preghiera indiana

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preghiera indiana
- "Che cosa cerchi?" - chiese il maestro ad un discepolo che era andato da lui per essere
consigliato e guidato - "La vita" - fu la risposta - Disse il maestro: "Se vuoi vivere, le parole
devono morire" Quando, più tardi, gli chiesero che cosa volesse dire, rispose: "Siete soli e
sconsolati, perché abitate in un mondo di parole, vi nutrite di parole. Vi accontentate delle
parole, mentre ciò di cui avete bisogno è la sostanza. Un bel menù che vi viene presentato
scritto, in un ristorante, non potrà saziare la vostra fame. Così una formula non potrà estinguere
la vostra sete di verità".
Voglio te solo
Il mio cuore ripete senza fine che voglio Te, Te solo!
Tutti i desideri che giorno e notte mi distraggono
Sono falsi e vani fin nel profondo dell'anima.
Come la notte cela nelle tenebre la brama che ha della luce
così nel profondo dell'essere mio un grido risuona:
Voglio Te, Te solo!
E come bufera.
Che nella sua furia pure ha per meta la pace,
Così anche il mio spirito ribelle lotta col tuo amore,
E il mio grido è sempre quello: Voglio Te, Te solo!
(Tagore)
Mi hai sedotto, Signore,
e io mi sono lasciato sedurre,
mi hai fatto forza e hai prevalso...
(Geremia 20,7)
MA CHE AMO. QUANDO AMO TE?
Amo una certa luce, una voce, un profumo, un cibo e un amplesso
che sono la luce, la voce, un profumo, un cibo e l'amplesso
dell'uomo interiore che è in me,
dove splende alla mia anima una luce che nessuno può ospitare,
dove suona una voce che nessun fluire dei secoli può portare via,
dove si espande un profumo che nessuna ventata può disperdere,
dove si gusta un sapore che nessuna voracità può sminuire
dove si intreccia un rapporto che nessuna sazietà può spezzare.
Tutto questo io amo quando amo il mio Dio.
S. Agostino
"E Dio disse: <facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza... >
Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò ... "
GENESI 1, 26-28
"Poi il Signore Dio disse:<Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia
simile ...>"
GENESI2, 18
E' COSI' CHE Ml AMI?
Per anni sono stato un nevrotico. Ero ansioso, depresso ed egoista. E tutti continuavano a dirmi di cambiare. E
tutti continuavano a dirmi quanto fossi nevrotico. E io mi risentivo con loro, ed ero d'accordo con loro, e volevo
cambiare, ma non ci riuscivo, per quanto mi sforzassi. Ciò che mi faceva più male era che anche il mio migliore
amico continuava a dirmi quanto fossi nevrotico. Anche lui continuava a insistere che cambiassi. E io ero
d'accorcio anche con lui, e non riuscivo ad avercela con lui. E mi sentivo così impotente e intrappolato. Poi un
giorno mi disse: "Non cambiare. Rimani come sei. Non importa se cambi o no. lo ti amo così come sei; non
posso fare a meno di amarti". Quelle parole suonarono come una musica per le mie orecchie: "Non cambiare.
Non cambiare. Non cambiare .... Ti amo". E mi rilassai. E mi sentii vivo. E, oh meraviglia delle meraviglie,
cambiai! Ora so che non potevo cambiare davvero finché non avessi trovato qualcuno che mi avrebbe amato,
che fossi cambiato o meno. E' così che mi ami, Dio?
Nessuno
costruisce se stesso da solo.
Abbiamo bisogno degli altri
per vivere,
per crescere,
per imparare.
Ama:re ed essere amati
è lesigenza più profonda
di ogni essere umano.
Vivere è ricevere.
Vivere è donare.
Vivere è comunicare.
Chiudersi in se stessi
o emarginare gli altri
soffoca e distrugge.
Insieme è bello.
Insieme è vita.
O grande Spirito che ascolto nella voce del creato
e che doni la vita al mondo,
sii attento alla voce della mia preghiera.
Io sono dinanzi a te, piccolo e debole.
Ho bisogno della tua forza e della tua saggezza.
