggetti che fanno parte dei sindacati, soggetti che facevano parte delle associazioni datoriali avuto le audizioni con i rappresentanti di Confindustria, con i rappresentanti delle piccole e medie imprese, con i rappresentanti della Lega delle Cooperative, abbiamo cercato cioè di indagare un po’ tutto il mondo economico delle attività produttive del nostro territorio per capire ciò che stava avvenendo. Abbiamo avuto in questo devo riconoscere un sostegno sostanzialmente senza riserve da parte della Giunta Provinciale, che ha sempre garantito la sua presenza, vedo l'assessore Anselmi che è stato uno dei più presenti ma anche l'assessore Nocchi finché ha avuto la delega relativa allo sviluppo economico, insomma si è cercato di creare un ambiente di lavoro che servisse appunto per approfondire, andare un po’ oltre a quello che leggiamo sui giornali, capire cosa stava avvenendo e per quanto possibile individuare anche alcuni aspetti che poi la commissione ha riportato nella fase finale della relazione nel capitolo detto “raccomandazioni”. Sostanzialmente i tasti toccati sono stati legati alla componentistica per i motivi citati anche prima e per la sua importanza sul territorio, legati alla chimica con la vicenda ENI che ha visto l’inizio dell’attività della commissione e con una visita alla Solvay in tempi in cui il quadro complessivo rispetto a quello attuale dello stabilimento e dell’impianto di tutto il comporto industriale di Rosignano sembrava tenere maggiormente, ora in questi giorni le notizie sono diverse, e quindi sarà il caso se si istituisce la commissione oppure in altro modo che il Consiglio approfondisca ciò che sta avvenendo su quel territorio perché siamo di fronte ad un precipitarsi degli eventi non indifferenti, la parte legata alla siderurgia che ci ha visto presenti il più possibile nella zona della Val di Cornia che detiene un po’ le grandi industria di maggior rilievo in questo settore, e su questo io devo dire che è stato possibile collaborare in modo molto stretto con il Comune di Piombino, perché direttamente parte coinvolta, e nell'ultima fase anche qui a luglio un’altra volta per il precipitarsi di una situazione con la commissione regionale e poi con l'intero consiglio regionale che è venuto a Piombino insieme alla commissione per approfondire ed analizzare quanto stesse avvenendo. Anche qui sottolineo che purtroppo, per fortuna finché non l’abbiamo fatto, non ci siamo occupati dello stabilimento cosiddetto Magona 42 perché gli eventi sono di fatto successivi alla chiusura dell’attività della commissione, ma anche qui sono momenti e giorni particolari, e quindi sarebbe bene portare all’attenzione del consiglio e delle commissioni competenti ciò che sta avvenendo. ovviamente parte dell'interesse è andato sul settore alimentare e agricolo. In particolare l'alimentare perché poi sul settore agricolo si era già un lavoro impostato dalla quarta commissione, quindi diventava un po' forse eccessivo percorrere il percorso assolutamente insieme, quindi su questo poi ha proseguito la quarta commissione fermo restando nel nostro interesse nella fase iniziale durante l’adunanza svolta nel Comune di Campiglia Marittima insieme all’allora presidente del circondario perché poi il circondario è venuto meno, ma su ciò che stava avvenendo in agricoltura. Sul settore alimentare l’attenzione si è concentrata sulla vicenda della Londi nei giorni in cui avevamo l’interesse e poi sostanzialmente sulla vicenda Giolfo & Calcagno che come sottolineiamo anche nelle relazioni che diceva prima il Presidente, rimane uno degli elementi più gravi ed irrisolti nel nostro territorio su cui purtroppo il tempo inizia a stringere realmente attorno a tutti. La vicenda delle audizioni con Impresa Futura e Confesercenti, con Confindustria e con il direttivo della Lega Coop. è stata legata soprattutto ad ascoltare da questi soggetti quelli che secondo il loro punto di vista sono gli aspetti su cui gli Enti Locali dovrebbero agire in questo contesto di crisi e quelle che sono le difficoltà in linea generale che stanno affrontando come settore. Infine ovviamente essendo a Livorno non poteva mancare il comparto relativo al porto e alla situazione delle aree portuali, su questo dobbiamo ringraziare il Presidente della Autorità Portuale che è venuto su nostro invito due volte alla commissione, ha relazionato sui propri lavori e poi troverete una breve sintesi nella relazione perché l'intento era quello di dare dei flash e poi chi vuole approfondire ovviamente ci sono le trascrizioni delle adunanze, e quindi in bocca al lupo nella lettura delle trascrizioni ma ha tutto il tempo per farlo. Chiudo sulla parte delle raccomandazioni che forse interessano maggiormente, la commissione in modo unanime ha ritenuto di precisare in questa fase che non ritiene esaurito il proprio ruolo e valuta utile una sua riproposizione per quanto detto precedentemente, sottopone al consiglio il lavoro svolto e lo sottopone in particolare alla Giunta chiedendo che esso sia parte integrante del lavoro che si sta mettendo in piedi dal punto di vista dell’organizzazione della conferenza programmatica Provinciale, Conferenza Economica Provinciale, invita il Consiglio a sostenere la necessità che a livello Locale, Regionale e soprattutto nazionale si elabori una politica industriale che affronti rapidamente ed unitariamente la crisi in corso, la commissione auspica inoltre che il consiglio approfondisca nei termini e nei modi ritenuti opportuni la politica occupazionale provinciale richiamammo la necessità di un ruolo da parte del Governo Regionale e Nazionale, su questo è venuto in modo chiaro l'invito ad uno stretto raffronto con il Governo Regionale con le scelte che dovranno essere fatte sul nostro territorio. Evidenza inoltre la necessità di affrontare rapidamente e in modo approfondito la questione delle aree destinate alle 43 attività industriale e artigianali, segnala l'opportunità di agire ancora nei confronti di Regione e Governo affinché si completino tutte le opere infrastrutturali necessarie allo sviluppo delle realtà economiche e provinciali ed infine ovviamente fa un richiamo a un tema delicato come quello degli ammortizzatori sociali volendo richiamare l’attenzione dell'ente su questo accaduto. Concludo ringraziando nuovamente tutti coloro che hanno partecipato ai lavori della commissione, ribadendo che la relazione è stata per quanto concepita come un elemento di puro resoconto dell’attività svolta una grossa opera di mediazione tra le componenti politiche nella commissione e mi pare opportuno sottolinearlo e dare atto perché secondo me è stato un esempio di come di fronte a situazioni come questa per quanto ognuno riesca a sfrondare negli interventi la discussione ci saranno le caratterizzazioni diverse, io stesso ho cose che vorrei aggiungere in veste di consigliere di Comunisti Italiani, ma in veste di presidente sottolineo l’unanimità che è stata raggiunta in commissione ed il clima che si è tenuto nei lavori di questo anno. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Grazie sono aperti gli interventi chi vuole intervenire. Ricordo ci sono 10 minuti a consigliere, chiede di intervenire il consigliere Gragnoli ne ha facoltà prego. CONSIGLIERE - BENITO GRAGNOLI Vorrei partire con una premessa che è necessaria per ringraziare i commissari per il lavoro svolto, un percorso di confronto e di ascolto in cui emerge come sia drammaticamente compromesso il sistema produttivo livornese, nei suoi difetti e aspetti e nelle sue diverse articolazioni, un lavoro quindi che fa emergere una sorta di fotografia a colori le difficoltà strutturali del sistema industriale, commerciale ed artigianale della Provincia. Mi preme però sottolineare il perché è nata e come è nata questa commissione. La commissione speciale per il provvedimenti anticrisi, “provvedimenti anticrisi” fissando come termine la data del 30 settembre 2010, tale commissione doveva affrontare i temi particolarmente urgenti e di rilevante interesse per il territorio provinciale inerente la crisi economico-finanziaria del Paese in generale e della Provincia in particolare, anche in funzione di raccordo ed integrazione dei provvedimenti adottati nello stesso settore dalla Regione e dal Governo in particolare del decreto 2009 numero 78. Alla scadenza prefissata dopo oltre 30 riunioni della commissione qual è il risultato? Dopo ve lo dico. A voi le conclusioni. Avremmo dovuto capirlo già in sede di dibattito quando come riportato nella relazione oggi proposta al Consiglio fu definita dal Presidente la costituzione di una commissione speciale per le politiche anticrisi, oggi la conferma dalla lettura della relazione la commissione è divenuta esclusivamente la 44 commissione speciale anticrisi, dei provvedimenti e delle politiche anticrisi, non vi è traccia. E non vi è traccia non solo nella copertina, ma anche nella attività svolta quali provvedimenti sono stati suggeriti ed adottati in quest’anno di vita dalla commissione? quali politiche e quali azioni? Le mozioni e raccomandazioni per me non sono provvedimenti, qualcuno dirà che sono polemico che voglio fare la voce fuori dal coro, può darsi, qualcuno mi ha consigliato anche di non entrare nel merito, chi mi conosce sa che non è così e poi per queste cose l'ho già dette e quindi ritengo doveroso ripeterle nel luogo deputato che è Consiglio Provinciale. Alcuni dati forse sono utili per rendere ancora più forte la percezione per i colleghi consiglieri della gravità della situazione economico provinciale che rischia di divenire se non riusciremo a predisporre interventi strategici e strutturali un grave problema sociale. Il calo delle esportazioni date dati del settembre 2009 è stato del 23,7 per cento con una contrazione della occupazione del 15% nei settori industriali la peggiore performance Toscana, ci saranno delle responsabilità? Secondo gli studi della Camera di Commercio sull’economia della Provincia di Livorno 2009 aumento disoccupazione del 6,32 per cento dovrebbe invertirci nella proiezione del 2012. A dicembre 2009 gli iscritti alle liste di disoccupazione ammontavano a 39.161 unità e questo dato si è accresciuto in questi ultimi mesi di cui 21.900 donne. La forza lavoro è diminuita rispetto al 2008. Nel 2009 il ricorso alla cassa integrazione guadagni è aumentata del 423% per cento, ed ha riguardato soprattutto gli operai. Altri dati interessati 18 per cento investimenti della industria, -4 % degli addetti all’artigianato, le importazioni nel commercio hanno subito un calo del 30 per cento circa, questi dati io non li ho visti. La Provincia di Livorno è senza dubbio il territorio più colpito dalla crisi rispetto alle province toscane in quanto è stato coinvolto dalla crisi tutto il sistema produttivo senza esclusione di nessuna categoria, come diceva anche poc’anzi il Presidente. Vorrei però sottolineare che la crisi del modello toscano, quello noto come modello