Verbale - Provincia di Livorno

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Verbale - Provincia di Livorno
PROVINCIA DI LIVORNO
CONSIGLIO PROVINCIALE
Verbale integrale
della seduta del 08. 10. 2010
Inizio seduta ore 10.15
.
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PUNTO N. 1
COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO,
PRESIDENTE DELLA PROVINCIA O SUO DELEGATO
DEL
PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO
I consiglieri hanno preso posto? Prego consiglieri prendere posto.
Si può procedere all'appello.
VICE SEGRETARIO GENERALE Kutufà Giorgio – Di Bonito – Adriani – Antonini – Bagnoli – Bartalesi – Bogi –
Bufalini - Campioni – Carabellese – Ceccantini - Celanti – Coluccia –
Corsinovi – Del Bravo – Gambacciani - Gori – Gragnoli - Lami - Landi Maida
– Landi Marco - Lupi Rossella – Majoli – Marchi – Mazzola – Mirabelli –
Naldini – Pini – Tortolini – Vaccaro – Zingoni.
Per un totale di 17 presenti.
PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO
La seduta è aperta, con 17 presenti, al primo punto all'ordine del giorno di sono
le comunicazioni del Presidente del consiglio o Presidente della Provincia o suo
delegato. Devo dare conto delle assenze giustificate degli assessori Bisti e
Mannucci che sono impegnate in impegni istituzionali, Carabellese che per
motivi di famiglia mi ha mandato la giustificazione, Antonini ovviamente per
motivi di salute, il Presidente Kutufà ci raggiungerà più tardi perché è
impegnato in azienda all’Inalfa per i problemi che voi conoscete.
Se i consiglieri vanno ad un'altra finestra forse si potrebbe dare un po’ più
decora alla nostra riunione.
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PUNTO N. 2
DIBATTITO
PRESENTATO
DAI
CONSIGLIERI
GIUSEPPE
COLUCCIA, LUCA BOGI, SILVIO LAMI, CRISTIANO ADRIANI,
MICHELE
MAZZOLA
AVENTE
PER
OGGETTO:
“LE
PROBLEMATICHE LEGATE ALL’AVVIO DEL NUOVO ANNO
SCOLASTICO
IN
CONSIDERAZIONE
DELLE
NUMEROSE
MODIFICHE IN ATTO NEGLI ISTITUTI SCOLASTICI IN PROVINCIA
DI LIVORNO E DELLE MOLTEPLICI MANIFESTAZIONI DI
DISAGIO PRESENTI TRA GLI STUDENTI, I LAVORATORI E LE
FAMIGLIE”
PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Al secondo punto all'ordine del giorno è iscritto, chiedo cortesemente di andare
a chiamare il vice Presidente Bonsignori, se è possibile, che è presente, al
secondo punto c'è il dibattito presentato dai consiglieri Coluccia, Bogi, Lami,
Adriani, Mazzola avente per oggetto: “problematiche legate all'avvio del nuovo
anno scolastico in considerazione delle numerose modifiche in atto negli istituti
scolastici in provincia di Livorno e delle molteplici manifestazioni di disagio
presenti tra gli studenti, i lavoratori e le famiglie”. Vi ricordo che è un dibattito
e quindi c'è la possibilità per ciascun consigliere di intervenire per 10 minuti, è
presente il Vice Presidente, Assessore alla pubblica istruzione, Fausto
Bonsignori che concluderà i lavori. Io do la parola per l'introduzione del
dibattito ad uno dei presentatori della richiesta di dibattito, ovviamente
l'intervento del presentatore è equiparato all'intervento di un relatore, di una
qualsiasi delibera o punto all'ordine del giorno, per cui non verrà computato
come intervento del consigliere, potrà nuovamente intervenire il consigliere che
illustrerà le motivazioni del dibattito.
CONSIGLIERE – LUCA BOGI
Una mozione d'ordine, volevo proporre, ho sentito l'assessore Bonsignori
ovviamente che ci comunicherà, parlerà sui temi della scuola, volevo proporre
al consiglio anche un intervento dell'assessore Schezzini, in merito alle ultime
problematiche inerenti l'edilizia scolastica e non solo.
PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Il dibattito prevede la possibilità di intervenire anche da parte della giunta, per
cui se l'assessore Schezzini ritiene, e non ho dubbi che l'assessora abbia la
volontà di intervenire, anzi vorrebbe intervenire quando non deve, per cui
quando rientra nelle sue competenze interverrà sicuramente, per cui non
dubitare, Bogi, dell'intervento, anche perché oggettivamente ci sono motivi per
cui intervenga, per cui credo che questo fatto che sia presente fin dall'inizio, lo è
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sempre, ma in questo caso dimostra anche attenzione a queste questioni, per cui
io do la parola ad uno dei presentatori della richiesta di dibattito, chi è che vuole
introdurre il dibattito tra i presentatori?
CONSIGLIERE - ELIS BUFALINI
Io ho sentito Cristiano Adriani, ha detto che sta arrivando, se, come dire,
aspettiamo…
PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Noi non possiamo interrompere il consiglio perché Adriani non arriva, signori,
con tutto il rispetto, i presentatori sono Coluccia, Bogi, Lami, Adriani e
Mazzola, sono presenti Mazzola, Coluccia e Bogi, per cui io credo che ci siano
le condizioni affinché si possa, da parte di uno dei tre richiedenti il dibattito,
introdurre il dibattito. Come vi ripeto, il consigliere che introduce il dibattito
non viene computato come intervento, nel senso che come tutti i relatori può
successivamente intervenire nel merito del dibattito stesso, si tratta solo di fare
una introduzione. Prego Del Bravo, sull’ordine dei lavori, dica.
CONSIGLIERA – ALESSANDRA DEL BRAVO
Sull'ordine dei lavori, Presidente, per rispetto a Cristiano Adriani che è uno dei
sottoscrittori il dibattito, possiamo ascoltare prima l'assessore Schezzini che ci
dà l'aggiornato sulla situazione che in questi giorni si è svolta e dopo iniziare il
dibattito?
PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Allora, se il problema è che il dibattito non si può iniziare perché manca
Adriani…
CONSIGLIERA – ALESSANDRA DEL BRAVO
Era per mantenere tutti e due gli argomenti distinti.
PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Il rispetto allora lo dovremmo dare anche a Lami che è uno dei presentatori, per
cui io credo che non sia corretto questo qui, l'assessore Schezzini interverrà nel
dibattito, poteva intervenire casomai nelle comunicazioni per dare
comunicazione della situazione, il dibattito è aperto, il punto all'ordine del
giorno è il due, c'è necessità di un consigliere presentatore che introduca il
dibattito, non mi sembra, ragazzi, che sia una cosa, che questo dibattito non si
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faccia se non c'è Adriani. Io se non ci sono… Mazzola… Ecco Adriani.
Adriani, hanno “meleggiato” fino a ora, sei arrivato, introduci questo dibattito.
Per memoria le dico che lei deve introdurre il dibattito, il suo intervento non
verrà computato tra gli interventi dei consiglieri, in quanto è nella funzione di
relatore, tra virgolette.
Il consiglio prenda atto dei tempi necessari per l'accensione del computer
portatile del consigliere Adriani, prendetene atto… una volta li scrivevo a mano
gli interventi, li scrivevo con la penna, a mano in un foglietto, in maniera…
questo dimostra quanto sono vetusto….
CONSIGLIERE – MAURIZIO ZINGONI
(Fuori microfono – non comprensibile)
Mi piacerebbe impiegare il tempo…
PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Se ritiene che sia inopportuno me lo dica, è inopportuno che Adriani…
CONSIGLIERE – MAURIZIO ZINGONI
Stranamente lo fa solo con quella parte dell’emiciclo
PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Sì?!
CONSIGLIERA – COSTANZA VACCARO
(Fuori Microfono)
INCOMPRENSIBILE
Sì, è inopportuno fermare il consiglio… se non lo dice lui, glielo dico io….
PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Complimenti, prego Adriani…
CONSIGLIERE – CRISTIANO ADRIANI
Colgo l'occasione, Presidente, per scusarmi con i consiglieri che hanno atteso,
noi purtroppo abbiamo delle coincidenze con i traghetti abbastanza strette e
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quando arriviamo qui attorno alle 10.00 è sempre un problema, arrivare, entrare
dentro il parcheggio, trovare parcheggio, mi scuso per questa… Mi scuso per
questa parte qui, ho avuto un contrattempo per la stampa del documento perché
stanno facendo il trasloco dell’ufficio proprio stamani, sono arrivato in ufficio
per stampare i documenti e non c'era niente, non c'era neanche il computer
collegato nel nuovo ufficio, quindi una serie di coincidenze abbastanza… e di
questo mi scuso.
Allora ormai da qualche anno a questa parte purtroppo l'apertura dell’anno
scolastico avviene in un clima di totale incertezza, di grande incertezza. Anche
quest’anno si è potuto toccare con mano la condizione nella quale si trova il
mondo della scuola, sempre più travolta da tagli indiscriminati provenienti da
parte del governo centrale. Grazie alle politiche dei tagli promosse dalla riforma
Gelmini, ma sarebbe più opportuno parlare dal Ministro Tremonti la scuola è
stata trasformata nella “azienda scuola”, decretandone un progressivo
impoverimento, ridimensionamento in termini di risorse economiche,
finanziare ed umane, personali, per il triennio che stiamo attraversando. Spesso
il governo ci ha spiegato, ci ha giustificato questo tipo di politica dei tagli, nel
senso di una necessità di mettere mano ad una situazione grave prodotta da male
gestioni di governi precedenti, dimenticandosi però che per 8 degli ultimi 10
anni ha governato il centro destra.
La scuola sta scontando il secondo anno di tagli, voluti dal Ministro della
Economia, a partire da settembre è andata in scena la cancellazione di 25 mila
posti di lavoro che si aggiungono ai 42 mila dell'anno scorso, con l'obiettivo di
raggiungere, questo è stato dichiarato, un risparmio nel triennio di cui si sta
parlando, un risparmio di 8 miliardi di euro. Questi tagli indiscriminati sono
stati promossi, come si diceva prima, come dicevo prima, per giustificare una
esigenza di razionalizzazione che seppure condivisibile, come principio
generale, per eliminare gli sprechi, per adeguare il mondo della scuola a quelle
che sono le novità introdotte dal modificarsi della situazione in essere, non può
certamente essere l'unica chiave di lettura con cui si può impostare un percorso
di riforma e si può parlare di riforma nel senso sostanziale e formale del
termine. I tagli alla scuola pubblica significano oggi una istruzione di massa più
povera, una mobilità sociale bloccata, significano un aumento della forbice
sociale, meno personale, meno vigilanza, meno ore di scuola, meno ore di
sostegno, meno sussidi, meno progetti, meno biblioteche, più svantaggi per il
futuro.
Questo vuol dire, insomma, carenza di personale e difficoltà nel garantire le ore
di apertura, difficoltà gravi anche in settori particolarmente delicati e sensibili
come per esempio il sostegno, l'ambito del sostegno, dove il blocco degli
organici rischia di compromette la qualità del servizio scolastico offerto agli
alunni disabili. Insomma, questa è l'idea di scuola che viene promossa e portata
avanti da parte del governo centrale, questa è la posizione e la priorità che si dà
ad un ambito importantissimo, almeno così crediamo noi, come quello
scolastico, come quello della istruzione, da parte del governo centrale. Del resto
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le cifre e l'importanza che questo paese dà alla scuola ed all’istruzione sono
state date dall’ultimo rapporto OCSE sulla educazione, dove si è fotografata
bene quella che è la situazione deficitaria e molto grave della scuola in Italia, un
paese che spende poco per la scuola, è l’ultimo, il penultimo paese nell'ambito
OCSE, quella che spende meno, come prodotto interno lordo destinato
all’istruzione e come rapporto spesa pubblica – istruzione.
Naturalmente questa situazione generale di crisi e di grande difficoltà ha
caratterizzato anche l’ambito provinciale, le scuole della provincia, le scuole
che sono di competenza della amministrazione provinciale. Quest'anno si aprirà
e si è aperto, come hanno detto da più parti, con un taglio complessivo di 180
persone tra insegnanti e personale ATA, che si vanno ad aggiungere ai 200
tagliati l'anno scorso, per il prossimo anno le cifre si aggirano su questo tipo di
dimensione.
Naturalmente l'amministrazione provinciale si è dovuta
confrontare con una situazione di grande difficoltà in cui risulta oggettivamente
difficile e poco agevole muoversi e fare delle scelte, anche scelte difficili,
rispetto a tutto ciò che è di sua competenza. In questi giorni nelle cronache dei
giornali si è discusso ed abbiamo assistito ad una serie di polemiche e
discussioni molto approfondite sul tema degli accorpamenti, ora ascolteremo
anche l'assessore e le parole della amministrazione provinciale su questo tema.
Noi crediamo che, vista la situazione delicata che si è creata a livello nazionale,
viste le ripercussioni che si avranno sugli enti locali, sulla Provincia, sui
Comuni, sulla stessa Regione, crediamo che ci sia la necessità da parte
dell’amministrazione, crediamo che l’amministrazione debba confrontarsi con il
mondo della scuola andando a supplire magari a carenze che riguardano il
governo centrale, a passaggi che il governo non ha fatto, cioè ascoltare fino in
fondo la voce del mondo della scuola e decidere senza fretta insieme a loro e
non senza di loro.
Questo è un po' il ruolo che secondo me devono esercitare gli enti locali, la
Provincia e la Regione sapendo che la situazione è difficile, che comunque c'è
purtroppo da ricavarsi un ruolo che è quello di supplente da parte del governo
centrale che ha dimostrato di non puntare sulla scuola, di guardare ad una
società più chiusa, con meno possibilità, per il futuro, meno prospettive per i
giovani, io parlo del centro sinistra, credo che dobbiamo lavorare ad una
alternativa anche di tipo culturale, rispetto a questo modo di vedere le cose,
restituire al centro della vita della nostra società la scuola, l'istruzione, come
occasione di crescita culturale e sociale per il singolo, come occasione di
riscatto sociale, grazie.
PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Grazie Adriani, chi chiede di intervenire? Lami, 10 minuti massimo grazie.
CONSIGLIERE - SILVIO LAMI
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Anche io mi scuso del ritardo, non mi sento molto bene ma non volevo mancare
a questo dibattito, spero di farcela a stare fino alla fine del consiglio.
Parto dicendo che oggi 50 piazze stanno manifestando contro questa riforma
Tremonti – Gelmini, in 50 piazze ufficiali in quasi tutto il resto del paese gli
studenti, come vediamo anche qui sotto il nostro palazzo, gli studenti stanno
manifestando. Ci ricordano queste manifestazioni che il nostro Paese investe
meno del 9 per cento della spesa complessive delle risorse statali, ci ricorda
anche che non è sempre stato così, perché a partire dagli anni ’80 la scuola ha
visto un progressivo impoverimento, fino a quel periodo le risorse disponibili,
le risorse messe a disposizione rientravano in quella che era la media dei paesi
sviluppati, cioè era intorno al 13,3 per cento; fino agli anni ‘80 noi investivamo
nella scuola grosso modo questa cifra, uno 0,1 in più, siamo arrivati a ridurre
progressivamente gli investimenti sull’istruzione in maniera fin troppo
consistente.
A fronte di questo non possiamo evidenziare però che solo nel 2010 le spese
militari lasceranno sul terreno dei conti pubblici oltre 23.500 milioni di euro. Il
nostro paese, oggi all’ottavo posto nel mondo per spese militari, ha più di 30
missione internazionali in corso e nei prossimi anni ha programmato di
acquistare 131 caccia bombardieri per 13 miliardi di euro e scopriamo che
nonostante le riforme il nostro esercito professionale conta ancora 190 mila
uomini, tra i quali un numero di comandanti pari a 600 generali e ammiragli,
2.660 colonnelli, e decine di migliaia di altri ufficiali che nel totale superano il
numero dei comandati.
Merita anche osservare che questa finanziaria da 25 miliardi, a cui ne vanno
aggiunti altri 5 miliardi e mezzo di mancati rinnovi contrattuali nel pubblico
impiego, colpisce prevalentemente i lavoratori e lavoratrici del pubblico
impiego ed in particolare della scuola, e che per ripianare il debito neanche un
euro verseranno i possessori dei grandi patrimoni, i grandi evasori, anzi
premiati con lo scudo fiscale o quegli speculatori che in questi anni hanno fatto
shopping finanziario con i nostri soldi, insomma che questa manovra va nella
direzione di rimettere in moto lo stesso perverso circuito che ha generato la
crisi. Intanto la Gelmini ha annunciato trionfalmente l’inizio dell’anno
scolastico, come l'anno della riforma epocale, ma di epocale c'è solo
l'insostenibile entità dei tagli economici, con l'immancabile aumento delle
regalie clientelari alle scuole private, penso a comunione e fatturazione, penso
alla scuola di Bossi, insomma, queste cose fanno parte della cronaca anche di
questi giorni.
Oltre al solito pressappochismo decisionista del MIUR non potevano mancare i
soliti ricorsi al TAR del Lazio i cui esiti, come al solito, giungono in piena
estate, durante le operazioni sugli organici.
Il tormentone ricorsi di questa estate riguardava sostanzialmente due richieste di
giudizio, la prima riferita alla richiesta di sospensione della circolare
ministeriale 17 relativa all’iscrizione nelle scuole superiori, alla richiesta di
sospensione dell'ordinamento ministeriale 39 relativo alla mobilità del
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personale docente, alle richieste di sospensione della circolare 37 relativa alla
definizione dell'organico per l’anno scolastico 2010 – 2011. La seconda
richiesta invece richiedeva la sospensione dell’avvio della controriforma, anche
per le classi intermedie dei tecnici professionali, perché priva del parere
obbligatorio del consiglio nazionale della pubblica istruzione. Il TAR del Lazio
ha riconosciuto l'illegittimità ed il danno provocato delle disposizioni
riguardanti il taglio delle ore delle classi intermedie dei tecnici professionali,
sospendendo l'efficacia delle stesse fino alla pronuncia del parere del consiglio
nazionale della pubblica istruzione, nonostante questo il MIUR non ha dato
peso ai pronunciamenti del TAR del Lazio ed ha proceduto ugualmente alle
operazioni di trasferimento dei soprannumerari, ma è del tutto evidente che
questi avranno buon gioco a ricorrere contro gli effetti prodotti da disposizioni
illegittime o comunque sospese nell’efficacia, tanto più che adesso il Consiglio
di Stato ha respinto l'appello presentato dal MIUR contro il provvedimento del
TAR del Lazio che, pronunciandosi sul ricorso dello SNALS, aveva dichiarato
illegittimo il brutale taglio delle ore di lezione che il governo aveva operato
nelle seconde, terze e quarte classi degli istituti tecnici e nelle seconde e terze
dei professionali.
Il Consiglio di Stato è tassativo, l'orario precedente va reintrodotto e con esso i
posti di lavoro eliminati riassumendo i precari. Sarà comunque una operazione
complessa, e comunque sostanzialmente il vero caos distruttivo rimane in tutta
la sua sostanza con il pesante impoverimento di qualità formativa imposta ai
tecnici ed ai professionali, con la distruzione di cattedre e orari consolidati. Vale
inoltre ricordare che tali provvedimenti, illegittimi, sono stati adottati senza il
necessario coinvolgimento degli enti locali, delle Regioni e della stessa
conferenza Stato – Regioni - Enti Locali come previsto all’articolo 2 comma 4
D.P.R. numero 81.
L’impressione, anzi direi l'evidenza, è che questo sarà un anno che non
dimenticheremo facilmente perché potrebbe dimostrarsi il punto di arrivo di
quel progetto bipartisan di distruzione della scuola pubblica iniziata dal 1997,
anno di approvazione dell’autonomia scolastica.
In sostanza possiamo affermare che dalla scuola della Repubblica siamo poi
passati alla “scuola azienda”, e con questi ultimi provvedimenti di Tremonti ci
stiamo avviando nella scuola della miseria.
La conclusione, cioè la fine di un percorso distruttivo sia sul piano economico
che politico, dopo avere distrutto la scuola elementare, dopo avere messo in
discussione l’esperienza del tempo pieno, dopo avere tagliato tutto il possibile
alla scuola media, il governo si avvia oggi a mettere in ginocchio anche la
scuola superiore. Del resto gli effetti dei tagli sono sotto gli occhi di tutti, a tal
punto che perfino la grande stampa, solitamente più attenta alla diffusione delle
veline ministeriali piuttosto che al racconto della realtà, è stata obbligata a
dover prendere atto delle classi affollate, delle mense più care, della riduzione
generalizzata delle ore di lezione, della distruzione dei modelli pedagogici
didattici più avanzati, come il tempo pieno e i moduli nella scuola elementare,
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della totale assenza di finanziamenti per il finanziamento didattico –
amministrativo, con conseguente richiesta alle famiglie di contributi sempre più
onerosi, dato che alle scuole non arriveranno più i fondi neanche per le
necessità più elementari. Dalla riduzione di oltre il 50 per cento dei
finanziamenti per le supplenze, cioè dimezzato l'utilizzo dei supplenti rispetto
all’anno passato e quindi ulteriore perdita di posti di lavoro per precari e minor
tempo scuola effettivo per gli studenti.
Dei 150 mila posti in meno di personale docente ATA in tre anni, con la
conseguenza di una drammatica espulsione di decine di migliaia di lavoratori
precari è una grande ricaduta sulla didattica, sul funzionamento delle segreterie
e laboratori, sul sostegno e la sicurezza degli alunni, sull'igiene e la sicurezza
nelle scuole.
Della mancata assunzione dei docenti e degli ATA precari su tutti i posti vacanti
e disponibili con lo scopo di mantenere una grossa fetta di precariato che
tornerà utile il prossimo anno quando la contro riforma Gelmini causerà la
seconda tranche di decine di migliaia di posti in meno, cioè non riassunzioni
anziché licenziamenti. Il dramma di decine di migliaia di precari, spremuti fino
a ieri come limoni e oggi gettati via, dove suona ancora più insultante la favola
raccontata da Gelmini che mentre attua il piano Tremonti di licenziamento di
massa, promette mitiche assunzioni anch’esse di massa per il futuro,
ovviamente, replicando grottescamente il cartello che negli anni scorsi veniva
esibito in molti esercizi commerciali “oggi non si fa credito, domani sì”.
Del blocco dei contratti, del blocco degli scatti di anzianità, anche se il Ministro
Tremonti si è inventato un furbesco emendamento di modifica del blocco per
ingannare docenti e ATA, ma tale emendamento promette decreto ad hoc per un
possibile recupero degli scatti bloccati, che data la cifra citata sarebbe irrisorio e
di cui non si danno neanche tempi certi lasciando nei fatti in vigore il blocco.
Anche se i tagli economici e le loro conseguenze rappresentano l’elemento più
vistoso della politica scolastica governativa, limitare solo a questi elementi
l’analisi significherebbe non cogliere a pieno la portata eversiva si questa
manovra. Siamo infatti di fronte ad un disegno organico, una manovra che sta
smontando pezzo dopo pezzo la scuola pubblica disegnata dalla Costituzione
per fare posto ad una scuola culturalmente immiserita, specchio di una società
che si vorrebbe anestetizzata, fondata sull’egoismo e la barbarie, fatta di
individui incapaci di pensiero critico e autonomo. Basta guardare alla scuola
superiore, ultimo e vero snodo strategico della controriforma, nella quale il
processo di trasformazione che sta prendendo avvio, punta apertamente alla
riproposizione della discriminazione di classe nell'accesso alla conoscenza. I
licei per chi è destinato a scalare i gradini più altri dell’istruzione e della scala
sociale, i tecnici ed i professionali per quanti dovranno accontentarsi di formare
nuove leve del lavoro subalterno, flessibile e precario. Un futuro di opportunità
formativa, dove la differenza la farà la condizione sociale di provenienza,
negando in questo modo anche la speranza che la scuola possa offrire una
occasione di mobilità sociale. Non è un caso che questa impostazione sia stata
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formalmente voluta da Confindustria e che sullo sfondo si agita lo spettro del
reclutamento degli insegnanti su base regionale e nominati direttamente dai
dirigenti scolastici, il tutto dentro una frantumazione del sistema scolastico
nazionale in una miriade di modelli diversi in competizione tra loro.
Ma l'anno scolastico appena iniziato è segnato anche da una ripresa del conflitto
che dimostra come la volontà di resistenza, non solo non è fiaccata, ma si sta
estendendo con nuove e più radicali modalità di lotta. In tanti istituti è partita la
campagna contro il collaborazionismo e la illegalità delle scuole con il blocco
dei progetti “attività aggiuntive”, con il rifiuto di accettare cattedre oltre l’orario
contrattuale, con il rifiuto di accettare in aula gli alunni di altre classi, con
l’astensione da attività di coordinamento, viaggi di istruzione e visite guidate.
VICE PRESIDENTE – LANDI MARCO
Consigliere Lami, ha esaurito abbondantemente il suo tempo, la invito a
concludere, grazie.