Fa' che le mie mani rispettino
tutte le cose che hai create;
che le mie orecchie siano attente alla tua voce.
Rendimi capace di scoprire
la tua presenza in ogni cosa e in ogni persona:
nel vento e nel fuoco, nei fiori e nelle rocce;
in chi canta e in chi piange,
in chi dona e in chi ha bisogno.
PREGHIERA INDIANA
Dalle Confessioni di Agostino d'Ippona
Stimolato a rientrare in me stesso, sotto la tua guida, entrai nell'intimità del mio cuore, e lo potei fare perché tu ti
sei fatto mio aiuto (cfr. Sai 29, 11). Entrai e vidi con l'occhio dell'anima mia, qualunque esso potesse essere, una
luce inalterabile sopra il mio stesso sguardo interiore e sopra la mia intelligenza. Non era una luce terrena e
visibile che splende dinanzi allo sguardo di ogni uomo. Direi anzi ancora poco se dicessi che era solo una luce
più forte di quella comune, o anche tanto intensa da penetrare ogni cosa. Era un'altra luce, assai diversa da tutte
le luci del mondo creato. Non stava al di sopra della mia intelligenza quasi come l'olio che galleggia sull'acqua,
né come il cielo si stende sulla terra, ma una luce superiore. Era la luce che mi ha creato. E se mi trovavo sotto
di essa, era perché ero stato creato da essa. Chi conosce la verità conosce questa luce.
O eterna verità e vera carità e cara eternità! Tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno e notte ... Cercavo il modo di
procurarmi la forza sufficiente per godere di te, e non la trovavo, finché non ebbi abbracciato "il mediatore fra Dio
e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù" (1Tm2,5) "che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli" (Rm 9,5). Egli mi
chiamò e disse: "lo sono la via, la verità e la vita" (Gv 14,6); e unì quel cibo, ce io non ero capace di prendere, al
mio essere, poiché "il Verbo si fece carne" (Gv 1, 14) ...
Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco tu stavi dentro di me e io ero
fuori e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi
tenevano lontano da te quelle creature che, se non fossero in te, neppure esisterebbero. Mi hai chiamato, hai
gridato, hai infranto la mia sordità.Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità. Hai
alitato su di me il tuo profumo ed io l'ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato e ora ho fame e ste di te. Mi hai
toccato e ardo dal desiderio di conseguire la tua pace (Conf. 7,17.18-10, 27,38).
Signore, io credo, io voglio credere in te: la mia fede sia piena, senza riserve e penetri nel mio pensiero,
nel mio modo di giudicare le cose divine e le cose umane.
Signore, la mia fede sia libera: abbia il concorso personale della mia adesione, accetti le rinuncie ed i
doveri che comporta ed esprima l'apice decisivo della mia personalità: credo in te Signore.
Signore, la mia fede sia certa: certa di un'esteriore congruenza di prove, certa di un'interiore
testimonianza dello spirito, certa d'una sua luce rassicurante, d'una sua conclusione pacificante, d'una sua
assimilazione riposante.
Signore, la mia fede sia forte: non tema la contrarietà dei problemi, di cui è piena la nostra vita avida di
luce. Non tema le avversità di chi la discute, la impugna, la rifuta, la nega. Si rinsaldi nell'intima prova
della tua verità, resista alla fatica della critica, si corrobori nell'affermazione continua sormontante le
difficoltà spirituali, in cui si svolge la nostra temporale esistenza.
Signore la mia fede sia gioiosa: dia pace e letizia al mio spirito, lo abiliti all'orazione con Dio e alla
conversazione con gli uomini, così che irradi l'interiore beatitudine del suo fortunato possesso.
Signore, la mia fede sia operosa: dia nella carità le ragioni della sua espansione morale, così che sia una
vera amicizia con te e sia di te nelle opere, nelle sofferenze, nell'attesa della rivelazione finale, continua
ricerca e testimonianza.
Signore la mia fede sia umile: non presuma fondarsi sull'esperienza del mio pensiero e del mio
sentimento; ma si arrenda alla testimonianza dello Spirito e non abbia altra migliore garanzia che nella
PAOLO VI
docilità alla tradizione e all'autorità del magistero della tua chiesa.