Sfide Parte la corsa all`atomo Questo piccolo grande business
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Sfide Parte la corsa all`atomo Questo piccolo grande business
30 CO R R I E RECO NO M IA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 Osservatorio Nanotecnologie Nanosensori per eliminare i batteri nei cibi, produrre calze per lo sport e materiali d’arredo: nel 2017 un giro d’affari stimato in 3 trilioni di dollari DI ROBERTO DI LELLIS L a cifra del giro d’affari annebbia la mente: 3 trilioni di dollari per il 2017. Un numero inversamente proporzionale alla grandezza dei prodotti in questione, sull’ordine di 1 milionesimo di millimetro. Questo piccolo grande business è invisibile senza un microscopio atomico, eppure la nanotecnologia è l’ultima frontiera. Di più: è la nuova sfida tra le grandi potenze. Cina e India sono in prima fila. E il presidente Usa, Barack Obama, ha riservato 500 milioni di dollari per il programma «Advanced manufacturing partnership», che ha al centro le nanotecnologie. Per fortuna l’Italia non è messa male nella corsa al minuscolo, che offre possibilità infinite e strategiche: le nanotecnologie possono creare materiali e dispositivi sorprendenti, come il futuro computer quantistico. «Dagli anni Ottanta abbiamo iniziato a operare sugli elettroni per trasformare le proprietà degli atomi», semplifica il direttore della Scuola Normale di Pisa, Fabio Beltram. «Con questi atomi modificati possiamo ottenere materia con nuove proprietà. Pensiamo alla medicina: stiamo studiando farmaci capaci di curare la malattia ad hoc. Per esempio una chemioterapia che interviene solo sul male, senza le controindicazioni». coordinatore dell’innovazione in Olanda all’Università di Wageningen, possono cancellare la fame nel mondo riducendo gli sprechi. Bastano nano-sensori sulle confezioni per uccidere i batteri o avvertire se i cibi sono deteriorati. Ma l’ultima frontiera, su cui infuria una battaglia che vede coinvolti Stati e colossi dell’industria, è il grafene, costituito da uno strato spesso un atomo, cioè tra 0,1 e 0,5 nano- De Nora, Bracco, Elsag e Pirelli tra le società riunite in Nanotec It, punto di riferimento per il settore metri. E’ il materiale più sottile che esista, super leggero, denso, trasparente, resistente allo stress (mille volte più dell’acciaio), efficiente conduttore di calore ed elettricità, resistente alla temperatura e alle variazioni del pH. I giganti dell’elettronica si contendono brevetti e la Ue ha stanziato 1 miliardo di euro per svilupparne la ricerca. Antibatterico Ci sono, poi, altri utilizzi apparentemente meno strategici, ma interessanti. Come la calza che controlla la posizione del piede dei runner. È prodotta in Usa da Heapsylon, fondata da Davide Viganò, Maurizio Macagno e Mario Esposito. L’azienda utilizza la nanotecnologia per il brand Sensoria, che confeziona calze, magliette e reggiseni per lo sport, capaci di registrare e regolare i movimenti del corpo. «Le nanotecnologie aumentano la capacità dei tessuti di assorbire coloranti», spiega Viganò da Redmond, dove ha sede l’azienda. «E nel prossimo futuro svolgeranno un grande ruolo per i materiali antibatterici. Per esempio, nei tessuti utilizzati da Sensoria utilizziamo nanoparticelle d’argento come antimicrobici e antibatterici, eliminando così gli odori nelle fibre. Il nanotech è il futuro». Sarà strategico per far muovere il mondo. È l’obiettivo del bergamasco Riccardo Signorelli, che dopo un’esperienza al Mit di Boston ha fondato negli Usa la FastCap Systems. L’azienda ha vinto due finanziamenti dal governo Usa da 7,5 milioni di dollari. Il risultato è Ulysses, un condensatore dieci volte più