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32 FDS 182 • Il Regno degli Ascolti • SPENDOR SP-2/3R2
The voice
Se pensate al suono
inglese, all’audio inglese, alla musica inglese, al british-way of
life, i Beatles o ai rintocchi del Big Ben saranno i primi esempi
che vi verranno in
mente, ma se volete
qualcosa di più tangibile e fruibile, pensate
a Spendor. Non solo
una storica fabbrica di
casse acustiche, ma
un modo per intendere, progettare e costruire uno strumento
per soddisfare il desiderio di musica. Il risultato? Esserci!
di Gianfranco Machelli
La storia del marchio Spendor è ormai
piuttosto nota. Grazie anche alla Rete,
un’azienda molto specializzata e poco pubblicizzata ha raggiunto una certa notorietà.
La sua buona fama è dovuta anche al
passa parola tra appassionati, che pian
piano, soprattutto con l’ottima versione del
modello LS3/5A che Spendor costruiva su
licenza BBC, diffondeva la qualità ed il pedigree proprio di questa azienda, fondata
da Spencer Hughes assieme alla moglie
Dorothy (da cui, per crasi, il marchio Spen
Dor) alla fine degli anni ’70. A quei tempi
Hughes faceva parte del mitico dipartimento R&D (Ricerca e Sviluppo) della BBC,
a Londra assieme ad altri due progettisti,
Dudley Harwood e Jim Rogers. In questa
veste, questa triade di talenti, partorì una
serie di soluzioni che andranno a costituire
la via maestra su come costruire casse acustiche di qualità professionale. Oltre agli
LS3/5a, la triade inventò il “bextrene”, uno
dei primi materiali sintetici per il cono
degli altoparlanti; il cabinet a “risonanze
controllate” in multistrato di betulla. Poi,
singolarmente, i nostri geni dell’elettroacustica avrebbero dato vita a Harbeth (Harwood e la sua compagna Elisabeth),
Spendor, e Rogers. Ognuna di queste
aziende avrebbe poi continuato a fornire a
“Zia” BBC i propri servizi
(come dimenticare i classici BC-1, Studio 1 BC-2,
LS5/8 ed altro ancora).
Ad oggi, con proprietà
cambiata e con un catalogo articolato su più linee
di prodotto, la Spendor ha
ancora nel menu una serie
denominata Classic, che distingue una serie
di modelli direttamente derivati dai progetti BBC, pur con varianti dovute all’avvicendarsi tecnologico dei trasduttori ed alle
intervenute, nuove necessità di impiego.
Gli eredi di quella mitica, originaria stirpe
sono: SP3/1R2 (2.004 euro); SP2/3R2
(2.755); SP1/2R2 (4.382 euro); SP100R2
(7.512 euro).
ON STAGE
Era molto tempo che non mi capitava di
ascoltare una Spendor. L’ultima provata fu
l’LS3/5 una decina di
anni fa, ma per una testata diversa da questa.
Nutro una preferenza
particolare per questo
marchio, per motivi affettivi (sono state delle
Spendor LS3/5A le mie
prime casse “serie”), per
motivi sonico/musicali (è il sound che prediligo); per motivi ideali (sono un convinto
assertore del minimalismo intelligente e rifuggo dalla fuffa da marketing). Detto questo, il verdetto su questo modello è ancora
“La via maestra
su come costruire
casse acustiche
di qualità”
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Descrizione
Il modello preso in considerazione per il
nostro test è quello che negli ultimi anni –
assieme al top di gamma SP-100 e all’SP1 – rappresenta uno dei punti di forza del
marchio inglese e del “BBC Sound” più in
generale. Alte poco più di mezzo metro
per una trentina di centimetri di profondità gli SP-2/3R2 sono quanto di più essenziale si possa concepire nel progettare
e costruire una cassa acustica. Non è
però semplicismo; è l’essenzialità portata
allo stato dell’arte; c’è solo ed esclusivamente ciò che serve per produrre suono.
