father and son - Salesiani Firenze

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father and son - Salesiani Firenze
FATHER AND SON
di Hirokazu Kore-Eda
(Soshite chichi ni naru) REGIA: Hirokazu Kore-Eda. SCENEGGIATURA: Hirokazu Kore-Eda. INTERPRETI:
Masaharu Fukuyama, Machiko Ono, Yoko Maki, Lily Franky. FOTOGRAFIA: Mikiya Takimoto (Formato:
Panoramico/Colore). PRODUZIONE: Film, Inc., Amuse Inc., Gaga Corporation. DISTRIBUZIONE: BIM. GENERE:
Drammatico. ORIGINE: Giappone. ANNO: 2014. DURATA: 120’.
Il film affronta l'ardua questione se la paternità sia o no un fatto di sangue, narrando di due famiglie
che, per uno scambio di neonati in ospedale, scoprono di aver allevato il figlio sbagliato. Una famiglia
alto-borghese, con padre ' drogato' di lavoro e successo, riceve un'inquietante telefonata dall'ospedale:
il figlio che hanno cresciuto non è loro, ma di una famiglia proletaria; c'è stato un errore e i destini si
sono rovesciati… Un tema non nuovo al cinema (basti ricordare il recente “Il figlio dell’altra”), ma
elaborato con sensibilità, tenerezza ed emotività coinvolgenti. Nel film la causa dello scambio è la
«vendetta di classe» di una infermiera (che volle offrire al figlio della famiglia meno ricca la possibilità
di una vita migliore) ma nella realtà del Giappone è un fatto che a cavallo degli anni Settanta era
avvenuto almeno una quarantina di volte. E ai genitori del film il regista (autore anche della
sceneggiatura e del montaggio) pone la stessa domanda cui avevano dovuto rispondere i genitori della
realtà: che legame privilegiare, quello del sangue o quello degli affetti? Difensore di uno stile
controllato e classico, dove i movimenti di macchina sono ridotti all'essenziale e la recitazione è tutta
indirizzata verso un mimetismo realistico (ma senza scivolare nel ricatto lacrimoso), Kore-eda sceglie a
questo punto della storia un approccio il più possibile controllato. Evita le facili scene madri, riduce al
minimo le spiegazioni e le discussioni (tra i coniugi, con i responsabili dell'ospedale, tra gli avvocati) e
affida alla messa in scena il compito di spiegare quello che avviene nella testa e nel cuore delle persone.
Father and Son è un film perfetto. Kore-eda proietta l'eterna favola del figlio scambiato in un paese
lontanissimo dal nostro per educazione, cultura, senso del decoro e delle regole sociali. Ma proprio per
questo risulta capace di svelare i sentimenti più segreti, scavando sotto le apparenze, con una tenacia e
insieme una dolcezza che cercheremmo invano in un film statunitense o europeo. Un esempio di ciò
che il cinema giapponese, e più in generale asiatico (pensiamo a 'Poetry', o 'A Simple Life'), ha sempre
fatto meglio di quello occidentale. E non solo per la delicatezza del tocco, che riconduce i conflitti più
laceranti nella cornice delle buone maniere, ma per la precisione chirurgica delle inquadrature. Da
sempre attento ai bambini (che dirige meravigliosamente) e al loro punto di vista, stavolta, infatti,
Kore-eda cambia ottica per raccontare tutto con gli occhi dei padri (del primo in particolare, che ha il
percorso più accidentato). Salvo ribaltare di colpo la prospettiva con la scena, semplicissima e geniale,
in cui il padre scopre le foto fattegli dal figlio mentre dormiva. Difficile essere più semplici e profondi
insieme. Come tutto questo film, che non smette di porre la stessa domanda, piccola e immensa: quando
è, di preciso, che si diventa padri?
*Father and Son è il film che ha conquistato il cuore di Steven Spielberg, che a Cannes lo ha premiato e
ha deciso che ne farà un remake americano. Il film si interroga con tenerezza e commozione sul senso
di essere genitore e su cosa renda davvero padre un uomo, se la condivisione del dna o il tempo
dedicato al proprio figlio. Tema di grande interesse ed importanza che porta a non banali e profonde
riflessioni sulla famiglia, gli affetti e i rapporti genitori figli.