CONSIGLIERE - SILVIO LAMI
Arrivo alla conclusione, di diverso dai precedenti conflitti penso di poter dire
che ci sia l'accresciuta consapevolezza che si è aperta una fase del nuovo
scontro, nella quale dove è possibile costruire un movimento alla altezza della
sfida e dare uno sbocco unificante alle tante iniziative locali, per vincere e non
solo per resistere. D'altra parte se è vero che la scuola della Gelmini - Tremonti
è l'altra faccia del medaglia della fabbrica senza diritti di Marchionne ed
entrambe sono la rappresentazione dei nuovi assetti sociali che le destre, e parte
della Confindustria vogliono imporre, occorre che anche l'iniziativa politica a
sinistra segni un salto di qualità. Non si tratta di lanciare il cuore oltre
l'ostacolo, ma di ripartire con spirito critico verso gli errori ed i compromessi di
questi ultimi 15 anni per una alternativa anche etica, morale e culturale, alla
attuale maggioranza di governo a partire dalla richiesta di abrogazione della
riforma Gelmini Tremonti e dei suoi effetti, nonché le dimissioni del Ministro
che di fatto ha reso il Ministero un ente inutile.
Insomma e concludo potremmo dire “meglio un uovo oggi che disoccupati e
senza tetto domani”. Grazie.
VICE PRESIDENTE – LANDI MARCO
Grazie consigliere Lami, chiedo se ci sono altri interventi.
Io non ho nessuno iscritto a parlare, ha chiesto la parola Roberta Naldini, prego
ne ha facoltà.
CONSIGLIERA – ROBERTA NALDINI
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Grazie Presidente, ho 10 minuti, vero? Io voglio partire da una analisi più
lontana, una analisi che è contenuta all'interno di un documento di
inquadramento del sistema scolastico e mi riferisco al libro bianco redatto
durante il precedente governo, dal quale risulta, da una lettura attenta, evidente
a tutti una sproporzione nella gestione delle risorse tra l’impiego del 97 per
cento delle medesime per le spese correnti ed il risultato di riservare un misero
tre per cento alla qualità e agli investimenti.
Si è molto discusso anche oggi sull'entità dei tagli al personale docente e
amministrativo. Si è più volte lamentata la cura eccessiva, una razionalizzazione
non sopportabile per la scuola. Non mi pare che sia così, perché se si va a
vedere effettivamente la portata della riforma e dei tagli si scopre che a fronte di
42 mila tagli previsti dal precedente anno ben 32 mila erano posti legati ai
pensionamenti quindi la manovra di fatto si riduce da 42 mila a soli 10 mila
anni ed anche quest’anno i tagli hanno ammontato a 25 mila posti, ma
considerati ancora una volta i pensionamenti questi ammontano a 23 mila,
dunque la differenza è presto detta nel senso che il taglio è di solo duemila
posti, certo non pochi, ma indispensabili per invertire un trend di crescita della
pianta organica non proporzionato al fabbisogno effettivo di posti da insegnante
o da dirigente scolastico. Comunque in un momento di congiuntura economica
nel quale siamo, molto difficile, e di crisi internazionale, sono previste 10 mila
nuove immissioni in ruolo spesso e più che spesso dimenticate, 6.500 nuove
immissioni in ruolo di personale tecnico amministrativo, 170 posti di dirigenti
scolastici e inoltre è stato bandito un concorso per dirigente scolastico per soli
esami, e non per soli titoli come veniva fatto fino ad oggi per 2800 posti.
Quanto al tema, forse più importante , cioè i tagli tanto declamati alla disabilità,
cioè i tagli relativi al sostegno, vi invito consultare i dati dell'ufficio dati,
dell’ufficio statistiche del Ministero, piuttosto che quello degli uffici scolastici
regionali per constatare quanto vi sto dicendo ovvero che sono stati immessi in
ruolo 3.500 nuovi insegnanti di sostegno in più rispetto all'anno scorso, credo
che questo sia un segno importante da sottolineare. Questo non significa che
non ci siano i problemi o negare il problema del precariato. Nel nostro paese,
permettetemi una parentesi esiste un problema molto forte legato al precariato,
alla precarizzazione dei giovani, ma non è imputabile all'attuale governo, né
alla finanziaria in cui è contenuto l'articolo 133 relativo al piano di
razionalizzazione del comparto scuola, bensì è il frutto di anni nei quali la
scuola è stata trattata come un ammortizzatore sociale, anni in cui sono stati
distribuiti posti di lavoro che nei fatti si sono tradotti poi in posti di attesa nelle
graduatorie. Cercare di ribaltare la realtà attribuendo ad un provvedimento
dell’attuale governo l’esistenza di 220 mila precari nelle graduatorie ad
esaurimento, dotati di abilitazione, e altre 300 mila persone presenti nelle
graduatorie di istituto senza abilitazione, credo che sia una cosa non vera, che
peraltro non aiuta certo il mantenimento di una coesione sociale che è
competenza di ciascuno di noi, della maggioranza e della opposizione. Allora io
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invito tutti voi a riflettere e a dibattere questo tema che è molto importante, non
con la lente dell'ideologia, o del pregiudizio, ma andando a guardare i numeri.
Mi riferisco ad alcuni provvedimenti che sono stati messi in campo per alleviare
il precariato, voglio ricordare in proposito la disponibilità che è stata raggiunta
in maniera bipartisan con molte regioni, Calabria, Campania, Molise, Piemonte,
Puglia, Sicilia, Veneto e Lazio, con ciascuna di queste regioni sono stati siglati
accordi per 7, 10 o 20 milioni di euro, a seconda dei casi, e si è cercato
sicuramente di alleggerire la situazione dei precari.
È chiaro che questa situazione o non è stata risolta, resta sempre un fenomeno
molto importante, però dobbiamo dire che qualche cosa è stato fatto. Ora
passiamo un attimo al tema degli insegnanti, un sistema di formazione degli
insegnanti veramente qualitativo deve puntare al superamento dell'avanzamento
per anzianità. Sottolineo che il nostro paese, insieme alla Grecia, è rimasto uno
dei pochi in Europa, forse l'unico, a non prevedere una valorizzazione della
professione dell'insegnante, giacché l'avanzamento è legato esclusivamente al
trascorrere del tempo. Ebbene tale sistema deve essere superato se vogliamo
veramente avere una scuola di qualità e insegnanti preparati e motivati. Infatti
un sistema che non premia il merito e che non valorizza i risultati alla fine,
penalizza gli insegnanti migliori e soprattutto i nostri giovani ed i nostri
studenti.
Un altro tema troppo spesso evidenziato dai giornali e dai sindacati è
l'asserzione che tutte le nostre classi sono sovraffollate, cioè formate da un
numero superiore di 30 alunni. Ancora una volta vengono incontro i numeri e ci
aiutano a capire: per quanto riguarda queste classi si tratta di un problema reale
ma di dimensioni molto più ridotte. Le classi costituite da un numero di alunni
superiore a 30, e si fa presente che sono esclusivamente quelle dell’istruzione
secondaria superiore, rispetto al totale delle classi rappresentano solo lo 0,4 per
cento, questi dati risultano dai singoli uffici scolastici, inoltre dobbiamo sapere
che sono molto più numerose, cioè il 2,5 per cento le classi che hanno meno di
12 alunni. Queste però non vengono mai messe sul giornale o dai media,
vengono completamente dimenticate.
Il dimensionamento scolastico, che è la cosa che ci compete dalla conferenza
Stato - Regione, è importante, è un atto dovuto, perché se vogliamo garantire
una edilizia scolastica conforme alla normativa europea noi dobbiamo fare
questo dimensionamento. Questo accorpamento, parola brutta, come dice
l'assessore Bonsignori non è dovuto, è al di fuori dalla riforma Gelmini, non
c’entra, è una legge che è stata fatta ai tempi di Fioroni dove dice che gli istituti
che hanno meno di 500 alunni perdono l’autonomia, per cui questo è un atto che
non esiste nella riforma, viene soltanto da lontano. L'8 per cento del patrimonio
edilizio scolastico è stato oggetto in questo periodo di sopralluogo con tecnici
del Comune, della Provincia e con referenti regionali e anche con referenti del
Ministero della Infrastrutture al fine di avere una ricognizione generale delle
strutture. È stato disposto a questo proposito l'utilizzo di 20 milioni annui per la
sicurezza delle scuole derivanti dai risparmi sulle cosiddette spese per la
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politica. Si è proceduto alla definitiva assegnazione agli enti locali attraverso un
accordo con l’INAIL di 70 milioni di euro, sono stati opportunamente reperiti
un miliardo di euro dal fondo FAS, fondi delle aree sottosviluppate, per
l'edilizia scolastica. È già ripartito il primo stralcio di circa 300 milioni di euro,
e si sta procedendo al secondo stralcio, in accordo con il Ministro Matteoli ed il
sottosegretario Mantovani, alla fine di posizionare queste risorse dando la
priorità ad interventi più urgenti ed al territorio che ne ha più bisogno. Gli stessi
edifici scolastici sono stati visitati da squadre tecniche che hanno verificato tutti
gli elementi di pericolosità di carattere non strutturale ed anche strutturale,
comunque la camera, la commissione bilancio, sta prevedendo
un altro
stralcio di 300 milioni di euro proprio per l'edilizia scolastica.
Io vorrei un attimino, se ho ancora qualche minuto, parlare della situazione di
Livorno. Allora parlando proprio delle classi sovraffollate e parlando di
numeri, allora su 533 classi degli istituti superiori della provincia di Livorno,
solo 12 classi hanno un numero superiore a 27, quindi se questo è vero, come è
vero, dai dati che ha dato il provveditorato non si può dire che le nostre classi
sono sovraffollate, ci sono solo 12 classi che vanno in più, altro problema: il
problema dei ridimensionamenti, ora l'assessore ci farà un bel resoconto, come
ha fatto alla commissione, in questo caso del nostro ridimensionamento ci sono
dei problemi delle scuole che sono sotto il numero degli alunni di 500, per cui
devono essere ridimensionati, quello che più, secondo me, è noioso a dover
sistemare è la scuola del nautico, l'istituto superiore del nautico, perché ormai
da tanto tempo a Livorno è un porta bandiera per la provincia di Livorno, che è
il nautico. C'è la possibilità di chiedere deroghe, però le deroghe devono essere
chieste per non più di un anno alla volta, voi capite che una deroga di un anno
qual è il capo di istituto che sceglie il nautico? Nessuno, senza questa continuità
di dirigenza ovviamente andrebbe a finire, quindi è meglio accorparlo a un'altra
scuola, purché continui a vivere, anche perché, guardate, questo è
importantissimo, proprio per gli insegnanti, negli accorpamenti ogni istituto ha
la sua autonomia di insegnante, cioè mi spiego, ha la sua graduatoria, non viene
messo in graduatorie e mi sono ulteriormente, dopo la commissione, informata,
non viene messo in una graduatoria generale, e non per un anno, né per due, ma
finché sono dentro i poli, ognuno ha la sua graduatoria e questo secondo me è
molto importante.
Poi molto importante è la cosa di formare i… quanti minuti ho ancora,
Presidente?
VICE PRESIDENTE – LANDI MARCO
Ha già sforato di due minuti il suo tempo.
CONSIGLIERA – ROBERTA NALDINI
Allora mi fermo qui, grazie.
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VICE PRESIDENTE – LANDI MARCO
Grazie a lei consigliera Naldini. Nessuno è iscritto a parlare, si iscrive il
consigliere Bufalini, ha facoltà di parlare.
CONSIGLIERE - ELIS BUFALINI
Io partirò intanto da quelli che sono gli aspetti positivi di questa riforma, e farò
velocemente perché io ne riconosco esclusivamente uno: l'insegnamento della
lingua inglese reso obbligatorio per tutto il quinquennio che, visto il ritardo del
nostro paese su questo aspetto, credo che sia un passo non sufficiente ma
sicuramente un passo in avanti.
Io ho letto lo schema programmatico del Ministero della istruzione
dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministero della economia e
della finanza. Io credo, con onestà intellettuale, si dice in questo documento che
questa non è una riforma, perché malgrado una premessa pur condivisibile sui
ritardi della scuola pubblica, dell’Università dove si vede che all'interno dei
paesi dell'OCSE abbiamo ritardi formativi che ci rendono meno competitivi su
questo aspetto, ad un certo punto dice con chiarezza: “non si tratta di
aggiungere a quelle esistenti altre soluzioni innovazione innovative, ma di
razionalizzare e semplificare l'esistente”, che a me pare una contraddizione in
termini, da una parte discutiamo di quelli che sono i ritardi di un paese che in
ogni caso fa fatica sul fatto della competizione da un punto di vista formativo,
noi teniamo conto che nelle prime 100 Università del mondo non ve ne è una
italiana, la maggioranza sono tutte degli Stati Uniti, ci sono oggi realtà
importanti dell’India e della Cina, qualcuna della Gran Bretagna, una o due
francesi, ma non ve ne è alcuna italiana. Allora è chiaro che i provvedimenti più
importanti, in realtà, di questa riforma non sono tanto i provvedimenti relativi
all’università e all’istruzione, ma è il 133 del 2008 che invece sono
“disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la
competitività e la stabilizzazione della finanza pubblica”, cioè è un
provvedimenti che riguarda più le questioni di taglio della spesa pubblica, tanto
che noi andiamo a vedere che noi abbiamo in tre anni un taglio di 44.500
dipendenti ATA e nell'arco di tre anni un taglio di 87.341 di personale docente.
Io credo che questo sia stato un grosso errore da parte di questo governo, perché
noi ci mettiamo in un contesto dove vediamo la mobilitazione anche che è
anche fuori da qui, che è in tutto il paese, che sta fermando la scuola, senza
nemmeno a questo dare un obiettivo, senza nemmeno a questo dare un qualche
cosa che possa essere, anche per noi del centro sinistra, un confronto su quella
che dovrebbe essere la scuola, le idee su cui noi ci confrontiamo, è
semplicemente un mantenimento del sistema attuale con 120 mila tagli di
personale tra ATA e personale docente.
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Io credo che in questo momento anche di grave crisi economica la parola
d'ordine di un governo dovrebbe essere “istruzione, istruzione, istruzione”,
perché con l'emergere di economie di questa rilevanza, abbiamo gli Stati Uniti
che sono un paese da 350 milioni di abitanti, abbiamo l’India con 600 milioni di
abitanti, abbiamo la Cina che sono due miliardi, io credo che la nostra forza
deve essere fare in modo che tutti e 58 milioni di italiani abbiano un livello
culturale e anche di formazione medio – alto, che ci permetta di tenere, da un
punto di vista della qualità e della conoscenza, questo livello di competizione,
vi ringrazio.
VICE PRESIDENTE – LANDI MARCO
Grazie consigliere Bufalini, ha chiesto la parola il consigliere Zingoni, ne ha
facoltà.
CONSIGLIERE – MAURIZIO ZINGONI
Io mi rendo conto che una riforma è comunque un cambiamento e per aprirsi ai
cambiamenti c'è bisogno di una predisposizione, una mentalità.
Credo che sia necessario, a questo punto, mettersi in discussione anche sulla
scuola e gli strumenti che ha messo a disposizione il Ministro Gelmini sono
strumenti che vanno contestualizzati in un periodo ed in un momento che è
quello di crisi economica, quindi siamo in una fase difficile per il paese. Certo i
tagli che sono stati operati al personale non sono tagli in organico, sono tagli
laddove si potevano operare, quindi sul personale che era in più rispetto agli
organici, ma tornando a noi, tornando a quella che è la protesta che qualcuno ha
evocato stamani, dicendo che ci sono gli studenti a protestare, bisogna chiarirsi
su questo, perché le competenze sugli istituti scolastici trasferiti dai comuni alle
province sono ormai passati, trascorsi 12 anni, quindi in questo periodo gli enti
locali e la provincia avrebbe dovuto manutenere le sedi, avrebbe dovute
metterle in sicurezza, mi sembra che gli studenti che stamani erano qui sotto e
protestavano per l'istituto Lamarmora non facessero molto riferimento ai
problemi degli sbocchi, erano problemi di carattere oggettivo, si parlava di
sicurezza, si parlava di strutture fatiscenti, qui bisogna mettersi la mano sulla
coscienza nel senso: in questi 12 anni che cosa è stato fatto? Perché il problema
vero è stato nel momento in cui questi edifici sono stati trasferiti alle province,
12 anni fa, che si sapeva di questo trasferimento erano circa tre o quattro anni,
quindi si parla del 1995 quando cominciava a ventilare questa ipotesi, i comuni
che cosa hanno fatto? Hanno smesso di fare manutenzione, hanno passato la
patata bollente alle province e le province hanno avuto 12 anni per fare le
manutenzione, le ristrutturazioni, gli adeguamenti, la messa in sicurezza o
quant’altro. Ora se ci sono gli studenti qui sotto a protestare, non protestano
certo per la Gelmini, sì, qualcuno li può avere indottrinati e può aver loro messo
in bocca degli slogan, ma il problema vero è sulla agibilità delle aule, sulla loro
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messa in sicurezza, sul fatto che purtroppo si scontano gravi ritardi.
Allora questa è una discussione che forse affronteremo meglio quando
discuteremo il bilancio, ma mi sembra che scaricare tutte queste colpe sul
governo sia un giochino che ormai è stato smascherato, fare polemica perché
all’istituto Lamarmora ci piove dentro e dare la colpa al governo, insomma, ci
può credere uno sprovveduto, credo che nessuno in questa aula pensi una cosa
simile. È vero dei tagli che ci sono, mi confrontavo stamani con l'assessore al
bilancio, ci saranno dei tagli, ma l'alternativa sarebbe stata l'innalzamento delle
tasse o uno scenario come si sta verificando in Europa, in altri paesi che non
credo che nessuno qui lo voglia per il nostro paese.
Ripeto, per fare le riforme bisogna essere non ancorati al passato, ma proiettati
sul futuro, bisogna essere coscienti di quelli che sono i mercati anche del
lavoro, non credo che tra poco tempo ci troveremo più a confrontarci con i
nostri figli se lavoreranno a Livorno, piuttosto che a Mantova, piuttosto che da
altra parte, ma ancora di più ci troveremo ad importare professionalità straniere
nel nostro paese, quindi la sfida non sarà più quella nell'orticello di casa nostra,
un ingegnere olandese potrà venire a lavorare tranquillamente in Italia, come un
avvocato italiano potrà andare a farlo a Strasburgo, quindi credo che se ci
ancoriamo al passato, e qui le parole che vengono dalla sinistra radicale mi
giungono come parole di un conservatorismo fine a se stesso, voler lasciare
tutto come è penso che sia la peggior cosa che può fare un paese in un
momento di crisi.
Per cui ritengo che questa interrogazione sia una interrogazione che giustamente
viene attivata su un problema corrente, ma il primo esame di coscienza ce lo
dovremmo fare come amministrazione provinciale sui mancati investimenti fatti
nelle sedi scolastiche.
VICE PRESIDENTE – LANDI MARCO
Grazie consigliere Zingoni. Chiedo se si cono altri interventi? Se non ci sono
altri interventi… ha chiesto di intervenire la consigliera Alessandra Del Bravo,
ne ha facoltà.
CONSIGLIERA - ALESSANDRA DEL BRAVO
Sì, grazie Presidente, io volevo soltanto mettere un accento su questo argomento
che è così difficile e particolare, per quanto riguarda anche l'ambito
universitario perché stamattina oltre allo sciopero di studenti contro quella che è
una riforma epocale ma che comunque è soltanto un taglio di spese e di
finanziamento, anche la scuola e l'università si è mobilitata contro questa
riforma. Vorrei ricordare che nei tagli previsti all’università dei ricercatori
rispetto a quello che diceva il consigliere Zingoni proprio ora, di fronte ad una
crisi economica che non è italiana, ma è mondiale, ci sono stati degli Stati,
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come la Germania qui in Europa, ma anche l’America dove la prima cosa che
hanno fatto è stata quella di investire sulla formazione, sulla innovazione, sullo
sviluppo e sulla ricerca, noi al contrario, come grande riforma e noi siamo ben..
cioè noi auspichiamo delle grandi riforme, le auspichiamo da tanti mesi, perché
sono state promesse, ma ancora non ne abbiamo viste riforme che abbiano il
vero significato della parola “riforma” noi in Italia siamo capaci di fare
esclusivamente una finanziaria, perché non è altro che una finanziaria dove
tagliamo proprio quei rami che ci dovrebbero aiutare ad uscire da quella che è la
crisi, perciò
tagliamo
la ricerca, tagliamo i dottorati, tagliamo la
specializzazione e l’innovazione e tagliamo anche le ore di italiano e di storia
perché noi sappiamo bene che a qualcuno del nostro Governo in questo
momento la storia diciamo che è un optional, perché non è che poi se ne tenga
più di tanto conto.
Perciò questa è la grande riforma proclamata dalla Gelmini, una questione
quella dei ricercatori che voglio sottolineare perché la ritengo drammatica per
chi non lo sapesse nelle università in questi giorni sono state fatte le notti
bianche, sono state mobilitate perché dai corsi che dovevano essere iniziati da
inizio di settembre a metà settembre ad oggi sono iniziate per il 50 per cento
soltanto dal 4 di ottobre in poi perché giustamente come vuole la riforma i
dottorandi, i ricercatori che prima facevano anche espressione di didattica
perciò portavano avanti aule, hanno smesso di farlo perché la riforma non
prevede più che abbiano questo ruolo, che possano partecipare a questo tipo di
incarico. Ad oggi ci troviamo aule universitarie e corsi universitari con oltre
200 studenti, mi domando un laboratorio che non è mai partito, perché i
laboratori, di quelli neanche ne parliamo perché i laboratori non riescono a
partire a livello universitario, perché con il taglio dei ricercatori i laboratori non
partono, io mi domando cosa si possa pensare di formare ai nostri studenti, ai
giovani che vogliono e si sacrificano per una laurea, stando magari anche fuori
casa mi domando che cosa ci dobbiamo aspettare? Quando noi cerchiamo di
dire e ci lamentiamo che i nostri studenti non si laureano in tempo, noi
certamente non gli stiamo dando una mano, perché ora facciamo aule da 200
studenti, con corsi che non ci sono i laboratori dove un professore universitario
voglio vedere con quale tempistica e quale tipo di impegno può seguire il
percorso professionale di questi ragazzi.
Altro problema: tutto questo fortissimo disagio che c'è all'interno delle
università sta creando e anche sta praticamente provocando quelle che sono il
salto delle varie sessioni di esame che c'erano in questo periodo e ci saranno da
qui al prossimo novembre e dicembre. Ripeto questi sono danni che vanno
subito, immediatamente a ricadere sui nostri ragazzi, perché i nostri ragazzi
vuol dire che dovranno metterci un anno di più per potersi laureare, per poter
portare in fondo i propri studi. Questa non è una riforma, questo è dare una
mannaia addosso ai nostri ragazzi che ci stanno mettendo l'impegno, se oggi
sono a manifestare contro questa riforma lo fanno perché vogliono avere il
diritto allo studio e se fino all’altro anno avevano ricercatori e i tecnici che
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potevano partecipare con loro alle lezioni quest’anno non hanno più nulla, non
hanno più dei punti fermi perché effettivamente si va a leggere, ora non ve non
sto a leggere quello che prevede la riforma del sistema universitario, quella del
disegno di legge numero 1905, dove parla di norme in materia di
organizzazione dell’università di personale accademico e reclutamento, tenete
conto che parlano di vari corsi, e dicono ti teniamo due anni poi dopo se sei
stato bravo ti devi prendere l'abilitazione e puoi fare i concorsi, nel contempo
sono stati bloccati quelli che sono gli scatti nel pubblico impiego e la possibilità
di fare concorsi, perciò alla fine i ricercatori non troveranno lavoro, perciò
avremo questi precari che davano una mano a quella che era la crescita
professionale e studentesca dei ragazzi che non ci saranno più. Perciò oltre al
sistema di secondo grado e primo grado io vorrei che si tenesse anche di conto
di quella che è la grave situazione universitaria.
Inoltre sempre riferendomi al consigliere Zingoni, che parlava di edifici, io
vorrei tenere distinto questo tipo di problema, noi oggi stiamo parlando della
formazione dei nostri ragazzi, della cultura, di quello che è l’investimento del
Governo in questo campo, al di là degli edifici abbiamo già detto che l'assessora
darà le sue risposte e quello è un altro campo, non mescoliamo le carte per far
finta di dire le responsabilità sono di tizio o di caio. La cultura e la formazione
degli studenti è cosa ben diversa dal mantenimento degli edifici questo è un
dibattito su quello che è il danno che viene fatto ai nostri ragazzi sulla cultura e
la formazione. Grazie Presidente.
VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI
Grazie consigliera Del Bravo, se ci sono altri consiglieri?
intervenire il consigliere Gragnoli ne ha la facoltà.
