Relazione Carniel - TELEA ELECTRONIC ENGINEERING Srl

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Relazione Carniel - TELEA ELECTRONIC ENGINEERING Srl
TRATTAMENTO FISIOTERAPICO DELLA SPALLA DOLENTE NON TRAUMATICA
CON CORRENTI A BASSA POTENZA ED ALTISSIMA FREQUENZA
BASATO SUL PRINCIPIO DELLA RISONANZA QUANTICA MOLECOLARE (RQM)
PROF. ROBERTO CARNIEL
Medico Chirurgo – Specialista in Medicina dello Sport
Docente di Fisioterapia presso l’Università G. D’ Annunzio di Chieti
La patologia infiammatoria degenerativa della spalla deve essere considerata come una delle
affezioni moderne altamente invalidanti, anche per l'effetto negativo sui sottosistemi posturali
(Saggini e Ridi). La patologia dolorosa insorge in maniera acuta e rappresenta la manifestazione
clinica, di tipo flogistico. Essa, rimane per molto tempo asintomatica, con dolori anchilosanti e di
breve durata per poi presentarsi come osteotendinite inserzionale del muscolo sopraspinoso e come
tenosinovite del tendine del capo lungo del bicipite. L’usura del muscolo, provocata quasi sempre
da fattori biomeccanici, si interpreta da un punto di vista anatomo-patologico come una lesione
delle fibre di collagene, che si dissociano e si interrompono quando l’aumento dell’impegno
muscolare non è più supportato dalle inserzioni tendinee. Queste micro-lesioni determinano un
aumento di cataboliti acidi e liberazione di enzimi che causano risposta iperemica locale con
accumulo di polimorfonucleati. Ciò causa uno stadio infiammatorio importante.
L’esordio della sintomatologia è insidioso e minato da sintomi soggettivi: il dolore è inizialmente
migliorato da movimenti dell’articolazione, specie dopo un periodo di immobilità, tipicamente dopo
il risveglio mattutino. In una fase successiva il dolore compare anche dopo un prolungato uso
dell’articolazione, specialmente la sera, e aumenta a riposo. In articolazioni particolarmente
compromesse il dolore può comparire anche durante il riposo notturno (Saggini e altri).
Obbiettivamente nell’acuto la spalla si presenta elevata, anteriorizzata, ruotata lievemente
all’interno, con relativa flessione del gomito corrispondente.
Dolente ai movimenti di elevazione ed abduzione, specie nel passaggio fra i 40° e 60°.
Alla palpazione possiamo individuare un punto dolente anteriore corrispondente all’angolo che
forma il capo lungo del bicipite nel momento in cui lascia il solco bicipitale per dirigersi nel punto
di inserzione prossimale sopra glenoideo, segno della vicarianza patologica del bicipite rispetto al
sopraspinoso che decorre parallelamente, ma in un piano superiore e posteriore. Inoltre esplorando
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la regione anteriore sottocutanea corrispondente al tendine bicipitale nel suo decorso intra-capsulare
(extra sinoviale) possiamo identificare una cellulalgia, infiltrato visibile e iperalgico.
I movimenti dolorosi inducono una irradiazione algica verso la tuberosità deltoidea, alla quale segue
una contrattura riflessa del deltoide, tanto più evidente quanto più datato è il processo morbigeno.
Diversa invece la localizzazione del dolore in presenza di calcificazione, che viene riferito con
precisione nella zona di inserzione omerale del sovraspinoso.
Punto dolente secondario può essere localizzato in corrispondenza del corpo del sopraspinoso nella
fossa specifica. Altro reperto anatomico importante è la contrattura del muscolo trapezio, il quale è
palpabile due dita sopra la scapola corrispondente alla spalla patologica e che viene considerato
indice di miglioramento, durante i trattamenti, la sua decontrattura.
Spesso il paziente rivela un dolore posteriore, con andamento dall’alto verso il basso, specie
all’abduzione e alla rotazione esterna, in corrispondenza dei fasci posteriori del deltoide, in un
punto preciso della loro inserzione sulla spina della scapola.
