Pdf Opera - Penne Matte

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Pdf Opera - Penne Matte
A.R.I.E.L.
- Giulia Soi -
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A Mary, a Fa’, a Mecca
E a tutti quelli che
Volenti o nolenti
Hanno finito per prendere parte
A questa avventura.
2
"...erano diversi
dagli Elfi Alti dell’Ovest,
ed erano più pericolosi e meno saggi
infatti la maggior parte di loro...
...discendeva da antiche tribù
che non andarono mai
nel Paese incantato,
a Ovest."
J.R.R.Tolkien
“Lo Hobbit”
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Indice
Prologo
p. 2
Uno
p. 9
Due
p. 43
Tre
p. 76
Quattro
p. 104
Cinque
p. 132
Sei
p. 164
Epilogo
p. 171
4
= Prologo =
Notte. Buio.
Troppo (per i miei gusti).
Gli schizzi vagano nello spazio e si conficcano dolorosamente per
l’eternità contro un muro che ha visto un po' di tutto, tra le crepe e le
fessure dei suoi mattoni scoloriti: vita e sogni in una tonalità di colore
un po’ più chiara, o forse un po’ più scura o forse semplicemente solo
un po’ più vera.
E sembra vernice, sembra una bomboletta di quelle che se ti beccano ti
schiaffano dentro e ci rimani fino a che non te lo dimentichi più, ché
quel muro non è tuo è anche mio e della cittadinanza e dello Stato
e uccideteVI tutti in massa.
Sembra vernice – dicevo – ma non lo è, NOSSIGNORE (e qui il tono
della narrazione si dovrebbe fare più perfidamente birichino)
E’ SPIRITO. DIVINO (più o meno).
È che davanti ai miei occhietti pure troppo stralunati c’è una
Creaturina (MIA, e scusate se è poco), un bimbetto appena nato che
inspira incenso mistico…che ha voglia di dire qualcosa e che
sinceramente se ne frega assai se Voi non sarete lì ad ascoltarlo.
= Gettaoutahere =
sta dicendo, ma tanto sa che Voi non riuscirete a comprenderlo, perché
le sue letterine sono troppo belle, troppo colorate e anche un po’ troppo
avveniristiche per Voi. Noi sappiamo bene quanto questo non VI
piaccia, quanto sia espressione di trash allo stato più decantato,
quanto sia delinquenza-mica-arte, e che non è messaggio sociale, ma è
arabo con tutti quei segnacci incomprensibili …
Ah, li conosciamo più che a memoria i Vostri stramaledetti ritornelli,
però (sapete che c’è?) non ce ne può fregare di meno.
Che volete…siamo fatti così.
Siamo consapevoli di non rientrare totalmente - come dire - nei vostri
dannatissimi schemi; facciamo di tutto, davvero, per migliorare la
realtà, il nostro (si dice così?) status…
…ma a quanto pare è proprio inutile, sapete.
Di giorno ce ne stiamo tranquilli, più o meno puliti e con i
libri sott’al braccio.
Ma tanto di notte il berretto è al contrario, i pantaloni troppo larghi e la
Bomboletta pronta a colpire.
Voi lo chiamate vandalismo, Noi graffiti.
È ovvio che siamo su due dimensioni diverse e non credo sia ancora
stata inventata la maniera per attivare una comunicazione: I’m sorry.
…eppoi, in fin dei conti, datemi ascolto: se le cose rimangono così, è
meglio. Anche Voi (come noi) odiate essere a contatto con chi potrebbe
infastidirVI.
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Gente, stanotte la premiata ditta PUCK & MOREA vi ha regalato
un’altra striscia di vita…
E’ gialla, è blu, è d’oro, è voce di malessere.
Con i suoi caratteri compressi sul muro e che scalpitano pur di
emergere, è l’anima della linfa underground – che (nonostante Voi,
nonostante TUTTO) ancora vince seizero seizero sul grigiore cittadino.
= Gettaoutahere =
Ebbè, chiunque se ne vorrebbe andare da qui, credo.
Per esempio, una come me non ci sta proprio malaccio qua, ma
potrebbe stare mooolto meglio visto che per sopravvivere (qua) due sono
le scelte opinabili.
O ti uniformi alla massa bigotta, legale e paurosamente self-confident
(ma non sarebbe proprio un’esistenza degna di tale nome )
O finisci male (ma per una che appartiene al gentil sesso questo non
sottintende un'ampia gamma di significati!)
Certo, però, bisogna sempre tenere presente fatto che io sono io…e il
che non è esattamente un bene: sono la classica mina vagante, che in
effetti non si può mai schedare.
Io riesco a sfuggire…al di là delle mode, al di sopra degli schieramenti
sociali, al di sotto del livello del Mare…continuo a (r)esistere, tra graffiti
arrabbiatissimi, jam sessions nello skantinato, sfrenata anarkia ipogea
eppoi svariate sottigliezze del quotidiano universale che non VI
riguardano proprio e che proprio non mi va di rivangare adesso.
La creazione è ormai pronta, infatti, con tutti i suoi contorni in nero,
con i cristalli argentati, con le minacce, le dediche, i tags e con un paio
di gocce di colore che hanno deciso di colare giù.
E’ perfetto, adesso.
Il Mio Socio, in una mìse che non credo Voi definireste presentabile, mi
guarda, mi sorride, mi allunga un buffetto sulla guanciotta sporca di
skizzi ma sempre morbida e vellutata (…non per vantarmi…ma –
almeno questo - lo dicono TUTTI!)
-Complimenti, Ariel-Anche a teStrizza l’occhio, Jew-Lee-N (beh…Julian per la gente comune…Puck per
noi che skizziamo…En per gli amici; sapete, l’anagrafe è una roba un
po’ complicata da queste parti…) è contento, l'euforia gli si legge in
faccia. Ancora non ci si è abituato…poverino, è sempre così, ogni volta
che partoriamo un graffito nuovo su qualche lurido muro Vostro e
cittadino e statale e
UccideteVI un’altra volta.
Uffa, è sempre così.
Ci sentiamo potenti, perché la Meraviglia davanti noi proviene proprio
dalle nostre bombolette, perché sono le quattro di mattina e in giro non
ci sono neppure più i cadaveri, perché il mondo è nostro…
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…e noi (tanto per cambiare) siamo senza una lira per poter
comprare neanche solo un tokketto di Quello Scarso per festeggiare.
-UFFA!!!-Ebbeh, o ci troviamo un lavoro serio, o smettiamo di diluire tutto il
nostro già inesistente patrimonio tra tappi, bombolette e smalti a punta
a scalpello, non credi?-DATTI FUOCO, EN[Ah, tanto per tranquillizzare tutti Voi moralisti benpensanti che (non)
credo stiate navigando tra queste righe:
noi NON siamo drogati-accannati-o-fateVoicosa
ci piace solo celebrare le grandi occasioni, capito? E non provateci
nemmeno a balbettare che è solo una scusa, perché NON è vero…
e qui il tono della narrazione
si fa decisamente più marcato.
Sapete, noi non abbiamo il minimo interesse a farci bruciare la materia
grigia da un agglomerato di sostanze (più o meno chimiche) dai nomi
inquietanti.
Abbiamo solo voglia di storcerci un po’ quando davvero ce lo meritiamo,
quando ci vuole.
E se per caso non vi sta bene,
chiudete pure qui.
…Però, non saprete mai cosa succede dopo:
FATTI VOSTRI.]
Chiusa parentesi; dicevo?
Ah sì…beh, un'opera (d'arte) come questa è una bella soddisfazione, un
momento di gloria, ma solo un fatuo palliativo allo struggente senso di
vuoto che lentamente ci sta divorando. E purtroppo, non ci possiamo
fare niente (o quasi)
QUESTO E’ IL DRAMMA.
Il mondo non cambia e tantomeno può essere cambiato da noi, ergo…
Sappiamo bene che la soluzione è una sola e questo stupendo
= Gettaoutahere =
ne è il testimone: andarsene via.
…fosse così semplice, anche subito…
-UFFA!!!- (Ancora?!)
Sospiro. Occhi bassi. Grattatina sulla nuca, proprio là dietro dove sento
quel prurito così fastidioso. Accasciata on the boardwalk mi accendo
una Camel lights (…almeno quella: grazie buondìo).
VI avverto che sta per iniziare l’ennesimo (mio) monologo interiore, che
spesso noi letterati definiamo Stravolgimento Mentale.
Ma – as usual - mi si legge chiaro in faccia; En mi blocca in tempo.
-Ce ne andremo via di qui, presto-Bella battuta-
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-Non ci scherzare, Ariel. Sai che lo voglio quanto lo vuoi tu-IO me ne andrò a giorni, DA SOLA. E non ve ne accorgerete neppure-Ma come pensi di farcela, eh? Si può sapere?-Io so solo che un po’ di tempo ce l’ho, poi il resto verrà da sé-Sì, dal cielo-DATTI FUOCO II, EN. Sentiamo, di cosa avrei bisogno, di tanto
assurdo da non potermelo procurare?-Soldi, tanto per cominciare-Dimmi un po': tutta quella massa di hamburger che hai scroccato giù
al locale non ti ricordano per caso che da quattro anni ormai IO
trascorro lì la maggior parte delle mie giornate? Sgobbando come una
pazza, a differenza di voi ingrati che venite solo a bere e a sentire i pezzi
del juke-box-Ok, uno a zero per te. Ma come credi di arrivarci?-L’Ovest non è così lontano come tu credi-Ciò non toglie che tu non ci arriverai a piedi-Conosco qualcuno che mi porterà con sé-Le renne di Babbo Natale, forse?-No, quella vacca di tua sorella-Ariel, tu sei scema-Forse. Non ci sono più molti ostacoli che mi tengono legata a questi
viali-E Fb?-Non credo proprio. Quel ragazzo ormai con me non riesce più
minimamente a comunicare e lo sai benissimo: Jew-Lee-N stai
delirando. E’ meglio se te ne vai a nanna, non ti pare-L’ironia della tua vocina acida mi potrebbe anche indispettire, ma non
mi avrai…e in fin dei conti: hai ragione!-As usual-Simpatica…toglimi solo una curiosità-Shot-Con chi partirai?-Con SUO fratello(E non ho neppure bisogno di girarmi, per sapere che come sempre
Occhi Verdi è lì, seduto alle nostre spalle, a guardarci in silenzio. Non
dice mai nulla, non fa mai nulla. Ci sente arrivare e viene a guardarci
schizzare. Aspettiamo sempre che ci chieda qualcosa, ma in fondo
sappiamo che probabilmente non lo farà mai. Personalmente non lo
conosco, ma so che suo fratello maggiore ha uno spider di seconda
mano e cerca una persona per andare all’Ovest. Quella persona sarò io,
ma qualche volta penso che forse anche Occhi Verdi potrebbe essere dei
nostri.
Ha grinta nello sguardo, quel ragazzino.)
En mi guarda strano.
È proprio ora di andare.
Raccogliamo le bombolette. Chiudiamo gli zaini, passiamo davanti a
Occhi Verdi che
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muto e dolcissimo come ogni notte
se ne torna a casa perché tanto ormai lo spettacolo è finito.
“Redemption song” dei No use for a name è il sottofondo al nuovo
giorno che nasce.
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= Uno =
Mattina (presto). Sonno (troppo). Ritardo…
…SCUOOOOOOOLAAAAAAAA!!!!!
Eh già, anche noi personaggi underground, di tanto in tanto dobbiamo
sottoporci a questa sorta di formalità.
Mai volentieri, di norma, però si cerca il modo più indolore possibile: e
di sicuro oggi non è uno dei giorni migliori.
Per me e per tutti gli altri scioperati con i quali mi accompagno
solitamente c'è un compito in classe, oggi, di quelli che non sai niente
neppure in seguito a pagamento rateale.
…E ora non state a sottolineare il fatto che tutti - ripeto TUTTI - siamo
a conoscenza dell’evento da almeno 10 giorni e che ce ne siamo
altamente.
(Perché non è proprio il caso, dai…)
Al riguardo, fikkateVI bene in testa che noi siamo gente di Mondo
Metropolitano, dispersi tra graffiti, raves & sala prove: non ci rimane
molto tempo per quello che i comuni mortali definiscono Scuola,
Compiti & Co.
Vorremmo trovarne, credeteci, ma proprio non ci riusciamo…
…e in fin dei conti
applicarsi troppo all’operazione…
su, lo vedete bene anche da Voi
che non è il caso.
(BRAVI!)
I primi vestiti che mi capitano a tiro – ma i più informali possibile, solo
per camuffare la sfaccettatura underground post-scolastica del mio IO
- uno schifo che passa per colazione, zaino (vuoto) in spalla e poi giù
per l’isolato a chiamare Meck, ovvero il Mio Migliore Amico.
Perché, per la precisione, En non è il mio migliore amico, come forse
avete erroneamente supposto: io e lui siamo cresciuti insieme, amici
d’infanzia – o di famiglia, come molto più disgustosamente direste Voi e skizziamo assieme da quasi sette anni. Non c’è la minima attrazione
fisica tra noi, né alcun segreto. Lui e’ il mio angelo custode e con me ha
un rapporto meraviglioso.
Ovvio che non è lui il Mio Migliore Amico.
…ok, ammetto di essere stata un po’ evasiva o al limite di aver confuso
un po’ le idee: spiegheròmmi.
QUI DA NOI le cose non saranno mai così semplici come potrebbero
tranquillamente essere LI’ DA VOI. Essere definiti Migliore Amico di
Qualcuno – QUI - non è una cosa scevra da preoccupazioni, sapete?
No, non lo è per niente…
Anzi. E’ decisamente un bell'impiccio, una lunga serie di equivoci a
catena…tanto per cominciare.
Se ci tenete, ve lo spiego dall’inizio, ma state tranquilli, sarò breve.
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Vi sarà sufficiente pensare che due persone, qui da noi, per entrare in
una relazione di Migliore Amicizia, devono essere di sesso opposto; poi,
da parte di almeno uno dei due - meglio se di entrambi - ci deve essere
un velata, ma mooolto sostanziosa attrazione fisica verso l’altro; infine,
entrambi devono riuscire a dimenticarsi di questo fatto non appena la
situazione si fa ostica, per poi ripristinare l'insignificante particolare
con una facilità inaudita!!!
NON CREDIATE CHE SIA FACILE
(e ci tengo a sottolinearlo, perché nella fattispecie è Ariel – cioè IO quella che ci sbatte la testa con una recidività impressionante…
Dove? Beh, sul fatto che Meck è fidanzato da almeno due anni con una
esuberante fanciulla di nome Kitty.)
Si dice che due Migliori Amici si confidino tutto e che vadano molto fieri
di questa propria peculiarità. Ed è vero, sapete. Si confidano proprio
TUTTO (ciò che da bravi ipocriti reputano opportuno confidarsi,
ovviamente). E infatti, le vagonate di malignità, gelosie e pugnalate che
apparentemente non compaiono, esistono comunque, leggiadre e
furfantelle, e VE lo giuro, certe volte fanno proprio male!
Ma, don’t worry, questo è il bello del gioco.
Dovete infatti partire dal presupposto che questo è giusto il tipo di
rapporto che intercorrerebbe tra i componenti di una coppia…di una
mancata coppia, per l'esattezza.
E’ dunque ovvio che le liti più o meno furibonde siano all'ordine del
giorno…si fa parte di una coppia senza averne i vantaggi, si intrattiene
un'amicizia con una dose di stress fuori dal normale. E in più bisogna
fare i conti con il proprio compagno - se esiste (e in questo caso ne
esistono due…) - che di norma non accetta MAI di buon grado questa
curiosa situazione.
Il grande pregio di tutto ciò è la grande intesa corporea che c'è sempre
in una coppia di Migliori Amici…e mi riferisco a pacchi di coccole, baci,
carezze e leziosità (DA
ENTRAMBE LE PARTI, BENINTESO). Ma
sarebbe un errore fatale dimenticare che, dietro tutto questo, ma
proprio sotto sotto, c’è l’infido intento di circuire l’altro, di farlo cadere
nella trappola delle proprie moine, di porlo di fronte all’evidenza che
siete VOI la persona di cui veramente ha bisogno, che da tempo cerca e
che proprio non riesce a trovare… VANA ILLUSIONE!
E’ soltanto un bicchiere un po’ cosmico e alquanto surreale in cui
affogare i propri dispiaceri, inflitti dal mondo esterno (e, senza
esagerare, direi sempre più spesso dal Proprio Partner…), bivaccando
per interi pomeriggi, affogando tra una track di carezze e l'altra.
Sostanzialmente, il trucco per evitare esaurimenti nervosi e crisi
depressive sta tutto nel tenere costantemente presente che se il
cosiddetto Nostro Migliore Amico non ha avuto occasione di
innamorarsi di noi all'origine di questa perversa spirale, insomma…non
lo farà mai.
(Lui sta cercando una ragazza che sia esattamente come me, ma non
sta cercando me. Chiaro, no?)
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Certo, tutto ciò è un po' triste, soprattutto considerando quanto sia
bello il Mio Migliore Amico…però che ci posso fare? Sarà stato il
destino!
-Meck! Sei pronto?-No!!-Vado avanti?-Ma dai, entra, fatti un caffè: prendiamo la macchina-Uffa, ma che ti costerà mai uscire da quel maledetto lettaccio un
quarto d’ora prima?-Tesorina, lei…hai paura di beccarti un ritardo dalla preside, per caso?-Datti fuoco, Meck. Voglio solo vedere i fiketti degli ultimi anni che
entrano-Ah…per la gioia di Fb?-Ma tu pensa alla tua adorata Kitty-Ma che accidenti vuoi, lei mi ama-Certo, Meck: datti fuoco II (e fai anche in fretta, please)Il caffè che il fratello di Meck ha lasciato nel bricco, prima di uscire per
il suo turno di notte come taxi driver, fa decisamente pietà e
compassione. È un po’ un misto tra colla e fuliggine con quel tocco di
naftalina in più che fa la differenza, ma non sono proprio io la tipa che
fa complimenti: DOVRESTE SENTIRE IL CAFFE’ CHE FA BLUEBERRY!
(Poi VI spiego chi è, ma fate i bravi:
NON INTRALCIATE LE ESIGENZE NARRATIVE!
…e qui il tono della narrazione sarebbe,
se posso, decisamente isteriko.)
Dicevo…basta rimediare un paio di biscottini decenti ed è tutto ok,
anche se, comunque, non servono solamente a salvare in corner il caffè.
MAI, infatti, e ripeto MAI andare in macchina con Meck a stomaco
vuoto…potrebbe essere letale, sapete? Non vedo l’ora di prendere la
patente e di riuscire a ovviare a questa tortura (praticamente)
giornaliera, ma purtroppo quando si è…come me…la più piccola della
situazione (e anche di parecchio) bisogna sottostare alla Dura Legge del
Gol.
16 ANNI E ½ IN UN GRUPPO DI MAGGIORENNI
VUOL DIRE ANCHE QUESTO.
-Ma poche storie e monta in macchina-SIEG HEIL!-Presi i libri-YA-Accendino (dal momento che non ho la minima intenzione di prestarti
il mio)-YA-Dio…grazie per aver inventato Ariel…potrebbe il pianeta girare ancora,
senza di lei?(E qui il tono diventa decisamente ironico, quasi strafottente: e io lo
detesto!!!)
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Motore acceso, “Chinese take-away” as motion picture soundtrack: e il
cortesissimo compito in classe si fa sempre più vicino.
Paura? Noo.
In teoria, dovrebbero essere le otto e venti.
In pratica sta scoccando la mia ultima ora.
Vedo facce anonime quanto sbandate che navigano per i corridoi del
liceo, vedo la paura che serpeggia tra volti, mani, giubbotti ed è tutta
ordinaria amministrazione: sta finendo il semestre, succede così da
sempre, ne sono sicura anche se, come Voi potete ben immaginare, non
sono così vecchia da averlo potuto constatare empiricamente. In
un’altra vita, forse (tutto sta nel credere alla reincarnazione).
So perfettamente che, se volessi, potrei ottenere il massimo dei voti – in
QUALSIASI straccio di prova scolastica. E so altrettanto bene che,
comunque vada, riuscirei comunque a riparare alle verifiche
straordinarie…e anche in maniera egregia, calcolando quanto (non)
abbia studiato nel corso del semestre.
In ogni caso, comunque, quando usciranno i risultati del semestre, IO
non sarò più QUI da diverso tempo…(l’Ovest mi chiama, gente, e io
rispondo!)
Già, tutto vero. Ineccepibile, senza dubbio.
Ma si da’ il caso che io sia ancora qui, senza neppure un briciolo di
voglia di studiare, né tantomeno un qualsiasi tipo di vettura
attualmente disposta a portarmi outahere.
A questo punto, due le backdoors:
1. IL COMPITO
2. LA FUGA
La secònda che ho dètto.
…beh, come potete ben vedere anche da soli senza che VE lo stia
inutilmente a sottolineare, QUI da noi si trova sempre una soluzione. A
tutto.
E forse non sarà tanto legale,
sapete,
ma è bello avere la propria coscienza
coperta di lividi.
L’Ovest mi chiama, andavo dicendo qualche riga sopra con fare da beatpoetessa (quale sono, no doubt about it) racchiusa in un trip
allucinogeno di parentesi tonde, o graffe che è lo stesso, ma per adesso
può attendere.
Il caso vuole che, aggirandomi furtivamente stile criminale per i
corridoi, cercando un modo semplice e poco stancante per sparire nel
giro di un quarto d'ora, mi trovi davanti a El Che e Tancjo, due strani
soggetti con i quali condivido spesso le mie giornate.
Basta uno sguardo a far capire a tutti i presenti che la tragedia è
generale, nel più classico dei mali comuni che per la matematica della
consuetudine fanno mezzo gaudio.
E non ci vuole davvero nulla a scavalcare le finestre del bagno, a calarsi
lungo la grondaia e svicolare tra i tavolini della mensa ancora vuota,
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per poi catapultarsi definitivamente nel cortile e saltare sulle moto che
aspettano solo noi, lucenti nei riflessi del mattino ancora in via di
sviluppo.
La spiaggia ci aspetta.
Sensazione meravigliosa.
Sensazione di potenza estatica.
Sono viva, mi sento sopravvivere ed è stupendo. Il vento sferza feroce
lungo la statale che, tra qualche km, ci regalerà lo splendido spettacolo
che è il mare in questa stagione.
Soprattutto negli ultimi tempi, non sono mai particolarmente contenta
di andare in giro con Questi Due, ma l’aria frizzante che mi sta
regalando questa mattinata, questi raggi di sole ribelle mi fanno sentire
libera e speciale.
E questo basta.
Termina un’era,
la sento sfuggire attraverso dita
impotenti,
che si arrendono
lentamente
a un’ideale che
(non) rinuncia a sorgere.
Librarsi serena
in un universo appena
al di là
di ogni confine…
ecco quanto mi è
caritatevolmente concesso
di scegliere.
E sceglierò,
ho coraggio dentro me
ho chiarezza vitale.
E lo farò.
Svanirò
e percorrerò i miei sogni
uno ad uno.
Compirò il mio cammino
nel confuso roteare
di corpi ammassati,
di perverse vibrazioni,
di scintille lucenti.
E ci sarò anch’io,
con voi,
non temete.
-Ancora con queste poesie…Ariel ti decidi a lasciare Fb? Quell’uomo ti
fonderà il cervello, dammi retta!-
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-Tancjo…simpatico, come sempre: ti odio-Ma dai, mica ti sei offesa? Ma quanto siamo suscettibili…-Croce e delizia di noi poeti, che vuoi farci-Che hai detto?! Per caso ti offendi di nuovo se ti sbotto a ridere in
faccia?-Torna a rimorchiare, Tancjo. E’ meglio, per me e per te, eh?E non se lo fa ripetere due volte, il bimbo; ma lo sapevo (altrimenti non
gli avrei mica parlato in questo modo, che credete?)
C’è qualcosa di notevolmente sadico nel persistere – da parte mia - ad
evadere da scuola sempre con questi due…
Come se non fosse più che scontato che poi mi mollano sulla prima
duna (con un foglio di carta, una penna e il walkman, se sono
fortunata) per andarsene tranquillamente in cerca di donne sulla riva.
Beh, d’altronde è il posto più tattico per questo genere di cose: parola
del Tancjo - e se lo dice lui…ci potete credere.
Per quanto mi riguarda, non c’è nulla di male nello stare appollaiata su
un cumulo di sabbia a prendere il sole, a scrivere e a pensare, mentre a
diciamo 3-400 metri, due miei amici non mi stanno calcolando
minimamente perché troppo intenti a rimorchiare le prime due
uccelline di passaggio sulla battigia…
No, di male non c’è nulla:
PERO’ POI NON VOGLIO SENTIRE ALCUN TIPO
DI LAMENTELA
SULLE MIE VAGONATE DI STRAVOLGIMENTI MENTALI.
CAPITO???
Io non ci posso fare proprio un accidente, mi dovete credere: c’è
sicuramente qualcosa di attraente nello stare seduta su una duna,
sulle ali di una dolce brezza (incipit di unnonsoquale futuro) a
contemplare l’orizzonte, carta penna & una Camel fumante davanti al
naso. C’è sicuramente tutto il fascino, misterioso e allettante di una
pseudo-adolescente che si cala ed evolve nel ruolo di beat-poetessa,
teneramente spavalda del talento che il destino (stranamente cortese)
ha voluto donarLE. C’è una missione particolare da compiere, un
personaggio tutto particolare da recitare con piacere, voluttuosità e
certe volte un po’ di sofferenza masochista.
Ma c’è anche tanta fragilità, c’è un’essenza esile che si nasconde dietro
le trasparenze dei suoi versi, ci sono troppe domande che – forse - mai
troveranno risposta…
…e ci sono anche tanti stravolgimenti mentali,
gente,
nel caso in cui non l’aveste capito
è direttamente da qui che spuntano, chiaro?
Mi volete beat-poeticaOK, mi prendete pure paranoica, fatti vostri.
Arièccolo (il Tancjo, of course). E ti pareva...
-Allora, Tancjo, com'è andato l'abbordaggio?-Beh…IO sono IL TANCJO e vado SEMPRE a colpo sicuro-
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-Ah già, stupida io a dimenticarlo…ma riuscirà ad essere una cosa
seria, stavolta?-Non te lo so proprio dire, sai come sono fatto io: se non vivi giorno per
giorno, ti complichi la vita futura e rischi di rovinarti anche il giorno
che stai vivendo. Ora sono felicissimo, cercavo proprio una ragazza con
cui stare tranquillo a divertirmi senza alcun tipo di preoccupazione,
capisci-Capisco sì, veramente è quello che vorrei anch’io, ora come ora-Mi dispiace Ariel, di Tancjo ce n’è uno solo…e per adesso direi proprio
che è occupato. Sai com’è…visto che se una cosa può andar male, stai
sicura che lo farà, nel dubbio…beh, io preferisco fregare: E’ SEMPRE
MEGLIO CHE ESSERE FREGATO. Non credi?-Credo proprio che tu abbia ragione-IO sono IL TANCJO e ho SEMPRE ragione. E comunque, Ari…sarà per
un’altra volta, I’m sorry-Tancjo, datti fuoco-Ok, mi presti l’accendino ché il mio sta ancora dentro il boccale di
doppio malto dove i simpaticoni l’hanno fiondato ieri sera-Tancjo, datti fuoco II please.- (Io non credo sia corretto chiedersi se
capirà mai che un po' mi piace… Credo sia più corretto chiedersi se ha
deciso di farmelo notare ogni volta che mi parla.) -A proposito, dov’è
finito El Che?-Credo sia dietro l’ultima palma con una XXXX mezza vuota e una
serie improponibile di cicche di Chesterfield lights spente ai suoi piedi-What’s up, does Mayflower strike again?-Credo proprio di sì…
-E’ nostro dovere di amici o presunti tali andare a raccattarlo-Saranno fattacci nostri, lo sai-Già-Allora ok, possiamo andare incontro al nostro destino di martiri-Chissà che accidenti può essere successo stavolta…“Better off dead” dei Bad religion è il musical background di questo
sprazzo di sole metropolitano – e anche questa fuga alla spiaggia è
passata alla storia.
Due e un quarto…tra più o meno venti minuti devo essere in sala prove
(o meglio, quell’antro pseudo-preistorico dove piccoli sprazzi di musica
si accompagnano a banchi di nebbia…beh, diciamo anche di Fumo…e
raffiche di parolacce miste a bestemmie e maledizioni)
Se devo essere sincera, non ho la minima voglia di andarci…cioè, nel
senso: avrei pure voglia di cantare – anche di suonare, se serve - ma
diomìo…
…devo per forza vedere Fb?
…eh, ditemelo, è proprio obbligatorio?
(…)
Ah, già: dimenticavo. Ok, alzi la mano chi ha pensato che "…ma in fin
dei conti quello è il tuo ragazzo lo dovrai pure vedere qualche volta ci
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vorrai pure parlare no che ci sarà mai di così abominevole se ci stai
insieme un motivo ci dovrebbe essere almeno credo…"
Uh, caspita: siete così tanti?!
Beh, gente, mettiamola così:
quello sarà il mio ragazzo ancora per poco, avete capito?
io lo sto per lasciare da un momento all’altro, avete capito?
non andiamo più da nessuna parte, ci stiamo rovinando
reciprocamente l’esistenza, avete capito?
Eppoi dai, tra Occhi Verdi, Meck, Tancjo
…& Company…
qualche dubbio vi dovrebbe essere sorto. O no? Sì, vero? Beh, non avete
mica tutti i torti, sapete. Però QUI DA NOI il concetto di fedeltà, di
coppia fissa non fa molto tendenza…
E almeno per quanto mi riguarda, IO non ci riesco. OK?
Ma scusate, con questa bella giornata di sole, io che me ne sto svaccata
a sgranocchiare biscotti sul materasso ad acqua di Blueberry, che per
la cronaca risulta essere la mia coinquilina ma che poi è ovviamente
molto di più (…ah, lei di solito non ci sgranocchia biscotti sul suddetto
materasso ad acqua…soprattutto se c’è il SUO adorato Red Rose in giro
per casa!!!), “Hot dog in a hallway” dei clamorosi Nofx, che pompa a
palla come disturbato sentore della linfa underground…
E IO DOVREI STARE
ANCORA
DIETRO A FB?!?
Oh, gente, ma il mondo mi sta aspettando, che credete?!? Io voglio
andare avanti, crescere, magari fracassarmi anche la testa qualche
volta, innamorarmi (ma sul serio, di brutto brutto brutto) se possibile…e
tutto questo con Fb non potrà mai accadere. Ve lo assicuro.
Sono le due e mezza e ormai…LE DUE E MEZZA?!?
MA IO DOVEVO ESSERE GIA’ IN SALA PROVE…
CHE SATANA SI IMPOSSESSI DI ME
E DEI MIEI DANNATISSIMI STRAVOLGIMENTI MENTALI:
QUANDO VEDETE CHE PARTO,
FERMATEMI IN TEMPO, PER FAVORE!
A questo punto non rimane che infilarsi sotto tachicardia anfibi &
cappello, sbattere violentemente la porta di casa, cominciare a correre a
perdifiato e finalmente catapultarsi all’interno della Tana dimenticata
da dio e dal mondo, facendosi largo tra le carcasse di vecchi strumenti
ormai distrutti…
-SALVE!!!Eccoli qua i TTS (al secolo, Ten Thousand Spoons, da una Divina frase
di una Divina canzone della Divina Alanis), nell’ordine:

Fb: (poco) carismatico leader che – invano - cerca stoffa per cantare
e grinta per dare il meglio di sé…sta ancora cercando, per quello
che ne so io, ma forse non è ancora detta l'ultima.

Al “ Hard” Gore: idolo delle folle, simbolo sfuggente, stella che si
eclissa. Chitarra ritmica e voce solista (in comproprietà con la
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sottoscritta, ovviamente) ama rimanere in un lato del palco, salvo
poi esplodere in tutta la sua vanitosa bellezza al momento giusto. E
ci sa fare…uh se ci sa fare. E gli piace…uh se gli piace. Dandy, ecco
qual è la parola giusta…sì, un dandy di fine millennio.

Frederick Reiziger Promutyze (in arte Promuz): basso, di nome e di
fatto, elemento saturnino ai limiti del surreale…potreste non
accorgervi di lui, ma se vi lasciate avvicinare, sarete pronti ad
ammirarlo.

JL “Meck” Arrow: batteria – tre tom un timpano un raid un crash
un charleston cassa con doppio pedale - e per fortuna che se ne sta
sempre là dietro, perché tra tutto il panico che smuove e la roba
che fa cadere nella foga…sarebbe un bel guaio!!! (Tanto, che è bello
lo sanno tutti comunque…)

El Che: percussionista con una spiccata tendenza al metallofono,
sa di avere una buona presenza scenica e canta…ogni tanto (ma
giacché non bisogna parlare male degli assenti, e lui oggi non c’è…,
non starò a spiegarVI il motivo per cui le sue prestazioni non sono
poi così frequenti).

E, per finire, Ariel: che sarei io. Canto da solista, duetto con Al,
suono le tastiere se serve. Ma basta, tanto più che bene o male
avete capito tutto anche da soli.
-Oh, la signorina ci ha fatto la grazia…-Acido cloridrico in piena libertà, Fb?-Falla finita e dimmi dove satana sei stata-Ma stai zitto. Piuttosto…tutti pronti?-Ariel…-Allora , per la serie Genio & Sregolatezza “Right through you” di Sua
Maestà Alanis, tutti pronti? Meck batti quattro(Quanto GLI dà fastidio quando viene esautorato…
E quanto mi diverte stroncarlo
ogni volta che se lo merita
- o che ne ho voglia proprio per vedere se avrà mai l’impeto
per imporsi su di me
…per quanto lo desideri con tutto il cuore…
…per quanto morirebbe
pur di riuscire a tiranneggiarmi
UNA VOLTA IN VITA SUA,
ma non ce la fa, non ce la può fare.
Sorry, gente, sono più forte io!)
Uno-due-tre e quattro ...
<<Wait a minute man
you misprononunced my name
you didn’t wait for all the information
before you turned me away
Wait a minute sir
You kind of hurt my feelings
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You see me as a sweet back-loaded puppet
And you’ve got a meal tick…>>
-Ariel, ti sei drogata di nuovo, per caso?-COSA HO FATTO, STAVOLTA, EH???-Ma come, non te ne sei accorta? E fai pure la cantante…o così almeno
dici tu-Fb, dacci un taglio. Ti ricordo che mi hai voluto tu a cantare qua in
mezzo-Se l'avessi immaginato, ci avrei pensato un paio di volte, prima di
chiedertelo…hai di nuovo sbagliato tonalità, deficienteNessuno…
…nessuno può permettersi di rimproverarmi perché sbaglio
tonalità…soprattutto uno sbandato che per la cronaca sarebbe anche il
mio ragazzo che per la cronaca dice di amarmi che per la cronaca
farebbe qualsiasi cosa per me e che – sempre per la cronaca - mi ha
trattato come uno strofinaccio da cucina (di quelli bucati, della peggiore
stirpe per capirci) da quando ho messo piede qui dentro soltanto perché
IO ho tardato QUALCHE minuto e
LUI non sa dov’ero…
Tutti gli altri sanno quanto io detesti essere ripresa se sbaglio tonalità,
tutti sanno che sono troppo insicura certe volte e non reggo la canzone
fino in fondo, tutti cercano di aiutarmi, di coprirmi se ce la fanno,
perché mi stimano (almeno musicalmente…così dicono) e non vogliono
vedermi demoralizzata.
MA LUI NO
LUI CI GODE QUANDO SBAGLIO
CI GODE A SOTTOLINEARLO, COL SANGUE
(se necessario)
MA NON GLIELO PERMETTERO’ PIU’
E’ FINITO IL DIVERTIMENTO
-Ok, basta-Eh no, non solo sei arrivata in ritardo, non solo hai sbagliato
tonalità…adesso vuoi anche interrompere le prove?-No, Fb: non hai capito-E invece penso proprio di aver capito benissimo, sei solo una
ragazzina, piena di problemi e di complessi e non riesci ad accettare le
critiche. Sei debole, sei viziata-IO?!? VIZIATA, IO?!? Lo vedi Fb che sei solo un povero pazzo…Non hai
capito un accidente. Io non mi spreco a mollare la prova a metà: se non
altro per rispetto loro, che sono costretti a subirsi le pretese di un
ammesso-e-non-concesso leader come te.-Ah no?-No. Non lascio le prove, lascio TE-Ah-Ah-E lo sai cosa significherà questo per te, vero? Tu dovrai rinunciare ai
T.T.S-
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-?!?-Ariel, che accidenti ridi-Forse non ti sei accorto che, lasciando te, ho lasciato anche i T.T.S…
E, per tua informazione, sono stata io a deciderlo, non tu -Eremitaggio stoico?-No, caro, IO VI SALUTO TUTTI…questa storia è mia, l’ho creata io, mai
come prima nella vita sto credendo in qualcosa. E tu non mi fermerai-Ariel, all’Ovest non troverai te stessa-Forse, ma avrò perso te. E non è poco(L’ultima cosa che la rabbia mi consente di sentire è la porta che sbatte
alle mie spalle.
Finalmente.)
Non ci crederete gente, e a dir la verità non ci credo molto neanche io,
ma riesco ancora a respirare; pensavo che le mie facoltà cardiache
avessero posto in atto lo stato d'assedio, avessero dato il via ad un sitin di protesta, non si fossero fatte scrupoli a lasciarmi morire vittima
della più impetuosa crisi di nervi dell’era post-nucleare…
…ma evidentemente mi sbagliavo.
Sono ancora viva.
Purtroppo. Per fortuna.
Sono ancora qui, su un pianeta ormai deserto (disertato) da anime
eroiche, in mezzo ad una piazza cittadina molto gotico-primaverile, sul
ciglio di quegli stessi giardinetti in cui una donna molto sfumata nella
memoria e nello spazio - che risultava essere mia madre (…quando
ancora rispondeva a tale nome) - mi portava a giocare da bambina.
E ora davanti me vedo un nucleo di sopravvissuti all’era cyberpunk
7-8-non-di-più… 7-8-anni-non-di-più…
…che ancora provano, nonostante tutto, a giocare come ogni gruppetto
di bambini da manuale.
ero come loro, una volta
diventeranno loro come me?
capiranno mai che a miglia e miglia da qui,
a Ovest di questa landa desolata,
maledetta da dio e dall’olimpo,
sorgono i sintomi di una nuova vita?
