casi esemplificativi complessi by RE Raskin. In: Proceedings

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casi esemplificativi complessi by RE Raskin. In: Proceedings
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International Congress of
the Italian Association of Companion
Animal Veterinarians
May 19 – 21 2006
Rimini, Italy
Next Congress :
62nd SCIVAC International Congress
&
25th Anniversary of the SCIVAC Foundation
May 29-31, 2009 - Rimini, Italy
Reprinted in IVIS with the permission of the Congress Organizers
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53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Citologia dei liquidi cavitari:
casi esemplificativi complessi
Rose E. Raskin
DVM, PhD, Dipl ACVP, West Lafayette, Indiana, USA
In questa discussione, verranno trattati gli aspetti citologici di specifici casi relativi al coinvolgimento delle cavità corporee rivestite da mesotelio. Verranno presi in considerazione agenti infettivi, parassiti, materiali estranei e neoplasie.
Actinomicosi
I batteri anaerobi della famiglia Actinomycetaceae si trovano normalmente nella cavità orale, ma quando vengono
inalati o inoculati in altri tessuti producono una considerevole emorragia ed una risposta di tipo misto neutrofila e
macrofagica. I neutrofili sono frequentemente degenerati,
con marcata cariolisi. I versamenti si presentano sieroematici o purulenti e sono spesso accompagnati da granuli
macroscopici di colore giallo-marrone rossiccio (granuli
zolfini) che contengono colonie di microrganismi. Questo
aspetto è stato spesso indicato come “zuppa di pomodoro”.
Schiacciando i frammenti gialli, si ha una migliore opportunità di vedere i batteri filamentosi pleomorfi che possono
essere sia intra- che extracellulari. Si tratta di batteri sottili,
simili a punti e linee, che assumono l’aspetto di formazioni
eosinofiliche a corona di rosario.
Peritonite infettiva felina
I gatti giovani sono più predisposti all’infezione da parte di questo coronavirus che può causare due forme della
malattia, essudativa e non essudativa. I gatti colpiti dalla
forma essudativa di FIP vengono portati alla visita con
ascite o versamento toracico. Il fluido in questi casi è limpido, di colore paglierino o dorato e viscoso. Si tratta di un
essudato con un’elevata cellularità, con conteggi cellulari
variabili da 1000 a 10.000/µl ed occasionalmente fino a
30.000/µl. Anche il contenuto proteico è molto elevato,
spesso superiore a 4,5 g/dl, il che fa si che il fluido formi
una schiuma quando viene agitato.
La maggior parte delle proteine è rappresentata da globuline, beta o gamma. È stato riferito che il riscontro nel
fluido di un rapporto albumina : globulina inferiore a 0,8 o
di un contenuto di gammaglobuline superiore al 32% sia
indicativo di FIP. Citologicamente, l’elevato contenuto
proteico determina uno sfondo molto granulare e basofilo.
Le cellule presenti in questo fluido sono principalmente
rappresentate da neutrofili non degenerati associati ad un
numero minore di grandi elementi mononucleati costituiti
da mesotelio o macrofagi. Si possono anche osservare
occasionali cellule linfoidi, in particolare piccoli linfociti e
plasmacellule. Non vi è alcun segno di infezione batterica.
Istoplasmosi
Si tratta di una malattia micotica del cane e del gatto
riscontrata in varie parti del mondo, compresi gli Stati Uniti, l’Italia, la Croazia, l’Austria, il Giappone e l’Australia.
È presente nel terreno in associazione con escrementi di
uccelli e pipistrelli. La malattia determina la formazione di
noduli polmonari da inalazione dei microconidi della fase
miceliale. All’interno del corpo, la temperatura più elevata
fa sì che il microrganismo si converta nella fase di lievito,
che può andare incontro ad un’ampia disseminazione in
tutto l’organismo interessando il sangue, il midollo osseo,
i linfonodi, la milza, il fegato ed il tratto gastroenterico,
oltre all’apparato respiratorio, specialmente se l’animale è
immunocompromesso.
Tipicamente, si osserva un numero variabile di microrganismi intracellulari nei macrofagi e nei neutrofili e, raramente, negli eosinofili. La forma di lievito si riconosce per
la sua conformazione ovale uniforme che misura 2 x 4 µ. Il
centro basofilo ha un alone chiaro causato dal raggrinzimento durante la colorazione. La tecnica dell’acido periodico di Schiff può accentuare il suo aspetto, specialmente
nelle sezioni istologiche.
Cestodiasi
Gli animali che vivono nella parte occidentale del Nord
America possono essere infestati dalla migrazione aberrante di cestodi intestinali.
La maggior parte dei soggetti colpiti è rappresentata da
cani che vengono portati alla visita con distensione addominale, letargia ed anoressia. Macroscopicamente, il fluido ha l’aspetto di un budino di tapioca dovuto alla presenza di grandi pezzi di detriti tissutali sospesi nel liquido torbido e di colore marrone rossiccio. L’analisi citologica del
fluido addominale rivela un essudato infiammatorio di
tipo misto con numerosi corpuscoli calcarei (strutture tondeggianti o ovali di colore giallo chiaro o ovali) tipici dell’infestazione da Mesocestoides spp. Meno frequentemente sono visibili i tetratiridia, che costituiscono la forma
larvale del parassita.