della crescita lenta è stata la vera prima causa della crisi del sistema produttivo provinciale che si è ancora più aggravato evidenziando palesemente tutti i suoi limiti strutturali con l’arrivo della crisi finanziaria economica internazionale, se non viene fatta questa premessa non sarà possibile rispondere compiutamente alla crisi. Se non comprendiamo che il modello produttivo provinciale che rappresenta un comparto strategico per l’economia regionale che dovrà affrontare superando strategicamente i gap di produttività e competitività del sistema, allora rischiamo di mettere in campo strategie palliative rispetto alle vere e concrete e direi radicali necessità di riforma che il sistema produttivo in generale abbisogna. Ecco che diviene strategica la forma utilizzata dal Presidente e qui gli rendo merito alla istituzione della commissione e cioè intorno a quei problemi non ci possono essere divisioni pregiudiziali, occorre l'apporto di tutti. Il primo dato che secondo me deve essere condivido è proprio questa premessa, la crisi rappresenta la fine di un modello di sviluppo ed è per questo che occorre 45 la condivisione da parte di tutte le forze politiche riformiste affinché la politica possa fare delle scelte strategiche e strutturali per disegnare i percorsi industriali, occupazionali, produttivi per i prossimi anni. Vorrei fare alcune considerazioni sul merito di lavoro: credo che sia stato seguito da parte della commissione un metodo non adeguato alla gravità della situazione, l'impegno dei commissari è stato sicuramente massimo e il numero come i contenuti dell’adunanza dimostrano l'importanza e l'aspettativa che ha suscitato questa commissione. In merito a principali argomenti trattati non vi è dubbio che la relazione fa una parziale analisi perché non interviene in tutti i settori e non è propositiva, una fotografia a macchia di leopardo di ciò che sta avvenendo nei singoli comparti industriali e nelle singole aziende, le preoccupazioni sono molte in campo chimico con i problemi legati all’ENI ed alla Solvay. Per quanto riguarda la siderurgia Dalmine, Lucchini, Magona e addirittura ci siamo accorti che la Mittal era in crisi dal giornale, come stamani ci siamo accorti che c'era una crisi in atto della Inalfa. Nella grande impresa come le piccole e medie imprese evidenti e noti sono i problemi legati alla portualità, con questo Presidente credo che si possa andare poco avanti! Questo ce lo aggiungo io. E' evidente che tutti i comparti sono stati in qualche modo coinvolti nella crisi andando a mettere a rischio la tenuta sociale, merita ricordare il lavoro svolto a livello nazionale del Governo, specie in merito agli ammortizzatori sociali, per questo ritengo utile che sia coinvolto nei lavori della conferenza programmatica provinciale il Ministro Sacconi. Merita altresì ricordare che alla luce dell'ultima manovra finanziaria necessaria in quanto sollecitata e apprezzata a livello europeo occorre che la Provincia vari un piano di razionalizzazione della spesa produttiva e in particolare riduzione dell’80 per cento delle consulenze esterne, riduzione dell’80% delle spese di rappresentanza, riduzione delle partecipazioni azionarie alla luce della normativa nazionale che ritiene legittime solo le partecipazioni delle società che svolgono attività conformi a quelle istituzionali razionalizzazione delle agenzie provinciali, superamento delle APT Provinciali etc. anche la politica in questa fase deve dare segnali concreti di sobrietà. Merita altresì ricordare che particolari azioni politiche possono essere svolte dalla Provincia senza sempre cercare aiuto ed interventi da parte dello Stato o della Regione, credo che la Provincia debba individuare e la conferenza programmatica ne rappresenta l’occasione due o al massimo tre punti strategici volti da un lato a creare la condizione per una ripresa delle produttività delle aziende e dall’altra per interventi volti al mantenimento della pace sociale. Credo altresì utile il progetto regionale che vuol trasformare l’attuale modello industriale costiero in un grande distretto energetico, non sto ad entrare nel merito, ma anche le riconversioni delle centrali. Occorre fare del porto di Livorno il centro dell'import ed export della toscana per questo occorrono nuove infrastrutture, quelle infrastrutture tanto boicottate fino ad ieri dalla Sinistra, oggi vedo che c'è una convergenza. Il primis la Rosignano Civitavecchia, ma non solo come a livello regionale si sta lavorando per una 46 sinergia tra i due principali aeroporti regionali, occorre che si sviluppi un sistema integrato che valorizzi il porto di Livorno che lo collega con i tempi certi e celeri alla altre zone della Toscana. Sviluppo quindi di strade ed autostrade, ma anche soprattutto di sistemi ferroviari più veloci, efficienti ed economici. Occorre, snellire, la burocrazia, ogni impresa spende 12 mila euro per far fronte agli oneri burocratici, nelle aziende con meno di 10 addetti, ossatura economica della Provincia Livorno non regge il confronto neanche con le altre province della Toscana che risultano meno pressanti come adempimenti burocratici, meno di noi fanno Prato, Pistoia, Lucca e Arezzo, troppi adempimenti per aprire un piccola attività artigianale e commerciale, si contano oltre procedimenti che scoraggiano i nostri giovani e non solo ad aprire nuove imprese. C'è una concorrenza sleale nel sommerso in quasi tutti i settori, specialmente nel turismo, e qui dico che questa commissione ha fatto solo tre righe, in questo settore, tre righe! Sul settore turismo .. e commercio settori importante per l’economia della nostra economia di cui non trovo traccia .. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Consigliere Gragnoli, sarebbe finito il suo tempo CONSIGLIERE - BENITO GRAGNOLI Sono alla fine ho solo 5 righe. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Va bene. CONSIGLIERE - BENITO GRAGNOLI ..Mancanza di infrastrutture e progetti, difficoltà di accedere al credito tempi biblici, per i pagamenti pubblico/privato il settore edile è in crisi endemica si sono persi migliaia di posti di lavoro, oltre ai fattori contingenti, gli Enti Locali con i nuovi strumenti urbanistici e regolamenti che rimangono ad interpretazioni molto personali influiscono negativamente oltre all’avversità della Regione e degli Enti Locali al piano casa del Governo che avrebbe dato fiato al settore in agonia. Relazioni sindacali, diritto allo sciopero, strumento democratico importante conquista sociale, in alcuni casi abusato, lo ritengo superato, dobbiamo e devono le organizzazioni trovare nuove forme di confronto con le aziende, in sintesi un sindacato più forte, unito, moderno, che affronti le sfide future che ci attendono. Dobbiamo cambiare le delocalizzazioni avvengono anche per questo. Diminuire il costo dei servizi, acqua, rifiuti, 47 trasporti, che influisce negativamente su famiglie ed imprese, rendendo queste ultime con concorrenziali in una economia globale, valorizzare e sostenere le eccellenze presenti nella Provincia usando tutti gli strumenti a nostra disposizione. Ritengo utile che la commissione prosegua il proprio lavoro con i correttivi sopra evidenziati così da essere strumento per un monitoraggio continuo e propositivo nulla togliendo alle funzionalità delle altre commissioni. Grazie. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Zingoni Prego. CONSIGLIERE - MAURIZIO ZINGONI Io mi volevo complimentare con il Presidente per l’innovazione che ha introdotto nel dibattito quando ha illustrato la crisi dell'Inalfa, perché proporre nuovamente gli aiuti di Stato alle aziende automobilistiche in questo caso alla FIAT sapendo benissimo tutti i danni che sono stati fatti con questo sistema, non solo ai contribuenti, perché poi gli azionisti FIAT ringraziano per i salvataggi e tutto quello che è stato, il sistema che è stato una sorta di compromesso tra questa azienda ed i vari governi italiani che si sono succeduti. Ricordo che l'ultimo provvedimento in questo senso fu fatto da precedente Governo Prodi, ma riproporre nuovamente la formula degli aiuti di Stato che ha penalizzato la FIAT, ha penalizzato i contribuenti, ha penalizzato la FIAT perché non le ha consentito di stare più sul mercato è bene che si sappia la FIAT comprando Chrysler non è più FIAT Agnelli Torino ma FIAT è un’azienda il cui mercato principale è il Brasile e vende più in Brasile che in Italia. Allora proporre questa formula qui mi sembra veramente un ritorno al passato, qui bisogna pensare a soluzioni nuove, vede Presidente io mi chiedo come ha fatto a sopravvivere Inalfa con un insediamento in una parte territoriale a nord della città tra case, supermercati, ristoranti e quant’altro. Allora vogliamo dire che manca una programmazione anche per gli insediamenti industriali? Perché Inalfa lo sappiamo tutti è in via Grotta delle Fate è accanto ad un centro commerciale, ma come fa un’azienda a sopravvivere.. PRESIDENTE - GIORGIO KUTUFA’ (fuori microfono) Non hanno segnalato nessun disagio logistico CONSIGLIERE - MAURIZIO ZINGONI No presidente gliel’ha segnalato con un grido di allarme prendono e se ne vanno. Vede presidente quando si la programmazione economica di un 48 territorio e lo si fa con gli strumenti urbanistici si prevede di collocare in una determinata zona le aree industriali, ora pensare che un’azienda come l’Inalfa e non è .. lei lo sa Presidente, se lo ricorda che abbiamo parlato io e lei di Inalfa circa 4 o 5 mesi fa, dove le rappresentai le difficoltà di questa azienda ed i rischi che correva. Quindi non ci si può stupire di questo fatto, ormai è un mercato globale, riproporre nuovamente formula degli aiuti di Stato alle aziende come ha fatto la Francia o come non mi risulta che facciano altri Paesi perché si aprono procedimenti di infrazione da parte dell'Unione Europea se vengono fatti in maniera chiara, quindi nel complimentarmi unicamente per questa introduzione io credo che debbano essere fatte altre riflessioni Presidente, il primo su una localizzazione ed una serie di incentivazioni anche fiscali sulle aziende che investono nel nostro territorio. Il secondo lo dice l'Irpet dare e trovare terreni industriali perché qui c'è carenza di terreni industriali. Il terzo aspetto Presidente e vengo al documento elaborato dalla commissione Anticrisi, hanno fatto una fotografia della situazione attuale, quella è una fotografia purtroppo ci vuole un filmino a questo punto perché si sta precipitando, in maniera veramente pericolosa perché di giorno in giorno Giolfo & Calcagno, Inalfa e quant’altro, la Sacci, lei Presidente rischia di essere il Presidente che reciterà il de profundis all'economia locale della Provincia di Livorno. Presidente guardi che noi lo diciamo da tempo che si è preso una brutta china, noi lo diciamo da tempo che i piani regionali di sviluppo sono dei fallimenti e si rivelano dei piani regionali di inviluppo, perché il contrario della