Quiero volar, hombres
Fly away, right here right now
Voila quel que je voudrais
“…Volare via,
anche se forse non servirebbe a molto
Ma conoscerei nuovi mondi, nuove dimensioni
Una nuova me stessa
Che non subisce inganni, tradimenti, dolore
Persa nell’azzurro più profondamente turchese celeste cobalto bianco
…nero…
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Annullerei la mia personalità
Perdendola e ritrovandola nello stesso istante
Creerei uno spirito
figlio naturale del mio grembo
Che nasce già morto per non morire più
Andrei incontro alla Verità
relativa soggettiva falsa
Eppure sempre comunque inevitabilmente vera
E tra le nubi velate e sottili
Rincontrerei chi mi ha sempre circondata
Coloro che mi aiutano a crescere
complicando il mio vivere inquieto
Senza la quotidiana maschera di conformismo
Ma sempre uguali nei loro pregi nei loro vizi
Indispensabili eppure mai fondamentali
Scoprirei sulla mia schiena due alucce neonate
Ancora in piume più che in penne
Deboli ma avide di crescere di rinforzarsi
Dapprima incerte impacciate ma poi sempre più meravigliosamente sicure
Mi porteranno via…
Verso tutto quello che sto cercando
Insopportabile ma necessario per un’anima allo sbando
Persa nelle labirintiche profondità di se stessa
E (mi) troverò
Soffrirò crescerò capirò
E tornerò
Ugualmente diversa forse più serena
Ma con due alucce sulle spalle che mi seguono
E che non mi abbandoneranno mai"
Cosa vedono i miei occhietti non ancora così tanto stravolti da non
riuscire a distinguere le sagome in questo cittadino orizzonte?!
En?!
Che parla con il fratello di Occhi Verdi?!
(carinoquelragazzocarinopropriotanto…
nonsipuòdirecheassomiglialpiùchenotevolefratellinomarimanecomunqu
eunesseredavverodegnodilode…)
Avete Voi una pallida, velata idea di cosa o chi stiano parlando?
Mah…sapete, potrei comportarmi da persona educata quale
indubbiamente sono e attendere in un angolo la fine della loro mooolto
privata conversazione. Potrei.
Oppure potrei anche avvicinarmi allegramente, fingendo una
tranquillità interiore che indubbiamente NON ho (…ora come ora,
s’intende) e salutarli. Oppure.
Ma in fin dei conti penso che sarebbe molto più consono alle mie
attitudini caratteriali cercare di carpire da qui quale potrebbe mai
essere lo svolgimento del dialogo. In fin dei conti.
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Sì, sapete…penso proprio che farò così…anche perché non è colpa mia
se questo venticello leggiadro soffia proprio dalla MIA parte e mi
costringe a sentire ogni singola parola che i due vanno dicendosi.
P.S.: non provate a sospettare che io sia un’inguaribile impicciona e
pettegola…
…perché avreste terribilmente ragione e non avete neppure la più
pallida idea di quanto poi saprei infuriarmi!
(Sono anche paurosamente permalosa, IO…
…nel caso in cui non ve ne foste accorti)
-Pid’…devi farlo per me: è un favore personale che ti chiedo-En, ti assicuro che io non c’entro nulla: LEI farà come vorrà, e tu non
riuscirai a fermarla-Ma io non posso tollerare che lei parta, adesso…-Non so bene di cosa tu stia parlando e non voglio giudicare, però…-Aiutami, Pid’: dille che non l’accompagnerai-Credimi, non la conosco a fondo quanto te, ma riesco a capire
perfettamente che se ne andrà all’Ovest comunque. Con me & senza di
me.
Basta starle vicino anche per poco, sentirla parlare, leggere quei quattro
versi che ha buttato giù sullo specchio del bagno, al locale… Non te lo
saprei spiegare, davvero, perché in fin dei conti io Ariel non so neppure
chi sia. Ma quella ragazza è troppo speciale per restare ancorata a
questi viali: non se lo merita. E partirà, comunque, anche se tu non
vorrai: ti chiederà soltanto lo sforzo di comprenderla…se proprio non
saprai perdonarla. Se vuoi un consiglio, En, parlane direttamente a lei-Se solo sapessi da dove iniziare-Tu sei l’unico in grado di farlo-Non hai idea di ciò che stai dicendo-Probabile. Ma so solo che c’è qualcosa in quella ragazza che mi attira
troppo, non riesco a sottrarmi all’influenza che esercita…-Pid’…non portarla all’Ovest, ti prego-Te l’ho già detto, credimi, sono sicuro che la sua partenza NON
dipende da me-Fallo per il suo beneEH?! CHE COSA SENTONO LE MIE BEATE ORECCHIUCCE?!
CHE COSA STA DICENDO EN SU CIO’ CHE SAREBBE IL MIO BENE?!
EH?!
MI CONOSCE DA QUANDO SONO NATA E ANCORA NON CI HA
CAPITO UN EMERITO ACCIDENTE?!
E SOPRATTUTTO, COME SI PERMETTE SUA EMINENZA DI
COMPROMETTERE IL MIO (E RIPETO, IL MIO) VIAGGIO ALL’OVEST…
- particolare niente affatto irrilevante CON LA CREATURINA CELESTIALE CHE SI TROVA ESATTAMENTE
ORA DAVANTI AI MIEI OCCHI?!
S.O.S. urge immediato intervento
Ah…
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P.S. avete Voi un’idea di quanto si sia reso nevrotico per non dire
piùcchearrabbiato il tono della narrazione?
Sì? Bene, allora possiamo riprendere.
-Pardonnez moi, s’il vous plait: cos’è che costui dovrebbe fare per il mio
bene?-…Ariel, sei tu…-Ma va’? Visto che coincidenza? A volte la vita ci sorprende proprio, non
trovi…-Veramente io non…-Ah, tu no? Pensa, neppure io… Ti ho fatto una domanda, En-Ari, devo parlarti-En, non provare a chiamarmi Ari un’altra volta o ti do fuoco con il
propano-Falla finita, e stammi a sentire-Tutt’orecchi, ciccio-Vieni con me, ho bisogno d’aiuto-Ah, caschi proprio male: ora come ora, chi ha problemi non sei tu,
sono io e non ho certo la pazienza per stare a sentire l’ennesimo
stordimento esistenziale. Dammi retta, per una volta in vita tua: fatti
una canna e vedrai che ti passa tutto, eh-Ariel, andiamo al locale, per fav…-Ancoraaa? Tu proprio non capisci, eh? Facciamo così: stanotte, all’una
sotto il ponte, schizzi e bombolette in mano, mi parli quanto vuoi.
D’accordo?-Ariel, sto malissimo-Anch’io bimbo, non si è mai gli unici a questo mondo, lo sapevi?-Ucciditi Si volta e se ne va. E forse non ha tutti i torti. Ma mi ha praticamente
schiaffato faccia-a-faccia con questa creatura dell’altro mondo.
…
…
GRAZIE EN, SEI UN AMICO!!!
TI PROMETTO CHE STASERA TI ASCOLTO QUANTO VUOI (E TI
OFFRO PURE UNA BIRRA, SE HERE’N’NOW LE FACCENDE VANNO
BENE…)
-Comunque… Piacere, Pidduz-Eh? …Io sono Ariel…-Questo lo so-AhSuppongo che la Vostra curiosità insaziabile, servile e tipicamente
medioborghese VI stia prendendo a mozzichi prometeici il fegato.
E va bene, spiegheroVVI
(all ya wanna know ‘bout him).
Ho sempre sentito parlare di quest’essere, Pidduz ha detto che si
chiama?, in quanto amico alla lontana di Fb …in pratica…vabbè, so
tutti i fatti suoi.
Oh, beninteso: non che io li voglia sapere, ma pare che le sue avventure
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di Sciupafemmine, con una vasta gamma di ragazzine (più o meno)
piccole di lui a fare da vittime, siano gettonatissime nei Gossip Club
dell’alta società. Per mancanza di diretta esperienza non ve lo posso
confermare, ma vi assicuro che i miei compari ci fanno praticamente i
nutella party con le storie di questo e delle sue avvicendate compagne…
Beh, sta di fatto che io l’avevo già visto qualche tempo fa, giù in centro
e…se proprio VE lo devo dire, mi aveva dato un’impressione a dir poco
fastidiosa…antipatia direi, no di più: ODIO, ecco la parola giusta; tanto
da farmi sperare che non me lo avrebbero più rimesso in mezzo ai
piedi…if you know what I mean.
Ma, a quanto pare, mi sbagliavo di grosso.
L’ho rivisto una sera, giù al locale.
Ero di turno e mi ricordo che c’era un caos dell’altro mondo per una
(pare) Vitale partita di football. A dir la verità non mi ricordo molto, ma
so per certo che lui era lì con un paio di suoi amici a mangiarsi una
fetta di pane con la maionese (una delle cose più disgustose che io
abbia mai visto, tra l’altro). Credo di averci scambiato una parola o due,
qualcosa di molto vago che non andava oltre le ordinazioni e qualche
commento sui presenti, fino a quando…
già
…fino a quando non ha tirato fuori quella faccenda della dekappottabile
di seconda mano, che ci avrebbe fatto IL viaggio all’Ovest che cercava
qualcuno/a per andare con lui, che da solo proprio non se la sentiva
tanto più che l’autoradio era pure mezza rotta.
Ora, io (anche se forse Voi non lo direste) sono una bimbetta mooolto
timida e lì per lì non mi sarei MAI – capito, MAI - azzardata a chiedergli
un beato accidente
ma tanto ero sicura da subito,
dal primo nanosecondo in cui l’ho sentito
fare quel discorso,
che sarei andata con lui.
Non VI saprei spiegare perché, non VE lo saprei chiarire con lo stile e la
lucidità propri di un qualsiasi libro che si rispetti…ma ero certa che la
mia alquanto ingarbugliata esistenza mi avrebbe fornito prima-o-poi un
Raggio di Luce, un sublime escamotage o un banale espediente - fate
Voi - per raggiungere LUI, Pid’, e la sua alquanto pulp dekappottabile di
seconda mano.
-Ma davvero hai letto i miei versi, al locale-Se l’ho detto-E ti sono anche rimasti dentro-Lascia stare, non ti conosco affatto…non ti direi nulla di significativo-Senti senti: anche filosofo, oltre che avventuriero…vabbè, tanto avremo
una
discreta
quantità
di
miglia
per
chiacchierare…o
sparare boiate, se preferisci-Deduco che stai per venire all’Ovest con me-Appunto-E…En?-
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-Prego?!-Hai intenzione davvero di abbandonarlo…non so, potremmo portarlo
con noi, o qualcosa del genere…credo che abbia davvero bisogno di
aiuto-Non sono cose che ti riguardano e in ogni modo non potresti capire. Ci
penso io, a lui, don’t worry & stay happy-No problem, preferisco tacere che fallire-Vedi, l’ho pensato da subito: ci sono buone probabilità che io e te
andremo d’accordo-Lo spero…dovremo attraversare il Continente-Abbi fiducia-Per quanto mi riguarda siamo a posto.
Domenica, a mezzanotte, qua davanti-Puoi contarciDunque…mi batte il cuore in questa maniera così disgustosamente
pseudoliceale e (tra l’altro) anche un po’ dannosa per la salute. Non va
bene: non ho mica intenzione di prendermi un infarto per ‘sto biondino
che in pratica neppure conosco. Già ce ne ho decisamente a sufficienza
di mio, ci manca solo che inizio a sragionare pure per quest’altro e poi
siamo a posto (tanto lo so che il manicomio mi accoglierebbe a braccia
aperte…ma il punto non è questo). Ci devo fare un’infinità di strada,
seduta a fianco a lui: non mi posso invaghire un’altra volta…ho già una
mezza dozzina di persone con cui riesco meravigliosamente a struggere
il muscolo un po’ arrugginito che pulsa in mezzo alla mia cassa toracica
(e tra queste c’è il fratello minore del suddetto, per la cronaca)
NON SARANNO UN PO’ TROPPE???
VOI CHE DITE???
Ok no comment forse è meglio se mi fermo qui,
MA (e ripeto MA…e qui il tono della narrazione si fa altamente,
decisamente sospettoso) provate ad andare a dire in giro che la
sottoscritta si è innamorata
eVIfalcidioVIsterminoVirappresaglioatutti.
CHIARO???
E’ solo un’infatuazione momentanea, no doubt about it, mica sono
capace di innamorarmi io
Ore sette…ma ke sto dicendo, non lo so neppure…
Ho perso praticamente la cognizione del tempo: è come se vivessi su
una specie di nuvola…uno di quegli affari maestosi e imponenti, che
appena li vedi capisci subito che il Diluvio Universale è la cosa più
cortese che tu possa aspettarti.
In fin dei conti, non dovreste essere così stupidi da ipotizzare che
davvero questa sia quella che un comunissimo middle-classed
bourgeois man definirebbe la mia giornata tipo.
Okkavolo, gente, dico:
MA CI STIAMO RENDENDO CONTO, SI’?!
Voglio dire, se qualcuno…diciamo alle otto di stamattina, quando mi
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sono svegliata, quando ancora non ci capivo un assolutissimo
nulla…mi avesse predetto tutta la rivoluzione odierna, dagli incidenti
diplomatici con Tancjo al mare, all’ennesima crisi esistenziale di Sua
Apoteoticità (FB), a En che dà i numeri…
…a Pidduz:
ci avrei mai creduto io?
Appunto.
E ho il vaghissimo sospetto che non sia ancora finita.
Sapete, io sono come gli animali…
…il terremoto lo sento prima
(ma non sempre è sufficiente per salvarmi).
Il problema, ora-come-ora, è che non ho la più pallida idea di dove
andrò a raccattare le forze per ripararmi dall’ennesimo Cataclisma.
Vabbè.
Credo di non potermi fermare qui.
Credo di dover rinunciare all’isoletta con palma e bibita ghiacciata che
per un momento è passata davanti ai miei alquanto stralunati occhi.
Credo di dover vivere per un’altra ventina di minuti (visto che tanto
devo resistere fino a domenica notte…)
“Keep the faith” dei Business rimbomba come un’apocalittica presa in
giro nelle mie orecchie e io mi trascino come una Sfollata Orientale
davanti alla porta del locale con la malaugurata speranza che Sua
Grazia Il Decesso mi colga prima che io inizi a cercare Lui (mia sponte).
Prendetemi. Sono interamente nelle vostre mani. Ma – per pietà - non
fatemi percepire il dolore.
Riuscireste a rendere sofferta questa sublime, deliziosa tortura
(…)
continuo a non sapere che ora è ma, se proprio VI interessa, godo di
questo stato di cose; mi piace pensare che sto per perdere me stessa in
un turbinio scintillante fatto di nulla e di sterco anche se so benissimo
che
è
solo
l’ennesima
deviazione
mentale
che
tra
3
o
4
km
mi
sarò
dimenticata
tutto
che al massimo scoprirò di avere le mestruazioni
e allora si spiegherà tutto.
Comunque sia in questo buco c’è troppa gente (per i miei gusti), troppo
rumore (per la polizia), troppa puzza di fritto (ma questo solo per Voi
medio-borghesi e molto Chez Maxim…
perché per me pseudo-bulimico-anoressica
sempre in preda a crisi che oscillano
tra il cellulitico e il triglicerico
questa NON è puzza:
è un Paradiso Artificiale.
Capito?!?)
Tra una sequela di piatti che si frantumano in terra e un paio di sani
bestemmioni fumanti, mi sembra di sentire dal juke-box un’amorfa
massa di note che mooolto alla lontana sembra essere “Stupid girl” dei
Garbage…la qual cosa mi fa mooolto pensare alla sottoscritta, ma
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soprassiedo e mi concentro su un bel panino che ha grandi possibilità
di finire nel mio apparato digerente da qui a pochi istanti, per la gioia
dei miei gastronomici sensi di colpa ma anche del mio sistema nervoso
che potrebbe saltare da un momento all’altro…poverino, non se lo
merita (ancora).
Allora, vediamo…
Dimensioni tipo campo da pallone, sostrato (non) molto filosofico di
maionese di quella bella fluida che ha il meraviglioso pregio di colare
per ogniddove non appena metti le mani sul panino, foglie di lattuga
tanto per grad…
-Ariel-Addio sogni di gloria…what’s up, capo?-C’è En-Questo lo supponevo-E’ seduto sul vostro tronco-Ahi, dolore…eppoi?-Eppoi sta con la testa penzoloni tra le gambe-Okbenedaccordoaddiomondocrudele: sto arrivando.
Capo, due Dude’…belle fresche, please. Batman entra in azione-E Robin dov’è-Lo sto andando a salvare, ma (non so perché) dubito che ci riuscirò-Ti dirò…lo penso anch’io-Grazie per l’incoraggiamento, capo: per un certo genere di cose, lei è
imbattibile-In bocca al lupo, pulce-Sé, dicono tutti così…-Ehi-Salve-Salve-Resuscitato dal mondo dei morti?-Mai stato così ad un passo-Solo perché me ne vado all’Ovest con uno pseudoKoattello che
neanche conosciamo bene-Ari non fare la deficiente, ché ti riesce pure splendidamente, tra l’altro-En, prova a chiamarmi così un’altra volta e…-…e falla finita. Subito-Senti, io non ce l’ho con te per nessun motivo ma mi pare di capire che
qualcun altro qui non…-Mi spieghi che santapace ne vuoi sapere tu di quello che ho per la
testa io?-Ah, guarda…proprio niente…Anzi, sarei lieta se tu me lo spiegassi, o
rimarrai per sempre Quello Che Ad Un Tratto Ha Deciso Che Io Non
Dovevo più Andare All’Ovest-Ari, lo sai che voglio più di te che tu parta-Ahsìdavvero? No, dico, perché non mi sembrava-Ti devo parlare-
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-Uffa!!! Ti vuoi decidere? Comincio a perdere la pazienza…poi non voglio
sentire storie sul fatto che ero Quella Che Se Ne Andò All’Ovest
Lasciandoti Nella Spazzatura Senza Neppure Saperlo-Sto male-Ancora co'sta storia? T’ho detto che non ne trovi uno che…-Ok, ho l'AIDS-…?!?-Sì-Scusa, non ho capito-Ormai ne sono praticamente sicuro-Ma come… Sei andato con Skye…-Sì-Ma in che altro modo potevo riuscire ad impedirtelo, eh? Si può
sapere? Cos’altro avrei dovuto fare che non ho fatto, per riuscire a
salvarti, eh? En santoddìo lo sapevi che ti avrebbe rovinato…-Ariel, non piangere. E’ inutile, sei troppo sveglia per non esserci già
arrivata da sola, molto tempo fa. Sarebbe accaduto comunque, sono
innamorato-Ma lui no-Non mi importa, non mi è mai importato-Saresti morto, per lui…
-Appunto-Appunto, grandissimo deficiente…-Ari, smettila di piangere, calmati, il problema non è questo-Ah no? Tu vai incontro alla morte a braccia non aperte, ma spalancate
e il problema non è questo?-Ho bisogno di te-Non ti abbandonerò, credimi, e se vuoi rinuncio anche a partire. Basta
che tu me lo dica-No. Questo non te lo permetterò mai: tu devi partire e, lo sai, partirei
con te: questo sogno l’abbiamo plasmato insieme…-E perché non parti davvero? Con noi, dico…-No. Non ora, almeno.-Ma lo farai?-Credo di andarmene per sempre, sai. Ma prima dovrò risolvere delle
questioni e ho bisogno di tempo. E del tuo aiuto-Cioè-I miei genitori-Inizio a preoccuparmi sul serio… Cosa c’entro io con i tuoi-Dovranno pur rassegnarsi all’idea che ben presto morirò. E da solo
non riuscirò mai a parlarci-Ma En…non hanno mai accettato la tua omosessualità, io non…-Ce la puoi fare, credimi. Loro si fidano di te-Ekkapirai…-Ari, sei stata tu a parlare con loro quando mi hanno arrestato, tu gli
hai spiegato perché quei grammi di hashish si trovassero nelle mie
tasche, tu gli hai spiegato qual è la VERA ragione per cui ho deciso di
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diventare un artista di strada e tu gli hai fatto capire fino in fondo
quanto fosse giusto pagare quella cauzione e ridarmi la libertà. Solo
grazie a te non sono morto prima del tempo, rinchiuso in una cella-Sì, En…ma sai meglio di me come hanno reagito i tuoi quando ho
provato a spiegargli il motivo per cui avessero sorpreso il loro unico
figlio nel giardino del retro con una creatura del suo stesso sesso.
Comunque, non ti abbandono: la tua famiglia mi ha salvato la vita, se
sono qui (e in maniera accettabile) lo devo solo a voi-Ari, tu non ci devi assolutamente nulla. Avresti reagito comunque, e lo
sai bene-En, sono passati giorni e giorni da quel pomeriggio piovoso di 12 anni
fa, ma io ancora oggi non riesco a dimenticare il senso di vuoto che mi
radicò nel cuore la fuga improvvisa di mio padre. Ero una bimba, hai
presente? te ne ricordi?, ed ero rimasta sola. Come puoi pens…-Ari, porkavacca, smettila di fare la vittima. Non voglio più sentire
questa storia: lo sai perfettamente che non eri sola. Tua madre era lì
con te, ti voleva bene, avrebbe dato tutto per te. Tutto, chiaro? Se
solo…-Disìntegrati, En!!! Quella donna non era mia madre, mi hai capito? Io
non sono nata da quell’essere privo di ragione o sentimenti, la cui unica
preoccupazione era di caricarsi d’alcool, fino al punto in cui il suo alito
venisse segnalato anche nell’altra contea…-Ari, smettila-No, neanche un po’. Perché nessuno, nessuno CHIARO?, deve vedere
una madre in quella donna che mi picchiava a sangue all’improvviso,
senza motivo o forse solo perché il simpaticone di turno non l’aveva
soddisfatta fino in fondo, lasciandomi dei lividi che avrebbero fatto
spavento a chiunque-Lo sai che lei non avrebbe mai…-Sì, non avrebbe. Ma intanto lo faceva. Non si è mai preoccupata del
dolore che mi lasciava addosso per giorni, non si è mai preoccupata di
tutto quello che ero costretta a sentire durante la notte
…ogni volta per merito di uno diverso…
solamente perché lei si sentiva (oddiomìo) sola o perché, diceva, sua
figlia doveva pur crescere in un modo o nell’altro. E soprattutto, non si
è mai preoccupata di quella ragazzina di 10, 12 anni (che per la
cronaca ero io) che girava per casa senza ricevere una spiegazione a
tutto quello che era costretta subire e che ha cominciato a fare amicizia
con l’Erba quando tutte le altre giocavano al Supermarket-A te piace fumare-Ebbè? Forse, a quest’ora, se quella donna fosse ancora qui, mi
piacerebbe anche l’LSD-Non hai una lira, e lo sai meglio di me-Chissà, avrei potuto rubare dalle tasche dei suoi amichetti. Avrebbe
potuto essere una buona idea, no-O taci da sola, o ti faccio tacere io-Se non fossi stata così piccola, quando mio padre se ne è andato sarei
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potuta partire con lui. Comunque, è stato un grande…ha fatto bene,
non lo odio affatto-Odi lei, però-E sai perché? Perché avrebbe dovuto decidersi mooolto prima. Il giorno
in cui, avendo compreso che la virilità locale non si accontentava più di
lei, che ormai non faceva più tendenza, che ormai la Formula Aurea del
canonico Sex, Drugs & Rock’n’Roll era off limits per lei, decise di farla
finita con il proprio battito cardiaco
…beh, quel giorno…quel tubetto di sonniferi…
…sono arrivati troppo tardi, sai?
Forse, se invece di dodici anni ne avessi avuti otto, sarei stata ancora
recuperabile. Ormai non lo sono più-Sei anche troppo normale, e lo sai. Nessuno si è mai accorto di nulla:
la tua battaglia l’hai vinta-Non sarà mai abbastanza, ho troppo ancora da sconfiggere.“Infected” dei Bad Religion è la motion picture soundtrack e io sono
arrivata ad un mooolto definitivo capolinea.
Help (I know it’s not finished at all).
Non so se Voi mooolto medio-borghesi e anche parecchio
pseudokapitalisti, ormai usuali destinatari modello dei miei deliranti
streams of consciousness, potreste comprendermi (e qui il tono della
narrazione si è reso discretamente paternalista…gradirei che non ve ne
aveste a male).
Non so quanto mi comprenderete se inizio una filippica su come mi
sento oppressa, su come - al primo muro che trovo - io credo che
inizierò a fracassarmici violentemente la testa contro, su come ho la
sensazione che nulla sia ancora finito e su come contemporaneamente
io ancora non riesco a capire che cosa mi sia successo dal momento in
cui sono scesa dal letto, stamattina.
Eh no, non credo che siate in grado di capire: certi atteggiamenti
bohemiennes e anche un po’ disfattisti da demoralizzata priva di
midollo
– quale senz’altro sono, no doubt about it non sono poi così frequenti…anche in un’era così splatter come la
nostra. Non tutti riescono ad accettare la quantità e la qualità dei miei
(s)ragionamenti, dopo che mi sono superbamente tacciata del titolo di
beat-poetessa con tutte la elitarie conseguenze che la cosa comporta:
non avete tutti i torti a registrarmi nei Vostri archivi come P.P. (Povera
Pazza, al secolo).
ma, solo una raccomandazione:
se proprio lo dovete fare,
con garbo…please
In fin dei conti, sto soltanto con uno smarrito esistenziale che non
riesco minimamente ad amare (neppure con tutta la buona volontà che
a tratti ci ho messo), faccio la splendida con un latin-lover demente che,
io lo so perfettamente, non mi potrà mai dare nulla se non qualche
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ambigua battuta in riva al mare, mi lascio insidiare dal Mio Migliore
Amico come se fosse una cosa normale, ho appena scoperto che la
persona cui sono più legata su questo strofinaccio di pianeta è entrato
di sua spontanea volontà nell'Armato Nucleo dei Diversi Inavvicinabili,
starei volentieri con un ragazzino di 14 anni di cui in pratica conosco
solo l’intensità verde dello sguardo e sto per fare miglia e miglia in
macchina verso l'obbiettivo della
mia
esistenza
con
uno
pseudosconosciuto che risulta il fratello del medesimo di cui poco
sopra.
Non credo che mi si possa dare torto.
Non del tutto, almeno.
Certo, potreste obbiettare che me le cerco con quell’abilità peculiare solo
dei migliori cani da tartufo. E avete ragione anche Voi…
“And now, dear, what can I do?
My baby is in black and I’m feeling blue”
vivereviverevivere
nient’altro
Mi sento immersa in fluido di gelatina e non ho più la benché minima
cognizione psico-fisico-temporale, ma sapete che c’è?
Non è che me ne importi poi molto.
L’unico – anche se, lo ammetto, un po’ (tanto) - utopistiko desiderio è di
rientrare
il-prima-possibile-o-di-corsa-se-preferite
in quella cuccia che Blueberry si ostina a voler chiamare casa…
…ops, che nome ho pronunciato?!?
Sì, lo so, EBETI, che stavo parlando di Blueberry. E’ ovvio che io lo
sappia: lo scrivo IO, il libro (o quello che è). Mica Voi.
Ma – nel caso in cui le Vostre Preziosissime Menti non ci siano ancora
arrivate - non era esattamente quello che volevo dire.
Più che un formale interrogativo di carattere reminescenziale, il mio
voleva essere un leggermente più esplicito
<<E ADESSO CHE SATANA GLI SARA’CAPITATO
A QUELL’ALTRA?
NON DOVRO' MICA ASSISTERE
ALL’ULTERIORE CRISI ESISTENZIALE O
ANGOSCIA PARANOICA DI FINE MILLENNIO CHE,
TANTO PER CAMBIARE,
ANDRA’ A SKARICARSI SULLE ORMAI PIÙ CHE ATLANTEE
(E PURE UN PO’ SKAZZATE)
SPALLE DELLA SOTTOSCRITTA?
NIENTE, VERO? NO, VERO? EH, VERO?!?>>
“Painful reminder” degli Snfu è l’alquanto sornione sottofondo musicale
dell’Apocalisse ed è meglio che io vada a casa…prima di imbattermi in
qualche
altro
simpaticissimo
happening…prima
che
inizi
definitivamente a chiedermi cosa accidenti ci stia a fare qua…prima che
mi venga un so called 19th Nervous Breakdown…prima che mandiTUTTI-ammorireuccisi:
31
Ariel, En, Occhiverdi, Meck, Fb, El Che, il Tancjo, Mayflower, Blueberry
…ah, e Pidduz. (TUTTI, insomma).
“(isn’t it ironic) Don’t you think?”
-Hellooo, I’m hooomeNon è un telefilm yankee.
-Anybody’s in?Non è un telefilm yankee.
Eddìosanto, lo so dannatamente che questo non è un telefilm yankee e
so altrettanto dannatamente che nella vita di tutti i maledettissimi
giorni non si trova - neanche a cercarlo con la pila tascabile - un solo
povero cane che starnazzi in tono mellifluo certe affettatissime e
alquanto circostanziali espressioni idiomatiche.
Ma, già VE l'ho detto,
il libro lo scrivo IO e ai pupazzetti gli faccio dire quello che mi pare,
anche la prima stupidissima idiozia che mi attraversa l’ipotalamo
(eventualità mooolto probabile…
mooolto più di quanto Voi possiate credere)
E proseguiamo, ma prima ci terrei a farvi notare QUANTO possa
risultare infastidito il tono della narrazione; così, giusto per farVElo
sapere.
…Ma chi è che bela?
Ops, volevo dire…
…chi è che piange?
No no no no.
Non me lo dite: non ci voglio più che non ci posso credere.
(Scusatemi un secondo)
-BLUEBERRY CHE PORCA MISERIA TI E’ SUCCESSO EH SI PUO’
SAPERE CHE GIUSTO TU MI CI MANCAVI ADESSO E PER FORTUNA
CHE CHI TROVA UN AMICO TROVA UN TESORO SE PESCO CHI LO
HA DETTO TORCO LE ROTULE PRIMA A LUI E POI A TUTTI
VOIALTRI!!!
CHIAROOOOOOOOO???-Ari, aiutami…-Nnno! E non mi chiamare Ari ch…-Ari, ho bisogno di te-Nnno! Qui c’è un errore, e anche grosso. Tu hai bisogno di una
martellata in testa, non di me. Tu & tutti quegli altri: ma che vi siete
messi d’accordo, per caso? No, perché se la risposta è sì, vi uccido: tutti
quanti e soprattutto prima di partire per l’Ovest, così me ne vado senza
rimpianti!!! Vi odio, vi odio tutti, siete una massa di infami e non…-Non urlare, per favore-…e non ho la minima intenzione di sopportarvi di più perché, se
continuate così, mi farete venire voglia di dimenticare anche…-Ari, se ne è andato-…anche come mi chiamo e lo sai perché? Perché a forza di perdere i
miei non dico preziosi ma forse potenzialmente utili minuti a sentire le
stramaledette sciagure metafisiche che incombono su ciascuno di voi
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non appena vi…-Mi ha lasciato-…vi sembra di aver visto qualche nuvola in cielo e non trovate chi
possa andare a casa a prendervi l’ombrello…-Ok, Ari sono incinta-EH?!?-Sono incinta, ho detto-Ho sentito, cretina. Ma non stava ancora in galera?-E’ tornato-E…-E se ne è andato. Non senza portarsi prima via la bella notizia-Scusa se mi permetto, ma c’è qualcosa che non capisco…quando si
sarebbe verificata, questa cosa voglio dire? Concretamente com'è
possibile che…-Credi a me, c’è sempre tempo per l’amore…è quando manca
qualcos’altro, che sorgono i problemiOK.
RICORDATE QUELLO CHE HO SBRAITATO?
DIMENTICATEVELO.
PER OGGI LA CROCE ROSSA NON HA ANCORA CHIUSO.
…AH,MA LA COLPA E’ MIA…NON LORO (IO LO SO).
Pausa.
C’è qualcosa che devo spiegarVI, credo: o rischiate di non capire lo
sproloquio lacrimoso con cui Blueberry mi inonderà tra qualche
secondo (ci tengo a sottolineare che è una splendida persona, di quelle
che alla vita danno del tu, di quelle che sanno lottare, di quelle che,
nonostante la loro natura femminea, vengono costantemente associate
ad attributi di sorta virile…ma – nothing to do about it - quando piange,
piange).
Potrei partire dalla Notte Dei Tempi, potrei raccontarVi di come l’ho
conosciuta e di come ci siamo trovate a respirare sotto lo stesso tetto,
potrei raccontarVi le tonnellate di paranoie che abbiamo accastellato
insieme in tre anni di storie. Potrei.
Ma – don’t worry - Vi risparmio…ai fini pratici della faccenda, bastano
gli ultimi dieci mesi.
Non so se Vi ricordate (scusate se dopo tutte queste pagine continuo
ancora
a
dubitare
di
Voi,
miei
dolcissimi
raffinatissimi
medioborghesi…ma è più forte di me) del tale Red Rose, comparso di
sfuggita qualche tempo addietro: ebbene, è LUI
(il padre, ovviamente).
Spuntò dal nulla – non saprei neanche bene come - e iniziò a far parte
della nostra vita…beh, di quella di Blueberry più che altro…ancor
prima che riuscissimo a renderci conto del guaio in cui stavamo per
immergerci. Ma Red Rose è stato troppo importante, da subito: per Blu’,
per quanto l'ha saputa rendere felice, per tutti i suoi sorrisi che noi
ormai credevamo smarriti.
33
Ma il prezzo da pagare è stato alto, forse troppo - e ormai Blueberry
non può farne più a meno, è parte di lei, della sua vita.
Non sa mai cosa possa attendere Red Rose all’angolo col tramonto, una
volta uscito di qui; ma è sempre pronta a raggiungerlo, ad aiutarlo (in
quei fortunati casi in cui riusciamo a scoprire il penitenziario che gli ha
tagliato le ali). E se non può, rimane qui, ad aspettare, a sperare
silenziosamente di vederlo nuovamente varcare il nostro portoncino. Lo
ha sempre fatto; e lui non la ha mai delusa: non è mai rimasto troppo a
lungo lontano da qui. E forse Blueberry non ha mai avuto la certezza
che
questa sì che è l’ultima volta
ma sicuramente ha sempre avuto la convinzione che prima o poi Red
Rose avrebbe capito, che si sarebbe fermato (prima che fosse troppo
tardi), che avrebbe trovato quella parte più sfuggente di se
stesso…accanto a lei.
Almeno fino ad oggi, ovviamente.
-Non te l’ho detto prima, Ari, perché non ho potuto…-Ma prima quando-Ariel, sii obbiettiva: ultimamente a scuola non ti si vede quasi mai,
passi i pomeriggi alle prove e la sera quando non lavori vai sempre giù
in città con En. Come faccio…-Hai ragione, è vero. Ma finisci la storia, prima che ti travolga con la
lagna su quanto sia diventata invivibile la mia esistenza-Red Rose è tornato…una decina di giorni fa, forse, facendomi
chiaramente capire che non aveva molto tempo, che doveva andarsene
in un posto sicuro, che se ne avesse avuto la possibilità avrebbe cercato
di portarmi via con lui…all’Ovest, forse-Qualcosa mi fa supporre che tu sia rimasta qui-Sì, ma prima che lui se ne andasse di nuovo…-Lo so, cosa: ERA SOTTINTESO!-…- (e vi assicuro che il rossore delle sue guanciotte non è proprio così
semplice da esprimere, solamente con questi segni grafici
che Voi chiamate parole).
-Poi non so bene cosa sia successo. So solo che l’ho trovato qua, oggi, al
rientro da scuola e ti assicuro che la notizia che gli ho dato non gli ha
fatto piacere per niente-Da dove veniva?-Stava sistemando una faccenda per il tizio che lo ha tirato fuori di
galera l’ultima volta e in teoria avrebbe anche voluto che io lo seguissi,
ma evidentemente il fatto di sapersi padre lo ha spaventato più della
droga, del contrabbando, delle scommesse clandestine & Tutto Il Resto-…- (ebbene sì, gente, incredibile ma vero, la faccenda mi ha lasciato
senza parole.
Voi non ci avreste mai sperato, vero???)
-Ariel, devi aiutarmi. Dimmi cosa devo fare-Se lo facessi, chiunque potrebbe accusarmi di essere malata…ma non
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tu, vero-Mi fido di te-E allora parti, vieni ad Ovest anche tu-Ariel, non posso-Non vuoi-Ma come potrei…un tratto interminabile di strada che non ho la più
pallida idea di come coprire, un bambino che nascerà senza lo straccio
di una famiglia e con la possibilità di incontrare dall’altra parte del
continente l’ultima persona al mondo che ora ho bisogno di vedere-A tutto c’è rimedio, ricordatelo sempre, e soprattutto…se il Destino
vuole che oggi tu abbia visto Red Rose per l’ultima volta, così sarà: qui,
all’Ovest, nelle Terre Meridionali-Chissà, forse è proprio questa la sorte migliore-La sorte migliore è quella che tutti noi potremmo trovare all’Ovest. C’è
la Vita là…un mondo nuovo, un linguaggio diverso, le vere forme di
espressione umana e forse anche la pace…un giorno-Grazie, Ariel-Non ho fatto nulla. Sarai tu a seguire il tuo istinto, in qualsiasi
direzione-Tra quanto ci lascerai?-Io non…-Non mentire: so che lo farai-Non preoccuparti, Blu', c’è ancora tempo-Ehi…lo so che tanto non è affatto così. Volevo solo dirti che ci
mancherai. E tanto-Sarà forse per questo che ho la certezza di ritrovarvi tutti là, forse
anche più uniti…(sì lo so che i sogni svaniscono alle prime luci dell’alba…ma il problema
grosso è che io mi ostino a dimenticarlo troppo facilmente…ah, ma poi
no, non questa volta: sappiamo tutti che questa volta sarà diverso. Ho
ragione io, questa volta: vero?)
“I’m all bursted up
broken bones and nasty cuts
accidents will happen
but this time I can’t get up”
canterebbero i Green Day sulle ali di quelle note che il popolo conosce
come “Pulling teeth” e giù in città sta calando la sera.
Sì, insomma…è il tramonto…a Ovest.
Sento e vedo che Madamigella TV blatera iconografici frammenti senza
senso, ma riesco a reagire con un eroico colpo di reni: non mi lascerò
plagiare da
Uno Che Vuole Spiegarmi Come Potrebbe
Essere Bianca La Mia Camicia,
no non esiste… in tutto questo
non c’è Soddisfazione (No, Non Ce N’è).
Da questa mooolto crepuscolare e mooolto poco efficiente cucina di
periferia riesco a vedere Blueberry che si è già addormentata in
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giardino, sull’amaca
…l’importante è che stia meglio.
A questo punto mi ci vorrebbe una iniezione di Vita (…o di adrenalina –
che è l’unico prodotto uscente in “ina” che riesco a concepire in vena)
anche se, a dire la verità, avrei preferito quell’apocalittico panino che la
mia mente malata e anche un po’ meravigliosamente perversa è stata
costretta ad abbandonare sulla soglia del locale, ancora prima di averlo
visto (concreto e profumato) nelle mie mani.