Ha chiesto di
CONSIGLIERE - BENITO GRAGNOLI
Grazie presidente, ho ascoltato attentamente anche l'ultimo intervento e mi
sembra che nel confondere le acque la Del Bravo sia proprio brava, bravissima,
perché confonde le acque, io la capisco perfettamente è la pas d’aran* di
questo consiglio, e di questo mi fa piacere, ma forse fa più piacere alla sua
maggioranza, detto questo vorrei riportare al tema le manifestazioni che
vengono fatte stamani sono state fatte tutti gli anni all’apertura della scuola non
è mai esistito un anno dove non ci sono state contestazioni, mai, mai,
trovatemelo! Io ho 60 anni, penso di avere in 50 di averle vissuto no? Non ho
mai visto una scuola senza contestazioni, mai, se poi volevo tirare la ghiacchetta
anche alle manifestazioni di questa stamattina benissimo ma è fisiologico
perché gli studenti iniziano la scuola, sappiamo che gli studenti hanno qualche
volta la goliardia di fare festa, come i miei figli, ce li ho anch’io i figli e
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stamattina l'ho accompagnato caso strano, appena gli hanno detto “guarda c’è
c'è un'ora sola” è entrato però io dico “se non c'è vieni a casa” e lui dice
“madonna se non c’era la professoressa stamattina era meglio facevo festa mi
divertivo” tutti i figli sono così! Tutti, tutti, perché siamo stati tutti ragazzi, e
viene strumentalizzato molto il settore della scuola. Io vorrei tornare ai numeri,
il tempo pieno è aumentato del 3,5 per cento nel biennio 2009 – 2011– mi
sembra, le classi sono aumentate a livello nazionale da 36 mila a 37 mila, vedete
i numeri sono numeri date dall’OCSE e non li dico io, perché se li dicessi io, ma
sono dati dell’OCSE, noi siamo per la scuola del merito, merito e disciplina,
sono due valori che noi portiamo avanti, forse voi no, avete ancora la
presunzione di avere la verità, difendendo il baronato, perché ho sentito anche
poc’anzi la consigliera che difendeva il baronato, questa è la gravità! Noi invece
siamo vicini agli studenti, è diverso, è diverso! Noi spediamo il 97 per cento
sugli stipendi, non possiamo investire in altri settori nella ricerca come dici te,
certo se investiamo per il 97 sugli stipendi come facciamo? La coperta sta
diventando corta per tutti e non dite che voi non avete fatto le riforme, vi
ricordo la riforma Berlinguer che fu un dramma per l’Italia, vi ricordo la riforma
Fioroni recentemente che hanno fatto manifestazioni, non vi ho mai sentito dire
contro queste riforme, solo perché oggi c'è il centro destra che governa allora vi
fa comodo protestare. Io credo che un po' più di obiettività e vicinanza alla
scuola come ricchezza per cercare di trovare le soluzione per far crescere questa
scuola che non produce, che non produce! Produce pochissimo questo sarebbe il
punto. Grazie.
VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI
Grazie consigliere Gragnoli, ci sono altri consiglieri che vogliono intervenire?
Ha chiesto di intervenire il consigliere Michele Mazzola ne ha facoltà.
CONSIGLIERE - MICHELE MAZZOLA
Grazie Presidente io voglio dare un contributo per quanto possibile alla
discussione, perché oggi al di là della goliardia che sempre ha caratterizzato gli
studenti ma da un altro punto di vista, non in termini di protesta. Goliardia è
anche cosa seria a livello studentesco, oggi è un giorno di protesta in cui gli
studenti della città si sono mobilitati e io voglio manifestare tutta la vicinanza
mia ma penso di gran parte del consiglio alle ragioni che hanno spinto gli
studenti a manifestarsi sia le ragioni legate alla riforma, che è in atto, così detta
“riforma” sia le ragioni però mi consentirete anche legate alle proteste dei
giorni passati sulla condizione dei nostri edifici scolastici, questo perché ci
lascio una battuta, e poi spero che l’assessore Schezzini interverrà nel dibattito,
l'edilizia in realtà è il luogo in cui si fa formazione nella fase di apprendimento
di qualsiasi allievo a qualsiasi livello da primario fino all’università diventa
centrale nel potenziale o nel depotenziare la capacità di apprendimento dello
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studente; basta leggere qualsiasi analisi sui processi formativi per arrivare a
capire l'importanza del luogo in cui si eroga e si riceve la formazione. Per
quanto riguarda invece la situazione nazionale, ora il Centro Destra citava anche
la Sinistra Radicale e mi fa molto piacere, c'è un piccolo problema però che se
vediamo nel dizionario “Riforma” si vuol dire è definita come il “fine e il mezzo
di politiche tendenti all’evoluzione ed aggiungo al miglioramento continuo di
ciò su cui si va ad intervenire” quindi noi siamo assolutamente a favore di una
innovazione e di una riforma, bisogna però capire la direzione verso cui si va.
La riforma di cui stiamo parlando oggi è spesso stata definitiva una contro
riforma perché ha purtroppo, in modo più accentuato rispetto ad alcuni aspetti
che hanno avuto anche le riforme precedenti, io solo in parte e lontanamente,
sottolineo lontanamente condivido una cosa che ha detto Gragnoli. I Governi
che si sono succeduti in Italia, non hanno mai avuto una grossa lungimiranza
nel progettare la scuola. Io quando ero studente protestavo contro Berlinguer e
quindi non è che ora mi rimangi quello che ho fatto da studente, c'è sempre stata
una concezione molto ragionieristica della scuola, lo testimoniavano anche gli
interventi precedenti, una serie di numeri che poi come ci ha mostrato la Naldini
che è molto esperta dell’argomento, ognuno i numeri li tira un po' come vuole,
da una parte o dall'altra i numeri, le relazioni oggettive si tirano sempre come
si vogliono. Il problema è che noi abbiamo una scuola che non risponde alla
società di oggi, una scuola in cui c'è stata una riforma debole che rischia di
essere affossata oggi sull'obbligo di frequenza, noi abbiamo inventato un
giochino assurdo, un giochino assurdo che è l’obbligo formativo per non avere
il coraggio di portare all’obbligo scolastico fino alla maturità in una società in
cui siamo sempre più globalizzati, lo si dice ogni giorno, in cui gli stimoli
esterni che arrivano sui nostri cittadini sono continuamente una pletora di
informazione, di deinformazione, di mala informazione in cui dovremo creare
coscienze critiche in grado di distinguere, chiaramente e di farsi autonomamente
un’idea una concezione della vita e della società, noi non siamo neppure in
grado di portare un obbligo scolastico fino alla maturità perché siamo convinti a
15 anni possiamo prendere un bimbo, se non prima, buttarlo nel mondo del
lavoro magari ovviamente con un contratto che non garantisce nulla e metterlo
in balia di ciò che avverrà. Quindi un primo punto su una riforma noi ci stiamo
a discuterla, discutiamo di innalzare l’obbligo scolastico fino alla maturità.
L’altro aspetto, discutiamo, azzeriamo tutto sulle risorse che mettiamo nelle
scuola, perché il 93 per cento sui docenti non è un elemento per cui ci si
scandalizza, tutt’altro, noi dovremo pensare semmai a riqualificare gran parte
del corpo docenti soprattutto quello che è in servizio da più anni, dovremo
pensare ad istituire anche per i superiori in modo particolare l'utilizzo dell'anno
sabbatico come elemento di approfondimento degli interessi degli insegnanti,
dovremo iniziare a formare i nostri insegnanti perché perlomeno conoscano le
lingue straniere almeno una come se fosse la propria seconda lingua madre,
dovremo iniziare ad introdurre nelle scuole così come sta facendo la Spagna
l'abitudine sin da piccoli, non semplicemente di insegnare l'inglese, ma di
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scegliere una materia che può essere una qualsiasi che si insegni direttamente in
lingua inglese, dovremo pensare quindi a dare valore da un punto di vista
formativo agli insegnanti e retribuzioni adeguate al lavoro che essi fanno, e
retribuzioni adeguate. Il cuore della scuola sono gli insegnanti, la spesa della
scuola deve essere sugli insegnanti ed insieme agli insegnanti deve essere sul
personale che ruota nella scuola, sul personale ATA, sul personale che gestisce i
laboratori, siamo in una condizione in cui nelle scuole c'è un responsabile, una
persona che gestisce 5 o 6 laboratori con strumentazioni assolutamente
inadeguate, allora il problema altrimenti qui si gira intorno qual è? 27 alunni
sono parecchi, meno di 30? E’ questo il problema abbiamo aule omologate a 22
alunni di solito se non a 20 perché prima si entrava con meno numeri, ma di
che cosa stiamo ragionando? Vogliamo fare una riforma coraggiosa che immette
risorse vere all'interno della scuola e che ripeto, si occupa della formazione,
dell'accesso alla scuola intanto facendo un lavoro serio sul caro libro, facendo
un lavoro serio su tutto ciò che compete e ruota intorno alla scuola a partire dal
trasporto pubblico che invece verrà tagliato per una finanziaria che taglia a
cascata, la Regione taglia a cascata il trasporto pubblico e ritorneremo tutti in
macchina o in bicicletta o forse si va a piedi, si va a scuola a piedi, potrebbe
essere visto che se entriamo nel 2020, potrebbe essere un indirizzo da fare.
Vogliamo fare una riforma che dà a chi lavora nella scuola la dignità del lavoro
e dà agli studenti la capacità di accedere in luoghi, lo ripeto, da un punto di
vista di accoglienza di strutture degno di questo nome, un punto di vista
formativo in grado di ricevere le informazioni necessarie, da un punto di vista
strumentale in grado di avere gli strumenti, questo si fa però se le riforme della
scuola la smettiamo di farle fare al Ministero dell’Economia, perché la crisi in
questo caso è una scusa, è una scusa bella e buona, ci sono Paesi Europei che
hanno investito, si può scegliere dove mettere le risorse, bastava mettere una
tassa come diceva prima Lami sui grandi patrimoni per recepire i soldi ed
immetterli nel sistema scolastico, su questo concetto di riforma sicuramente la
sinistra radicale o non radicale ha altri giudizi però è in grado di confrontarsi e
di mettere proposte in campo.
VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI
Grazie consigliere Mazzola ha chiesto di intervenire la consigliera Vaccaro ne
ha facoltà.
CONSIGLIERA - COSTANZA VACCARO
Sì, grazie presidente, dunque avevo la speranza pur flebile di poter affrontare un
tema così delicato e per certi aspetti anche controverso come quello della scuola
con toni di dovuta serenità ed anche di opportuna serietà, purtroppo queste
speranze erano già labili insomma si sono arenate ben presto visto e giudicato il
tono di alcuni interventi di colleghi che mi hanno preceduto, allora cominciamo
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a dirci una volta per tutte le cose come stanno, la scuola così com’è non ci
piace. La preparazione dei nostri studenti a partire soprattutto dagli istituti
superiori secondari fino ad arrivare all’università è una preparazione molto
scadente soprattutto se confrontata con la media degli studenti che escono da
altri istituti dei Paesi Europei, c'è un altissimo tasso di abbandono delle
università, ma non solo, anche un tasso molto elevato di tutti quegli studenti che
non raggiungono il diploma delle scuole superiori secondarie, in sostanza in
questi ultimi anni la corrispondenza diciamo tra il sistema formativo e le
necessità di un paese che ha sempre più la voglia di crescere in competitività, di
aumentare la proprietà offerta anche culturale e formativa risulta essere più
complicata e farraginosa, purtroppo ovviamente i mali della scuola e questo non
ho sentito nessuno dirlo, se non ovviamente il centro destra che deve, deve
proprio visto gli attacchi difendere il lavoro che sta facendo questo governo, i
mali della scuola non sono di oggi ma neppure di ieri o l'altro ieri, se non
ricordo male dal 1860 in poi abbiamo avuto 33 ministri della Pubblica
Istruzione e guarda caso non appena un ministro si va ad insediare nel dicastero
la prima cosa che fa è quella di scombussolare completamente e il sistema
formativo del predecessore creando evidentemente una grandissima
frammentarietà questo lo volete disconoscere? Spero proprio di no. Allora
siccome qui si è parlato di tutto, medie superiori università, allora io voglio
partire per fare una panoramica più generale dall'inizio, prendiamo ad esempio
la scuola materna, il vituperato veramente il vituperato provvedimento del
rientro della reintroduzione del maestro unico da parte della Ministra Gelmini,
io ricordo che ci sono state veramente...
- I consiglieri fanno notare alla consigliera Vaccaro che forse si riferisca alla
scuola elementare e non materna.
CONSIGLIERA - COSTANZA VACCARO
Sì elementari scusate, il maestro unico elementare, abbiate pazienza, io ricordo
che ci sono state veramente delle reazioni quasi scomposte, quasi sconquassate
alcune anche legittime come quelle del mondo del precariato che vedevano
allontanarsi sempre di più la possibilità della stabilizzazione del proprio ruolo
professionale, questa cari colleghi è una drammatica realtà, ma è altrettanto
vero che la scuola non può più essere in generale la Pubblica Amministrazione
non può più essere considerata come ha fatto la sinistra per decenni una sorta di
perenne stipendificio o addirittura un ammortizzatore sociale perenne, ricordo
reazioni sconquassate di genitori che si lamentavano perché avevano paura che
non ci fosse più il tempo pieno, alla prova dei fatti è aumentato, sono
aumentate le ore di tempo pieno, avevano paura che il grembiulino lo ricordate?
Che è uno strumento di grande praticità e che soprattutto garantisce
l'uguaglianza almeno estetica di tutti i bambini avevano paura che il
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grembiulino fosse sorta di ritorno alla vecchia divisa squadrista! Avevano paura
che fossero compressi alcuni insegnamenti importanti materie importanti come
il laboratorio, l'informatica, la lingua inglese, l’attività fisica, nulla di tutto
questo è successo, veramente l’emblema, l’apoteosi dell'espressione massima
della faziosità di questa sinistra a proposito di scuola si è avuta a Bologna
quando ricordo ancora in quel corteo insegnanti, genitori che sfilavano con
bambini strumentalizzandoli di 6 – 7 - 8 anni che avevano striscioni che
inneggiavano contro la Ministra Gelmini, è stato veramente scandaloso, oggi
alla luce di quei fatti tutte quelle paure erano ingiustificate. Allora in questi
ultimi anni nella scuola la regola che è prevalsa è stata la difesa dello status quo,
è prevalsa la difesa sindacale, della quantità tanti insegnanti mal pagati, mal
retribuiti a discapito della qualità e questo cari signori, cari colleghi e care
colleghe non possiamo più permettercelo! Il sistema Paese non ce lo consente
più! Noi sappiamo benissimo che la categoria degli insegnanti a cui peraltro
sono legatissima, persone straordinarie veramente, soprattutto quelle che non
sud Italia vanno ad acciuffare i bambini perché realmente vadano a scuola e
concludano gli studi. Noi sappiamo che la categoria degli insegnanti costituisce
una sorta di serbatoio, diciamo quasi di santuario elettorale della Sinistra per cui
sappiamo che come dire è un mondo assolutamente intoccabile, ma non
possiamo più permetterci come sistema paese il fatto di avere ad esempio 136
mila bidelli e a fronte di 106 carabinieri, lo capite anche voi che c’è qualcosa
che non torna, qualcosa che non quadra. Un bidello ogni due classi ma stiamo
scherzando? Stiamo scherzando, e ancora si possono contestare nella riforma
Gelmini uno, due, tre provvedimenti, ma questo lo dico soprattutto al partito
Democratico perché purtroppo con la Sinistra non ci resta che allargare le
braccia, ma addirittura bloccare, bocciare tutto il processo riformatore, previsto
da questa riforma è veramente strumento anzi emblema della vostra debolezza e
se me lo consentite anche dell’ipocrisia di questo partito perché le parole
ascoltate bene: i peggiori risultati italiani in termini di competenze non si
associano ad una minore spesa, anzi questa è anche maggiore rispetto ad altri
paesi, quindi esiste un evidente problema di allocazione delle risorse
finanziarie in stipendi dei docenti. Chi dice questo non è la Ministra Gelmini,
ma è il Ministro Fioroni, libro bianco della Scuola 2006 - 2008 e quindi di che
cosa ragionate? Quello stesso ministro Fioroni che ha deliberato il
discussissimo provvedimento di cui oggi stiamo parlando, vale a dire il
riordino degli istituti superiori secondari. Perché così come ci ha confermato
l'assessore Bonsignori in commissione, io ero presente in sostituzione del
collega Antonini, così come ci ha confermato l’assessore questo provvedimento
è stato voluto da Fioroni, non dalla Ministra Gelmini! Allora invece di aria
fritta cerchiamo di parlare di cose che sono di nostra competenza, le scuole
superiori ma vi rendete conto o no che da un punto di vista dell’edilizia
scolastica noi abbiamo fior fiori di istituti superiori secondari che versano in
condizioni strutturali fatiscenti, abbiamo le scuole che non sono più a norma di
legge, non rispettano la legge nazionale del 1982 in materia antisismica, che
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costa stiamo aspettando? Stiamo aspettando che ci scappi il morto che a
Livorno venga e succeda l'irreparabile? Ovviamente non voglio fare l’uccello
del malaugurio, ma è dal 1982 che c'è questa legge! Parliamo di edilizia
scolastica, abbiamo le pareti delle aule delle scuole che grondano muffa,
Presidente la prego di richiamare il consigliere Mirabelli che di disturba e di
non calcolare questo come tempo che sto usufruendo le pareti delle scuole,
grondano muffa ci sono infiltrazioni all’Elba, a Piombino, nelle scuole ..
- Il Consigliere Mirabelli rumoreggia
VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI
Consigliere Mirabelli..
CONSIGLIERA - COSTANZA VACCARO
Mirabelli mi faccia finire
VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI
Per cortesia consigliera Vaccaro
CONSIGLIERA - COSTANZA VACCARO
Presidente la prego assolva al suo ruolo.
- Il Consigliere Gragnoli rumoreggia
VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI
Un attimo, un attimo, consigliere Gragnoli per cortesia si metta a sedere.
- i consiglieri Gragnoli e Mirabelli rumoreggiano
VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI
Sospendo la seduta guardate, consigliere Gragnoli per cortesia si mette seduto,
consigliere Mirabelli faccia finire l’intervento alla Consigliera Vaccaro, per
cortesia. consigliere Gragnoli io non la richiamo più. Per favore lasciate
concludere la consigliera Vaccaro.
CONSIGLIERA - COSTANZA VACCARO
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Consigliere Mirabelli è così democratico da farmi terminare?
VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI
Consigliera Vaccaro la prego di concludere il suo intervento grazie.
CONSIGLIERA - COSTANZA VACCARO
Grazie presidente, stavamo dicendo che ci sono le pareti delle aule delle scuole
che grondano acque, sono piene di muffa, ci sono infiltrazioni nei laboratori,
acqua piovana che scende sui computer con il rischio di corto circuito, allora
invece di parlare di aria fritta, cominciamo a mettere risorse, a mettere mano su
questo tipo di interventi, peccato il tempo probabilmente si sta esaurendo ci
sarebbe anche da parlare dell’università dei 5500 che abbiamo come università
circa 300 hanno meno di 15 studenti, in una classifica di 200 università la
nostra prima università italiana Bologna si classifica solo al 192esimo posto, la
Gran Bretagna che spende un terzo nell’offerta formativa di quello che
spendiamo noi piazza 35 università nei primi 100 posto di cosa stiamo
parlando? Di cosa state parlando? Allora che la Sinistra ma soprattutto il Partito
Democratico pensando anche a Berlinguer che è stato veramente trucidato dalla
sua sinistra e dal sindacato perché voleva inserire una riforma di merito che poi
peraltro, visto tutti i cambiamenti e le correzioni e gli interventi correttivi, ha
prodotto disastri che si sono perpetrati per gli anni, la sinistra pensi al passato
per cercare di fare una programmazione più seria e di compiere finalmente quel
processo riformista che è da 20 anni che voi auspicate sempre a parole ma mai
nei fatti. Grazie.
VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI
Grazie consigliera Vaccaro, prego i consiglieri, per cortesia consigliere
Coluccia, cerchiamo di andare avanti serenamente con la discussione. Ha
chiesto di intervenire la consigliera Lupi, ne ha facoltà.
CONSIGLIERA - ROSSELLA LUPI
Grazie, io credo che sia molto importante che la maggioranza dei gruppi
presenti in questo consiglio, sia stato concorde nel chiedere che ci fosse questo
dibattito, io vorrei sottolinearlo un segnale di vicinanza che la politica vuole
dire a tutti gli studenti, segnali di vicinanza e di attenzione a tutti gli studenti, a
tutti i lavoratori, a tutte le famiglie coinvolte nei disagi, molto gravi, e molto
grandi che si stanno riscontrando nella scuola. Le manifestazioni che si sono
succedute in Italia e quelle che sono oggi qui ed in altre Province non sono per
piccole cose strutturali già risolte a livello provinciale, ma sono proprio in virtù
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di una... non possiamo chiamarla “riforma” stavo cadendo nel tranello, non
possiamo chiamarla riforma, quella di cui stiamo parlando non è una riforma
lungimirante, è semplicemente un attacco duro e distruttivo portato avanti con
determinazione incredibile. Io credo che si sia veramente esagerato la Gelmini
da un punto di vista della produttività è stata bravissima, in 2 anni e mezzo è
riuscita a scompaginare, scombussolare l'intero apparato scolastico, l'intero
apparato più importante di uno Stato Nazione, a partire dal primo ciclo, la
scuola di primo grado, di secondo grado, l’università i non investimenti nella
scuola della prima infanzia. È riuscita a scombussolare tutto, in due anni e
guardate tutti i decreti attuativi, tutti i regolamenti che vanno in questo senso,
riflettete in due anni, in due anni partono tutti dall’articolo 64 del D.P.R. 112,
che è di una legge finanziaria, tutto parte da un taglio di 8 mila miliardi che
doveva essere fatto sulla scuola, allora si può negare la verità, ma negare la
verità non impedisce che la verità sia vera, questa è la verità, e non si può
negare, Perché questi sono i dati, e non si può sostenere che non ci siano danni
o ripercussioni negli istituti, nelle scuole, c'è un aumento di 20 mila unità di
alunni nell’anno scolastico in corso ed una riduzione di 3700 classi, c'è il tempo
pieno, come si fa a dire che non è stato tagliato l'organico? Nel tempo pieno
non c'è più la compresenza, c'è semplicemente la presenza di due insegnanti nel
tempo pieno del primo ciclo, quindi si è azzerato tutto quello che era fare
scuola da un punto di vista di ottica educativa moderna, che vuol dire fare
laboratori, che vuol dire fare attività extra curricolari, si è tagliato tutto quello
che permettesse questo, compreso attenzione il bacino di flessibilità che
permetteva di supplire alle supplenze dell’assenza di personale e quindi non
avere come sta accadendo l’accorpamento delle classi laddove manca
l'insegnante, e quindi altre che classi soprannumerarie, ci sono, di organico,
perché ci sono classi che sforano i 30, perché è consentito vanno anche a 35 ma
ci sono quasi tutti i giorni la dove manca qualcuno, perché comunque non c'è
più una dotazione organica dentro l'istituto capace di far fronte a quelle che
sono le emergenze quotidiane. Quindi da questo punto di vista non si può
davvero eludere questa cosa, e poi i tagli al personale ATA, sono stati terribili, i
numeri, allora tornando ai docenti abbiamo avuto 42 mila docenti in meno
nell'anno scolastico passato e 15 mila ATA per il corrente anno, per quello in
corso si prevedono 25 mila docenti in meno di personale docente e 15 mila di
nuovo di personale ATA si può con queste cifre pensare che non ci sia una
ricaduta negli istituti? Bisognerebbe non parlare a tavolino ma andare a parlare
con le persone che stanno davvero nelle scuole, c'è uno sconforto ed una
desolazione che è assolutamente micidiale, perché guardate non solo si inficia
l'ottimizzazione dell'insegnamento nel momento e quindi la possibilità di
insegnare ed educare in un certo modo, in maniera diretta, ma si va a creare un
danno che è profondissimo perché si va a creare un danno laddove nella
motivazione del corpo docente, nella motivazione di chi lavora dentro le scuole
e quindi nella possibilità anche di avere quel grado di disponibilità che
consente poi che si possa avere una produzione di cultura e di formazione
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adeguata, e da questo punto di vista veniva citato dal consigliere Zingoni il
parametro della globalizzazione del doversi confrontare con l'Europa e con una
competitività, bene, gli obiettivi di Lisbona 2010 ci indicavano dei parametri,
rispetto a questo siamo scandalosamente indietro.
Abbiamo un numero di ragazzi con il solo diploma che è 40 per cento di fronte
di un obiettivo del 85 per cento, abbiamo solo il 12 per cento di laureati,
abbiamo una dispersione scolastica del 22% se questi non sono dati che
dovrebbero indurre un governo ad affrontare il problema dell'istituzione
scolastica, con serietà, perché può anche essere necessario riorganizzare, può
essere necessario in alcuni momenti tagliare, sì è stato fatto anche in passato, è
stato fatto da governi anche del centro sinistra, però gli strumenti si usano in
maniera diversa, e in momenti opportuni, si può tagliare i rami di una pianta
portandola alla morte, si può tagliare in una maniera per cui non si creano
comunque danni che mettono a repentaglio la struttura stessa. Allora da questo
punto di vista non è stato preso un tempo adeguato di concertazione non è stato
preso un tempo di riflessione sufficiente, si sono operati tagli con una velocità
che ha quasi dell'impressione che si volesse non lasciare il tempo di poter
reagire e si è determinato nella scuola un disastro che è veramente incredibile.