capace dei concorrenti, grazie a nanotubi di carbonio, che in pochi centimetri possono accumulare quanto l’energia di un ipotetico dispositivo tradizionale di un chilometro quadrato e ricaricare le batterie di un’auto in pochi secondi. Nano sì, ma veloce. [email protected] Come si dividono le innovazioni che riguardano le nanotecnologie Nanobiotecnologia Nanomateriali 9% 38% Strumenti misurazione 13% Nanoelettronica Ottica, magnetismo 25% 15% Il valore in trilioni di euro del business della nanotecnoligia previsto per il 2015 3 Premio Nobel per la Fisica 1959 a Richard Feynman per aver considerato La storia la possibilità di manipolare gli atomi 1986 Gerd Binnig, Calvin Quatee Christoph Gerber inventano il microscopio atomico 1974 Norio Taniguchi professore di Scienze all’Università di Tokyo crea il termine teecnolog nanotecnologia 1991 In Giappone vengono scoperti i nanotubi di carbonio Entrano 1999 in commercio i primi prodotti nanotech Negli Stati Unitinasce il consorzio NanoteK, 2000 per la ricerca sul nano-food do con antibatterici 2002 Primi prodotti 2004 In Italia il Comitato nazionale per la bioetica attiva un gruppo di lavoro dedicato ai problemi bioetici sollevati dalle nantotecnologie a base di nanoparticelle d'argento. Samsung le utilizza per diversi elettrodomestici chied 2010 Il Parlamento europeo chiede che sulle etichette dei prodotti alimentari sia indicata l’eventuale presenza di nano-materiali Pparra Sfide Parte la corsa all’atomo Questo piccolo grande business Fonte: Nanopinion.eu Invenzioni invisibili Primati Dagli Usa alla Cina tutti ci puntano. Obama scommette 500 milioni in ricerca © RIPRODUZIONE RISERVATA 1 Eccellenze Il sensore che sembra pelle N In Italia al lavoro ci sono eccellenti centri di ricerca come quello promosso dalla Normale a Pisa già negli anni Novanta, oppure l’Istituto italiano di tecnologia di Genova e l’Istituto di fotonica e nanotecnologie del Cnr. «Siamo nella situazione in cui eravamo negli anni Sessanta e Ottanta per altri settori strategici, cioè alla pari con altri Paesi sviluppati. Semmai il problema non è la ricerca, ma la mancata connessione con le imprese. Troppe aziende di piccole e medie dimensioni non conoscono i vantaggi delle nanotecnologie», commenta Beltram. Non tutti sono ignari delle possibilità offerte. Alcune grandi aziende che utilizzano le nanotecnologie si sono riunite in Nanotec It, con l’obiettivo di farne un punto di riferimento per industria, ricerca pubblica, istituzioni governative. Comprende tra gli altri Ape research (microscopi a sonda ad altissima risoluzione), Bracco, De Nora, Elsag Datamat, Eni, Finmeccanica, Pirelli Tyre, Saes Getters, Selex, Stmicroelectronics, Tethis, Smilab (gruppo Smi), Veneto Nanotech. Atomo in cucina Anche alcune imprese di medie dimensioni iniziano a nanotecnologicizzarsi. Come Doimo cucine, che ha appena presentato una linea di prodotto che utilizza Fenix, materiale ottenuto grazie all’impiego di nanotecnologie: il risultato è una superficie opaca, morbida al tatto, anti-impronta, resistente ai graffi e alle abrasioni, antistatica, antimuffa, antibatterica e idrorepellente. La manipolazione degli atomi non ha confini: è utilizzata per la ricerca e l’industria nell’ambito della biologia molecolare, chimica, scienza dei materiali, fisica, ingegneria meccanica, ingegneria chimica, elettronica. E le nanotecnologie, secondo Frans Kampers, PROGETTO NANOCOAT L.r.26/2005 art.21 Sport e hi-tech Davide Viganò tra i fondatori di Heapsylon AGEMONT CENTRO DI INNOVAZIONE TECNOLOGICA S.R.L. UNIPERSONALE Società soggetta alla direzione e coordinamento di Consorzio Innova FVG Via Jacopo Linussio 1 - 33020 Amaro (UD) Tel. +39.0433.486218 - Fax: +39.0433.486.500 WWW.AGEMONTCIT.IT egli ultimi quattro anni i dispositivi touch hanno aperto la strada allo sviluppo di nuovi dispositivi digitali. Primi tra tutti i tablet. Perché grazie al semplice tocco delle dita possiamo interagire con uno schermo luminoso. Ma al Centro di Micro-BioRobotics (Cmbr) di Pontedera (Pisa), dell’Istituto italiano di tecnologia diretto da Roberto Cingolani (nella foto) stanno progettando un innovativo sensore tattile. La novità? E’ in grado di rilevare intensità e direzione del tocco. Il primo di una famiglia touch-sensor capace di emulare la sensibilità della pelle umana. Spiega Lucia Beccai, la ricercatrice che coordina il team di lavoro: «Sottile e flessibile è più sensibile di un tradizionale sensore di pressione e grazie alla capacità di percepire forze provenienti da differenti direzioni, rileva sia il lieve tocco di una carezza, sia forti sollecitaz i o n i m e cca n i c h e come quelle percepite dall’uomo quando prende tra le mani un oggetto pesante, evitando che scivoli». Il nuovo sensore si adatta alle superfici su cui viene steso. Perché è progettato a sandwitch, sovrapponendo strati di materiale conduttivo, alternati a polimeri elastici di silicone. Una soluzione che fornisce tempi di risposta alle sollecitazioni meccaniche dell’ordine dei millesimi di secondo. Comparabili a quelli biologici. Di fatto è quanto avviene nella pelle umana (pensiamo alla sensibilità ad urti e schiacciamenti) e nelle radici delle piante. Numerose le applicazioni previste dai ricercatori dell’Istituto italiano di tecnologia. Dallo sviluppo di interfacce uomo/macchina per gestire dispositivi digitali, al rivestimento di ambienti dove è richiesta un’interattività naturale. In particolare, nei sistemi touch per abitazioni e auto, ma anche come tessuto indossabile per leggere parametri vitali (esempio battito cardiaco). I materiali utilizzati sono a basso costo, con processi di fabbricazione facilmente riproducibili. Un aspetto che rende il touch-sen- sor pisano adatto alla produzione su larga scala. UMBERTO TORELLI © RIPRODUZIONE RISERVATA L’interior design diventa molecolare L a nanotecnologia entra nel settore dell’interior design: cucine, bagni ed elementi di arredo. Non più con film sottili da applicare ai materiali per migliorare le prestazioni, ma con veri e propri componenti a struttura interamente «nano», come quelli prodotti da Arpa Industriale di Bra (Cuneo) specializzata in laminati ad alta pressione. Le particelle più piccole di 100 nanomertri sono integrate nel materiale — composto da carta (70%) e resina (30%) — grazie a un trattamento con un fascio di elettroni. Vantaggi: il materiale si ripara termicamente, è anti-impronta, abbatte la carica batterica ed è soffice al tatto ma anche resistente ai graffi. «Si chiama Fenix Ntm (Nanotech material, ndr) perché si rigenera con il calore come la fenice che risorge dalle ceneri» spiega Sandro Marini, responsabile comunicazione di Arpa. A un anno dalla presentazione, questo nanomateriale ha vinto il «material Preis 2014» tedesco. «E’ diverso dai film sottili», precisa il manager. Un bel vantaggio per l’impresa che punta sull’innovazione, investendo il 4% del fatturato (oltre 78 milioni) in ricerca e sviluppo, e genera un export pari al 70% del business. «Il processo di produzione è stato messo a punto dal nostro laboratorio composto da un team internazionale di ricercatori, insieme alla nostra sister compagni olandese — sottolinea Marini — e ha richiesto un anno di lavoro. Anche se non è brevettato soltanto il nostro gruppo possiede i macchinari per realizzarlo». La novità è stata, per ora, impiegata per lo più dalle industrie