Si potrebbe obbiettare che in effetti sono tutte paranoie cellulitiche
risparmiate…e si farebbe anche bene, lo ammetto, ma…
…IO HO FAMEEEEEE!!!
(Però non mi va di andare in cucina.)
P.S.: VE lo hanno mai detto che la pigrizia è la salvezza del popolo di
Noi Dallo Stomaco Debole?! RicordateVElo bene…c’è SEMPRE un
trucco (anche se mooolto spesso non si vede).
Tra qualche ora andrò a raggiungere En sotto il ponte: devo farlo. La
rabbia che ho accumulato dentro me anche oggi ha bisogno di
straripare e non riuscendo a calmarla, non c'è altro rimedio se non le
bombolette. E’ praticamente l’unico modo che ho di realizzare qualcosa
di concreto, di utile, di esteticamente bello e (credetemi) non è poco.
Per ora, comunque, voglio prendere qualche minuto per me stessa,
credo di meritarlo. Sono troppo affezionata ad un certo tipo di intimità e
non so se, una volta via da qui, riuscirò a goderne ancora…
…sentire l’erba fresca del giardino che mi
bagna i jeans ormai lisi dal tempo…gustare lo stereo che pompa a
volume improponibile “Pressure Drop” degli Specials senza che nessuno
(neppure Blueberry che dorme) scassi in maniera particolare…buttare
giù due o tre righe di fulminea ispirazione nel Quaderno degli Attimi
Svaniti…inseguire con lo sguardo stanco qualche solitaria Quattro
Ruote che sfugge rapidamente sulla statale nella armoniosa Sunset
Light…vedere Occhi Verdi che passa davanti casa e mi chiama per fare
due chiacc…
EH?!?!
OCCHI VERDI NON MI HA MAI RIVOLTO LA PAROLA IN VITA SUA…
NON E’ POSSIBILE STO SOGNANDO VERO?!?!
EPPURE QUEL NASINO ALL’INSU’ STA CHIAMANDO PROPRIO
ME…NON è POSSIBILE: SONO MESI CHE CERCO DI PARLARE CON
QUEL RAGAZZINO…E ADESSO CHE E’ ADDIRITTURA VENUTO A
CERCARMI A CASA IO ME LA STO LETTERALMENTE FACENDO
ADDOSSO?
NON SIA MAI: FUORI LA FACCIA TOSTA
(anche a rischio di fare la figura della ebete patentata,
quale indubbiamente sono).
-D-dici a me?(Appunto, come volevasi dimostrare. Vabbè…datemi la seconda chance,
su)
-E a chi altrimenti?-
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UNO A ZERO PER IL LATTANTE…
…MA GUARDA CHE TOCCA SENTIRE. VABBE’.
-E hai ragione pure tu… Ciao-Ciao. Sei Ariel, vero?-E tu come lo sai?-Me lo ha detto mio fratello. Io ti conoscevo solo come Morea-Uh, il mio tag mi rende famosa…- (mi viene bene il ruolo della
presuntuosa, niente da dire al riguardo…è proprio una delle mie
specialità) –ma a proposito: con chi ho il piacere di parlare?-Lo sai perfettamente-E cosa te lo fa pensare, sentiamo-Mi guardi talmente male ogni volta che mi incontri…lo devi sapere per
forza chi sono(AH, BEATA INGENUITA’…LO GUARDO MALE?! E IO CHE PENSAVO
DI MANGIARMELO CON GLI OCCHI…BOH, NON SI FINISCE MAI DI
IMPARARE SU QUESTO STRACCIO DI PIANETA)
-Anzi a dir la verità credo anche di sapere perché lo fai-Ah davvero- (…trattenetemi prima che gli scoppi a ridere in faccia!!!)
-Suppongo che ti dia fastidio essere osservata ogni notte quando
disegni-Schizzo, prego-Sì, insomma. Comunque è così, vero?-Ah, passerotto: 14 anni e ancora della vita non hai capito una
emerita…Vabbè, ma scusa, fammi capire: sei venuto fino a qua per
dirmi questo?-No, veramente no-Allora cosa-Ehm…possiamo fare un giretto?GENTE DITEMI CHE STO SOGNANDO
O FINIRO’ PER CREDERCI VERAMENTE…
HELP!
(direbbe qualcuno di mia conoscenza…mooolto beat e anche mooolto
baronetto)
-Beh, perché no-Se ti va di accompagnarmi, dovrei comprare del cartoncino e qualche
pennarello a smalto-Cos’è, lavoro scolastico, per caso?!?(sì, è vero, lo stavo prendendo in giro, ma non sono ben convinta di
quello che mi sta accadendo…
VI basti solo sapere quanto sognante e forse un
po’
skanzonato/hardcore si sia fatto il tono della narrazione.)
-No…voglio semplicemente fare andare su di giri mia madre-Sarebbe?-Voglio copiare quel graffito che hai fatto prima della ferrovia e
attaccarlo in camera-Ah…e cosa ti dice che tu sia in grado di riuscirci, sentiamo-Ma io…-
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(ekkeddiavolo, l’avrò anche ammutolito ma se lo merita, il lattante…chi
gli dà l’autorizzazione anche solo a pensarle lontanamente, Certe
Cose…
sarò anche paranoika, idiosincratika e tutte quelle
robacce là che dite VOI…
…MA IO NON TOLLEROC HE UN FRINGUELLLETTO DI 14 ANNI SI
SENTA IN DIRITTO DI APPROPRIARSI DELLA MIA ARTE
METROPOLITANA. CHIAROOOOOOO?!)
-Ma tu niente: sorvoliamo. Piuttosto, se vuoi un consiglio…questo non
basta a far andare su di giri una madre-Ah no-No. Non quanto speri tu, almeno-E tu che ne sai-A trattarle bene, le madri non faranno mai quello che vorremmo noi.
Cattiveria, crudeltà ci vuole (o non otterrai mai niente)-Non avrei mai pensato che da te potessero arrivare frasi del genere-Si vede che non mi conosci per niente. E dammi retta, passa alle
bombolette: fai sentire la tua voce e liberati…finche’ sei in tempo-Io voglio venire all’Ovest-Non dire mai cose in cui non credi-No, è vero. Mio fratello mi ha raccontato di te e di quello che dici in
giro. Mi hai aperto gli occhi, io non avevo mai neanche pensato a niente
del genere. Neanche nelle peggiori inciuccate-Strano…non ti ho mai visto, giù al locale-E infatti non ci sono mai venuto: per quale ragione dovrei sorbirmi la
doccia di fango da parte di quell’idiota di mio fratello?(IDIOTA?!? Beh, facciamo finta che le mie soavissime orecchiucce non
abbiano udito un’emerito alcunché: d’altronde la pulsione fisica che mi
spinge verso queste due divine creature è talmente sfrenata e –
soprattutto - talmente, dannatamente uguale che non mi consentirebbe
di esprimermi obbiettivamente. No.
P.S.: Però, che linguaggio akkulturato…)
Ops…mi sa che mi sono smarrita un po’ troppo…che andava dicendo il
nasino all’insù qui presente? Ah, sì: suo fratello (cioè uno degli ipotetici
Uomini della Mia Vita) che gli rompe.
–A parte il fatto che in quell’antro bordelloso che voialtri vi ostinate a
chiamare locale non potrei fumare perché se qualcuno canta con mia
madre io ho finito…-Prolungare la frequentazione con la donna che ti ha messo al mondo
ha i suoi pro e i suoi contro-Non ho capito-E infatti non devi. Continua la sequela delle tue farneticazioni da 14
anni di ormoni in circolo-…- (Voi che ne dite, l’avrò indispettito a sufficienza o devo continuare
ancora un po’? Vabbè, ora vediamo) –Voglio dire che non c’è nulla di
meglio che prendersi una bella inciuccata giù al campo con i miei
migliori amici-Con quei tre specie di gnomi, seduti sulla lunetta a guardare il
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canestro con la bottiglia che sei riuscito a fregare dal frigo trenta
secondi prima di uscire? Sorry, ma non è il mio genere. Preferisco
l’antro bordelloso, con tutta la musica, gli Annessi E i Connessi-Io sto benone così-Ah…non credo proprio. O non passeresti la maggior parte delle tue
dementissime notti a guardare la sottoscritta che viola la legge,
divertendosi come una Povera Pazza al solo pensiero dell’incombente
arresto che (no doubt about it) prima o poi arriverà. A te non ne viene
praticamente nulla, voglio dire-E tu che accidenti ne vorresti sapere di quello che viene a me. Non mi
conosci, non sai un dannatissimo nulla delle mie aspirazioni: sembri
mia madreOK OK OK QUI CI STIAMO ALLARGANDO UN PO’ TROPPO
O IL BARATTOLETTO LA FINISCE
O IO LO STENDO
(NON CREDO CI SIANO ALTRE SOLUZIONI)
-Senti un po', a me sembra che qui si stiano invertendo i ruoli (…come
direbbero i sociologi, e non so se mi spiego). Tanto per cominciare, direi
proprio che sei TU quello che non conosce ME; ergo non ti permettere
neanche lontanamente. Poi aggiungerei che IO con TUA MADRE non ho
un beato accidente da spartire; ergo non ti permettere al quadrato e se
mi gira anche al cubo. Ma comunque, prego, sentiamo…quali sarebbero
queste tue fantomatiche aspirazioni-…-Ah, una raccomandazione: non ti offendere se ti sbotto a ridere in
faccia, avrò sicuramente tutte le migliori ragioni, fidati-Io suono in un gruppo- (e dovreste sentire il tono da fanfara…chissà
che avrebbe detto se fosse stato
il Presidente-In-Persona…)
-Ah sì- (pregherei sottolineare il tono annoiato al limite dello sbadiglio)
-Sì. Il bassoOPPORCAVACCACCIALURIDA…
NON AVEVO MICA REALIZZATO…
UN ALTRO MUSICISTA…
PANICOBASTANONNEPOSSOPIU’!!!!
FUGGIRE?
MAI!
SIAMO IN BALLO & BALLIAMO
(ho sentito dire in giro che quando il gioco si fa duro i duri iniziano a
giocare…o qualcosa di simile, comunque)
-Ah, il basso…e che genere fate?-Ma…è inutile che te lo dico, sicuramente non ne capisci un accidente-Tu prova…hai visto mai- (poveretto: mica si rende conto…non capisce
proprio che, qualsiasi cosa avrà il coraggio di tirare fuori, io gli sputerò
a raffica almeno una mezza dozzina di nomi - no mi sa che proprio non
capisce…)
-Beh, noi facciamo hardcore-
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-Pffff…TENETEMI O LO SOMMERGO
TENETEMI O LO SOMMERGO
TENETEMI O LO SOMMERGO
(di risate, ovviamente…
ah, mi potreste prestare un fazzoletto?
…ho praticamente le lacrime agli occhi)
-Scusa, perché ridi?-Niente. Capirai quando sarai più grande…credi a me…anzi quando
avrai l'accortezza di riconoscere chi ama l'hardcore da chi non ne
capisce un accidente. Piuttosto, fate cover?-Sì, Green Day, Nofx, Offspring…(e sarebbe hardcore…
ma sentilo, il piccolo incompetente…
quasi quasi me ne vado e ti mollo qua
no no posso non ce la faccio…
…lasciare questi due occhioni
e questo nasino qua da soli no…
…a tutto c’è un limite: anche alle mie manie di superdonnismo).
-E magari suonate anche un po’ di ska-Cioè???-Oddìo …non sai cos’è lo ska?-Scusa?-Ti direi che è musica, ma…
Lo ska non è un genere musicale:è uno stile di vitaVITTORIA, GENTE: COLPITO E AFFONDATO, IL GALLETTO HA
ABBASSATO LA CRESTA E SI PREPARA A CADERE NELLE GRINFIE
DELLA VOSTRA (ORMAI) BENEAMATA BEAT-POETESSA
Ovvero: questo da qui non scappa, è solo questione di attimi e VI spiego
anche il perché.
Anzitutto, datemi una sola ragione per cui dovrei lasciarlo qua, visto il
mio stato emotivo, che è chiaramente preda di quello strano fenomeno
un po’ divino e un po’ da commedia noto agli intellettuali come afasia…
…sapete, la difficoltà nel parlare quando si ha davanti uno spettacolo
dalla bellezza sconvolgente
COME QUESTO
Sì, perché in effetti c’è qualcosa che forse non ho detto in maniera
appropriata riguardo al suddetto scricciolino 14enne …
…E’ TALMENTE BELLO CHE HO PAURA DI TOCCARLO
…E’ TALMENTE ANGELICO CHE HO PAURA DI SPORCARLO
…E’ TALMENTE PERFETTO CHE HO PAURA DI ROVINARLO
…non gli posso permettere di allontanarsi: devo riuscire in qualche
stradannatissimo modo a captare una (seppure) piccola scintilla della
sua essenza…ne ho un bisogno vitale. Credetemi.
Eppoi, sono pur sempre una Rascal-Kid abbandonata a se stessa e con
una dose incalcolabile di ormoni in circolo…voglio dire…non ci metto
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nulla ad abbandonare tutte le intricate situazioni della mia
sbandatissima esistenza e a squagliarmi nelle braccia del suddetto (non
a caso è la creatura più bella che io conosca).
Come dite?
Sì, certo…lo so perfettamente che il suddetto ha un fratello e non c’è il
minimo bisogno che mi ricordiate quanto ho sproloquiato al riguardo
fino a poco fa.
Ma quella è un’altra storia e non preokkupateVI che poi VE la
racconto…
…E NON MI INTERROMPETE QUANDO PARLO
CHE’ MI ARRABBIO COME UN’APE…CAPITOOOOOO???
Ho da fare, ora.
-Insomma, com’è che ti chiami-Occhi Verdi-E vorresti venire all’Ovest-Già-Ma perché lo chiedi a me, scusa: non avevi parlato con tuo fratello?-Con Pid’? Ci vai già tu-…Ah, allora lo sai-Sicuro-E che vorresti da me-Devi convincere mio fratello a portarmi con voi-MA SEI SCEMO???(ovvero: e io a chi li vado a dare i resti?!)
-Prego?-Niente.-E allora?-Non lo so…devo vedere-Cosa(Te lo dico io cosa…)
–Vieni stanotte intorno all’una sotto il ponte-Graffito?-Mooolto mooolto speciale-D’accordo. Vuoi una sigaretta?-Grazie- Non sarà la mia solita adorata Camel lights…ma anche una
inflazionatissima Marlboro lights sa diventare speciale, se donata dalla
persona giusta. Già.
Non sentite quanto è divino il fumo che ne esce?
No? Beh, io sì’.
A questo punto verrebbe spontaneo chiedersi se sto impazzendo più io
che me la vivo o più Voi che, con irrazionale masochismo, continuate a
sorbirVEla – pagina dopo pagina.
Mi sembra ovvio che la risposta non c’è.
Ma VI assicuro che c’è una fine
(almeno penso…credo…spero).
Driiinnn!
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-Blu’…sono Ariel-Ari?! Ma dove accidenti sei?-Alle botteghe del villaggio-E pourquoi, se mi è concesso-Mentre dormivi, davanti al nostro giardino è passato Occhi Verdi-Il fotomodello poppante?-Ya, voleva parlarmi-E tu sei uscita con lui?!?-Ma fammi capire, dovevo lasciarlo là???-Evvabbene, ma ha due anni meno di te eppoi (…scusa se mi azzardo,
ma mi sembra il minimo ricordartelo) TU – ripeto TU - avresti anche un
ragazzo che, a quanto ne so io, non vedi da almeno tre giorni-Ok ok ok-…Ok-cosa?-Ok-ti-spiego: si dà il caso che io abbia visto Fb proprio oggi in salaprove e soprattutto si dà il caso che Fb non sia più il mio ragazzo-Vi siete lasciati?!?-L’ho lasciato, prego-E non me lo hai detto?-Signorina, eri tu quella che mi ha sommerso di urla, lacrime e
maledizioni per il frugoletto che ti porti dentro. Non io-Scusa-Figurati, siamo qui per questo. Comunque, volevo farti sapere che non
torno a cena-Ti dirò…l’avevo intuito-Da cosa-Sai com’è: sono le undici passate!!!-Ops…-Don’t worry, scemotta! Vai a schizzare?-Sì, è per En: glielo devo…-Problemi?-Mettila così: te lo ha mai detto nessuno che il peggio non è mai morto e
che tantomeno ha intenzione di farlo qui adesso?-D’accordo, qualcosa mi dice che è meglio se non indago oltre-Brava, ho sempre pensato che sei una persona in gamba (e
modestamente non è un caso se sei diventata la mia migliore amica)!!!
Mi raccomando, non mi aspettare stanotte, farò tardi-Ma se lo faccio sempre in ogni caso-Sì, ma da oggi devi starci attenta: non sei più sola…siete in due
adesso-Buonanotte, cuccioloClick.
E’ buio, ormai; le finestre vanno a dormire, una ad una; il gelsomino
notturno si lascia smaliziatamente scoprire dall’ignaro viandante…
…E, al di là dell’orizzonte, gli opposti si ricongiungono in quell’unico
ricciolo di luce che brilla in fondo alla notte.
“Nuovi giorni sorgono
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in questa notte di fine millennio.
I miei sentimenti odiano
questo bigio castello di carte.
Non c’è respiro per anime che credono.
E’ la ispida verità,
patto tradizionale,
che ancora brilla…
palpita…
spera."
Prego, come dite?
Ah, chi è l’autore dei versi…
Ok, Vi voglio dare un aiutino: il nome Ariel non VI dice nulla?
Sapete com’è…certe nottate sofferte, piante e infeltrite dalla bile
passano alla storia
(…che volete farci: noi poetesse beat e anche un po’ ska siamo fatte
così; megalomani e abbastanza saccenti…ci piace mettere in mostra il
nostro archivio cerebrale.)
-Ciao Ariel-En…non ti aspettavo così presto-Ti comunico che non sei la sola a cui piaccia guardare il cielo da sotto
il ponte…guarda caso qua ti ci ho portato io, la prima volta-En-Cosa-Anche se non te l’ho mai detto e penso che forse non te lo dirò mai…tu
sai che ti voglio bene, vero-Anche se non te l’ho mai detto (ma non escludo che qualche volta te lo
dirò)…lo so-Ci vediamo all’Ovest?-Non so se riuscirò a muovermi in tempo, ma ti assicurò che se potrò
sarai la prima persona che mi vedrà arrivare-
43
= Due =
Ed è ancora buio.
E non lo è mai abbastanza (per coprire questi nostri sberleffi vandalici,
diretti alla Vostra sonnolenta società di benpensanti).
A volte penso che sia tutto inutile e che non Vi accorgerete mai di noi;
penso che non ci sarà sfogo per l’infezione purulenta che cova spietata
nella linfa dell’underground cittadino; e penso anche che dovrei
smettere, uccidere il lato di me che vive di graffiti e concedermi
tranquillamente giornate intere a massacrarmi di canne sotto l’ombra
del salice, giù alla spiaggia.
Ma il più delle volte so di sbagliarmi.
Sì, miei cari: non avrete mai
(capito, mai –
e non avete idea di quanto
il tono della narrazione si sia fatto intransigente…dittatoriale, direi,
se questo non andasse sonoramente
contro le mie sto(r)iche ideologie
di anarkica convinta)
la soddisfazione di vedermi smettere solo perché il mio grido di rabbia
non riesce ad arrivare fino a Voi.
Io non mi esprimo in funzione Vostra, anzi, direi proprio che, se decido
di esprimermi, lo faccio prevalentemente per me stessa, per rendermi
conto che (forse) in qualcosa so impormi, che (forse) la mia esistenza
riuscirà a fissarsi in un briciolo di eterno, che (forse) la mia inettitudine
di poeta non è poi così disperatamente globale. Se questi colori, così
incredibilmente armoniosi e sgargianti, si sono andati ad accoccolare
sul muro in forme che sfiorano la perfezione…è solo perché sono IO che
li ho creati.
=FUCK ya ALL=
Urla la muratura cementizia e un po’ periferica: e sinceramente non
credo che ci sia un destinatario definito per il suo messaggio…dato che
noi Menti Creatrici non sappiamo bene che volto abbia la vittima
sacrificale della nostra sempiterna rabbia…odio, diciamo pure.
Mah…forse per En qualche idea ce la potrei avere, a pensarci un po'.
Voglio dire, non so perché, ma credo che nella sua mente…o nella sua
anima…insomma, dentro di lui, il Male il Nemico la Radice da estirpare
si siano create un’essenza, delle fattezze
hanno il ghigno perfido di chi sa di averti
consapevolmente donato la morte
hanno l’espressione sprezzante di chi sa
di rappresentare per te qualcosa
di troppo importante
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hanno l’atteggiamento vacuo e crudele di chi
sa di poter giocare con te
a qualsiasi materiale passatempo – con la
squisita, matematica certezza che sarai tu
(non lui) a pagare il biglietto d’ingresso
hanno quella insopportabile, inconfondibile
spavalderia di colui che è già segnato
e si diverte satanicamente, trascorrendo
i giorni (che lo separano dalla Fine) a invitare
alla Gita di Piacere ogni singola vittima
del suo fascino d’esteta.
En sa che il Suo Lato Oscuro si chiama Skye…
En sa di odiarlo…
(e questo è innegabilmente un bene)
En è innamorato di lui…
(e credo che il discorso termini qua).
Eppoi, il discorso per quanto riguarda me e le vittime del mio odio…Ve
lo risparmio volentieri.
La lista dei nomi è troppo lunga eppoi la conoscete: parte da chi ha
avuto la stupenda (…sarcastico, ovviamente) idea di farmi venire al
mondo e termina con ogni singola persona che mi vive accanto.
Per adesso va così e non ci posso far nulla. Pazienza.
E lasciatemi finire i contorni del graffito in una maniera un po’ b-boy
…sapete com’è, è arrivato Occhi Verdi…
Voglio
dire:
Risentita
Sociale
sì,
ma
pur
sempre
mooolto fanatica, mooolto egocentrica e soprattutto mooolto MONTATA.
O no?
DED. TO: NO-ONE
FROM: PUCK & MOREA
-E’ bello, En-Sì, respira amore rabbioso… (E che ci posso fare? Il Mio Socio è un sentimentale e dice sempre che
quando, un giorno, mi innamorerò anch’io diventerò pure peggio di
lui…
…Ah. Non credo che vivrà abbastanza per vederlo…
Ops!!!
Cioè, no…fermi: non volevo dire quello che avete pensato…e non volevo
proprio dire quello che ho detto…oddìo e ora come faccio a farVElo
capire?
Vabbè maddài…vero che avete capito sì? sì? sì? meglio, anzi fikkateVI
bene in testa che En deve vivere almeno altri 257 anni, perché lo voglio
io, perché se lo merita, perché deve venire all’Ovest, perché insieme
dobbiamo imbrattare TUTTI i muri di TUTTE le città del pianeta eppoi
perché lui non può lasciarmi qui da sola in pasto ai pescicani, non può
davvero…
E’ l’unica persona di cui mi fidi davvero, En - - oltre a Blueberry,
naturalmente,
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ma con lei è diverso…
se non fosse stato per En,
probabilmente ora io non sarei qui
a raccontare tutte queste idiozie
ma sarei piuttosto spiaccicata sull’asfalto,
6 metri sotto il davanzale della mia finestra.
Fu grazie a En
se ho stabilito che 6 metri sopra
era un gap niente affatto da sottovalutare).
-Sigaretta, Ari?-Ho di meglio-Nero?-No, Verde: ed è tutta tua-Non ne vuoi?-Ah sì che ne vorrei, ma per due non basterebbe e comunque l’ho presa
per te: l’ho fatta con le mie manine, contento?-Sì, ma a cosa devo il piacere-Niente subdole illazioni: semplicemente, questa è un regalo che una
bimba ha fatto al suo Angelo Custode, con la quasi certezza di farlo
felice-Beh, grazie…Ari, io v…-Grazie-&-stop: OK?-…OK, grazie-&-stopStelleLunaCielonero
=FUCK ya ALL=
(sorride)
e anche stanotte la polizia ha pensato bene di rimanersene sotto le
coperte calde, a ronfare sonoramente, in attesa della sveglia delle 6.
-Ariel, non sarà un po’ troppo tardi?-Credo che rimarrò qui ancora un po’…non so, magari butto giù
qualche riga-D’accordo. Allora buonanotte, ma…dimmi un po’-Cosa-Ma tu lo conosci quel ragazzino con gli Occhi Verdi che sta seduto là
sul muretto?-Eh? IO?! Perché?-No, niente…così. Mi chiedevo solo cosa ci trovi di interessante a
guardarci ogni santa notte-Non te lo so proprio dire…-E’ assurdo-Cosa, di preciso-Beh, come fa a scoprire di volta in volta il muro dove lavoriamo-Ecco, questa è una bella domanda…-…Mi nascondi qualcosa, Ariel?-
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-Potrei mai?!?-Ok, ok: me ne vado, buonanotte!-Buonanotte, bimboUFF…ANCHE PER QUESTA VOLTA L’HO SCAMPATA…
MA NON FACCIAMOCI L’ABITUDINE
PERCHE’ NESSUNO E’ INVINCIBILE, IO MENO KE MAI.
CHIARO?
Poesia nell’attesa che il bebè si faccia avanti?
Eh? Sì? Ok, accontentàti…ma sia chiaro: solo perché me lo avete
chiesto Voi e niente affatto per il mio egocentrismo esibizionista.
D’ACCORDO?
D’accordo – e che nessuno si azzardi a smentire.
“Confessioni d’inettitudine
colmano
l’aria spessa di una notte mezz’estiva.
Colori sofferenti
per bagnare i nostri sogni
di una patina
lontana e responsabile.
Il caldo è l’unico compagno,
fratello improbabile
di una crisi esistenziale nata figlia unica,
che palpita:
piano, forse…
a stento…
Ma c’è. E passerà
(con Lui)
(se vorrà darmi una pallida mano).”
P.S.: Quanto non mi sembra vero che questi ritagli meravigliosi mi
vengano fuori nei momenti più inaspettati…e quanto mi secca ché me li
perdo… visto che li scrivo sui pezzacci di carta più immondi che mi
capitano sotto mano!!!
(Potenza dell’happening.)
-Senti un po’, mi hai fatto venire qua con un motivo ben preciso o devo
semplicemente starti a guardare mentre scrivi qualcosa che ignoro?-Tu intanto siediti-Capirai: sono stato seduto fino ad ora-Peggio per te: io ho intenzione di aspettare l’alba-Da sola?-Beh, questo dipende-Da cosa?-Da te- (MI verrebbe da chiedergli se ci fa, se è fuori come un balcone, o
se semplicemente se la sta tirando come un Povero Pazzo…ma mi rendo
conto che la cosa non risulterebbe molto tattika. Almeno, sono sicura
che il Tancjo la penserebbe così).
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-Beh, per quanto mi riguarda non credo di aver di meglio da fare-Se questa è la voce di un poppante 14enne che mi sta facendo la
grazia, te la guardi da solo l’alba. In fin dei conti, sei sempre ospite in
territorio mio-Ok, ok stavo scherzando. Vuoi una birra?-E questa da dove spunta fuori? Gran Riserva o più semplicemente
Furto?-L’ho presa dal frigorifero di mia madre…ce ne sono sempre talmente
tante che non se ne accorgerà mai. Credo che non abbia neppure una
pallida idea di tutte le inciuccate che mi ha finanziato-Ricchi di famiglia, se posso permettermi?-Mio padre traffica con la legge…uno dei pezzi più grossi, purtroppo-Purtroppo?-Non lo vedi chiaro davanti a te, il mio futuro bello & prestabilito?-Scusa, ma ho delle difficoltà…miopia, forse?-Eccomi qua: Andrew, per il popolo Occhi Verdi diploma comprato a
suon di bigliettoni università sfondata a forza di Calci in Culo e poi
dritto-dritto nello studio del Mostro-E vuoi andare all’Ovest per sfuggire a questa PseudoBabilonia di fine
centuria-Anche, ma non è la Via della Mia LibertàAh no? Questa è grossa…musicista, skazzato e pure carino…E NON
GLI BASTA ANDARE ALL’OVEST?!?
-Voglio andare su, fino alle Montagne di Mezzanotte-A fare-Snowboard-Uh, la tavola…devo ammettere che mi piacerebbe: in fin dei conti lo
dicono tutti che c’è un’anima interiore che lega l’hardcore, i graffiti, il
surf, lo snowboard & la Marijuana-Fumi?-Me lo hai già chiesto-Ah già-E a te piace stare con le ragazze?-Questo io non te l'ho chiesto!-Rispondi, allora-Perché, non si vede?-Ah…quindi per te quello sgorbietto che ti trascini dietro per i corridoi
del liceo con aria da martire impalato vorrebbe dire stare con le
ragazze-Problemi?-Ok, mi costringi a ripetere la domanda: IO posso andarti bene…eh?-Direi che questo non mi era passato nemmeno per l'anticamera del
cervello -Lo devo prendere come un no?-Ma tu hai il ragazzo-Se permetti quello è un problema mio…anzi, più che altro SUO, ma
questa è un’altra storia-
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-E sei anche più grande di me-Io continuo a pensare che tu non mi voglia-Certo, se tu la smettessi di giocare con i miei capelli e ti facessi trovare
nei paraggi della mia bocca…il discorso sarebbe diverso, non trovi…SCUSATE, CREDO DI AVERE UN IMPEGNO,
TORNERO’
SE-E-QUANDO POTRO’…
PER INTANTO VI LASCIO
“WHEN I COME AROUND” DEI GREEN DAY,
CHE MI SEMBRA LA più APPROPRIATA
DELLE MOTION PICTURE SOUNDTRACKS…
(…per un sacco di buoni motivi…)
SEE YOU LATER, PEOPLE
("with love from me to you").
Oddìo
Oddìomìo
Aiuto
Posso fare una domanda (non so bene se più a me o più a Voi)? Sì?
Bene.
Sparo, allora.
“Ma ce l’avete mica un’idea sul motivo per cui questa splendida
creaturina di 14 anni dal naso all’insù e gli Occhi più Verdi che io abbia
mai visto sia finita proprio con me, tra le mie braccia, sulle mie labbra?”
Se sì, ditemelo…perché io sto ancora cercando di capirlo. Voglio dire,
qualche ora fa ero l’essere più sgraziatamente indisponente del pianeta,
con un morboso fantasma che insisteva a farmi da fidanzato, con una
massa di bestie per amici e con il solo desiderio di fuggire all’Ovest – il
prima possibile - nella macchina di uno sconosciuto…che risultava
essere il fratello di UNO troppo complicato da avere.
Lo stesso che mi sta accarezzando i capelli in questo momento.
Lo stesso che (forse) mi ha regalato la notte più bella della mia vita.
E’ perfetto, non credo di avere altre parole, e so che tra pochi
fugacissimi giorni lo dovrò perdere. Fate di me ciò che volete, people,
ma esaudite il mio ultimo desiderio:
Lasciatemi imporre una traccia indelebile
nei giovani ricordi di questo esserino.
E’ l’unica cosa che mi farebbe sentire bene.
-Ariel-Dimmi-Posso avere un ultimo bacio?-Ultimo?!-Devo rientrare-A domani, allora…-Buonanotte…-Cosa c’è-Sei contenta di aver visto l’alba?-
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-E’ stata la più bella ch’io abbia mai visto“Adesso posso anche morire, per la cronaca”
&…
”Please, don’t let me be misunderstood”
(quella degli Animals, ovviamente.)
Sul serio…non fraintendetemi, perché sono le sei e un quarto e io non
so se riuscirò mai più a elaborare qualcosa di razionale.
Avete presente la Ariel della prima pagina, quella stessa Ariel scontrosa,
diffidente nei confronti di tutto e/o tutti, quella che aveva come grido di
battaglia un furibondo e rabbioso
= Gettaoutahere =
che non si riteneva in grado di poter amare un uomo e che pensava di
ritrovare se stessa solamente all’Ovest, a miglia e miglia da qui?
Ce l’avete presente?
Bene.
Dimenticàtela.
Fate finta che non sia mai esistita, perché credo proprio che sia così
(almeno per il momento, almeno per la sottoscritta…che ha motivo di
ritenersi discretamente informata al proposito). Voglio dire…gente, io
credo di aver sbagliato proprio tutto, dall’inizio alla fine. Vorrei che Voi
capiste come mi sento, davvero.
Sono quasi sul punto di ringraziare mia madre perché mi ha messo al
mondo - e già questo lievissimo particolare risulta essere mooolto
preoccupante…
Ringrazio quasi le divinità iperuraniche di avermi donato un cuore (o
un’anima, fate vobis) in grado di provare sentimenti.
Almeno: credo che di sentimenti si debba parlare, perché non ho mai
provato sensazioni del genere, io non conosco questa serena felicità che
mi pulsa dentro, io non ho mai conosciuto prima d’ora la gioia di
donare briciole di me a qualcuno, io non sono mai stata così
schifosamente triste all’idea di dover abbandonare una persona, anzi
no, un ragazzo…
forse l’unico che, nel giro di due ore e con la sfrontata innocenza di 14
anni vissuti in modo totale, mi ha lasciato intravedere gli orizzonti
interiori che potrei arrivare a toccare, se solo volessi.
Probabilmente lui non se ne accorgerà mai. Probabilmente lui non
prova minimamente quello che sto provando io in questo momento.
Probabilmente non è nemmeno successo nulla, probabilmente ho solo
sognato tutto.
Già, dev’essere sicuramente così: perché io non sarei mai in grado di
lasciarmi andare con qualcuno come ho fatto con lui, perché io e Occhi
Verdi non ci siamo mai rivolti la parola in vita nostra, perché quando
domani riaprirò gli occhi troverò il sole che ancora fa finta di girare in
senso orario attorno al pianeta, troverò Meck che mi fa sbavare come
una lumaca di notte (senza che lui se ne accorga minimamente), troverò
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il Tancjo che rimane sempre e comunque un sogno adolescenziale e
troverò Fb a farmi bruciare centiare del mio fegato purtroppo ancora
giovane e promettente…
VI dirò, è uno sporco mestiere ma qualcuno lo deve pur fare…
VI dirò, non so per quanto ancora sarò in grado di sopportarlo(mi)…
VI dirò, soprattutto dopo quello che potrebbe essere accaduto stanotte.
Questa proprio non ci voleva.
Non ora, almeno.
E “Keep it” dei Dexys Midnight Runners è la
skazzata, skatenata, skanzonata
motion picture soundtrack del momento e me la canticchio, tra il
sognante e l’amareggiato, in quest’alba che mi conduce lungo il Viale di
Casa.
Paura? Già passata.
-Hola, Ari-‘ao-Faccia stanca, stamattina?-Sarà bella la tua-Sorry-Blu’…ho bisogno di aiuto-Oh, e che è successo: la signorina “autarkia più che anarkia” si umilia
e lancia un S.O.S.-No, sul serio: Blu’, sto malissimo. E’ successo un guaio-Stanotte?-…sì-Oh, guarda che di ragazza madre ne basta una, qui dentro: è chiaro?-Non ci siamo; lo sai bene che su certe cose io non transigo-Scusa, stavo scherzando. Ma…cos’altro può essere successo di tanto
grave, non capisco-Sono stata con un ragazzo, Blu’-Emmagari con Fb, fosse la volta buona…-Santoddìo, me li concedi cinque minuti di serietà, per favore?-Scusa…ma chi è, spero non quel ragazzo con cui devi partire-Peggio. Suo fratello-Il neonato?!?-E’ la persona più matura che io abbia mai conosciuto, in questo sputo
di posto, credimi-Ma…come…voglio dire-Abbiamo fatto l’alba, giù al ponte. Insieme-Sei impazzita, magari? No, perché se tu mi assicuri che sei impazzita io
smetto di preoccuparmi-Guarda Blueberry che non è difficile: io desidero quella creaturina da
tempo immemorabile, anche se fino a dodici ore fa ero convintissima
che non l’avrei mai potuta avere. Poi, non mi chiedere come (perché non
lo so), me lo sono visto arrivare davanti a casa, ché voleva parlare con
me. Abbiamo passato insieme la sera e la notte…le più dolci che abbia
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mai vissuto-Sicura?-Sicura. E questo è quanto. Solo che adesso ho una paura fregata-Di cosa-Di riprendere a vivere(…)
-Non ti capisco-Ascolta. Senti questa moto che sta passando?-Sì-Bene, questa è di uno sconosciuto, ma tra una decina di minuti sarà
quella di Meck che viene a dare il via a una nuova giornata e
sinceramente io non so proprio quello succederàUn tavolo divide il sorriso un po’ opaco di Blueberry dal mio. Tazze di
caffè fumante e una brocca bianca dal manico scheggiato, con gli
orsacchiotti dipinti sopra. Un passerotto si è posato sul davanzale, ma è
fuggito subito infastidito dal rumore della lavatrice.
La casa è meravigliosa, soprattutto alle otto di mattina, quando la
percezione è ancora stordita dal sonno interrotto.
Io sto mangiando qualche biscotto con il cacao e Blu’ mi respira una
sigaretta direttamente in faccia (sebbene sappia perfettamente quanto
mi dia fastidio!). L’orologio gigante da parete dà chiari segnali riguardo
al fatto che Meck (il M.M.A., mio-migliore-amico, sempre lui) sta per
arrivare.
Io lo so che tutto questo mi mancherà, un giorno. Io lo so che soffrirò
come un cane da tartufi privo d’olfatto. Io so solo che devo farlo; me ne
vado, voglio andarmene perché ‘sta storia l’ho decisa io. (Punto & Basta)
-Blu’-Dimmi-Sei importantissima, lo sai-Tu dici?!-Non te lo dimenticare. Ché tanto lo sai, non può piovere per sempre (e
se anche non smette noi apriamo l’ombrello)-Grazie, Ari. Quando te ne andrai?-Vuoi che passo al drugstore a comprare il detersivo-Rispondimi: ho diritto di saperlo-Non avevi detto che era finito, ieri-Ariel, dimmelo. Non farmi soffrire a vuoto-E’ arrivato Meck, vieni a scuola con noi?-No, devo sistemare alcune cosette in casa e poi andrò dal ginecologo.
Ti raggiungo a mensa, così seguiamo le lezioni del pomeriggio assieme-D’accordo…Blu’?-Cosa-Fidati: soffriresti di più, se io te lo dicessi subitoCredo che Blueberry stia dicendo qualcosa, sento le sue parole che si
infrangono contro lo spessore ligneo della porta di casa
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ma ormai è troppo tardi, non ho più la forza per ascoltarla e vorrei
evitare di scoppiare in lacrime, a prima mattina. Vorrei solo una cosa.
