Lady Lake 11
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Lady Lake 11
Il Pizzilo con un gesto teatrale come fosse nei panni di un presentatore esclama “ecco a voi miss Keller la Lady Lake”. “Dottore lei è in vena di scherzi” lo ammonisce il Magistrato raccogliendo il consenso di tutti. Scusate l’esibizione, ora vi devo una spiegazione, ieri quando mi avete portato il sarcofago, abbiamo studiato a lungo il metodo per aprirlo e non distruggere il cadavere, si era pensato ad una sega diamantata a bagno di acqua per poter tagliare il vetro, mentre si valutava l’ipotesi per una Tac o la Risonanza Magnetica, che poi sono state scartate, in quanto l’ingombro della teca ce lo impediva, allora abbiamo optato per una radiografia, abbiamo usato l’apparecchiatura portatile ed era l’unico modo non cruento per conoscerne l’interno. “Venga al dunque dottore” anche la dottoressa Calegaris si inserisce, mentre nel frattempo aveva raggiunto la squadra nella sala. Il Patologo comprendendo la fretta di tutti continua nelle sue enunciazioni, questo è il mio lavoro ora vi spiego cosa è successo, dopo quarant’anni di sezionamenti, questa volta non ne avevo bisogno, mentre lo sguardo dei presenti vira sulla teca con la Keller , il dottore esplode dicendo “questo non è il cadavere della signora Keller”. Allibiti gli astanti non si aspettano un altro colpo di scena ma una spiegazione plausibile. Scusatemi tutti, ma la cosa mi ha divertito questa notte, esordisce il patologo con il risolino sulle labbra, va bene vi svelo l’arcano. All’interno della teca non c’è un corpo vero ma una statua presumibilmente di cera, di ottima fattura ma pur sempre di cera. Quasi a comando tutti si accalcano verso la teca di vetro, sbalorditi dalle conclusioni del patologo annuiscono, rimanendo invece sollevati perché così si apriva un velo di speranza per la Keller. Commenti su commenti da parte dei presenti, siamo stati ingannati fu l’interpretazione generale, cosa mai sta succedendo disse il Maresciallo, mentre gli altri osservavano la teca con più scrupolo e rimanendo sbigottiti dalla fattura della statua di cera. Il Maresciallo dopo la notizia ordina al Brevi di avvisare immediatamente il Manuetti. Il Magistrato esce dalla sala per incontrare la folla di giornalisti ai quali riferisce i risultati. Stupiti i reporter caricano subito la notizia nei loro siti internet, si interrompe la programmazione per lanciare le dirette Tv, i fotoreporter vengono invitati nella camera mortuaria per eseguire riprese. La notizia rimasta segreta tutta notte si sparge per la cittadina in un baleno. I commenti al bar si sprecano alcuni avventori si sbilanciano nelle classiche frasi, lo dicevo io. Davanti all’agenzia viaggi del Manuetti che era chiusa per lutto, mazzi di fiori accompagnati da biglietti di cordoglio invadono il marciapiedi, la solidarietà dei compaesani verso la famiglia si è manifestata così, subito dopo la buona notizia campeggia sulla vetrina un grande manifesto, che recita così – Giulia c’è!!!!!!!! La paura è passata e aleggia in paese una sensazione di scampato pericolo. Mentre sono ancora in ospedale il Maresciallo sollecita la psicologa Calegaris per conoscere le sue sensazioni. Lei risponde “non cantiamo vittoria” la signora è ancora in mano ai sequestratori e finché non sarà a casa, c’è poco da stare allegri, non credo che ci stiano prendendo in giro, per me questo è un piano ben congegnato. Il Maresciallo Di Gotto con un gesto del capo pare condividere le conclusioni della Calegaris. Il Manuetti si presenta immediatamente in ospedale sollevato dalla buona notizia si rivolge al Maresciallo, sono contento per Giulia ma a questo punto rimango frastornato dagli eventi. A chi lo dice replica il Maresciallo, siamo di nuovo a capo, meglio così vuol dire che c’è ancora speranza. Il Manuetti si avvicina alla teca e ne osserva il contenuto come se osservasse un caro che sta dormendo, rivolgendo lo sguardo verso la dottoressa le confida a bassa voce, è più bella di come la conosco è possibile avere la teca, non vorrei sembrarle un feticista, ma