Io ho qui tanti dati e rimane difficile enunciarli tutti, vorrei però fare alcune
riflessioni che ritengo importanti, in quei due anni e dal 2008 da quando è
partito l’attacco della Gelmini al sistema dell’istruzione contemporaneamente,
guardate è stata tolta la tassa ICI sulla prima casa a tutti, indiscriminatamente e
quelle erano risorse che potevano assolutamente entrare nelle casse dello Stato.
Si è tolto quello che era stato messo in campo dal Governo Prodi per
combattere l’evasione fiscale, la tracciabilità e tutta un’altra serie di sistemi che
erano stati messi in campo e quindi si è azzerato l'ICI non si fa niente da un
punto di vista di recupero dell’evasione fiscale e poi si taglia su un settore
determinante dell’istruzione come quello della scuola, si sta tagliando sulla
possibilità dello sviluppo delle nostro stato, e anche qui al di là del luogo
comune che si sta tagliando sul futuro, vogliamo un pochino entrare nel merito
di che cosa vuole dire? Perché non è solo un problema di quantità di
insegnamenti che un ragazzo può avere nel corso della vita o dei diplomi a cui
può arrivare, ma qui ci va di messo anche il tipo di cittadino che si forma nelle
scuole, sarà un cittadino che grazie ad un percorso scolastico di un certo tipo
avrà una sufficiente autostima e quindi una capacità anche di intrapresa
personale, avrà una capacità critica personale sufficiente a potersi gestire nelle
difficoltà della vita da affrontarle, avrà una creatività che gli potrà consentire di
essere un cittadino che produce idee, e produce qualcosa per lo Stato o no?
Questo è in relazione alla scuola, questo è quando si dice che si taglia sul futuro
e non certo per la quantità di ore di insegnamento e comunque a proposito
delle ore, si è andati a diminuire le ore, come si fa a dire di no? Cioè si sono
ridotte le ore di insegnamento, aumentata l'ora, ridotta e accorpati gli
insegnamenti, si è fatto di tutto per riuscire a ridurre il numero dell'organico.
Io credo che davvero come ho detto, negare questo non lo si possa davvero
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fare, ci sono stati tagli precedenti? Sì veniva ricordato il problema relativo alla
ridefinizione della rete scolastica e quindi al dimensionamento degli istituti. È
vero che è partito da una disposizione del Governo Prodi, ma anzi guardate noi
ne siamo molto orgogliosi, perché una delle leggi migliori che ha fatto il
Governo di Centro Sinistra nel 1997 che è la legge 59 quella sull’autonomia
scolastica. L’autonomia scolastica doveva servire appunto a far sì che gli istituti
potessero interagire nei vari territori a seconda delle esigenze diverse di
formazione in relazione con le istituzioni, è che a questa legge dell’autonomia
andava dato seguito, andavano messe in campo altre cose che consentissero di
arrivare a questo, ma invece la Gelmini si è introdotta su questa premessa che
era dell’autonomia con le modifiche introdotte dall'articolo 74 della legge
finanziaria che diceva di aumentare il rapporto alunni/docenti, diminuire nella
spesa etc. etc. per cui il dimensionamento ovviamente ha assunto un carattere
diverso da quello che comunque era la sua impostazione originaria e poi che
dire, si è sovrapposto in un momento storico cui negli istituti superiori si è
appena andati ad una riorganizzazione degli indirizzi che ha azzerato tutte le
sperimentazioni senza dare possibilità di valutare quello che era da buttare via,
perché c'erano cose da tagliare, e di mantenere quello che era buono, si è
andato ad inserire in un momento dove c'è già tutta la difficoltà di una
riorganizzazione di questo tipo e quindi è chiaro che mettere in campo questo
con quelle sottolineature che facevo prima è chiaro che c'è una commistione di
problematiche che vanno ad investire il mondo della scuola.
VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI
La prego di concludere consigliera grazie.
CONSIGLIERA - ROSSELLA LUPI
Io vorrei sottolineare questo, che per la gravità dei problemi che ci sono nel
mondo della scuola io credo che chi non è d'accordo con quanto sta accadendo
da un punto di vista politico credo che sia importante che alzi la voce e che si
ponga con forza rispetto a quanto sta accadendo, alla richiesta che si
interrompano questi circuiti perché si sta mettendo in discussione la stessa
democrazia e non dico una cosa assurda, perché se la democrazia è la
formazione di cittadini con un pensiero critico capace di pensare e di ragionare
si sta mettendo a rischio anche questo.
VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI
Grazie consigliera Lupi, non grazie non ci sono consiglieri iscritti a parlare, se
non ci sono altri interventi a questo punto do la parola all’assessora Schezzini,
prego assessora.
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ASSESSORA – CATALINA SCHEZZINI
Prima di tutto permettetemi la mia solidarietà personale e come assessore quindi
anche a nome della Giunta per tutte le battaglie che gli studenti in questo
momento stanno portando avanti, loro hanno ragione, perché stanno lavorando
per il loro future e chiedono a noi delle risposte, l'importante è che queste
risposte e queste richieste non siano come dire, accompagnate da sovrastrutture
che fanno perdere di vista a volte quella che è - come dire - la partenza.
Questo lo dico perché è avvenuto anche diciamo nell'avvenimento che ha visto
la sala del Consiglio Provinciale estremamente piena di ragazzi nei giorni
scorsi, come voi tutti sapete nelle aule della succursale ospitate presso la ex
caserma Lamarmora di proprietà del Comune di Livorno, durante l'occupazione
i ragazzi hanno chiamato una sera giustamente i Vigili del Fuoco i quali hanno
verificato in un sottotetto non agibile direttamente, l’ammaloramento di una
trave, questo non ha reso inagibile l'edificio, vorrei che fosse chiaro, ha reso
inagibile semplicemente uno spazio affianco ai bagni del secondo piano. Questo
ha fatto sì che comunque si creasse una discussione, un movimento ed i
ragazzi come voi vi ricorderete la scorsa settimana nell’ultimo Consiglio sono
venuti e abbiamo discusso con loro prendendo atto della situazione, io sono
stata personalmente a vedere la scuola e lì c'erano dei problemi dovuti alla
occupazione e c’erano dei problemi dovuti alla qualità dell'immobile, ma non
erano problemi tali da pregiudicare effettivamente nell'immediato la sicurezza
dei ragazzi che avevano per 6 classi a disposizione due piani di un’ala della
Lamarmora. Abbiamo comunque deciso di trovare immediatamente una
soluzione, il presidente dell’Isis Niccolini Palli la dottoressa Orlandini ha messo
a disposizione un piano intero delle magistrali in Via Maggi, in cui sono
collocate 6 aule con i relativi servizi divisi per maschi e femmine che sono
abbandonati da qualche anno, sembrava una soluzione ottimale anche se con
una spesa da parte dell’amministrazione per ripristinare delle aule che sono
abbandonate da qualche anno e quindi devono essere - come dire - rinfrescate,
usiamo questo termine, però qualcuno ha alimentato e ha detto che neanche
l'edificio di Via Maggi è a norma ed è sicuro. Allora io vorrei chiarire una cosa:
una questione sono le certificazioni, che i nostri istituti scolastici hanno,
un'altra cosa sono gli ammaloramenti che edifici a volte anche vetusti hanno
quotidianamente, a Livorno soffia il libeccio si spostano dei tegoli comincia a
passare mari l'acqua in un sottotetto, non lo vediamo subito, non c'è una
comunicazione immediata da parte della scuola e quindi succedono anche
queste cose, ma non sono dovute ad una volontà dell’amministrazione di non
occuparsi, c'è necessità di avere un continuo dialogo tra scuola e
l'amministrazione e le risorse necessarie per risolvere questi problemi, e qui
vengo all'altro punto di carattere generale.
Noi avevamo a disposizione, ci era stato promesso per tutte le scuole d'Italia un
fondo di mille milioni di euro, due anni fa, questo fondo poi è stato - come dire
- prosciugato di 250 milioni e sono diventati 750, allora in Italia abbiamo il
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titolo quinto abbiamo la sussidiarietà, abbiamo una legge che dice che i comuni
si devono occupare delle scuole elementari e delle scuole secondarie e inferiori
e le Province si devono occupare delle secondarie superiori, la consigliera del
PDL faceva riferimento proprio a questo fondo, questo fondo, se ne siamo
occupati nel mese di maggio – giugno, non ricordo la data precisa, in quella
occasione fu precisato come questo fondo i due Ministeri Infrastrutture e
Pubblica Istruzione avevano deciso loro, si erano presentati alla Conferenza
Stato Città per decidere loro come sarebbero stati spesi la prima trance dei 350
milioni lasciando del vuoto pneumatico la seconda tranche, mentre saremmo
dovuto essere noi insieme ai comuni a dover dire dove, come e quando, ma in
realtà ci avevano fornito un elenco, bene sulla base di questo elenco che loro
hanno fatto e non noi, non è ancora partito niente, di soldi non si è visto
nemmeno una lira! Lo dico apposta una lira, perché le lire non sono più in
corso, perché non ne sappiamo niente e pur essendo titolari da quel che si sa di
alcune di questi finanziamenti non abbiamo avuto nessuna possibilità di
attingere. In realtà dall'altra parte la riforma Gelmini che ha portato le classi a
diventare da 20 – 25 - 27 - 29 - a 30 alunni anzi ha pensato che in definitiva i
muri cose ferme sono e non sono cartongesso che si muove o tende che si
muovono a discrezione del padrone del momento e quindi noi ci siamo trovati
anche, anzi la scuola soprattutto non tanto noi, a dover inseguire la
collocazione delle classi in aule che erano consone agli standard, però io vorrei
terminare dicendo questo: noi abbiamo accolto con piacere e disponibilità i
ragazzi che hanno sollevato un problema vero che era quello, diciamo del loro
timore di avere una struttura che comunque in ogni caso sarebbe stata
abbandonata con questo anno scolastico, gli abbiamo offerto una soluzione
decorosa nel giro di un mese, loro non si sono fidati, sbagliando di noi, hanno
chiesto un ulteriore impegno, facendo alcune considerazioni di carattere politico
quasi qualunquistico che non attenevano al problema. Il Presidente Kutufà ha
assunto in proprio questa istanza ed abbiamo risolto con la disponibilità di tutti
il problema in una giornata, non è perché si poteva fare anche prima, perché i
problemi si risolvono per come siamo messi nel momento in cui si creano,
perché mi sembra Zingoni, non mi ricordo se Zingoni o Gragnoli hanno detto
“vedremo in bilancio” ma noi abbiamo davvero la possibilità di intervenire
finanziariamente in tutte le scuole che hanno bisogno di interventi o dobbiamo
fare una scelta sempre rinunciataria per fare tornare questo lenzuolo che è
diventato meno di una federa rispetto alla necessità di una scuola che aumenta,
perché quando si chiede qualità e quando si impone quantità nelle aule poi si
deve chiedere e si devono fornire strumenti nelle strutture scolastiche.
Ecco io credo che quando si discute, come dire, creando e a volte anche
ingenerando equivoci per i ragazzi, io credo che noi come adulti dobbiamo
avere sempre la barra diritta, perché noi dobbiamo essere in grado, nel momento
in cui fomentiamo, di avere gli strumenti, le risorse e le capacità di gestire il
tutto. Allora io chiedo a questo consiglio, davvero, che si faccia promotore di
una iniziativa che ci aiuti a risolvere il problema dell’edilizia, noi abbiamo
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fornito come assessorato in questi mesi, tutto un elenco di lavori che abbiamo
fatto negli ultimi 20 anni, nell'ultimo anno, quello che ha fatto l'ingegner Sassu
i sopralluoghi della commissione, abbiamo tutti gli elementi per sapere quanto
effettivamente la Provincia ha investito ed è stato tantissimo in questi anni e
anche nell’ultimo anno perché nonostante i tagli e la crisi di bilancio l’anno
scorso abbiamo tirato fuori un altro milione per investire sulle manutenzioni
scolastiche dai bilanci del Comune, la legge 23 non è stata finanziata dallo Stato
da alcuni anni e da alcuni anni pur chiedendo, pur chiedendo lo Stato continuo
modifiche noi abbiamo ricevuto finanze pari a zero per gestire la scuola. allora
io credo che questo sia un elemento importante, nel momento in cui i ragazzi
pongono i problemi noi dobbiamo essere in grado di aiutarli non con le
chiacchiere, ma con i fatti veri.
VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI
Grazie all’assessore Schezzini, siamo giunti alla conclusioni del dibattito per le
conclusioni interviene l'assessore Bonsignori.
ASSESSORE - FAUSTO BONSIGNORI
Grazie Presidente, devo dire che ho ascoltato con grande attenzione questo
dibattito che è stato molto partecipato e devo dire anche molto sentito in molti
interventi, era inevitabile perché credo che il problema della scuola stia a cuore
non soltanto a tutto il consiglio, alla Giunta ma stia a cuore anche ai cittadini di
questa Repubblica.
Proprio per prendere spunto da quanto ho ascoltato, vorrei prendere spunto
dalla osservazione condivisibilissima che ha fatto la consigliera Naldini, cioè
proviamo a parlare di questa nostra situazione attuale senza ideologie o
perlomeno forzate ideologie, tutti noi comunque abbiamo una storia un
sentimento politico e non solo, ma soprattutto senza pregiudizio, questo credo
che sia opportuno.
Per fare questo credo che sarebbe necessario valutare la situazione attuale, in
modo particolare quello di cui abbiamo discusso fino ad ora, partendo dalle
premesse che hanno determinato eventuali scelte governative, dai fatti che ora
stiamo vivendo e dalle prospettive, in maniera non acritica perché io sono di
parte ovviamente, ho un pensiero politico, un pensiero nella società di un certo
tipo, quindi non acritica, ma il più possibile senza pregiudizi, le premesse sono
premesse condivisibili con la primissima parte dell'intervento della consigliera
Vaccaro, quindi siamo d'accordo sulla diagnosi, cioè il fatto che questa scuola è
una scuola che non si presenta all’altezza di una sfida, non voglio dire soltanto
europea, ma una sfida mondiale e globale, per tutta una serie di deficit che
presenta soprattutto nella formazione dei nostri ragazzi. I ripetuti rapporti
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dell'OCSE che sono stati citati in questa sede dimostrano il fatto che la nostra
scuola è una scuola che non è all'altezza di quello che dicevo poc’anzi, cioè
delle sfide che ci aspettano e che aspettano la nostra società e la nostra
economia.
Devo dire anche sempre facendo riferimento alle cifre che sono già state
riportate state riportate che non è soltanto la nostra scuola a livello quello che
c’è di più diretta competenza e quindi le scuole medie superiori o le secondarie
di secondo grado come si chiamano adesso, ma anche a livello universitario si
verifica una situazione di questo tipo, è già stato detto, purtroppo sono pochi gli
italiani che si laurearono, sono il 12% e sono pochi gli italiani che si laureano
in base agli iscritti che abbiamo all’università e si laureano tardivamente, quindi
con un ulteriore gap di difficoltà. Quindi d'accordo con questa diagnosi, sul
fatto che comunque bisogna avviare una terapia da questo punto in poi non sono
più d'accordo su quanto è stato detto dalla Consigliera Vaccaro ed è stato
riportato anche da altri Consiglieri, perché sempre nelle premesse, se abbiamo
identificato che esiste un problema ed il problema esiste, bisogna investire su
quel problema affinchè il problema si risolva, non bisogna fare in modo che
non ci sia una indicazione forte di investimento, non soltanto investimento
inteso come risorsa economica, ma investimento inteso come risorsa umana in
questo settore di strategica importanza, quindi sono oltremodo concorde con chi
ha definito più volte questo elemento governativo, questo indirizzo governativo
non come riforma, bensì come riordino, come indicazione, chiamatelo come
volete, ma mi vengono un pochino i brividi pensare ad una riforma definita tale
dove non si investe, né in risorse economiche, e dove non si investe in risorse
umane quindi sono comprensibili alcune osservazioni, ma non condivisibili
attenzioni, non condivisibili misuriamo bene i termini, dico che sono
comprensibili alcune scelte che vengono fatte in funzione di una considerazione
prettamente economica anche se non sono condivisibili perché potevamo fare
scelte di tipo diverso, però ovviamente non è possibile pensare, nessuno può
pensare che una riforma in quanto tale non si basi su un investimento di risorse
economiche, limitate, magari, comunque ottimizzate, indirizzate bene, evitando
gli sprechi, però non si può pensare ad una riforma che non metta in campo
delle risorse economiche nei limiti che ho detto prima e soprattutto che non
investa in un settore strategico come questo nelle risorse umane, dove le risorse
umane sono l’elemento fondamentale di questa impalcatura. Quindi le
premesse sono queste, rimanendo ad un concetto di valutazione e di indirizzo
senza pregiudizio ma queste sono le premesse.
I fatti: già possiamo fare alcuni considerazione sui fatti, possiamo già valutare
quello che è stato l'impatto che il riordino Gelmini ha provocato sul mondo
della scuola, sia nel settore del mondo degli insegnanti degli ATA e quindi dei
lavoratori e sia nel settore delle famiglie e degli studenti. Io ho sentito molti
numeri stamani, qualcuno è estremamente corretto, qualcun altro un po' meno,
però io vi porto per rimanere proprio in tema e per essere estremamente preciso
ed anche puntuale, come merita questo tipo di discussione, e come meritano
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tutti i consiglieri che hanno partecipato a questo dibattito, io vi porto l'impatto
reale, vero, effettivo che il riordino Gelmini ha determinato nella nostra
Provincia, che è poi quello che ci compete in maniera particolare e diretta,
naturalmente poi è un impatto che generalmente è molto simile all'impatto che
si è verificato nella Regione e della Nazione tutta. Per quanto riguarda l'impatto
che c'è stato sugli studenti, sulle loro scelte e poi su quella che è stata
l’organizzazione scolastica, l'impatto della riforma Gelmini ha portato nella
nostra provincia 17 classi in meno, di tutte le classi delle scuole superiori quelle
che vengono chiamate le secondarie di secondo grado e questo è già un fatto
che può far riflettere e sto parlando di fatti, 6 classi in meno ai licei, 3 classi in
meno ai tecnici 8 classi in meno alle professionali. Questo ovviamente non
perché c'è stata una diminuzione degli alunni perché il riordino degli alunni
complessivamente sono diminuiti soltanto 28 alunni in tutta la provincia
rispetto all’anno precedente a fronte di una diminuzione di 28 alunni abbiamo
17 classi in meno e questo è un fatto.
Per quanto riguarda le scelte che sono state esercitate dalle famiglie e dai
ragazzi anche questo è molto significativo, perché è un altro fatto, cioè uno dei
difetti principali di questo riordino, è che non “la diagnosi” perché ripeto questa
è corretta, ma è la terapia che è sbagliata, è di avere creato una sofferenza
molto forte dell’ordinamento di studi che riguarda il professionale, così come è
stato pensato ed istituita l’istruzione secondaria professionale è destinata ad
avere uno scarsissimo appeal nei confronti delle famiglie e dei ragazzi ed è
destinata piano, piano a cadere sempre più ed infatti abbiamo avuto ben 15 per
cento di riduzione degli iscritti delle scuole professionali della nostra Provincia,
ben il 15 per cento e voi sapete che gli istituti professionali sono invece quegli
istituti che sono in prima linea per una serie di motivi, perché sono frequentati
da ragazzi che vengono da classi sociali di un certo tipo, perché sono
frequentati da ragazzi che hanno avuto degli insuccessi scolastici in altri istituti
ed altro e proprio lì è uno dei punti fondamentali dove scommettiamo sulla
dispersione scolastica, proprio lì è uno dei punti dove noi cerchiamo di fare in
modo e la Provincia si sta impegnando moltissimo e credo anche con un buon
successo in questo settore perché proprio lì negli istituti professionali dove
l'elemento di criticità è maggiore, e noi abbiamo fatto in modo, non noi, è stato
fatto in modo che questi istituti professionali avessero una minore importanza e
si è visto e quindi sto parlando di fatti. Quindi quando si analizzano queste cose
senza pregiudizio si parte dalle premesse, si parte dai fatti e poi si va anche
altre.
Sui fatti, rimaniamo sui fatti, l’impatto che si è verificato nel mondo del lavoro,
ora lascio un attimo il mondo degli studenti e della scuola è stato un impatto
decisamente importante, perché nella Provincia di Livorno abbiamo avuto una
riduzione di 119 insegnanti, numero di insegnanti ed abbiamo avuto una
riduzione di 71 soggetti così detto personale ATA, questi sono i numeri che
abbiamo a disposizione e questo è l’impatto della cosiddetta riforma, ma del
riordino Gelmini, quindi quando vi si invita a parlare senza pregiudizi e senza
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schemi ideologici, con lo spirito laico che mi contraddistingue da sempre lo
faccio molto volentieri, però è chiaro che alcuni aspetti vanno assolutamente
evidenziati e sottolineati.
L'altro aspetto dopo le premesse, dopo i fatti sono le prospettive o perlomeno le
logiche prospettive quelle che si possono intuire dalle premesse e dai fatti
perché su questo poi non sono più fatti, sono delle logiche proiezioni, dei fatti
abbiamo già detto, beh, anche qui il discorso è un discorso abbastanza pesante,
perché come dicevamo la possibilità di non investire in questo settore, la
possibilità di avere creato delle sacche di sofferenza negli istituti professionali,
la possibilità di non aumentare la soglia di investimenti in questo settore è stato
già ricordato, lo affermo nuovamente, in Italia si investe solo il 4,5% del PIL
nell’istruzione, ed intendo tutta, istruzione pubblica e privata e siamo nella
media OCSE tra gli ultimi posti, in Europa siamo addirittura penultimi, ultima
mi pare che sia la Repubblica Slovacca, qualcosa del genere, l’Inghilterra lo
volevo ricordare alla consigliera Vaccaro è molto avanti a noi nella spesa
economica per quanto riguarda la spesa per l'istruzione. Noi investiamo solo il
4,5 per cento, questo è elemento di grande riflessione che si fa pensare anche al
fatto che oltre alle premesse, oltre ai fatti, oltre alle prospettive, sia una
situazione veramente poco accettabile. È chiaro che una riforma va fatta, va
fatta assolutamente ma basandoci su alcune considerazioni importanti e
vedendo e cercando di capire che la priorità è investire nel futuro.
E’ vero Lami può essere un luogo comune dire che bisogna investire nel futuro
la dobbiamo andare ad abitare, è vero è un luogo comune è stato detto da tanti e
da mille persone, pero è anche vero! Non è solo un luogo comune ma è verità,
quindi cerchiamo di fare in modo di tradurre questo luogo comune in elementi
reali di giudizio.
Qualcuno mi ha sollecitato di fare una osservazione su quelle che sono le
proposte di ordinamento e di offerta formativa, vi posso annunciare che il 18
prossimo ci sarà la Conferenza Provinciale sulla Istruzione e quest'anno
vogliamo dare a questa un ruolo maggiormente partecipativo e coinvolgente un
po' tutti agli attori che a vario titolo sono impegnati sul palcoscenico del mondo
della scuola, ovviamente tutti i consiglieri sono invitati, a portare il loro
contributo, in quella occasione sarà comunicata la scelta della Provincia per
quanto riguarda l’offerta formativa della rete scolastica e quindi l’offerta
formativa 2011 - 2012 e sarà anche portata la scelta finale della Provincia che è
quella riguardo al dimensionamento scolastico.
La Provincia si trova ora a dover affrontare con decisione e ce lo prendiamo
tutto questo decisionismo dopo avere fatto tre mesi di incontri con tutti i
soggetti, la decisione di andare al rispetto della legge vigente che è quella del
dimensionamento scolastico, delle autonomie scolastiche, voi sapete che non
possono sussistere autonomie scolastiche se non c'è un numero di iscritti in una
scuola superiore a 500 unità salvo deroghe per isole minori e zone montane. Noi
stiamo lavorando su questo settore con grande attenzione, crediamo di avere
raggiunto gradualmente una bella soluzione che ci farà vivere questo elemento
35
di dimensionamento come un elemento di rilancio e non come subire una legge
che ci viene a rompere le scatole in questo momento. L’esatto contrario,
vivremo questo momento di dimensionamento come un rilancio forte
dell’offerta formativa della nostra Provincia che sarà sicuramente nel 2011 –
2012 grazie al lavoro di tutti, dei presidi, dei Comuni, delle varie forze che
lavorano nella scuola, sarà sicuramente migliore l’offerta formativa 2011 - 2012
di quella che c'è stata quest'anno.
36
PUNTO N.1
COMUNICAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA
PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Grazie, allora abbiamo esaurito questa ampia discussione passiamo al terzo
punto all’ordine del giorno prego Presidente.
PRESIDENTE - GIORGIO KUTUFA’
Io chiedo di poter fare una comunicazione, oggi sono arrivato in ritardo in
Consiglio perché ero all’assemblea aperta della stabilimento Inalfa, e vorrei
rendere edotto il consiglio della situazione particolarmente grave di questa
azienda. L’Azienda Inalfa ha uno stabilimento da una ventina di anni nel nostro
territorio ed appartiene a una multinazionale che ha sede in Olanda, questa
multinazionale ha fatto conoscere la sua determinazione di traslocare le
produzioni che attualmente svolge nello stabilimento livornese in uno
stabilimento di nuova edificazione in Slovacchia concentrando lì non solo le
produzioni livornesi ma anche una che fa negli stabilimenti Olandesi stessi.