sviluppo è un’economia che piano, piano si sta restringendo e lo subiamo noi nei nostri territori. Le acciaierie di Piombino, cioè ormai non si può pensare in una logica, si può fare come fa la FIOM che tira le uova ed i fumogeni alla CISL, ma anche noi ci si mette a camminare in avanti con la testa rivolta all’indietro si rischia di fare dei danni su questo territorio. Allora il documento credo che sia una semplice fotografia, forse sarebbe bastato un collage e dei ritagli di giornale per capire quello che sta accadendo nel nostro territorio, ora ci aspettiamo dalla Giunta dei provvedimenti nuovi, ma non sono quelli che dice lei, chiedere al Governo gli aiuti di Stato, in primo luogo perché si torna agli anni ‘30 che la FIAT ha sempre vissuto di questi aiuti ed è stato anche il male, perché non le ha consentito l’innovazione, non le ha consentito quello che sta facendo ora, l'accordo di Termini Imerese è un primo spiraglio su quello che chiede la FIAT no scusi di Pomigliano, quello è il primo spiraglio di quello che chiede un’azienda moderna ad una nazione e ad un territorio e soprattutto anche alle forze sindacali. Qui c’è da dare una strigliata all’economia, c’è da impostare una politica economica, c’è da finire con una politica basata di continui appelli al governo, perché se andate fieri che c’è una maggioranza che governa Provincia Regione e Comune che quando c'è da fare le nomine lo fa in maniera unitaria, però a questo punto non sa cavare un ragno da un buco e non sa fare una programmazione seria sul nostro territorio. Allora infrastrutture, incentivi per le aziende che decidono di collocarsi sul nostro territorio. Piani urbanistici che 49 prevedono l’espansione delle aree industriali. La SPIL nel 1930 fece una cosa innovativa previste dei terreni per cui le aziende si potevano affacciare direttamente sulla zona portuale e questa è stata una innovazione ed ora la SPIL si è messa a fare l'immobiliarista e fa gli affarucci con commistione tra i privati con la gestione degli immobili, ma è questo lo scopo di un’azienda che si propone la programmazione e lo sviluppo industriale della nostra provincia e della nostra città? Io credo che sia tutt’altro, quindi apriamo una riflessione su quello che stanno facendo, non possono fare gli immobiliaristi con i soldi pubblici, anche perché i risultati che poi ottengono non mi sembrano tanto brillanti. Forse li fa meglio Fini gli affari in questo senso, piuttosto che la SPIL, però ritornando a quella che è la missione della SPIL che è l’azienda che dovrebbe fare un certo tipo di promozione sul nostro territorio interroghiamoci partendo anche da quella. Ora Mazzola ha fatto quello che poteva fare, una bella fotografia, secondo me ha perso anche qualche parte, qualche pezzo di quella che è la fotografia vera della crisi economica aziendale. Il turismo liquidato in tre parole è una componente importante del prodotto interno lordo provinciale ed altri settori, l’agricoltura, quello che sono le piccole aziende in crisi, non si può solo parlare e riassumere in un quadro i grossi problemi della crisi. Apriamo la veduta, parliamo anche del sindacato perché il sindacato ha una responsabilità importante nelle trattative aziendali, qui ci vuole un sindacato preparato e maturo e gli episodi e quello che è stato nei giorni passati non denotano certo maturità quindi l'invito che vi facciamo e che il documento venga preso come quadro della situazione attuale, però a questo punto che si pongono in essere gli strumenti idonei, opportuni e soprattutto un minimo innovativi e non ritornare con la proposta che il governo deve finanziare la FIAT perché in questo caso le uniche persone che trarrebbero vantaggio sarebbero gli azionisti. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Ha chiesto di intervenire la consigliera Maida Landi ne ha facoltà. CONSIGLIERA - MAIDA LANDI Grazie signor Presidente, io dopo che hanno parlato sia il dottor Zingoni che Gragnoli devo dire che molte cose le devo tagliare dal mio intervento, però sono un po’ perplessa in quanto secondo me c'è un equivoco di fondo al momento in cui è nata questa commissione, di fatti per me non è molto chiaro il ruolo che si voleva affidare ai componenti di questa commissione, non mi è chiaro in quanto così com’è sembra quasi una super commissione dalla quale la quarta e la seconda devono aspettare il verbo sul quale poi muoversi. Io invece ritengo che la quarta commissione abbia bisogno di dinamicità, se deve stare ad aspettare le decisioni delle fotografie fatte dalla commissione 50 speciale Anticrisi io credo che allora il nostro compito sia abbastanza penalizzato, se il problema è del gettone per quanto mi riguarda ci rinuncio anche, mi sembra che non si sia abbastanza analizzato i settori che non sono in crisi, che qualcuno c'è e a fianco dei quali forse potrebbero nascere altre attività. La questione dei collegamenti per quanto riguarda la Val di Cornia, insomma lo sapete come sono critica, credo che si potrebbe fare molto meglio e che bisognerebbe impegnarsi molto, molto di più. Per quanto riguarda l'agricoltura bisognerebbe andare un giorno nei campi con i nostri contadini, guardi in basso dottor Kutufà perché la Val di Cornia è in basso non è a destra, né alla sua sinistra mi scusi. PRESIDENTE - GIORGIO KUTUFA’ (fuori microfono) Guardavo dov’era lo scalino! CONSIGLIERA - MAIDA LANDI Mi scusi.. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Per cortesia questa ilarità, per cortesia! CONSIGLIERA - MAIDA LANDI Per quanto riguarda l'agricoltura non mi sembra che siano stati presi abbastanza in considerazione i problemi dell’agricoltura della Val Di Cornia che è il maggior produttore per quanto riguarda la Provincia, ma che però stante tutti i programmi e tutti i piani di sviluppo che ho visto si troverà sempre e soltanto a fare il produttore, è penalizzata tra l’altro dal ruolo che gli è stato affidato anche di quello essere colei che continua l'immagine del paesaggio toscano perché mentre si che l’agricoltura così com’è non può dare grande soddisfazione all’agricoltore, perché il passaggio è bello, i campi di girasole sono belli, però ci si va a scontrare con una realtà per la quale sarebbe invece necessario fare come dice l’assessore Pacini filiera corta, et., etc. e per fare filiera corta io devo dare la certezza di una quantità e di una qualità produttiva che così in questo momento non la posso dare perché non si è preso in considerazione l'idea per esempio di serre idroponiche, mi rendo conto che è un problema molto difficile da affrontare ma invece è stato preso molto in considerazione la messa in opera di fotovoltaico fine a se stesso quando l'area di Piombino è di per sé molto ricca di polveri che come si depositano sul tetto 51 della mia macchina si depositeranno anche su tutte queste distese di foto voltaico magari riducendone la redditività. Comunque io voglio dire che la programmazione per la trasformazione va fatta anche per il territorio della Val di Cornia va fatto anche per il territorio della VAL di Cornia e non soltanto su Livorno, perché altrimenti mi conferma quello che dicevo in altre circostanze. Poi vorrei dire anche un'altra cosa, che per quanto riguarda l'agricoltura non si è tenuto molto conto che potrebbero esserci ancora degli purché si facesse anche un’agricoltura di nicchia ed anche un’agricoltura che risponda ad un marchio di qualità, mentre le località sono state riconosciute soltanto all’olio e al vino, mi sembra che in Val di Cornia ci siano anche altre cose. Non si è affrontato abbastanza il settore del turismo e forse questo anche perché se si affrontasse pienamente forse ci si accorge che il turismo potrebbe andare a collidere con l’agricoltura, una scelta va fatta, deve essere coraggiosa e purtroppo le scelte coraggiose sono talvolta anche impopolari, ma non è detto che con la volontà di tutti non si possa arrivare ad una sintesi e ad una soluzione. Ci sono le urgenze delle bonifiche da affrontare, e da qui potrebbe passare il futuro del nostro territorio, perché noi abbiamo tanto da bonificare e qui tanto ci potrebbe essere. La cosa più importante è quella che diceva Benito “la sburocratizzazione” perché quella veramente è un laccio, una palla al piede per intraprendere nuove attività. Per quanto riguarda i rapporti sindacali per i quali il Mazzola ha detto che lui appoggia tanto il sindacato, io l'ho già detto, non so se Ringo c’era, ho detto che il sindacato per quanto riguarda l'interno della Lucchini perché io con quello mi rapporto, ho trovato un sindacato molto, molto consapevole e gli ho fatto anche i miei complimenti. Però i rapporti sindacali, è chiaro che vanno rivisti, oggi come oggi, perché la coperta è corta per tutti, siamo in un mondo globalizzato, naturalmente se si vuole stare alla pari qualcuno deve cedere e qualcuno deve invece aggiungere. Perché chiedo che i rapporti sindacali cambino, perché bisognerebbe arrivare ad un punto di sintesi cioè dare pari dignità al capitale e alla forza lavoro, perché non bisogna demonizzare né il capitale, nemmeno la forza lavoro, perché altrimenti qui voglio dire il ruolo del sindacato ci deve essere, un sindacato uno, forte perché io padrone devo sapere con chi vado ad interloquire non ne posso avere 10 di sindacati ce ne deve essere uno, secondo il mio punto di vista, quindi voglio dire che se si riesce a scogliere tutti questi nodi forse non ci si farà a fare un miracolo economico però una spintarella si potrebbe tentare di darla, io credo che questa commissione abbia ragione di esistere se lavora in sintonia e in tempo reale con le altre commissioni la quarta e le altre, perché altrimenti è il verbo che ingessa il resto, questo è il mio punto di vista non è detto che debba essere condiviso. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Questa è la regola consigliera, il punto di vista è di ciascuno, ha chiesto di 52 intervenire la consigliera Rossella Lupi ne ha facoltà, dopo si prepara il consigliere Mirabelli. CONSIGLIERA - ROSSELLA LUPI Ho avuto modo di leggere la relazione presentata dalla commissione, di apprezzarne anche il lungo lavoro che è stato fatto, la puntuale rendicontazione delle audizioni e delle riflessioni svolte. Credo che l’acquisizione di tutti i dati che sono stati oggetto delle riunioni della commissione, possa da ora in poi, nel prosieguo del lavoro della commissione quindi anche produrre proposte più precise e quindi un ulteriore contributo in termini anche di indicazioni, rispetto a quello che comunque ruota intorno al problema crisi, problema investimenti io credo che non si possa anche qui falsificare quelli che sono i contesti, non si può discernere la Provincia da sé stante, la Regione a sé stante, il Nazionale a sé stante come se non fossero in sinergia e automaticamente come dire, c'è una interdipendenza che passa tra le azioni dell'uno con l’altro, non si può negare, da questo punto di vista ho in mano il documento preliminare della Regione Toscana al Bilancio e quindi alla prossima legge finanziaria che guarda caso nella prima pagina mette subito in evidenza che la Regione Toscana come primo atto metterà in campo ulteriormente tutte quelle politiche atte a combattere l'evasione fiscale per recuperare fondi, non mi sembra un presupposto da poco, dopodiché ovviamente passo ad analizzare che cosa? Il dato dei finanziamenti 320 milioni di euro in meno alla Regione, possono essere un dato insignificante che può consentire a Province e Regioni di lavorare in proprio? Credo che non sia davvero sostenibile, quindi 320 milioni di euro in meno ma attenzione la Regione toscana come abbiamo letto e visto non si è attestata su una denuncia ed una difesa di parte, ha messo in atto delle azioni scusate, vorrei un pochino meno confusione perché mi dà abbastanza fastidio. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Consiglieri, se teniamo più basso il tono. CONSIGLIERA - ROSSELLA LUPI Grazie presidente, La Regione Toscana ha messo in atto da subito misure tese a razionalizzare le spese dell’amministrazione e della conduzione regionale hanno portato già ad un risparmio di 84 milioni di euro, credo che vada sottolineato molto in positivo questo, credo che non si possono disconoscere queste cose nel momento in cui si fanno delle valutazioni e credo che non si possa disconoscere quali sono gli intenti e cosa diversifica la politica del centro destra e del centro sinistra. Si legge non saranno invece oggetto di riduzione di spesa per volontà della giunta i trasferimenti relativi alla istruzione. Allo sviluppo del 53 mercato del lavoro e delle imprese giovanili, alle politiche sociali nonché le risorse destinate agli investimenti ed ai programmi comunitari del FAS, gli intenti ci sono! La politica non è tutta uguale, la politica si comporta in maniera diversa e ha intenti diversi. Grazie. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Grazie consigliera, prego Mirabelli. CONSIGLIERE - FEDERICO MIRABELLI Credo che sicuramente i lavori che ha fatto la commissione si possono fare meglio, si può sempre migliorare e trovare altri metodi di lavoro che ci possono consentire di arrivare a dei risultati che possono essere sicuramente più positivi, ci mancherebbe altro, ma insomma certo alcuni interventi forse sono nella critica esagerati, pur essendo consapevole che si può fare di meglio, anche perché la commissione così ho letto nel verbale, nel documento che ci dato Michele insomma si parla di politiche anticrisi, parte dal nome con la quale è stata battezzata, pero è chiaro che la commissione in quanto tale con gli strumenti che ha, può avere difficoltà a fare una proposta concreta e organica di anticrisi. La funzione credo che sia anche di altro tipo, quello di avere acquisito un quadro conoscitivo di quella che è la crisi in questa Provincia, ma che non è la crisi della provincia di Livorno, non è la crisi della Toscana ma è di una crisi che è globale e che ha coinvolto la nostra provincia per molte ragioni, una delle quali abbiamo qui grande parte della industria della toscana della nostra Provincia che fanno capo a multinazionali che guarda caso hanno sentito in maniera forte delle dinamiche finanziarie della crisi finanziaria aperta nel 2008. Abbiamo cercato di accogliere il contributo delle istituzioni locali tutte, organizzazioni sindacali, categorie economiche, ed è stata secondo me la commissione anticrisi un punto di riferimento in questa fase della crisi, soprattutto per i lavoratori che sono le vittime principali di questa crisi, e abbiamo fatto anche un lavoro di cassa di risonanza, di visibilità di situazioni, di difficoltà che spesso poi rimangono nascoste. Mi preme ricordare alcune tappe, perché insomma si tratta di fare un bilancio e ricordare un po' quello che abbiamo passato, io credo che se poi si vanno a rileggere tutti i verbali, penso che anche all'interno di questi verbali tutti gli interventi dei consiglieri di destra e di sinistra, di quelli che sono venuti, i rappresentanti e i soggetti sindacali, economici istituzionali, ci siano anche tracce di proposte di percorso che si possono anche intraprendere, perché sennò altrimenti per davvero avremmo perso tempo e ricordo anche che questo lavoro si intreccia in maniera forte con il lavoro che è stato fatto in questo ultimo anno dal tavolo strategico provinciale condotto in questo ultimo anno da Piero Nocchi, il Presidente della Provincia, e quindi c'è stato un intreccio delle argomentazioni e delle riflessioni che ci sono state nella commissione. La tappa che mi piace ricordare all’inizio è la prima 54 commissione, la commissione dell’ENI, sull’ENI dove in qualche maniera il Presidente della Provincia di fronte alla ipotesi di vendita al fondo Klesh incominciò a farci ragionare partendo da una citazione, dall'Enciclica fatta dal papa Benedetto XXVI intorno alla responsabilità sociale delle imprese. Dove in qualche maniera, è un fatto e riprendo le parole dette dal Presidente, “è un fatto che si va sempre più diffondendo il convincimento in base al quale la gestione della impresa non può tenere di conto dell'interesse dei soli proprietari della stessa, ma deve farsi carico di tutte le altre categorie, dei soggetti che contribuiscono alla vita della impresa, lavoratori, clienti fornitori dei vari fattori produttivi e le comunità di riferimento”. Una responsabilità sociale che deve prevalere anche nel bord della multinazionale dell'Inalfa che ha deciso di chiudere un sito produttivo che garantiva qualità e produttività ed una chiusura di uno stabilimento di questo tipo io la metto qua, può essere un problema sul piano culturale, dei lavoratori delle nostre fabbriche, perché se il segnale è che comunque qualunque sforzo noi si fa e qualunque risultato noi raggiungiamo e poi comunque salta il banco, salta il sito produttivo, questo è un segnale devastante che non deve passare, i lavoratori comunque sia devono fare tutti gli sforzi possibili per raggiungere gli obiettivi per mantenere e ampliare i siti produttivi all'interno della nostra Provincia. Fare tutti gli sforzi possibili, attraverso la concertazione con i sindacati le imprese e le istituzioni. Mantenere alto il senso di responsabilità, non rassegnarsi, la chiusura dello stabilimento della Inalfa rappresenta in qualche maniera un impoverimento del tessuto produttivo e delle professionalità, una cosiddetta desertificazione, un termine utilizzato anche recentemente sui quotidiani locali dalle organizzazioni sindacali e in ragione di questo, la chiusura di uno stabilimento produttivo non può essere gratuita. Altre tappe importanti che abbiamo fatto nella commissione riguardano le audizioni con i sindacati confederali di categoria, in particolare quelli del settore metalmeccanico e dei chimici, nell’autunno del 2009 i sindacati ci hanno rappresentato l'inizio della crisi. Una crisi profonda che è penetrata in tutti i settori principali dell’economia livornese, si parlava di un calo dei volumi produttivi nell’ordine del 25 – 30% un dato che con il passare dei mesi è divenuto strutturale, infatti poi nelle successive commissioni è stato denunciato con forza il rischio di una ulteriore emorragia occupazionale nel breve e medio periodo in assenza di una ripresa robusta dell’economia e dentro questo allarme ci sta la vicenda dell’Inalfa stessa, la vicenda della Sacci stessa, e di altre situazioni che possono esplodere, non necessariamente di chiusura di siti produttivi, ma come espulsione del personale dalle aziende e dai siti produttivi. È emerso inoltre che per il lancio di alcuni comparti durante queste commissioni, quello che riguardano l’acciaio, la chimica, l'automotiv che oltre al contributo delle Regioni degli Enti Locali che comunque è indispensabile e può essere utile è altrettanto indispensabile promuovere delle politiche industriali su scala nazionale; mancano da tempo, si dirà, ma bisogna rivendicare la necessità di fare un elemento di discontinuità con il passato 55 introdurre elementi di politica industriale su alcuni settori per radicarle il più possibile perché non si tratta di dare degli aiuti di Stato, si possono parlare anche di fare investimenti nella ricerca e nella innovazione, ma si può anche fare come succede in Francia che la Francia sta in una quota azionaria della Renault che quando poi la Renault va a comprare altri soggetti ci deve essere ancora una quota dello Stato, perché ci deve essere il senso di un controllo di un interesse generale di quello che succede in alcuni comparti delle industrie. In questa commissione ci siamo posti anche il problema visto che nel nostro territorio si sono molte multinazionali di come intrattenere rapporti con i bord delle stesse multinazionali, la difficoltà di dialogo che c'è, poi perché i direttori degli stabilimenti locali hanno poteri limitati e quindi è importante trovare gli strumenti per dialogare con chi conta veramente all’interno delle multinazionali, chi fa veramente le strategie e le scelte. Abbiamo incontrato pure le categorie economiche, le associazioni che rappresentano le piccole e medie imprese, le grandi imprese, compreso il mondo cooperativo, senza alcun dubbio uno delle principali criticità riguarda l'accesso al credito per quanto riguarda le piccole e le medie imprese, criticità amplificate dalla crisi finanziaria globale, le categorie economiche ci invitano fortemente a fare sistema ed hanno individuato nella Provincia un punto di riferimento, anche nei rapporti da costituire con la Regione Toscana anche in virtù dei prossimi investimenti e i piani che la Regione Toscana, il Piano Regionale di Sviluppo dovrà in qualche maniera implementare ed attivare. Altro tema trattato che è emerso con forza soprattutto anche in relazione con la SPIL è quello delle aree industriale, quelle aree SIN che in qualche maniera sono bloccate e nelle quali non si possono fare reindustrializzazione e le aree industriali in genere. Abbiamo ben compreso quanto sia strategico in queste commissioni per attivare politiche di marketing territoriale avere delle aree disponibili. In questa commissioni ci è stato nuovamente sottoposto il problema legato agli alti costi di produzione, legati soprattutto al consumo di energia e allo smaltimento dei rifiuti. Per quanto riguarda le crisi aziendali quella più significativa che abbiamo affrontato, simbolica è quella relativa alla Giolfo & Calcagno una crisi iniziata prima della crisi globale, un’azienda a conduzione familiare in un settore alimentare che in qualche maniera aveva un mercato e possibilità di lavoro è entrata in crisi a causa di una pessima gestione così come è stata definita dai sindacati anche nelle audizione della commissione. Una pessima gestione che ha indebitato fortemente l’azienda portandola sull’orlo del fallimento e consegnandola in mano ai liquidatori Questo è un fatto che riduce i margini di intervento delle istituzione locali, è un grande elemento di difficoltà. I lavoratori sono venuti anche ieri anche a manifestare sotto il Comune, sotto la Provincia io credo che dobbiamo sostenerli con forza per aiutarli a continuare ad avere la cassa integrazione, fare tutti gli sforzi possibili per raggiungere questo obiettivo, perché sono lavoratori giovani e la mobilità, il licenziamento non è un fatto positivo. 