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APPUNTI DALL’INCONTRO DEL 26 APRILE CON ROBERTA MAZZANTI
Per preparare i Gruppi di Lettura a L’Aquila su Anne Michaels
All’incontro sono presenti:
1. Vincenzina Aureli
2. Nicoletta Bardi
3. Loretta Del Papa
4. Simona Giannangeli
5. Claudia Ruggieri
6. Antonietta Spinelli (senza connessione internet)
7. Nadia Tarantini
8. Anna Tellini
9. Valentina Valleriani
Roberta Mazzanti ci ha raccontato che all'indomani del terremoto de L'Aquila aveva subito pensato
ad Anne Michaels, da lei portata in Italia con i suoi romanzi "In Fuga" e "La Cripta d'inverno"; e le
era venuto il desiderio di distribuire la Cripta a L'Aquila, poi ha pensato che fosse troppo presto per
una proposta del genere.
L'idea è tornata a fiorire in occasione del convegno Sil (società italiana delle letterate), di cui
Roberta è vice presidente e che si terrà dall'8 al 10 novembre a L'Aquila, su temi legati alla terra,
alla parola/scrittura delle donne, all'attraversamento/superamento/ri-elaborazione di traumi,
emergenze, catastrofi (titolo provvisorio: "Terra e parola. Le donne ri-scrivono territori violati").
Roberta propone un gruppo di lettura (dalla riunione viene poi fuori che ci potrà essere una
gemmazione di gruppi di lettura, oltre a TerreMutate saranno coinvolte le donne della Biblioteca
delle donne Melusine e della Bibliocasa) e di discussione di questo libro e per questo motivo ha
chiesto a Giunti 100 copie del libro: ne ha portato 75 copie in omaggio a L'Aquila. Altri 25 saranno
distribuiti a Mirandola, Modena.
Roberta propone di auto-organizzarci per quanto riguarda l'impostazione della lettura, la
distribuzione (suggerisce: anche a uomini, in quanto il personaggio maschile del libro è molto
interessante) ed eventuali passaggi intermedi prima del nuovo incontro con lei. Viene fuori l'idea
l'opportunità di collegarci in questo lavoro e invitare persone che lavorano nel campo dell'aiuto
psichiatrico (Loretta suggerisce: "180 amici"); con chi lavora a contatto con giovani donne e
giovani uomini.
Nicoletta propone di distribuiire i libri a chi non c'è specificando bene il senso dell'iniziativa, anche
con un foglio dentro al libro; e di suggerire di prendere appunti durante la lettura. Propone anche, in
occasione dell'arrivo di Anne Michaels a L'Aquila, visto che Roberta ci ha detto che Anne è anche
musicista, di organizzare un piccolo concerto dedicato a lei e ad altri musicisti canadesi (con i
Solisti Aquilani, o altri musicisti): un regalo della città a lei che viene.
Ecco come Roberta Mazzanti ci ha parlato del libro (premettendo di non volerci dire
"moltissimo" per non condizionarne la lettura).
"In questo romanzo, in tre casi, si parla di traumi vissuti da persone e da territori (...)
un'esperienza di sradicamento e un tentativo di ricollocarsi in altri luoghi (...) si tratta nel primo
caso della piana di Abu Simbel, in Egitto, con la dislocazione di migliaia di persone nel deserto (...)
nel secondo caso, riguarda le famiglie dei protagonisti del romanzo (...) i grandi lavori nel bacino
del San Lorenzo (...) nel terzo la distruzione del ghetto di Varsavia nella seconda guerra mondiale e
la ricostruzione durante l'occupazione sovietica (...) con la discussione fra chi voleva 'ricostuire
tutto così com'era' e chi diceva che 'non si può riportare indietro ciò che è perduto per
sempre'...compresa l'influenza degli occupanti sovietici che nel ricostruire avevano interesse a
censurare delle cose...ma non era così, non era solo questo (...) c'era il tema dell'appartenenza (...) I
due protagonisti sono due giovani canadesi, lui è l'ingegnere che lavora sia ad Abu Simbel che nel
bacino del San Lorenzo, è parte attiva (...) A partire da esperienze drammatiche, di
spossessamento, il libro lascia sempre elementi di speranza molto grandi...generative thing...si
può imparare dal dolore come dal piacere...è una lettura molto profonda e molto significativa
(...)"