Ovviamente questa situazione di chiusura è stata subito contrastata non solo dai
lavoratori e dal sindacato ma anche dalle istituzioni Toscane e il Presidente
Rossi ha chiesto un incontro con il management della multinazionale per
vedere di fare recedere da questa decisione la multinazionale stessa, questo
incontro è avvenuto presso la sede della Presidenza della Regione lunedì
passato, presente l'amministratore delegato della Inalfa Italia, e il responsabile
delle risorse umane del personale del gruppo olandese, in quella occasione, noi
abbiamo chiesto anche le motivazioni di questo spostamento, che non attengono
assolutamente né a problemi di produttività o di costi particolari, che la
produzione nel nostro territorio incontra, e ovvio che tutte le amministrazione
presenti si sono dichiarate disponibili a studiare i provvedimenti che potessero
risolvere se esistevano diseconomie di territorio, è stato fatto un ragionamento
di concentrazione di questa attività olandese e italiana in unica sede in
Slovacchia al di là del noto risparmio del costo del personale per le differenze
salariali su cui è inutile soffermarci ma anche per una vicinanza, l'Inalfa
produce dei tettucci per i mezzi i veicoli industriali, i veicoli industriali hanno
conosciuto con la crisi un notevole rallentamento di produzione, non solo in
Italia, ma un po’ in tutti i Paesi Europei e forse anche extra europei, comunque
l’Inalfa produce non solo per la Iveco per la società italiana del gruppo FIAT
dei camion, ma anche per la Daf per la Volvo, per la Mercedes e altri, quindi per
il gruppo la presenza in Slovacchia viene identificata come un territorio vicino
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a clienti finali, e quindi anche da quel lato lì un elemento di risparmio
Pertanto la loro determinazione a fare questo trasferimento è apparsa molto,
molto, decisa fra l'altro io ero a conoscenza attraverso rapporti che avevo avuto
con il Presidente, il mio collega Pieroni della Provincia di Pisa che alcune
aziende del settore si erano dichiarate disponibili a rilevare lo stabilimento
livornese ed ho sollecitato prima di una chiusura sic et simpliciter se c'era la
possibilità di intavolare una trattativa per sostituire l’attuale proprietà con una
nuova proprietà e questo avrebbe consentito il proseguimento dell’attività nel
nostro territorio senza il sacrificio dei lavoratori; tengo a precisare che ora si
parla di 45 lavoratori che sono i diretti dello stabilimento dove però avviene un
assemblaggio, quindi oltre ad avere una quindicina di indotto di una società
satellite, e poi tutti i trasportatori e altro, io faccio presente non da Presidente
della Provincia, ma da italiano che attualmente tutta la subfornitura di questo
stabilimento è sostanzialmente Toscana e quindi i pezzi che vengono assemblati
lì vengono costruiti in Toscana. Una volta che lo stabilimento andrà in
Slovacchia 99 su 100 inizialmente ordineranno i pezzi ancora dal solito
fornitore, poi creeranno sicuramente dei subfornitori locali e quindi non cade
solo l'Inalfa, l’Inalfa è l’elemento terminale di un ciclo produttivo che una volta
che parte la testa poi vanno via anche i vagoni a seguire, mi pare logico, quindi
la preoccupazione che ovviamente non è solo mia, ma anche del Presidente
Rossi che è stato all'incontro a Firenze è uno smantellamento di un settore
produttivo nella nostra Regione.
Abbiamo chiesto quindi la possibilità che questo settore produttivo rimanesse
sotto una insegna diversa da quella dell'Inalfa, se l’Inalfa voleva cedere e così
via, ma l’Inalfa si è rifiutata categoricamente di pensare ad una cessione di un
ramo di azienda che poi sarebbe stato lo stabilimento livornese. Anche su
questo hanno mostrato un atteggiamento di assoluta chiusura, hanno mostrato
apertura ad elementi di accompagnamento degli ammortizzatori sociali, cioè
loro sono disponibili ovviamente questo rientra in una contrattazione che non
fanno gli Enti Locali ma li fanno i sindacati ed i lavoratori di un
accompagnamento nel senso che accanto agli ammortizzatori sociali, cassa
integrazione nelle varie forme e così via, sono disponibili ad aggiungere a
queste risorse pubbliche anche delle risorse loro e quindi a rendere più indolore
diciamo uso questa espressione per capirsi l’uscita dall’Italia, ma non recedono
assolutamente perlomeno lì ci sono state insistenze, con me erano presenti l’ho
detto oltre il presidente Rossi, l’assessore Simoncini, e il Sindaco Cosimi, oltre
al nostro assessore Anselmi e all’assessore Majdi del Comune a fronte di tutte le
nostre insistenze loro sono rimasti molto chiusi, alla decisione.
Decisione che del resto hanno già sostanziato con atti conseguenti perché hanno
disdetto da settembre i locali, operano in locali di una immobiliare livornese,
quindi non sono di loro proprietà i locali, lo stabilimento non è di loro proprietà
ed hanno si dice anche già accumulato in magazzini dello stoccaggio di
prodotto finito in modo che anche ad un blocco della produzione possano
comunque rispetto alla loro clientela effettuare forniture, questo mentre la
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disdetta è un fatto che ci ha formalizzato lo stesso direttore dello stabilimento
che era presente all’incontro. Le altre sono voci che si sono raccolte tra i
lavoratori ed altro sono quindi che si sono predisposti da tempo all’abbandono
di questo stabilimento, questo crea allarme ulteriore allarme nel nostro
territorio.
Ieri abbiamo ricevuto i lavoratori della Giolfo & Calcagno che hanno il 14
l'ultima scadenza se non riusciamo ad ottenere altre proroghe della cassa in
deroga e altre situazioni perché basta una lettura anche veloce dei giornali che
riportano quotidianamente l’attenzione su queste situazioni, e poi una
multinazionale abbandoni così il campo in questa maniera è un elemento di
ulteriore grande allarme.
Con il sindaco di Livorno ieri si è deciso, all'interno della riunione che è stata
fatta con i lavoratori della Giolfo & Calcagno di aprire un tavolo Livorno
chiamiamolo così di fronte a tutta questa situazione nel quale coinvolgere oltre
alle istituzioni che come vedete sono sempre per quello che possono in prima
fila in tutti per questi accadimenti, coinvolgere anche l’Associazione Industriali,
ovviamente va da sé i sindacati, ma l’Associazione Industriali, la CNA, la
ConfArtigianato la Lega Cooperative, etc. etc. tutti gli elementi datoriali di
questo territorio perché a questa situazione la risposta deve venire tutti insieme
ed la più forte possibile.
L'andamento dell’assemblea di stamani, per la quale sono arrivato in ritardo qui,
ma ero impegnato in questa assemblea, il sindacato e le istituzioni presenti c'era
Simocini e il Sindaco insieme a me hanno riportato quello che è stato il risultato
dell'incontro di lunedì scorso presso la presidenza della Regione.Quindi della
sostanza faremo una estremo tentativo di far recedere questa multinazionale
dalla decisione di abbandonare il territorio italiano e nello stesso tempo il
sindacato ci sono forme di lotta ovviamente che stabiliscono i lavoratori
insieme al sindacato, blocchi dell'uscita del materiale ed altre forme sulle quali
le istituzioni non hanno luogo di intervenire, lunedì hanno una trattativa in sede
confindustriale con l’azienda stessa per vedere tutto quello che è possibile fare.
Io ho ribadito a nome del consiglio la piena solidarietà a questi lavoratori,
l'impegno di fare tutto il possibile per conservare elementi di produzione nel
territorio, ho ricordato e chiudo con questa osservazione che qui si parla di
veicoli commerciali, quindi dei camion, di questi veicoli commerciali, ma che
sia necessaria una politica industriale degna di questo nome, nel nostro paese,
ho portato l'esempio della Francia e della Germania, due paesi che hanno
economie molto simili alle nostre, dove i governi tra l’altro uno di centro destra
che è quello di Sarkosy, uno di centro, insomma comunque a guida
democristiana in Germania e tutti e due i governi hanno fatto scelte di sostegno
delle produzione della automotiv nel loro territorio, la Francia ha fatto scelte di
finanziamento della Renault e della Peugeot dietro impegno a rimanere nel
territorio Francese lo stesso, un grande sostegno all’industria automobilistica e
non solo l'ha fatto anche la Germania, se con c’è una politica forte e industriale.
L'IVECO vale per quello che ha detto il direttore il 15% delle commesse è
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chiaro che se nel nostro territorio se non ci sono queste produzioni, le
componentistiche, le società di componentistica delocalizzano, o comunque più
facilmente delocalizzano e quindi a noi ci vuole una politica industriale forte
che tenga settori come quello dell'automotiv nel nostro territorio, perché se
teniamo questi settori forti, in conseguenza anche tutte le imprese come ne
abbiamo tante di componentistica sono stimolate a rimanere sul nostro
territorio, quindi senza questa politica di Paese, una politica nazionale è difficile
per le amministrazioni Regionali, Provinciali e Comunali, fare azioni di
contrasto a queste decisioni.
Quindi io oltre ad esprimere l'impegno ovviamente a nome di tutti, di stare
vicino e cercare di fare e anche riconfermare la perfetta identità di vedute tra la
Regione, Provincia e Comune attorno a questi e come altri temi ho sostenuto la
necessità anche di una politica nazionale. Comunque questa comunicazione così
sostanzialmente dolorosa, anticipa, io ho parlato di una via crucis che queste
istituzioni hanno perché io sono andato non so più a quante assemblee a destra e
sinistra e mi trovo sempre di fronte al legittimo sgomento di questi lavoratori
che vedono chiusa la fabbrica, ridimensionati gli organici e quindi una
condizione di estrema sofferenza, ovviamente molto più forte per loro che la
vivono sulla loro pelle, ma forte anche per le istituzioni, per me, ripeto una via
crucis di andare in tutti questi luoghi di sofferenza, cerchiamo insieme con una
unità che va ristabilita con politiche condivise anche a livello nazionale di
ridare slancio al settore produttivo.
Chiudo la comunicazione dicendo che da questo punto di vista il Presidente
Rossi nel suo mandato ha dato segnali forti e concreti, penso all’intervento
sull’indotto della Lucchni a Piombino di dare forza a questa decisione e a
questa cosa, io chiedo che questa forza e questa decisione sia comune a tutto il
consiglio, termino dicendo che questa comunicazione anticipa quella della
relazione aggiornandola ahimè come elemento ulteriormente negativo e che
dimostra al di là delle formalità che adotteremo penso nel prossimo consiglio
che questa commissione ha ragione a continuare ad operare perché queste
situazione di crisi è tutt’altro che passata, come dimostra la vicenda di cui ho
dato ora notizia ed io mi auguro che tutti insieme riusciremo in qualche maniera
a superare mantenendo quella compattezza anche fra le istituzioni, lavoratori e
sindacati che è assolutamente necessaria in momenti difficili come quelli che
attraversiamo.
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PUNTO N.3
DIBATTITO AVENTE PER OGGETTO: “RELAZIONE CONCLUSIVA
DELLA COMMISSIONE SPECIALI ANTICRISI AI SENSI DELLA
DELIBERA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DI LIVORNO N. 120
DEL 27 LUGLIO 2009”
PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Bene, allora passiamo al punto tre all’ordine del giorno avendo per oggetto il
dibattito sulla relazione conclusiva della commissione speciali anticrisi do la
parola al presidente Mazzola per la relazione. Prego.
CONSIGLIERE - MICHELE MAZZOLA
Grazie Presidente, io mi limito a fare una presentazione molto tecnica della
relazione con una piccola premessa che è un ringraziamento ai consiglieri che
durante i 12 mesi di attività si sono susseguiti all’interno della commissione
perché ritengo che il quella occasione, in quelle adunanze per chi ha
partecipato, per chi ha potuto vedere, ci sia stata di fronte a situazioni molto
drammatiche la capacità di tutti i consiglieri qualsiasi sia la loro parte politica a
dare un contributo fattivo alla discussione, che si è poi concretizzato di fatto
nella condivisione unanime della relazione che oggi andiamo a presentare, la
relazione è stata costruita in rispetto alla delibera istitutiva della commissione
del 27 luglio 2009, sostanzialmente riporta cercando di ragionalizzarlo il più
possibile il lavoro svolto nei 12 mesi ed il resoconto degli incontri centrali che
la commissione ha fatto sia con le parti sociali e sia con le altre amministrazioni
del territorio. Sostanzialmente la commissione si è riunita all’incirca 30 volte,
ha subito una discreta accelerazione nel mese di settembre anche legato agli
eventi che si sono legati nella città, dalla crisi della Sacci al precipitarsi delle
scadenze sulla Giolfo & Calcagno, ad altri interventi che hanno richiesto
un’attività da parte della commissione e che sono trattati in realtà molto
velocemente nella relazione proprio perché si andavano a fare le riunioni nei
giorni stessi in cui veniva redatta la relazione. La relazione è costituita da
alcune sezioni una prima sezione che si limita a ricostruire ciò che è avvenuto al
momento dell’istituzione della commissione ed a spiegare un po’ il senso ed il
motivo per cui il consiglio anche questa volta all’unanimità ritenne nel 2009 di
istituire la commissione.
Io do un giudizio anche personale su questo, ora il consiglio aprirà una
discussione e valuterà che cosa fare, ma l'intera commissione ha giudicato che
le ragioni presenti nel 2009, come diceva anche ora il Presidente continuano a
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permanere, purtroppo la situazione è lontana dal migliorare sul nostro territorio
e la commissione che non ha ovviamente una funzione risolutrice, non è dato
nei nostri compiti, anche come consiglieri ma una funzione di approfondimento
e di indagine sulle varie situazioni ha cercato di svolgere nel migliore modo
possibile, andando a contattare tutti i soggetti, tutte le attività produttive che
avevano manifestato in questi 12 mesi una situazione di crisi.
Il metodo di lavoro che ci siamo dati è stato quello di aprirsi il più possibile
all’esterno per dare da un lato il senso di vicinanza del consiglio alle situazioni
di crisi, dall'altro anche per acquisire informazioni e interloquire con i soggetti
esterni che poi quotidianamente agiscono nel mondo produttivo e si
confrontano poi realmente con la crisi per questo hanno partecipato alle nostre
adunanze in modo sostanzialmente continuativo soggetti che fanno parte dei
sindacati, soggetti che facevano parte delle associazioni datoriali avuto le
audizioni con i rappresentanti di Confindustria, con i rappresentanti delle
piccole e medie imprese, con i rappresentanti della Lega delle Cooperative,
abbiamo cercato cioè di indagare un po’ tutto il mondo economico delle attività
produttive del nostro territorio per capire ciò che stava avvenendo. Abbiamo
avuto in questo devo riconoscere un sostegno sostanzialmente senza riserve da
parte della Giunta Provinciale, che ha sempre garantito la sua presenza, vedo
l'assessore Anselmi che è stato uno dei più presenti ma anche l'assessore Nocchi
finché ha avuto la delega relativa allo sviluppo economico, insomma si è
cercato di creare un ambiente di lavoro che servisse appunto per approfondire,
andare un po’ oltre a quello che leggiamo sui giornali, capire cosa stava
avvenendo e per quanto possibile individuare anche alcuni aspetti che poi la
commissione ha riportato nella fase finale della relazione nel capitolo detto
“raccomandazioni”.
Sostanzialmente i tasti toccati sono stati legati alla componentistica per i motivi
citati anche prima e per la sua importanza sul territorio, legati alla chimica con
la vicenda ENI che ha visto l’inizio dell’attività della commissione e con una
visita alla Solvay in tempi in cui il quadro complessivo rispetto a quello attuale
dello stabilimento e dell’impianto di tutto il comporto industriale di Rosignano
sembrava tenere maggiormente, ora in questi giorni le notizie sono diverse, e
quindi sarà il caso se si istituisce la commissione oppure in altro modo che il
Consiglio approfondisca ciò che sta avvenendo su quel territorio perché siamo
di fronte ad un precipitarsi degli eventi non indifferenti, la parte legata alla
siderurgia che ci ha visto presenti il più possibile nella zona della Val di Cornia
che detiene un po’ le grandi industria di maggior rilievo in questo settore, e su
questo io devo dire che è stato possibile collaborare in modo molto stretto con il
Comune di Piombino, perché direttamente parte coinvolta, e nell'ultima fase
anche qui a luglio un’altra volta per il precipitarsi di una situazione con la
commissione regionale e poi con l'intero consiglio regionale che è venuto a
Piombino insieme alla commissione per approfondire ed analizzare quanto
stesse avvenendo. Anche qui sottolineo che purtroppo, per fortuna finché non
l’abbiamo fatto, non ci siamo occupati dello stabilimento cosiddetto Magona
42
perché gli eventi sono di fatto successivi alla chiusura dell’attività della
commissione, ma anche qui sono momenti e giorni particolari, e quindi sarebbe
bene portare all’attenzione del consiglio e delle commissioni competenti ciò
che sta avvenendo. ovviamente parte dell'interesse è andato sul settore
alimentare e agricolo. In particolare l'alimentare perché poi sul settore agricolo
si era già un lavoro impostato dalla quarta commissione, quindi diventava un
po' forse eccessivo percorrere il percorso assolutamente insieme, quindi su
questo poi ha proseguito la quarta commissione fermo restando nel nostro
interesse nella fase iniziale durante l’adunanza svolta nel Comune di Campiglia
Marittima insieme all’allora presidente del circondario perché poi il circondario
è venuto meno, ma su ciò che stava avvenendo in agricoltura. Sul settore
alimentare l’attenzione si è concentrata sulla vicenda della Londi nei giorni in
cui avevamo l’interesse e poi sostanzialmente sulla vicenda Giolfo & Calcagno
che come sottolineiamo anche nelle relazioni che diceva prima il Presidente,
rimane uno degli elementi più gravi ed irrisolti nel nostro territorio su cui
purtroppo il tempo inizia a stringere realmente attorno a tutti.
La vicenda delle audizioni con Impresa Futura e Confesercenti, con
Confindustria e con il direttivo della Lega Coop. è stata legata soprattutto ad
ascoltare da questi soggetti quelli che secondo il loro punto di vista sono gli
aspetti su cui gli Enti Locali dovrebbero agire in questo contesto di crisi e
quelle che sono le difficoltà in linea generale che stanno affrontando come
settore. Infine ovviamente essendo a Livorno non poteva mancare il comparto
relativo al porto e alla situazione delle aree portuali, su questo dobbiamo
ringraziare il Presidente della Autorità Portuale che è venuto su nostro invito
due volte alla commissione, ha relazionato sui propri lavori e poi troverete una
breve sintesi nella relazione perché l'intento era quello di dare dei flash e poi chi
vuole approfondire ovviamente ci sono le trascrizioni delle adunanze, e quindi
in bocca al lupo nella lettura delle trascrizioni ma ha tutto il tempo per farlo.
Chiudo sulla parte delle raccomandazioni che forse interessano maggiormente,
la commissione in modo unanime ha ritenuto di precisare in questa fase che
non ritiene esaurito il proprio ruolo e valuta utile una sua riproposizione per
quanto detto precedentemente, sottopone al consiglio il lavoro svolto e lo
sottopone in particolare alla Giunta chiedendo che esso sia parte integrante del
lavoro che si sta mettendo in piedi dal punto di vista dell’organizzazione della
conferenza programmatica Provinciale, Conferenza Economica Provinciale,
invita il Consiglio a sostenere la necessità che a livello Locale, Regionale e
soprattutto nazionale si elabori una politica industriale che affronti rapidamente
ed unitariamente la crisi in corso, la commissione auspica inoltre che il
consiglio approfondisca nei termini e nei modi ritenuti opportuni la politica
occupazionale provinciale richiamammo la necessità di un ruolo da parte del
Governo Regionale e Nazionale, su questo è venuto in modo chiaro l'invito ad
uno stretto raffronto con il Governo Regionale con le scelte che dovranno essere
fatte sul nostro
territorio. Evidenza inoltre la necessità di affrontare
rapidamente e in modo approfondito la questione delle aree destinate alle
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attività industriale e artigianali, segnala l'opportunità di agire ancora nei
confronti di Regione e Governo affinché si completino tutte le opere
infrastrutturali necessarie allo sviluppo delle realtà economiche e provinciali ed
infine ovviamente fa un richiamo a un tema delicato come quello degli
ammortizzatori sociali volendo richiamare l’attenzione dell'ente su questo
accaduto.
Concludo ringraziando nuovamente tutti coloro che hanno partecipato ai lavori
della commissione, ribadendo che la relazione è stata per quanto concepita
come un elemento di puro resoconto dell’attività svolta una grossa opera di
mediazione tra le componenti politiche nella commissione e mi pare opportuno
sottolinearlo e dare atto perché secondo me è stato un esempio di come di
fronte a situazioni come questa per quanto ognuno riesca a sfrondare negli
interventi la discussione ci saranno le caratterizzazioni diverse, io stesso ho
cose che vorrei aggiungere in veste di consigliere di Comunisti Italiani, ma in
veste di presidente sottolineo l’unanimità che è stata raggiunta in commissione
ed il clima che si è tenuto nei lavori di questo anno.
PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Grazie sono aperti gli interventi chi vuole intervenire. Ricordo ci sono 10
minuti a consigliere, chiede di intervenire il consigliere Gragnoli ne ha facoltà
prego.
CONSIGLIERE - BENITO GRAGNOLI
Vorrei partire con una premessa che è necessaria per ringraziare i commissari
per il lavoro svolto, un percorso di confronto e di ascolto in cui emerge come
sia drammaticamente compromesso il sistema produttivo livornese, nei suoi
difetti e aspetti e nelle sue diverse articolazioni, un lavoro quindi che fa
emergere una sorta di fotografia a colori le difficoltà strutturali del sistema
industriale, commerciale ed artigianale della Provincia. Mi preme però
sottolineare il perché è nata e come è nata questa commissione. La commissione
speciale per il provvedimenti anticrisi, “provvedimenti anticrisi” fissando come
termine la data del 30 settembre 2010, tale commissione doveva affrontare i
temi particolarmente urgenti e di rilevante interesse per il territorio provinciale
inerente la crisi economico-finanziaria del Paese in generale e della Provincia
in particolare, anche in funzione di raccordo ed integrazione dei provvedimenti
adottati nello stesso settore dalla Regione e dal Governo in particolare del
decreto 2009 numero 78. Alla scadenza prefissata dopo oltre 30 riunioni della
commissione qual è il risultato? Dopo ve lo dico. A voi le conclusioni.
Avremmo dovuto capirlo già in sede di dibattito quando come riportato nella
relazione oggi proposta al Consiglio fu definita dal Presidente la costituzione di
una commissione speciale per le politiche anticrisi, oggi la conferma dalla
lettura della relazione la commissione è divenuta esclusivamente la
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commissione speciale anticrisi, dei provvedimenti e delle politiche anticrisi,
non vi è traccia. E non vi è traccia non solo nella copertina, ma anche nella
attività svolta quali provvedimenti sono stati suggeriti ed adottati in quest’anno
di vita dalla commissione? quali politiche e quali azioni? Le mozioni e
raccomandazioni per me non sono provvedimenti, qualcuno dirà che sono
polemico che voglio fare la voce fuori dal coro, può darsi, qualcuno mi ha
consigliato anche di non entrare nel merito, chi mi conosce sa che non è così e
poi per queste cose l'ho già dette e quindi ritengo doveroso ripeterle nel luogo
deputato che è Consiglio Provinciale.
Alcuni dati forse sono utili per rendere ancora più forte la percezione per i
colleghi consiglieri della gravità della situazione economico provinciale che
rischia di divenire se non riusciremo a predisporre interventi strategici e
strutturali un grave problema sociale. Il calo delle esportazioni date dati del
settembre 2009 è stato del 23,7 per cento con una contrazione della occupazione
del 15% nei settori industriali la peggiore performance Toscana, ci saranno
delle responsabilità? Secondo gli studi della Camera di Commercio
sull’economia della Provincia di Livorno 2009 aumento disoccupazione del
6,32 per cento dovrebbe invertirci nella proiezione del 2012.
A dicembre 2009 gli iscritti alle liste di disoccupazione ammontavano a 39.161
unità e questo dato si è accresciuto in questi ultimi mesi di cui 21.900 donne. La
forza lavoro è diminuita rispetto al 2008. Nel 2009 il ricorso alla cassa
integrazione guadagni è aumentata del 423% per cento, ed ha riguardato
soprattutto gli operai. Altri dati interessati 18 per cento investimenti della
industria, -4 % degli addetti all’artigianato, le importazioni nel commercio
hanno subito un calo del 30 per cento circa, questi dati io non li ho visti.
La Provincia di Livorno è senza dubbio il territorio più colpito dalla crisi
rispetto alle province toscane in quanto è stato coinvolto dalla crisi tutto il
sistema produttivo senza esclusione di nessuna categoria, come diceva anche
poc’anzi il Presidente. Vorrei però sottolineare che la crisi del modello toscano,
quello noto come modello della crescita lenta è stata la vera prima causa della
crisi del sistema produttivo provinciale che si è ancora più aggravato
evidenziando palesemente tutti i suoi limiti strutturali con l’arrivo della crisi
finanziaria economica internazionale, se non viene fatta questa premessa non
sarà possibile rispondere compiutamente alla crisi.