56 Tornando sulle politiche industriali, ora è stato nominato il Ministro lo vedremo alla prova dei fatti rispetto a quello che riuscirà a fare, certo il curriculum non mi entusiasma, è di una formazione che non è del mondo dell’industria, è di tutto un altro mondo, di tutta un’altra esperienza, però verificheremo con i fatti quello che .. VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI Scusi consigliere Mirabelli il suo tempo è esaurito, la invito a concludere. Grazie. CONSIGLIERE - FEDERICO MIRABELLI Sì. Le ultime parole le voglio lasciare per quanto riguarda la tensione che c'è dentro gli stabilimenti e tra i disoccupati, su questo io personalmente non ci giocherei sopra e né strumentalizzerei quelle che sono le paure dentro i lavoratori, però questi processi di crisi hanno indebolito le istituzioni, hanno indebolito i sindacati stessi, gli ultimi baluardi che in qualche maniera dentro i luoghi di lavoro possono controllare e dirigere i lavoratori verso soluzione positive ed anche i processi difficili, sono in difficoltà anche loro, c'è una forte tensione, una forte fame di lavoro, questo lo voglio dire, perché c'è un grido di allarme che arriva da dentro i luoghi di lavoro che non deve essere sottovalutato, dobbiamo cercare di capirlo, di comprenderlo di rappresentarlo perché questo è anche importante, perché bisogna dare anche dei punti di riferimenti politici e dare delle risposte poi successivamente concrete. Però voglio dire con forza che c'è un malessere profondo che rischia di non essere più controllato, anche dai sindacati che stanno dentro. VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI Grazie consigliere Mirabelli ha chiesto di intervenire il consigliere Ceccantini ne ha facoltà. CONSIGLIERE - ANTONIO CECCANTINI Grazie signor Presidente, colleghi consiglieri io ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi che mi hanno proceduto e questa è un po’ la prosecuzione se vogliamo del dibattito che abbiamo fatto in occasione della preparazione sulla conferenza economica e programmatica. Direi che sono emerse una serie di cose estremamente interessanti ed utili su cui è bene, io penso, che facciamo alcuni approfondimenti, quale è lo scopo, innanzitutto? Io penso che la 57 Provincia di Livorno abbia come scopo sicuramente quello di capire, e quindi questa è una relazione che spiega bene tutto quello che in sostanza è successo in merito alle crisi relative ad una serie di grandi realtà industriali che abbiamo nel nostro territorio. e qui c'è tutto un elenco dettagliato su quelli che sono gli incontri ed anche dei riassunti estremamente chiari e sintetici su quelle che sono le posizione anche dei vari soggetti, in questo caso, che possa essere proprietà o che possano essere controparti sindacali. Quindi questo è direi il primo elemento importante che possiamo mettere, l'altro punto però è che qui si chiedono ed è emerso anche stamani, parlando con i soggetti interessati, e io direi tutti i soggetti interessati, sotto questo punto di vista di fronte a crisi di questo tipo, proposte o idee, ora la Provincia su questo io sono molto chiaro, come anche in passato, non è che la Provincia può mettersi a fare impresa. Cioè in questo caso l'istituzione non avrebbe né i mezzi e non sarebbe neanche il suo fine il so scopo; però la Provincia deve e può sicuramente dopo avere fatto un monitoraggio ampio e dettagliato, predisporre le condizioni affinché ci siano nuovi insediamenti produttivi o di fronte a crisi di questo tipo possano esserci le condizioni per delle vere e proprie riconversioni, se si tratta di aziende che come abbiamo esaminato e sentito anche stamani cessano completamente la propria attività, addirittura che se ne vanno completamente non solo da Livorno, non solo dalla Toscana, ma addirittura dall’Italia, per delocalizzare all'esterno produzioni di questo tipo. Quindi avendo una serie di attività di questo tipo importanti ed industriali, di carattere multinazionale è evidente che noi ci troviamo e ci troveremo purtroppo a discutere di questo anche per i prossimi anni a venire. Allora quello che deve fare lo forzo questa amministrazione è proprio quello, cioè quello di mettere una serie di condizioni che agevoli questo percorso che purtroppo, è un dato di fatto, è oggettivo e che sta diventando fisiologico, cioè quello da trovare delle alternative, cioè determinate produzioni e qui bisogna che siamo chiari in questo territorio le andremo a perdere, potremo limitare i danni, e li dovremo limitare, sicuramente ci sarà accesso agli ammortizzatori sociali, andranno aumentato, ma alla fine poi anche gli ammortizzatori sociali finiranno, come tra l’altro finiranno entro la fine dell'anno. Quando sono finiti quelli giustamente il consigliere Mirabelli dice la situazione all'interno delle fabbriche c'è un clima teso, perché facciamo bene tutti a dire: “bisogna stare calmi, bisogna essere tranquilli” ma quando poi all'interno di una famiglia cominciamo ad avere una o due persone che perdono il lavoro, oppure gente in cassa integrazione fissa da mesi, perché questa sta diventando la nuova occupazione di questa città e di questo territorio. Dici: che cosa fai di lavoro? Faccio il cassa integrato è la nuova occupazione di questo Paese. Allora è difficile spiegare a gente e soprattutto che non ha prospettiva, o che non vede prospettiva, se non quella di lavori non dico precari ma forse anche peggio, allora è qui che devi intervenire, ma devi intervenire anche velocemente con una proposta, e ripeto non si tratta di prendere e mettersi a fare impresa perché questo non è l’obiettivo di questo Ente, né penso nostro, ma è quello di far sì che la macchina crei delle condizioni 58 affinché ci siano ingressi di nuovi soggetti che entrano al posto di coloro che decidono di lasciare. Un esempio su tutti, in questa settimana su diversi quotidiani economici e non nazionali è stata posto all’attenzione direi un esempio sotto questo punto di vista virtuoso è il progetto relativo a Terni, Terni lo sapete è una città industriale con un grosso polo siderurgico ed oltre tutto ha anche una grossa componente di industria chimica, pochi questo lo sanno, alla fine è nata una società quotata in borsa e quindi c’è anche stata la presentazione alla Borsa di Milano ufficialmente e lì si è investito anche con in questo caso un aiuto pubblico, ma non come partecipazione diretta ma in questo caso attraverso i fondi dell'Unione Europea per le riconversioni industriali, attraverso la formazione del personale che ovviamente è dovuta cambiare, c'è stata apporto sulla bonifica perché essendo un SIN c'è stato bisogno anche di questo, però questi hanno fatto un progetto ovviamente di una certa importanza fatto con imprenditori italiani che hanno deciso di investire sulle cosiddette nuove tecnologie, quella che viene definita la cosiddetta green economy, allora questi non sono marziani, sono imprenditori italiani se sono andati ad investire lì è perché evidentemente hanno trovato delle condizioni, allora questo è un esempio ce ne possono essere anche altri, questo è l'ultimo in ordine di importanza, ma ce ne sono anche altri, io penso che una istituzione ma in questo caso non da sola, perché questo è un progetto che è stato fatto da Regione, Provincia, Comune, Unione Europea, cioè c’è stato un collegamento tra tutte le vaie istituzione che mettono a disposizione le strutture che hanno e le condizioni che hanno. Questo è il punto. Quindi non è tanto una questione di un intervento in questo caso diretto, quanto indiretto che comunque ha funzionato, perché ha creato le condizione di “appetibilità sul territorio” per determinati imprese o gruppi di imprenditori che si sono uniti per investire in quel determinato settore. Guardate bene che alla fine il saldo occupazionale addirittura è stato non solo il mantenimento degli stessi livelli che erano tutti in cassa integrazione a zero ore finita, ma addirittura c'è stato saldo positivo perché si è aumentato di 100 unità le persone occupate direttamente e si stava parlando di un indotto di circa 600 persone, scusate se è poco! Io penso che sotto questo punto di vista questa possa essere l'unica strada perlomeno a quanto si vede anche in altri contesti più ampi che possa dare delle risposte, diversamente siamo soltanto qui ogni mese a prendere atto di quelle che purtroppo sono le novità, l'ultima è quella della Inalfa anche questa crisi era annunciata e ci troviamo a discutere sempre delle stesse cose, la ovvia solidarietà, l'aiuto che dovrà essere dato per l'attivazione degli ammortizzatori sociali, la cassa integrazione, la proroga, la discussione, qualcuno che alla fine addirittura potrebbe anche non averla, senza citare poi ed io questo lo continuerò a ripetere fino a che non vedo attenzione più forte, tutti quelli che non e o non diritto di tribuna, che sono le piccole o piccolissime realtà imprenditoriali, che ci sono e che addirittura se le mettete insieme sono anche superiori rispetto ai numeri che escono fuori da questa grande industria, solo che emergono perché questi hanno 100 occupati per volta come minimo e 59 quegli altri magari ne hanno 10 o forse addirittura sono i 10, ma anche 20 non fa notizia, fa notizie se tu ne hai più di 100, sennò gli altri non fanno notizia. Ma messi insieme, messi insieme fanno un numero nettamente superiore e vi posso assicurare che le aziende che hanno chiuso sono qualche centinaio, piccole, questo è il punto. Giustamente qualcuno mi sottolineava il fatto che non c'è cassa integrazione su questi, né ammortizzatori sociali di nessun altro tipo, né incentivi per l’esodo, né incentivi per il pensionamento, sono lavoratori come gli altri, non sono lavoratori di serie B, quindi questo è il quadro e su questo io penso che io penso e si debba lavorare. Grazie. VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI Grazie consigliere Ceccantini, si è iscritto a parlare il Consigliere Coluccia ne ha facoltà. CONSIGLIERE - GIUSEPPE COLUCCIA Presidente, consiglieri, credo che sulla illustrazione che è stata fatta da parte del Presidente della Commissione Anticrisi, si debbano esprimere alcune valutazioni perché credo che il lavoro che questa commissione emerge è senz’altro un contributo importante che viene dato in ordine sia alla situazione economica e sociale che si sta producendo sul territorio nella Provincia, e sia lo forzo anche che come istituzione, stiamo facendo nella preparazione della conferenza programmatica, credo che questa esperienza fatta a livello della commissione, sia senz’altro un utile contributo