Queste larve presentano ad una estremità delle strutture
ovali che corrispondono alle ventose. Si può effettuare
l’amplificazione mediante reazione a catena della polimerasi per identificare il DNA dei cestodi.
53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
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Uroperitoneo
Linfoma
Questa condizione è dovuta alla rottura di alcune parti del
tratto urinario. L’urina presente nella cavità peritoneale agisce da irritante chimico determinando una risposta infiammatoria o un essudato. A causa della diluizione operata dal
fluido, il contenuto proteico è spesso basso. All’inizio dell’evoluzione della condizione è presente un predominio mononucleare, ma man mano che l’irritazione perdura, insorge
un’infiammazione.
I neutrofili presenti in questo ambiente tossico mostrano
una cariolisi che conferisce al bordo nucleare un aspetto raggiato. In alcuni casi è possibile identificare cristalli urinari.
Gli indicatori della presenza di urina sono rappresentati dall’aumento quantitativo dei livelli di potassio o creatinina nel
fluido, generalmente in rapporto di 2 : 1 rispetto al siero.
I segni clinici di una massa associata ad un versamento suggeriscono una neoplasia o una rottura del dotto toracico con
conseguente comparsa di fluido chiloso. L’esfoliazione di una
neoplasia linfoide nella cavità corporea può essere difficile da
riconoscere se predominano i piccoli o medi linfociti. Gli elementi linfoidi che raggiungono dimensioni pari o superiori a
tre volte quelle di un eritrocita sono da ritenere anormali per
la loro grandezza. Possono inoltre essere presenti uno o più
nucleoli prominenti. Anche il monomorfismo della popolazione cellulare e l’aumento numerico degli elementi conteggiati
depone a favore della diagnosi di linfoma. Alcuni linfomi a
cellule T possono essere accompagnati da una popolazione
paraneoplastica di eosinofili. Questi aumenti possono far sì
che il fluido di versamento assuma un aspetto macroscopicamente verde. Per caratterizzare meglio la neoplasia dal punto
di vista del comportamento biologico e quindi del trattamento si raccomanda l’immunofenotipizzazione.
Versamento biliare
Il danneggiamento della cistifellea o del dotto biliare
può esitare nel rilascio di bile nel peritoneo. Il colore del
fluido è solitamente bruno, verde o giallo scuro. Il conteggio cellulare spesso riflette il carattere essudativo del fluido. Le cellule sono rappresentate principalmente da neutrofili non degenerati o lievemente cariolitici, nonché da
macrofagi schiumosi o altamente vacuolizzati. Si rileva che
questi macrofagi contengono un materiale amorfo di colore giallo dorato o blu-verde, simile a quello che si osserva
sullo sfondo. Sempre sullo sfondo può anche essere presente un materiale amorfo leggermente basofilo che deriva
dal muco prodotto, la cosiddetta “bile bianca”. La fuoriuscita di bile è ulteriormente confermata dal riscontro di un
aumento della concentrazione di bilirubina fino a livelli
superiori a quelli sierici.
Versamento chiloso
Nella maggior parte dei casi, questo versamento si
riscontra nel torace, ma in rare occasioni può determinare
un’ascite. È caratterizzato da un colore bianco o bianco
rosato e di aspetto opaco, dovuto alla presenza del chilo.
Quest’ultimo è formato dai chilomicroni, composti dai trigliceridi. La condizione insorge in seguito alla rottura del
dotto linfatico toracico che può essere causata da trauma,
neoplasia, infezione o cause idiopatiche.
Dal punto di vista biochimico, la condizione può essere diagnosticata in base alla presenza di elevate concentrazioni di trigliceridi, spesso > 100 mg/dl nel fluido di
versamento.
I leucociti sono elevati, generalmente < 10000/µl e gli
elementi predominanti sono i piccoli e medi linfociti. Il
versamento chiloso di vecchia data può esitare in una
risposta infiammatoria mista con neutrofili e macrofagi.
Mesotelioma
Il mesotelio è un epitelio specializzato derivato embriologicamente dal mesoderma. I casi di mesotelioma riscontrati
sono rari. Il sospetto della neoplasia insorge in presenza di
versamenti con grandi cellule mononucleate anormali disposte in grandi grappoli. Più frequentemente, i versamenti
infiammatori contengono piccoli grappoli cellulari di mesotelio compatibili con una risposta reattiva. Le cellule del
mesotelioma sono simili a quelle dei carcinomi perché presentano parecchi criteri nucleari di malignità. Fra questi possono rientrare l’anisocariosi, il rapporto nucleo/citoplasmatico variabile ed elevato, la cromatina addensata, la presenza
dinucleoli prominenti e multipli e la multinuclearità. Il
riscontro di grandi “zattere” di cellule di aspetto maligno
senza segni di infiammazione depone notevolmente a favore
di una popolazione neoplastica. È stato riferito che i versamenti pericardici nei quali utilizzando le strisce reattive per
esame dell’urina si rileva un pH superiore o pari a 7,0 hanno maggiori probabilità di essere neoplastici, mentre un pH
più acido è associato a forme benigne o a cause infiammatorie. La migliore determinazione della malignità si basa sull’anamnesi clinica e sui riscontri istopatologici.
Bibliografia
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Raskin RE, Meyer DJ (eds). Atlas of Canine and Feline Cytology: WB
Saunders Co, Philadelphia; 2001, pp.187-205.
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