Il tricipite partecipa al processo patologico, dato che il suo capo lungo origina dalla tuberosità
sottoglenoidea della scapola ed esso presenta deficit di forza poiché il soggetto tendenzialmente
mantiene in leggera flessione l’arto superiore, così più “allegerito” nei movimenti, mancando la
scapola di sufficiente fissazione. Frequentemente vi è associato scompenso posturale e la presenza
di rotazione anteriore del bacino contribuisce ad anteriorizzare ed intra-ruotare la spalla,
contribuendo a ridurre il defilè di uscita del sovraspinoso verso la sua inserzione nel punto più alto e
laterale della spalla (S.Fraccaro)
Tutti i muscoli della fissazione scapolare hanno la loro innervazione prevalente nel neuromero C4,
per cui conviene valutare la mobilità e la stabilità a questo livello, prima di svolgere qualsiasi
trattamento sulla spalla. I principali muscoli motori della spalla rispondono invece all’innervazione
di C5, così una patologia o la presenza di un blocco miotensivo in tale sede, ha una ripercussione
sulla muscolatura del cingolo, solitamente uno “spasmo” o una perdita di elasticità.
Poiché ogni sistema motorio necessita di un sistema sensoriale di guida, bisognerà rimuovere
eventuali atteggiamenti posturali viziati del capo, soprattutto se questi sono causa di contrattura o
retrazione del m. trapezio, che Bourdiol ha definito muscolo “propriocettivo”. Tutte le dissezioni
condotte dal gruppo GEMMER hanno sempre mostrato l’esiguità di questa “tela” muscolare (mai
più di 2 mm di spessore), inoltre il fatto che ogni miofibrilla colleghi una vertebra cervicale o
dorsale ad un punto ben preciso della scapola, ha indotto il professor Bourdiol a pensare che il
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cervelletto riceva gran parte delle informazioni stereognosiche relative alla posizione del capo e
della spalla durante le attività della mano attraverso questa struttura muscolare così specializzata.
La terapia è multidisciplinare.
Il trattamento farmacologico della sintomatologia dolorosa, in questi casi, è ovviato attraverso una
opportuna assunzione di antidolorifici. Tuttavia, la terapia farmacologica può essere coadiuvata e in
alcuni casi addirittura sostituita dall’utilizzo di specifiche ad azione analgesica. Numerosi studi
dimostrano l’efficacia e l’utilità delle microcorrenti nel trattamento del dolore caratteristico delle
patologie degenerative; addirittura in letteratura internazionale sono presenti lavori che illustrano
l’azione di nuove forme di correnti a bassa e altissima frequenza nell’ambito biologico.
DISPOSITIVO MEDICO UTILIZZATO PER LO STUDIO: REXON- AGE
Il Rexon-age e’ un apparecchiatura di nuova concezione, che attraverso correnti a bassa potenza ed
altissima frequenza promuove una stimolazione dei tessuti cutanei e muscolari.
Il cuore del sistema risiede nello specifico spettro di frequenza utilizzata.
Questo si basa sul principio della Risonanza Quantica Molecolare (RQM), sviluppata e brevettata
dalla Telea Elettronic Engineering s.r.l.
Il Rexon-age promuove una stimolazione cellulare in modo del tutto peculiare, mantenendo bassa la
temperatura del tessuto ed evitando pertanto gli eventuali rischi ed effetti collaterali che un
eccessivo aumento di temperatura potrebbe comportare.
La terapia praticata con il Rexon-age e’ assolutamente non invasiva, non provoca alcun dolore, non
necessita di alcun prodotto analgesico, nè di sistemi esterni di raffreddamento della cute.
Durante il trattamento il paziente sperimenta unicamente una leggera sensazione di calore nella
zona di cute sottostante la piastra di trasmissione.
La durata del trattamento varia dai 10 ai 20 minuti in funzione dell’ampiezza delle zone trattate e
dei parametri di terapia definiti dal terapeuta.
Le micro-correnti ad alta frequenza prodotte dal Rexon-age sono in grado di risolvere con grande
rapidità ed efficacia dolori causati da infiammazioni, stiramenti muscolari, distorsioni articolari,
contusioni ecc…
Il Rexon-age produce una corrente a bassa intensità ed altissima frequenza, il cui spettrodi
frequenze raggiunge i 64 MHz.