di cucine. PAOLO CARUSO © RIPRODUZIONE RISERVATA COR R I E RECO N O M IA 31 LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 Osservatorio Nanotecnologie ® NANO TECH MATT MATERIAL FOR INTERIOR DESIGN Ricerca L’Ue stanzia 13,6 milioni per arrivare alla produzione industriale di circuiti su piattaforme atomiche 1 Computer Il chip? E’ chiuso in una molecola È made in Friuli l’innovazione a misura di Pmi Componenti micro e massima velocità. Ci provano Ibm, Google e le università europee IN CANTIERE Gli investimenti europei per realizzare i nano-chip su una molecola. Dati in milioni di euro Costo Progetto Anni Scopo Partner ATMOL (Atomic scale and single Molecule Logic Gate Technology) 20112014 Creare un circuito integrato su una sola molecola, prototipo di chip a calcolo quantico 6,9 CEMAS (Controlling and exploring Molecular Systems at the Atomic scale) 20122016 L’uso dell’Atomic Force Microscopy per tecniche avanzate di fabbricazione atomo per atomo 2,5 PAMS (Planar Atomic and Molecular scale devices) 20132017 Sviluppare la fabbricazione di componenti elettronici a livello submolecolare 9,1 elettronici a livello molecolare. Partecipano, oltre al Cemes, sei università europee e il centro di ricerca di Ibm a Zurigo. Oltre il silicio «Queste ricerche sono necessarie perché i chip diventano sempre più complessi e stiamo arrivando ai limiti fisici del silicio — spiega Alessandro Curioni, ricercatore ai Labs di Zurigo, Ibm Fellow in Computational Sciences (il livello più alto di un ricercatore del gruppo Usa, ndr) —. Oggi pur utilizzando tecniche di nanotecnologie possiamo scendere al massimo alla dimensione di 20 investimento Ue contributo Ue alla ricerca di cui 6,6 di contributo Ue nanometri per un transistor su una lastra di silicio. Mentre una molecola misura appena un nanometro (un miliardesimo di metro)». Ibm punta a ridurre a livello nano le dimensioni dei dispositivi elettronici per utilizzarli in sistemi standard di calcolo digitale. Una miniaturizzazione spinta è necessaria per lo sviluppo delle tecnologie indossabili, ma anche per aumentare la potenza di calcolo. Un’altra strada è quella di realizzare chip a livello molecolare, ma come primi elementi di un futuro «computer quantico», ossia la promessa di calcoli milioni di volte più veloci . «Le 5 università e 2 istituti di ricerca. Coordinato da Francia, partecipano Germania, Regno Unito, Austria, Spagna, e Polonia, in collaborazione con Giappone Ibm Research (Zurigo e altri centri europei) Coordinatore Cnrs Francia, partecipanti: Ibm Research più 2 università tedesche, 2 spagnole, 1 polacca Fonte: elaborazione CorrierEconomia I chip di domani non saranno più «micro», ma «nano». Così minuscoli da diventare invisibili a occhio nudo. I ricercatori che li stanno inventando lavorano con microscopi atomici a effetto tunnel per arrivare al cuore della materia. «Abbiamo trovato il modo di progettare molecole che possono compiere funzioni logiche, eseguire calcoli», dice Christian Joachim, fisico-chimico, direttore del gruppo di ricerca in Nanosciences al Cemes di Tolosa (centro studi sui materiali del Cnrs francese). É stato il primo ricercatore in Europa a introdurre il concetto di «elettronica molecolare» ed è il coordinatore del progetto europeo Atmol (Atomic scale and single molecule logic gate technology) iniziato nel 2011, che si conclude a fine anno. L’obiettivo è realizzare circuiti integrati su una sola molecola e definire un nuovo processo di produzione industriale. Una scommessa su cui l’Unione europea ha investito 6,9 milioni, che vede coinvolte università francesi, inglesi, tedesche e spagnole, oltre al Max-Planck Institute. Altri 9 milioni sono