da questo punto di vista, in particolare mi sembra su due aspetti, allora una prima questione credo che riguardi la necessità di analizzare meglio la natura della crisi economica, perché io credo che su questo punto sia necessario cogliere perché anche sull’analisi della natura della crisi mi sembra anche degli interventi che sono venuti da parte di altri consiglieri, in particolare dei consiglieri di opposizione, che non ci sia una sufficiente chiarezza sugli elementi strutturali che questa crisi comporta, e sugli effetti a lungo termine che produrrà sul tessuto economico e sociale della Provincia. Le crisi che vengono evidenziate nel resoconto della commissione testimoniano proprio questo aspetto e credo sia sbagliato pensare di risolvere o di chiudere con il discorso riconducibile solo al fatto che il modello economico e sociale della Toscana o della Provincia di Livorno non è più in grado di soddisfare o che vi siano state insufficienze nella attività di Governo di questa istituzione rispetto al problema della crisi. Perché ragionare in questi termini, ragionare in questi termini vuol dire solamente strumentalizzare a fini politici la posizione rispetto a temi invece che la crisi economica sta producendo sul tessuto del nostro territorio. Io credo che gli effetti che venivano ricordati, e non sto a riprenderli nell'intervento di Federico Mirabelli e dello stesso Ceccantini nelle introduzioni sono effetti che stanno mettendo a rischio la coesione sociale del territorio sia 60 dal punto di vista della tenuta economica, del sistema produttivo, Qui siamo di fronte veramente al rischio di un restringimento della base produttiva sul nostro territorio, con degli effetti sulla occupazione drammatici, non solo per quella che attualmente viene espulsa in questo processo di restringimento della base produttiva, ma anche per gli orizzonti, per il futuro per i giovani, per le giovani generazioni, questo è un primo punto che emerge concretamente oggi e credo che anche questa analisi della crisi noi non possiamo sfuggire all'elemento generale di carattere generale della portata globale che questa crisi ha, perché se noi stiamo solo a ragionare in termini come dire provinciali, limitati in una visione ristretta io credo che non cogliamo questi processi che invece riguardano le dinamiche generali nel mercato internazionale. L'altra questione che mi sembra anch’essa di grande rilievo che è emersa negli incontri e nelle discussioni che abbiamo fatto, badate, è la questione del Governo della crisi, del Governo della crisi, noi siamo di fronte ad una crisi economica come abbiamo detto che è una crisi sociale che sta producendo effetti drammatici e siamo in assenza totale di un Governo, dobbiamo dirlo questo, perché badate, altrimenti noi non si colgono quali sono gli elementi positivi che dobbiamo mettere in campo. Se noi rimuoviamo questo aspetto dell’assenza del Governo, cioè intendo di quell’insieme di politiche industriali, di politiche fiscali, di politiche economiche in grado di sostenere l’apparato produttivo del paese, l’apparato industriale, io credo che non cogliamo diciamo quello che poi in sostanza generale insicurezza ed incertezza sociale, perché le preoccupazioni che vengono anche qui manifestate sullo stato all'interno delle fabbriche tra i lavoratori, nel tessuto sociale, noi abbiamo assistito di recente anche a dei fatti che mi hanno allarmato a delle situazione di tensione sociale fra i lavoratori, nelle manifestazioni, io credo che questo sia un aspetto che va valutato in ordine alla insicurezza e alla incertezza che si sta producendo, proprio per l'assenza di un governo della crisi, e anche questa questione io resto veramente meravigliato, voi pensate, noi siamo di fronte ad un governo, con un presidente del Consiglio che ha il coraggio di presentarsi con un programma su cinque punti che poi preminentemente sono concentrati sulla questione della giustizia e l'altra del Federalismo, solo per un elemento di strumentalità politica, e sono completamente assenti da questi 5 punti i problemi seri, cioè quelli legati a come il paese intenda affrontare i temi dell'economia e della tenuta sociale da un punto di vista dell’occupazione, far fronte alle emergenze che in questo paese si stanno determinando. Si va dicendo che questo è un governo che è in grado di arrivare alla fine della legislatura, io credo che qui bisogna farla finita di raccontare frottole agli italiani, dobbiamo farla finita di raccontare frottole ai lavoratori, qui siamo di fronte a famiglie a situazioni che reclamano un intervento, una presenza attiva del governo ed io credo che da parte delle istituzioni locali, la Provincia, la Regione, i Comuni, ci sia senz’altro una presenza che mira non solo a sostenere le situazioni di emergenza, ma impostare quello che dovrà essere un intervento serio rivolto, un intervento pubblico serio, rivolto a promuovere uno sviluppo ed crescita del nostro territorio guardando 61 anche ad orizzonti nuovi. Alla messa in campo di risorse di produzioni nuove, credo che venivano richiamate anche queste esigenze quindi questo tema del Governo dell’assenza di un governo, credo che emerge in maniera chiara dalla nostra situazione, verso la quale credo che sia necessario e che vi sia un’azione politica da parte delle forze politiche per sollecitare un quadro ed una fase politica nuova nel paese, che vada a superare questo quadro che ormai da un punto di vista della capacità di governo non esprime più niente, perché altrimenti rischiamo veramente di non poter tenere sul piano dell’economia e dell’assetto sociale del nostro paese. Grazie. VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI Grazie consigliere Coluccia non ci sono altri interventi? Allora ha chiesto di intervenire la consigliera Vaccaro ne ha facoltà. CONSIGLIERA – COSTANZA VACCARO Grazie Presidente, voi sapete bene, io di solito accendo nei miei interventi abbastanza gli animi, sapete bene che non le mando a dire, tanto alla maggioranza quanto anche ad altri membri delle opposizioni che fanno parte della compagine dell’opposizione, in questo caso però, devo essere sincera, ho una opinione molto precisa, che in parte condivide alcune rilevazioni, alcuni spunti anche di riflessione, se vogliamo, perché poi i toni a volte sembrano essere polemici, se poi si va a leggere bene nella sostanza, si vede che poi nei contenuti c'è anche un intento propositivo, parlo ovviamente dell'intervento del collega Gragnoli, ebbene io ho una posizione precisa, ma mezzana rispetto alla posizione ovviamente un po' più critica del collega Gragnoli di cui, ripeto, alcuni spunti ritengo che siano condivisibili, ad una posizione assolutamente ovviamente strumentale, che è emersa da alcuni interventi, non ultimo dall'intervento del vice capogruppo Coluccia. Dunque la commissione anticrisi, io sono un membro commissario della commissione, io ritengo che abbia lavorato, il Presidente Mazzola ha fatto una relazione che in qualche modo ha indicato la road map del percorso che come commissione abbiamo percorso durante questo primo anno, è stato un anno difficile, sicuramente, abbiamo cercato di seguire tutte le situazioni, ovvio tutto è perfettibile, tutto è migliorabile, abbiamo cercato di seguire con precisione, con puntualità, con tempestività tutte le situazioni, e guardate, lo sapete, ce ne sono state veramente tante che sono emerse e che sono scoppiate nel susseguirsi di questi, purtroppo bruttissimi e caldissimi mesi. Ovviamente abbiamo fatto stesso in corso d'opera degli appunti al lavoro e al metodo del Presidente della commissione, alcuni di questi appunti sono stati peraltro condivisi e quindi 62 accettati, alcuni spunti di riflessione lo stesso sono diventati parte integrante dell’operatività di questa commissione, altri, Presidente, lei lo sa, glielo dico, non si deve stupire perché ad onor del vero ce lo siamo detti stante volte, privatamente, ma anche poi in commissione, in altre situazioni la commissione doveva essere più presente, penso alla situazione veramente del turismo, più volte l’abbiamo sollecitata ad andare all’Elba a parlare, a contattare, a fare incontro con gli albergatori, per sapere anche all’indomani di una stagione estiva che si sta concludendo qual è il bilancio della situazione, delle presenze del territorio, perché ci siamo detti tante volte una provincia come la nostra non può accontentarsi di avere un turismo che incide sul suo PIL soltanto per il 19 per cento, che non è poco rispetto alla media regionale, ma comunque è troppo poco rispetto alle vere potenzialità del nostro territorio. Sappiamo benissimo che abbiamo un arcipelago bellissimo, una costa altrettanto bellissima eppure gli interventi anche qui da fare per potenziare la presenza, l’IRPET ci dice che abbiamo una sorta di presenza, di economia di transito che è tutta da potenziare e tutta da sviluppare per cui le persone vengono sul nostro territorio, milioni di persone, non fosse altro perché abbiamo porto e aeroporto vicino, e poi però vanno via senza lasciare alcuna presenza materiale, economicamente sostanziosa della loro presenza sul territorio, della loro avvenuta presenza sul nostro territorio. Questo per dire che cosa? Per dire che, Coluccia, si fa presto a cedere alla strumentalità e alla propaganda di alcuni interventi, ma con la logica, l’ho detto tante volte, lo ripeto qui anche stamani, con la logica del “piove, governo ladro”, non si va da punte parti, perché questa logica del rimandare, del non prendere le decisioni, di pensare che il modello produttivo ed occupazionale, messo in piedi da decenni di amministrazioni di sinistra in questo territorio, sia un modello da tenere in considerazione, sono i fatti, sono gli eventi, che vi smentiscono queste considerazioni, quindi io mi auguro che anche in funzione, grazie alla commissione anticrisi, ma soprattutto in funzione di questa prossima conferenza provinciale di sviluppo, ci sia una presa d'atto da parte vostra, del fatto che questo è un momento molto particolare di grandi cambiamenti, non è vero che manca una politica industriale, perché quando, Coluccia, tu vai a parlare con i grandi manager, con le grandi aziende, eppure, voglio dire, voi governate questi territori da anni sia a livello microscopico, parlo delle circoscrizioni, sia a livello macroscopico, e parlo della Regione Toscana, eppure non avete saputo compattarvi e fare squadra, non avete saputo tirare, nel corso dei decenni, sufficientemente le orecchie a tutti quei governi che si sono succeduti, e che poco, probabilmente, hanno fatto per questa regione, oggi viviamo gap competitivi importanti come i deficit infrastrutturali, viviamo condizioni, e qui ritorno al fatto che se si parlasse un po’ di più con queste grandi aziende si capirebbero anche i motivi, invece di rincorrerle queste aziende soltanto per tamponare situazioni di emergenza, quando, ripeto, Coluccia, tu parli con queste persone, e sono