Marzo - Insieme si può

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Marzo - Insieme si può
MARZO 2015
ASSEMBLEA DEI GRUPPI
“INSIEME SI PUÒ…”
DOMENICA 22 MARZO, ORE 15.00
PARROCCHIA DI CAVARZANO (BELLUNO)
pregare
INSIEME SI PUO’...
Preghiera per la Quaresima
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Signore, tu ci insegni
che non dobbiamo pregare
come gli ipocriti per farci vedere dalla gente.
Ci inviti ad entrare nella camera,
a chiudere la porta e a pregare il Padre nel segreto.
E il Padre, che è Padre nostro
e vede nel segreto,
ci ricompenserà.
Signore, tu ci insegni
che non dobbiamo digiunare
nella tristezza e nella malinconia
per farci vedere dalla gente.
Ci inviti a profumarci
la testa e a lavarci il volto
per essere ammirati dal Padre nel segreto
e per presentare ai giovani d’oggi
un cristianesimo bello, gioioso
e attraente.
Signore, tu ci insegni
a non accumulare tesori sulla terra
dove operano la ruggine e i ladri,
che vengono a rovinare e derubare
la nostra vita.
Ci inviti ad accumulare, donando,
tesori nel cielo,
dove il Signore tutto custodisce
e ci ricordi che il nostro cuore
abita dove si trova il tesoro.
Ti preghiamo:
accompagnaci nel tempo quaresimale
ad essere forti e pazienti per vincere il male,
e giungere, rinnovati da Te,
nel giardino della Risurrezione.
Amen
riflettere
Non più schiavi, ma fratelli
“Insieme si può…” ha voluto dedicare la Quaresima 2015 al
grande tema della pace e per farlo ha scelto lo slogan di Papa Francesco, lanciato in occasione della Giornata mondiale
della pace,dal titolo: "Non più schiavi ma fratelli" .
Anche se la schiavitù è stata abolita ufficialmente in tutto il
mondo, la realtà è molto diversa e oggi ci sono centinaia di
milioni di bambini, di uomini, di donne di ogni età privati anche fisicamente della loro libertà.
Ma pensiamo anche all'enorme schiavitù della miseria che
diventa poi fame, sete, malattia, sfruttamento, ignoranza per
oltre 2 miliardi di persone nel mondo costrette a vivere con l'equivalente di 1 euro al giorno.
E, dall’altra parte del mondo, alla schiavitù del benessere e del superfluo a cui stiamo sacrificando tempo, famiglia, amici, salute... magari per avere l'ultimo modello di telefonino.
La prima cosa che mi ha colpito è che la contrapposizione logica dovrebbe essere: "non più
schiavi ma liberi" proprio perché sembrerebbe che la vera antitesi alla schiavitù sia la libertà.
Invece il papa ha parlato di fratellanza.
Proviamo allora analizzare i due termini: schiavi, fratelli.
Lo schiavo è qualcuno che non dispone di sè, è un oggetto proprietà di chi lo possiede;
il fratello, invece è un soggetto, una persona che nella libertà, condivide con qualcuno lo stesso
padre.
Il nostro Dio ci dice e ci insegna che non possiamo essere liberi da soli, così come non possiamo essere felici da soli, cioè escludendoci dagli altri.
Finché ci sarà un uomo schiavo di un altro uomo, schiavo della miseria, schiavo dell’ignoranza
ma anche schiavo di sé stesso (dei suoi vizi, delle sua paure, delle sue ricchezze…) io come
cristiano dovrò lottare per la sua liberazione. “La mia libertà non è piena finché non è di tutti e di
ciascuno” perché la mia libertà inizia dove inizia quella degli altri.
La libertà quindi non come fine ma come strumento per realizzare la fraternità.
E' poi interessante notare che per essere fratelli bisogna rinunciare a un pò della propria libertà.
Pensiamo a un bambino che alla nascita del fratello deve spartire con lui spazi, giochi e soprattutto le attenzioni e l'amore dei genitori.
"Libertà è partecipazione" è il ritornello di una famosa canzone di Giorgio Gaber.
Partecipazione significa "fare parte" che a sua volta possiamo tradurre in "appartenere" (io faccio parte di "Insieme si può...") ma anche "dividere" con qualcuno qualcosa ( ti faccio parte, condivido con te qualcosa di mio).
Quando si condivide qualcosa di sé con gli altri (cioè quando si vive l'amore fraterno insegnatoci, comandatoci, da Gesù) si diventa contemporaneamente liberi e fratelli.
Liberi perché il possesso spesso è una schiavitù che limita e imprigiona la nostra vita, la rende
triste, giocata costantemente in difesa di quello che possediamo; una vita dove gli altri sono dei
nemici, degli avversari, dei concorrenti.