investiti fino al 2017 nel progetto Pams (Planar atomic and molecular scale devices), destinato alla produzione di componenti S. Avaltroni DI CHIARA SOTTOCORONA ricerche sul qubit (il bit quantico) condotte in Ibm da David Di Vincenzo, professore dell’Institute of quantum information, hanno portato a definire la struttura necessaria», precisa Curioni. Nasa al lavoro In questa direzione lavora anche il laboratorio di Google: il Quantum artificial intelligence lab, aperto nel 2013 insieme alla Nasa, che ha presentato un nano-circuito con cinque qubit realizzato da John Martinis, fisico dell’università di Santa Barbara. Sono solo i primi passi verso macchine di nuova conce- zione. «L’esplorazione del calcolo quantico e delle applicazioni è ancora molto recente e sono molti i problemi da risolvere. Per arrivare a un nuovo tipo di computer ci vorranno decenni — avverte Federico Faggin, l’inventore del primo chip —. Non ho dubbi però che il futuro dell’elettronica è a livello molecolare». Perciò le ricerche europee si pongono obiettivi concreti per passare dalla micro alla nanoelettronica. «Con il progetto Atmol vogliamo dimostrare come si possono integrare l’informatica e il calcolo quantico realizzando un circuito elettronico a livello atomico, su una molecola di silicio — spiega Joachim—. Per lo sviluppo industriale, abbiamo deciso di incapsulare la molecolacalcolatore, in modo da isolarla per evitare perturbazioni». La molecola-chip è protetta come in un sandwich da una superficie isolante di idrogeno al di sopra e da uno strato sottostante che incorpora l’interconnessione elettrica. «Il lavoro condotto a partire dal 2011 ci ha permesso di creare una sola molecola che contiene la porta logica con due entrate e un’uscita — precisa Joachim —. Si può immaginare una piastrina piccola come una testa di spillo che contiene all’interno il chip da 1 nanometro. Aziende & hi tech M ettere la nanotecnologia al servizio delle piccole e medie imprese. Con questo obiettivo Agemont Cit (Centro di innovazione tecnologica) di Amaro, vicino Udine, ha portato avanti il progetto Nanocoat che si chiude a dicembre, finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia con 800 mila euro in tre anni. Risultati: più di 300 imprese contattate, 8 convegni nanotech, 13 studi di prefattibilità di cui 7 trasformati in sperimentazione e due guide. «Le piccole e medie imprese sono veloci ad abbracciare i processi innovativi, ma hanno difficoltà a investire. Ecco perché noi mettiamo la nanotecnologia al loro servizio, rispondendo alle singole esigenze. Non dimentichiamo che si tratta di tecnologie sofisticate e non alla portata di tutti», spiega Michele Morgante, presidente del consorzio Innova Fvg, l’ente pubblico che entro la fine dell’anno incorporerà Agemont. Ora si tratta di portare avanti il lavoro, continuando a far dialogare chi fa scienza con chi fa business. Come? «Stiamo organizzando un network di punti di informazione per le aziende che desiderano accedere alla nanotecnologia per migliorare prodotti e processi — aggiunge Morgante —. Per ora gli info-point sono sparsi nel Friuli Venezia Giulia, ma più avanti potrebbero varcare i confini regionali. Vogliamo anche incrementare il numero di centri di ricerca, pubblici e privati, con cui lavorare che oggi sono venticinque». Insomma, l’idea è quella di sviluppare sempre di più un polo di «nanoeccellenza» per le imprese sul territorio, da cui potrebbe nascere un distretto in futuro. «Operando attraverso una rete — conclude Morgante — possiamo rispondere in modo efficace e in tempi rapidi alle richieste delle imprese e metterle in contatto con il centro di competenza più idoneo». PAOLA