Riuscire ad andarmene senza che lei se ne accorga. Vorrei ritrovarla
all’Ovest, felice, allegra, con il cucciolotto (no, credo che preferisca una
bimba) in braccio e – magari - Red Rose al fianco.
Sarebbe tutto più semplice, così.
E’ così che dovrebbe andare, dannazione.
E chissà…se davvero nascesse una scricciolina potrebbe chiamarla
Ariel
(se la conosco come credo,
non escludo che lo farebbe,
voglio dire, io lo farei).
Ok, basta, stop. E’ ora di
Vivereviverevivere
Vedo i pescicani che mi attendono, un paio di metri sotto questa
precaria trave di legno.
Mi butto? Ok, andata!
-Buongiorno, mio caro-Buongiorno, splendore-Noti nulla di diverso?-SEI IN ORARIO? SEI GENTILE? NON PUZZI?-Ma no!!! Mi sono tagliato il pizzetto!!!(Ah, ecco perché la sua somiglianza con le capre della spiaggia era un
po’ meno accentuata del solito… Oh, ma non glielo dite ché altrimenti si
offende e poi chi lo sente più? Io no.)
-Gìà. Vero-E come sto?-Ma veramente…-Mi sognerai lo stesso di notte, sì?Sapete una cosa, gente? Sarà una vita che conosco questo essere privo
di senso, ma da quando è iniziata la faccenda in questione non lo
sopporto più…
Insomma, che satana gli cambierà mai se io nutrissi certi appetiti nei
suoi confronti o meno, ecco quello che vorrei sapere!
Voglio dire, certo che me lo sogno di notte ma d’altronde…
…POTREI FORSE AMMETTERGLIELO?
…EH NO! NONSIPUO’!
…ECCO.
In fin dei conti, non credo di avere molte speranze, sapete. Non posso
cedere, per lo meno palesemente, davanti a lui. Ama la sua ragazza,
lui…
(Anche se poi andrebbe su tutte le furie se gli raccontassi di Occhi
Verdi, di stanotte)
(E dunque, in fin dei conti: perché farlo?)
(MA, CARO MIO, MI RIMPIANGERAI…
…QUANDO ME NE SARÒ ANDATA)
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-Ariel, sei dei nostri?- (…se non altro è l’unico che riesce a non
chiamarmi in quel modo ridicolo che pare vada tanto di moda:
“Ari”…ma che gli farà fatica pronunciare due idiotissime lettere in più?
Boh)
-EH?! Sì, scusa…non ci sto molto con la testa-Ma hai dormito stanotte?-Pourquoi?! E comunque…ti risulta che io dorma frequentemnte, la
notte-Ok…ma hai una faccia talmente strana-Càpita…-Ariel, cucciolo, ti devo parlare- (FOSSE LA VOLTA BUONA?!?)
-Di cosa…-Di quello che hai combinato a Fb- (COME NON DETTO)
-Che vuoi- (E pregherei lorsignori di notare QUANTO infuocato,
ruggente direi, si sia fatto il tono di voce della sottoscritta)
-Voglio salvare il rapporto della mia migliore amica-Nessuno te l’ha chiesto…-Ariel, stammi a s…-…perché quel rapporto non è mai esistito-Ma che dici-Già, mai esistito: proprio come quello tra te e Kitty, no-Cerchi guai tu, stamattina?-No, cerco tranquillità (se proprio lo vuoi sapere)-E chi ti dice che tu non la possa trovare tornando con Fb-Ma falla finita, non te l’hanno ancora spiegato che Babbo Natale non
esiste-Tu NON ti puoi mettere con qualcun altro-Ah no-No, non puoi ucciderlo in questo modo-Uhm: e sentiamo, che dovrei fare secondo te…monastero, eremitaggio,
clausura forse-…Mettiti con me- (UH?!?)
-Meck, non scherzare-Guarda che non sto scherzando-Meck, ritira quello che hai detto. O potrei prenderti in parola-Lo sai perfettamente che io senza di te non posso vivere-Sì, ma non così tanto come mi vuoi far credere-Ariel, io con te mi ci metterei…te l’ho detto milioni di volte-Aàh…al massimo noi, insieme, potremmo metterci in affari, lo abbiamo
già fatto questo discorso-Scappi con me?-Dipende, dove?-Verso gli Arcipelaghi Sudorientali, magari-Si può fare, sai-Ehi, ti ricordi quando eri più piccola e ti dicevo che in due-o-tre anni
saresti diventata una splendida ragazza e che ti saresti messa con me-Ebbè-
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-E se fosse giunto quel momento?(ORA LO AMMAZZO E, VOI MI SIETE TUTTI TESTIMONI, IN GALERA
CI VADO FIERA DELLE MIE AZIONI)
-Ma tu…non eri venuto qui per farmi rimettere con Fb-IO…-Ma datti fuoco, ienaE ci terrei a comunicarVI che la radio sta sparando, come Motion
Picture Soundtrack (a volume improponibile) “Perfect Government” dei
Nofx…specie quel pezzo che dice:
“And who the fuck are you, anyway?
Who the fuck are they?
Who the fuck am I to say?
What the fuck is really goin’ on?”
Sì, proprio quello. Voi che ne dite, Vi piace?
Beh, a me sì.
E comunque credo che sia l’unica cosa che si
intoni ai bollori dei miei nervi (&-non-solo) dal momento che il qui
presente Verme mi sta baciando.
E non un bacio qualsiasi, sapete.
Animale.
O provocatore, a scelta. (E guardate che lo so cosa state pensando, lo so
che non ci si bacia da soli ma in due, che potrei fare qualcosa di molto
efficace tipo non so uno schiaffo…ma che VI devo dire, ‘sta storia si
ripete da così tanto tempo – e può anche darsi che questa non sia una
buona ragione - ma poi
io continuo sempre a sperare che
prima o poi Questo si ravveda
VE l’ho già detto prima, Ariel rimane sempre Ariel…nothing to do about
it.)
-Io vorrei…-Cosa, cucciola, faccio tutto quello che vuoi-Vorrei andare a scuolaTANA!!! E come sempre in questi casi, cala il silenzio tipico del panico…
Cosa anche giusta, dal momento che non è normale, non lo è per
niente, che due Amici (per quanto Migliori, come ho già avuto modo di
spiegarVI in passato) passino il proprio tempo a baciarsi…ma anche dal
momento che tra circa…centoventi minuti io verrò (quasi) sicuramente
interrogata in matematica e potrei dare luogo all’ennesima ecatombe.
E cosa fare allora?
CORRERE CORRERE CORRERE DRITTI IN CLASSE ALLA DISPERATA
RICERCA DI UN LIBRO CHE TRA L’ALTRO IO NON HO NEANCHE
VISTO BENE IN FACCIA E DI UN POVERO MARTIRE CHE MI SPIEGHI
A QUALI DOMANDE SARO’ COSTRETTA A RISPONDERE.
Sapete…è vero sì che io non ho più lo straccio di un genitore a cui
rendere conto della mia condotta scolastica e che tra poco più di
qualche giorno io non vedrò queste squallide mura neanche in
cartolina…ma è anche vero che ieri ho dato riccamente buca ad un
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altro cortesissimo compito in classe eppoi in fondo in fondo (ben
nascosto, ovviamente) un po’ di orgoglio ce l’ho anch’io.
D’accordo, beat-poetessa,
decadente e alquanto ribelle…
Ma anche tanto ambiziosa –
- ricordateVElo sempre.
Voci di corridoio mi dicono che più che sicuramente sarò interrogata.
Le stesse voci di corridoio mi hanno fatto vedere le circa
centotrentacinque pgg. che dovrei aver già da tempo immagazzinato nel
mio nobile archivio cerebrale e che (ovviamente) io non ho fatto.
Don’t worry, gente: è tutto sotto controllo
(ci sono qua io, direbbero nei telefilm yankee).
In fin dei conti, la prima ora di lezione sta iniziando solo adesso. Potrei
farcela, sapete.
Tutto sta nel fare in fretta, CORRERE CORRERE CORRERE (come ho
già avuto modo di dire prima, e sapete bene quanto di norma io odi
ripetermi).
Suppongo VI stiate chiedendo le ragioni di questa mossa mooolto poco
tattica e alquanto suicida. Insomma, potrei tranquillamente mandare a
cagare il prof. nel momento esatto in cui pronuncerà il mio soavissimo
nome – cosa che per altro faccio abbastanza frequentemente, per non
dire ogni volta che qualcuno decide di interrogarmi - ma il fatto è che
oggi sono uscita da casa con una gran voglia di spaccare la faccia
(praticamente) a tutti quanti.
Meck è stata la mia prima vittima(…più o meno).
Il prof. di matematica sarà la seconda.
D’altronde ci sarà pure una ragione se ad ogni semestre vengo
regolarmente promossa; o no? Mettiamola così: la media dei voti è
direttamente proporzionale al tasso annuo dell’impeto spaccafacce della
sottoscritta.
Mi sono spiegata?
Bene, bravi.
Intorno a me vedo gente che parla, scrive ascolta blatera prende
appunti sta decisamente per i fatti suoi esce va in bagno a farsi una
sigaretta e sinceramente, non me ne potrebbe fregare di meno.
Matematica, IO.
Devo spaccare qualche faccia, stamattina, l'ho già detto.
Anche se è già passata un’ora e io non ha la più pallida idea degli
argomenti ai quali (si suppone) dovrei rispondere.
Ma ‘nfaniente: su 135 pgg. lorde (incluse le pagine bianche alla fine dei
vari capitoli e le schede analitiche da saltare, intendo)riuscirò a
cacciarmi in testa qualcosa. No?
Ho risorse infinite, IO.
Campanella – 1° ora – intervallo – Camel lights in bagno – no, resistere
– fino in fondo – ho ancora 60 minuti – che, anche se non sembra, sono
pur sempre 3600 secondi – e non è poco – Già.
Leggere, ripetere, imparare.
56
Dovremmo esserci. Quasi.
Qua tutti sembrano tifare per la sottoscritta…ma non VI preoccupate,
gente: non è certo per la (in)discussa popolarità di Miss Ariel
nell’ambito del Corso di Matematica che vagano nell’aria sorrisi di
solidarietà, bigliettini di suggerimento, penne e righelli in prestito e (last
but surely not least) coperture nei confronti del prof. che imperterrito
prosegue nella sua torrenziale, logorroica spiegazione.
(Ed è già LUI, il baffuto, temuto Cerbero Scientifico dall’occhio vitreo e
glacialmente azzurro che ora parla parla parla)
Dicevo…non è che tutto questo BuonSamaritanesimo esce fuori per
l’infinito affetto e la sempiterna stima che i miei colleghi nutrono per
me.
Anzi.
Direi che sto matematicamente sul gozzo a tutti, nessuno escluso.
Oddìo, penso si potrebbe escludere quell’essere amorfo e con lo sguardo
alquanto ebete in seconda fila…ma tanto quello è incapace di intendere,
volere o dare giudizi. Perciò…
EccheVVIdevodire…è dall’inizio del semestre che ‘sta massa di leccapièsecchioni si pone domande sulla mia condotta di vita: sapete, quelle
robe del tipo
“ma come fa a scamparla sempre quando passa tutte le notti fuori
quando non fa un emerito dalla mattina alla sera ché lavora pure al
locale giù alla baia ma perché non la lascia definitivamente la scuola
forse avrà i genitori disoccupati forse il padre è alcolizzato o forse sua
madre è disabile…sì dev’essere assolutamente così – e sarebbe mooolto
meglio nonché giustisssssimo se lasciasse la scuola. Sì.”
Ma che ne sa la gente…mi chiedo sempre io.
Ma non gliel'hanno spiegato che a tacere si fa meno fatica e si risparmia
pure il fiato?
Ah, a proposito, se Vi state ancora scervellando a capire come mai la
sottoscritta ribelle nonché un po’ drogata sia finita in questo corso,
eletto a furor di popolo come Uno Dei Più Difficili…lasciate perdere
(tanto non ci arrivereste mai, e quindi ve lo dico io):
per SCOMMESSA, ovvio;
con il M.M.A., ovvio.
Occhéi.
Le due ore sono finite, le centotrentacinque pgg. (in un modo o
nell’altro) pure, il Baffuto prof. ha pronunciato quelle splendide cinque
lettere che poste in fila risultano essere il mio nome; e, credete a me, ha
tutta l’aria di uno che si aspetta uno Sproposito o Simili da un
momento all’altro (…POTENZA DELLA CONSUETUDINE, EH!?) ma non
potete avere idea della faccia da ebete - …LUI, uomo tutto d’un pezzo,
LUI… - che si è improvvisamente sostituita alla sua tipica e (credevamo)
incorruttibile glacialità, nel momento in cui mi sono alzata per
raggiungerlo.
People, my time has come:
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Little Ariel gonna break out your ass
right here, right now
Mi sento addosso gli occhi di tutti i presenti che hanno
improvvisamente cambiato espressione: non c’è più solidarietà (di
plastica) e gentilezza (sintetica) ma autentica, verace, genuina
cattiveria, invidia, gufaggine allo stato più decantato. Non vedono l’ora
che io inizi a sbagliare risposte su risposte, grafici su grafici, definizioni
su definizioni di modo che l’interrogazione duri il più a lungo possibile e
nessun altro venga chiamato in cattedra oltre a me che mi sto
avviando.
Sciacalli.
Ma non l’avrete vinta, non oggi, proprio no: oggi ammazzo qualcuno (se
mi lasciate fare quello che voglio). Luridi schifosi, vi piacerebbe…eh,
viscidi infami, ma tanto non ci riuscirete, non mi vedrete cadere davanti
ai vostri occhi impietosi che aspettano solo questo…sono guai per voi,
oggi.
Incredibile. E sono io la prima a dirlo, non mi sono MAI (e ripeto, MAI)
sentita tanta grinta, adrenalina…diciamocelo pure, in corpo come in
questa serie di istanti e stento quasi a crederci, nel sentire le parole che
mi escono dalla bocca.
Voglio dire, vorrei che aveste la possibilità di ascoltarmi per trenta
secondi…
Sto parlando come un libro stampato (o come una che si presume se lo
sia imparato a memoria, il libro stampato). È assurdo: vedo la mia
mano che disegna grafici contorti e affollatissimi di linee rette nonché
curve…
…e nel frattempo cerco di capire dove si trovino nella mia mente. Lo
ignoro; non concordate con me su quanto sia strano il fatto? Insomma
se si dicono determinate cose, non pensate anche Voi che queste cose si
dovrebbero trovare da qualche parte nel proprio cervello?
…beh ecco, su di me avrei qualche dubbio.
Ma VI dirò, sul momento non è che me ne faccia poi un problema:
vedeste
la
faccia
stupita,
sorpresa,
ammirata,
compiaciuta…imbambolata del Baffuto qui davanti a me. Non saprei
con esattezza, ma credo di averlo steso: e mi sono bastati sei-o-sette
minuti (di interrogazione …perché poi per studiare me ne saranno
serviti tipo un centinaio…non di più).
-Bene, ti metto una B. Puoi andare Ariel-Grazie, prof. Ah, dimenticavo, ci si sciacqui la faccia co’sta B e, se le
capita, si ricordi di me, qualche volta(Non mi venire a chiedere se per caso sto andando all'Ovest, burocrate,
perché tanto non te lo dico).
Grande, grande, grande.
Che?!
La goduria, chiaro.
Di che?!
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Ma di vedere questa serie di facce allibite; tanto ipocrite, è vero; ma
veramente anche tanto allibite
Vi ho distrutto, eh? Miei cari: je v’adore…
(…per gentile concessione di Monsieur Charles Siphilitique Baudelaire,
naturalmente)
e, a dir la verità, la mia adorazione nei Vostri confronti cresce ogni
istante di più.
Di cuore, grazie di esistere.
Voglio dire…
Perché mi basta guardare un attimo l'espressione ebete, spenta,
imborghesita e così vilmente tronfia di uno qualsiasi di Voi, per sapere
come non DEVO & non VOGLIO essere.
E sarò pure sbandata come dite, ma mi sono bastati sessanta spiccioli
minuti e una matita ben temperata per distruggerVI.
SORRY, THAT’S LIFE
C’EST LA VIE
ESA ES LA VIDA.
Ma sarò buona, con Voi.
(caspita…non potete proprio avere idea di quanto possa essersi fatto
sadico il tono della sottoscritta, nota agli acculturati anche come l'io
narrante della situazione!)
E ora lasciatemi in pace, ché ho intenzione di regalarmi cinque minuti
di versi andanti…tanto per dimenticarmi di Voi & di me & di Meck &
del resto.
Di Occhi Verdi magari no.
Ma quella è un’altra storia e non è detto che non sia già finita.
(Tregua)
“Vorrei un attimo, uno solo.
Per potermi riprendere,
per tornare
ad ascoltare il mio respiro,
a sciogliere lentamente
i miei pensieri.
Vorrei che tutto fosse chiaro,
ora.
Cerco la pace,
cerco me stessa
e cerco la confortevole fine
di tutto.
So di dover pagare.
Il mio ego si conosce,
sa bene i propri limiti,
sa bene quanto (non) possa osare.
Ma attendo colma
della speranza
il dado tratto dall’incognita finale.
59
(e VI saluto, tutti.)”
Oddìosanto che bordello, a mensa.
Io odio questo posto. Odio tutti questi miliardi di persone che si
accalcano primordialmente le une sulle altre lungo la scia di un furore
puramente fisiologico
…Forse anche della voluttà animale, ma direi più che altro del furore
puramente fisiologico.
Che Vi devo dire, potere della cornucopica accoppiata Hamburger &
Coca Cola.
(Ah, le bollicine…)
Non voglio mica fare l’anticonformista-a-tutti-i-costi, quella che
che schifo che mi fate
io mica sono consumista come Voi
io vengo dai sobborghi fangosi, IO. Noo.
Tanto più che non ce la farei praticamente MAI a snobbare tutte quelle
Kcal messe assieme, così goliardiche, in libidinosa esposizione.
Il fatto è che io sono (parere meramente personale) leggermente
infastidita dal fetore di ascelle sudate in grigliata mista. Tutto qua.
Eppoi, tutto quel rumore, porca vacca…
Avete presente quando il tizio dei Down By Law urla a squarciagola più
o meno:
<<I WOULD WALK 500 MILES &
I WOULD WALK 500 MILES
TO BE THE MAN WHO WALKS
1000 MILES TO GO TO YOU>>?
Ce l’avete presente?
Ecco. VE la immaginate messa a cannone, tipo che il walkman vibra
nella tasca dei pantaloni? Avete presente il grado di panico misurato in
decibel? Ecco.
Qua in mezzo, suddette condizioni si annullano: io non riesco a sentire
un’emerita. Evvabène (dai su, ché tanto lo so che Voi squisitissimi
medioborghesi, con tutta la Vostra dolcissima puzza sotto il naso,
l’avete indubbiamente pensato…) che di norma la mensa non è il posto
per sentire il walkman – e soprattutto i Down By Law - perché “chi
canta a tavola e chi mangia letto è matto perfetto”, ma in fin dei conti
IO i Down By Law li sento quanto mi pare, eppòi (cosa più importante)
se io non riesco a sentire l’apocalisse punkettara sparata a mille nelle
MIE orecchie, figurateVI QUALE possa essere il livello di comunicazione
interpersonale qui dentro.
Comunque, non tocca certo a me disquisire filosoficamente su questo
tipo di problematiche psicosoc…
ODDìO.
FB.
FUGA?
TROPPO TARDI.
60
VA BENE.
MUOIO PER LA PATRIA.
RICORDATEVI DI ME
(anche perché ormai i suoi
mastodontici centonovantadue cm
sono troppo vicini perché i miei
per quanto abbastanza agili e leprotti centosessantadue cm
riescano a sparire in tempo utile).
-Ariel, devo parlarti-E io che pensavo di averla scampata-Come siamo simpatici…-Noto con piacere che la conversazione volge per il verso giusto-Sarebbe meglio se la smettessi di prendere acido cloridrico a colazione,
contessa-E sentiamo: chi ti autorizza a pensare che io abbia fatto colazione,
stamattina-Hai di nuovo passato la notte fuori-E se anche fosse, la cosa ti creerebbe problemi?-Fino a prova contraria, TU sei la MIA ragazza e fai quello che ti dico IO-I beg your pardon, ma c’è qualcosa che non fila nel tuo discorso…non
so, direi le forme verbali e/o pronominali-Prego?-IO ERO la tua ragazza e (tra parentesi) faccio sempre quello che dico
IO-Prova a ripetere quello che hai detto-Scusa?! Non starai mica pensando di farmi paura, spero-Il punto non è questo-Eh già! Mi stavo dimenticando! Con te il punto non è mai quello di cui
si parla…sei capace solo di sviare il discorso. Affrontare la vita: zero-Ma che accidenti stai dicendo-Niente, basta. Meglio che me ne vada ché già faccio fatica a capire il
motivo per cui ti sto ancora a sentire-No, Ariel. Ti prego, per favore-Uh, cos’è: la pecorella torna all’ovile cornuta & mazziata , per caso?- (e
scusatemi per la mooolto vaga allusione…ma tanto lui NON sa, anzi:
NON PUO’ sapere. Nemmeno lo conosce Occhi Verdi. No?)
-Ti scongiuro, ascoltami. Ho bisogno di aiutoENNO’ CHE SCHIFO…NON E’ GIUSTO! SECONDO ME GLI UOMINI LO
SANNO BENISSIMO CHE IO NON RIESCO A RESISTERE A UN
DISPERATO S.O.S. COME QUESTO. SECONDO ME LO FANNO
APPOSTA PERCHE’ LO SANNO BENISSIMO QUANTO IO SIA
EGOCENTRICA & MEGALOMANE. HANNO IMPARATO A RECITARE LA
PARTE DELLE VITTIME PER L’OCCASIONE, SECONDO ME.
-Uffa, parla. Ma non pensare che il solo fatto che ti ascolti implichi una
risposta affermativa. Qualunque sia la domanda. Chiaro?-Ariel, io sto male-
61
-Ok. Hai già sbagliato: Fb, a sentire te, tu stai SEMPRE male-No, stavolta sul serio-Si potrebbe dubitare, comunque sentiamo-Mi faccio schifo e non riesco ad evadere dalla trappola di fallimento che
mi sono costruito attorno-Io non c’entro in tutto questo. Dipende solo da te e io non ti posso
aiutare-No, è una bugia. Tu mi puoi aiutare, tu devi-E perché, di grazia-Perché tu sei l’unico motivo per cui io continuo a vivere-E allora… -Ariel-Senti, cacciatelo bene nel kranio: io non rimarrò ancora per molto, né
qui, né vicino a te. Non voglio più vedere un dannato accidente che mi
ricolleghi a questo posto e, mi dispiace, tu non fai eccezione. Non ho più
voglia di vedere lo schifo che mi circonda, in cui le persone più speciali,
En e Blu’, si rovinano per colpa di due altre emerite iene né migliori né
peggiori di tutti voi. Mi dispiace, non l’accetto più-Ma io senza te…-Falla finita, ché tu senza di me stai mooolto meglio. Ma lo vuoi capire?
Ti devi rendere conto che stando al mio fianco tu hai solo una certezza:
che non mi avrai MAI (capito, MAI) come vorresti tu e che la cosa più
probabile che accada è che io finisca con qualcun altro a tua insaputa.
Lo sai perfettamente che è così, perché continui a negarlo a te stesso-Ariel, tu non devi andare a Ovest. A Ovest non troverai nulla di quello
che pensi tu. Nulla che non potresti trovare anche qui. Credimi, ho
amore a sufficienza per darti un appiglio; non partire-Perdonami, ma io non conosco l’amore. So solo che non c’è più tempo
da perdere, sto cercando di agguantare i miei sogni prima che mi
sfuggano di mano-Ma fino a ieri…-Ieri ormai è passato e tra l'altro non me ne importa-Ma perché vuoi essere così maledettamente libera?-Credo sia l’unica condizione possibile, per me. Non so tollerare di
essere incatenata a una vita in cui non puoi ottenere né perdere nulla,
e a un costo così alto poi… E’ come morire, morire in continuazione:
vedo svanire i miei sogni il mio cervello…ed è troppo amaro-Ok, allora. Arrivederci, Ariel. Mi mancherai, sempre…ad ogni nuovo
giorno che sorge(Triste, tristissimo… Ma bello, bellissimo… Ci si potrebbe scrivere una
canzone…se certi geniacci che conosco io non avessero già cantato
qualcosa di simile)
A dir la verità, un po’ mi dispiace tagliare un pezzo della mia esistenza
in questo modo saccente e abbastanza presuntuoso…come la
sottoscritta, in fin dei conti…
Ma credetemi è l’unica scelta possibile, davvero: per quanto si può
essere affezionati al Glorioso Passato, è assurdo rovinarsi il presente e
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con buone probabilità anche il futuro. Andiamo, come pensate che avrei
resistito altri cinque minuti a fianco di un essere velleitario di apoteosi
che si reputa in diritto di decidere della mia vita?
“Chissà con CHE diritto, poi…”
Cioè, sul serio: io l’Amore, quello svolazzante e cupidoso che intendete
Voi romantici diabetici medioborghesi, (soprattutto se non calcoliamo
quella stranissima faccenda che si è verificata ieri notte) non so
neanche lontanamente come sia fatto…ma ho una sicurezza.
Per quanto mi riguarda, con Fb non c’entra.
E del resto, anche se mi capita abbastanza spesso, non dovete pensare
che mi diverta poi così follemente a torturare la vita della gente,
soprattutto la sua.
Sono fatta (più o meno) così…
Perché nelle mie bravate devo coinvolgere a tutti i costi qualcun altro
che, per di più, non si diverte affatto?
Come dite? Sì, lo so, lo so che in fin dei conti quello era pur sempre il
mio ragazzo, che si suppone che io debba aver provato per lui una certa
specie di sentimento e che…
Cosa? Come dite? Beh, sì: certo che c’è stato un inizio ma è storia di
tanti anni fa ormai e non credo che a Voi inte…ops, Vi interessa, eh?
Evvabène, Ve la racconto: ma niente lagne poi, se la faccenda qui
diventa stucchevole e noiosa, intesi? Ok.
SparateVI “Wait for sun” degli High Standard nelle orecchie (sempre
che ce l’abbiate…) e concentrateVI pazientemente.
La favola è lunghetta.
Anzitutto dovete pensare che, quando le nostre strade ebbero la
sgradevole idea di incontrarsi, noi eravamo molto, ma che dico
molto…moooolto diversi da quello che siamo attualmente. Suppongo
che non sia facile (neanche) per Voi immaginare la sottoscritta 13enne,
con una ridicola frangetta e le scarpe da atletica, che guardava
maniacalmente stupidi programmi televisivi e correva come un'oca
dietro a improbabili ragazzi mooolto più grandi di lei.
Beh, dovete avere un briciolo di comprensione…
…mio padre se ne era andato da otto anni e quell’altra, ops…mia madre
era morta (purtroppo) solo dodici mesi prima!!!
Ammetto tranquillamente che la situazione non era molto simpatica di
per sé, ma pensate Voi quanto si poté aggravare il giorno in cui Fb,
15enne esaltato e a dir poco ostico riuscì e farmi prendere una-dicesicotta…
Una tragedia, almeno per me che all'improvviso mi trovai a combattere
con un capellone troppo alto e troppo magro per la sua età, dal dubbio
senso dell’umorismo, con l’unica passione per la musica death e/o
trash e/o metal e con una totale ignaro del fatto che esistano i detersivi
(questa, almeno, la leggenda che gravava su di lui…dato che vestiva solo
ed esclusivamente di nero). A dir la verità, ancora oggi non ho ben
chiaro cosa ci fosse in lui che mi attraesse così tanto, ma
probabilmente (dato che la mia indole è sempre stata mooolto lineare…)
63
penso fosse esattamente il fatto che palesemente non mi sopportava.
Andai avanti per un bel po’, cioè fino a quando decisi che ne avevo
avuto a sufficienza di fare l’idiota dietro alla Reificazione del Concetto di
Assurdo e che in fondo potevo tranquillamente dedicarmi a qualche
altra impresa (ugualmente insensata, comunque) senza il minimo
rimorso.
Ovviamente, tempo un anno e diventammo amici per la pelle!
E non VI preokkupate ché non VI sto prendendo in giro…è vita vissuta,
questa: mica un libro. E comprendo tranquillamente le Vostre facce
allibite…dovevate vedere quelle del resto del gruppo quando videro in
tempo reale l'incredibile metamorfosi (…e tante volte stentavo anch’io a
crederci).
Non credo di esagerare, dicendo che l’amicizia di Fb mi rendeva la
persona più felice del mondo: di certo, allora non esistevano mai i
traumi che mi infligge Meck, i menefreghismi di El Che, le serie
interminabili di concubinaggi e adulteri.
Quando c’era lui, non avevo bisogno di altro.
Ma tanto lo sapevo…per Ariel, tutto è SEMPRE troppo bello per
durare…
Che satana poteva succedere, secondo Voi?
Bravi. S’è innamorato…ma perché, dico io: eh?
Perché? Perché? Perché?
No, no: non rispondete…
Sono già alquanto disgustata per conto mio, grazie. So solo che un
giorno, pur di non perdere uno degli amici più cari che avessi mai
avuto, ebbi la malaugurata idea di convincermi che l’amavo e che
avrebbe potuto essere l’Uomo Della Mia Vita.
Stranezza (mai fatta una più grossa).
E poiché voglio risparmiarVI la lunga serie di crudeltà, inganni,
pugnalate & sceneggiate che sono avvenute da allora ad oggi…ovvero
sia per la modica cifra di anni due, concludo dicendo che la nevrosi
attuale è l’aborto di un amore concepito per forza.
Morale: l’Ariel di oggi non è pazza, crudele e un po’ ruffiana come
credete Voi…è solo una che non ci ha mai capito niente dell’amore e
che probabilmente mai ne capirà.
Lo vedete bene anche da Voi che uccido le persone pur di non perderle,
che ho l’abitudine di treskare con gli amici e passo le notti con i fratelli
dei miei futuri Traghettatori. O no?
Oddìosanto…ma che ora è?
E soprattutto…io non pranzerò oggi perché quel carnaio noto al popolo
come mensa ha già chiuso.
Poco male.
Vedo spuntare Occhi Verdi all’orizzonte…
…chiederò sostegno a lui, e non solo alimentare.
-Ciao-Ciao-
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-Parlavi con il tuo ragazzo, vero-Chi, io?! No-Guarda che non ti devi fare problemi…-E tu guarda che quello non è il mio ragazzo-…dicevo che non ti devi fare problemi con me, perché io sto partendo-Che stai facendo, TU?-Vado all’Ovest. Oggi. Dopo la fine delle lezioni-E tutta la storia di stanotte-No, non se ne parla. Io non lo sopporto mio fratello, neppure per poche
ore al giorno se lo incrocio dentro casa. Figuriamoci per un viaggio
lungo miglia e miglia-Ah-Comunque tu non c’entri(IO?! E CHI CI PENSAVA A ME…NOOO, MA TI PARE…HO SOLO
TRASCORSO INSIEME A TE UNA DELLE Più BELLE NOTTI DELLA MIA
VITA, SONO CERTA CHE PARTIRE CON TE MI AVREBBE SOLO CREATO
PROBLEMI…NO NO NO DAVVERO, GUARDA IO A ME & A TE INSIEME
NON CI PENSAVO PROPRIO…MA FIGURATI SE MI METTEVO A FARE
PROGETTI DI LUNGA DURATA CON UN RAGAZZINO DI 14 ANNI CHE MI
VIENE A VEDERE QUANDO SCHIZZO…MA PER CHI MI HAI PRESO,
SONO UNA BEAT-POETESSA IO, MICA STORIE…UNA DEBOLEZZA, SEI
STATO: ECCO COSA…UNO TRASGRESSIONE COME TANTE ALTRE,
SAI…
…'AZZO: E NON MI VENITE A DIRE CHE A QUESTO MONDO SI NASCE
PER INNAMORARSI PERCHE’ NON CI CREDO NEANCHE SE LO VEDO E
VI POTREI ANCHE SPUTARE IN UN OCCHIO…NELLA MIGLIORE DELLE
IPOTESI)
-Come hai detto, scusa-Ho detto che tu non c’entri con la mia decisione. Voglio dire, ho trovato
un’occasione e l’avrei accettata comunque, anche se tu non avessi
deciso di partire con mio fratello. Chissà, forse ci sentiremo, ci
incontreremo là, magari(BELLO SCOPRIRE QUANTO PER LA GENTE
NON SI CONTI UN BEATO ACCIDENTE, EH?)
-Certo, naturale. Anzi, te l’ho detto da subito che probabilmente non
saresti potuto venire con noi. Piuttosto, con chi vai-Non so ancora bene, ma so che c’è un camion che porta chitarre, fumo
e donne. Mi ha invitato uno del quarto anno-Ah, beh…allora: non credevo che il mondo si cambiasse così,
comunque divertiti-Io non lo so se il mondo si cambia così, volevo solo salutarti-Vabbè, ciao-E un altro bacio non me lo dai?-I bambini di 14 anni a quest’ora stanno già a nanna. Scappa, prima
che ti violentoCi sono commenti? No? Bravi, perché non ne ho neanch’io. Per quanto
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mi riguarda, possiamo anche continuare a vivere, ma non mi venite a
dire che
io non VE l’avevo detto. Ok?
Se posso essere sincera, neppure io sono davvero certa che andare ad
Ovest voglia dire Cambiare Il Mondo. Probabilmente no, ma di sicuro
non era Occhi Verdi quello in grado di seguirmi.
NON CI SONO RIMASTA MALE, non ci pensate neppure lontanamente
(a prescindere dalla dubbia verità dell’affermazione).
Ma non siamo tutti uguali…non è detto che all’Ovest chiunque riesca
trovare il Se Stesso che sta attualmente cercando.
Sapete…mica è un supermercato esistenziale, l’Ovest.
Lui, Occhi Verdi dico, vuole semplicemente andare fino alle Montagne
di Mezzanotte a fare snowboard e a fumare marijuana; insomma, per il
fumo passi…ma a prospettive ideal-ribelli siamo scarsucci, non credete
anche Voi?
Perciò, palla avanti & pedalare – ché è meglio.
(E niente lacrimuccia malandrina – ché non fa tendenza oggigiorno).
-Ariel!!!-Blu’, la luce dei miei giorni!!!-Lo vuoi un panino-E di che pensi stessi parlando-Simpatica…-As usual-Ti ho visto parlare con l’Uomo della Tua Vita, o sbaglio?-Semmai quello era il Poppante della Mia Vita, e comunque credo
proprio che la Vita in questione sia quella di qualcun altro-Ehy, la treska più veloce del West o cosa-Forse più semplicemente un abbaglio, sai…era un po’ buio ieri notte,
non si vedeva molto bene. Ho preso per un angelo un adorabile
serpente biforcuto e abbastanza viziato-Prego?-Sai che c'è, shit happens
(…anche nelle migliori famiglie – ammesso che ne esista ancora
qualcuna…)-Vuoi fare due chiacchiere-Anche quattro, se ne hai il tempo. D’altronde, all’ombra di un salice, al
profumo di un panino imbottito di bendiddìo e alle coccole della propria
Complementare Esistenziale non si dovrebbe mai rinunciare-Anche con i rischi paranoici che la cosa comporta (che ne so…tipo
formiche, cellulite e peripezie mentali a go go)-Che fai, credi ancora che su questo straccio di pianeta ci mandino per
divertirci, forse-Nel caso te ne fossi dimenticata, c’è un vermiciattolo che sta
crescendo, nel mio pancino-Vermiciattola, please-E come fai ad esserne così sicura?!-
66
-Per ogni Ariel che se ne va, ce n’è SEMPRE una che arriva. Non lo
sapevi?il sole sa sempre come rendersi invidiabile. oggi mi fa quasi venire
voglia di lacrimare dalla rabbia. cos’è, hai per caso deciso di farmi
rimpiangere questo schifo. guarda che non ce n’è bisogno, guarda che
lo so che questi prati, questi volti, quest’odore di salsedine arrugginita
io me li porterò dentro per sempre, fino a che i ventricoli non mi
sanguineranno e anche oltre. lo so che verranno notti infinite, asciutte,
in cui mi sentirò fibrillare i nervi e in cui vedrò la nostalgia farsi spirito
davanti a me, così per il puro gusto di uccidermi qualche istante e poi
sparire, lasciandomi per ricordo il dolore della mancanza. ma non mi
frega, sai.
proprio perché lo so da me, il tuo tentativo non servirà. soffro già da ora
e ho intenzione di godermi fino in fondo questa (forse) ultima
chiacchierata con Blueberry e poi anche tutti gli altri
prima che il mio Futuro mi strappi dal mio Passato
Presente.
-Ari, quando te ne andrai?-Blu’ voglio che…-Ari, quando-Domenica notte-Ma mancano solo…-Lo so, non sono che pochi attimi in confronto a tutto ciò che c’è stato e
a tutto ciò che ci sarà poi. E allora voglio che quello che ci rimane da
trascorrere assieme non sia diverso-Da cosa-Da quello che io e te abbiamo saputo costruire sulle macerie che ci
avevano dato in dotazioneBlu’ è capace di sorridere in un modo inconfondibile, in un modo che lo
capisci proprio che siamo sulla stessa lunghezza d’onda, che ti farebbe
sentire a casa anche su un satellite in orbita, che riesce a carezzarti i
capelli e a sussurrarti “Andrà tutto bene, sono qua io” come nei telefilm
yankee (solo, mooolto più realistico & affidabile).
…in un modo che sa di cappuccino caldo e di torta di mele appena
sfornata, di un micio che si rotola tra le coperte di un letto mattutino
ancora disfatto, di una notte stellata al ritorno dalla discoteca (stracotte
e assordate).
-Come ci si sente ad essere mamma?-?!?-Beh? Perché quella faccia-Sai, credo che questa domanda me la sarei aspettata da chiunque
tranne che da te-Ma che vuol dire, non è detto che tutte le madri debbano essere come
quella donna che sedici anni fa ha avuto la bella idea di farmi partorire.