persone competenti, che hanno la volontà e la necessità di creare lavoro e buon lavoro, ma che purtroppo devono stare anche all'interno di rigidissime regole di mercato, perché siamo non a caso 63 nella globalizzazione, quando tu parli con queste persone, tu da loro senti dire, purtroppo, che ormai da anni il territorio di Livorno non è più competitivo, tu lo sai che le nostre industrie pagano l'acqua 4 volte più… io ti sto parlando e ti sto dicendo lo sai che le nostre industrie pagano l’acqua industriale 4 volte più rispetto alle industrie collocate e allocate nel resto della regione Toscana e nel resto d'Italia? Sai che paghiamo l'energia ed i rifiuti con tariffe e costi altissimi, tra i più alti in Italia? E su queste cose non è il governo ladrone che deve intervenire, sono gli enti locali, quegli stessi enti che voi governate da minimo 40 anni, quindi è inutile, quando poi c'è al governo Prodi o compagni vari della sinistra, siccome a quel punto governate tutto, circoscrizioni, comune, provincia, regione e governo nazionale, allora fate finta di nascondere le cose e mettete le responsabilità in un cassetto sotto chiave. È bene dircele queste cose, perché ripeto, così come alla maggioranza abbiamo fatto un sacco di appunti, è altrettanto vero che diciamo a questa commissione di continuare a lavorare con spirito propositivo, di essere, Presidente Mazzola, più incisiva in alcuni provvedimenti, non soltanto quindi limitarsi ad una fase di ascolto, ma essere ancora più propositiva, perché è vero, Presidente, che abbiamo fatto dei documenti che impegnano Consiglio Provinciale, giunta e consigli vari, comunali, condivisi all’unanimità, ma è anche vero che spesso, oltre al momenti dell'ascolto e della audizione, si deve passare ad un momento di un intervento più risolutorio, nei limiti di quelli che sono ovviamente gli strumenti che abbiamo a disposizione. Quindi ripeto, Presidente, la mia valutazione sul lavoro fatto dal Presidente Mazzola, che ha fatto peraltro una buonissima relazione, esemplificativa di tutto il lavoro svolto, ed il lavoro in generale fatto dalla commissione, non è assolutamente un lavoro negativo, è integrabile, è migliorabile, ma non è un lavoro negativo, è una buona base di partenza su cui continuare per tenere sotto controllo, sotto monitoraggio tutte le emergenze ed incidere, ripeto, limitatamente agli strumenti che abbiamo a disposizione, per risollevare la situazione del territorio, grazie. PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO Prego Bufalini. CONSIGLIERE - ELIS BUFALINI Io credo che sia da riconoscere il lavoro della commissione e del suo Presidente, non solo nel documento fatto, ma anche nell’interpretazione di come doveva lavorare una commissione che è riuscita ad essere presente nei posti dove la crisi viveva, e questo credo che sia un fatto importante, anche da un punto di vista simbolico, di presenze, il fatto di non limitarsi a scrivere dei documenti, ma dare un segno anche di presenza e di vicinanza a quelle che sono le persone che stanno vivendo questa difficoltà. 64 Io vorrei rivolgermi sia all’opposizione, sia di sinistra ed anche di centro destra nel ritenere che nel prosieguo dei nostri lavori dobbiamo affrontare le questioni di questa crisi smettendo di affrontarle con noi che sottolineiamo le mancanze del governo, voi sottolineate le mancanze degli enti locali, ma in questa fase poi non riusciamo a fare un passo nella risoluzione reale dei problemi. Io credo che tutti noi dobbiamo avere presente il momento forte di distacco che c'è tra i cittadini, la politica, e lo vediamo in manifestazioni anche forti che ci sono state fatte, che sono state fatte in questi giorni. Noi abbiamo visto operai tirare uova a rappresentanze sindacali di altri operai, abbiamo visto operai tirare uova a quelle che sono le rappresentanze degli industriali, delle aziende, vediamo nei nostri territori aumentare il livello della criminalità, venuta a livelli che questo territorio non aveva mai conosciuto, vediamo nella quotidianità rapine a mano armata, stiamo vedendo conflitti sempre maggiori dove ognuno o per motivi che riguardano il lavoro, o motivi che riguardano le credenze delle persone, o che riguardano i problemi dell’immigrazione, diventano sempre più forti. Allora credo che comunque ognuno di noi, noi sul territorio ed il governo, comunque, che credo abbia trovato le condizioni forse di proseguire il suo lavoro, debba comunque assumersi la responsabilità di fare sì che la politica torni protagonista nel guidare alcuni processi e indicare delle soluzioni. Il governo ha in questi giorni nominato il nuovo Ministro dell’industria, su cui abbiamo delle perplessità, però è anche vero che le cose vanno viste alla prova dei fatti, nel lavoro che verrà svolto e nelle cose che verranno fatte. Come sottolineava anche la consigliera Vaccaro poi è importante il lavoro che ci porterà da questo punto di vista alla conferenza programmatica ed io credo che sotto questo aspetto sarebbe importante trovare, soprattutto su alcuni temi che riguardano l'industria, che riguardano e i trasporti, cioè che riguardano le questioni dove un territorio di solo non può riuscire in ogni caso a governarle, a trovare dei punti di intesa che poi ci impegnano, ognuno di noi, ad un percorso comune. Io mi ricordo tanti anni fa, negli anni ’90, quando ci fu il momento della deindustrializzazione, del disimpegno delle aziende di stato, proprio su questo tipo di ragionamento, un “progetto Livorno”, un progetto di questa provincia, in un rapporto con un governo che anche a quel momento non era un governo, come dire, amico, ma in una visione condivisa, la possibilità di dare un nuovo sbocco ed un futuro. Io credo che noi dobbiamo insieme, in questo momento, prenderci prima di tutto la responsabilità di far sì che la politica torni il riferimento, perché in questo momento purtroppo, ahi noi, dobbiamo avere chiaro che questo non è, non è per noi, ma credo, lo ammetteranno anche i colleghi del centro destra, non è nemmeno per loro in questo momento, quella pulsione in cui era riuscito Berlusconi dove la personalità, la singola personalità, in un rapporto diretto con i cittadini riusciva in ogni caso a superare questo problema di rappresentanze, credo che ora colpisca anche lui. Questo non lo vediamo solo nei partiti, lo vediamo nelle associazioni di categoria, nei sindacati, nella Confindustria, la CNA, ogni associazione, ogni rappresentanza, in questo momento soffre e fa fatica anche, come si è visto nelle 65 manifestazioni della FIOM, a gestire, a tenere sotto controllo quelle che sono le azioni che vengono portate. Io credo che oggi stiamo continuando a scivolare in una condizione di difficoltà. Credo che da parte del centro destra non si può accusare di questi problemi il Presidente, dicendo che il Presidente è quello che si limita a cercare di tamponare queste questioni, è chiaro che delle ragioni le ha anche il consigliere Coluccia, poi queste questioni, sono di natura e di scelte importanti di quello che deve essere la natura di un paese, perciò anche le scelte, le grandi scelte che riguardano l'industria. Io vedo gli altri paesi, gli Stati Uniti, Germania, Francia hanno avuto grandi investimenti di stato che non devono essere il supporto ad una azienda o ad un’altra, ma devono essere grandi investimenti nel supporto alle infrastrutture, alle scelte, ad individuare un percorso, questo anche sulle nuove tecnologie, negli Stati Uniti la Silicon Valley è nata su grandi investimenti pubblici, su cui poi si sono insediate grandi aziende, ma comunque è nata su grandi investimenti pubblici, sia infrastrutturali e sia anche di istituti di ricerca e di conoscenza. Io credo da questo punto di vista, se riusciamo ad individuare alcune priorità condivise e chiudere questo gioco dove alternativamente ci giriamo le colpe a noi, credo che possa essere già un passaggio che aiuta a risolvere i problemi. PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO Ci sono altri consiglieri? Se non ci sono altri consiglieri ha chiesto di intervenire l'assessore Anselmi e poi ovviamente le conclusioni le fa il consigliere Mazzola in quanto relatore. Prego assessore Anselmi. ASSESSORE – RINGO ANSELMI Io penso che l'istituzione della commissione, che è avvenuta all'inizio della legislatura, sia servita da un lato, anche per come è stata relazionata e per come si è sviluppato anche il dibattito qui anche se sono apparse alcune critiche, abbia svolto un lavoro che ha portato sì ad una fotografia della situazione, ma è una fotografia della situazione di cui dobbiamo essere consapevoli tutti, e quindi se un merito ha avuto questa commissione, è quello di avere coinvolto, come dire, gran parte del consiglio e gran parte della società che parte sia dalle associazioni imprenditoriali, nelle fabbriche, le rappresentanze sindacali, etc,, cioè ha già dato il senso di una presenza delle istituzioni nei confronti di una crisi che viene ad essere in questo territorio, come dire, con le sue gravità e si presenta con le sue gravità nei posti di lavoro. Ha messo insieme all’azione che l’istituzione è chiamata a svolgere, in questo caso perché c’è l’accordo per la cassa integrazione, etc,, ha permesso a tutto il Consiglio Provinciale, perché questa commissione è del Consiglio Provinciale, di dire “siamo attenti ai problemi del lavoro in questa realtà”. Cosa vuol dire che abbiamo risolto i problemi? Se avessimo risolto i problemi, 66 come dire, non saremmo a discutere di queste cose, però il primo dato è questo: riprendendo l'intervento da ultimo di rifare politica che diceva il consigliere Bufalini, cercando in questa maniera anche di ridare un segno positivo alle istituzioni, cioè che le istituzioni non sono il degrado che spesso appare sui giornali, etc,, ma di ridare effettivamente un ruolo alle istituzioni. Quindi questo è il lato positivo, ora la domanda è cosa dobbiamo fare dopo la fotografia per il futuro, se questo è quali sono le azioni che dobbiamo mettere in campo in questo caso con gli strumenti dati che abbiamo all'interno della provincia, per vedere al futuro, si parla di preparare la conferenza di programma della provincia. Si vuole subito la conferenza di programma, si fa un approccio, un convegno, si buttano là delle idee per come vengono o si cerca di preparare una conferenza di programma per il lavoro che ha già fatto, come dire, che è partito con l'assessorato di Nocchi e continua con l'interesse diretto del Presidente a vedere di fare di questa fotografia anche una azione dinamica di cosa bisogna mettere in campo? Vi porto un esempio banalissimo, il Presidente ha presentato il caso dell'Inalfa, ho avuto, come dire, la possibilità di assistere all'incontro con i manager dell’Inalfa, hanno il portafoglio a sinistra, dicono: “si sposta la produzione a nord dell’Europa, non si rientra più nel budget, spostiamo le nostre produzioni, 35 milioni di euro dell'Olanda e 10 