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La corrente ad alta frequenza è trasmessa al paziente attraverso l’intera superficie di contatto
dell’elettrodo di trasmissione.
Ogni canale, e pertanto ciascun elettrodo di trasmissione ad esso collegato, viene attivato
singolarmente, cioè viene messo in funzione un solo canale alla volta. Non vi è quindi alcun rischio
d’interazione tra i diversi elettrodi.
L’apparecchio dispone di misure d’emergenza e protezione per il paziente.
In ogni momento il terapeuta può intervenire ed interrompere l’erogazione della potenza, lo stesso
paziente è dotato di un comando manuale di stop, che in qualsiasi momento può utilizzare per
fermare la macchina; una volta sospesa la terapia questa potrà essere ripresa solo da parte del
terapeuta agendo sul comando start. La terapia riprenderà dal canale successivo.
SCOPO DEL LAVORO
Valutare l’effetto delle microcorrenti ad alta frequenza nelle patologie più comuni di spalla
(capsuliti, tendiniti specifiche, tipo capo lungo del bicipite, sopraspinoso, sottospinoso, e tutti gli
altri scapolari) con principi di calcificazione e non, valutando gli effetti analgesici e rigenerativi sui
muscoli degenerati.
MATERIALE E METODO
Dopo l’analisi delle caratteristiche fisiche dello strumento e delle modificazioni che induce a livello
cellulare, sono stati trattati in questo studio 74 soggetti: 22 maschi e 52 femmine di età media 44.26,
(max 74, min 19 anni) nel periodo marzo 08 - novembre 08 selezionandoli, con le seguenti modalità
(Protocollo Spondilos):
-Pazienti ai quali è stato diagnosticato tendinopatia acuta di spalla, con abduzione inferiore ai 40°
-Pazienti con spalla congelata
-Pazienti con capsulite acuta
La modalità applicativa scelta sia per quanto riguarda la frequenza che la posizione degli elettrodi è
stata suggerita dai protocolli d’impiego messi a disposizione dell’azienda costruttrice (Telea).
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I 74 casi sono stati seguiti nello specifico, soprattutto per quello che riguarda il dolore ed il deficit
di particolarità, in quanto elementi rilevati con maggior frequenza; inoltre, la valutazione delle
modificazioni degli elementi è stata effettuata verticalmente per i 74 soggetti (ossia alla fine del
trattamento e ad 1 mese e 3 mesi dal termine del trattamento) studiando l’andamento della VAS.
In media sono state effettuate 7.4 sedute per ciascun paziente, con un massimo di 10 ed un minimo
di 4 utilizzando 3 elettrodi come da protocollo ( regione anteriore della cuffia dei rotatori, posteriore
e deltoide rispettando anatomica topografica dei pazienti), 100 mJ/cm2 per 60 secondi cadauno
alternati per 5 volte + in modalità manuale con uso di 1 canale e un manipolo mobile tenuto dal
terapeuta per 5 minuti.
Protocollo prevedeva un trattamento ulteriore dopo la scomparsa del dolore.
I 74 pazienti analizzati nel nostro studio hanno un’età media di 44.26 a, ( max 74a. min 19 a.) (vedi
tabella 1 e 2).
Tabella 1. Età dei pazienti
Età
Numero
%
0 – 20
4
5.2%
21 – 40
18
24.4%
41 – 60
28
37.9%
61 – 80
24
32.5%
Tabella 2. Prevalenza sesso dei pazienti
Sesso
Numero
%
Maschi
22
29.72 %
Donne
52
70.28%
5
Tabella 3. Sintomi maggiormente presenti nei pazienti analizzati
Sintomi
Rapporto
% di presenza
Dolore
74/74
100 %
Dolore senza riposo notturno
55/74
76 %
Rigidità
74/74
100 %
Contratture
74/74
100 %
Ipotrofia dei muscoli adiacenti
18/74
24.3 %
Presenza di versamento
5/ 74
6.8 %
Abduzione < 40°
61/74
82.4 %
l’articolazione
Tabella 4. Sedute effettuate con il Rexon-age
Numero Terapie
Numero
%
3–5
17
23.0%
6–8
30
40.6%
>8
27
36.4%
0–2
ANALISI DEI RISULTATI
Il nostro obiettivo principale in questo studio è stato quello di valutare l’efficacia che offre la nuova
metodica con Risonanza Quantica Molecolare nel trattamento della patologia di spalla, sia nel breve
periodo (a 1 mese dal termine del trattamento), che nel medio (sino a 3 mesi). I parametri sono presi
in considerazione ai fini valutativi sono:
a) l’indice soggettivo di dolore attraverso la scala VAS
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b) la variazione nell’assunzione di farmaci antidolorifici in seguito alle terapie eseguite
c) il miglioramento del range articolare
Tabella 5. VAS iniziale.