Sarebbe un bel problema altrimenti, non credi? Eppoi, scusa…io sono
l’unica persona che lo sa: chi altri te lo dovrebbe dire? Penso che le
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amiche siano qui anche per questo…-Converrai che una gravidanza inattesa non è proprio la cosa più
frequente di cui chiacchierare in un normale (e sottolineo il NORMALE)
rapporto d’amicizia adolescenziale-Evvabbè, ma se la metti su questo piano…COSA C’E’ DI NORMALE
QUA IN MEZZO?-D’accordo, hai vinto tu…tanto per cambiare. Ma non mi va di parlare
di qualcosa che non potrò condividere con te-Non lo dire neanche. Io lo so che tu arriverai all’Ovest, io lo so che ci
ritroveremo e lo devi sapere anche tu. Ne devi essere sicura, perché
questa storia dell’Ovest TU l’hai vista nascere e anche IO ho il diritto
(…e forse il dovere) di veder nascere la piccola Ariel, o in qualsiasi altro
assurdo modo avrai deciso di chiamarla. Okkèy?-Vorrei tanto promettertelo…-E allora fallo, no?-Ariel…-Hai detto che lo vorresti tanto, giusto? E allora cosa te lo dovrebbe
impedire?-Ari, sei sempre la solita-Perché, tu no?-Non lo so…ma può darsi che la coscienza di avere un esserino dentro
mi stia cambiando. Chissà, forse l’unico modo per farci crescere era
questo e ora ci hanno scopertoBlu’ ride, ride e il suono argentino le rischiara il volto. La felicità scorre
divertita e sembra quasi che mi stia guardando in faccia. E io ne sono
felice; e un po’ imbarazzata perché in fin dei conti è di me che sta
ridendo; ma ne sono felice.
-Ari, mi dici chi è il colpevole-Del fatto che tua figlia si chiamerà Ariel? No, non credo che ci sia…-Vaiacagare! Volevo sapere chi è che ti porta via da noi-Sono ioEd è tutto un attimo.
Alzare gli occhi al suono di una voce abbastanza estranea ma già
realmente familiare, vedere un paio di occhi sensibili (ma decisamente
possenti) e sorridenti quanto basta per farci sentire a disagio,
sprofondare nella dolcezza dell’atteggiamento disponibile ma comunque
sempre misterioso e capire che dal nulla, ancora una volta, è scivolato
davanti a noi l’inkognita delle ultime 24 ore.
-Blueberry, ti presento Pidduz-Ciao-Allora sei tu-Dipende da chi stai cercando-Cerco quello che realizzerà i sogni di Ariel, nel bene e nel male-Io sono solo un artista, e credo che Ariel riuscirà a realizzare i suoi
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sogni da sola perché se lo merita, nel bene e nel male-Sì, ma tu la porterai via-Aàh, una pura formalità…ad Ariel serviva solo uno sprazzo di
arcobaleno su cui arrampicarsi-Questo lo so meglio di te-Ne sono sicuro e se ti può consolare è un onore per me poter essere
proprio quello sprazzo di arcobaleno-Te la posso affidare, allora-Credo di sì, anche se ho come il sospetto che potrei vederla svanire nel
sole dell’Ovest all’improvviso, senza neppure accorgermene-Questo mi basta…chissà, magari sei davvero la Persona Giusta-OOH!!! MA LA FINIAMO DI PIANIFICARE IL MIO DESTINO, GRAZIE?
NO PERCHE’ SAPETE…QUELLI CHE CI HANNO PROVATO FINO AD
ORA SONO STATI TUTTI DEGLI EMERITI FALLIMENTI E NON HO
PROPRIO BISOGNO DI ALTRE GABBIE PER FABBRICARE
ESAURIMENTI NERVOSI-E Ariel si è svegliata…scusami, non ho intenzione di iniziare a fare la
mamma prima del tempo. Tanto meno con te…non mi suiciderò in
questa maniera idiota, carina-Incompatibilità familiari Ariel, per caso?-Lascia stare, Pid’: la storia è troppo lunga perché tu possa capire-Ok, ragazzi. Se volete vi saluto, così programmate con calma
l’avventura-No, figurati Blueberry: non vi voglio interrompere. Tanto più che ero
venuto qui a prendere una persona…vi lascio alle vostre chiacchiere-Ehy, Pid’!!!-Ciao, Silly. Ti ho fatto aspettare-No, figuratiBACIO.
BACIOOOO?!?!?!
NONONONONO…
MA E’ UN VIZIO DI FAMIGLIA, PER CASO?
SEMBRA PROPRIO CHE QUESTI DUE SERPENTI A SONAGLI ABBIANO
UNA NETTA PROPENSIONE ALL'INGANNO.
DELLA SOTTOSCRITTA, OVVIAMENTE.
PREMETTO CHE NON SONO INNAMORATA
– DI NESSUNO DEI DUE (eh, non posso IO…)
MA MI CONCEDERETE CHE PUO’ RISULTARE SPIACEVOLE AVERE
INCONTRI RAVVICINATI DI TIPI VARI CON DUE DEI FRATELLI più
AMBITI DEL CIRCONDARIO (Pid’ & Occhi Verdi…ci stiamo rendendo
conto? Sì? bene) E POI RICEVERE DOCCE FREDDE CON RELATIVE
VISIONI MISTICHE DEL TIPO. O NO?
-Ariel-
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-…-Ariel, va tutto bene-Moi? Oui, porquoi?-Sei impallidita-Ma no ti stai sbagliando non vedo perché-Ariel, non mi freghi mica: hai fatto La Faccetta, la riconoscerei da
lontano un miglio-Ma ci credo che ho fatto La Faccetta! Ma l’hai vista quella? Hai visto
che roba è? Sembra lo Spaventapasseri di quella faccenda…sai, di
quella tipa che andava per la Via di Mattoni Gialli, hai presente?
Diosanto, ma è un mostro…ma come fa-Direi che questa è la voce di una persona profondamente arrabbiata-Chi? IO? Neanche per sogno…ma dico, a tutto c’è un limite. Cioè,
intendiamoci, quel coso lì può fare quello che vuole, ma almeno per
correttezza me lo doveva dire che divideva il suo letto (perché tanto
sono sicura che quello non ci mette trenta secondi per infilarsi nel letto
della gente) con un affare tipo quella là.
Anzi, CON quell’affare là-Sì, vabbè: ma a te che te ne frega…mi spiego, non è per farmi i fatti
tuoi ma mi sembri una Povera Pazza Invasata (che è peggio della
Povera Pazza normale) e vorrei solo cercare di capire meglio. Voglio
dire…se davvero non ti piace, allora sei impazzita-Ma dai, possibile che non mi capisci? Quella è la classica Persona
Davvero Speciale, non può andare con uno Spaventapasseri del genere,
su!
Hai visto quanto è dolce, quanto è gentile-Ari, quello NON è gentile-Ah no? E allora cos’è-Quello è uno che ti vuole, e pure tanto (anche se magari non lo
ammetterebbe così facilmente)-AH SI’!?- So perfettamente di aver la classica faccia della gallina lessa
che si è appena sentita dire esattamente quello che voleva…ma spero
che non sia così palese.
-Sì, proprio-E sentiamo, perché sta con lo Spaventapasseri-Ma perché ora come ora non avrà nulla di meglio da fare. Perché
altrimenti?-Dici-Dico-E perché non me lo ha fatto sapere-Se tu volessi qualcuno, gli diresti che sei già occupata???Ok, caliamo il ben noto Velo Pietoso, ché ancora una volta non sono
riuscita a evitare la cosiddetta “tara-taràtta-ttà figur’emmerda” e
concentriamoci su questo dolcissimo scorcio di giorno che fugge al di là
dell’orizzonte, nella brezza della sera e sulle note di “No one but you” di
Arthur Key & The Originals.
Ché è meglio (come direbbe un certo omino blu con gli occhiali da
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psico-intellettualoide).
-Ariel- (Come non detto; non è ancora tempo per l’idillio…)
-Cosa-Ma quando te lo leverai questo dannato viziaccio-Ma quale-Quello di avere la stramaledetta pretesa che tutti gli uomini che
incontri debbano cadere ai tuoi piedi-MOI?!-Sì, toi…E la mia nobile ed ingenua supposizione è palesemente
confermata dal fatto che TU, proprio TU sì è inutile che fai quella faccia
idiota, ci godi come una iena quando ti accorgi che qualcuno rimane
intrappolato nella tua rete di versi ruffiani, disegni psichedelici e
canzoni cantate dallo sdegno sociale-Ma…si nota proprio tanto?-A dir la verità non troppo; il problema è che ci vai rigorosamente in
puzza quando vedi che il tuo nuovo obbiettivo sembra non esserne
minimamente sfiorato…quello sì che si nota-Ma a me Pid’ non interes…-Ma falla finita-Ma te lo giuro-Ok, allora ammetti che sei semplicemente una maliarda di professione
che si diverte a stregare la gente-Può darsi-Ari-EH!-SpàratiE mi sa che non c’è proprio nulla da fare…l’incorreggibilità è ormai
parte integrante di me. Nothing I can do about it.
Mi dispiace…ma a dir la verità neanche tanto!
Ora avrei solamente voglia di dormire un po’. Non tanto per la dose
incredibilmente spropositata di sonno arretrato che mi porto dietro,
quanto perché adoro appisolarmi qua sotto il salice, proprio al centro
del cortile della scuola, con tutte le facce skazzate che mi guardano,
talvolta sorridono e poi tirano dritto. Adoro sentire risate sconosciute,
note di chitarra solleticate in lontananza, qualcuno che si arrabbia
chissà dove chissà per quale motivo, Blu’ che respira con regolarità
poco sopra la mia testa. Mi piace sapere che tanto c'è sempre qualcuno
che prima o poi mi verrà a svegliare perché gli serve qualcosa, per il
semplice gusto di rompere o per comunicarmi l’ennesima libertina
bravata di Kitty (questo soltanto nel caso in cui si tratti di Meck,
ovviamente). Certo, oggi so che non ci sarà nessuno che si fermerà a
carezzarmi piano con uno strano ghigno appena accennato e che poi mi
bacerà leggermente intimorito.
Lo so, Fb non verrà più da oggi. E potreste anche non comprendere
questo tono elegiaco al limite del pentito…dal momento che gli ho
inveito contro come un’indemoniata fino a un paio d’ore fa. Ma tanto
ormai lo avete capito anche da soli che (in fondo in fondo ma mooolto in
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fondo) un gran bene gliel’ho sempre voluto. No?
-AAARIEEEL!!!(E ti pareva)
-AAARIEEEL!!!(Ma che ora è, quanto cavolo ho dormito)
-OOOH AAARIEEEL!!!(Mi sa che è davvero tardi, anche Blu’ se ne è andata)
-AAARIEEEL, PORCA P…-Ciao El Che, non c’è bisogno che urli. Ti ho sentito perfettamente-E allora svegliati-Oh, ma lo sai quanto ci metti tu ad alzarti dal letto, la mattina-No, perché tu sì-Si dà il caso che, quando mi capita di dormire a casa tua, sia IO quella
che TI sveglia-Ok, vieni a prenderti una birra giù al locale-Ma come fai ad avere voglia di birra: sono le…sorry, CHE ORA E’?-Sono le sei e un quarto e tu…-E IO SONO DI TURNO: ATTACCO TRA UN QUARTO D’ORA!!!
CORRIII!!!-Stai calma…c’è la jeep del Tancjo, pronta per accompagnarti-Perché, sapevate che avrei dovuto lavorare-E certo, ti pare che ti proponevo una birra se non avessi avuto la
certezza di potertela scroccare-Hai ragione anche tu (P.S.: e come ti sbagli?)ma d’accordo, posso sopportare anche questa
pur di farmi skarrozzare
in quella ottava meraviglia del mondo contemporaneo
che è la jeep del Tancjo
LET’S GO FOR A RIDE
-Ariel-Che vuoi, Che? Quel tono da paternale non mi piace neanche un po’-Taci & ascolta-Sieg heil-Hai lasciato Fb un’altra volta, pazza isterica che non sei altro-Mi permetto di correggerti. Questa NON è UN’ALTRA volta. E’ l’ultima-Sì, sì. dici sempre così-Lo amo troppo per continuare a fargli del male in questo modo-Ariel TU non lo ami-E tu che ne sai, Tancjo-Ari, che lo si sappia o meno non è una cosa che dipende più
da te: ormai la faccenda è opinione pubblica-E magari c’è anche un giro di scommesse clandestine, magari-Beh, veramente Hard Gore avrebbe puntato una certa…-Ah, ma andateveneammorireuccisi tutti quanti in blocco-Ariel, non fare la moralista ché sei tu la prima a giocare a ping pong
con i sentimenti di un essere umano…vabbè, okkèy: convengo che per
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Fb essere umano è una parola un po’ grossa, ma in qualche modo è pur
sempre un tuo simile-El Che, non è competenza vostra quello che succede tra me e lui,
soprattutto perché ora sarete tutti pronti a schierarvi dalla SUA parte
bollandomi per l’ennesima volta, salvo venirmi a recuperare sulla
bandierina ogni maledettissima volta che vi servirà un favore. O non è
così-Falla finita-Di dire la verità, per caso?-Io so solo che tu costringi quel povero esaurito (da te) a sbavare dietro
alle tue promesse senza logica, destinate a rimanere SOLO promesse,
fatte unicamente per il gusto di tenerlo implacabilmente ai tuoi piedi-Non è vero, e lo sapete bene tutti e due-Ariel, raccontalo a chi vuoi, ma non a me e a El Che. Sappiamo troppo
bene tutti e tre che se Fb fosse un’altra persona (e non voglio fare nomi,
perché sto parlando di Meck che NON è presente) il problema si sarebbe
risolto da tempo. No?-Tancjo, apri quella porta. Fammi scendere-E stai calma, ché siamo arrivati-Io? Tranquillissima…tanto più che ormai è questione di ore-Non mi dire che hai trovato il sistema per andare all’Ovest-Sì-E con chi vai? Dimmelo dimmelo dimmelo-No-E dai, dillo al Tancjo tuo…-Mio?! Magari…-Prego? Hai interessi nei miei confronti e non me lo hai mai fatto
sapere-Ma fai poco l’idiota che lo sai meglio di me stessa-Beh, possiamo sempre rimediare seduta stante-Troppo tardi. Sto per partire-E con chi???-Non te lo dico, Tancjo-Ariel, piantala perché tanto io Pid’ lo conosco-Come hai detto, El Che?!-Sono stato io a dirgli di portare te. Ma ora non so più se ho fatto beneOserei dire che quest'ultima affermazione mi ha scosso un bel po’…ma
certo non lo posso esternare palesemente. Certe soddisfazioni non
dovrebbero MAI (capito, MAI) essere concesse gratuitamente –
soprattutto a certe persone.
Anyway, mi sento in diritto di indagare.
Almeno un pochino
-Hai fatto bene a fare cosa-Ti ho ceduto il mio posto-TU?! Volevi andare all’Ovest, TU?!-E perché no. Da qualche tempo a questa parte, a sentire te, ci sta
andando tutta la popolazione delle terre emerse-
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-Quella con un minimo di barlume intellettuale, intendo io-Un giorno di questi, ti arriva un vaffanculo così potente che ti ritrovi i
padiglioni auricolari in pezzi, ricordatelo Ariel. Stai esagerando-Io?! Trovi?! Io vedo solo una ragazzina che si è leggermente stancata di
essere circondata da iene opportuniste, che hanno cinque minuti liberi
solo quando hanno finito di tacchinarsi tutto il tacchinabile della
contea e stanno tornando a casa con una dose troppo elevata di ferite
da Due-di-Picche per poter essere medicata senza l’aiuto di qualcuno. E
chissà chi sarà mai QUEL qualcuno…si accettano scommesse-Ari…-Non mi chiamare Ari, ché potrei anche staccarti le falangi a mozzichi-E infatti. Arimbecillìta prima del tempo, stavo dicendo se mi lasci
parlare, anche secondo me tu sei solo una ragazzina, ma terribilmente
piena di complessi & problematiche- (UN ALTRO?? MA ALLORA E’ UN
VIZIO…)
-E hai pure uno spiccato senso di vittimismo, se mi consenti-Consento. Tancjo, niente da aggiungere?-Ariel, mi considero estraneo alla alquanto diplomatica faccenda e
desidererei rimanere tale-Della serie il coraggio è il mio mestiere…non escludo che sia meglio
così. (Ce l’ho una mia sensibilità, anche se può essere arduo da
credere). Tornando a noi, Che. Ci puoi anche andare tu con Pidduz: non
mi faccio mica problemi, né tantomeno voglio avere debiti con te. Voglio
sapere solo da dove salta fuori ‘sta storia…-Chiedilo a luiLUI?! STA UN'ALTRA VOLTA QUI?! MA CHI GLIELO DA’ IL PERMESSO A
QUESTO, CHE TRA LE ALTRE COSE SI ACCOMPAGNA CON UNO
PSEUDO SPAVENTAPASSERI DI DUBBIE FATTEZZE, DI IRROMPERE
NELLA MIA VITA (CON UNA TATTICITA’ DISARMANTE) PRATICAMENTE
IN TUTTI I MOMENTI più DELICATI DEGLI ULTIMI GIORNI?! EH, SI PUO’
SAPERE?!
-Va bene. Pid’, hai parlato con lui prima di conoscermi-Sì e no. Dipende dalla questione al riguardo-Comincio a sospettare che anche tu sia fortemente presuntuoso, sai-Okkèy, è chiaro che si parlava dell’Ovest…stavo solo divagando un po’-Amen-Comunque sì, la faccenda della dekappottabile era nata con El Che,
diverso tempo fa giù al campo-E perché non me lo hai detto-Con chi stai parlando, con Pid’ o con me-A dir la verità non lo so neppure io, Che…
…forse con tutti e due, forse con me stessa…
…comunque. Pid’, continua per favore-L’idea era quella di partire insieme, il giorno in cui le nostre disillusioni
sarebbero state troppe-
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-E poi-E poi è arrivata Mayflower(E lo vedo, che a sentire queste nove lettere una accanto all’altra,
pronunciate tutte di fila con una noncuranza da far venire i brividi, El
Che rischia di vacillare da un momento all’altro…ma ad essere sinceri
non mi dispiace poi più di tanto; sapete, credo che un po’ se lo meriti.
Quella ragazza lo ha completamente allontanato dal mondo civile – me
inclusa.)
-Pid’, te l’ho già spiegato che LEI non c’entra- …Credo che El Che si stia
alterando
-C’entra. E lo sai bene-Finiscila. Non sono affari tuoi…Occhio, si sta alterando davvero
-Direi di sì. Con te non si riesce a parlare d’altro-Questo non ti dà il diritto di intrometterti- …Ok, si è alterato (e di
brutto)
–e comunque ciò non toglie che io all’Ovest ci sarei andato ugualmente.
Non con te; con lei. E sarei stato felice di lasciarti partire con Ari.
Avrei avuto piacere di veder andare via una delle ragazze a me più care
con una persona che mi sembrava affidabile. E invece mi sembra
proprio che ho dato due biglietti Destinazione i Nostri Sogni a una
Povera Pazza Isterica (che è peggio della Povera Pazza normale) pronta a
recriminare sulla base delle sue Turbe Mentali e a uno disposto a
giudicare senza minimamente conoscere la realtà-E cosa c’è da conoscere. Io so che tu saresti stato pronto a partire con
me anche subito, finché non sono arrivati un paio di occhioni verdi che
non ti ci hanno più fatto capire un’emerita. Hai pensato bene di
sacrificarti per la patria, con la alquanto disdicevole prospettiva di
rimanere qui con la tua supposta Anima Gemella. Qual è il problema,
non c’è bisogno che sbraiti, contribuendo tra l’altro ad aumentare
l’inquinamento acustico-Il problema è che quel paio di occhioni verdi se ne sono andati
esattamente 48 ore fa con un perfetto sconosciuto, una chitarra
classica e una moto che sembrava un aeroplano. Questo è il problema,
chiaro?!?Ad essere sinceri, mi è praticamente caduto un mattone sulla testa.
Non solo mi dispiace parecchio, perché seppure un po’ animale El Che
mi gira intorno da quando ho iniziato le scuole superiori e in un certo
qual modo mi ci sono inevitabilmente affezionata, ma mi ha anche ferito
il fatto che non ne sapevo assolutamente nulla.
-El Che, non me l’hai detto…-Avrebbe cambiato le cose?-Tancjo, tu lo sapevi-Solo da poche ore-Mi dispiace…-
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-Sì, certo Ariel: fino a trenta secondi fa mi hai bestemmiato in faccia e
ora ti dispiace…ma falla solo finita e sparisci. Ché sei pure in ritardo al
lavoro-
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= Tre =
Il locale è semivuoto.
Strano.
Beh, neppure tanto.
In fin dei conti, non è ancora il tramonto…non è ancora quel particolare
momento del giorno in cui praticamente tutti (oddìo, tutti coloro che
bazzicano questo dimenticato angolo del pianeta, ovviamente…) sentono
come il bisogno di tornare a casa. Sentono la necessità di rintanarsi fra
quattro mura forse un po’ affumicate, ma sicuramente amiche, fatte di
alcool, di musica e di calore umano.
Io non saprei spiegarVI esattamente, perché in fondo è solo una mia
sensazione. Ma da quello che vedo, tutte le facce che gravitano qui
dentro, soprattutto nei dintorni temporali del tramonto, sembrano avere
la necessità di sparire per qualche tempo dalla propria dimensione e di
lasciarsi scivolare nel Nostro Universo A Parte.
Di allontanarsi & dimenticare; parlare di football forse, svagheggiare
senza alcun vincolo sociale, cantare, bere una mezza pinta e fumarsi
quelle due o tre pagliette che senza ombra di dubbio consentono la
resurrezione. Sono solo pochi attimi, ma sembrano magici
(almeno per me che li osservo
dall’altra parte del bancone).
Mi sento bene, contemplando la realtà dall’altra parte del bancone: non
che sia una posizione privilegiata, intendiamoci. Ma credo che fornisca
un paio di occhiali leggermente differenti da quelli che di solito
indossiamo per guardarci intorno. Vedi le persone con un altro spirito,
ti sembra di conoscerle da sempre, le senti dentro…un po’ come se
fossero parte di te.
Voglio dire, riesco a sentirmi un pizzico più importante di quello che
sarei di norma (zero, praticamente).
Parlo e so che sarò ascoltata, ricopro un mio ruolo, ho una piccolissima
fetta di Potere tra le dita, anche se si tratta solo di decidere se regalare
due dita di schiuma nel caffè oppure di non portare il ketchup a un
ghigno antipatico che proprio non mi va giù.
È tutto qua…ma penso che si tratti proprio di questo, quando Voi
dolcissimi middle classed parlate della Bellezza-Delle-Piccole-Cose.
Riscaldo un toast prosciutto & formaggio con patatine a un cucciolotto
dal sorriso dolcissimo che mi regala con simpatia TUTTI i denti da latte
ancora presenti all’appello, e mi godo “Viva Bobby Moore”, inno
generazionale dei Business sparato a volume non indifferente dal jukebox.
A dir la verità, sono proprio qui - nella scia dorata di un raggio di sole
che viene a salutarmi prima di andare a dormire – e canticchio quel
verso pieno di carica, sapete quello anche un po’ comico…quello che
dice
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“Bobby Moore was a goal machine,
everybody knew they’ve seen
a sensation, a sensation
hear what I say now!!! ”
quando all’improvviso vedo entrare Meck con la faccia delle grandi
occasioni e con un’andatura che non mi piace per niente.
People, sento che l’infarto si avvicina.
Io cerco di fare la vaga, ma siccome non so se mi riuscirà…
Vi ho voluto bene.
-Buonasera, il signore desidera?-Falla finita e vieni fuori, ti devo parlare(Non m’è riuscito)
-Non so se posso-Io dico che puoi-Capo, posso uscire trenta secondi?-Se il tizio là ordina qualcosa, ti puoi anche imboskare per quel che mi
riguarda, tanto non c’è un cane qua dentro-Ah, quando la classe non è acqua…vero, capo? Comunque, vada per
una pinta scura e un hamburger ben cotto-Ci andiamo leggeri, vedo-Tanto mio fratello non rientra stasera, è di turno, e io non ho la
minima voglia di mettermi a cucinare-Bravo, così non rischi la morte per avvelenamento-Simpatica…-As usual! Ce le vuoi le patatine-Ma veramente…-Offre la casa, bimbo-Perfetto: doppia razione, allora-Ma guarda tu la gente che mi tocca frequentare-Nessuno ti obbliga, milady. Lo sai?-Ma falla finita, lo sai che per te farei qualsiasi cosa-Anche un lavo…-CHE HAI DETTO?!-Niente! Io non ho detto proprio niente!-Sì sì…
…sempre così. Comunque l’hamburger è pronto-Usciamo, alloraE l’altalena è lì che ci aspetta, come nelle migliori occasioni, in tutti i
giorni di gloria…praticamente ogniqualvolta Kitty lascia Meck senza
l’ennesimo perché, o molto più cortesemente si limita a mettergli le
corna – così, tanto per gradire.
Fa su & giù l’altalena, esattamente come quando eravamo bambini e
venivamo qui a giocare dopo la scuola; solamente, allora non ci
conoscevamo e non potevamo certo sapere QUANTO saremmo diventati
inseparabili in futuro.
-Hai una sigaretta, Meck-
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-Se Vossignoria gradisce una Marlboro lights-Inflazionata, ma mi accontenteròAnnuncerei che ho davvero voglia di fare due tiri, calcolando
soprattutto che il mio portafogli è mooolto vuoto, da qualche tempo a
questa parte, e che per varie esigenze il potenziale tabacchifero ha
dovuto subire dei pesanti tagli. Peccato che ci sia decisamente vento e
che il mio accendino non ne voglia assolutamente sapere di fare il suo
dovere.
-Ariel!!!-Ma che c’è, perché urli-Ma fumi da quando avevi sei mesi e ancora non hai imparato a farlo in
maniera decente. Vuoi capire che devi inclinare la testa di tre quarti e
mettere la mano dalla parte DOVE tira il vento e non dall’altra, ché
altrimenti non ci fai assolutamente un emerito?!?(Quanto lo odio quando fa così…
ma ad essere sinceri, quand’è che non lo odio?
E’ un creatura così adorabile…)
-Io faccio come mi pare-Sì, dici sempre così. Ma è lo stesso, la volta che ti ustioni le dita non
dire che non ti avevo avvisato. Ad ogni modo, mi fai un po’ di carezze
mentre finisco di mangiare?-No…ma tanto lo so già che è inutile, che non mi sente affatto, che si sta
già arrotolando le maniche della felpa, che è già pronto per i soliti dieci
minuti di estasi in cui non capirà assolutamente un accidente. Io li
detesto questi momenti, non li sopporto proprio a dir la verità, perché
sono quelli in cui perdo ogni briciola di dignità. Scopro il mio cervello
che fa pensieri strani (e non voglio stare a specificare su CHI) e poi
scopro anche che ci soffro.
E non mi sta bene.
Per niente.
Anche perché è una condizione che mi vede totalmente passiva – e io lo
detesto, non me lo posso proprio permettere.
Sapete com’è, noi fanciulle-prodigio-pressocchè--orfane siamo abituate
all’indipendenza ASSOLUTA e ci sentiamo fastidiosamente a disagio, in
quei frangenti in cui qualcosa di esterno sembra decidere per noi.
Guardàtelo…ha staccato ogni contatto con il Mondo Reale, potrei dirgli
qualsiasi cosa e lui non se ne accorgerebbe.
Solo silenzio. Nient’altro - oltre naturalmente a quel risolino ebete e
addomesticato, che non riesce a togliersi dalla bocca quando è sotto
carezza andante.
-Meck, che vuoi-Eh?-Ti ho chiesto cosa vuoi-Ti sembra che io voglia qualcosa, per caso-Tu vuoi SEMPRE qualcosa, quando vieni ad accasciarti qui
reclamando carezze, caro-
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-Scusa?-Cos’è, il carro armato della esuberante e alquanto altruistica sessualità
di Kitty ha colpito ancora o hai semplicemente scovato una nuova
fiamma all’orizzonte e hai voglia di angosciarmi per una mezz'oretta-Falla finita, Ariel-Aah, no no no: tu non mi convinci. Ti conosco troppo bene perché
qualcosa riesca a sfuggirmi, signorino-Ma tu sei una visionaria…-Sì sì, come no(…)
-E va bene, hai vinto: tanto non riuscirei a starmene zitto più di tanto.
Chi è quello-Quello chi? Non ho visto Kitty con gente nuova ultimamente…nessuno
che tu (e lei) non conosca già, almeno-No. Quello che parlava con te un quarto d’ora fa, e stamattina, e ieri
sera davanti alla sala prove-MA CHE FAI
(…dai, dai: come nei telefilm yankee!!!)
MI SPII?!-Sì. Cioè no. Non lo so. Mi è capitato di vedervi-E allora-E allora mi devi dire chi è quello-Problemi al riguardo? La gente dice sempre che io vado con chiunque,
con il primo che capita: di che ti stupisci?-Ho sentito dire che hai intenzione di partire per l’Ovest…-Beh, anche questa non è una novità-…con quello-…ops. Ammetto che questo ancora non te l’avevo detto. Ma ti giuro che
avevo intenzione di farlo!!!-Non me ne frega un beato accidente di quello che avevi e di quello che
non avevi.
Voglio sapere chi è-E’ un amico di El Che. E di Fb. E di En-Ah, anche il finocchio c’è di mezzo…andiamo bene-Parla ancora di Jew-Lee-N in questo modo e giuro che non mi vedi più.
Sei solo geloso di lui, tanto: è inutile che fai finta di negarlo-Ah, ma per quello non c’è problema! Come se non lo sapesse nessuno
che ha i giorni contati-Chi te l’ha detto-Skye, chi vuoi che me lo abbia detto…ha messo i manifesti,
praticamente. E dovresti vedere il sorriso crudele che sfodera quando
ne parla…(NON CHIEDETEMI PIU' NIENTE IO SO SOLO CHE SE QUESTO DICE
ALTRE DUE SILLABE, DUE NON UNA DI PIU', LO AMMAZZO – LUI E
TUTTA QUESTA MASSA DI IMMENSI VERMI CHE AMMUFFISCONO
DA QUESTE BANDE)
-Ariel, perché te ne vai…-
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-Come se non te ne avessi mai parlato-…proprio con lui (stavo per dire, se tu demonio mi avessi fatto finire di
parlare)-Perché: lui o qualcun altro ti fa problemi, per caso-S…-Come hai detto? Non ho sentito-Io non accetto l’idea che tu possa passare così tanto tempo con
qualcuno che non sia io. IO sono, devo essere, il centro dei tuoi
pensieri, non ci deve essere nessun altro al di fuori di me. Mi hai
capito?! Nessuno, nessuno, io devo avere tutta la tua attenzione, ogni
tuo sguardo-Scusa ma…mi pagano per questo?-Tu sei la Mia Migliore Amica, è tuo compito, non devi pensare ad altro.
Né ad altri-Ma te lo sei dimenticato che fino a ieri io stavo con una
personcina…sai quello alto alto che tra parentesi è anche uno dei tuoi
amichetti preferiti? No, così, per informazione…-Aah, ma dai…con Fb era diverso-Sì, quando ti fa comodo. Non eri tu quello che stamattina mi voleva
convincere a tornare con lui?!-Beh, mettiamola così: o stai con Fb che è mio amico e lo conosco, o
non stai con nessuno. Claro?-Ah. E dimmi…per caso, devo anche portare le giustificazioni per il
ritardo?-Ariel, tu non ti puoi innamorare di quello-Ma chi ti ha detto qualcosa al riguardo-…(Ok gente, si è tradito. Lo vedete bene anche Voi che nelle sue parole c’è
qualcosa che non quadra, qualcosa di occulto…o di occultato, se
vogliamo. E io vorrei scoprirlo, anche se tanto già lo so che non saprò
nulla di più del fatto che Kitty è la donna della sua vita e che lui non
sarà mai capace di amare nessun’altra)
-Non rispondi; forse non mi sono spiegata bene. Non ho mai parlato di
essermi innamorata di uno che conosco sì e no da un paio di
settimane-Ma se lo sanno tutti che tu sei capace di perdere la testa per il primo
idiota che ti fa due complimenti melensi o che ti scrive qualche boiata-Mi stai dicendo quanto sono deficiente-Forse-Scusa, cocco: si può sapere che vuoi? Ti sono venuta dietro per
un’estate intera, tu non mi hai neanche lontanamente preso in
considerazione, ergo…-Mi sei venuta…cosa? Ma quando? E perché nessuno me l’ha mai
detto?-Perché, se qualcuno te lo diceva cambiava qualcosa-Ma tu…ma io…-Tu non ci capisci mai un emerito e comunque ormai ho deciso. Me ne
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vado-L’avrei dovuto capire, era da diverso tempo che tra noi le cose
andavano diversamente. L’avrei dovuto capire che non ero più il centro
dei tuoi pensieri-Punto primo, e te lo ribadisco, non sta scritto da nessuna parte che tu
abbia il diritto di trovarti perennemente al centro dei miei pensieri. E
punto secondo, forse…sottolineo il forse, se tu fossi stato un attimo
meno occupato a frignare sulle dolci quanto discutibili grazie della tua
Kitty, ti saresti accorto che qua, a dieci cm quadrati da te, c’era
qualcuno che soffriva. Adesso è tardi-Ma io e te siamo stati inseparabili per tanti anni, ora…-Ora ho deciso di dare una chance a me stessa, mi sarei un attimino
stancata di vivere in funzione degli altri. Mai come adesso riesco ad
intravedere un barlume di felicità, seppure ancora lontano. Non mi
posso fermare, adesso. E comunque non è detto che tutto non si
ricostruisca. Magari non ora, non qui; ma non si sa mai-Non me ne faccio niente delle tue sognanti ipotesi. Ho bisogno di te e
troppo tardi ho capito quanto, ma non riesco ad accettare l’idea di
averti a mezzo servizio. O tutto o niente: queste sono le regole. Buon
viaggio, ArielPensavo che nulla potesse ferirmi più del fatto che la mia adorata
biancoceleste squadra di football avesse perso l’ultimo derby nella
maniera più ignobile che si potesse…
…ma Meck ha battuto ogni record.
A ME, MEZZO SERVIZIO NON L’HA MAI DETTO NESSUNO.
UN BUON MOTIVO PER FAR FINIRE QUI LA FACCENDA.
E’ MEGLIO, NON CREDETE?
PER ME, PER LUI, PER VOI, PER TUTTI QUANTI.
EH GIA’.
E non pensiate che non stia male da cani vedendolo incamminarsi a
testa bassa, silhouette nera nella luce del tramonto, ma credo che oggi
qualche magico, dorato legame si sia troncato. Di netto.
-Ariel-Cosa-Sappi che odio andarmene sapendo cosa perdo, ma non posso
permettermi di restare non sapendo di cosa mi dovrei accontentare-Qui o accanto a me-Smettila. Lo sai perfettamente che non ho mai tenuto a nessuno come
a te-Penso che Kitty ti potrebbe citare per danni morali, in seguito ad una
affermazione del genere-Eravate le mie due donne, voi…un'unione indissolubile e
continuamente in equilibrio. Eravate la mia completa soddisfazione, il
mio tutto-Sì, stabile come un castello di carte che al primo soffio di vento
leggermente più pericoloso (o semplicemente più arrabbiato, se
vogliamo) è crollato fragilmente al suolo-
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-Tu hai Pidduz, ora. Credimi è il migliore sostituto che potresti trovare:
è come me, ma è meglio. E sai quanto mi possa costare ammetterlo-Non capisco che vuoi dire, ma capisco benissimo che la tua era una
concezione folle: nessuno in questo mondo può credere che l’Anima
Gemella sia la fusione tra due persone. Kitty & me, poi… credo sia
meglio che tu te ne vada, sai-Saiciò che stai rifiutando, vero-Io so solo che tu hai fatto tutto da solo, come al solitoEd è meglio che se ne vada, o lo picchio.
Spero realmente che non mi voglia convincere del fatto che mi ha
sempre amato e non se ne è mai accorto, perché potrebbe essere la
volta buona che realizzerei di essere stata vittima di uno schifoso
processo di sfruttamento (molto probabile, tra l’altro).
Per adesso, mi devo solo arrendere al fatto che è meglio se non lo
rivedrò mai più, che non vale la pena di sprecarci ulteriori lacrime (ché
per lui già ne ho buttate troppe), che se En fosse qui mi direbbe che “io
sì che te l’avevo sempre detto che quello non mi convinceva neanche un
po’” e che quella che sto sentendo dal juke-boper del locale è proprio
“Everybody’s Best Friend” degli Azel.
…non è il Destino che mi parla, è solo una coincidenza. Giusto?
(Bisogna crederci, non sperarci. Sempre.)
Credo che il turno al locale sia quasi finito, non c’è quasi più nessuno
cui propinare il nostro allungatissimo (e schifoso, se mi è permesso)
caffè nero con dolcificante ipocalorico oppure qualche toast
puntualmente carbonizzato dalla sottoscritta addormentata sul grill,
inseguendo chissà quale fantasia beat-poetica & ska andante.
Tra parentesi, non capisco perché mi tengano ancora a lavorare, con
tutta la disincantata – pessima – pubblicità che gli faccio…
-Arieeeel!!! Cheeseburger poco cotto e una fetta di torta di mele!!!-Comandi, capo…uffa: ma in questo schifo di posto non ci sono mai
dieci secondi per filosofare in pace?!?-Ma vuoi stare un po' zitta? Io mi chiedo solo perché continuo a tenerti
a lavorare qui…mi fai solo cattiva pubblicità(Lo vedete che per ogni domanda c’è sempre una risposta? E tra l’altro
sempre mooolto prima di quanto ci si possa immaginare!)
-Ecco il cheeseburger, la torta sta arrivando-Ma si può sapere che cosa hai sempre da rimuginare in quel cervello
pieno di segatura che ti ritrovi-E’ bello sentire che la gente ha fiducia nelle mie possibilità… No,
pensavo solo al fatto che tra pochi giorni qui non ci sarà più nessuno,
che se ne andranno tutti all’Ovest e che lei, capo, rimarrà con un locale
vuoto-Potrei anche ucciderti, se penso che ‘sta storia l’hai messa in giro tu-Io?! Capo, ora non esageriamo. E poi tutti dovevano sapere che c’era
l’opportunità di cambiare vita, di poter espandere le nostre ambizioni, le
nostre speranze. All’Ovest c’è musica, sogni, libertà e soprattutto c’è la
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possibilità di aiutare qualcuno, c’è il modo per imporsi, per creare
qualcosa di concreto. Se solo si riesce ad evadere da qui…e credo che ci
siamo quasi-Tu dovresti smettere di drogarti, bellina…ma tanto è inutile che te lo
dica. Non cambierai mai-All’Ovest tutto è diverso…e non posso escludere a priori che non
cambierei anche io. Lasciatemi partire; e poi ve lo racconto io-Sì perché magari poi torni pure a farci vedere come sei diventata…ci
scommetto quello che ti pare: se disgraziatamente riesci a trascinare il
sedere fuori dalla baia noi non ti vediamo più…-Mi sembra di intuire che potreste sentire la mia mancanza?!?-…Ma la smetti di blaterare idiozie come un’oca di cortile? Ché stai
ancora qua quando il tuo turno è finito da dieci minuti – e poi c’hai
pure la faccia tosta di lamentarti perché ti pago meno di quello che
lavori…SPARISCI!!!-Capo-Che vuoi???