Se non comprendiamo che il modello produttivo provinciale che rappresenta un
comparto strategico per l’economia regionale che dovrà affrontare superando
strategicamente i gap di produttività e competitività del sistema, allora
rischiamo di mettere in campo strategie palliative rispetto alle vere e concrete e
direi radicali necessità di riforma che il sistema produttivo in generale
abbisogna. Ecco che diviene strategica la forma utilizzata dal Presidente e qui
gli rendo merito alla istituzione della commissione e cioè intorno a quei
problemi non ci possono essere divisioni pregiudiziali, occorre l'apporto di tutti.
Il primo dato che secondo me deve essere condivido è proprio questa premessa,
la crisi rappresenta la fine di un modello di sviluppo ed è per questo che occorre
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la condivisione da parte di tutte le forze politiche riformiste affinché la politica
possa fare delle scelte strategiche e strutturali per disegnare i percorsi
industriali, occupazionali, produttivi per i prossimi anni.
Vorrei fare alcune considerazioni sul merito di lavoro: credo che sia stato
seguito da parte della commissione un metodo non adeguato alla gravità della
situazione, l'impegno dei commissari è stato sicuramente massimo e il numero
come i contenuti dell’adunanza dimostrano l'importanza e l'aspettativa che ha
suscitato questa commissione. In merito a principali argomenti trattati non vi è
dubbio che la relazione fa una parziale analisi perché non interviene in tutti i
settori e non è propositiva, una fotografia a macchia di leopardo di ciò che sta
avvenendo nei singoli comparti industriali e nelle singole aziende, le
preoccupazioni sono molte in campo chimico con i problemi legati all’ENI ed
alla Solvay. Per quanto riguarda la siderurgia Dalmine, Lucchini, Magona e
addirittura ci siamo accorti che la Mittal era in crisi dal giornale, come stamani
ci siamo accorti che c'era una crisi in atto della Inalfa.
Nella grande impresa come le piccole e medie imprese evidenti e noti sono i
problemi legati alla portualità, con questo Presidente credo che si possa andare
poco avanti! Questo ce lo aggiungo io. E' evidente che tutti i comparti sono
stati in qualche modo coinvolti nella crisi andando a mettere a rischio la tenuta
sociale, merita ricordare il lavoro svolto a livello nazionale del Governo, specie
in merito agli ammortizzatori sociali, per questo ritengo utile che sia coinvolto
nei lavori della conferenza programmatica provinciale il Ministro Sacconi.
Merita altresì ricordare che alla luce dell'ultima manovra finanziaria necessaria
in quanto sollecitata e apprezzata a livello europeo occorre che la Provincia vari
un piano di razionalizzazione della spesa produttiva e in particolare riduzione
dell’80 per cento delle consulenze esterne, riduzione dell’80% delle spese di
rappresentanza, riduzione delle partecipazioni azionarie alla luce della
normativa nazionale che ritiene legittime solo le partecipazioni delle società
che svolgono attività conformi a quelle istituzionali razionalizzazione delle
agenzie provinciali, superamento delle APT Provinciali etc. anche la politica in
questa fase deve dare segnali concreti di sobrietà.
Merita altresì ricordare che particolari azioni politiche possono essere svolte
dalla Provincia senza sempre cercare aiuto ed interventi da parte dello Stato o
della Regione, credo che la Provincia debba individuare e la conferenza
programmatica ne rappresenta l’occasione due o al massimo tre punti strategici
volti da un lato a creare la condizione per una ripresa delle produttività delle
aziende e dall’altra per interventi volti al mantenimento della pace sociale.
Credo altresì utile il progetto regionale che vuol trasformare l’attuale modello
industriale costiero in un grande distretto energetico, non sto ad entrare nel
merito, ma anche le riconversioni delle centrali. Occorre fare del porto di
Livorno il centro dell'import ed export della toscana per questo occorrono
nuove infrastrutture, quelle infrastrutture tanto boicottate fino ad ieri dalla
Sinistra, oggi vedo che c'è una convergenza. Il primis la Rosignano Civitavecchia, ma non solo come a livello regionale si sta lavorando per una
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sinergia tra i due principali aeroporti regionali, occorre che si sviluppi un
sistema integrato che valorizzi il porto di Livorno che lo collega con i tempi
certi e celeri alla altre zone della Toscana. Sviluppo quindi di strade ed
autostrade, ma anche soprattutto di sistemi ferroviari più veloci, efficienti ed
economici. Occorre, snellire, la burocrazia, ogni impresa spende 12 mila euro
per far fronte agli oneri burocratici, nelle aziende con meno di 10 addetti,
ossatura economica della Provincia Livorno non regge il confronto neanche con
le altre province della Toscana che risultano meno pressanti come adempimenti
burocratici, meno di noi fanno Prato, Pistoia, Lucca e Arezzo, troppi
adempimenti per aprire un piccola attività artigianale e commerciale, si contano
oltre procedimenti che scoraggiano i nostri giovani e non solo ad aprire nuove
imprese. C'è una concorrenza sleale nel sommerso in quasi tutti i settori,
specialmente nel turismo, e qui dico che questa commissione ha fatto solo tre
righe, in questo settore, tre righe! Sul settore turismo .. e commercio settori
importante per l’economia della nostra economia di cui non trovo traccia ..
PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Consigliere Gragnoli, sarebbe finito il suo tempo
CONSIGLIERE - BENITO GRAGNOLI
Sono alla fine ho solo 5 righe.
PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Va bene.
CONSIGLIERE - BENITO GRAGNOLI
..Mancanza di infrastrutture e progetti, difficoltà di accedere al credito tempi
biblici, per i pagamenti pubblico/privato il settore edile è in crisi endemica si
sono persi migliaia di posti di lavoro, oltre ai fattori contingenti, gli Enti Locali
con i nuovi strumenti urbanistici e regolamenti che rimangono ad
interpretazioni molto personali influiscono negativamente oltre all’avversità
della Regione e degli Enti Locali al piano casa del Governo che avrebbe dato
fiato al settore in agonia. Relazioni sindacali, diritto allo sciopero, strumento
democratico importante conquista sociale, in alcuni casi abusato, lo ritengo
superato, dobbiamo e devono le organizzazioni trovare nuove forme di
confronto con le aziende, in sintesi un sindacato più forte, unito, moderno, che
affronti le sfide future che ci attendono. Dobbiamo cambiare le delocalizzazioni
avvengono anche per questo. Diminuire il costo dei servizi, acqua, rifiuti,
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trasporti, che influisce negativamente su famiglie ed imprese, rendendo queste
ultime con concorrenziali in una economia globale, valorizzare e sostenere le
eccellenze presenti nella Provincia usando tutti gli strumenti a nostra
disposizione. Ritengo utile che la commissione prosegua il proprio lavoro con i
correttivi sopra evidenziati così da essere strumento per un monitoraggio
continuo e propositivo nulla togliendo alle funzionalità delle altre commissioni.
Grazie.
PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Zingoni Prego.
CONSIGLIERE - MAURIZIO ZINGONI
Io mi volevo complimentare con il Presidente per l’innovazione che ha
introdotto nel dibattito quando ha illustrato la crisi dell'Inalfa, perché proporre
nuovamente gli aiuti di Stato alle aziende automobilistiche in questo caso alla
FIAT sapendo benissimo tutti i danni che sono stati fatti con questo sistema,
non solo ai contribuenti, perché poi gli azionisti FIAT ringraziano per i
salvataggi e tutto quello che è stato, il sistema che è stato una sorta di
compromesso tra questa azienda ed i vari governi italiani che si sono succeduti.
Ricordo che l'ultimo provvedimento in questo senso fu fatto da precedente
Governo Prodi, ma riproporre nuovamente la formula degli aiuti di Stato che ha
penalizzato la FIAT, ha penalizzato i contribuenti, ha penalizzato la FIAT perché
non le ha consentito di stare più sul mercato è bene che si sappia la FIAT
comprando Chrysler non è più FIAT Agnelli Torino ma FIAT è un’azienda il cui
mercato principale è il Brasile e vende più in Brasile che in Italia. Allora
proporre questa formula qui mi sembra veramente un ritorno al passato, qui
bisogna pensare a soluzioni nuove, vede Presidente io mi chiedo come ha fatto
a sopravvivere Inalfa con un insediamento in una parte territoriale a nord della
città tra case, supermercati, ristoranti e quant’altro. Allora vogliamo dire che
manca una programmazione anche per gli insediamenti industriali? Perché
Inalfa lo sappiamo tutti è in via Grotta delle Fate è accanto ad un centro
commerciale, ma come fa un’azienda a sopravvivere..
PRESIDENTE - GIORGIO KUTUFA’
(fuori microfono)
Non hanno segnalato nessun disagio logistico
CONSIGLIERE - MAURIZIO ZINGONI
No presidente gliel’ha segnalato con un grido di allarme prendono e se ne
vanno. Vede presidente quando si la programmazione economica di un
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territorio e lo si fa con gli strumenti urbanistici si prevede di collocare in una
determinata zona le aree industriali, ora pensare che un’azienda come l’Inalfa e
non è .. lei lo sa Presidente, se lo ricorda che abbiamo parlato io e lei di Inalfa
circa 4 o 5 mesi fa, dove le rappresentai le difficoltà di questa azienda ed i
rischi che correva. Quindi non ci si può stupire di questo fatto, ormai è un
mercato globale, riproporre nuovamente formula degli aiuti di Stato alle aziende
come ha fatto la Francia o come non mi risulta che facciano altri Paesi perché si
aprono procedimenti di infrazione da parte dell'Unione Europea se vengono
fatti in maniera chiara, quindi nel complimentarmi unicamente per questa
introduzione io credo che debbano essere fatte altre riflessioni Presidente, il
primo su una localizzazione ed una serie di incentivazioni anche fiscali sulle
aziende che investono nel nostro territorio. Il secondo lo dice l'Irpet dare e
trovare terreni industriali perché qui c'è carenza di terreni industriali.
Il terzo aspetto Presidente e vengo al documento elaborato dalla commissione
Anticrisi, hanno fatto una fotografia della situazione attuale, quella è una
fotografia purtroppo ci vuole un filmino a questo punto perché si sta
precipitando, in maniera veramente pericolosa perché di giorno in giorno Giolfo
& Calcagno, Inalfa e quant’altro, la Sacci, lei Presidente rischia di essere il
Presidente che reciterà il de profundis all'economia locale della Provincia di
Livorno. Presidente guardi che noi lo diciamo da tempo che si è preso una
brutta china, noi lo diciamo da tempo che i piani regionali di sviluppo sono dei
fallimenti e si rivelano dei piani regionali di inviluppo, perché il contrario della
sviluppo è un’economia che piano, piano si sta restringendo e lo subiamo noi
nei nostri territori. Le acciaierie di Piombino, cioè ormai non si può pensare in
una logica, si può fare come fa la FIOM che tira le uova ed i fumogeni alla
CISL, ma anche noi ci si mette a camminare in avanti con la testa rivolta
all’indietro si rischia di fare dei danni su questo territorio.
Allora il documento credo che sia una semplice fotografia, forse sarebbe bastato
un collage e dei ritagli di giornale per capire quello che sta accadendo nel
nostro territorio, ora ci aspettiamo dalla Giunta dei provvedimenti nuovi, ma
non sono quelli che dice lei, chiedere al Governo gli aiuti di Stato, in primo
luogo perché si torna agli anni ‘30 che la FIAT ha sempre vissuto di questi aiuti
ed è stato anche il male, perché non le ha consentito l’innovazione, non le ha
consentito quello che sta facendo ora, l'accordo di Termini Imerese è un primo
spiraglio su quello che chiede la FIAT no scusi di Pomigliano, quello è il
primo spiraglio di quello che chiede un’azienda moderna ad una nazione e ad un
territorio e soprattutto anche alle forze sindacali.
Qui c’è da dare una strigliata all’economia, c’è da impostare una politica
economica, c’è da finire con una politica basata di continui appelli al governo,
perché se andate fieri che c’è una maggioranza che governa Provincia Regione e
Comune che quando c'è da fare le nomine lo fa in maniera unitaria, però a
questo punto non sa cavare un ragno da un buco e non sa fare una
programmazione seria sul nostro territorio. Allora infrastrutture, incentivi per le
aziende che decidono di collocarsi sul nostro territorio. Piani urbanistici che
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prevedono l’espansione delle aree industriali.
La SPIL nel 1930 fece una cosa innovativa previste dei terreni per cui le aziende
si potevano affacciare direttamente sulla zona portuale e questa è stata una
innovazione ed ora la SPIL si è messa a fare l'immobiliarista e fa gli affarucci
con commistione tra i privati con la gestione degli immobili, ma è questo lo
scopo di un’azienda che si propone la programmazione e lo sviluppo industriale
della nostra provincia e della nostra città? Io credo che sia tutt’altro, quindi
apriamo una riflessione su quello che stanno facendo, non possono fare gli
immobiliaristi con i soldi pubblici, anche perché i risultati che poi ottengono
non mi sembrano tanto brillanti. Forse li fa meglio Fini gli affari in questo
senso, piuttosto che la SPIL, però ritornando a quella che è la missione della
SPIL che è l’azienda che dovrebbe fare un certo tipo di promozione sul nostro
territorio interroghiamoci partendo anche da quella. Ora Mazzola ha fatto quello
che poteva fare, una bella fotografia, secondo me ha perso anche qualche
parte, qualche pezzo di quella che è la fotografia vera della crisi economica
aziendale. Il turismo liquidato in tre parole è una componente importante del
prodotto interno lordo provinciale ed altri settori, l’agricoltura, quello che sono
le piccole aziende in crisi, non si può solo parlare e riassumere in un quadro i
grossi problemi della crisi. Apriamo la veduta, parliamo anche del sindacato
perché il sindacato ha una responsabilità importante nelle trattative aziendali,
qui ci vuole un sindacato preparato e maturo e gli episodi e quello che è stato
nei giorni passati non denotano certo maturità quindi l'invito che vi facciamo e
che il documento venga preso come quadro della situazione attuale, però a
questo punto che si pongono in essere gli strumenti idonei, opportuni e
soprattutto un minimo innovativi e non ritornare con la proposta che il governo
deve finanziare la FIAT perché in questo caso le uniche persone che trarrebbero
vantaggio sarebbero gli azionisti.
PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Ha chiesto di intervenire la consigliera Maida Landi ne ha facoltà.
CONSIGLIERA - MAIDA LANDI
Grazie signor Presidente, io dopo che hanno parlato sia il dottor Zingoni che
Gragnoli devo dire che molte cose le devo tagliare dal mio intervento, però
sono un po’ perplessa in quanto secondo me c'è un equivoco di fondo al
momento in cui è nata questa commissione, di fatti per me non è molto chiaro il
ruolo che si voleva affidare ai componenti di questa commissione, non mi è
chiaro in quanto così com’è sembra quasi una super commissione dalla quale la
quarta e la seconda devono aspettare il verbo sul quale poi muoversi.
Io invece ritengo che la quarta commissione abbia bisogno di dinamicità, se
deve stare ad aspettare le decisioni delle fotografie fatte dalla commissione
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speciale Anticrisi io credo che allora il nostro compito sia abbastanza
penalizzato, se il problema è del gettone per quanto mi riguarda ci rinuncio
anche, mi sembra che non si sia abbastanza analizzato i settori che non sono in
crisi, che qualcuno c'è e a fianco dei quali forse potrebbero nascere altre
attività.
La questione dei collegamenti per quanto riguarda la Val di Cornia, insomma lo
sapete come sono critica, credo che si potrebbe fare molto meglio e che
bisognerebbe impegnarsi molto, molto di più. Per quanto riguarda l'agricoltura
bisognerebbe andare un giorno nei campi con i nostri contadini, guardi in basso
dottor Kutufà perché la Val di Cornia è in basso non è a destra, né alla sua
sinistra mi scusi.
PRESIDENTE - GIORGIO KUTUFA’
(fuori microfono)
Guardavo dov’era lo scalino!
CONSIGLIERA - MAIDA LANDI
Mi scusi..
PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Per cortesia questa ilarità, per cortesia!
CONSIGLIERA - MAIDA LANDI
Per quanto riguarda l'agricoltura non mi sembra che siano stati presi abbastanza
in considerazione i problemi dell’agricoltura della Val Di Cornia che è il
maggior produttore per quanto riguarda la Provincia, ma che però stante tutti i
programmi e tutti i piani di sviluppo che ho visto si troverà sempre e soltanto a
fare il produttore, è penalizzata tra l’altro dal ruolo che gli è stato affidato
anche di quello essere colei che continua l'immagine del paesaggio toscano
perché mentre si che l’agricoltura così com’è non può dare grande
soddisfazione all’agricoltore, perché il passaggio è bello, i campi di girasole
sono belli, però ci si va a scontrare con una realtà per la quale sarebbe invece
necessario fare come dice l’assessore Pacini filiera corta, et., etc. e per fare
filiera corta io devo dare la certezza di una quantità e di una qualità produttiva
che così in questo momento non la posso dare perché non si è preso in
considerazione l'idea per esempio di serre idroponiche, mi rendo conto che è un
problema molto difficile da affrontare ma invece è stato preso molto in
considerazione la messa in opera di fotovoltaico fine a se stesso quando l'area di
Piombino è di per sé molto ricca di polveri che come si depositano sul tetto
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della mia macchina si depositeranno anche su tutte queste distese di foto
voltaico magari riducendone la redditività. Comunque io voglio dire che la
programmazione per la trasformazione va fatta anche per il territorio della Val
di Cornia va fatto anche per il territorio della VAL di Cornia e non soltanto su
Livorno, perché altrimenti mi conferma quello che dicevo in altre circostanze.
Poi vorrei dire anche un'altra cosa, che per quanto riguarda l'agricoltura non si
è tenuto molto conto che potrebbero esserci ancora degli purché si facesse
anche un’agricoltura di nicchia ed anche un’agricoltura che risponda ad un
marchio di qualità, mentre le località sono state riconosciute soltanto all’olio e
al vino, mi sembra che in Val di Cornia ci siano anche altre cose.
Non si è affrontato abbastanza il settore del turismo e forse questo anche perché
se si affrontasse pienamente forse ci si accorge che il turismo potrebbe andare a
collidere con l’agricoltura, una scelta va fatta, deve essere coraggiosa e
purtroppo le scelte coraggiose sono talvolta anche impopolari, ma non è detto
che con la volontà di tutti non si possa arrivare ad una sintesi e ad una
soluzione.
Ci sono le urgenze delle bonifiche da affrontare, e da qui potrebbe passare il
futuro del nostro territorio, perché noi abbiamo tanto da bonificare e qui tanto ci
potrebbe essere. La cosa più importante è quella che diceva Benito “la
sburocratizzazione” perché quella veramente è un laccio, una palla al piede per
intraprendere nuove attività. Per quanto riguarda i rapporti sindacali per i quali
il Mazzola ha detto che lui appoggia tanto il sindacato, io l'ho già detto, non so
se Ringo c’era, ho detto che il sindacato per quanto riguarda l'interno della
Lucchini perché io con quello mi rapporto, ho trovato un sindacato molto, molto
consapevole e gli ho fatto anche i miei complimenti. Però i rapporti sindacali, è
chiaro che vanno rivisti, oggi come oggi, perché la coperta è corta per tutti,
siamo in un mondo globalizzato, naturalmente se si vuole stare alla pari
qualcuno deve cedere e qualcuno deve invece aggiungere. Perché chiedo che i
rapporti sindacali cambino, perché bisognerebbe arrivare ad un punto di sintesi
cioè dare pari dignità al capitale e alla forza lavoro, perché non bisogna
demonizzare né il capitale, nemmeno la forza lavoro, perché altrimenti qui
voglio dire il ruolo del sindacato ci deve essere, un sindacato uno, forte perché
io padrone devo sapere con chi vado ad interloquire non ne posso avere 10 di
sindacati ce ne deve essere uno, secondo il mio punto di vista, quindi voglio
dire che se si riesce a scogliere tutti questi nodi forse non ci si farà a fare un
miracolo economico però una spintarella si potrebbe tentare di darla, io credo
che questa commissione abbia ragione di esistere se lavora in sintonia e in
tempo reale con le altre commissioni la quarta e le altre, perché altrimenti è il
verbo che ingessa il resto, questo è il mio punto di vista non è detto che debba
essere condiviso.
PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Questa è la regola consigliera, il punto di vista è di ciascuno, ha chiesto di
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intervenire la consigliera Rossella Lupi ne ha facoltà, dopo si prepara il
consigliere Mirabelli.
CONSIGLIERA - ROSSELLA LUPI
Ho avuto modo di leggere la relazione presentata dalla commissione, di
apprezzarne anche il lungo lavoro che è stato fatto, la puntuale rendicontazione
delle audizioni e delle riflessioni svolte. Credo che l’acquisizione di tutti i dati
che sono stati oggetto delle riunioni della commissione, possa da ora in poi, nel
prosieguo del lavoro della commissione quindi anche produrre proposte più
precise e quindi un ulteriore contributo in termini anche di indicazioni, rispetto
a quello che comunque ruota intorno al problema crisi, problema investimenti io
credo che non si possa anche qui falsificare quelli che sono i contesti, non si
può discernere la Provincia da sé stante, la Regione a sé stante, il Nazionale a
sé stante come se non fossero in sinergia e automaticamente come dire, c'è una
interdipendenza che passa tra le azioni dell'uno con l’altro, non si può negare,
da questo punto di vista ho in mano il documento preliminare della Regione
Toscana al Bilancio e quindi alla prossima legge finanziaria che guarda caso
nella prima pagina mette subito in evidenza che la Regione Toscana come primo
atto metterà in campo ulteriormente tutte quelle politiche atte a combattere
l'evasione fiscale per recuperare fondi, non mi sembra un presupposto da poco,
dopodiché ovviamente passo ad analizzare che cosa? Il dato dei finanziamenti
320 milioni di euro in meno alla Regione, possono essere un dato insignificante
che può consentire a Province e Regioni di lavorare in proprio? Credo che non
sia davvero sostenibile, quindi 320 milioni di euro in meno ma attenzione la
Regione toscana come abbiamo letto e visto non si è attestata su una denuncia
ed una difesa di parte, ha messo in atto delle azioni scusate, vorrei un pochino
meno confusione perché mi dà abbastanza fastidio.
PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Consiglieri, se teniamo più basso il tono.
CONSIGLIERA - ROSSELLA LUPI
Grazie presidente, La Regione Toscana ha messo in atto da subito misure tese a
razionalizzare le spese dell’amministrazione e della conduzione regionale hanno
portato già ad un risparmio di 84 milioni di euro, credo che vada sottolineato
molto in positivo questo, credo che non si possono disconoscere queste cose
nel momento in cui si fanno delle valutazioni e credo che non si possa
disconoscere quali sono gli intenti e cosa diversifica la politica del centro destra
e del centro sinistra. Si legge non saranno invece oggetto di riduzione di spesa
per volontà della giunta i trasferimenti relativi alla istruzione. Allo sviluppo del
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mercato del lavoro e delle imprese giovanili, alle politiche sociali nonché le
risorse destinate agli investimenti ed ai programmi comunitari del FAS, gli
intenti ci sono! La politica non è tutta uguale, la politica si comporta in maniera
diversa e ha intenti diversi. Grazie.
PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Grazie consigliera, prego Mirabelli.
CONSIGLIERE - FEDERICO MIRABELLI
Credo che sicuramente i lavori che ha fatto la commissione si possono fare
meglio, si può sempre migliorare e trovare altri metodi di lavoro che ci possono
consentire di arrivare a dei risultati che possono essere sicuramente più positivi,
ci mancherebbe altro, ma insomma certo alcuni interventi forse sono nella
critica esagerati, pur essendo consapevole che si può fare di meglio, anche
perché la commissione così ho letto nel verbale, nel documento che ci dato
Michele insomma si parla di politiche anticrisi, parte dal nome con la quale è
stata battezzata, pero è chiaro che la commissione in quanto tale con gli
strumenti che ha, può avere difficoltà a fare una proposta concreta e organica di
anticrisi. La funzione credo che sia anche di altro tipo, quello di avere acquisito
un quadro conoscitivo di quella che è la crisi in questa Provincia, ma che non è
la crisi della provincia di Livorno, non è la crisi della Toscana ma è di una crisi
che è globale e che ha coinvolto la nostra provincia per molte ragioni, una delle
quali abbiamo qui grande parte della industria della toscana della nostra
Provincia che fanno capo a multinazionali che guarda caso hanno sentito in
maniera forte delle dinamiche finanziarie della crisi finanziaria aperta nel 2008.