Numero corrispondente
Numero
%
0–2
0%
3–5
0%
6–8
16
21.6%
8 – 10
58
78.4%
Tabella 6. VAS dopo fine trattamento
Numero corrispondente
Numero
%
0-2
70
94.5%
3–5
4
5.5%
6–8
0%
8 – 10
0%
Tabella 7. VAS dopo 1 mese dalla fine del trattamento
Numero corrispondente
Numero
%
0-2
67
90.5%
3–5
7
9.5%
6–8
0%
8 – 10
0%
7
Tabella 8. VAS dopo 3 mesi dalla fine del trattamento.
Numero corrispondente
Numero
%
0-2
71
95.8 %
3–5
3
4.2 %
6–8
0%
8 – 10
0%
Tabella 9. Farmaci usati prima del trattamento
Farmaci utilizzati prima
Numero al giorno
Numero pazienti
Analgesici in associazione
1 / die
32
Nimesulide
2 / die
26
Piroxicam
2 / die
18
Ketoprofene
1 / die
16
Diclofenac
1 / die
12
Salicilati
1 / die
2
Tabella 10. Farmaci usati a fine terapia
Farmaci utilizzati prima
Numero al giorno
Numero pazienti
Analgesici in associazione
Nessuno
Nimesulide
Nessuno
Piroxic
Nessuno
Ketoprofe
Nessuno
Diclofenac
Nessuno
Salicilati
Nessuno
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Tabella 11. Farmaci usati ad un mese dalla fine della terapia
Farmaci utilizzati prima
Numero al giorno
Numero pazienti
Analgesici in associazione
1 / die
1
Nimesulide
1 / die
1
Piroxicam
Ketoprofe
Nessuno
1 / die
1
Diclofenac
Nessuno
Salicilati
Nessuno
Tabella 12. Farmaci usati a tre mesi dalla fine della terapia
Farmaci utilizzati prima
Numero al giorno
Numero pazienti
Analgesici in associazione
1 / die
2
Nimesulide
Nessuno
Piroxic
Nessuno
Ketoprofe
Nessuno
Diclofenac
Nessuno
Salicilati
Nessuno
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CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONI
Dall'osservazione dei risultati ottenuti nello studio effettuato, si evince che il trattamento
risulta efficace in modo statisticamente significativo nel breve e medio periodo.
Dopo il trattamento, (VAS2 vs VAS1) una significativa riduzione del dolore; la
stabilizzazione espressa dalla VAS oggettiva e dalla riduzione di supplementazione
farmacologia antiinfiammatoria si attesta statisticamente in modo significativo sino a tre
mesi per il campione dei 74 soggetti.
L’utilizzo di questa metodologia appare ancor più significativa valutando il risultato a 3 mesi , visto
che non solo il risultato ottenuto si è mantenuto ma risulta incrementato. Tale risultato è dovuto a
un miglioramento trofico delle fibre muscolari grazie alla rigenerazione di distretti lesi e alle cellule
satelliti muscolari (vedi Reggiani e collaboratori il lavoro svolto in vitro sulle cellule muscolari).
Pertanto, il miglioramento della conoscenza della Risonanza Quantica Molecolare ci permetterà di
interagire con altri tessuti più profondi di quelli che stiamo trattando al momento.
La grande prospettiva che offre questa metodica è l'identificazione, attraverso dei parametri fisici,
degli effetti definiti sulla stimolazione bio-cellulare al fine della rigenerazione tissutale.
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