-Lei è un grande e (anche se non lo ammetterà mai…) mi vuole bene: se
ne ricordi, soprattutto quando me ne sarò andata-Ragazzina, non credere che i tuoi occhioni verdi e smorfiosetti facciano
a me l’effetto che fanno a tutti quei disperati che bazzichi di solito-Ah, balle: tanto ho ragione io…
…come al solito!!!-SPARISCI!!!-E questo non fa che alimentare le mie più che corrette supposizioni sul
suo alquanto criptico (per gli altri ma non per me) stato d’animo…
Memento: ho SEMPRE ragione io-E io questo mese non ti do una lira-Come vuole…tanto non ci arrivo fino al giorno di paga!!!-Reggetemi ché ora la riempio di mazzate…-Eh già…peccato che qui dentro non ci sia più nessuno!!!-…-Ciao capo!!!non so che dirVI…io capisco perfettamente quanto riesco ad essere
odiosa e/o quando passo il limite…
…sento proprio il momento, quello spietatamente esatto,
in cui la mia ingenua, pervertita sfrontatezza valica
il punto-di-non-ritorno.
Ed è proprio perché ho questa sensibile capacità di percezione che so
sempre, sempre, sempre quando si è fatta l’ora di darsela a gambe (e
alla svelta pure!!!)
- LO VEDETE CHE HO SEMPRE RAGIONE IO?!?Se volete, fustigatemi per questo, ma per intanto lasciatemi godere
questo splendido odore di sera che sopraggiunge, l’ultimo sussurro dei
gabbiani che se ne stanno giustamente andando a nanna, “Walkin’ on
the sun” degli Smash Mouth che arriva da un lontano stereo, sperduto
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chissà dove ma sufficientemente vicino da riuscire a ricordarmi quanto
è bello sentirsi potente.
Anche se (solo) per un attimo (solo).
E anche se potrei sembrare un cuccioletto sbandato e un po’ ribelle che
vaga alla deriva nella solitudine della baia, credetemi: non sono sola.
C’è una fida Camel lights che brucia con me in questa vita troppo breve
per essere vissuta in un modo almeno decente, ci sono i miei anfibi
gialli ormai andati nel tempo e nella pioggia ma sempre troppo nuovi
paragonati a Tutto Il Resto, c’è l’immagine di Blueberry che mi aspetta
silenziosa a casa – lei e la sua piccola (…ormai ho deciso…) Ariel jr che
le respira fiduciosa nel panciotto
ma soprattutto c'è un’aria buona che mi palpita nei polmoni, c'è la
certezza che tutto ciò che era prima non sarà più & che tutto ciò che
deve ancora essere non è MAI stato prima.
E’ il cosiddetto Effetto Sorpresa.
O almeno credo.
Ma non crediate che per incontrare l’Imprevisto sia assolutamente
necessario macinare miglia & miglia, lungo il sentiero delle proprie
adolescenziali utopie…
…per esempio: che ci fa En davanti al cancelletto di casa mia con uno
zaino in spalla e un pacchetto regalo (pure troppo sgualcito per poter
sostenere una tale definizione) nella mano sinistra?
Non ditemi che pensate quello che sto pensando io perché la cosa mi
potrebbe dare non poco fastidio: sapete? …mi sarei un po’ seccata di
tutta questa gente che parte solo perché la moda l’ho lanciata
io…mentre io – ebbene sì, sempre io – rimango ancora qua per lo
scrupolo di salutare tutti, di controllare (ma guarda un po'…) che tutto
si sia sistemato, che tutto possa continuare tranquillamente anche
senza di me
…perché…
EKKESSATANA, MA CE NE FOSSE UNO, UNO SOLO DICO IO, CHE SI
PREOCCUPI DI CHIEDERMI SE PER CASO HO VOGLIA (HAI VISTO
MAI…) DI PARTIRE CON LUI
Vabbè, ma tanto: CHE PARLO AFFA’???
-Ciao Ariel-Ciao fratellino-Non mi dici nulla-mmm…no?!-Sono venuto a salutarti-Ma dai?! Non l'avrei mai detto…-Ari non fare l’acida-Io NON fa…-Stai zitta ché te lo leggo lontano un miglio che potresti esplodere da un
momento all’altro-Ah…ma bravo il mio fratellino…
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…ecco, a proposito, siccome sei così bravo: perché non hai avuto il
buon senso di startene lontano da casa mia?-Ariel chi ti ha fatto arrabbiare-TU-IO?!?
-Sì. Tu & tutto il resto della massa di idioti che all’improvviso hanno
deciso di andarsene, quando fino a un quarto d’ora fa stavano tutti lì a
blaterare che l’Ovest era solo l’ennesima boiata di fine secolo e…-…E STAI ZITTA UN ATTIMO!!! CHI E’ CHE SE NE VA??? E PARLA
PIANO CHE’ TURBI IL MIO SETTAGGIO AURICOLARE, PORCA
VACCA!!!-…io…(Ma-che-santo-cielo-stai-facendo?
eh, Ariel???
si può sapere???
Sto inveendo - invece di essere contenta - contro una delle poche
persone che veramente mi capiscono…beh, ora capire è una parola
grossa…ma senz’altro nessuno mi vuole bene come En.
Beh: stop, allora…tu DEVI essere contenta…
in quanto…L’hai lasciato ieri morente nonchè sotto-un-treno e oggi è di
nuovo qui, baldanzoso & pimpante pronto addirittura a partire…da solo
poi, a quanto vedi!!!
No, Ariel: torna in te, almeno per questa volta – che non hai ingerito
alcun tipo di sostanza stupefacente – il tuo fratellino merita
ascolto…vabbè, se non altro non merita che tu, ultima caccoletta
puzzolente dell’universo, lo maltratti senza uno straccio di spiegazione)
-Scusami, En-No…figurati: tanto sapevo perfettamente che nel giro di trenta secondi
saresti tornata in te e saresti stata pronta ad ascoltarmi. E magari
anche a spiegarmi con calma perché sei così…così…vabbè, ci siamo
capiti-Vuoi entrare un minuto-Sì, ero qui anche per salutare Blueberry-Sai, credo che lei debba dirti qualcosa…-Beh, a dir la verità anche io-Oddìo…-Cosa-No…stavo pensando al tipo di notizie che state per scambiarvi…vorrei
non assistere (Non è vigliaccheria, sapete…VI garantisco che non è piacere costatare
che i miei due…genitori adottivi siano l’una ragazza madre e l’altro la
più recente vittima del Morbo di Fine Centuria; che VI devo dire: è
evidente che il destino non aveva messo in programma per me una
famiglia normale!!!)
-Dai vieni, ché ti offro un caffè-Oh cavolo…ma è quello che fa Blu’???-A tuo rischio & pericolo!!!-
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-E’ sempre un piacere bere qualcosa con voi…
(anche se è il caffè di Blueberry!!!)-Chissà quando mai riusciremo a stare nuovamente tutti e tre seduti
intorno a questo stesso tavolo, con lo stesso caos che fuoriesce da ogni
parte, circondati da tutte quelle piccole, insignificanti, fondamentali
particolarità che ci hanno visto crescere-Ariel, tesoro…Forse è il caso che taci perché il discorso potrebbe
diventare letale un po’ per tutti-…- (sorry, ma non posso fare a meno di ridere di cuore…En ha una
capacità di annientare le catastrofi con due stupide parole che mi
disarma ogni volta) –Blu’!!! Sono tornata!!! Ti ho portato una sorpresa-Cos’èLa sua voce sembra provenire dall’oltretomba, da un antro fumoso…in
realtà è solo la gravidanza che inizia ad imporsi. Ed è dolcissima da
sentire, così com’è dolcissima da vedere la sua testolina sprofondata nei
cuscini, tutti i capelli in disordine e gli occhi un poco arrossati; sa di
dover crescere da un momento all’altro: ma è evidente che le sue spalle,
le sue caviglie, i suoi gomiti non ne vogliano proprio sapere.
La stanza è in penombra, il letto abbastanza sconvolto e non so perché
ma ho l’idea che dev’essere una goduria rotolarsi nella montagna di
cuscini terremotati proprio come sta facendo la mia coinquilina (che
gioca a fare la bimba, con la scusa che sta per diventare mamma da un
momento all’altro…un po’ un paradosso, non trovate???)
Vedo la classica tazzona viola e un po’ graffiata che fuma
voluttuosamente
– camomilla…no doubt about it –
e vedo briciole di biscottini e un paio di cicche spente su un piattino e
penso che ci starebbe bene un bel liscio-e-busso sulla dubbia idoneità
della nicotina nei confronti di una neo-mamma…
Ma Blu’ è così bella, lei e il suo cucciolino che ancora non c’è e che io
sento già qui, che non ho la minima intenzione di rovinare questo
dipinto naïf.
Se lo volete Voi, fatelo (ma sappiate che non avrete la mia approvazione).
-Blu’…sei sveglia? Completamente, voglio dire-Sì. Chi c’è-Ti ho portato En…dice che vuole un po’ del tuo caffè-En se sei venuto solo per questo te ne puoi anche andare
(affartiarrostirevivo)-Allora non sei totalmente fatta come vuoi far credere!- com’è bello En,
quando ride… -Ciao Blu’. Come stai?-Domanda un po’ difficile per rispondere così su due piedi-Non mi sembrava di aver chiesto la formula della scissione
nucleare…boh, mi sarò sbagliato-Ma la smetterai mai di fare lo scemo???-No, credo di no-Per fortuna, ti riesce così bene…- diosanto…ho due amici adorabili…e
bellissimi –Vieni qua, En. Siediti, ti devo raccontare qualcosa-
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-A dir la verità anche io-Mi pare di capire che forse è il caso che il caffè lo faccia io, verooooo?-Grazie Ariel-E…PER UN SACCO DI BUONI MOTIVI!!!E per me è un piacere lasciarli soli a chiacchierare per un po’…sono
così teneri insieme: forse come arbitro sono un po' venduta, ma io ho
sempre pensato che hanno un’intesa speciale…sarebbero una coppia
perfetta
(già…se si eccettuano alcuni piccoli insignificanti particolari, quali ad
esempio l’omosessualità di lui o la perenne devozione di lei a un pirata
patentato, il cui unico regalo in tutta la loro storia è il frugoletto che
nascerà tipo tra otto mesi e quindici giorni)
…Tanto so già perfettamente ogni singola parola che si diranno; penso
che potrei indovinare precisamente anche l’intonazione e gli sguardi che
sceglieranno, so che potrei vederli pur stando di spalle…
…Tanto anche dalla cucina si sente tutto!!!
-En, ho un problema-Anche io-Il mio si chiama Ariel-Uh…a chi lo dici: sono sedici anni che mi perseguita!!!-Mi spiego meglio: Ariel è il nome che voglio dare alla figlia che avrò tra
circa otto mesi-C’è qualcosa che non mi fila…-Ti garantisco che hai capito benissimo-Ma…tu & Red Rose avete deciso di mettere su famiglia o cosa?-Sì…famiglia, quello…-Ah volevo ben dire: mi sembrava strano!!!-Eh già, pare che fossi io l’unica a cui la cosa sembrava plausibile,
vero?-Scusa, non ti volevo ferire…-No, lascia stare: in fondo tu non sai quello che è successo-Già, ma ci terrei-C’è poco da dire: Red Rose mi ha messo leggermente incinta e non ha
retto l’…emozione-Dov’è ora?-Tu lo sai? Io no…da quando se ne andato senza praticamente una
parola io non so più niente di lui. E non credo che mai ne saprò…o
almeno il sospetto è quello-Che iena-Beh…anche se mi riesce un po’ difficile ammetterlo, credo proprio che
la parola sia quella!!!-…siamo circondati, eh-Perché, chi ti ha fatto del male-Skye…e nel peggiore dei modi-…En!!! Che accidenti hai fatto???-
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-Gli ho dato me stesso…e come puoi ben intuire, tutta la mia vita-En…ma tu sapevi bene che lui era malato-Sì; e ora siamo in due-Ma sei stupido per caso? Va bene l’amore e sacrifici annessi-&connessi…ma mi sembra che tu abbia un tantinello esagerato. O no?-Ma senti chi parla. Non ti basta il batuffolino che hai dentro a
ricordarti l’intensità di CERTI sacrifici, eh-…più che l’intensità io parlerei di dolore, di veleno, di ferita, di…-…di tutta la gioia che si nasconde nel sapere che il Gesto Estremo è
scaturito nel nome della persona a cui abbiamo voluto regalare i nostri
sentimenti-Forse hai ragione…-Sì, io ho spesso ragione. Poi, però, dimentica il fatto che lo stesso
Gesto Estremo che a te ha donato un’altra vita a me l’ha tolta (…la mia
- piccolo particolare)L’autore di telenovelas doveva fare, questo qui – non l’artista – vacca
boia, guarda tu se ora non me la fa anche piangere col rischio che la
bimba nasce troppo sensibile (per questo straccio di mondo ipocrita!)
Devo intervenire, anche se so che dal punto di vista semantico-stilistico
è un peccato stroncare sul nascere questo scambio “politically correct “
di splendide battute tra elementi paurosamente Segnati-Dalla-Vita.
No, realmente, devo farlo.
O altrimenti qua finisce male, se solo penso che il mio Angelo Custode
sta per andarsene all’Ovest senza di me e che oggi potrebbe essere
(poco probabile, se mi conosco come credo, ma comunque non
escludibile) anche l’ultima – diosanto – volta che lo vedo. Eppoi…se non
la fanno finita entro cinque minuti con questa litania da “Ci Piace
Compiangerci Perché Siamo Taaaanto Sfigati Anche Se Poi Facciamo
Finta Che Non E’ Vero”, mi costringono a scendere in campo e a
schierare con un minaccioso 4-3-3 tutte le mie vicissitudini familiari dalla fuga di mio padre al suicidio di mia madre.
Intendiamoci. Non lo farei mica perché ho voglia di essere consolata…è
puro spirito di egocentrica competizione: non tollererei mai la MIA
assenza in un così avvincente Festival Del Dolore, della serie Tu-staimale-ma-io-sto-peggio.
(marò…come sono cinica…forse è il caso di aggiungere ancora un po’ di
zucchero al caffè, andare di là e inserirmi costruttivamente nella
conversazione - senti senti, ora parlo anche come quelli del tutorato
psicologico della mia scuola…)
-Ragazzi…li volete anche due biscottini? Dai, fate merenda che vi passa
tutto-Parole tue???-No, di mia nonna-Ma se non l’hai mai conosciuta, tua nonna-Appunto-…-
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(Quanto mi diverto a prendere in giro
la gente!!!)
-En, ma…non mi avevi portato un pacchettino??? Eh??? Eh??? Eh???-Alla faccia della discrezione…sì ma non è niente di che-Beh, ci credo: a giudicare dal pacchetto!!!Lo sguardo skazzatamente espressivo di En è uno spettacolo…
Se voglio so di poter essere sprezzante, disincantata, lisergica da
rasentare la tragedia. Mi dispiace solo che la mia prossima vittima
potrebbe essere chiunque – anche En, purtroppo!!!
-Eddai…non fare così…non sono cattiva, lo sai perfettamente. Si
capisce che, anche se il pacchetto è tutto sgualcito e pure un po’
sporco, dentro c’è qualcosa di prezioso a cui io terrò sicuramente
tantissimo. No?Lo vedo. En si sta per infuriare…da morire, direi…se non fosse poco
carino nei suoi confronti (dio, che perfida – mi faccio schifo da sola
certe volte): ho come il sospetto che mi potrebbe tirare contro tutto il bel
pacchettino, ma anche la macchinetta del caffè, le tazzine, i biscotti che
Blueberry si è degnata di lasciarci e, nella peggiore delle ipotesi, anche
il tavolino. (Ma quello solo se mi dice proprio sfiga, intendiamoci).
Eppure…credo ci sia qualcosa che non va…perché improvvisamente
quel ghigno da permaloso sott’aceto è svanito nel cyberspazio e ha
lasciato posto ad un benevolo sguardo di indulgenza al-limite-delpaternalistico?
Perché non mi è piovuto ancora addosso niente?
Perché quei sorrisi smielati da decimillesima puntata del (a noi) ben
noto telefilm yankee?
[NON DITEMI CHE MI HANNO SCOPERTA
PERCHE' MI OFFENDO]
-E’ perfettamente inutile che fai la splendida perché tanto lo so
benissimo che è tutta una pantomima, sai? Non ti tirerò il tavolino
contro:
1. perché TU non vali la fatica di tanto sforzo
2. perché non avrai la soddisfazione di vedermi cadere in trappola-Trappola?!?[NON SO SE STAVOLTA RIUSCIRO’ A FARE LA VAGA
COME SONO IN GRADO IO]
-Già: trappola. In realtà tu non vedi l’ora di aprire questo incredibile
pacchetto sgualcito e anzi, ti dirò di più, non stai nella pelle all’idea che
qualcuno ti abbia fatto un regalo… a te, solo per te, cosa che
praticamente non ti è mai successa da quando avevi due anni e sei
consapevole del fatto che
questa-dicesi-inferenza
potrebbe anche portarti addirittura
(non sia mai / dio non voglia)
alle temute lacrime[OK MI HANNO SCOPERTA…MA NON MI AVRETE]
-E non provare ad andare in bagno perché tanto la prima lacrima è già
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scesa e ci sono i testimoni oculari!!!-Ok mi arrendo…hai vintoEbbene sì, gente: mi avete visto cedere, ma starei molto meglio se
potessi sapere che Voi non state sentendo dalla radio dei nostri vicini
“You’ve got a problem” dei Face to face, come invece sto facendo io!!!
(Dieci minuti di inquietante silenzio…ma forse non sono proprio dieci: è
quella dolceamara sensazione di suscettibilità mista a commozione che
sta un po' dilatando la mia percezione mentale del tempo).
Ok, la ricreazione è finita e – spero – le lacrime pure. Ma non VI
preoccupate, sono state poche…non c’è nemmeno stato bisogno del
fazzoletto.
…magari fosse vero.
-Allora, lo posso aprire ‘sto pacchetto o mi dovete tenere alla gogna fino
alla fine della giornata? Eh???-Non lo so. Ci dobbiamo pensare, vero Blu’?Ok, è il segnale. Non mi ci vuole niente a scattare dallo sgabello dove
sono accoccolata e a salire sulle ginocchia di En, come ho sempre fatto
da quando avevo cinque anni, a strappargli la skatolina di mano e
distruggerne l’involucro, vittima più che preda della curiosità e della
gioia. Ti voglio bene, En – e anche se so che non puoi sentire la mia
voce, so che sai che lo sto pensando.
La carta è già volata alle mie spalle, il nastro rosa fluttua nell’aria
perché è stato investito dall’unico alito di vento che ci è venuto a
trovare in questa serata troppo afosa per i miei gusti, e io stento a
credere a quello che mi trovo in mano.
Tre piccoli oggetti, tre deliziose perle d’affetto, tre indimenticabili
bigliettini.
…La cassetta dei Connels.
“Troppi ricordi, troppi litigi, troppi episodi che ti hanno fatto crescere, mia
piccola Ariel.
Ho sempre pensato che fosse giusto non dartela, ma ora che la vita ci
porta su sentieri sconosciuti e (forse) distanti, la lascio accanto a te. Non
è un simulacro del tuo angioletto custode, ma una specie di guida
turistica per l’esistenza. Sarai perfetta anche senza di me, ma so che in
queste note troverai la soluzione al problema – ogni volta che ci sarà – se
ci sarà.
…I was the one to let you know…
I was your sorry ever after…
‘74-’75…”
…Un dolcissimo rotolino, che sarebbe volgare definire canna.
“So che non ti mancheranno di certo passaporti per il delirio in questo
lungo viaggio. Ma non c’è bisogno di ricordarti che forse non potremo più
condividere assieme quei momenti tanto speciali. Io ti ho fatto conoscere
QUEL pianeta e tu mi hai insegnato a viverlo nel migliore dei modi. Vorrei
che tu bruciassi questo mio regalo nel momento che più di tutti, nel bene e
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nel male, lo richiederà. So che saprai riconoscerlo, credimi. Ma conserva il
cordino rosso che lo avvolge: quando mi incontrerai di nuovo, potrai
raccontarmi cosa era accaduto.
Anche se forse non saremo più su questo straccio di pianeta.”
…Un preservativo.
“Non ti spaventare. E non ridere per favore. So bene come la pensi al
riguardo. Ma potrebbe anche darsi che un giorno tu cambierai idea.
E allora, poiché non potrò esserci, e poiché oltre ad essere il tuo angelo
custode mi sono sempre sentito un po’ tua madre e un po’ tuo padre (…e
non è così brutto come potresti pensare tu, sai?), esigo che la tua prima
volta non debba essere anche l’ultima.
Fidati di uno che ne sa qualcosa.”
A presto
Jew-Lee-N
E siccome non ho parole, preferisco passare direttamente alla scena
successiva.
Non voglio vivere il momento in cui En uscirà da questa porta e inizierà
a camminare per il Viale, senza più la sottoscritta al suo fianco. Ma
sappiate solo una cosa: l’abbraccio che mi darà non sarà l’ultimo.
VE lo giuro.
Ok, siamo l’impero ai confini della decadenza (direbbe il M.M.A. JL
”Meck” Arrow citando uno sfigatissimo poeta mooolto drogato e mooolto
poco simbolista di nostra conoscenza) e io inizio a sentirmi sola. Come
potrete ben intuire anche da Voi, per una come me questo è molto
strano, no? Ma voglio dire, è anche normale: sono io che ho armato il
cataclisma portando la perdizione in questo straccio di posto però
adesso sono ancora qui, a veder partire tutti i miei migliori amici &
nemici.
'azzo (se mi è concesso il francesismo).
Occhi Verdi se ne è andato stamattina. E proporrei di stendere un
tattico Velo Pietoso, ché è meglio…
En starà salendo più o meno adesso su un pullman fin troppo rozzo e
trasandato per il viaggio di Uno Come Lui. Pensavo di fregarlo (ieri) e
invece mi ha fregato lui…
Oddìo. In effetti, non è che ci sia stata proprio questa grande
migrazione tra coloro che mi hanno sempre vissuto accanto – voglio
dire, tutti quegli altri skifosi stanno ancora qua…nessuno escluso
(purtroppo). Ma forse il problema è che ho visto andar via le due
persone con le quali ho più intensamente sperato di partire negli ultimi
giorni.
CON CHI ANDRO’ A SKIZZARE ADESSO?
CHI CI SARA’ A GUARDARMI?
(Vabbè: nothing lasts for ever, even cold november rain. Giusto? E
allora!)
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Il fatto che probabilmente mi infastidisce di più è che, ormai da giorni,
vedo partire macchine, moto, furgoni, autostoppisti, chitarre, zaini,
marijuana, bandane, tatuaggi, canzoni e anfibi consumati – direzione:
lo stesso sogno per tutti – e io ancora non mi decido a levare le tende.
Lo so, è per domenica notte…ma io ho ancora tante cose da fare,
situazioni da concludere, anime da salutare. E ho iniziato soltanto oggi.
Addio, En…
Sento la luce delle stelle inondarmi la schiena e sento le mani esili,
delicate di Blueberry che mi sfiorano i capelli.
Sento un affascinante aroma di patate speziate evadere dalla porta alle
mie spalle e sento il fumo della mia Camel stiracchiarsi lentamente in
timide spirali. E’ ora di cena.
-Vorrei che la mia Ariel avesse gli occhi verdi come i tuoi-Speriamo solo quelli-Senti già la mancanza di En-Ti direi di no, lui è e sarà sempre dentro di me. Ma se vuoi la risposta
insanguinata, leggi nei miei occhi il vuoto che ha lasciato-Stai pensando a lui-A lui e a tutti coloro che si stanno allontanando…En, Meck che ha
deciso di non accettarmi più, El Che e il Tancjo che si sono rivelati nelle
loro vere fattezze, Fb che è ormai parte del mio passato, Occhi Verdi…-Il bimbetto?-Se n’è andato…-Ma non doveva venir…Ariel, stai piangendo? Per un bambino che
neppure conosci?-Piango per uno scricciolo adorabile che in una sola notte mi ha saputo
dare più tenerezza di chiunque altro, che mi ha fatto sentire in pace
con me stessa come mai nella mia vita, che è riuscito a darmi un’idea di
come si può sentire una persona in grado di innamorarsi-Ti sei innamorata-No. Sì. Non lo so…voglio dire, tu sai che io non posso e non voglio, ma
l’estasi interiore che governava la mia anima ieri notte…beh, somigliava
molto a quello che raccontate tu, En, Fb-Ma quando se n’è andato-Oggi, dopo la fine delle lezioni. So che è venuto a salutarmi ma ho
rimosso ogni singola parola che mi ha detto-Non pensi che sia stato meglio così-Il bambino di 14 anni più bello che abbia mai visto, che per mesi mi ha
guardato skizzare ogni notte, che mi ha regalato l’alba più bella della
mia vita, che mi ha fatto sentire apprezzata quasi senza dire una
parola…se n’è andato, all’improvviso, senza un motivo, lasciandomi qua
con suo fratello maggiore (che è accoppiato ad uno spaventapasseri)…sì
in fin dei conti è meglio così!!!Blu' sta ridendo, mi accorgo istintivamente dei suoi denti bianchi
schiusi nella notte alle mie spalle e decido di perdonarla, nonostante
abbia appena detto un'idiozia dalle dimensioni non indifferenti – lo ha
fatto a fin di bene…io lo so.
93
-Scegli-Cosa-O mi dai una sigaretta o vieni a mangiare le patate speziate prima che
si freddino-Aggiudicato-Cosa?-Ma le patate, no? Per quale motivo ti dovrei dare una sigaretta se
posso mangiare quella ennesima meraviglia del tuo regno culinario che
sono le patate speziate?Le patate speziate sono troppo buone.
Peccato che finiscano subito.
Non so come fa
- e me lo chiedo sempre a renderle così saporite, accattivanti, speciali.
So solo che le mangio
da quando abitiamo insieme
e se da allora ho messo su non-si-sa-quanti chili
ho una mezza idea
di chi possa essere la responsabile principale.
Ma non mi importa della cellulite.
Preferisco le patate speziate di Blueberry.
-Ariel-Che c’èBlu' è sdraiata sul divano e sgranocchia biscottini al miele (che, non so
se si è capito, a casa nostra non mancano mai!) mentre io lavo i piatti e
le do le spalle. Credo stia guardando non so cosa fuori dalla porta, in
giardino. C’è la luna quasi piena e l’erba umida…
-Credo tu abbia visite-E chi-Pid’…-Con spaventapasseri annesso o senza?-E’ solo, se la cosa ti rende felice-Non me ne frega più di tanto-Fa’ un po’ come credi, comunque è meglio che ti asciughi le mani
perché sta bussando e IO ad aprire NON ci vado-Vado…uffa, però (Mi sto chiedendo cosa voglia, ma tanto so che una risposta non c’è –
ora come ora – e forse è meglio così…con quello non si sa mai cosa ti
potrebbe capitare, soprattutto da quando ho scoperto l’esistenza dello
spaventapasseri.
Nonostante tutto, però, non riesco a trattenermi dal dare una sbirciata
alla mia immagine nello specchio e a ficcarmi le mani nei capelli per
skaraventare il più lontano possibile questo mollettone idiota che mi
stringe le ciocche particolarmente indiavolate…
chissà perché.)
94
Eccolo. E’ appoggiato allo stipite di legno bianco della nostra porta sul
giardino, ha i capelli lucidi e un ghigno spudorato che gli illumina
dolcemente gli occhi. La carnagione chiara spicca nell’ombra della notte
e quelle mani lisce e affusolate sembrano solo aspettare una carezza.
Ho passato la notte scorsa con suo fratello
Lo so.
Ma credo che potrei dimenticarmene presto.
Mi attira. Mi attira. C’è qualcosa che mi attira in lui e non ne capisco il
perché
dato che, di solito, io a quelli come lui vorrei frantumare la faccia in
quattro pezzi – da spedire espressi, due nelle curve e due nelle tribune.
-Ciao-Ciao. Posso entrare-No. Preferisco uscire io-Non vai a skizzare, stasera-Morea senza Puck non fa muri…MAI-En se n’è andato-Questo pomeriggio-Tutto a posto?-Ovviamente no, ma non penso che sia il caso di spiegarlo a te-Vuoi una sigaretta-Ok, mi siedoAdoro starmene accoccolata a fumare sul gradino erboso di questa
porta, con la luna di fronte e la tenda di lino azzurro alle mie spalle;
adoro parlare a bassa voce per poter sentire il canto dei grilli e la
risacca della baia; adoro vedere il rosso acceso dietro la cenere
consumare la sigaretta a poco a poco in un buon profumo di tabacco
bruciato. E ora lo sa anche lui, che è qua seduto con me.
-Quando hai iniziato a fumare, Ariel-Boh, e come faccio a ricordarmelo…cinque anni fa, sei forse. Perché sei
venuto-Per lo stesso motivo per cui mio fratello se n’è andato-…-Te(MI STAVO GIUSTO DOMANDANDO:
PERCHE'NON TE NE TORNI DALLO SPAVENTAPASSERI???)
-Sarebbe eccessivo se ti chiedessi di spiegarti meglio-Vuoi sapere perché mio fratello se n’è andato-Forse…-Perché non tollera di dividere nulla con me. Figuriamoci una donna-Come hai detto? Chi deve condividere cosa con chi?-Lui, tu, io-Fino a prova contraria la sottoscritta non è di proprietà di nessuno e se
proprio deve scegliere ti garantisco che preferisce tuo fratello…senza
offesa, intendiamoci-Mio fratello non c’è più-
95
-Questo l’ho capito fin troppo bene. Ma se permetti sono
sufficientemente confusa. Ho ancora qualche fantasma che mi
tormenta il cervello-Non ti preoccupare. Credo di sapere quello che ti è successo negli
ultimi due giorni-Ah, tu credi…-Beh, Fb, mio fratello Andrew, JL “Meck” Arrow, En, io…-Tu cosa? Sei praticamente uno sconosciuto…anzi, per i miei gusti di te
so anche troppo -Cioè?-Cioè lo spav…ehm, niente-Stai parlando di Silly-Se è il nome della tua ragazza, sì. Ma in fin dei conti sono affari
decisamente non miei-Non saprei dirti con esattezza se quella è la mia ragazza-Ci sarebbe molta gente che lo saprebbe…secondo me (lei per prima)-Non ho molta voglia di stare con lei-Secondo me non ti piace neanche(E’ finita la sigaretta. Me ne dai un’altra?)
-No! Mi piace-Ah…e vorresti farmi credere che una rinunci a vedere una ragazza che
ti piace per stare su uno scalino a fumare & a parlare con me???-Forse tu mi piaci di più-Aria. Tu stai con quella perché non hai niente da fare. E perché ti devi
riprendere dalla batosta…-Quale batosta?-Guarda che non sei tu l’unico a sapere tutto delle storie degli
altri…and don’t forget we’ve got some friends in common!!!-Ok, può darsi che tu abbia anche ragione ma tanto è con te che devo
volare, no?-E’ stato un caso-E se invece non lo fosse stato-Non credo-E io ti dico di sì. Ti hanno mai detto che quello che voglio io me lo
prendo?-Sarebbe a dire-Che mi sei entrata in testa dalla prima volta, dalla sera della partita
giù al locale-Ne dubito. Eri troppo intento a imbrattarti di maionese per quel che mi
ricordo-Ho davanti a me ogni singolo fotogramma: tu che servi ai tavoli, tu che
imprechi per l’ennesimo gol sbagliato, tu che fumi una sigaretta in un
attimo di pausa, tu che smollichi…-…con il Tancjo-Quelli sono problemi tuoi! Ma è stato lì che ho capito che il mio viaggio
all’Ovest doveva essere con te. E con nessun altro. E’ la mia scelta-Forse era anche quella di tuo fratello-
96
-Probabile, ma la macchina ha solo due posti-Intendi forse dire che hai spinto tu tuo fratello ad andarsene prima-Intendo dire che io parto con chi dico io. E comunque è tardi, me ne
vado. Ci vediamo in giro-Non ne sarei così sicura, sai-Ah…non credere: è con me che devi partire, no? E così sarà…non
costringermi a venirti a cercare per legarti al sedile della macchina con i
bagagli e tutto il resto. Sei pronta, vero-Dire che sono confusa è dire poco-La confusione irretisce, ma la rete della tenerezza è a maglie strette e
non lascia sfuggire nulla, sai-Ma dì, hai almeno una vaga idea della persona con cui stai parlando?-Per me, sei un adorabile pulcino bagnato(Ma da dove è saltato fuori questo…
parla come un libro…
anzi no, come quei bigliettini che si spediscono nei locali
per rimorchiare la gente…
ma certo non starò qui a dirVI che mi dispiace…
perché in fondo non è vero)
-Può darsi. Ma è poco probabile, soprattutto se detto da te-A domenica notte, allora-A domenica(Quello che resta è solo
il fresco blu della notte stellata)
-Blueberry…Se n’è andato-Lo avevo intuito. Va dallo spaventapasseri?-Ne dubito. Ama me. Dice-Lo vedi come sei megalomane???-Ma che vuoi-Non fai in tempo a conoscere uno che subito questo si spalma ai tuoi
piedi-Ma che film hai visto, Blu’-No. Che film stai vedendo tu. E hai pure il coraggio di lamentarti…
Non vedo l’ora che tu parta, bimba-E’ un modo particolarmente educato per dirmi che non mi sopporti
più-…(Certe volte anche Blueberry rimane senza parole
…merito mio, naturalmente)
-Hey, ti fai una passeggiata fino alla baia-Ma non devi lavorare, stanotte-No, infatti. Ho voglia di andare semplicemente a bere una birra
dall’altra parte del bancone-Ma io sono una mamma…cioè, ancora non si vede granché, ma ti
assicuro che è vero-
97
-Ebbè? Ti risulta che le mamme teen-ager non vanno a bere Kilkenny
Strong mentre sentono “Cause of the fake people” delle TLC dal jukeboper , magari facendo un tiro qua e uno là-Ma io…mi hai convinto-Avevi dei dubbi, forse-Chi pensi di trovare giù-Ah, non so: qualcun altro con cui litigare forse? Beh, fammi fare due
conti. Con Meck, El Che, Tancjo, Fb e Pidduz oggi ho già dato. Occhi
Verdi e En se ne sono andati. Hard Gore e Promuz saranno
sicuramente a massacrarsi di droghe da qualche parte…no, non ci
rimane più nessuno-Via libera anche per Ariel, il pericolo pubblico n.1? Non Ci Posso
Credere-A volte capita…anche nelle migliori famiglieStanno trascorrendo momenti indimenticabili: momenti che ho visto
saltellare davanti ai miei occhi centinaia di volte e che chissà quando
vedrò passare di nuovo.
Manca veramente poco, ormai.
E noi, ancora una volta, siamo due ragazze che compiono i sacrali riti
della preparazione ad uscire: è l’apoteosi adolescenziale. E forse,
purtroppo, adolescenti noi rischiamo di non esserlo più.
C’è lo stereo, da qualche parte in casa, che pompa “The brews” dei Nofx,
a volume anche troppo moderato per i nostri gusti – con la
insignificante particolarità che questo nastro è una registrazione delle
prove che qualche settimana fa i Ten Thousand Spoons hanno fatto per
il concerto dell’istituto.
E’ stato un tripudio, non so se VE l’ho detto, ed è ancora piacevole per
me sentire la voce di Me Medesima che duetta con quella calda e un po’
roca di Hard Gore in quei versi fikissimi del ritornello tipo
“Hey hey we’re the brews
spontin’ anti svastika tattoos…”
Blu' è in camera e sta cercando uno straccio da infilarsi. Le sta
diventando difficile vestirsi, giorno dopo giorno. Sente che il suo corpo
inizierà a cambiare ancora prima che lei se ne possa accorgere e non
riesce a decidere se questo fatto vada nascosto o meno. Senza contare
poi che i vestiti sono sempre gli stessi della tranquilla liceale un po’
trendy e parecchio hip hop, che era fino all’altro ieri. Ma io lo so già,
andrà tutto bene: mi sembra di vederla (anche quando non ci sarò più)
…e non per niente i suoi soliti pantaloni XXL da gangstarapper
sembrano anche troppo congeniali per una gravidanza inattesa.
Ma stasera no. E’ presto stasera.
C’è ancora Gran Moda, stasera.
…Beh, si fa per dire – ovviamente.
Per me sono pantaloni neri, stretti, anfibi di pelle e top nero (corto,
troppo).
Per lei pantaloni chiari, lucidi, eleganti e twin set nero, ricamato.
Trucco, capelli, profumo.
98
Non ci siamo per nessuno.
Ari & Blu' escono, stasera.
Vanno al locale: preparatevi, gente.
E fate in modo di non radunare sempre le solite facce in giro, please:
serve Gente Nuova, stasera. Bisogna festeggiare, stasera.
(Certo, è un po’ insolito: di norma si festeggiano le inaugurazioni…beh,
e invece noi festeggiamo un addio. Poco male. Se la cosa non costituisce
un problema per noi, non lo costituirà di certo per Voi. Dico bene, miei
cari benpensanti medioborghesi???)
E’ splendido camminare sotto la luna piena, nelle strade silenziose,
calde, semideserte. Si riesce a percepire la vita, e in realtà dato il
silenzio che ci sta inondando, in effetti può sembrare paradossale….
Ma è perfetto, credetemi.
Un po’ troppo mistico, forse, ma perfetto. Già.
Il Locale (…dite un po', non fa tutto un altro effetto, scritto con la
maiuscola?)
Dicevo, il Locale è gremito, stasera.
C’è un’atmosfera a dir poco meravigliosa, incantata, si insinua dentro e
ci rimane. C’è musica dal vivo, stasera – un gruppo del Nord,
suonano funky, sapete? e sono anche bravini, stando a quello che ho
sentito.
Mi sento potente, stasera, e leggo negli occhi di Blueberry che per lei la
sensazione è la stessa. Quando si dice la telepatia, ragazzi…
Ci sono i saluti di routine. Al mio capo che – noto con piacere – è
perennemente fuori di testa, anche quando non è il mio turno di lavoro
(…allora non è sempre colpa mia, lo vedete?), ai ragazzi dall’Altra Parte
del Bancone, alla comitiva dell’Ultimo Anno (sono i seniores dell’istituto,
stanno decidendo se partire o meno per l’Ovest come tutti gli altri…
…anticonformisti fino all'ultimo, loro!),
a Hard Gore & Signora (svalvolata) che stanno uscendo di corsa dopo il
solito cheeseburger con budino al caramello annesso, al fratello di Meck
che si spara l’impossibile inspirando fino alla morte gli ultimi dieci
minuti prima di attaccare il suo turno di notte come taxi driver, a un
mio compagno del corso di economia che ancora non ho capito bene
cosa stia facendo qui (…uno come Lui…) e poi
e poi
e poi
chi sono quei due???