milioni di euro che riguardano la produzione di Livorno, si va in Slovacchia, arrivederci e grazie, ci faremo carico di alcuni problemi sociali che riguardano i lavoratori”. La domanda che mi pongo: ma a livello internazionale, europeo, si parla di continente, esiste una regola per la quale le aziende che sono sempre più multinazionali, come dire, se sono in un territorio, si mette loro dei vincoli per dire: guardate che se tu sfrutti un territorio, nel senso ambientale, nel senso occupazionale, prima di andare hai delle regole sociali, dei contributi sociali da pagare, non puoi usare un territorio come un treno, entro ed esco, non esiste, e quindi questa è una azione politica. Un’altra azione, ci sono state due settimane fa, nemmeno, un convegno a Artemino*, vicino a Firenze, dove erano presenti professori di tutta Europa, che analizzavano l’andamento della crisi, etc,, ed hanno portato degli esempi, ve ne cito alcuni, Grenoble, Colonia, eccetera, in cui per le crisi che circolavano all'interno di queste realtà europee che subiscono anche loro l'idea dell’economia l’idea è dire: come riconvertire alcuni territori ed hanno investito le multinazionali, faccio la sintesi, hanno coinvolto il governo, le multinazionali discutono con i governi, non questo per chiamare in causa o fare aprire polemiche politiche, ma una multinazionale che investe su un territorio, investe su politiche di stato, su cosa si vuol fare. Noi abbiamo una presenza, voi sapete benissimo che abbiamo la Solvay, che è una azienda multinazionale della chimica enorme, che non è italiana, abbiamo la siderurgia che fa parte del primo e del terzo gruppo mondiale, sia Arselor Mittal, che sia Severstal, perché è venuto Mordacioff a parlare con Rossi, con il sindaco di Piombino ed il Presidente della Provincia? Ma perché c'è stato un interessamento anche del governo, c'è stato un interessamento del governo nel 67 senso che si è sentito in dovere di venire a discutere sul territorio, perché se doveva chiamarlo il sindaco Anselmi di Piombino, come dire, il magnate di riferimento, in questo caso non si faceva nemmeno vedere, mandava l'amministratore delegato da cui è rappresentato. Voglio dire che mentre cambiano i mercati, noi siamo nelle condizioni di governare una situazione difficile, qui sono state fatte presenti le tensioni che ci sono sul territorio. Guardate, con le casse integrazioni che ci sono, in questi mesi c’è cassa integrazione, quindi riduzione di tredicesima, gente in mobilità, gente che ha perso il lavoro, gente che finisce la cassa integrazione, le tensioni sociali, io sono tra coloro che è convinto che aumenteranno, perché abbiamo anche nella nostra provincia intere famiglie che sono in difficoltà, domanda: se su queste cose che colpiscono le persone, non sono prima le istituzioni che riescono a governare queste cose, a dare il senso di un minimo di sicurezza o di riferimento per le persone o per i cittadini di questa provincia, il rischio è che davvero queste tensioni non vengano, come si suol dire, governate, o dare delle risposte alle persone. Io sono convinto che le critiche fatte sui singoli settore, la consigliera Vaccaro ha insistito sul turismo, io sono tra coloro che penso che il turismo sia il valore aggiunto di questa provincia, come è il valore aggiunto di questa regione, valore aggiunto significa però che noi dobbiamo pensare a costruire una attività produttiva nell'interno di questa provincia, che comprenda dal primo gennaio al 31 dicembre l’attività, perché si sa che il turismo ha dalle punte occupazionali e delle cadute verticali di disoccupazione, e allora è giusto pensare o no, dopo queste esperienza, come diceva Orson Welles “l'esperienza è l’insegnate più cattivo, prima ti fa l'esame e poi ti insegna la lezione”, dopo questa esperienza è giusto pensare anche rispetto ai rapporti che ci sono stati con le organizzazioni sindacali, etc,, se siamo il veicolo anche per alimentare una discussione su cosa può essere un nuovo Welfare in questo paese? Parliamoci chiaro, il welfare è stata l’esperienza degli anni del ‘900, siamo in grado di sostenere queste crisi con gli strumenti che abbiamo a livello nazionale, a livello locale? Ora c'è la discussione se vengono rifinanziate o meno le casse integrazioni in deroga. Le casse integrazioni in deroga, se non vengono finanziate, abbiamo solo in toscana almeno 40 - 50 mila persone senza sostegno al reddito. CONSIGLIERA – COSTANZA VACCARO Prima o poi finiscono queste casse integrazioni, e non è colpa del governo… ASSESSORE – RINGO ANSELMI Io non do delle colpe, sto sostenendo che se non si comincia a ragionare a livello politico, finché la politica si riesce a tenere alta si discute, se non si discute anche cosa è il sostegno al reddito delle persone, non si riesce a dare una prospettiva e questo è quello che viene recepito dalle persone, che non c'è 68 una prospettiva. Quindi io penso che da questo lavoro svolto, che ha svolto la commissione, questa fotografia deve essere collocata anche alla iniziativa della conferenza di programma, c'è un bellissimo convegno in corso al museo sul lavoro e sulle parole che discute anche di queste cose, quindi, come dire mi alleno anche per la discussione di stasera. Questo è il fatto, cioè un altro, e chiudo, un altro fatto che noi dobbiamo mettere in evidenza, si è parlato di tutti, dei sindacati, di come si attiva il nostro territorio, è mancato in tutta la discussione, non l'ho sentito, Lancillotto, cioè le associazioni imprenditoriali e gli imprenditori, io non ho avuto occasione in questi due anni che sono in provincia di avere la possibilità di discutere con un imprenditore che avesse voglia di investire o delle associazione imprenditoriali che hanno detto: “guardate, abbiamo tre o quattro imprenditori che possono essere interessati al nostro territorio, hanno dei progetti, cosa mettete in campo voi”. Questo è avvenuto in questa provincia, e non solo in questa provincia, è avvenuto anche nella regione, altrimenti non si spiega del perché si stanno affrontando tante crisi e c'è poca volontà di investire sul lavoro produttivo. PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO Grazie. Mazzola per le conclusioni. CONSIGLIERE – MICHELE MAZZOLA Sarò molto breve, intanto ringrazio per i numerosi interventi che ci sono stati, mi pare di dover sottolineare ancora una volta che questa commissione, dopo un anno, ha presentato un documento sui cui poi entrerò ed ha dato comunque adito ad un discussione in consiglio che mi è parsa sicuramente interessante. Penso che si debbano fare proprie alcune osservazioni fatte, anche in modo critico, perché poi le critiche sono l'elemento che ci consente di crescere e di migliorare. Qualora verrà riconfermata la commissione o comunque si andrà ad uno strumento simile penso che la discussione di oggi possa diventare un bagaglio per il futuro. Per entrare nel merito, io mi sento di rivendicare fortemente la positività del lavoro svolto, di respingere sostanzialmente ai mittenti alcune critiche che ritengo prova forse di una analisi che io non condivido del lavoro della commissione, ha permesso in 12 mesi veniva ricordato anche da altri, di manifestare una vicinanza del consiglio di fronte a tutte le situazioni di crisi, ricordo prima di tutto quella di Piombino, siccome Gragnoli, ho apprezzato l'intervento di oggi, anche se critico, ma ieri ha detto “siamo andati inutilmente 5 volte a Piombino su un quotidiano”, non è così, abbiamo partecipato, siamo stati a fianco di chi era in lotta, insieme alla commissione regionale ed ai gruppi provinciali e regionali del PDL abbiamo partecipato ad una manifestazione, lì in modo volontario, senza convocazione, per non utilizzare il gettone di presenza quindi non abbiamo sprecato soldi 69 come qualcuno ha detto, abbiamo fatto quello secondo me quello che una commissione deve fare in una situazione di crisi, una commissione che ha cercato in modo sostanzialmente unanime, ha ragione la consigliera Vaccaro quando cita il caso del turismo, perché lei ha sollecitato più volte maggiore impegno su questo settore, io su questo sono stato più reticente perché c'era un lavoro molto approfondito in campo nella quarta commissione, quindi ritenevo che nei mesi in cui la commissione si riuniva costantemente con le rappresentanze di andare a mettere le mano in un terreno su cui un collega aveva egregiamente individuato un percorso, lo stesso vale per l’agricoltura, per questo mi sembra un po’ distonante che alcuni consiglieri sottolineino che poco si è lavorato sulla agricoltura, se poi il giochino è mettere in concorrenza le commissione tra di loro, io sinceramente me ne tiro fuori, mi pare poco nobile e poco rispettoso del lavoro che tutto il consiglio ha svolto in questo anno di qualsiasi commissione esso faccia parte. Detto questo ritengo che la parte delle raccomandazione in effetti potesse essere implementata e possa essere implementata da questo punto di vista se ci sarà la nuova commissione penso che sarà interessante capire il ruolo che a essa verrà riconosciuto all'interno anche della conferenza programmatica che sta organizzando la Provincia, tenendo conto però di un fatto, questa è una commissione speciale, che ha il compito di approfondire le situazioni e di formulare raccomandazioni o linee di indirizzo, così cita il regolamento. non è un organo esecutivo della Giunta, non ha uno staff negli uffici dell’assessorato che lavorano e che propongono poi votazione del consiglio alcune cose, noi possiamo richiamare l’accento in questa conferenza programmatica su alcuni settori, io sono assolutamente disponibile se potrà continuare a dare un contributo in questo, ma penso tutta la commissione perché ribadisco raramente non c’è stata unanimità in commissione e l’apporto di tutti, maggioranza e opposizione è sempre andato nella stessa direzione, si tratta di capire come poteremo il lavoro nei prossimi mesi, è si tratta poi di capire con quali realtà continueremo a confrontarci e come si svilupperà la conferenza e se la commissione riuscirà, se sarà in grado di interagire con questa conferenza. Grazie. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Allora grazie, prima di sciogliere la seduta sono le 14.08 prima di sciogliere la seduta vi annuncio che bisogna che i lavori dei prossimi consigli proseguano anche nel pomeriggio perché non abbiamo toccato né una interpellanza, né una mozione, per cui il prossimo consiglio ve lo annuncio fin da ora avrà la prosecuzione anche pomeridiana e poi vedremo a che punto siamo arrivati fino che non ci siamo liberati da tutta una serie di questioni che sono dentro al nostro ordine del giorno non potremo che proseguire di pomeriggio. Il consiglio è sciolto. 70 Il presente verbale è composto da n. 69 pagine Termine della seduta ore 14.10 Presidente del Consiglio Dott. Di Bonito Fabio Il Segretario Generale Dott. Fabio Martino Battista 71 Il Vice Segretario Generale Dott. Stefano Simm