La Salute - Dolce Vita
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La Salute - Dolce Vita
Sabato 6 dicembre 2008 19 Borgosesia La Salute Anche in Italia un nuovo mix di erbe che, mischiato al tabacco, promette gli stessi effetti della marijuana Spice, la droga “furba” La sostanza si trova in vendita nella categoria delle “smart drugs” Si chiama Spice, è la nuova smart drug, “droga furba”, che impazza tra gli adolescenti europei, in particolare del centro Europa, Le prime “droghe naturali” nascono negli anni Novanta tanto che il Ministero della Salute tedesco ha cominciato a predisporre degli studi per capire gli effetti reali di questa nuova sostanza sull’organismo. Spice, ossia spezia, poiché altro non si tratta che di un mix di erbe varie, che, mescolate con il tabacco e fumate, danno, pare, ef- fetti simili alla marijuana. Il fenomeno delle simildroghe, definite droghe vegetali per alludere ad una maggiore naturalità e minori effetti, da contrapporre alle droghe di sintesi chimica, comincia alla fine degli anni Novanta, proprio sull’onda delle campagne mediche e di informazione contro il dilagare di ecstasy e pasticche varie nelle discoteche europee. Non a caso il fenomeno si diffonde per primo a Ibiza, tempio del divertimento discotecomane, dando inizio al business degli smart shop. Diffusi anche in Italia, rivendono sostanze e prodotti, come spiega Anna Petroni nel suo “Droghe legali. Il nostro agente tra smart shop e farmacie”, Castelvecchi, «Situandosi Pillole, erbe e pasticche proprio sul mutevole confine tra ciò che è legale e ciò che non lo è», individuando due tipologie di rivenditori: «Per qualcuno l’iniziativa di aprire un negozio che vende sostanze stupefacenti perfettamente legali è un modo di esplorare i confini degli Sostanze poco conosciute, che promettono effetti da “sballo” senza incappare in guai con la legge. Ma queste droghe sono davvero sicure? stati alterati di coscienza senza sporcarsi la fedina penale, al tempo stesso guadagnandoci su, oppure c’è in ballo una specie di missione educativa finalizzata a guidare i giovani verso esperienze controllate e di origine naturale, allontanandoli dal sordido mercato degli inaffidabili spacciatori «Che non sai mai cosa ti vendono davvero». Energizzanti/afrodisiaci, allucinogeni/rilassanti sono le macrocategorie di classificazione dei prodotti, che vengono invece fruiti, secondo Petroni, da due tipologie di clienti: «I “mistici”, alla ricerca di un percorso evolutivo interiore, che preferiscono le sostanze naturali, e i “profani”, che invece, tendono a non fare distinzioni tra chimico e naturale, purché la sostanza in questione sia efficace e riesca a produrre l’effetto desiderato». (al.zac.) Il medico del Sert: «Smart shop: troppi furbi che se ne approfittano». Gracis: «Servono regolamentazioni» Meno proibizionismo e più regole «I ragazzi sono i più esposti ai rischi, vanno tutelati e informati» «Non conosciamo gli effetti a lungo termine di queste sostanze, si sa per ora davvero poco, solo che “Spice” è un mix di erbe aromatiche, al gusto di essenze diverse, utilizzate per profumare gli ambienti, – spiega Vincenzo Amenta, dirigente medico responsabile del Sert Amenta: «Gli effetti di una sostanza si conoscono dopo anni» di Borgosesia – che pare produca un effetto simile a quello della cannabis; secondo alcuni eliminerebbe la sonnolenza e provocherebbe allucinazioni, con effetti prolungati nel tempo, da sei a otto ore. Ovviamente, quanto più è protratto e maggiore il contatto con l’organismo, maggiori sono gli effetti che ne deriverebbero. Il problema è che in Italia occorre che tali tipologie di sostanze siano rese illegali, altrimenti non è possibile cominciare uno studio approfondito, come invece stanno già facendo in Germania. Per esempio, solo oggi cominciamo a vedere i danni, psicosi, effetti depressivi, del consumo pluriennale della marijuana “moderna”, che spesso contiene residui di sostanze pesticide, o della skunk, che contiene il 20% di principio attivo contro il 5% di quella tradizionale. Si tratta quasi sempre di ragazzi molto giovani con psicosi e depressioni». Sugli smart shop, i bazar delle droghe, o pseudo tali, legali, l’opinione è chiara: «Dietro questo commercio c’è la speculazione più totale, che si approfitta della voglia di sballo e gali e illegali circolanti in del desiderio di fuga dalla Italia. Siamo convinti che realtà». «Per questo serve il consumatore, reso coninformazione. – spiega sapevole delle caratteriMatteo Grastiche delle cis, direttore sostanze che editoriale de Gracis: «Il assume e dunLa Dolce Vita, proibizionismo que dei danni una rivista inche provocadipendente non serve, no nell’organidi stili di vita facciamo smo, sia molto alternativi di- informazione» più incentivastribuita negli to a smettere o smart shop e a ridurne l’utinelle edicole lizzo rispetto delle princiad una politipali città – Lo scopo del ca repressiva e proibizionostro lavoro editoriale è nista, che sappiamo ormai proprio fornire dati e noti- bene da parecchi esempi, zie su tutte le sostanza le- produce l’effetto contra- Vincenzo Amenta rio». In questo senso, tra i rivenditori di smart drugs c’è «Chi mette in vendita consapevolmente erbe e sostanze diverse, mettendo in campo studi anche approfonditi a livello di etnobotanica, e altri che invece non hanno scrupoli, né interesse a fare informazione. In ogni caso non si sono ad oggi riscontrati casi di morte dopo l’assunzione di sostanze acquistate in questi negozi, che arrivano a 60 unità in tutto il paese. Per tutelarsi e tutelare in consumatore sta nascendo un’associazione che li raggruppa, Un mercato ancora fluttuante, senza confini precisi, che sbanda tra astuzie commerciali e rivenditori seri che fanno ricerca Gli smart shop chiedono maggiori regolamentazioni nell’ottica proprio di regolamentare maggiormente la vendita di questi prodotti ed evitare blitz, come quello compiuto la settimana scorsa dalla polizia di Ferrara, che ha denunciato alcuni negozianti in base all’articolo 82, induzione all’uso di sostanze stupefacenti, un reato d’opinione». Prima di essere ritirata dal mercato, in questo tipo di negozi fino a qualche tempo fa si poteva acquistare anche la Salvia Divinorum, un’erba utilizzata dagli sciamani per entrare in trance, «Una delle più forti sostanze psicoattive presenti in natura», spiega Amenta, «Pericolosissima - commenta Gracis – da non utilizzare a livello ludico. La diffusione di informazioni in questo senso è stata fondamentale per toglierla dal mercato». (al.zac.)