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circolazione extracorporea
UNIVERSO FAN-SUBBER
Fruizioni multiple nell’era della riproducibilità
a cura di Peppino Ortoleva
Non si sottotitolano solo le serie Tv: traduzioni
amatoriali, film (ri)scoperti
In principio erano i film. O meglio, i film di animazione giapponese. È attorno a
questi testi che si sono coagulate le prime comunità di fan-subber, i sottotitolatori
amatoriali di audiovisivi destinati a non arrivare sul mercato nazionale: in un’era ancora analogica, valenti appassionati formavano gruppi e si scambiavano VHS con le
ultime novità nipponiche tradotte in inglese. Poi è arrivato Lost, e il
fansubbing è diventato digitale, cambiando assieme il genere di riferimento (dai cartoni alle serie tv statunitensi), i luoghi (dagli Usa,
i subber si sono diffusi nel resto del mondo), i tempi: non più audiovisivi da far arrivare, ma da far arrivare prima, a poche ore dalla messa in onda sulla tv Usa. Ma le origini non si dimenticano. E
così, rovistando negli archivi delle due maggiori comunità italiane,
Italian Subs Addicted e Subsfactory, si possono ancora trovare, sia
pure in “tono minore”, numerosi lungometraggi.
Alcune scelte non sorprendono: ci sono lavori legati alla tv (The
Simpsons Movie; Stewie Griffin – The Untold Story), piccoli cult per
cui i tempi di distribuzione italiani sono stati troppo lunghi (Juno,
Control, The Fountain), prodotti dalla complessa (e controversa)
traduzione (Religolous). Ma, di fronte alla quasi totale assenza di
blockbuster (anche per paura di “ritorsioni” legali), a fare da padroni tra i sub scaricati sono i titoli che da noi non si sono potuti
vedere. Generi poco frequentati: dall’indie americano (Zack and
Miri Make a Porno ) alla teenage comedy , dal fantasy
(Dragonlance) ai mostri (Hulk vs. Wolverine). Imprevisti ritorni dei remake: The Last
Kiss, rifacimento Usa de L’ultimo bacio di Muccino. Sequel esclusi da ogni diffusione, sia pure in home video, come Jackass 2 e The Butterfly Effect 3. Cinematografie
dalle quali in Italia arriva poco: certo il Giappone, ma pure la Spagna. Poi, gli sceneggiati storici e letterari della BBC e alcuni recuperi d’archivio, da Sweet
Sweetback’s Baad Asssss Song a The Trip.
Da questa (piccola) esperienza, si possono trarre
alcune (piccole) conclusioni. Primo. Le distinzioni
tra film e tv tendono a svanire, e così tra i film si Il grande bersaglio
trovano anche i tv movie, o i cosiddetti straightè la distribuzione
to-Dvd. Secondo. Il pubblico degli appassionati
dei telefilm somiglia allo spettatore di molti fe- italiana, “colpevole”
stival, con cui condivide non solo il sottotitolo
di troppi filtri
(autoprodotto!) ma un certo approccio al cult e al
genere. Terzo. Il grande bersaglio è la distribu- e ritardi
zione italiana, “colpevole” di troppi filtri, ritardi e
adattamenti fantasiosi. Come con gli anime da
cui tutto è partito, il subbing vuole essere uno stimolo: la dimostrazione che c’è un
mercato, sia pure di nicchia. Anche se fosse vero, come disse Hitchcock a Truffaut,
che ogni pellicola “perde il 15% della sua forza quando è sottotitolata, il 10% soltanto se è ben doppiata”, un sottotitolo è meglio di niente. Se è vero che internet aggira molte censure, la cosiddetta censura del mercato è tra queste.
Luca Barra
IN PRINCIPIO ERANO “ANIME”
L’anime Itazura na Kiss. In basso
Ellen Page in Juno
12
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
novembre 2009