All`illustre storia della Siria e dell`Iraq (le antiche civiltà) si

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All`illustre storia della Siria e dell`Iraq (le antiche civiltà) si
All’illustre storia della Siria e dell’Iraq (le antiche civiltà) si contrappone lo scenario
attuale, caratterizzato dalla violenza degli integralisti islamici (ISIS).
Geograficamente l’Iraq e la Siria coincidono con l’intero territorio della
Mesopotamia, la pianura che si estende tra i fiumi Tigri ed Eufrate, culla e crocevia
di antichissime civiltà come quella dei Sumeri, i quali per primi inventarono la
scrittura, e poi i Babilonesi e gli Assiri.
Storicamente l’Iraq e la Siria nel VI e nel IV secolo a.C. subirono la conquista da parte
dei Persiani con Ciro il Grande, successivamente da parte dei Macedoni con
Alessandro Magno. Sotto il dominio persiano la Mesopotamia venne suddivisa in
province: le più importanti furono quelle della città di Babilonia, di Aleppo, di
Antiochia, di Damasco; l’aramaico diventò la lingua ufficiale, in sostituzione del
greco e del persiano, mentre la costituzione di un governo imperiale apportò
stabilità e prosperità all’intera regione. Prosperità che perdurò anche sotto il
dominio romano: infatti Pompeo, uno dei triumviri, con Cesare e Crasso ebbe come
governatorato la provincia di Antiochia, in Siria.
Gli Arabi fecero invece la loro comparsa nel Vll secolo d.C. imponendo la lingua
araba e la religione islamica di Maometto, fino a quando, per la Siria specialmente,
non furono spodestati nel medioevo dai Crociati.
Più di recente , dopo la prima guerra mondiale, l’Iraq fu affidato, dalla Società delle
Nazioni, come protettorato, alla Gran Bretagna, ed ottenne l’indipendenza nel 1932.
La Siria invece venne affidata alla Francia ottenendo poi l’indipendenza nel 1946.
I vari governi che si susseguirono, tuttavia, rimasero sempre nell’orbita dei loro
protettori, tanto è vero che durante la seconda guerra mondiale si schierarono al
loro fianco contro il nazifascismo. A guerra finita, con il patto di Bagdad, l’Iraq
divenne un avamposto a tutela degli interessi economici occidentali, soprattutto per
lo sfruttamento degli enormi giacimenti petroliferi.
La Siria entrò a far parte della RAU (Repubbliche Arabe Unite) ed insieme ad Egitto e
Giordania nel 1967 dichiarò guerra a Israele, la cosiddetta guerra dei 6 giorni, vinta
in una settimana da Israele.
Diversa invece la Storia dell’Iraq negli ultimi cinquant’anni: durante la presa di
potere da parte di Saddam Hussein, l’Iraq per ben otto anni ha combattuto contro
l’Iran nel tentativo di arginare la rivoluzione islamica, dell’integralista Khomeini ,
ricevendo aiuti e sostegno militare dagli Stati Uniti. Questi ultimi successivamente,
allorquando Hussein decise di nazionalizzare il petrolio, gli dichiararono guerra.
L’occasione venne offerta per l’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq nel 1991: la
cosiddetta Guerra del Golfo.
Attualmente L’Iraq dopo la morte di Saddam Hussein e il ritiro delle truppe
americane è in preda ad una totale anarchia; senza un governo centrale e con il suo
territorio smembrato e sottoposto all’influenza delle due principali fazioni, curde e
sciite, che si fronteggiano nel tentativo di impadronirsi del potere; con in più
l’aggravante di dover far fronte all’egemonia di un califfato, governo religioso,
promosso dagli integralisti islamici dediti alla più retriva applicazione della legge
coranica, che persegue lo sterminio degli infedeli.
La Siria odierna, che pure è una Repubblica, invece da quattro anni è governata
come se fosse una dittatura. Infatti da quando la popolazione, gli studenti in primo
luogo, hanno incominciato a rivendicare maggiore libertà individuale, il governo,
anziché arrivare ad un compromesso, ha reagito con la repressione nel sangue delle
manifestazioni di piazza.
Negli ultimi mesi anche la Siria è sotto attacco dell’integralismo islamico e come
l’Iraq ha difficoltà di farvi fronte militarmente, tanto che gli Stati Uniti, in un primo
tempo schieratisi contro il regime di Damasco, si sono proposti di aiutarli
bombardando le postazioni degli integralisti. E tutto questo è cronaca giornaliera.
In preda al più profondo sconforto, penso che tanti conflitti e battaglie che abbiamo
fino ad ora studiato sui libri, non hanno minimamente contribuito ad evitare che gli
uomini si facciano la guerra. E pensare che si sostiene che la storia è maestra di vita.
PIETRO NOTARISTEFANO 3°N
Novembre 2014