Abbiamo cercato di accogliere il contributo delle istituzioni locali tutte,
organizzazioni sindacali, categorie economiche, ed è stata secondo me la
commissione anticrisi un punto di riferimento in questa fase della crisi,
soprattutto per i lavoratori che sono le vittime principali di questa crisi, e
abbiamo fatto anche un lavoro di cassa di risonanza, di visibilità di situazioni,
di difficoltà che spesso poi rimangono nascoste. Mi preme ricordare alcune
tappe, perché insomma si tratta di fare un bilancio e ricordare un po' quello che
abbiamo passato, io credo che se poi si vanno a rileggere tutti i verbali, penso
che anche all'interno di questi verbali tutti gli interventi dei consiglieri di destra
e di sinistra, di quelli che sono venuti, i rappresentanti e i soggetti sindacali,
economici istituzionali, ci siano anche tracce di proposte di percorso che si
possono anche intraprendere, perché sennò altrimenti per davvero avremmo
perso tempo e ricordo anche che questo lavoro si intreccia in maniera forte con
il lavoro che è stato fatto in questo ultimo anno dal tavolo strategico provinciale
condotto in questo ultimo anno da Piero Nocchi, il Presidente della Provincia, e
quindi c'è stato un intreccio delle argomentazioni e delle riflessioni che ci sono
state nella commissione. La tappa che mi piace ricordare all’inizio è la prima
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commissione, la commissione dell’ENI, sull’ENI dove in qualche maniera il
Presidente della Provincia di fronte alla ipotesi di vendita al fondo Klesh
incominciò a farci ragionare partendo da una citazione, dall'Enciclica fatta dal
papa Benedetto XXVI intorno alla responsabilità sociale delle imprese. Dove in
qualche maniera, è un fatto e riprendo le parole dette dal Presidente, “è un fatto
che si va sempre più diffondendo il convincimento in base al quale la gestione
della impresa non può tenere di conto dell'interesse dei soli proprietari della
stessa, ma deve farsi carico di tutte le altre categorie, dei soggetti che
contribuiscono alla vita della impresa, lavoratori, clienti fornitori dei vari
fattori produttivi e le comunità di riferimento”.
Una responsabilità sociale che deve prevalere anche nel bord della
multinazionale dell'Inalfa che ha deciso di chiudere un sito produttivo che
garantiva qualità e produttività ed una chiusura di uno stabilimento di questo
tipo io la metto qua, può essere un problema sul piano culturale, dei lavoratori
delle nostre fabbriche, perché se il segnale è che comunque qualunque sforzo
noi si fa e qualunque risultato noi raggiungiamo e poi comunque salta il banco,
salta il sito produttivo, questo è un segnale devastante che non deve passare, i
lavoratori comunque sia devono fare tutti gli sforzi possibili per raggiungere gli
obiettivi per mantenere e ampliare i siti produttivi all'interno della nostra
Provincia. Fare tutti gli sforzi possibili, attraverso la concertazione con i
sindacati le imprese e le istituzioni. Mantenere alto il senso di responsabilità,
non rassegnarsi, la chiusura dello stabilimento della Inalfa rappresenta in
qualche maniera un impoverimento del tessuto produttivo e delle
professionalità, una cosiddetta desertificazione, un termine utilizzato anche
recentemente sui quotidiani locali dalle organizzazioni sindacali e in ragione di
questo, la chiusura di uno stabilimento produttivo non può essere gratuita.
Altre tappe importanti che abbiamo fatto nella commissione riguardano le
audizioni con i sindacati confederali di categoria, in particolare quelli del
settore metalmeccanico e dei chimici, nell’autunno del 2009 i sindacati ci hanno
rappresentato l'inizio della crisi. Una crisi profonda che è penetrata in tutti i
settori principali dell’economia livornese, si parlava di un calo dei volumi
produttivi nell’ordine del 25 – 30% un dato che con il passare dei mesi è
divenuto strutturale, infatti poi nelle successive commissioni è stato denunciato
con forza il rischio di una ulteriore emorragia occupazionale nel breve e medio
periodo in assenza di una ripresa robusta dell’economia e dentro questo allarme
ci sta la vicenda dell’Inalfa stessa, la vicenda della Sacci stessa, e di altre
situazioni che possono esplodere, non necessariamente di chiusura di siti
produttivi, ma come espulsione del personale dalle aziende e dai siti produttivi.
È emerso inoltre che per il lancio di alcuni comparti durante queste
commissioni, quello che riguardano l’acciaio, la chimica, l'automotiv che oltre
al contributo delle Regioni degli Enti Locali che comunque è indispensabile e
può essere utile è altrettanto indispensabile promuovere delle politiche
industriali su scala nazionale; mancano da tempo, si dirà, ma bisogna
rivendicare la necessità di fare un elemento di discontinuità con il passato
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introdurre elementi di politica industriale su alcuni settori per radicarle il più
possibile perché non si tratta di dare degli aiuti di Stato, si possono parlare
anche di fare investimenti nella ricerca e nella innovazione, ma si può anche
fare come succede in Francia che la Francia sta in una quota azionaria della
Renault che quando poi la Renault va a comprare altri soggetti ci deve essere
ancora una quota dello Stato, perché ci deve essere il senso di un controllo di
un interesse generale di quello che succede in alcuni comparti delle industrie.
In questa commissione ci siamo posti anche il problema visto che nel nostro
territorio si sono molte multinazionali di come intrattenere rapporti con i bord
delle stesse multinazionali, la difficoltà di dialogo che c'è, poi perché i direttori
degli stabilimenti locali hanno poteri limitati e quindi è importante trovare gli
strumenti per dialogare con chi conta veramente all’interno delle multinazionali,
chi fa veramente le strategie e le scelte.
Abbiamo incontrato pure le categorie economiche, le associazioni che
rappresentano le piccole e medie imprese, le grandi imprese, compreso il mondo
cooperativo, senza alcun dubbio uno delle principali criticità riguarda l'accesso
al credito per quanto riguarda le piccole e le medie imprese, criticità amplificate
dalla crisi finanziaria globale, le categorie economiche ci invitano fortemente a
fare sistema ed hanno individuato nella Provincia un punto di riferimento,
anche nei rapporti da costituire con la Regione Toscana anche in virtù dei
prossimi investimenti e i piani che la Regione Toscana, il Piano Regionale di
Sviluppo dovrà in qualche maniera implementare ed attivare.
Altro tema trattato che è emerso con forza soprattutto anche in relazione con la
SPIL è quello delle aree industriale, quelle aree SIN che in qualche maniera
sono bloccate e nelle quali non si possono fare reindustrializzazione e le aree
industriali in genere. Abbiamo ben compreso quanto sia strategico in queste
commissioni per attivare politiche di marketing territoriale avere delle aree
disponibili. In questa commissioni ci è stato nuovamente sottoposto il
problema legato agli alti costi di produzione, legati soprattutto al consumo di
energia e allo smaltimento dei rifiuti.
Per quanto riguarda le crisi aziendali quella più significativa che abbiamo
affrontato, simbolica è quella relativa alla Giolfo & Calcagno una crisi iniziata
prima della crisi globale, un’azienda a conduzione familiare in un settore
alimentare che in qualche maniera aveva un mercato e possibilità di lavoro è
entrata in crisi a causa di una pessima gestione così come è stata definita dai
sindacati anche nelle audizione della commissione. Una pessima gestione che
ha indebitato fortemente l’azienda portandola sull’orlo del fallimento e
consegnandola in mano ai liquidatori Questo è un fatto che riduce i margini di
intervento delle istituzione locali, è un grande elemento di difficoltà. I
lavoratori sono venuti anche ieri anche a manifestare sotto il Comune, sotto la
Provincia io credo che dobbiamo sostenerli con forza per aiutarli a continuare
ad avere la cassa integrazione, fare tutti gli sforzi possibili per raggiungere
questo obiettivo, perché sono lavoratori giovani e la mobilità, il licenziamento
non è un fatto positivo.
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Tornando sulle politiche industriali, ora è stato nominato il Ministro lo vedremo
alla prova dei fatti rispetto a quello che riuscirà a fare, certo il curriculum non
mi entusiasma, è di una formazione che non è del mondo dell’industria, è di
tutto un altro mondo, di tutta un’altra esperienza, però verificheremo con i fatti
quello che ..
VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI
Scusi consigliere Mirabelli il suo tempo è esaurito, la invito a concludere.
Grazie.
CONSIGLIERE - FEDERICO MIRABELLI
Sì. Le ultime parole le voglio lasciare per quanto riguarda la tensione che c'è
dentro gli stabilimenti e tra i disoccupati, su questo io personalmente non ci
giocherei sopra e né strumentalizzerei quelle che sono le paure dentro i
lavoratori, però questi processi di crisi hanno indebolito le istituzioni, hanno
indebolito i sindacati stessi, gli ultimi baluardi che in qualche maniera dentro i
luoghi di lavoro possono controllare e dirigere i lavoratori verso soluzione
positive ed anche i processi difficili, sono in difficoltà anche loro, c'è una forte
tensione, una forte fame di lavoro, questo lo voglio dire, perché c'è un grido di
allarme che arriva da dentro i luoghi di lavoro che non deve essere
sottovalutato, dobbiamo cercare di capirlo, di comprenderlo di rappresentarlo
perché questo è anche importante, perché bisogna dare anche dei punti di
riferimenti politici e dare delle risposte poi successivamente concrete. Però
voglio dire con forza che c'è un malessere profondo che rischia di non essere
più controllato, anche dai sindacati che stanno dentro.
VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI
Grazie consigliere Mirabelli ha chiesto di intervenire il consigliere Ceccantini
ne ha facoltà.
CONSIGLIERE - ANTONIO CECCANTINI
Grazie signor Presidente, colleghi consiglieri io ho ascoltato con attenzione tutti
gli interventi che mi hanno proceduto e questa è un po’ la prosecuzione se
vogliamo del dibattito che abbiamo fatto in occasione della preparazione sulla
conferenza economica e programmatica. Direi che sono emerse una serie di
cose estremamente interessanti ed utili su cui è bene, io penso, che facciamo
alcuni approfondimenti, quale è lo scopo, innanzitutto? Io penso che la
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Provincia di Livorno abbia come scopo sicuramente quello di capire, e quindi
questa è una relazione che spiega bene tutto quello che in sostanza è successo in
merito alle crisi relative ad una serie di grandi realtà industriali che abbiamo nel
nostro territorio. e qui c'è tutto un elenco dettagliato su quelli che sono gli
incontri ed anche dei riassunti estremamente chiari e sintetici su quelle che sono
le posizione anche dei vari soggetti, in questo caso, che possa essere proprietà o
che possano essere controparti sindacali. Quindi questo è direi il primo
elemento importante che possiamo mettere, l'altro punto però è che qui si
chiedono ed è emerso anche stamani, parlando con i soggetti interessati, e io
direi tutti i soggetti interessati, sotto questo punto di vista di fronte a crisi di
questo tipo, proposte o idee, ora la Provincia su questo io sono molto chiaro,
come anche in passato, non è che la Provincia può mettersi a fare impresa. Cioè
in questo caso l'istituzione non avrebbe né i mezzi e non sarebbe neanche il suo
fine il so scopo; però la Provincia deve e può sicuramente dopo avere fatto un
monitoraggio ampio e dettagliato, predisporre le condizioni affinché ci siano
nuovi insediamenti produttivi o di fronte a crisi di questo tipo possano esserci le
condizioni per delle vere e proprie riconversioni, se si tratta di aziende che
come abbiamo esaminato e sentito anche stamani cessano completamente la
propria attività, addirittura che se ne vanno completamente non solo da
Livorno, non solo dalla Toscana, ma addirittura dall’Italia, per delocalizzare
all'esterno produzioni di questo tipo.
Quindi avendo una serie di attività di questo tipo importanti ed industriali, di
carattere multinazionale è evidente che noi ci troviamo e ci troveremo purtroppo
a discutere di questo anche per i prossimi anni a venire. Allora quello che deve
fare lo forzo questa amministrazione è proprio quello, cioè quello di mettere una
serie di condizioni che agevoli questo percorso che purtroppo, è un dato di
fatto, è oggettivo e che sta diventando fisiologico, cioè quello da trovare delle
alternative, cioè determinate produzioni e qui bisogna che siamo chiari in
questo territorio le andremo a perdere, potremo limitare i danni, e li dovremo
limitare, sicuramente ci sarà accesso agli ammortizzatori sociali, andranno
aumentato, ma alla fine poi anche gli ammortizzatori sociali finiranno, come tra
l’altro finiranno entro la fine dell'anno. Quando sono finiti quelli giustamente il
consigliere Mirabelli dice la situazione all'interno delle fabbriche c'è un clima
teso, perché facciamo bene tutti a dire: “bisogna stare calmi, bisogna essere
tranquilli” ma quando poi all'interno di una famiglia cominciamo ad avere una o
due persone che perdono il lavoro, oppure gente in cassa integrazione fissa da
mesi, perché questa sta diventando la nuova occupazione di questa città e di
questo territorio. Dici: che cosa fai di lavoro? Faccio il cassa integrato è la
nuova occupazione di questo Paese. Allora è difficile spiegare a gente e
soprattutto che non ha prospettiva, o che non vede prospettiva, se non quella di
lavori non dico precari ma forse anche peggio, allora è qui che devi intervenire,
ma devi intervenire anche velocemente con una proposta, e ripeto non si tratta
di prendere e mettersi a fare impresa perché questo non è l’obiettivo di questo
Ente, né penso nostro, ma è quello di far sì che la macchina crei delle condizioni
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affinché ci siano ingressi di nuovi soggetti che entrano al posto di coloro che
decidono di lasciare. Un esempio su tutti, in questa settimana su diversi
quotidiani economici e non nazionali è stata posto all’attenzione direi un
esempio sotto questo punto di vista virtuoso è il progetto relativo a Terni, Terni
lo sapete è una città industriale con un grosso polo siderurgico ed oltre tutto ha
anche una grossa componente di industria chimica, pochi questo lo sanno, alla
fine è nata una società quotata in borsa e quindi c’è anche stata la presentazione
alla Borsa di Milano ufficialmente e lì si è investito anche con in questo caso un
aiuto pubblico, ma non come partecipazione diretta ma in questo caso attraverso
i fondi dell'Unione Europea per le riconversioni industriali, attraverso la
formazione del personale che ovviamente è dovuta cambiare, c'è stata apporto
sulla bonifica perché essendo un SIN c'è stato bisogno anche di questo, però
questi hanno fatto un progetto ovviamente di una certa importanza fatto con
imprenditori italiani che hanno deciso di investire sulle cosiddette nuove
tecnologie, quella che viene definita la cosiddetta green economy, allora questi
non sono marziani, sono imprenditori italiani se sono andati ad investire lì è
perché evidentemente hanno trovato delle condizioni, allora questo è un
esempio ce ne possono essere anche altri, questo è l'ultimo in ordine di
importanza, ma ce ne sono anche altri, io penso che una istituzione ma in questo
caso non da sola, perché questo è un progetto che è stato fatto da Regione,
Provincia, Comune, Unione Europea, cioè c’è stato un collegamento tra tutte le
vaie istituzione che mettono a disposizione le strutture che hanno e le
condizioni che hanno. Questo è il punto. Quindi non è tanto una questione di un
intervento in questo caso diretto, quanto indiretto che comunque ha funzionato,
perché ha creato le condizione di “appetibilità sul territorio” per determinati
imprese o gruppi di imprenditori che si sono uniti per investire in quel
determinato settore. Guardate bene che alla fine il saldo occupazionale
addirittura è stato non solo il mantenimento degli stessi livelli che erano tutti in
cassa integrazione a zero ore finita, ma addirittura c'è stato saldo positivo
perché si è aumentato di 100 unità le persone occupate direttamente e si stava
parlando di un indotto di circa 600 persone, scusate se è poco!
Io penso che sotto questo punto di vista questa possa essere l'unica strada
perlomeno a quanto si vede anche in altri contesti più ampi che possa dare delle
risposte, diversamente siamo soltanto qui ogni mese a prendere atto di quelle
che purtroppo sono le novità, l'ultima è quella della Inalfa anche questa crisi era
annunciata e ci troviamo a discutere sempre delle stesse cose, la ovvia
solidarietà, l'aiuto che dovrà essere dato per l'attivazione degli ammortizzatori
sociali, la cassa integrazione, la proroga, la discussione, qualcuno che alla fine
addirittura potrebbe anche non averla, senza citare poi ed io questo lo
continuerò a ripetere fino a che non vedo attenzione più forte, tutti quelli che
non e o non diritto di tribuna, che sono le piccole o piccolissime realtà
imprenditoriali, che ci sono e che addirittura se le mettete insieme sono anche
superiori rispetto ai numeri che escono fuori da questa grande industria, solo
che emergono perché questi hanno 100 occupati per volta come minimo e
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quegli altri magari ne hanno 10 o forse addirittura sono i 10, ma anche 20 non
fa notizia, fa notizie se tu ne hai più di 100, sennò gli altri non fanno notizia.
Ma messi insieme, messi insieme fanno un numero nettamente superiore e vi
posso assicurare che le aziende che hanno chiuso sono qualche centinaio,
piccole, questo è il punto. Giustamente qualcuno mi sottolineava il fatto che non
c'è cassa integrazione su questi, né ammortizzatori sociali di nessun altro tipo,
né incentivi per l’esodo, né incentivi per il pensionamento, sono lavoratori
come gli altri, non sono lavoratori di serie B, quindi questo è il quadro e su
questo io penso che io penso e si debba lavorare. Grazie.
VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI
Grazie consigliere Ceccantini, si è iscritto a parlare il Consigliere Coluccia ne
ha facoltà.
CONSIGLIERE - GIUSEPPE COLUCCIA
Presidente, consiglieri, credo che sulla illustrazione che è stata fatta da parte del
Presidente della Commissione Anticrisi, si debbano esprimere alcune
valutazioni perché credo che il lavoro che questa commissione emerge è
senz’altro un contributo importante che viene dato in ordine sia alla situazione
economica e sociale che si sta producendo sul territorio nella Provincia, e sia lo
forzo anche che come istituzione, stiamo facendo nella preparazione della
conferenza programmatica, credo che questa esperienza fatta a livello della
commissione, sia senz’altro un utile contributo da questo punto di vista, in
particolare mi sembra su due aspetti, allora una prima questione credo che
riguardi la necessità di analizzare meglio la natura della crisi economica, perché
io credo che su questo punto sia necessario cogliere perché anche sull’analisi
della natura della crisi mi sembra anche degli interventi che sono venuti da
parte di altri consiglieri, in particolare dei consiglieri di opposizione, che non ci
sia una sufficiente chiarezza sugli elementi strutturali che questa crisi comporta,
e sugli effetti a lungo termine che produrrà sul tessuto economico e sociale della
Provincia. Le crisi che vengono evidenziate nel resoconto della commissione
testimoniano proprio questo aspetto e credo sia sbagliato pensare di risolvere o
di chiudere con il discorso riconducibile solo al fatto che il modello economico
e sociale della Toscana o della Provincia di Livorno non è più in grado di
soddisfare o che vi siano state insufficienze nella attività di Governo di questa
istituzione rispetto al problema della crisi. Perché ragionare in questi termini,
ragionare in questi termini vuol dire solamente strumentalizzare a fini politici la
posizione rispetto a temi invece che la crisi economica sta producendo sul
tessuto del nostro territorio.
Io credo che gli effetti che venivano ricordati, e non sto a riprenderli
nell'intervento di Federico Mirabelli e dello stesso Ceccantini nelle introduzioni
sono effetti che stanno mettendo a rischio la coesione sociale del territorio sia
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dal punto di vista della tenuta economica, del sistema produttivo, Qui siamo di
fronte veramente al rischio di un restringimento della base produttiva sul nostro
territorio, con degli effetti sulla occupazione drammatici, non solo per quella
che attualmente viene espulsa in questo processo di restringimento della base
produttiva, ma anche per gli orizzonti, per il futuro per i giovani, per le giovani
generazioni, questo è un primo punto che emerge concretamente oggi e credo
che anche questa analisi della crisi noi non possiamo sfuggire all'elemento
generale di carattere generale della portata globale che questa crisi ha, perché se
noi stiamo solo a ragionare in termini come dire provinciali, limitati in una
visione ristretta io credo che non cogliamo questi processi che invece
riguardano le dinamiche generali nel mercato internazionale. L'altra questione
che mi sembra anch’essa di grande rilievo che è emersa negli incontri e nelle
discussioni che abbiamo fatto, badate, è la questione del Governo della crisi,
del Governo della crisi, noi siamo di fronte ad una crisi economica come
abbiamo detto che è una crisi sociale che sta producendo effetti drammatici e
siamo in assenza totale di un Governo, dobbiamo dirlo questo, perché badate,
altrimenti noi non si colgono quali sono gli elementi positivi che dobbiamo
mettere in campo. Se noi rimuoviamo questo aspetto dell’assenza del Governo,
cioè intendo di quell’insieme di politiche industriali, di politiche fiscali, di
politiche economiche in grado di sostenere l’apparato produttivo del paese,
l’apparato industriale, io credo che non cogliamo diciamo quello che poi in
sostanza generale insicurezza ed incertezza sociale, perché le preoccupazioni
che vengono anche qui manifestate sullo stato all'interno delle fabbriche tra i
lavoratori, nel tessuto sociale, noi abbiamo assistito di recente anche a dei fatti
che mi hanno allarmato a delle situazione di tensione sociale fra i lavoratori,
nelle manifestazioni, io credo che questo sia un aspetto che va valutato in
ordine alla insicurezza e alla incertezza che si sta producendo, proprio per
l'assenza di un governo della crisi, e anche questa questione io resto veramente
meravigliato, voi pensate, noi siamo di fronte ad un governo, con un presidente
del Consiglio che ha il coraggio di presentarsi con un programma su cinque
punti che poi preminentemente sono concentrati sulla questione della giustizia e
l'altra del Federalismo, solo per un elemento di strumentalità politica, e sono
completamente assenti da questi 5 punti i problemi seri, cioè quelli legati a
come il paese intenda affrontare i temi dell'economia e della tenuta sociale da
un punto di vista dell’occupazione, far fronte alle emergenze che in questo
paese si stanno determinando. Si va dicendo che questo è un governo che è in
grado di arrivare alla fine della legislatura, io credo che qui bisogna farla finita
di raccontare frottole agli italiani, dobbiamo farla finita di raccontare frottole ai
lavoratori, qui siamo di fronte a famiglie a situazioni che reclamano un
intervento, una presenza attiva del governo ed io credo che da parte delle
istituzioni locali, la Provincia, la Regione, i Comuni, ci sia senz’altro una
presenza che mira non solo a sostenere le situazioni di emergenza, ma impostare
quello che dovrà essere un intervento serio rivolto, un intervento pubblico serio,
rivolto a promuovere uno sviluppo ed crescita del nostro territorio guardando
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anche ad orizzonti nuovi. Alla messa in campo di risorse di produzioni nuove,
credo che venivano richiamate anche queste esigenze quindi questo tema del
Governo dell’assenza di un governo, credo che emerge in maniera chiara dalla
nostra situazione, verso la quale credo che sia necessario e che vi sia un’azione
politica da parte delle forze politiche per sollecitare un quadro ed una fase
politica nuova nel paese, che vada a superare questo quadro che ormai da un
punto di vista della capacità di governo non esprime più niente, perché
altrimenti rischiamo veramente di non poter tenere sul piano dell’economia e
dell’assetto sociale del nostro paese. Grazie.
VICE PRESIDENTE - MARCO LANDI
Grazie consigliere Coluccia non ci sono altri interventi? Allora ha chiesto di
intervenire la consigliera Vaccaro ne ha facoltà.
CONSIGLIERA – COSTANZA VACCARO
Grazie Presidente, voi sapete bene, io di solito accendo nei miei interventi
abbastanza gli animi, sapete bene che non le mando a dire, tanto alla
maggioranza quanto anche ad altri membri delle opposizioni che fanno parte
della compagine dell’opposizione, in questo caso però, devo essere sincera, ho
una opinione molto precisa, che in parte condivide alcune rilevazioni, alcuni
spunti anche di riflessione, se vogliamo, perché poi i toni a volte sembrano
essere polemici, se poi si va a leggere bene nella sostanza, si vede che poi nei
contenuti c'è anche un intento propositivo, parlo ovviamente dell'intervento del
collega Gragnoli, ebbene io ho una posizione precisa, ma mezzana rispetto alla
posizione ovviamente un po' più critica del collega Gragnoli di cui, ripeto,
alcuni spunti ritengo che siano condivisibili, ad una posizione assolutamente
ovviamente strumentale, che è emersa da alcuni interventi, non ultimo
dall'intervento del vice capogruppo Coluccia.