Ma il vero dono di sè , superando la pratica dell’elemosina, ci rende anche fratelli perché pronti
a mettersi in gioco per l’altro.
Dovremmo prendere coscienza che ogni volta che di fronte alle ingiustizie patite da tante persone, di fronte ai tanti schiavi che oggi popolano anche i nostri paesi, ci mettiamo le pantofole e ci
sdraiamo in divano; ci stiamo “mettendo contro Dio”, perché Lui è sempre dalla parte dei più
deboli, dei poveri, degli ultimi, degli schiavi. In questi casi, infatti, per trovarsi dalla parte sbagliata, quella dove non c’è Dio, non occorre uccidere qualcuno: basta non fare nulla.
Come ci invita spesso a fare Papa Francesco bisogna “globalizzare la fraternità non l'indifferenza nè la schiavitù”.
Piergiorgio Da Rold
AGIRE
INSIEME SI PUO’...
SOSTENIAMO IL SOSTEGNO!
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550 in America Latina,
1.200 in Uganda, 400 in Madagascar, 80 in Tanzania,
370 in Asia divisi tra India, Filippine, Viet Nam, Tailandia.
Sono i ragazzi del SAD (Sostegno a Distanza) aiutati da ”Insieme si può…”. Il progetto,
avviato nel lontano 1987 presso l’orfanotrofio di Kiwanga in Uganda, si è sviluppato in
seguito coinvolgendo altri 15 paesi di tutto il mondo. Ai ragazzi orfani dell’AIDS e
della guerra si sono aggiunti così i ragazzi di strada del Brasile e della Tailandia, i bambini indiani colpiti dallo Tsunami, i ragazzi del Madagascar provenienti da famiglie così
povere da avere un reddito annuale inferiore ai 300 euro.
A fine 2010 i sostegni erano quasi 3.000. Da allora, però, è iniziata una veloce e finora
inarrestabile discesa, dovuta essenzialmente alla crisi economica, che in pochi anni ci ha
portato agli attuali 2600 sostegni.
In realtà, da una verifica contabile effettuata nei primi mesi di quest’anno, risulta che
almeno altri 200 sostenitori non stanno più versando la loro quota per il 2015. Ciò
significa che per questi ragazzi saremo costretti a interrompere l’invio dei contributi già
con il II quadrimestre scolastico.
Un vero dramma per loro e per le associazioni e i missionari che li stanno assistendo sul
posto. Purtroppo per molti di questi ragazzi l’alternativa è il ritorno sulla strada, esposti al grande pericolo di venire indirizzati da organizzazioni criminali verso lo spaccio della droga, il furto, la prostituzione minorile.
Per i bambini di Soweto e Kabalagala (Uganda), di Malina (Filippine), di Bangkok
(Tailandia), di San Paolo (Brasile), di Marovoay (Madagascar)… che hanno perso il
sostegno, l’unica possibilità di completare l’anno scolastico, di avere un pasto giornaliero, di venire assistiti in caso di malattia è rappresentata dalla capacità che avremo di inviare loro almeno 50.000 euro nel 2015. Una cifra importante, ma non impossibile da
raccogliere!
Puoi donare a:
Associazione Gruppi “Insieme si può...” onlus – ong, via Garibaldi 18, 32100 Belluno.
Conto Corrente Postale: 13737325
Unicredit: IT 16 K 02008 11910 000017613555)
CRA di Cortina: IT23A 08511 61240 00000 0023078)
Causale: “sosteniamo il sostegno”
notizie
INSIEME SI PUO’...
PROGETTO HABITAT, SALUTE E SCUOLA
NEI CAMPI PROFUGHI DI KABUL
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Da Kabul ci arrivano le prime foto
della consegna degli aiuti ai profughi
afghani che Insieme si può sostiene in
collaborazione con alcune organizzazioni locali. Condividiamo il messaggio del Social Association of Afghan
Justice Seeker (SAAJS) uno dei partner locali.
"Il Social Association of Afghan Justice Seeker (SAAJS) in collaborazione
con ISP, consegna il pacchetto di aiuti
per l'inverno alle persone nei campi profughi e alle famiglie vittime di una situazione
economica negativa. Questo aiuto, che comprende riso, olio per cucinare, farina e carbone è stato distribuito in varie parti della zona di Abad (Kabul)."
Le foto sono visionabili su www.365giorni.org.
Il progetto ha l’obiettivo di migliorare la condizione di vita dei profughi che vivono
negli agglomerati di fango, legno e nylon che trovano spazio all’interno della provincia
– e spesso all’interno della stessa città – di Kabul.