questa la considero un’opera d’arte. La Callegaris risponde sapendo di non averne autorità che quando il caso sarà chiuso con qualsiasi esito inoltrerà la richiesta a chi di competenza. Mentre tutti lasciano l’ospedale l’appuntato Brevi informa il Maresciallo che per realizzare una statua di cera ci vogliono mesi di lavoro e la mano di grande artista visto che ci ha ingannati tutti. Il di Gotto replica che il sequestro ormai appurato che di questo si tratta è stato programmato da molto tempo, e non siamo di fronte a dei dilettanti ma a veri professionisti che non lasciano indizi. Speriamo che la scientifica trovi qualche traccia sulla teca, nella notte hanno collaborato con il patologo per rilevare e isolare le impronte digitali presenti su tutta la superficie dei vetri. Ora dobbiamo chiamare tutti coloro che hanno manipolato il sarcofago e far depositare le loro impronte, pensateci voi Appuntato. Per il resto credo che per quanto tu possa essere cauto qualche errore prima o poi lo commetti e noi puntiamo su questo, vero Appuntato Brevi! Mentre i Carabinieri stanno uscendo dall’Ospedale vengono richiamati dal Patologo e invitati a ritornare nella camera mortuaria. Il Maresciallo chiede al dottore quali siano le novità. Vede Maresciallo mentre i fotoreporter scattavano foto ho notato un riflesso che prima non si vedeva, il merito è stato dei flash, noi non potevamo usarli in quanto il vetro della teca avrebbe riflesso il bagliore e sovraesposto i nostri scatti. Il Maresciallo allora chiede ma il sevizio per le prove vostro e della scientifica come lo avete realizzato? Abbiamo usato dei fari fissi posizionati in maniera tale da evitare riflessi impropri, e non si notava niente è la replica del Patologo. Capisco ma cosa centrano i flash dei fotoreporter? Maresciallo vede quella etichetta adesiva dove è riportato il nome della vittima, posiziona all’altezza dei piedi e sul lato destro in basso come avrà notato è nera sul davanti e argentata sul retro, se andiamo dall’altro lato la vediamo. Dottore mi dica cosa ha notato? Vengo al dunque, mentre i flash dei giornalisti si susseguivano, sul lato argentato interno apparivano delle scritte e dei numeri, li ho proprio notati per puro caso. Ho pensato fosse un indizio e vi ho chiamati subito, sarà da rimuovere? Certamente mi passi un bisturi che ne sollevo un lembo ed una bustina per poterla archiviare, la manderemo successivamente alla scientifica. Appuntato l’adesivo sembra non offrire nessun indizio, ma a fase ultimata è il vetro che svela il mistero. Dottore vede quello che vedo io, è il Maresciallo che si rivolge al medico con il dovuto stupore , qui c’è una scritta ben palese, come mai non la si vedeva prima. Forse la colla o l’argentatura la mascheravano, è l’Appuntato ad intervenire. Ma non finisce qui, non è un’incisione superficiale fatta con delle frese diamantate che usano i decoratori vetrai, ma hanno usato un Laser perché la scritta è all’interno dello spessore del vetro. Il Brevi interviene dicendo che non è poi niente di eccezionale, ormai lo usano in molti, specialmente chi fornisce trofei per lo Sport, quelli in cristallo con le scritte inglobate. Appuntato si ne ho visti molti di questi manufatti e di diverso tipo, anche come oggetti da regalo. Ma il punto è come siano riusciti ad incidere il vetro e a far si che con una semplice etichetta la scritta sparisse alla nostra visione, ma poi ce lo volevano far scoprire oppure è un messaggio che non centra nulla con il nostro caso. Appuntato Brevi si segni sul taccuino la sequenza che verifichiamo cosa possa essere. lo Zi 95 1115 12 questi sono i dati trascritti dall’Appuntato ed il Maresciallo prima di congedarsi dal Patologo esordisce “sarà un bel rebus se è un messaggio per noi”. Passata l’euforia collettiva nel paese si respira una nuova aria forse di consapevolezza, il mistero si infittisce cosa ci sarà dietro tutta questa montatura, nella storia del crimine non si riscontrano fatti simili, è una novità assoluta, ma le donne chi fine avranno fatto? questi sono alcuni dei commenti che circolano.