Dunque la commissione anticrisi, io sono un membro commissario della
commissione, io ritengo che abbia lavorato, il Presidente Mazzola ha fatto una
relazione che in qualche modo ha indicato la road map del percorso che come
commissione abbiamo percorso durante questo primo anno, è stato un anno
difficile, sicuramente, abbiamo cercato di seguire tutte le situazioni, ovvio tutto
è perfettibile, tutto è migliorabile, abbiamo cercato di seguire con precisione,
con puntualità, con tempestività tutte le situazioni, e guardate, lo sapete, ce ne
sono state veramente tante che sono emerse e che sono scoppiate nel susseguirsi
di questi, purtroppo bruttissimi e caldissimi mesi. Ovviamente abbiamo fatto
stesso in corso d'opera degli appunti al lavoro e al metodo del Presidente della
commissione, alcuni di questi appunti sono stati peraltro condivisi e quindi
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accettati, alcuni spunti di riflessione lo stesso sono diventati parte integrante
dell’operatività di questa commissione, altri, Presidente, lei lo sa, glielo dico,
non si deve stupire perché ad onor del vero ce lo siamo detti stante volte,
privatamente, ma anche poi in commissione, in altre situazioni la commissione
doveva essere più presente, penso alla situazione veramente del turismo, più
volte l’abbiamo sollecitata ad andare all’Elba a parlare, a contattare, a fare
incontro con gli albergatori, per sapere anche all’indomani di una stagione
estiva che si sta concludendo qual è il bilancio della situazione, delle presenze
del territorio, perché ci siamo detti tante volte una provincia come la nostra non
può accontentarsi di avere un turismo che incide sul suo PIL soltanto per il 19
per cento, che non è poco rispetto alla media regionale, ma comunque è troppo
poco rispetto alle vere potenzialità del nostro territorio. Sappiamo benissimo
che abbiamo un arcipelago bellissimo, una costa altrettanto bellissima eppure
gli interventi anche qui da fare per potenziare la presenza, l’IRPET ci dice che
abbiamo una sorta di presenza, di economia di transito che è tutta da potenziare
e tutta da sviluppare per cui le persone vengono sul nostro territorio, milioni di
persone, non fosse altro perché abbiamo porto e aeroporto vicino, e poi però
vanno via senza lasciare alcuna presenza materiale, economicamente
sostanziosa della loro presenza sul territorio, della loro avvenuta presenza sul
nostro territorio. Questo per dire che cosa? Per dire che, Coluccia, si fa presto a
cedere alla strumentalità e alla propaganda di alcuni interventi, ma con la
logica, l’ho detto tante volte, lo ripeto qui anche stamani, con la logica del
“piove, governo ladro”, non si va da punte parti, perché questa logica del
rimandare, del non prendere le decisioni, di pensare che il modello produttivo
ed occupazionale, messo in piedi da decenni di amministrazioni di sinistra in
questo territorio, sia un modello da tenere in considerazione, sono i fatti, sono
gli eventi, che vi smentiscono queste considerazioni, quindi io mi auguro che
anche in funzione, grazie alla commissione anticrisi, ma soprattutto in funzione
di questa prossima conferenza provinciale di sviluppo, ci sia una presa d'atto da
parte vostra, del fatto che questo è un momento molto particolare di grandi
cambiamenti, non è vero che manca una politica industriale, perché quando,
Coluccia, tu vai a parlare con i grandi manager, con le grandi aziende, eppure,
voglio dire, voi governate questi territori da anni sia a livello microscopico,
parlo delle circoscrizioni, sia a livello macroscopico, e parlo della Regione
Toscana, eppure non avete saputo compattarvi e fare squadra, non avete saputo
tirare, nel corso dei decenni, sufficientemente le orecchie a tutti quei governi
che si sono succeduti, e che poco, probabilmente, hanno fatto per questa
regione, oggi viviamo gap competitivi importanti come i deficit infrastrutturali,
viviamo condizioni, e qui ritorno al fatto che se si parlasse un po’ di più con
queste grandi aziende si capirebbero anche i motivi, invece di rincorrerle queste
aziende soltanto per tamponare situazioni di emergenza, quando, ripeto,
Coluccia, tu parli con queste persone, e sono persone competenti, che hanno la
volontà e la necessità di creare lavoro e buon lavoro, ma che purtroppo devono
stare anche all'interno di rigidissime regole di mercato, perché siamo non a caso
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nella globalizzazione, quando tu parli con queste persone, tu da loro senti dire,
purtroppo, che ormai da anni il territorio di Livorno non è più competitivo, tu lo
sai che le nostre industrie pagano l'acqua 4 volte più… io ti sto parlando e ti sto
dicendo lo sai che le nostre industrie pagano l’acqua industriale 4 volte più
rispetto alle industrie collocate e allocate nel resto della regione Toscana e nel
resto d'Italia? Sai che paghiamo l'energia ed i rifiuti con tariffe e costi altissimi,
tra i più alti in Italia? E su queste cose non è il governo ladrone che deve
intervenire, sono gli enti locali, quegli stessi enti che voi governate da minimo
40 anni, quindi è inutile, quando poi c'è al governo Prodi o compagni vari della
sinistra, siccome a quel punto governate tutto, circoscrizioni, comune,
provincia, regione e governo nazionale, allora fate finta di nascondere le cose e
mettete le responsabilità in un cassetto sotto chiave. È bene dircele queste cose,
perché ripeto, così come alla maggioranza abbiamo fatto un sacco di appunti, è
altrettanto vero che diciamo a questa commissione di continuare a lavorare con
spirito propositivo, di essere, Presidente Mazzola, più incisiva in alcuni
provvedimenti, non soltanto quindi limitarsi ad una fase di ascolto, ma essere
ancora più propositiva, perché è vero, Presidente, che abbiamo fatto dei
documenti che impegnano Consiglio Provinciale, giunta e consigli vari,
comunali, condivisi all’unanimità, ma è anche vero che spesso, oltre al momenti
dell'ascolto e della audizione, si deve passare ad un momento di un intervento
più risolutorio, nei limiti di quelli che sono ovviamente gli strumenti che
abbiamo a disposizione.
Quindi ripeto, Presidente, la mia valutazione sul lavoro fatto dal Presidente
Mazzola, che ha fatto peraltro una buonissima relazione, esemplificativa di tutto
il lavoro svolto, ed il lavoro in generale fatto dalla commissione, non è
assolutamente un lavoro negativo, è integrabile, è migliorabile, ma non è un
lavoro negativo, è una buona base di partenza su cui continuare per tenere sotto
controllo, sotto monitoraggio tutte le emergenze
ed incidere, ripeto,
limitatamente agli strumenti che abbiamo a disposizione, per risollevare la
situazione del territorio, grazie.
PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Prego Bufalini.
CONSIGLIERE - ELIS BUFALINI
Io credo che sia da riconoscere il lavoro della commissione e del suo Presidente,
non solo nel documento fatto, ma anche nell’interpretazione di come doveva
lavorare una commissione che è riuscita ad essere presente nei posti dove la
crisi viveva, e questo credo che sia un fatto importante, anche da un punto di
vista simbolico, di presenze, il fatto di non limitarsi a scrivere dei documenti,
ma dare un segno anche di presenza e di vicinanza a quelle che sono le persone
che stanno vivendo questa difficoltà.
64
Io vorrei rivolgermi sia all’opposizione, sia di sinistra ed anche di centro destra
nel ritenere che nel prosieguo dei nostri lavori dobbiamo affrontare le questioni
di questa crisi smettendo di affrontarle con noi che sottolineiamo le mancanze
del governo, voi sottolineate le mancanze degli enti locali, ma in questa fase poi
non riusciamo a fare un passo nella risoluzione reale dei problemi.
Io credo che tutti noi dobbiamo avere presente il momento forte di distacco che
c'è tra i cittadini, la politica, e lo vediamo in manifestazioni anche forti che ci
sono state fatte, che sono state fatte in questi giorni. Noi abbiamo visto operai
tirare uova a rappresentanze sindacali di altri operai, abbiamo visto operai tirare
uova a quelle che sono le rappresentanze degli industriali, delle aziende,
vediamo nei nostri territori aumentare il livello della criminalità, venuta a livelli
che questo territorio non aveva mai conosciuto, vediamo nella quotidianità
rapine a mano armata, stiamo vedendo conflitti sempre maggiori dove ognuno
o per motivi che riguardano il lavoro, o motivi che riguardano le credenze delle
persone, o che riguardano i problemi dell’immigrazione, diventano sempre più
forti. Allora credo che comunque ognuno di noi, noi sul territorio ed il governo,
comunque, che credo abbia trovato le condizioni forse di proseguire il suo
lavoro, debba comunque assumersi la responsabilità di fare sì che la politica
torni protagonista nel guidare alcuni processi e indicare delle soluzioni.
Il governo ha in questi giorni nominato il nuovo Ministro dell’industria, su cui
abbiamo delle perplessità, però è anche vero che le cose vanno viste alla prova
dei fatti, nel lavoro che verrà svolto e nelle cose che verranno fatte.
Come sottolineava anche la consigliera Vaccaro poi è importante il lavoro che
ci porterà da questo punto di vista alla conferenza programmatica ed io credo
che sotto questo aspetto sarebbe importante trovare, soprattutto su alcuni temi
che riguardano l'industria, che riguardano e i trasporti, cioè che riguardano le
questioni dove un territorio di solo non può riuscire in ogni caso a governarle, a
trovare dei punti di intesa che poi ci impegnano, ognuno di noi, ad un percorso
comune. Io mi ricordo tanti anni fa, negli anni ’90, quando ci fu il momento
della deindustrializzazione, del disimpegno delle aziende di stato, proprio su
questo tipo di ragionamento, un “progetto Livorno”, un progetto di questa
provincia, in un rapporto con un governo che anche a quel momento non era un
governo, come dire, amico, ma in una visione condivisa, la possibilità di dare un
nuovo sbocco ed un futuro. Io credo che noi dobbiamo insieme, in questo
momento, prenderci prima di tutto la responsabilità di far sì che la politica torni
il riferimento, perché in questo momento purtroppo, ahi noi, dobbiamo avere
chiaro che questo non è, non è per noi, ma credo, lo ammetteranno anche i
colleghi del centro destra, non è nemmeno per loro in questo momento, quella
pulsione in cui era riuscito Berlusconi dove la personalità, la singola
personalità, in un rapporto diretto con i cittadini riusciva in ogni caso a
superare questo problema di rappresentanze, credo che ora colpisca anche lui.
Questo non lo vediamo solo nei partiti, lo vediamo nelle associazioni di
categoria, nei sindacati, nella Confindustria, la CNA, ogni associazione, ogni
rappresentanza, in questo momento soffre e fa fatica anche, come si è visto nelle
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manifestazioni della FIOM, a gestire, a tenere sotto controllo quelle che sono le
azioni che vengono portate.
Io credo che oggi stiamo continuando a scivolare in una condizione di
difficoltà. Credo che da parte del centro destra non si può accusare di questi
problemi il Presidente, dicendo che il Presidente è quello che si limita a cercare
di tamponare queste questioni, è chiaro che delle ragioni le ha anche il
consigliere Coluccia, poi queste questioni, sono di natura e di scelte importanti
di quello che deve essere la natura di un paese, perciò anche le scelte, le grandi
scelte che riguardano l'industria. Io vedo gli altri paesi, gli Stati Uniti,
Germania, Francia hanno avuto grandi investimenti di stato che non devono
essere il supporto ad una azienda o ad un’altra, ma devono essere grandi
investimenti nel supporto alle infrastrutture, alle scelte, ad individuare un
percorso, questo anche sulle nuove tecnologie, negli Stati Uniti la Silicon Valley
è nata su grandi investimenti pubblici, su cui poi si sono insediate grandi
aziende, ma comunque è nata su grandi investimenti pubblici, sia infrastrutturali
e sia anche di istituti di ricerca e di conoscenza. Io credo da questo punto di
vista, se riusciamo ad individuare alcune priorità condivise e chiudere questo
gioco dove alternativamente ci giriamo le colpe a noi, credo che possa essere
già un passaggio che aiuta a risolvere i problemi.
PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Ci sono altri consiglieri? Se non ci sono altri consiglieri ha chiesto di
intervenire l'assessore Anselmi e poi ovviamente le conclusioni le fa il
consigliere Mazzola in quanto relatore. Prego assessore Anselmi.
ASSESSORE – RINGO ANSELMI
Io penso che l'istituzione della commissione, che è avvenuta all'inizio della
legislatura, sia servita da un lato, anche per come è stata relazionata e per come
si è sviluppato anche il dibattito qui anche se sono apparse alcune critiche,
abbia svolto un lavoro che ha portato sì ad una fotografia della situazione, ma è
una fotografia della situazione di cui dobbiamo essere consapevoli tutti, e
quindi se un merito ha avuto questa commissione, è quello di avere coinvolto,
come dire, gran parte del consiglio e gran parte della società che parte sia dalle
associazioni imprenditoriali, nelle fabbriche, le rappresentanze sindacali, etc,,
cioè ha già dato il senso di una presenza delle istituzioni nei confronti di una
crisi che viene ad essere in questo territorio, come dire, con le sue gravità e si
presenta con le sue gravità nei posti di lavoro.
Ha messo insieme all’azione che l’istituzione è chiamata a svolgere, in questo
caso perché c’è l’accordo per la cassa integrazione, etc,, ha permesso a tutto il
Consiglio Provinciale, perché questa commissione è del Consiglio Provinciale,
di dire “siamo attenti ai problemi del lavoro in questa realtà”.
Cosa vuol dire che abbiamo risolto i problemi? Se avessimo risolto i problemi,
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come dire, non saremmo a discutere di queste cose, però il primo dato è questo:
riprendendo l'intervento da ultimo di rifare politica che diceva il consigliere
Bufalini, cercando in questa maniera anche di ridare un segno positivo alle
istituzioni, cioè che le istituzioni non sono il degrado che spesso appare sui
giornali, etc,, ma di ridare effettivamente un ruolo alle istituzioni. Quindi questo
è il lato positivo, ora la domanda è cosa dobbiamo fare dopo la fotografia per il
futuro, se questo è quali sono le azioni che dobbiamo mettere in campo in
questo caso con gli strumenti dati che abbiamo all'interno della provincia, per
vedere al futuro, si parla di preparare la conferenza di programma della
provincia. Si vuole subito la conferenza di programma, si fa un approccio, un
convegno, si buttano là delle idee per come vengono o si cerca di preparare una
conferenza di programma per il lavoro che ha già fatto, come dire, che è partito
con l'assessorato di Nocchi e continua con l'interesse diretto del Presidente a
vedere di fare di questa fotografia anche una azione dinamica di cosa bisogna
mettere in campo? Vi porto un esempio banalissimo, il Presidente ha presentato
il caso dell'Inalfa, ho avuto, come dire, la possibilità di assistere all'incontro
con i manager dell’Inalfa, hanno il portafoglio a sinistra, dicono: “si sposta la
produzione a nord dell’Europa, non si rientra più nel budget, spostiamo le
nostre produzioni, 35 milioni di euro dell'Olanda e 10 milioni di euro che
riguardano la produzione di Livorno, si va in Slovacchia, arrivederci e grazie, ci
faremo carico di alcuni problemi sociali che riguardano i lavoratori”. La
domanda che mi pongo: ma a livello internazionale, europeo, si parla di
continente, esiste una regola per la quale le aziende che sono sempre più
multinazionali, come dire, se sono in un territorio, si mette loro dei vincoli per
dire: guardate che se tu sfrutti un territorio, nel senso ambientale, nel senso
occupazionale, prima di andare hai delle regole sociali, dei contributi sociali da
pagare, non puoi usare un territorio come un treno, entro ed esco, non esiste, e
quindi questa è una azione politica.
Un’altra azione, ci sono state due settimane fa, nemmeno, un convegno a
Artemino*, vicino a Firenze, dove erano presenti professori di tutta Europa, che
analizzavano l’andamento della crisi, etc,, ed hanno portato degli esempi, ve ne
cito alcuni, Grenoble, Colonia, eccetera, in cui per le crisi che circolavano
all'interno di queste realtà europee che subiscono anche loro l'idea
dell’economia l’idea è dire: come riconvertire alcuni territori ed hanno investito
le multinazionali, faccio
la sintesi, hanno coinvolto il governo, le
multinazionali discutono con i governi, non questo per chiamare in causa o fare
aprire polemiche politiche, ma una multinazionale che investe su un territorio,
investe su politiche di stato, su cosa si vuol fare.
Noi abbiamo una presenza, voi sapete benissimo che abbiamo la Solvay, che è
una azienda multinazionale della chimica enorme, che non è italiana, abbiamo
la siderurgia che fa parte del primo e del terzo gruppo mondiale, sia Arselor
Mittal, che sia Severstal, perché è venuto Mordacioff a parlare con Rossi, con il
sindaco di Piombino ed il Presidente della Provincia? Ma perché c'è stato un
interessamento anche del governo, c'è stato un interessamento del governo nel
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senso che si è sentito in dovere di venire a discutere sul territorio, perché se
doveva chiamarlo il sindaco Anselmi di Piombino, come dire, il magnate di
riferimento, in questo caso non si faceva nemmeno vedere, mandava
l'amministratore delegato da cui è rappresentato. Voglio dire che mentre
cambiano i mercati, noi siamo nelle condizioni di governare una situazione
difficile, qui sono state fatte presenti le tensioni che ci sono sul territorio.
Guardate, con le casse integrazioni che ci sono, in questi mesi c’è cassa
integrazione, quindi riduzione di tredicesima, gente in mobilità, gente che ha
perso il lavoro, gente che finisce la cassa integrazione, le tensioni sociali, io
sono tra coloro che è convinto che aumenteranno, perché abbiamo anche nella
nostra provincia intere famiglie che sono in difficoltà, domanda: se su queste
cose che colpiscono le persone, non sono prima le istituzioni che riescono a
governare queste cose, a dare il senso di un minimo di sicurezza o di riferimento
per le persone o per i cittadini di questa provincia, il rischio è che davvero
queste tensioni non vengano, come si suol dire, governate, o dare delle risposte
alle persone.
Io sono convinto che le critiche fatte sui singoli settore, la consigliera Vaccaro
ha insistito sul turismo, io sono tra coloro che penso che il turismo sia il valore
aggiunto di questa provincia, come è il valore aggiunto di questa regione, valore
aggiunto significa però che noi dobbiamo pensare a costruire una attività
produttiva nell'interno di questa provincia, che comprenda dal primo gennaio al
31 dicembre l’attività, perché si sa che il turismo ha dalle punte occupazionali e
delle cadute verticali di disoccupazione, e allora è giusto pensare o no, dopo
queste esperienza, come diceva Orson Welles “l'esperienza è l’insegnate più
cattivo, prima ti fa l'esame e poi ti insegna la lezione”, dopo questa esperienza è
giusto pensare anche rispetto ai rapporti che ci sono stati con le organizzazioni
sindacali, etc,, se siamo il veicolo anche per alimentare una discussione su cosa
può essere un nuovo Welfare in questo paese? Parliamoci chiaro, il welfare è
stata l’esperienza degli anni del ‘900, siamo in grado di sostenere queste crisi
con gli strumenti che abbiamo a livello nazionale, a livello locale? Ora c'è la
discussione se vengono rifinanziate o meno le casse integrazioni in deroga. Le
casse integrazioni in deroga, se non vengono finanziate, abbiamo solo in
toscana almeno 40 - 50 mila persone senza sostegno al reddito.
CONSIGLIERA – COSTANZA VACCARO
Prima o poi finiscono queste casse integrazioni, e non è colpa del governo…
ASSESSORE – RINGO ANSELMI
Io non do delle colpe, sto sostenendo che se non si comincia a ragionare a
livello politico, finché la politica si riesce a tenere alta si discute, se non si
discute anche cosa è il sostegno al reddito delle persone, non si riesce a dare
una prospettiva e questo è quello che viene recepito dalle persone, che non c'è
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una prospettiva.
Quindi io penso che da questo lavoro svolto, che ha svolto la commissione,
questa fotografia deve essere collocata anche alla iniziativa della conferenza di
programma, c'è un bellissimo convegno in corso al museo sul lavoro e sulle
parole che discute anche di queste cose, quindi, come dire mi alleno anche per
la discussione di stasera. Questo è il fatto, cioè un altro, e chiudo, un altro fatto
che noi dobbiamo mettere in evidenza, si è parlato di tutti, dei sindacati, di
come si attiva il nostro territorio, è mancato in tutta la discussione, non l'ho
sentito, Lancillotto, cioè le associazioni imprenditoriali e gli imprenditori, io
non ho avuto occasione in questi due anni che sono in provincia di avere la
possibilità di discutere con un imprenditore che avesse voglia di investire o
delle associazione imprenditoriali che hanno detto: “guardate, abbiamo tre o
quattro imprenditori che possono essere interessati al nostro territorio, hanno
dei progetti, cosa mettete in campo voi”. Questo è avvenuto in questa provincia,
e non solo in questa provincia, è avvenuto anche nella regione, altrimenti non si
spiega del perché si stanno affrontando tante crisi e c'è poca volontà di investire
sul lavoro produttivo.
PRESIDENTE – BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Grazie. Mazzola per le conclusioni.
CONSIGLIERE – MICHELE MAZZOLA
Sarò molto breve, intanto ringrazio per i numerosi interventi che ci sono stati,
mi pare di dover sottolineare ancora una volta che questa commissione, dopo un
anno, ha presentato un documento sui cui poi entrerò ed ha dato comunque
adito ad un discussione in consiglio che mi è parsa sicuramente interessante.
Penso che si debbano fare proprie alcune osservazioni fatte, anche in modo
critico, perché poi le critiche sono l'elemento che ci consente di crescere e di
migliorare. Qualora verrà riconfermata la commissione o comunque si andrà ad
uno strumento simile penso che la discussione di oggi possa diventare un
bagaglio per il futuro. Per entrare nel merito, io mi sento di rivendicare
fortemente la positività del lavoro svolto, di respingere sostanzialmente ai
mittenti alcune critiche che ritengo prova forse di una analisi che io non
condivido del lavoro della commissione, ha permesso in 12 mesi veniva
ricordato anche da altri, di manifestare una vicinanza del consiglio di fronte a
tutte le situazioni di crisi, ricordo prima di tutto quella di Piombino, siccome
Gragnoli, ho apprezzato l'intervento di oggi, anche se critico, ma ieri ha detto
“siamo andati inutilmente 5 volte a Piombino su un quotidiano”, non è così,
abbiamo partecipato, siamo stati a fianco di chi era in lotta, insieme alla
commissione regionale ed ai gruppi provinciali e regionali del PDL abbiamo
partecipato ad una manifestazione, lì in modo volontario, senza convocazione,
per non utilizzare il gettone di presenza quindi non abbiamo sprecato soldi
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come qualcuno ha detto, abbiamo fatto quello secondo me quello che una
commissione deve fare in una situazione di crisi, una commissione che ha
cercato in modo sostanzialmente unanime, ha ragione la consigliera Vaccaro
quando cita il caso del turismo, perché lei ha sollecitato più volte maggiore
impegno su questo settore, io su questo sono stato più reticente perché c'era un
lavoro molto approfondito in campo nella quarta commissione, quindi ritenevo
che nei mesi in cui la commissione si riuniva costantemente con le
rappresentanze di andare a mettere le mano in un terreno su cui un collega
aveva egregiamente individuato un percorso, lo stesso vale per l’agricoltura, per
questo mi sembra un po’ distonante che alcuni consiglieri sottolineino che poco
si è lavorato sulla agricoltura, se poi il giochino è mettere in concorrenza le
commissione tra di loro, io sinceramente me ne tiro fuori, mi pare poco nobile
e poco rispettoso del lavoro che tutto il consiglio ha svolto in questo anno di
qualsiasi commissione esso faccia parte.
Detto questo ritengo che la parte delle raccomandazione in effetti potesse essere
implementata e possa essere implementata da questo punto di vista se ci sarà la
nuova commissione penso che sarà interessante capire il ruolo che a essa verrà
riconosciuto all'interno anche della conferenza programmatica che sta
organizzando la Provincia, tenendo conto però di un fatto, questa è una
commissione speciale, che ha il compito di approfondire le situazioni e di
formulare raccomandazioni o linee di indirizzo, così cita il regolamento. non è
un organo esecutivo della Giunta, non ha uno staff negli uffici dell’assessorato
che lavorano e che propongono poi votazione del consiglio alcune cose, noi
possiamo richiamare l’accento in questa conferenza programmatica su alcuni
settori, io sono assolutamente disponibile se potrà continuare a dare un
contributo in questo, ma penso tutta la commissione perché ribadisco raramente
non c’è stata unanimità in commissione e l’apporto di tutti, maggioranza e
opposizione è sempre andato nella stessa direzione, si tratta di capire come
poteremo il lavoro nei prossimi mesi, è si tratta poi di capire con quali realtà
continueremo a confrontarci e come si svilupperà la conferenza e se la
commissione riuscirà, se sarà in grado di interagire con questa conferenza.
Grazie.
PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO
Allora grazie, prima di sciogliere la seduta sono le 14.08 prima di sciogliere la
seduta vi annuncio che bisogna che i lavori dei prossimi consigli proseguano
anche nel pomeriggio perché non abbiamo toccato né una interpellanza, né una
mozione, per cui il prossimo consiglio ve lo annuncio fin da ora avrà la
prosecuzione anche pomeridiana e poi vedremo a che punto siamo arrivati fino
che non ci siamo liberati da tutta una serie di questioni che sono dentro al
nostro ordine del giorno non potremo che proseguire di pomeriggio. Il consiglio
è sciolto.
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Il presente verbale è composto da n. 69 pagine
Termine della seduta ore 14.10
Presidente del Consiglio
Dott. Di Bonito Fabio
Il Segretario Generale
Dott. Fabio Martino Battista
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Il
Vice Segretario Generale
Dott. Stefano Simm