Valentina Orioli

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Valentina Orioli
CartaBianca_2013‐05‐25 Valentina Orioli, Enrico Brighi ATTORNO LA CITTÀ Note sul ruolo dei territori agricoli periurbani a Cesena La Legge 20 dell’Emilia‐Romagna ha introdotto una lettura articolata del territorio rurale, che viene diviso in ambiti dalla diversa vocazione produttiva e caratterizzazione paesaggistico‐
ambientale. Fra questi una speciale attenzione dovrebbe essere rivolta a nostro avviso agli ‘ambiti agricoli periurbani’, che la legge definisce come ‘parti del territorio limitrofe ai centri urbani ovvero […] intercluse tra più aree urbanizzate, aventi una elevata contiguità insediativa’.1 Se consideriamo con attenzione questa definizione, ci accorgiamo che quasi tutto il vasto territorio comunale di Cesena, sia per le caratteristiche della infrastrutturazione fondativa che risale al tempo dei Romani, che per il successivo sviluppo radiale della città, può essere letto oggi come ‘periurbano’. Gli ambiti periurbani sono ambiti particolarmente sensibili dal punto di vista paesaggistico, perché si tratta di paesaggi dall’aspetto ‘ibrido’ e talvolta poco qualificato, proprio per la loro vicinanza e la commistione con la città, ma che di fatto definiscono l’immagine della città. Sono allo stesso tempo anche ambiti fragili dal punto di vista ambientale, in quanto aree naturali, permeabili, ricche di verde e prossime all’ambiente urbano. La Legge 20/2000, in sintonia con alcune esperienze avanzate del panorama internazionale, stabilisce che in questi territori è necessario il mantenimento della conduzione agricola dei fondi, nonché ‘la promozione di attività integrative del reddito agrario dirette: a) a soddisfare la domanda di strutture ricreative e per il tempo libero; b) a contribuire al miglioramento della qualità ambientale urbana, attraverso la realizzazione di dotazione ecologiche […] e di servizi ambientali’.2 Si tratta in sostanza dei territori della ‘agricoltura urbana’ di cui si discute da alcuni anni, e attorno a cui si svolgono numerose ricerche e sperimentazioni in Francia e in altri paesi, dagli Stati Uniti al nord Europa. Una ricerca che stiamo conducendo per la regione Emilia‐Romagna3 ha messo in evidenza che, fra i 142 RUE adottati in tutta la regione ad aprile 2013 (su 341 Comuni), ben 83 individuano nel loro territorio zone di territorio agricolo periurbano. 1
Allegato LR 20/2000 art. A‐20. Ibid. 3
Si tratta della ricerca dal titolo ‘Paesaggi di transizione. La disciplina del territorio periurbano nei piani urbanistici comunali’, in corso di elaborazione da parte di Valentina Orioli, Enrico Brighi e Samuele Vaccari, nell’ambito di una Convenzione fra la Regione Emilia Romagna, Servizio Pianificazione Urbanistica, Paesaggio e Uso Sostenibile del Territorio, e l’Università di Bologna, Dipartimento di Architettura. 2
1 CartaBianca_2013‐05‐25 Valentina Orioli, Enrico Brighi A questo dato non sembra corrispondere tuttavia un reale riconoscimento delle speciali caratteristiche del ‘periurbano’, e del suo importante ruolo paesaggistico‐ambientale. Se negli strumenti urbanistici meno aggiornati il ‘periurbano’ è ancora interpretato come uno spazio agricolo in attesa di essere trasformato in urbano, negli strumenti urbanistici più recenti si manifesta invece una attenzione che si risolve per lo più in norme di tutela che interessano gli oggetti che popolano questo paesaggio: ad esempio le case rurali o ex rurali, e alcuni elementi del paesaggio agrario, considerati però per lo più come entità isolate. Il nostro intervento intende portare l’attenzione sul ‘periurbano’ come un paesaggio speciale, degno della massima attenzione se non altro per la sua estensione e rilevanza nel contesto cesenate. Un paesaggio ‘delicato’ ma il cui ruolo può essere molto importante in una strategia complessiva che ripensa lo sviluppo della città e che si concentra sulla priorità di rigenerare e migliorare le qualità dell’esistente a partire dagli spazi inedificati. In questa particolare fase che sta attraversando la nostra società e la nostra economia proviamo a rovesciare il punto di vista classico della pianificazione, e a pensare che i ‘vuoti’ possano diventare la possibile maglia strutturante per la qualificazione degli insediamenti. Per questa ragione pensiamo che il territorio agricolo periurbano debba essere in primo luogo oggetto di specifiche indagini e di una conoscenza puntuale (ma in questa direzione molto è già stato fatto già in occasione della costruzione del Quadro Conoscitivo del PRG vigente), e soprattutto che si debba costruire una strategia articolata per la salvaguardia e per il miglioramento di questo territorio, che è importante: ‐
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Per l’economia, in quanto territorio agricolo; Per la città, in quanto sistema di spazi aperti vicini all’edificato, immediatamente fruibili nel tempo libero e attraversabili dalle reti per la mobilità lenta; Per l’ambiente, in quanto insieme di spazi che possono contribuire in modi diversi al ‘metabolismo’ della città (come aree per la fitodepurazione, il rimboschimento, per incrementare la biodiversità e favorire il miglioramento del microclima locale, della qualità dell’aria e dell’acqua …); Per la nostra stessa identità, perché il paesaggio agrario è sicuramente per la città di Cesena un paesaggio identitario. Dal punto di vista operativo pensiamo sia necessario mettere a punto attraverso gli strumenti urbanistici, soprattutto con il PSC, una strategia complessiva, che non può esaurirsi nei piani, ma che coinvolge necessariamente i cittadini e prima di tutto coloro che abitano e lavorano nel periurbano, gli agricoltori. Tale strategia si può articolare in diverse linee d’azione, come ad esempio: ‐
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Un progetto unitario di qualificazione paesaggistica delle aree di margine, come una sorta di ‘giardino di cintura’ attorno alla città; Azioni di promozione e valorizzazione delle attività agricole presenti e incentivazione di forme di agricoltura sostenibili (l’attività agricola è garanzia di mantenimento delle 2 CartaBianca_2013‐05‐25 ‐
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Valentina Orioli, Enrico Brighi qualità del paesaggio, ma anche dell’efficienza del sistema idraulico e della rete della viabilità più minuta); Azioni di riqualificazione e di completamento del sistema dei percorsi per la mobilità lenta ciclo‐pedonale; Compensazioni per la demolizione e lo spostamento di edifici e attività incompatibili e incentivazione di progetti di architetture e infrastrutture leggere adatti alla fruizione di questo territorio. Arch. Valentina Orioli Arch. Enrico Brighi Alma Mater Studiorum Università di Bologna Dipartimento di Architettura ‐ DA Via Cavalcavia 61 47521 Cesena http://www.da.unibo.it/it T 0547 338363 [email protected] [email protected] 3