CARUSO © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Il ricercatore dell’Enea esperto di nanomateriali ® «Ci manca l’ultimo passo per diventare protagonisti» NANO TECH MATT MATERIAL FOR INTERIOR DESIGN Made in Italy by Arpa Industriale Vittori Antisari: costruire un ponte tra laboratori e industria N on c’è limite al piccolo. Basta avere Quali sono le aree in cui l’applicazione metodo. E non bisogna spaventarsi se delle nanotecnologie è più avanti? la forza dell’invisibile in pochi anni ri«La microelettronica è il settore in cui la sulterà pervasiva. Marco Vittori Antisari è di- miniaturizzazione ha generato le maggiori rettore all’Enea della sezione Materials and innovazioni. È seguita dai materiali, dove la technology composite and nanostructured. nano-strutturazione rappresenta uno struA che punto è l’Italia quanto a ricerca mento per impartire particolari proprietà alsulle nanotecnologie? la materia. Senza dimenticare i successi della «Nella ricerca accademica e degli enti nano-medicina». l’Italia è molto ben allineata con il mondo inLe nanotecnologie non si vedono. Siadustrializzato. La situazione cambia riguardo mo sicuri che i pericoli nel loro utilizzo sial contributo alla produzione industriale». ano ben valutati? L’Italia studia, ma non si applica... «I nanomateriali, a causa delle ridotte di«Le scoperte della ricerca mensioni hanno potenzialscientifica per tradursi in inmente una forte interazione novazione tecnologica utilizcon gli organismi viventi, con zabile nella produzione indula possibilità di indurre mostriale devono attraversare la dificazione ed, eventualmencosì detta valle della morte, te, danni. Tuttavia, oggi la cioè il percorso necessario a scienza dispone di una ampia tradurre le conoscenze in gamma di metodologie in processi tecnologici utilizzagrado di valutare questi effetbili. La maggior parte delle ti e di quantificarli in modo innovazioni scientifiche non da prendere le opportune riesce a uscire dalle pareti dei contromisure per la protezioRicercatore Enea laboratori accademici». ne della popolazione. La siMarco Vittori Antisari Di chi è la colpa? tuazione non è molto dissimi«La qualità della scoperta le da quanto accade per i scientifica gioca un ruolo recomposti chimici, che in mollativamente marginale, mentre sono fonda- ti casi possono essere anche maggiormente mentali le condizioni di contorno che si decli- aggressivi». nano, per esempio, in politica industriale, acFino a che ordine di grandezza è possicesso al credito per aziende spesso nate da bile utilizzare le nanotecnologie? spin-off e, infine, azioni complementari, dove «Non si tratta di dimensioni, ma di protoil sistema di governance del processo di inno- colli e di conoscenze tecnologiche specifiche vazione industriale gioca un ruolo prima- che consentono di governare i processi nanorio». tecnologici nella produzione di massa». Bravi i singoli, ma il gioco di squadra è Quali sono le novità in arrivo? quello che è. «Le maggiori aspettative sono attese dal «È un tema di difficile approccio a livello grafene. Si tratta di un materiale in grado di internazionale, ma il nostro Paese appare rivoluzionare diversi settori industriali se si particolarmente carente da questo punto di riusciranno a superare i colli di bottiglia e a vista e mostra difficoltà nel mettere a punto sviluppare tecnologie trasferibili alla produmeccanismi di supporto al trasferimento ver- zione industriale». so il sistema produttivo delle innovazioni geR.D.L. nerate dalla ricerca». © RIPRODUZIONE RISERVATA I SEGNI DEL TEMPO NON LASCIANO TRACCE. L’INTERIOR DESIGN HA UN NUOVO MATERIALE. INTELLIGENTE. SCOPRI IL NANO TECH MATT MATERIAL SU fenixntm.com