Unica concessione all’estetica, per chi sa
apprezzare il fascino rarefatto delle linee
pure e del caldo umore del legno, il cabinet, realizzato con pannelli sottili, di differente spessore, poi irrigiditi con rinforzi e
smorzati con cuscinetti bituminosi. Questa
tecnica, detta delle “risonanze controllate”, è propria di questa scuola, ed è
tutt’oggi applicata – oltre che da Spendor
– da Harbeth e da quelle aziende che costruiscono i cloni, autorizzati o meno, di
LS3/5a. La metodologia delle “risonanze
controllate” (o “accordate”) mira a trasformare gli ineludibili fenomeni di vibrazioni e
rientri acustici in sonorità armonicamente
funzionali a quello emesso dagli altoparlanti. Il risultato pratico è che una cassa
dotata di questo tipo di box, naturalmente
se ben progettata nel crossover e dotata
di appena dignitosi trasduttori, riduce
grandemente i fenomeni di scatolarità
percepibile, di colorazione tonale. Parimenti produce una scena acustica molto
ben strutturata nelle sue coordinate, con
dislocazione spaziale laterale pressoché
sconosciuta a quella scaturibile da disegni
con box pesante e con pannelli spessi,
anche se in massello. Nel caso della
tutto da scrivere e non può essere fatto
sulla fiducia o sugli allori. Il sistema a disposizione per il test
comprende i lettori
Stello e Onix, preamplificatore valvolare
McIntosh C22 Anniversary, finali mono a
tubi da MC75 McIntosh Anniversary, integrati A&R
Cambridge A-60 (sì,
proprio lui, erano
due Spendor BC1
quelle usate da
Dawson per fare il
tuning della sua
prima creatura) e
Onix RA-55. Cablaggio Nordost
e Qed.
Di solito, un
componente
appena fuori
dall’imballo,
specie in una
SP2/3R2, oltre a questa modalità costruttiva, abbiamo un’esperienza tecnicoacustica quarantennale, anche se l’attuale
proprietario non si chiama Hughes. Come
nelle precedenti tappe della sua vita tecnologica, anche questo modello porta con sé
delle modifiche e delle innovazioni. Il tweeter è sempre ScanSpeak, ma un modello
più aggiornato del mitico 2010 e 2008,
che pure viene tutt’oggi utilizzato con successo. Oltre ad una somma di migliorie
meccaniche che ne espandono tangibilmente le prestazioni, il nuovo driver per le
alte frequenze ha una cupola circondata
da una sospensione che partecipa all’emissione, contribuendo ad una migliore
dispersione angolare, maggior tenuta in
potenza, risposta più estesa. Nuovo anche
il woofer per progetto, materiali e costruzione, con cestello in lega di magnesio e
sospensione di maggior stabilità, tutto improntato a ridurre fonti di coloritura tonale, incrementando al tempo stesso la
capacità di scendere in frequenza. Cambio
di trasduttori significa nuovo crossover,
con componentistica migliorata, piste
placcate oro, saldature in argento e rame
e percorso del segnale studiato per ridurre al massimo le interazioni magnetiche tra gli elementi. Anche il cablaggio
interno è stato migliorato, con cavo multistrand in rame ad alta purezza con ogni
conduttore individualmente placcato in argento. Infine, un paio di note sulla compatibilità elettrica. Gli Spendor SP2/3R2 sono
un disegno reflex a due vie con tubo di accordo sul pannello frontale, con una sensibilità di 88dB/1m/1W ed un’impedenza
nominale di 8 ohm ed un minimo di 6.8
ohm. Un carico elettricamente assai facile, ideale per i valvolari.
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giornata a rischio neve, ha bisogno di un
qualche giorno di assestamento, armonizzazione, “training autogeno”. Macché,
messo dentro un “best of” dei Culture Club
(pezzo: “Victims”, versione live), con l’A60 appena in temperatura, ed ecco il buon
George emergere al centro dello stage in
tutta la sua morbidezza vocale, appena venata da una punta di raucedine forse dovuta all’età, forse ad altro. Il pianoforte
solo, in secondo piano, sale e scende sulla
malinconia delle note, per risorgere all’attacco della batteria e del basso. La mia
memoria si sbagliava:
queste Spendor sono ancora migliori di quanto
presumevo di ricordare; di
quanto lecitamente mi
aspettavo. La presenza
scenica è straordinariamente coinvolgente per tattilità e trasparenza, all’interno della quale può leggere
la disposizione e la dimensioni di strumenti e vocalist. Veramente molto ridotta
la percezione di scatolarità, di compressione, che comunque scompare salendo di
categoria nell’amplificazione. Passando a
qualcosa di più energetico (Marcus Miller,
U2, Power of Seven), le Spendor non battono ciglio; sembran dire: “siam qua per
suonare. Lo facciamo, siam professioniste”.