La popolazione vive in una grave precarietà abitativa, con pesanti carenze sul piano dei
diritti umani più elementari:
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
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piccoli alloggi fatiscenti (inadeguati al clima molto rigido di Kabul, che si trova a
1.800 m.s.l.m.) con totale mancanza di acqua potabile per usi alimentari e per
l’igiene personale;
assenza di scuole e percorsi di formazione per i bambini che vivono nei campi;
inadeguata assistenza medico sanitaria per i profughi, spesso esposti a malattie
facilmente prevenibili / curabili che si aggravano in simili condizioni di vulnerabilità e indebolimento fisico (malattie bronco polmonari, malattie della pelle…)
Il progetto ha il fine di rispondere in maniera concreta a questa emergenza, provvedendo
a garantire acqua potabile, dispositivi per il riscaldamento, rinforzo alimentare e
garanzia di cibo, assistenza sanitaria, corsi per i bambini in età scolare.
Puoi donare a:
Associazione Gruppi “Insieme si può...” onlus – ong, via Garibaldi 18, 32100 Belluno.
Conto Corrente Postale: 13737325
Unicredit: IT 16 K 02008 11910 000017613555)
CRA di Cortina: IT23A 08511 61240 00000 0023078)
Causale: “profughi afghanistan”
eventi
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ASSEMBLEA DEI GRUPPI ISP
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Come ogni anno in questo periodo i
Responsabili dei Gruppi dell’Associazione
sono convocati per la presentazione, l’analisi
e l’approvazione del bilancio 2014 che potrà
poi essere pubblicato. L’appuntamento è:
DOMENICA 22 MARZO
ore 15.00
presso la sala parrocchiale
di Cavarzano, Belluno.
Considerata l’importanza dell’incontro invitiamo tutti i Responsabili dei Gruppi a partecipare. L’incontro, in ogni caso, è aperto a tutti.
FESTA DELLA MADONNA
ADDOLORATA
Belluno celebra l’arrivo della primavera con l’antica festa
della Madonna Addolorata, celebrazione sacra e momento
di svago e di incontro per tutti.
Tradizione vuole che la Festa si svolga due domeniche prima di Pasqua: quest’anno l’appuntamento è domenica 22
marzo nelle vie del centro città.
Anche quest’anno “Insieme si può…” sarà presente con un
mercatino di artigianato equo solidale e con un banchetto di torte, il cui ricavato
sarà destinato ai progetti dell’associazione.
STAFFETTA PER IL DIGIUNO
Rinnoviamo a tutti l’invito ad aderire alla “staffetta del digiuno”, una catena di persone
che, alternandosi nell’arco dei 40 giorni di preparazione alla Pasqua, digiunino una o
più giornate “per la pace”. Il digiuno può essere totale, escluse le bevande, o limitato ad
uno dei due pasti principali.
Chi lo desiderasse può offrire il frutto del proprio digiuno (10 euro?) a chi si trova in
una situazione di miseria e di privazione a causa della guerra.
Invitiamo pertanto tutti coloro che intendono aderire all’iniziativa a comunicarci
([email protected]; tel: 0437.291298) il giorno scelto per il digiuno e a inviarci l’equivalente del costo del pasto a cui si è rinunciato. A fine Quaresima provvederemo a inviare quanto raccolto per il sostegno ai profughi della Somalia.
lettere
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CIAO ETTORE!
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Lo scorso 15 febbraio si è spento Ettore Saronide, storico animatore e sostenitore di Insieme
si può, ma prima di tutto nostro carissimo amico.
Lo vogliamo ricordare con le parole di Piergiorgio Da Rold, direttore dell'associazione.
Il vuoto lasciato da Ettore è indubbiamente
grande: nella moglie, nelle figlie e nel nipotino; nei conoscenti e negli amici; nel Gruppo
San Giovanni Bosco di “Insieme si può…” di
cui è stato animatore per tanti anni; in tutti
coloro che apprezzano le sue straordinarie
conoscenze botaniche e la sua capacità di
comunicare il bello della natura che ci circonda.
Ettore ha lasciato un grande vuoto, ma ci ha
lasciato anche una grande lezione di vita.
Partendo dal brano del Vangelo che citava sempre (“Avevo fame, avevo sete, ero nudo.. e
voi mi avete o non mi avete dato da mangiare, da bere, da vestire…”), Ettore ci ha detto che
la vita ha valore e significato nella misura in cui sappiamo donarla agli altri e in modo particolare ai più poveri.