Incredibile, c’è qualcuno che non conosciamo.
Incredibile, sembra che la preghiera che avevamo fatto qualche riga fa
sia stata esaudita.
Incredibile, sembrano studenti del college.
La domanda nasce spontanea:
99
CHE CI FANNO QUEI 2 QUA DENTRO???
Ok, capisco che tanto sconvolgimento per due (apparentemente)
anonimi sconosciuti possa sembrare un poco eccessivo. Ma vado a
spiegarVI le cause di cotanto skalpore:
Prima di tutto, lasciatemi specificare che se solo poteste vedere le facce
ammaliate della sottoscritta e della sua fida compagna di scorribande,
non fareste ulteriori domande – giuro
Poi dovete tenere in conto il fatto che è pratikamente impossibile
trovare studenti del college qua dentro…
Universitari, mi capite?
u-n-i-v-e-r-s-i-t-a-r-i, VI rendete conto?
Cioè, il college è esattamente dall’altra parte del mondo, è in città…per
quale arcano motivo questi due dovrebbero essere finiti qui proprio non
si capisce
(E poi…sono così belli…)
Certo, ammetto che forse il sproloquio possa sembrare un po’ troppo
affrettato, che forse non sono universitari (e questo toglierebbe loro
almeno un buon cinquanta per cento di fascino, con relativa
diminuzione d’impatto al Coup de Coeur) ma rimangono comunque due
sconosciuti dalla presenza più che notevole…Beautiful Strangers, se mi
è concessa l’allusione.
(Sì, lo so che mi è concessa, grazie)
E sapete qual è la cosa più bella di tutte, oltre al fatto che tra dieci
minuti saremo sedute a chiacchierare al loro tavolo (…non so ancora
bene per quale via, ma so comunque che succederà)? Che io & Blu’
abbiamo già deciso.
Lei già vuole Quello-a-Destra.
Io già voglio Quello-a-Sinistra.
Non c’è neanche bisogno di dircelo. E’ così e basta. Perché non
dovrebbe esserlo, in fin dei conti?
Io non VI saprei spiegare il perché.
Probabilmente, neanche Blueberry saprebbe (e anche se non lo dice, lo
sento). Ma stasera, è chiaro, c’è qualcosa nell’atmosfera: di strano, di
mooolto strano. Non credo dipenda solo da quei due-ben-di-dio seduti
nell’angolo, o dalla Luna così perfettamente piena da un punto di vista
geometrico, o da quest’odore di canna tanto esaltante quanto intimo,
amichevole, oppure da “Tonight tonight” degli Smashing Pumpkins che
subdolamente vaga per Il Locale (parte dal juke-box - destinazione un
po’ ovunque). Credo piuttosto sia una sapiente alchimia di tutto questo.
E, vedete, certe sensazioni si avvertono inequivocabilmente a pelle;
sbagliarsi è impossibile, davvero.
Io lo so: è così, e basta.
E ne sono sicura, certissima, tanto che ora dirò la tipica frase di rito
che metterà la ceralacca alla questione, le darà il sacro battesimo e così
permetterà alle danze di avere inizio.
Lo dico?
100
Sicuri?
Ok, lo dico (ma poi non VI lamentate).
-Blu’-Cosa-Sento che sta per succedere qualcosa-Oddìosanto…ancora!!!L’ho detto, gente. L’ho detto. Non c’è più skampo, ormai. E Blu’ la
conosce bene ‘sta storia: è statistico, fidateVI. Se lo dico, succede.
E’ per questo che le guance della mia complice hanno assunto quel
tipico colorito pesca matura di quando si sente un po’ colpevole (anche
se poi, in fin dei conti, non è ancora successo un granché)?
Ed è per questo che i suoi occhietti, amorevolmente esasperati e
contemporaneamente per sempre gemellati alla sottoscritta, sbattono le
palpebre ad una velocità diversa – forse un po’ più isterica – del solito?
Ho motivo di credere che…sì, è proprio per questo.
-Che ti ridi, cara la mia mammina “devo mettere la testa a posto”???-Io?!? Niente…-Ecco, sarà meglio. Non voglio che la mia erede spirituale nasca figlia
del peccato, per una bravata pseudoalcolica della sua mamma da luna
piena-Ma stai tranquilla…tanto, della tua piccola accolita si potrebbe dire
tutto, ma non certo che sia nata sotto la protezione del Santo Spirito: è
segnata ormai, non ti pare-E non fare caso a queste sottigliezze…diosanto, come ti rovina
l’influsso di Mercurio-Ha parlato la nipote ripudiata di Giove-Beh, una veggente mistica nel gruppo ci dovrà pur stare, che pensi-Te la cavi sempre così, tu…evvabbè ma in fin dei conti fa comodo
sapere in anticipo se stasera succede qualcosa oppure no-Appunto. Seizero seizero per me-E quando maiPrendiamo due rosse doppio malto al bancone; ci fumiamo con studiata
calma (non del tutto) stoica quelle che saranno le prime due Camel
lights di una lunga serie – in effetti, una neo mamma in dolce attesa
non dovrebbe aspirare nicotina, ma a giudicare dalla quantità di Maria
Giovanna che Blu’ ha buttato dentro nel corso di nonsobenequanti anni
(…e dubito che abbia intenzione di fermarsi ora), potrei concludere che
la cosa non dovrebbe rappresentare un problema tanto enorme!
E, come sempre, ora che abbiamo fatto del male a noi stesse (ALCOOL)
e abbiamo fatto del male anche agli altri (NICOTINA) ci sentiamo
sempre appagate & soddisfatte…
And now, ladies & gentleman:
se deve succedere qualcosa,
che succeda pure
(occhi puntati sull’ambiente in cui siamo immerse, pronte a cogliere al
volo il primo assist che ci consenta di andare a rete – quei due
101
meravigliosi sono ancora lì, chiacchierano, quasi che per loro il tempo si
sia fermato)
Ora.
Il caso vuole che proprio accanto al loro tavolo ci siano due sedie
libere.
Il caso vuole che una delle due sedie non sia propriamente integra.
Il caso vuole che io mi sia proprio stancata di stare appollaiata su
questi due sgabelloni-pseudotrespoli del bancone.
Il caso vuole anche che Blu’ sia pur sempre una bimbetta incinta e che
debba assolutamente stare seduta comoda.
Ora.
Non vedete anche Voi quanto sia inevitabile che debba succedere
qualcosa? (E non avete un'idea neppure vaga di quanto si sia reso tra il
birbantello e lo spazientito il tono della narrazione)
Ci spostiamo.
Ci sediamo.
Blu’ siede proprio su questa sedia precaria nonché palesemente
semisfondata. Penso che questa contingenza ci torni utile – I don’t
know why. Non che ci voglia poi molto a capire la situazione: questi
sono esattamente qua, di fianco a noi, a parlare con un marcato &
gradevole accento meridionale di imminenti sessioni d’esame e di una
tal bianconera squadra di football. C’è poco da fare, sapete, la faccenda
è fin troppo tattika per evitare che Ariel e Blueberry desiderino questi
due sconosciuti con un’intensità e un’incoscienza non indifferenti.
Sono più grandi, sono più intellettuali, sono più maturi, sono più
profondi (probabilmente). (Probabilmente) sono più di qualsiasi altra
persona ci potrebbe mai capitare. Almeno prima della (mia) Partenza.
Anche se per una sola sera – e scusate la citazione, sempre se qualcuno
di Voi provinciali commercial-poppettari riesce a riconoscerla.
-Ari!!!- (a voce alta) -Ma questa sedia è rotta!!! Non mi avverti???Ringraziando l’iperuranio, Blu’ non è proprio una lince. Qualche volta.
-Vuoi sederti qui? Forse questa è meglioMi sembra superfluo aggiungere CHI sia il proprietario della voce che
ha appena parlato, nonché del clamoroso paio di occhioni azzurri che
in questo momento io & lei guardiamo senza riuscire a smettere.
-Possiamo unirci a voi?- (Credo proprio che l’assist sia arrivato. Sarebbe
un peccato capitale non fare torre e schiacciare poi oltre la linea di porta)
-Ma certo. Volete che vi andiamo a prendere una birra-Magari dopo. Grazie[Non ci poss(iam)o credere.
Sembra fatta.
Magari non succederà proprio tutto. Stasera.
Ma qualcosa sì. Deve. Per forza.
L’ho detto prima…no?]
E’ incredibile. Se non fossi così perfettamente consapevole della
esiguità dei miei 16 anni da poco skavalcati, VI direi che è una vita che
102
non mi sento tanto a mio agio. Sì, certo…con Occhi Verdi stavo bene,
ma Ariel non si innamora – e lasciamo perdere le varie critiche che si
potrebbero apportare a questa affermazione, visto che il miraggio di cui
si parla ormai è svanito e io dovrò pure farmene una ragione. Con
Meck abbiamo raggiunto apici di benessere satanico non indifferente,
ma è noto quanto sia precario un castello di carte…soprattutto
QUESTO. Con Pid’ è ancora una scommessa, ma una scommessa è
tale per definizione, no? (E poi Vi dirò: al riguardo sono notevolmente
dubbiosa). Con Fb credevo di sentirmi a casa mia, ma forse in fin dei
conti non ho mai smesso di essere ospite; altrimenti sarebbe ancora il
mio ragazzo, contrariamente a quanto la realtà afferma.
Ma in questo momento è diverso, lontano anni luce da tutto ciò che c'è
stato fino ad ora.
Mentre la mia New-Pregnant-home-friend si lascia coccolare come una
bambolina dalle braccia candide al ritmo del funky nordico, che già da
qualche minuto è partito live per la gioia dei presenti, io sto scivolando
non proprio lentamente in un delirio di potenza mistica.
Parlo. Di arte, musica, sport.
Rido. Di battute su battute e di cuore vero.
E mi sento bella, ogni minuto di più che questo sguardo accattivante
dal tono mediorientale si perde nella mia imbarazzante, insolita (per
me) scollatura.
Dick, 21 anni già compiuti, pittore.
"Adoro ballare, sai Ariel"
"Ti giuro che d'istinto non l'avrei mai detto"
"Beh, io potrei non essere quello che sembro"
"…e più di quello che già sembri cosa c'è?"
(mi verrebbe da dire, ma non lo dico)
Giagaàr, 21 da fare, football-player.
"Davvero soffri il solletico, Blu'?"
"Ti prego: è il mio punto debole"
"E non vieni a scoprire il mio?"
"…avevo giusto voglia di far voltare l'intero locale in un impeto di
ormoni"
(le verrebbe da dire, ma non lo dice)
E il tempo sembra volare sulle ali di una dimensione costruita
appositamente per l'occasione. E sono pinte di doppio malto e di sidro;
sono vagonate di sigarette riempite in maniera più o - alternativa; e
sono minuti e minuti di ritmi sincopati e di accento abbastanza
sconosciuto; e sono le tre di notte.
Triplice fischio finale.
103
Neanche un bacio; no.
Ma questa storia potrebbe avere un seguito: potrebbe entrare nella
leggenda. Certo, c'è l'Ovest e c'è una piccola Ariel di mezzo…
…ma loro non lo sanno.
A presto, Dick & Giagaàr.
Stesso posto, stessa ora.
Di sicuro qualcuno non dormirà.
Stanotte.
(…l'avevo detto che succedeva qualcosa…)
104
= Quattro =
Mi sembra di vederli. Ce li ho ancora, marchiati a fuoco, davanti agli
occhi. Ho la netta percezione di Me & Blu' che parliamo con loro in un
flusso ininterrotto, due sistemi di stelle gemelle che ruotano in
armonia, fianco a fianco - separati eppure silenziosamente vincolati
l'uno all'altro. E soprattutto ho una ancor più netta percezione di quello
che loro, Dick & Giagaàr, stiano facendo ora che noi siamo rientrate a
casa e respiriamo tranquille nei nostri letti.
Sono rimasti ancora un po' al Locale - lo potrei giurare su quello che
volete Voi - a bersi la pinta della Notte Inoltrata dall'alto della loro
matura indipendenza universitaria, e poi se ne sono tornati a casa.
Moto o macchina questo non lo so, ma avverto chiaramente il rumore
solitario della loro potente cilindrata (qualunque essa sia) che sfreccia
nella notte, accompagnata dal mormorio del vento scuro. Probabilmente
parleranno di noi, ma data la mia celeberrima autostima questo non
potrei firmarlo su carta bollata. Di sicuro c'è che IO & BLU' stiamo
parlando (di loro e non soltanto).
-Ari-Cosa-Tu sai che questa è stata l'ultima, vero(Non c'è bisogno di specificare che l'allusione è diretta a Quel Certo
Genere Di Serate, mie & sue e basta…come questa, appunto)
-Di questo evo, sicuramente. Ma in fondo chi potrebbe mai esprimersi
con certezza-Tu dovresti fare l'avvocato di mestiere, non la ribelle-Magari come secondo impiego…ci penserò-Appunto.
Come volevasi (retoricamente) dimostrare-Ci stai pensando-A Giagaàr? E come evitarlo…-Forse sarebbero dovuti arrivare prima-Prima?!-Già, prima. Una settimana al massimo…sarebbe stata sufficiente,
credo-A fare che-A evitare che io prendessi accordi con Pidduz e che tu donassi il tuo
amore a Red Rose una volta di troppo-Ari, non dire bestialità. Pid' è il tuo futuro e Red Rose l'uomo della mia
vita-Sì, e per la precisione, uno è fidanzato con uno spaventapasseri e
l'altro si è dato alla macchia per dimostrare eroicamente tutto il suo
coraggio-Li stai pur sempre confrontando con due sconosciuti che ci hanno
tenuto compagnia una sera giù al locale…quante altre volte ci sarà
capitato-
105
-Di avere la netta percezione di parlare per la prima volta con una
persona che mi sembra di sentire dentro da sempre? No…veramente
non è un avvenimento che mi accade poi così di frequente-…ça va. Touchè-Ti spaventi se ti faccio una confessione-Tutto dipende dalla confessione-Sento che con quei due non finirà qui-Oddìo, ci risiamo: tu la devi smettere di sentirti le cose…mi fai
paura!!!-Lo sapevo, ti sei spaventata!!! Ma non credo che ci saranno
conseguenze disastrose, sai-Lo vedremo. Ma tanto…quante cosa dovremo vedere ancora(L'hai detto, sorellina…)
Est. Alba. Sole. Nuovo giorno. Come sempre.
No, scusate: errata corrige. NON come sempre.
Oggi Meck non passerà a prendermi, né tanto meno io andrò da lui.
Non andremo al liceo insieme, oggi.
E non so ancora bene perché, ma mi rendo conto solo ora per la prima
volta (e sarà dura, VE lo garantisco) che fa male perdere la quotidianità
di Certi Rapporti di Amicizia.
Meck, poi…
Ma, in fin dei conti, l’evolversi della storia è stato lineare e coerente con
se stesso:
ambiguo & spettacolare l’esordio
ambiguo & spettacolare il clou
ambiguo & spettacolare il “Calate il sipario”
Il mio amico (migliore?!?) è fatto così, che volete farci…ci sarà pure un
motivo se, in qualche alba particolarmente cristallina o durante
qualche foglia di Maria fumata un po’ più intensamente del solito, ho
pensato che con un po’ di impegno di impegno avremmo potuto
innamorarci – o no? Voi che ne dite?
E qualche volta ci siamo anche baciati; già.
Niente di piuttosto pirotecniko – intendiamoci – ma è sempre stato
qualcosa di indelebile. Non sono mai state quelle stesse albe o quelle
stesse foglie verdi di cui andavo rimembrando prima, ma ricordo
nettamente, sparsi nel tempo, i corridoi della scuola, la stazione (giù in
città), una primavera mezzestiva al campetto sportivo, il divano di casa
mia.
Ma tanto ormai è andata.
Non so ancora bene perché, ma pare proprio che il M.M.A. oggi non
verrà a scuola con me, come ogni mattina, con i soliti venti minuti di
ritardo.
-Ariel, non ci pensare-La fai facile, tu-La faccio facile…IO?!?-No…non volevo dire quello che…cioè, vabbè…insomma…beh, dai: lo
sanno tutti che ognuno vede solo i drammi propri, o no-
106
-Io te l’ho detto che tu devi fare l’avvocato: te la caveresti anche di
fronte a Satana nel giorno del giudizio universale-Mi pare di capire che tu mi abbia già collocato all’Inferno, coinquilina-Ecco. AppuntoE giuro che sto sorridendo, ma a patto che Blu’ non prenda il vizio
co’sta storia dell’avvocato (…dite un po’, ce l’avete un'idea vaga di
quanto sia teneramente indispettito il tono della narrazione…).
-Caffè, Ari-No, grazie: oggi non mi serve…per una notte ho dormito più di due ore!
Credo mi basterà una Camel lights-Fa la dieta…vuole fare la modella: tanto rischia solo di maciullarsi lo
stomaco, che problema c’è-Hai ragione, mammina. La prima colazione non va mai saltata: è il
pasto più importante, giusto? Ok, mi finisco quel pacchetto di patatine
fritte che è rimasto in dispensa dal festino di sabato scorso-Può essere un’ideaEsco. Blueberry entrerà alla seconda campanella – sapete, a causa di
quel rito canonico che Voi popolo borghese chiamate Nausee Mattutine
delle Donne Incinte – ma vuole che le compri le fragole e il sapone da
bucato al drugstore.
(Originali a dir poco, queste voglie,
non trovate anche Voi?
Voglio dire, passi per le fragole,
ma…)
Ci passo ora, tanto mi è di strada e poi – Non Ci Posso Credere –
stamattina non sono nemmeno in ritardo… (mi chiedo se l'assenza di
Meck abbia influito!) E se mi va, compro anche un lecca-lecca, che sarà
la mia famigerata colazione, siccome alla fine le patatine sono rimaste
nella dispensa e qualcosa mi dice che ci rimarranno a lungo. “Mr.
Coffee” dei Lag Wagon, tanto per rimanere in tema, a palla nel
walkman; una Camel lights fra indice & medio della mano destra
(…pensate forse che bastino due accennate paroline della pur sempre
adorata Blueberry a fermarmi?…); zaino in spalla, semivuoto per ovvie
esigenze di scena e per ospitare un paio di bombolette cariche (sempre
utili, non si sa mai); il portafoglio è deserto as usual, ma tutto questo
può bastare.
Ready / Steady / Go
Giro per gli scaffali.
Scelta accurata (dove demonio sta il sapone?)
Fila – poca per fortuna.
Due chiacchiere di circostanza con la poverina che è di turno alla cassa
da circa dodici ore (…prodigi del turno di notte, di tutti questi
meravigliosi esercizi open h24).
Spiccioli.
Resto.
Scontrino.
Via! Fuori! Aria! Il Tancjo!
107
Il Tancjo???
Sì, il Tancjo. E non solo. C’è anche la sua (da me) invidiatissima jeep. E
poi c’è El Che e poi ci sono due squisite, generosissime sgallettate che
non ho mai visto in vita mia neppure di sfuggita e che ho intenzione di
andare a conoscere.
Ora, subito.
(Ah, dimenticavo di segnalarVI la presenza di un paio di zaini sul
portapacchi che puzzano di Ovest lontano qualche miglio).
-Buongiorno, ragazzi-Buongiorno, principessa Ariel. Vieni con noi?-Datti fuoco, Tancjo- Mi viene da pensare che lo skrezio violento di ieri
sera non sia ancora del tutto stato assimilato… -Abbiamo già
questionato a sufficienza sul fatto che io parto con Pidduz o sbaglio-Ma ci tenevamo che tu venissi con noi(ma…lo sentite anche Voi, o lo sento solo io quanto mi sta prendendo
per i fondelli?)
-Secondo me, io vi sto fortemente sulla pancia-Ma sai che stai dicendo una grande verità- e dalla voce
inequivocabilmente marcata di El Che, sento dentro come un pugno
che non sta scherzando.
Vi dirò (e potrei supporre che l’abbiate capito anche da soli) El Che non
è mai stato quello che si dice una persona affidabile – per una lunga
serie di motivi che non VI sto a spiegare – ma ciò non mi impedisce di
volergli bene. Solamente, il naufragio rovinoso della sua miracolosa love
story con Mayflower lo ha maciullato. I ragazzi un po' troppo brutti non
dovrebbero MAI (e ripeto MAI) finire con ragazze un po' troppo belle: si
montano la testa e soprattutto rimangono troppo frustrati se vengono
accannati prima di riuscire ad infilare la Chiave nella Serratura Magica.
I due qui presenti mi odiano (entrambi) e non so perché, ma sento che
quest'odio sia la spiegazione degli sfruttatori e/o menefreghisti
comportamenti dell’ultimo periodo. Mi piacerebbe comprenderne il
motivo, sapete, ma sono troppo contenta di vederli andar via per non
tornare mai più (spero).
Preferisco rimanere all’oscuro, VI dirò.
-Avete deciso di andare all’Ovest, gente-Ma va'. Sveglia, la ragazza-Ieri non mi sembravate della stessa opinione-Sì, ma poi abbiamo fatto il pieno alla jeep e ci siamo imbattuti in
questi due gentili sogni che hanno accettato di partire con noiEd è a questo punto che escono dalla macchina le due personcine
chiamate in causa.
Palpebre decisamente ondeggianti, sguardo a dir poco vispo, labbra
inequivocabili, scollature generose (e notevolmente ben riempite).
-Loro sono Leyla e Olive OilLe vedo insinuarsi rispettivamente sotto le braccia di El Che e del
Tancjo e mi viene piuttosto da ridere all’idea che un momento all’altro
potrebbe spuntare Popeye a reclamare questa moretta dal nome
108
decisamente anticonvenzionale (…ma d’altronde, che volete farci, Ve
l’ho già detto che qui da noi l’Anagrafe è un’istituzione di dubbio gusto).
No, non credo di averle mai viste prima, ma forse è anche perché non
frequento il so called Boardwalk Boulevard, per gli amici Viale del
Marciapiede.
-Certo, non fate parte della schiera di quelli che vanno a Ovest per
cambiare il mondo-Ah…quella schiera di cui ormai fate parte solo tu & le tue
precipitazioni mentali-Ok, ragazzi: buon viaggio e cercate di non tornare in seiIL CHE PUO’ SIGNIFICARE:
CON DUE EREDI IN INCUBAZIONE ma anche
CON UNA MOLTIPLICAZIONE DELLE OCHE.
-Ma chi t’ha detto che torniamoLa mitica jeep sta facendo la conversione a U nel parcheggio (…è
l’ultima volta che la vedo?) per poi andare ad imboccare il Viale dei
Villini che porta alla Statale.
Loro volevano solo salutarmi.
In realtà, El Che mi ha spiegato che in effetti (come io sospettavo)
mio amico non è mai stato e il Tancjo mi ha finalmente chiarito
(me lo chiedevo da un po’)
che è meglio se non mi piacerà mai.
Ciao gente. Vi saluto, altrimenti arriverò tardi – anche oggi.
E siamo a meno quattro.
(Occhi Verdi, En, il Tancjo, El Che. Su Red Rose permane il beneficio
del dubbio).
Certo è buffo che io sia ancora qui, ma in effetti c’è ancora qualcosa da
sbrigare…devo fare ancora un graffito (seppure senza Jew-Lee-N), devo accertarmi della salute della mia coinquilina, devo lavorare il
più possibile al locale prima che il capo rimanga definitivamente solo,
devo fare in modo che nessuno metta fiori sulla tomba di mia madre
anche quando io non ci sarò più.
Ah…devo trovare uno spacciatore che
mi rifornisca per tutto il viaggio.
Sto entrando nel cortile dell’istituto e c’è il solito casino. Ci sono i
fiketti, ci sono le matricole, ci sono gli sportivoni, ci sono le secchie.
Ognuno al proprio posto. Ma dubito che, per quanto Voi possiate
cercare, riuscireste a trovare il gruppo
più noto, più temuto, più alternativo
di questo schifo di liceo.
Il bagno dei ragazzi al terzo piano, La Tana, è deserto, oggi. I suoi ospiti
nonché padroni d'eccezione sembrano essere spariti, c’è una sorta di
vuoto – anche se forse non tutti lo avvertono. Non ci siamo Noi, gente, e
ho motivo di credere che non ci saremo più. Sta finendo un’era e pare
proprio che stia finendo malissimo, in maniera mooolto mooolto diversa
da come ce l’eravamo immaginata. Ci siamo incontrati un giorno umido
e nuvoloso di tanti anni fa e sembravamo essere la rappresentazione
109
grafica dell’amicizia e della sincerità. Sembravamo i diretti eredi
naturali dell’Ovest…anche se allora eravamo un po’ troppo piccoli per
capirlo. Ma se non altro, ci saremmo comunque impegnati a viverle
insieme, tutte, di qualsiasi tipo, a dispetto di tutto e di tutti, con la
storica certezza che nessuno ci avrebbe mai diviso e/o fermato.
E invece, non c’è neanche da spiegare
come siamo finiti.
Anzi, come stiamo finendo,
che è più corretto.
Sembravamo qualcosa che l’esterno non avrebbe mai distrutto e invece
ci siamo rovinati dall’interno: siamo implosi, quasi fossimo stati
catturati da un processo di autocombustione.
En è andato con se stesso in cerca della morte.
Meck ha deciso di immolare il suo cervello su un’ara sacrificale
dedicata a Kitty.
Fb si chiuderà nel guscio smaltato dei suoi “niente, basta” e mi
annegherà di maledizioni fin quando la sua voce riuscirà a vincere il
silenzio.
El Che e il Tancjo hanno trovato una tana calda e il modo di
akkannarci in blocco, di botto, senza alcuna implicazione: la loro
specialità.
Blueberry è alle prese con un pancione, ora, e un compagno latitante
(come non mai).
Hard Gore si sposerà, prima o poi, e forse riuscirà anche a conservare
un buon ricordo…è sempre stato troppo occupato ad essere il più bello
del gruppo per accorgersi del resto.
Promuz potrebbe essere l’unico a rimanere nel bagno dei maschi al
terzo piano, anche da solo…lui non si farebbe problemi, ma i grandi
spiriti non sono mai compresi.
Ed è così che non esistiamo più, i singoli animi hanno distrutto il
gruppo. Anche se talvolta mi viene da pensare che non sia mai esistito.
Ma voglio dire, forse l’errore non sta lì. Forse l’errore sta nel fatto che ho
sempre creduto che fossimo onnipotenti…
Non so, magari lo siamo…ma non così tanto da resistere a genitori
suicidi, AIDS improvvisi, fidanzate sregolate, rapporti travagliati e gente
di dubbia moralità (ogni riferimento è puramente casuale).
-Ariel-Chi accidenti sei…ah, Pid’-Buongiorno-Non direi-Sola, stamattina-A quanto pare…e non mi dire che non ne sai niente, perché tanto tu
sai sempre tutto-Appunto, e credo che per l’occasione mi basti sapere quello che Meck
va a dire in giro di te. Se ti interessa saperlo…-Il tuo problema, caro Pid’, è che parli troppo-
110
-Beh, ma dico la verità, anche se a te fa male-La verità è che tu ti stai espandendo oltre il consentito-Ci dovremo pur conoscere, se dobbiamo allontanarci insieme da qui…e
manca pochissimo, ormai-Non averne la certezza-Io ne ho solo una, di certezza-Ah sì…e quale-Che sono l’uomo della tua vita-Mah…chiedi allo spaventapasseri che ne pensa, e comunque io non te
lo consiglio. Quelli che lo sono stati fino ad ora, hanno sempre dato
prestazioni a dir poco disastrate-Non puoi negare che ti piaccio da impazzire-Se mi conosci così bene, dovresti sapere che questo con me non è mai
sufficiente. E comunque, tu non potrai mai essere come tuo fratello.
Saresti sempre una seconda scelta-Ma il risultato sarebbe comunque che io ti avrei e che mio fratello
sarebbe ad anni luce di distanza-Non urlarlo troppo forte. Non mi hai mai convinto e certo non inizi a
convincermi ora-Questa è una scelta tua-E’ da quando sono nata che le mie scelte sono sempre e solo mie.
Anche quando avrei voluto che qualcuno scegliesse per me, non c’era
un cane disposto a prendersene la responsabilità e quindi, ya know
what I mean, ho adottato questa linea di pensiero. Caro il mio piccolo
frammento di sterco-D’accordo. Sei comprensibilmente nervosetta, oggi. Tornerò quando
potrò trovare un terreno più favorevole-Beato teVoi non ci crederete,
ma quest’uomo mi infastidisce.
E mi piace da matti. E mi infastidisce.
E mi piace da matti. E mi infastidisce.
E mi piace da matti.
Campanella. Ora di entrare.
Non era poi così tardi, in effetti. Lezione. Letteratura contemporanea.
Non mi dispiace. Mi concilia il verso. Vabbè.
Mi piace questo corso perché non siamo tanti e soprattutto perché non
c’è gente particolarmente fiketta. Voglio dire, di tanto in tanto
parlo…insomma, alzo la mano, intervengo, faccio anche domande
addirittura. E nessuno mi guarda stranito, con la faccia da assistente
sociale. Forse è perché c’è qualcuno che è anche più profugo di me, qua
dentro. E nessuno lo fa pesare a nessun altro. E poi il prof. è in gamba,
non riesco ad odiarlo. E’ l’unico che riesce a capirmi, probabilmente, ed
è anche l’unico che riesce ad interrogarmi senza che io me ne accorga.
Mi frega, non so come fa, ma è anche vero che io con lui parlo
volentieri. Di norma mi rifiuto di essere interrogata, o di fare le prove
111
scritte – salvo poi preparare il solito happening finale, giusto per non
essere costretta a ripetere gli stessi corsi per due semestri di fila (…che
sarebbe una gran perdita di tempo, e sapete bene che a me un pochino
secca…) – ma in letteratura è diverso.
Sostanzialmente, non ho bisogno di studiare: e lui lo sa. Credo che con
lui io accetto di parlare perché in verità lui vuole sentire quello che
penso io, non quello che pensano i dannatissimi libri. Un pochino mi
dispiace l’idea che questa sarà la mia ultima lezione di letteratura
contemporanea. Penso che scriverò una poesia.
"Tutto distrutto
Tutto annullato
Tutto da ricominciare
No, non è giusto
Tagliare le ali
Ad un sogno
Che palpita tra
Nuvole di fumo e note già cantate
Non c’è solo la speranza
Di un’idea
Coltivata tanto per gioco
C’è di meglio e
C’è di più
C’è un animo che non parla
E non sorride
C’è una stella da scoprire
C’è una scia novella
Che aspetta solo
Di essere percorsa
E non ho la minima intenzione
Di sperdere lungo via
Un ricciolo ribelle
Credo di meritarlo
Forse."
Puntuale come sempre, la lezione è scivolata via e, puntuale come
sempre, Blu’ si è fatta trovare di fronte alla porta dell’aula mentre io –
solito zaino semivuoto in spalla – migro fuori, lentamente, parlando
piano di nulla in particolare con qualcuno che forse neppure conosco
bene, ma che so che tra breve non vedrò mai più.
(VI ho mai detto che il sorriso accennato di Blueberry che saluta è una
delle cose più positive che VI potrebbero mai capitare?)
-Vieni al mio armadietto così ti do le fragole e il sapone-Grazie, anche se con tutto quello che ho vomitato questa mattina è più
probabile che finirò a mangiare il sapone e a lavare le nostre magliette
con le fragole-
112
-Ti ammiro, Blu’. Vorrei tanto avere la calma, il coraggio, la serenità, la
schiettezza che hai tu. E vorrei che tutto questo skifo di pianeta lo
capisse come lo capisco io-Tu sei…-Non dire niente e apprezza, perché sai che cose del genere escono
meno che raramente dalla mia boccacciaLei sorride , si vede che sa quello che vale la nostra amicizia (che è
mooolto di più di un semplice rapporto tra coinquiline) ed è ovvio che a
questo punto non c’è granché da dire perché è ovvio che alle volte le
parole sono dei mezzi fin troppo leziosi per definire certi tipi di entità
metafisiche.
-Hai lezione, Ari-No, non credo-Beh, io ho due ore in laboratorio, adesso. Ti aspetto dopo in mensa-Ok, al solito tavolo-Ok-Hey. E’ fiko…-Cosa-Pensare che ora siete in due a fare lezione-Beh, chissà che almeno lei non impari qualcosa-Speriamo che, se proprio deve riprendere da qualcuno…beh, speriamo
proprio che questo qualcuno non sia suo padre!!!Tutti coloro che hanno lezione sono entrati ormai nelle aule e io mi
aggiro nei corridoi latitanti. Mi piace. Mi piace questo senso di finta
solitudine. Mi piace sapere che potrei essere la padrona assoluta della
scuola, anche se so che in realtà sono comunque circondata di gente.
Certo, da un momento all’altro potrei incontrare chiunque - un bidello,
un prof., un povero disgraziato che si fa una canna imboskato in
bagno, un gatto – ma finché non succede mi godo l’illusione.
D’altronde, se non ci fossero le illusioni…
E a proposito di illusioni, so benissimo che in questo momento i Ten
Thousand Spoons si dovrebbero riunire in auditorium per provare. So
benissimo che io ormai non faccio più parte di quella realtà. Ma a
giudicare da quanto quella stessa realtà sia precaria, mi permetto di
credere che se provo ad affacciarmi non succederà nulla. E’ vero, io per
loro non dovrei esistere più, ma ho come il sentore che tra poco non
esisteranno più neanche loro.
Eppoi, l’auditorium è un bel posto. Voglio entrarci ancora una volta…
…magari con un microfono in mano.
E infatti loro sono tutti lì. C’è Fb, c’è Meck, ci sono Al e Frederick. Ma
c’è anche qualcosa che non va, me ne accorgo benissimo – anche
stando nascosta dietro la porta, in cima alle scale.
-Ragazzi, iniziamo- (Una delle cosa che ammiro di Fb è che certe volte
non si arrende mai, specialmente di fronte alla più maledetta delle
evidenze)
113
-Siamo sicuri di volerlo fare - (Una delle cosa che ammiro di Meck è che
è sempre, dannatamente realista) – Voglio dire…non siamo più i Ten
Thousand Spoons-Solo perché quella demente non c’è più?-Fb, quella demente (e sul fatto che lo sia non c’è il minimo dubbio) era
pur sempre una di noi. Non varrà un granché, ma c’è sempre stataSCUSATE L’INVADENZA,
MA MI SENTO CHIAMATA IN CAUSA.
SCENDO LE SCALE,
NON PROPRIO DI CORSA.
-Ragazzi, la demente è qui. Ma vi garantisco che non suonerà con voi,
se non volete-Ah beh…allora siamo di nuovo tutti-No, Promuz. Manca El Che-Brava. Dov’è-E’ partito. Per l’Ovest-E quando?!?-Non lo sapevateLe facce molto eloquenti mi illuminano sulla loro ignoranza, e mi viene
da ridere al pensiero che l’unica persona che sa che El Che se n'è
andato, sia proprio colei che lui odia di più.
-Se ne sono andati questa mattina, lui e il Tancjo con due non meglio
identificate Leyla e Olive Oil-Sono stati carini a salutarci, la festa d’addio è stata qualcosa di
indimenticabile- …non c’è niente da fare, vedete, Fb non è geloso solo
nei miei confronti. La sua gelosia è…come dire, cronica, anzi no:
panica!
-Io li ho incontrati questa mattina al drugstore mentre se ne andavano.
E vi giuro che non è stato un bello spettacolo. In ogni modo, riguardo ai
TTS non mi ha detto proprio niente-Ragazzi, bisogna prendere una decisione-Meck, voce della sapienza-No, Ariel: è inutile che prendi in giro. Credo che valga la pena di
stabilire se il gruppo esista ancora o no. Per ragioni pratiche, intendo.
El Che se ne è andato e a giorni te ne andrai anche tu. Gore sta solo
aspettando che la sua ragazza finisca le verifiche di fine semestre, poi
partirà e Promuz andrà con loro-Beh rimanete sempre tu e Fb, siete le colonne portanti in fondo-A questo punto, c’è qualcosa che voi tre dovete sapere -(…Bisogna
ammettere che ultimamente qua le sorprese non finiscono proprio
mai…) -Io e Fb partiremo stasera-Beh, anche voi siete stati carini a farcelo sapere, soprattutto visto che
siete stati sempre quelli contrari alla faccenda, anzi no: alla migrazione
di massa (non è così che la chiamate?)-Ariel, non crederti tanto simpatica: sai bene come stanno le cose-Veramente io sono l’unica che da un po’ tempo sembra non capirci più
un emerito, e ti dirò…mi sento anche un pochino presa in giro da tutta
114
questa mandria di pecore che parte con zero riguardi verso me
medesima-Diciamo pure che te la sei voluta. Almeno, parlo per me e per Fb.
Conosci bene le nostre vicende, sai bene che per me e per lui tu eri
l’unico elemento davvero importante a darci una ragione per stare qui.
Se tu te ne fossi andata, noi ci saremmo persi…io in balia delle
perturbazioni psico-sentimentali di Kitty e lui senza la donna che
amava. E poi tu hai scelto di abbracciare tutte le peggiori alternative
che ti si sono parate davanti:
Hai treskato con un bambino
(…come corrono le voci qui da noi, eh…)
Hai mollato la persona che ti merita più di chiunque altro al mondo
(…e poi Meck è sempre obiettivo e imparziale nel dare giudizi…)
Ti sei fidata del primo koattello che ti ha fatto quattro complimenti
idioti
(…e soprattutto ha tanta fiducia in me…)
Hai rinunciato al tuo migliore amico, uno dei pochi che ti voleva
bene
(…e non tende mai alla sceneggiata!!!)
Io e Fb abbiamo parlato e ci siamo decisi: En ormai se n'è andato per
cercare scampo alla morte, o almeno un posto migliore per morire; il
tuo pupetto se n’è andato per riuscire a fare tavola sulle Montagne di
Mezzanotte; a quanto pare, El Che e il Tancjo se ne sono andati per
cercare di buttare al vento la loro verginità; Promuz, Gore e signora
partiranno semplicemente per trovare un lavoro; tu partirai per
realizzare i tuoi sogni, in maniera discutibile, forse, dato il tamarro che
ti trascini dietro, ma abbiamo già visto che su questo è inutile
commentare. Chiunque di voi ha un obiettivo da raggiungere e per
questo abbandona questo posto. Io e Fb non abbiamo ancora un
obiettivo, ma qui non abbiamo più niente, né amici, né speranze, né
amore…
…nemmeno la musica.