Già, te lo ricordano il loro DNA da studio
monitor. Per quanto raffinate, eleganti, impeccabili nella forma del messaggio, la loro
attitudine a magnificare il messaggio musicale è indubbio e magistrale. Non vi saltano in braccio con la prepotenza di un
cafonesco trasduttore da palco. Vi prendono per mano e voi portano sul palco
stesso; “siete” nell’evento. La grande omogeneità tra le varie gamme di frequenze, il
dorato dettaglio molecolare, il micro contrasto microbico rendono palesi e ben circoscritti i singoli attori di ciò che si
ascolta, comunque fusi e sincronizzati in
un tempo musicale sempre deliziosamente
intrigante. Naturalmente fanno sentire le
differenze tra le registrazioni; tra disco e disco,
brano e brano, ma senza
enfatizzare oltre misura le
comunque inevitabili varianti, le quali – sempre –
sono rese per quel che
sono (alte un po’ accentuate, bassi enfatici
o carenti, voci megafoniche o acide), senza
però aggiungerci dell’esaltatore di sapidità.
D’altro canto, quando la registrazione è
appena dignitosa e tecnicamente ortodossa,
la plasticità armonica, la solidità degli impulsi, la preziosa entità del timbro rapiscono totalmente chi sia appena un po’
sinceramente appassionato di musica. Più
qualità si immette in quei morsetti, più ne
ridà; con gli interessi. E’ la “cassa perfetta”! Facile da pilotare e con tutto, non è
mai schizzinosa, ma generosa sempre.
Suona in qualsiasi ambiente, purché le si
“La gemma è
naturalmente
la gamma media”
Semplicità disarmante
nella tradizione Spendor.
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Il complesso magnetico del bel tweeter e del woofer.
dia un po’ di spazio attorno dove poter
prendere il respiro che restituisce nelle sue
folate dinamiche. Suona con i McIntosh
valvolari da 75 watt, suona con i transistor
da 50. Potrebbero andare divinamente
anche con un 3020; o scrivere pagine leggendarie con Sugden, Quad, Naim.
Per gli audiofili inguaribili che vogliono
un po’ di cronaca, posso dire che la gamma
alta è formidabilmente precisa e puntuale,
estesa senza pedanteria e bella come poche
altre volte mi è capitato di ascoltare. La
bassa è potente e chiara, piuttosto veloce e
controllata, ma dipende inevitabilmente da
installazione e ambiente, senza mai co-
munque creare problemi insolubili. La
gemma è, naturalmente, la gamma media,
una sorta di “vortice” acustico a doppio
senso di marcia che ingoia e restituisce
voci e suoni senza soluzione di continuità,
disegnando architetture acustiche variabili
in funzione di quella che è la realtà trascritta nel supporto sonoro. Non inventavano nulla di inesistente; ma reinventano,
ripropongono – anzi - l’esistito reale. E se
questo è bello, sarà bella anche la vostra
vita. Magnifiche. Per me, forti candidate
all’Oscar per casse da stand ed in assoluto.
Se ci riuscite, date loro un ascolto, ignorandole fate un torto a voi stessi. FDS
Scorcio del crossover, a ridosso del pannello posteriore.
CARATTERISTICHE TECNICHE
Tipo: Sistema di altoparlanti da pavimento reflex,
da piedistallo
Altoparlanti: 1 woofer Spendor da 210mm in
polimero; 1 tweeter da 22mm con cupola morbida
Sensibilità: 88dB/1W/1m
Frequenza di incrocio: 3.2 kHz
Risposta in frequenza: 60Hz – 20kHz +/- 3dB
Estensione alle basse: -6dB @50Hz
Impedenza nominale: 8 ohm, minimo: 6.8 ohm
Tolleranza tra esemplari: 1dB
Dimensioni (hxlxp): 545 x 275 x 325mm
Finiture: ciliegio naturale
Peso: 14.3 kg
Prezzo IVA inclusa: euro 2.755,00 la coppia
Distributore: DML Audio - Tel. 0541 62.39.05
Web: www.dmlaudio.net