Una lettura da pagina 233, a parlare è Lucien, che viene da Varsavia:
" A Varsavia negli anni Cinquanta le persone avevano un disperato bisogno di speranza.
Sostenevano le cose più stravaganti: “ I fisici tentano di capirlo da decenni – se il tempo può
scorrere verso il futuro o verso il passato, perché un guscio d’uovo rotto non può tornare indietro,
perché un vetro fracassato non può aggiustarsi? Eppure a Varsavia stiamo facendo esattamente
questo!” (…) Mentre la gente se ne andava in giro a proclamare cose del genere, io riuscivo solo a
pensare che ogni cosa esiste solo a causa di una perdita.”
2. ELEMENTI EMERSI NELLA DISCUSSIONE
"Avevo pensato anch'io ad Anna Michaels, in occasione di un incontro all'università di Verona il 5
dic 2011, sul tema 'Scritture da L'Aquila. Semi di una nuova convivenza', a proposito del rapporto
fra un paesaggio esteriore sconvolto e i paesaggi interiori, l'immaginario delle persone che
viene altrettanto sconvolto (oltre alla vita reale); e al pendolo fra due estreme possibilità:
conservare nel paesaggio interiore il paesaggio esteriore perduto, ad ogni costo, e dunque
rimanere attaccati al passato, rischiando di non riuscire a progettare un futuro; oppure
rimuovere il passato per costruire un paesaggio interiore nuovo. Oppure invece lavorare come fa Anne Michaels nei suoi romanzi - sul trauma per trarre dallo sconvolgimento
esteriore elementi di guarigione per la propria interiorità, per ferite e traumi che
probabilmente c'erano anche prima." (Nadia)
"Sto già male al pensiero di leggere questo libro, penso che mi farà stare bene. Ho già vissuto, dopo
il terremoto, delle interferenze benedette con la letteratura russa (...) il terremoto (...) è stata la prima
volta nella mia vita che ho sentito di appartenere a una comunità (...) Pietrogrado durante la guerra
civile (...) andavo in giro con questi racconti nella testa (...) 'La Caverna' di Zamiatin (...) Immagino
che leggerò questo libro incrociandolo con altri stimoli (...)" " Quello che mi è piaciuto è che c'è
questa parola, speranza (...) siccome in questo momento non ce l'ho per niente, è qualcosa che ho
perso (...) la copertina è stupenda, un uccello/donna (...) allora la mia speranza è volare." (Anna)
(Viene chiesta a Roberta la ragione del titolo)
"La scrittrice è canadese, la protagonista da ragazza ha perso la madre in inverno, e in inverno non
si possono seppellire i morti in Canada, così c'è questa Cripta d'inverno dove vengono conservati
fino al disgelo (...) la Cripta d'inverno è un trauma che rimane sospeso, incombente (...) prima
del passaggio dalla cripta al cimitero (...) è la storia di Jean che ci mette un po' di tempo ad
elaborare il lutto (...)"
" tutte le storie del romanzo sono storie di terra e di acqua" (Roberta)
(Raccontiamo a Roberta che il nome L'Aquila non viene dall'uccello, come si crede, ma dalla parola
Acuum, sono le acque sulle quali è costruita la città)
"Ti voglio ringraziare, Roberta, perché credo che per noi tutte sia molto importante questa cosa (...)
io ho 50 scatoloni che vivono con me (...) forse questa è la mia cripta d'inverno (...)" (Loretta)
(Si apre un bel brainstorming su tutte le nostre Cripte d'inverno, i nostri traumi/lutti sospesi)
"Ho un gran rispetto per questo corpo morente che è la nostra città (...) ci vado per non lasciarlo in
abbandono, bisogna incoraggiarla questa città morente, tenerle compagnia" (Anna)
"Anch'io ci vado con questo spirito" (Nicoletta).