ERMINIA FUA` FUSINATO y l`anime care che tutto alla virt9 sacran l

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ERMINIA FUA` FUSINATO y l`anime care che tutto alla virt9 sacran l
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La magica cifra dei cento anni pone
per un istante sul nostro cammino il
ricordo di una nobile figura di educatrice, di poetessa, letterata e patriota, morta appunto nel 1876, verso
la quale la nostra Citt” conserva un
impegno perenne di riconoscente devozione: ERMINIA FUA' FUSINATO.
La morte di alcuna donna mai non
dest¢ in Italia cosž generale rimpianto come quella di costei, a w e n u t a
il 30 settembre di quell'anno. Splendidi onori funebri le decret¢ il Comune di Roma: intorno al suo feretro - - insieme con il sindaco Venturi
e i componenti la Giunta municipale
- - si raccolsero quanti uomini illustri
albergava in quei giorni l'Eterna Citt” unanime la stampa afferm¢ che
quella perdita costituiva una sventura nazionale; citt” e privati da ogni
parte del Regno inviarono condoglianze alla desolata famiglia.
Chi era dunque colei che veniva ritopianta di tanto cordoglio? Non era
uscita di stirpe principesca, n› al
nome accoppiavasi l'idea della potenza o del fasto. No, fu una donna
virtuosa 9 modesta, che tutta la sua
pur breve esistenza spese nell'operare il bene e coltiv¢ cosl come il
cuore le inseonava e quando i doveri
di sposa e di madre glielo consentivano, la divina arte dei carmi.
Dotata d'ingeclno ben temprato e di
sentimento finissimo d'ogni cosa bella e gentile, trov¢ nella poesia la prima e pio sincera manifestazione di
se stessa. Non sono freddo prodotto
dell'arte i suoi versi, ma voci interiori dell'animo che erompono spontanee nella semplicit” del concetto
e della forma. I componimenti poetici
di E:minia Fu” Fusinato hanno avuto
invero un posto bellissimo tra quelli
dei vati contemporanei; tuttavia non
la poesia il titolo principale ch'ella
oot› vantare alla stima e alla gratitudine del Paese. Nelle lettere toccb
eccelsa meta e dei suoi scritti ebbe
molteplici Iodi e di tali che non solevano prodigarte. Con la penna e
ancor pib con la parola 9 con l'esempio esercit¢ influenza benefica fino
a far dimenticare agli amici i pregi
letterari per le sue eccelse virt 9 di
donna. La grazia pi 9 schietta e il
sentimento pit3 delicato si contemperarono squisitamente in lei con i
voli della fantasia e con i virili ardimenti del patriota.
L'amor patrio fu infatti uno degli affetti che pi 9 commossero il cuore
della Fusinato. 9 quando era ancor
oi 9 un desiderio che una speranza
l'indipendenza 9 l'unit” d'Italia, i suoi
versi fecero coro con quel fremito
di poesia nazionale che fu il preludio
delle battaglie liberatrici.
Erminia Fu” era nata a Rovigo de
timorata famiglia israelita il 5 otto-
bre 1834. Quando mori non toccava
adunque i 42 anni di et” Bambina di
pochi mesi fu portata a Padova dove
suo padre aveva sortito i natali: col”
la famiglia pose d,mora, col” si compi l'educazione ed Erminia trascorse
la sua giovinezza.
Bambina quasi ancora ella cantava
prima di conoscere le leggi del metro e la variet” delle forme onde pu¢
rivestirsi il pensiero (1): cantava per
istinto, per bisogno di cuore. Nessuna
vocazione fu pi 9 spontanea e pi 9
ve ra.
ERMINIA
FUA'
FUSINATO
y
l'anime care
che tutto alla virt9
sacran l'ingegno 87
di MARIO BOSI
Lo studio le apprese pi• tardi tutti i
segreti dell'arte e del linguaggio, ma
da natura soltanto le veniva quella
mirabile facolt” di osservare, d'intendere, di compmare, di sentire,
che faceva sbalzare per lei il pensiero poetico da i pi 9 trascurati ed
umili aspetti delle cose. Quella facolt” illumin¢ si pu¢ dire, tutti i suoi
comoonimenti, dai canti alrAuQelletto
e alla Staffa, estri delicati della sua
fantasia di fanciullina, fino a quello
deali Emiqranti, che purtroppo fu
l'ultimo (2).
Quest'anima eletta di poeta trovb
chi le si fece guida nei difficili sentt
dell'arte e costui fu Arnaldo Fusinato, fine poeta anche lui. Conobbe Arnaldo nella quaresima del 1852.
Il simpatico poeta di Schio (3) aveva provato due grandi dolori: la patria ridivenuta schiava e la morte
(1851) di una sposa giovane, buona
e dilettissima, la contessa Anna Colonna di Castelfranco. Da tre anni
l'Arnaldo, gi” spensierato, giulivo.
qaio e brillante, si tenera lontano dalla vita sociale. Erminia aveva letto
i suoi versi 9 aveva manifestato il
desiderio di conoscerlo e tutte le
volte che Arnaldo da Castelfranco
si recava a Padova, un amico comune insisteva per presentarlo alla
bellissima fanciulla. Si schermi a
lungo perch› com'egli stesso ebbe
a confessare, aveva in uggia le donne letterate 9 tale supponeva l'Erminia. Ma finalmente in una giornata
di pioggia, che non gli permise il ritorno a Castelfranco, non sapendo
che fare del suo tempo, si lascio trascinare in case Fu&. Erminia si trovava in quell'et” felice in cui la realt&
si confonde col sogno. Era una figura ideale, aveva la fronte ampia come il pensiero 9 l'anima le sorrideva
negli occhi. La sua voce aveva accenti che parevano carezza.
Pi 9 che dalla sua belt” pi 9 che dal
fuoco c a l m o 9 sereno del suo sguardo, Arnaldo fu sedotto dalla ingenuit” dei .suoi modi, dalla vereconda
modestm, dal profumo originale che
emanare dalla sua breve poesia intitolate: Versi 9 fiori. Dopo quattr'an.
ni era sua. ma in quello spazio di
tempo lo sposo futuro e b b e non po.
ca parte li formare l'educazione poet i r a di Erminia. il cui ingegno si i n -