Ci sono tante persone che apparentemente hanno tutto: bellezza, salute, soldi… ma che sono
morti dentro. Persone senza anima, senza ideali, senza slanci, perché tutto è rivolto a loro
stessi, perché pensano solo a loro stessi. Ettore, invece, ha orientato la sua vita verso gli
altri e l’ha riempita di cose belle e di tanto impegno per le persone più bisognose: i fiori
delle nostre valli che conosceva uno per uno, i bambini dell’Africa che amava così tanto.
Siamo convinti che più che “riposare in pace”, come si dice spesso di una persona che ci ha
lasciato, Ettore sia ora super impegnato in Paradiso per rendere: più sereno il futuro dei
suoi familiari; più solidale il domani dei suoi compaesani; più sicuro e spedito il cammino
di “Insieme si può…” nella costruzione di quel Regno di Dio, dove ora lui sicuramente vive
in pienezza; più bello questo mondo che così bene ha descritto attraverso il suoi libri.
Ora che Ettore non c’è più, tocca a voi, amici di San Giovanni Bosco, e a noi tutti, raccogliere il suo messaggio e accettare la sua eredità. E se il vuoto che ha lasciato nella sua
famiglia potrà essere riempito almeno in parte con una maggior vicinanza e attenzione nei
loro confronti, quello lasciato in “Insieme si può…”deve essere riempito da qualcuno che
aderisca al Gruppo e partecipi alle sue iniziative.
Solo così la sua morte non sarà una sconfitta, ma diventerà piuttosto un’occasione per portare avanti e continuare a far vivere ciò in cui Ettore credeva e si impegnava.
Glielo dovete, amici di San Giovanni Bosco. Glielo dobbiamo tutti.
Ciao Ettore. Oggi più che mai vogliamo credere che “Insieme, noi e te, si può” costruire un
mondo migliore, un mondo dove ogni bambino che nasce è come un fiore bellissimo che va
accudito per la gioia di tutti.
Piergiorgio Da Rold
colibrì
INSIEME SI PUO’...
Pubblichiamo la letterina che Wu Yuan Feng, bambina cinese beneficiaria del nostro aiuto grazie alla missione di Padre Roberto Tonetto.
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Carissimi Amici!
Io sono una ragazzina che vive al villaggio
Zhang Po Jiao, vicino alla città di Kai Yuan nella regione dello Yun Nan, mi chiamo Wu Yuan
Feng. Ringrazio Dio che mi ha permesso di conoscere degli amici come voi; ringrazio voi che
attraverso le vostre attività avete raccolto soldi
per aiutare me e la mia famiglia a migliorare la
nostra vita.
Prima di ricevere il vostro aiuto la mia famiglia
viveva in grande difficoltà, papà era sempre a
letto perché ammalato, la mamma con il suo
lavoro manteneva noi otto fratelli. La nostra
casa era fatta di paglia e fango, durante il giorno, anche se splendeva il sole, era sempre buia e
quando pioveva l’acqua entrava dal tetto.
La prima volta che incontrai don Roberto mi
fece paura, lui però vedendo le condizioni di vita in cui eravamo ci fece una casetta
piccola, ma solida, in muratura… Noi tutti eravamo felicissimi. Questa felicità aiutò anche papà che si rimise in forza e tornò alla vita normale. Don Roberto ci diede
anche i soldi perché io e mio fratello potessimo andare a scuola; prima noi potevamo solo rimanere sulla finestra della classe a guardare i nostri amici mentre assistevano alla lezione, mi dispiaceva molto di non poter studiare. Io e mio fratello
volevamo essere come tutti gli altri, sederci sul banco di scuola, seguire la lezione
dell’insegnante, imparare a leggere e scrivere. Don Roberto ci ha detto che lui non
ha soldi, li ha solo perché voi gliele avete dati… voi siete quelli che han reso possibile di realizzare il nostro sogno!
Il 15 settembre 2014 mio papà improvvisamente, durante la note, sta male e muore.
Ora mamma è nuovamente sola con noi otto fratellini, noi tutti proviamo un dolore
enorme. Per fortuna don Roberto ha continuato a mandare lo “zio” Wei (ndr. È la
persona che per conto della missione gestisce il programma di aiuti nella zona) e
questo ci consola molto, perché
sappiamo di non essere rimasti
soli. Anche se papà non c’è più,
noi non abbiamo paura perché
abbiamo già provato che Dio ha
cura di noi. Dio muove il cuore
di gente generosa come voi così
io la mia famiglia ci sentiamo
consolati. Nonostante ora dobbiamo aiutare la mamma nel
lavoro dei campi, io e mio fratello non abbiamo abbandonato
la scuola, vi assicuro che ce la
metteremo tutta.