E abbiamo pensato che a tutto potevamo rinunciare, ma non alla
musica – o ci sarebbe stato il baratro, dopo…e a quel punto una canna
non sarebbe stata più sufficienteL’auditorium non è mai stato così vuoto, così desolato e deserto come
ora, mentre le agghiaccianti parole di una delle persone che io amo di
più stanno risuonando come una minaccia fantasma fra muri rovinati e
animi distrutti
-Beh, qualcosa ci dovevamo pur inventare. Sapevamo bene anche da
soli che i TTS sono morti il giorno in cui tu, Ariel, hai lasciato
definitivamente Fb…non per una tua particolare supremazia all’interno
del gruppo, perché sai bene da te quanto poco contavi, ma
semplicemente perché qualcuno doveva dare il via alla dissoluzione.
Chiunque sapeva del nostro destino, ma serviva qualcosa che ce ne
facesse rendere conto. Ebbene, così è stato, ma per noi due c’era
115
qualcosa che mancava. Abbiamo capito che si trattava di uno stimolo
per continuare ad andare avanti ugualmente, nonostante tuttoMi fa male sentire dentro stile lama di coltello lo sguardo di entrambi
che si conficca nel mio, proprio su queste ultime due parole, ma me lo
merito. Ammetto che ci possa essere una sorta di compiacimento
masochista quanto egocentrico; ma credo che importa di più che sto
soffrendo come una pazza…anche se Ariel è sempre Ariel, no doubt
about it.
-Poi per caso ieri Cr.Yze, il mio amico che gestisce il Torn Velvet, mi ha
detto che all’Ovest è nata una nuova etichetta discografica e che stanno
facendo audizioni per gruppi emergenti. Noi vogliamo tentare,
soprattutto ora che i TTS non esistono più e che tra noi non ci sono più
vincoli. Forse portiamo anche dei pezzi nostri-Quelli che abbiamo scritto insieme?!?-No, Al. E’ roba recente, ma non siamo ancora sicuri. Non ti
preoccupare, non rubiamo niente alla memoria. Ad ogni modo…se
facciamo un disco sarete i primi nella lista dei ringraziamentiNelle espressioni di Hard Gore e Promuz potrei leggere un sano insulto
a caratteri cubitali (più o – così
Datevi fuoco!
diciamo) se solo non fossi così accecata dalla rabbia che questa
situazione mi sta soffriggendo nell’animo. So già che questo è l’ultimo
istante in cui io potrò avere accanto i miei angeli custodi, il mio
ragazzo (l’unico che si sia mai potuto fregiare di questo titolo per così
tanto tempo, e per questo insostituibile) e il Mio Migliore Amico (che per
me lo sarà sempre, anche se la faccenda non è più corrisposta, ormai).
uccidetevi
sparite tutti quanti
vi odio mi fate schifo
ma non vi permetterò
di rovinare la mia vita
più di quello che siete riusciti a fare
fino a qui
solo che vi voglio bene
e per questo mi ucciderei
Per un breve istante avevo creduto di potermi trattenere, ma sappiamo
bene tutti quanto questa sia una utopia. Sto piangendo e VI giuro che
la cosa non mi hai mai provocato tanto dolore quanto questa volta.
Sento i polmoni che si stritolano l’uno contro l’altro, lo stomaco che
cade vittima degli spasmi, il fiato che latita per il ritmo estenuante dei
singhiozzi e gli occhi che vengono feriti dalla fatica di buttare fuori le
116
troppe gocce salate di rimpianto. Sta finendo, e mai come ora mi
accorgo di quanto sia difficile.
Sento una mano alle mie spalle: è Al. Apprezzo il suo tentativo di far
circolare un po’ d'umanità in quest'auditorium di satana, stringo forte il
suo braccio, ma è chiaro che qui c’è solo una cosa da fare.
In fondo, l’appuntamento era stato dato qui per questo…
E allora, gente, in esclusiva, qui per Voi e per l’ultima volta, i Ten
Thousand Spoons danno il loro canto di addio.
Addio a troppe realtà per poter essere elencate. Ma ricordate che questa
sarà l’ultima session della nostra storia e perciò…beh, teneteVEla nel
cuore come faremo noi…Meck alla batteria, Promuz al basso, Fb alla
solista, Hard Gore alla ritmica e alla voce, Ariel alla seconda voce.
E non so perché venga fuori questa canzone, non la facciamo quasi
mai, è troppo lenta, troppo triste – dice sempre Meck – eppure è proprio
lui che la chiama mentre batte
uno-due-tre-e-quattro…
Vorrei che capiste perché ora come ora, mentre canto, non vorrei mai
smettere di piangere. Ma chissà, forse lo capite davvero.
<<…Honey, is there any place that you would like to be
I know a coffeshop down on 52nd street
And I don’t need no fancy food and I don’t need no fancy wine
And I sure don’t need the tears you cry
Till the next time we say good-bye
I’ll be thinking of you
A movie house on 42nd street
Ain’t a very likely place for you and I to meet
Watching the snow swirl around your hair and around your feet
And I’m thinking to myself you surely look a treat
Till the next time we say good-bye
I’ll be thinking of you
I can’t go on like this, can you?
You give me a cure all from New Orleans
Now that’s a recipe I sure do need
Some cider vinegar and some elderberry
May cure all your ills but it can’t cure mine
Your Louisiana recipes have surely let me down
Till the next time we say good-bye
I’ll be thinking of you>>
Ok. Non c’è nemmeno da salutare. Qua c’è solo da prendere lo zaino e
skappare in fretta. Non me ne frega niente di salutarli, voglio solo
guardarmi in uno specchio per accertarmi che non sono morta di
dolore. E prima che sia troppo tardi.
117
E’ ovvio che la prima cosa da fare sia raggiungere Blu’ a mensa e il
prima possibile. La prima…non la migliore, d’altronde.
(E se vedeste lo spettacolo,
sareste d’accordo con me – sicuro).
Folla, gente che si massacra per conquistare una fetta di pane tostato,
brik del latte che vagano da soli forti dell’autonomia dei fermenti vivi,
spiccioli e centesimi che saltellano tra portafogli sdruciti e ricevitori di
cassa.
Ci sono migliaia di kilocalorie che latitano a piede libero nell’atmosfera.
C’è una puzza di fritto che si rivela esaltante con perdizione decadente,
quasi perverso estetismo.
E poi ci sono io che – con l’appetito di un'anoressica e con l’abbandono
di una suicida – sfogo tutta la mia rabbia repressa in un orribile
amalgama di maionese, verdure e carne tritata il cui unico conforto è
una lattina di coca cola…sapete com’è, no…le bollicine
Ma soprattutto c’è Blueberry con i chiari occhi di chi ha appena pianto,
ma con lo sguardo truce di chi si è consumata a forza di soffrire.
E parla, parla, parla e si sfoga e rigetta rabbia e s'infuria e poi piange,
piange e piange ancora e poi alla fine urla.
E si è definitivamente skazzata di vivere certe bestialità.
-…io non riesco a capire che male abbia fatto per meritare questo…so
solo che potrò non farcela tanto a lungo. Tu non eri uscita da molto,
stamattina, e io ero là sul gabinetto che cercavo disperatamente di non
dare fondo a tutta me stessa perché in fin dei conti l’apparato digerente
mi serve ancora, quando sento il campanello che suona. Insomma,
prima non riesco a capire chi possa essere il cretino che ancora non sa
che da noi la porta del retro è sempre aperta, e poi comunque proprio
non mi viene in mente chi possa passare da noi, visto che il lattaio e il
postino sono già venuti e che tutti gli altri o sono già in viaggio per
l’Ovest, o da noi non vengono più perché tu ci hai litigato. Vedo un
attimo allo specchio se sono presentabile, mi rendo conto che non lo
sono e che comunque in trenta nanosecondi non posso fare alcunché al
riguardo e mi decido ad andare ad aprire. Ti prego, immaginati la scena
di me che, in camicia da notte, bandana in testa e faccia da resuscitata
mi trovo di fronte Red Rose che fissa per terra, unicamente perché non
ha il coraggio di guardarmi negli occhi. “Beh” gli faccio “entri?” E lui
mica risponde, mica ce l’ha la faccia di rendersi conto di quello che ha
fatto e che pare proprio non abbia intenzione di sospendere. Va
direttamente in cucina e apre il frigorifero. Lo voglio ammazzare con la
seguente motivazione: ma chi porka vacca ti credi di essere non ti
basta esserti preso la mia verginità il mio onore e la mia vita di
adolescente vuoi anche il succo d’arancia meriti di morire in
seguito a un numero non ponderabile di badilate sul collo ma poi mi
rendo conto che è inutile perché tanto il frigo è vuoto. Per fortuna non
commenta – anche perché avrei potuto costringerlo a passarmi gli
alimenti per il mio stato di povertà inoltrata – si siede e mi dice, ma
piano piano, “ti devo parlare”. E io “MA VA’!?!” Ti giuro che stavo per
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iniziare la filippica del "tu sei un infame lasci una povera ragazza
incinta di tua figlia senza nemmeno una motivazione e poi ti ripresenti
qui a chiedere il succo d’arancia e a dire che mi devi parlare ma io ti
faccio a tocchetti e poi "ti vado a distribuire ai gatti giù al drugstore; ti
giuro lo stavo per fare, ma poi lui ha tirato fuori gli occhi da cerbiatto,
mi ha preso la mano e mi ha fregato. Sì sì lo so non dire niente hai una
coinquilina idiota, ma non urlare ché il bello deve ancora venire. Mi fa
“So quanto ti ho fatto soffrire, so che sono un delinquente, so che non ti
merito, ma ti devo spiegare il motivo del mio comportamento. Cioè, io
non ero pronto a quello che ci sta succedendo, io passo la metà del mio
tempo a evitare la galera e l’altra metà a finirci dentro. Io non sarei per
niente un buon padre e non avrei comunque i soldi per aiutarti ad
abortire. Io mi sono spaventato e non sono riuscito a fare altro che
andarmene. Ti ho lasciato e sono da giustiziare per questo, ti ho
abbandonato nei guai, ti ho deluso. Ma vedi…io sapevo che tu sei in
grado di portare avanti la faccenda anche da sola mentre io l’altro
giorno avevo l’unica preoccupazione di trovare un posto sicuro dove la
polizia non riuscisse a beccarmi. E’ vero, ti ho insultato, ti ho trattato
malissimo, ho provato anche picchiarti e tu devi capire quanto io stia
male per questo. Sono venuto qua per riparare all’errore che ho
commesso. Voglio stare con te, voglio poter vivere con te il destino che
ci è stato dato, voglio che tu mi perdoni.” A quel punto, Ari credimi,
volevo suicidarmi. Volevo essere chiunque altro, trovarmi in qualsiasi
altro posto, piuttosto che dover rispondere al suo discorso. Credere,
non credere, dimenticare, perdonare, semplicemente cacciare via
oppure abbracciare e scoppiare in lacrime. Ho provato a spiegargli che è
una grandissima iena, quello a cui stavamo andando incontro, o quello
che voleva dire per me aver accettato l’idea di essere madre…ragazza
madre addirittura. Mi sono arrabbiata a sufficienza – anche per i miei
canoni, direi – e lui ha incassato a testa basta. “Ti capisco” mi ha detto
“e voglio aiutarti. Ti amo, e tu lo sai”. Allora ho deciso di credergli, di
dargli fiducia, perché voglio dire…non glielo aveva mica ordinato il
medico di fare una sceneggiata del genere, se non avesse tenuto a me
non sarebbe tornato indietro: a quest’ora poteva essere tranquillamente
già arrivato all’Ovest, no? E invece…dai, perché altrimenti? In fondo che
vuole solo me è sempre stata l’unica realtà effettiva della nostra storia,
così…”Ok” ho detto “ti concedo un’altra possibilità, ma te la devi
meritare.” E lui “Sì, sì, ma certo, piccolina…tutto quello che vuoi: non
me ne andrò, stavolta.” Sai…quella che c’è stata dopo è stata un’ora
meravigliosa, Ari: mi sembrava di essere finita nel solito telefilm yankee
che tu detesti…eravamo sul nostro materasso ad acqua, abbracciati, in
silenzio. Solo di tanto in tanto, c’era qualche tiro di sigaretta o qualche
biscotto che si sbriciolava, per il resto erano solo baci, carezze, tante
tante coccole…Ma poi ho avuto un attacco di nausea, mi sono sentita
male e sono corsa al bagno per evitare l’irreparabile. “Un attimo” mi
ricordo di aver detto, mentre mi alzavo, e quando sono tornata ho
trovato la stanza vuota e questo biglietto: <<scusami. lo faccio di
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nuovo. vorrei restare, ma non ci riesco. so che senza di me starete
molto meglio, tu e tuo figlio.>>
Cioè, capito??? Io e MIO figlio…mica è suo…solo mio è…solo mio…e
così lui si sente giustificato a sparire, a tornare da qualsiasi orribile
posto sia venuto, a continuare a fare il delinquente come il giorno
prima. Anzi no, come il giorno prima no, è impossibile: era pur sempre
migliore il giorno prima…non era ancora riuscito a dare tutto il meglio
di se stesso nell’orribile sceneggiata che ha reso oggi il giorno più brutto
della mia vita.
…e sì che la mia vita non è mica tanto bella
in generale…
Voglio dire, sapevo di essere incinta e sapevo che io non avrei avuto un
marito – o mia figlia un padre, se non altro – come la gente normale,
sapevo che non sarei potuta rimanere qui troppo a lungo perché senza
di te non riesco a pagare tutto l’affitto, sapevo che avrei dovuto
inventare qualcosa e in fretta, ma almeno lo avevo accettato. Insomma,
sapevo che era così…e basta. Non speravo nulla, capito? E poi invece
‘sto verme che è convinto di essere dio (beh, per forza altrimenti non si
permetterebbe di sconvolgere le vite altrui con una tale velocità…non ci
può essere un’altra spiegazione) dicevamo…’sto verme con velleità da
essere soprannaturale entra in casa mia – pardon, nostra – e fa una
pièce in atto unico con talento notevole, tanto che alla fine mi convince.
Smonta a pezzi tutto quel castello di carte, rassegnato ma abbastanza
resistente, che ero riuscita a mettere su con poco tempo, in fin dei
conti. Non ci mette un accidente a convincermi di tutto il contrario di
quello che pensavo, a partire dal presupposto fondamentale:
cioè che lui non se ne andrà mai più.
MAI più, MAI più…CAPITO, MAI più???
Beh, hai un'idea anche vaga di quanto tempo sia MAI più? Beh, è tanto,
veramente tanto, te lo dico io: mai più è proprio tanto, perché non-mene-andrò-mai-più vuol dire l’eternità, vuol dire per sempre, vuol dire un
mucchio di tempo, che lui nemmeno si immagina evidentemente, visto
che dopo sessanta minuti già era sparito di nuovoE a questo punto, Blu’ tace. La mensa si va svuotando, così come i
nostri velenosissimi piatti e io maledico la situazione perché avrei avuto
proprio bisogno di un po’ di rumore per riempire il vuoto che mi si è
creato dentro. Per la prima volta (o quasi) in vita mia non so rispondere:
Ariel L’Avvocato si arena, signori & signore.
E ci credo…
Insomma, con tutto quello che normalmente capita da queste parti, per
far passare tutto basta poco…una birra giù al locale, due passi per la
baia, una sigaretta con una determinata luce al tramonto o una
chiacchierata con la persona giusta. Diciamo che siamo piuttosto bravi
a far scivolare i guai dietro le spalle; abbiamo la schiena anatomica,
ecco.
Ma stavolta…ma santa pace, stavolta come si fa a reagire? Come si fa a
trovare qualcosa da dire? Come si fa a berci una birra su? Come si fa a
120
dire “che vuoi che sia…”? Qua c’è solo da fare ricorso, c’è da reclamare,
c’è da trovare la più pesante delle maledizioni, la più volgare delle
ingiurie…voglio dire, è assurdo…da queste parti nessuno è
propriamente quello che si definisce uno stinco di santo ed è normale
che – qualsiasi accidente capiti – si possa anche arrivare a pensare
che…beh, in fin dei conti un po’ se lo meritava.
Ma Blueberry no, non lei…
…non è proprio possibile.
Io…beh…io vorrei veramente che qualcuno riuscisse a comprendere
quello che voglio realmente dire, perché è qualcosa di veramente grande
e anche di terribilmente doloroso che merita di arrivare dritto al cuore
di almeno uno di Voi.
Se succede qualcosa di brutto a me (…cioè quasi sempre, ma quella è
un’altra storia) io frigno abbastanza spesso, non mi lascio mai sfuggire
l’occasione per fare la decadente, ma lo sapete anche Voi, ormai mi
sono rassegnata: so che in fin dei conti spesso me le vado a cercare.
Se accade qualcosa di brutto a dubbi soggetti quali ad esempio
El Che, o al Tancjo, o a Skye, o ai mediodioborghesuccinasopuzzati
che frequentano il corso di economia con me
…beh, in questi casi si è praticamente certi del fatto che non si tratta di
un'ingiustizia, ma di qualcosa di meritato, che vada a punire le loro
rispettive turpitudini. Idem come sopra (anche se in tono minore perché
è chiaro che gli infami non hanno tutti lo stesso quoziente…non è mai
bene generalizzare) per Meck, o Hard Gore o per Pidduz. Ma con
Blueberry…ma come si potrebbe dire che “beh…in fin dei conti se lo
meritava”? Eh??? Ma me lo dite come si potrebbe?
Probabilmente, io non riesco ad esprimere quanto bene io voglia a Blu’;
probabilmente perché è la persona a cui io voglio più bene al mondo,
perché è l’essere che più di tutti si è presa cura di me senza che
nessuno gliel’avesse imposto, perché è l’animo più sensibile, più
delicato, più puro che io conosca. E se io – che ho notoriamente dei seri
problemi a legarmi alla gente a livello sentimentale, anzi direi quasi
metafisico – sono tanto strettamente vincolata a lei, ci sarà pure un
motivo degno di riflessione, no? Vedete, Blueberry è l’unica persona
realmente buona che ci sia in questo straccio di contea (da quando En
se ne è andato, ovviamente, perché altrimenti prima erano in due); è
l’unica persona incapace di fare del male, incapace di creare problemi
agli altri, incapace di provocare del dolore. E’ la fonte di sorrisi più
prodiga che io conosca, è l’animo più votato alla gentilezza e
all’altruismo. E’ una persona il cui unico torto commesso è stato quello
di innamorarsi di una persona che non la merita. Blu’ ha pianto,
sofferto, patito, temuto per uno che credeva degno di tutto il suo amore,
di tutta la sua attenzione, di tutta se stessa.
E lui invece è solo uno che reputa
di aver scopato una volta di troppo.
Mi correggo. Se fosse così, andrebbe quasi bene. Voglio dire…di egoisti
così ce ne sono sempre stati
121
…anche nei miei adorati telefilm yankee…
Ma la cosa che vorrei sottolineare è che qui c’è di peggio: qui abbiamo
un esemplare di homo sapiens sapiens con tutti i nobili attributi della
specie che, dopo aver adottato il comportamento sopracitato, attua una
preoccupante variazione al tema.
TORNA.
Ebbene sì, gente: l’assassino non torna mai sul luogo del delitto e
invece
QUESTO TORNA.
Apparentemente all’oscuro di tutti gli elementari capisaldi del romanzo
giallo, il cretino in questione torna dalla vittima con una strategia da
invidiare (come minimo). Si finge pentito e poi svanisce nuovamente
nell’ombra…
Come se ce ne fosse stato ulteriormente bisogno.
Secondo Voi la questione ha anche solo un’ombra di razionalità?
Secondo me no.
E secondo Voi un orrore del genere toccava proprio a Blueberry?
Secondo me no.
La questione si chiude qua.
(Non sempre le parole hanno un’utilità. Specialmente le mie.)
-Blu’ la vuoi una sigaretta-Magari-Dai accendi, che rimediamo un passaggio da qualcuno e ce ne
andiamo alla baia. Devo lavorare-Impresa ardua-Cosa? Che io lavori?
-No, trovare un passaggio…hai litigato con tutto il circondarioE' SEMPRE SIMPATICA LA MIA AMICA, NON TROVATE?!?
-Non è mica colpa mia se l’unica persona con cui ancora non ho
litigato, cioè te, ha 18 anni e ancora non si decide a prendere la
patenteMA SONO SIMPATICA ANCHE IO, NON TROVATE?!?
(PER la cronaca, seizero seizero per me…
Ariel L’Avvocato si è ripresa, gente!!!)
Però poi, in effetti non ci va così male: fuori dalla mensa c’è il solito
movimentatissimo labirinto di droidi che hanno finito il proprio orario
di lezioni e se ne vanno a casa.
In mezzo alle facce che viaggiano tra il depresso, l’esaltato e il
demotivato andante, becchiamo Juppy, un ragazzo che segue le lezioni
di composizione per chitarra insieme a Fb e Hard Gore. Va alla baia
anche lui, ha un appuntamento con la sua ragazza, SweetAngel…ma
provvede subito a spiegarci che il nome delicato non ha nulla a che fare
con lo spigoloso temperamento della tipa in questione. Ci fa salire in
macchina, accende lo stereo (da cui esce l’ammaliante suono prog dei
Dream Theater) e inizia a percorrere la litoranea secondaria. E’ la prima
122
volta che salgo nella sua macchina e mi piace come guida, ma devo
ammettere che come persona non mi sarà capitato di notarlo più di un
paio di volte.
(Talvolta faccio addirittura fatica
a ricordare il suo nome…)
Non conosco bene Juppy, se non come amico di amici, ma ora realizzo
quanto mi incuriosisca. Devo ammettere che da vicino i suoi occhi
appaiono molto più belli di quello che potrebbero sembrare. Ha un bel
sorriso, lo sguardo pulito e poi ha un paio di mani che comunicano
calore, sicurezza, tranquillità. Mi piacerebbe accarezzarle, anche solo
per qualche istante.
Mi accorgo solo adesso che non è soltanto la persona semitrasparente e
perennemente in silenzio che ho sempre visto in lui. Mi sembra assurdo
(eppure è così) che una delle persone che io ho calcolato di meno negli
ultimi anni è qualcosa di realmente mooolto vicino a me. Mentre parla
con Blu', gli sento uscire dalla bocca parole, frasi, concetti che
riconosco come miei; afferma verità per me inconfutabili – che per gli
altri sono solo frutto di insanità mentale – e mi lascia radicata dentro
l’idea che il suo animo sia il gemello del mio.
Proprio quello che cerco da anni…
Un complice spirituale…
Come ne ho incontrati pochi altri…
Peccato che questa sia la prima volta che realmente ci parlo, che il
giorno della mia partenza sia sempre più vicino, che lui sia fidanzato da
tre anni, che che che
Che siamo arrivati.
-Ok ragazze…vi dispiace se vi lascio un po’ prima del locale? Vedo che
SweetAngel è già lì e non vorrei che la vostra presenza creasse ulteriori
guai. Sapete, la mia vita con lei non è quello che si dice…tranquilla-Don’t worry, bimbo. Ne sappiamo qualcosa noi di problemi in famigliaNoi ridiamo – e lui ride con noi – ma mi viene da pensare che se lui
avesse solo una pallida idea di quello che sottintendeva la mia frase,
non si sarebbe azzardato nemmeno ad accennare un sorriso.
-Juppy-Cosa, Ariel-Tu ci vai all’Ovest-Anche tu in cerca di un altrove?-Io sì. E tu-Sappi che il mio altrove è ovunque, basta che sia lontano da
SweetAngel-Quando si dice l’amore…-Mah, lascia stare. E comunque davvero, non lo so: ma potrebbe darsi
che ci incontriamo di nuovo, da qui all’Ovest-Potrebbe darsiSospiro mentre faccio per andarmene. Gli lascio un buffetto sulla
spalla, ma avrei voluto dargli molto di più:
è uno che gli abbracci se li merita…lui.
123
Non sono ancora le quattro e il locale non è esattamente pieno. Ci sono
i soliti sei o sette bocca-di-latte, non superano gli 80 anni in totale, che
giocano a flipper per il puro gusto di vincere una seconda partita. Ci
sono alcune coppiette molto protoliceali, che si imbrattano di gelato alla
fragola per quel rituale da telefilm yankee che consiste nell’imboccarsi a
vicenda, o che lucidano il juke-box, dove sono appoggiati nel turbine
della loro passione (…e io li ringrazio molto perché altrimenti lo avrei
dovuto lucidare io…). La motion picture soundtrack è “Girl from Mars”
degli Ash e io sono contenta, perché mi piace. Soprattutto quel tono tra
il rassegnato e il dolcissimo che il cantante assume quando finisce il
ritornello
<<…I still love you
my girl from Mars…>>
Mentre Blueberry si siede ad uno dei tavoli di fuori e guarda il mare e
beve un milkshake di fragola a piccoli sorsi, il capo fischietta lavando i
bicchieri, e direi che anche questa è una buona cosa perché se il capo
fischietta non può matematicamente essere arrabbiato,.
Io mi sono accesa una Camel lights e riordino il locale: mi diverte; mi fa
troppo ridere vedere come la gente riduce i tavoli. Può sembrare strano,
ma questo è uno dei lati simpatici dello stare dall’altra-parte-delbancone: nessuno sa dove finiscono gli accendini persi, i bottoni che
saltano dalle camicie in certi momenti un po’ troppo focosi, le rose che
gli ambulanti costringono a comprare, i sottobicchieri che i meno svelti
non riescono ad intaskare…io invece lo so. Li ritrovo tutti ai propri
posti, così come sono rimasti la sera precedente quando l’ultimo
sbronzo se n’è andato, e VI giuro che sono proprio situazioni curiose…
Ore diciassette in punto. Ladies & Gentlemen, Madames & Messieurs il
locale è ufficialmente aperto! E ora iniziano i dolori! Per la cronaca, Ariel
serve al bancone oggi. E io odio servire al bancone, in giornate come
queste (e Voi non avete idea di quanto si sia fatto mooolto Puffo
Brontolone il tono della narrazione…anzi, del monologo interiore – se
vogliamo essere precisi). Certo, non voglio rinnegare la mia teoria del
fascino che conferisce il dall’altra-parte-del-bancone…ma, santoddìo, ce
l’avete una idea seppur vaga di quello che voglia dire fine settimana giù
al locale?!? No, eh?
Appunto.
Come se si fossero aperte Le Gabbie, nel giro di un quarto d’ora qua
dentro si è riversato di tutto: operai che staccano, profughi del liceo che
hanno fatto l’ultima ora di lezione, la squadra di rugby che si allena a
mezzo miglio da qui, il fantasma di mia nonna…
…insomma, è un bel supermercato esistenziale. E il che non sarebbe
neppure tanto male, a guardarla dal lato socio-antropologico, ma la
prospettiva cambia radicalmente se ci si chiede CHI (e ripeto CHI) dovrà
servire tutta questa marmaglia - con velocità da quattrocentostacoli
onde evitare i fulmini del capo…ma Ariel è qui per questo, non trovate?
124
Almeno, per questo ti pago (direbbe il capo).
E allora
C’mon everybody
Let’s get toghether!!!
Credo proprio che oggi sarà il mio ultimo giorno di lavoro e allora, voglio
essere impeccabile. Ad ogni modo, io ci provo.
-Una birra alla spina??? Ma non è neanche il tramonto…dì un po’, ci
pensi mai al tuo fegato???Ariel non parlare da moralista
ché tu di norma fai idem
-Come dici??? Le patatine sarebbero bruciate??? Ma queste sono ben
cotte!!! Tua madre cucina al dente per caso???Ariel è inutile che ci provi…
…le hai bruciate tu e lo sai bene
-Ma come…ci vuoi la mostarda??? Non sai che annulla i sapori???
Credimi, più che come salsa la mostarda funziona meglio da
stupefacente!!Ariel, quante storie pur
di non scendere in magazzino
-Ehy, guarda che qui non si fuma!!! Cioè, no…non qui nel locale, ma
qui al bancone: appesti chi serve!!!Ariel, quella cosa che ti fuma
tra indice e medio cos’è, di grazia
-Erano sessanta i centesimi di resto??? Non venti??? Toh, che buffo: si
dev’essere inceppata la cassa…Ariel, questo è un bieco tentativo
di arraffare una mancia
-Ok, gente, non ne posso più: mi prendo dieci minuti di pausa. Dopo
tutta ‘sta maratona me li merito proprioAriel, falla finita non è nemmeno mezz’ora
che hai attaccato
Però, una cosa va ammessa:
io forse non sarò il massimo…
…ma la mia coscienza
va come un treno:
EH?!?
E così, proprio quando la prima ondata di lanzichenecchi da manuale
sembra aver trovato una parziale e momentanea pace dei sensi, la
sottoscritta si appropria di una coca con tanto di ghiaccio & cannuccia
a righe blu e rosse, si accende una sorridente Camel lights e va a
cercare la sua coinquilina (che dovrebbe essere seduta, incinta e in
meditazione).
Ops…ci dev’essere un errore: la mia suddetta coinquilina è sì, seduta –
e direi anche incinta – ma la meditazione sembra essere andata a farsi
friggere da qualche tempo. E’ in compagnia, ora, e anche
particolarmente dolce…
VI ricordate di Giagaàr? Il famoso universitario che la notte scorsa era
125
qui in compagnia di uno dei potenziali uomini della mia vita? Ebbene, è
di nuovo qui. E sorvoliamo pure sul fatto che il suo fido nonché
occhialuto compare latita, perché c’è qualcosa di più importante.
Blu' è con lui.
Ride.
Sembra felice.
Dal momento che io di carattere sono pur sempre una gran ruffiana,
decido deliberatamente di non rovinare il bozzetto idilliaco nonché
molto preromantico. I miei dieci minuti di pausa mi vedranno
accucciata qui, su questa cassetta di Bud vuote, mentre bevo & fumo e
contemplo qualcosa che mi riscalda il cuore (evento peraltro da non
sottovalutare).
Zoom.
Audio.
Azione!
-…veramente, Blu’, non avrei mai immaginato che tu potessi portare
sulle spalle una storia simile-A me non piace parlarne, sai. Proprio per evitare che la gente mi dica
frasi del genere, per evitare di far pena. Non lo sopporterei proprio-Con me puoi sfogarti, non aver paura-No. Non credo proprio che ci riuscirei…
Ricordati che te l’ho detto solo perché mi hai trovato in lacrime. E già
questa non è una faccenda molto piacevole-Facciamo finta che io sia cieco e sordo, allora. Vuoi?Blu’ ride, non riesce proprio a trattenersi. Nonostante tutta la
scenografia così altamente melodrammatica…chi non riderebbe dinanzi
ad una affermazione così idiota
-Ho un’idea migliore, credo-Ti ascolto-Ricordi la prima frase che mi hai detto quando ti sei seduto qui-Come non potrei…è quanto di più importante ci sia adesso-Mi hai convinto. Domani. A mezzogiorno. Davanti all’ingresso della mia
scuola-Sarà un onoreA questo punto, Giagaàr e i suoi occhioni ridenti si alzano, baciano le
guanciotte morbide di Blueberry e si avviano verso una vespa50special
un po’ vecchia ma di un rosso ancora convincente.
Ora, c’è un guaio: io mi sono…inserita a conversazione già iniziata e
non ho la minima idea di quale possa essere questo evento tanto
sconvolgente da verificarsi proprio a mezzogiorno davanti al liceo.
Lo scoprirò, ma tanto non c’è fretta…che pazzia potrebbe mai fare la
mia coinquilina incinta?!? Vero?!?
[Certe volte mi chiedo chi mi dia
la sicurezza di certe affermazioni…]
-Blueberry!!!Lei sobbalza e si gira di scatto: non si era minimamente accorta della
mia presenza e, tra l’altro, devo ammettere che ho strillato un bel po’. Si
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avvicina con quell’andatura cauta e misurata che, da qualche giorno a
questa parte, ha acquisito – nonostante ancora la sua gravidanza sia
solo più un’idea che altro – e lascia trasparire un sorriso incantato tra
le lunghe ciocche di capelli che le coprono il viso.
-Ariel, devi lavorare…non puoi startene qui a bere coca cola con tutta la
folla che c’è dentro-Tu mi stai nascondendo qualcosa, veroPotrei dire che non mi piace la luce del suo sguardo mentre mi parla,
ma adesso non mi va.
-A proposito, mi ha detto Giagaàr che ti saluta Dick. Lo hai visto
Giagaàr, no? Abbiamo chiacchierato qualche minuto-Sì che l’ho visto. E non me ne frega neppure tanto dei saluti di Dick.
Voglio sapere cos’hai da dirmi che non ti esce da quella bocca-Ehy, senti Ari…ora vado a casa perché devo prendere una pillola, ma
quando torni giuro che ti racconto tutto-Ah. Allora avevo ragione-Ma è ovvio che ti sto nascondendo qualcosa…si vede lontano un miglio
ogni volta che ci provo. Ma ora realmente non è il caso. Fidati di me e
aspetta un paio d’ore-…-Dai, torna dentro: ché oggi è il tuo ultimo turno-A dopo-A dopoLa mia amica non è riuscita ad ingannarmi e/o a tranquillizzarmi…ora
sono più inquieta di prima e anche un po'su di giri. Ma vabbè, c’è tanta
di quella gente da servire che farò bene a staccare il cervello per un po’.
…un attimo solo: cos’è che dicono gli Offspring dal juke-box?
<<Oh you don’t wanna change the world
like you say…>>
Beh, probabilmente hanno ragione loro, mi rendo conto che quella di
cambiare il mondo sia un’intenzione un po’ presuntuosa, mi rendo
conto che forse non è proprio per quello che ho deciso di andare a
Ovest.
Ora come ora, il mio massimo obiettivo è abbandonare questo posto per
il semplice motivo che ne ho le skatole piene di vivere in uno schifo
dove si ha la costante sensazione che non succeda mai unka dalla
mattina alla sera e dove contemporaneamente gli impicci si
moltiplicano stile pani & pesci.
E’ un po’ stressante, sapete.
Vabbè, intanto al bancone c’è una bella fila di persone da servire, prima
di pensare di cambiare il mondo.
Tra mance, scottature, quattro chiacchiere sparse e un paio di Camel
lights di sfuggita, si è fatto il tramonto. Dalla porta spalancata del
locale vedo un lembo di arancione che cala pesantemente sulla baia in
siesta e vedo anche la prima stellina temeraria. Tra un po’ l’ambiente si
svuoterà per la canonica ora di cena. Ma don’t worry…non è ancora
tempo. Sto friggendo una porzione di pomodori verdi e, mentre mi
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chiedo quante satana di calorie ci possano essere nascoste in questa
malefica salsa (per fortuna) già pronta che sto versando, credo di aver
visto entrare una faccia nota.
E’ Pidduz.
Non mi ha visto – o almeno così pare – perché si è messo a seguire una
partita di stecca, spalle al bancone, e mostra il fondoschiena che suo
malgrado non è niente di speciale.
Dicono che Pid' sia una serpe.
Dicono.
In effetti, io cosa posso controbattere? Stiamo pur sempre parlando di
uno che ha deciso di portarmi all’Ovest sull’unica base di una mezza
poesia scritta sul muro del bagno e che ha la faccia così tosta da venire
direttamente a casa mia a con una dichiarazione d’amore bella &
impacchettata, pur essendo fidanzato con uno spaventapasseri.
Forse, quelli che “dicono” non hanno tutti i torti. Forse. In fondo, il lato
di lui che conosco meglio è lo sguardo ingenuo con cui suo fratello mi
ha fatto diventare ebete in una sola notte. A pensarci bene
-Come? Hai detto che volevi il latte nel caffè? Scusa, non ti avevo
sentito. Eccolo. Dai, per farmi perdonare ti ci metto anche un paio di
biscotti, però sbrigati ché se il capo mi vede me li fa pagare-Ariel, sei troppo forte…ci mancherai-Io ho dei dubbiA pensarci bene, dicevo, quello che vedo ora non mi aiuta certo a
convincermi di più. C’è un bulletto abbastanza sfacciato e prepotente –
molto carino, per carità… – che gioca a biliardo per rimorchiare qualche
sgallettata del secondo anno, che gli gira intorno con squisite movenze
da pollame addestrato.
Lei ci starà, no doubt about it, mica è stupida. Là in mezzo, chi mi
sembra stupido è Pid’…ma per caso non sa che sono qui dietro a
squadrare proprio lui?!? ma per caso non si ricorda di avermi detto di
essere tutto ciò che vorrebbe dalla vita?!? (Beh, forse non ha detto
proprio così…ma insomma il succo era questo!)
E’ questo sostanzialmente che non sopporto in lui, crede di essere
onnipotente, ha manie di deificazione, pensa di poter fare qualsiasi cosa
– tanto gli altri sono tutti prostrati ai suoi piedi che aspettano, no?
Beh, non rimarrò certo inginocchiata ai suoi piedi insieme a tutto
l’(immaginario) gregge…
Io odio questo lato del carattere di Pid’
Ma è anche quello che amo di più
Io potrei anche finire vittima di quest’essere
La maggior parte delle cose che fa
Mi fanno imbestialire come un’ape
E mi fanno sbavare come una demente
Allo stesso tempo
In effetti, non so se sia il caso
-Mi dispiace, piccolo, i lecca-lecca sono finiti-Ma Ariel…sei sicura? Dai, ti prego…-
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-Aspetta. Scendo un attimo in magazzino a controllareE infatti ce n’è ancora una cassetta, che il capo ha dimenticato di
portare su. Beh, una rampa di scale ha fatto il sorriso di un bimbetto (7
anni, non di più)…certe volte, non mi dispiace essere buona…mooolto
in fondo.
-Eccolo qua, il tuo lecca-lecca! Fragola, mela o arancia?-Fragola. Ariel…-Dimmi, piccolo-Mi dispiace che te ne vai. Io ti volevo bene-Anche io, piccolo, davveroNon so se sia il caso, dicevo, di partire con lui. I due trascurabilissimi
particolari, che
1. mi piace non poco fisicamente e che
2. a livello satanico, possiede un potenziale attrattivo quasi più forte
di quello di Meck
hanno certo una loro influenza, ma c’è qualcosa che mi lascia ancora
perplessa. Questo è Il Mio Grande Volo e non so se lui sia la persona
più adatta. Voglio dire…un conto è l’impeto di trasgressione, un conto
la cruda realtà.
-Bambola, sono le sette e mezza, che fai? Gli straordinari?-Capo…sempre gentile! Si ricorda che questo è il mio ultimo turno?(Il capo è l’unica persona, oltre a Pid’ e Blueberry, a sapere la data della
mia partenza
…sapete com’è, no…vincoli professionali…)
-E perché pensi che io sia così felice, altrimenti???(Io lo so che scherza. Tutta scena, quest’uomo…)
-Ma si rende conto che tra poco non mi vedrà più?-Non è affatto vero…-COME SI PERMETTE?!?-…a meno che tu non rinunci al tuo ultimo stipendio, che io ti pagherò
solo l‘ultima sera che tu passerai qui -Ma capo…-Beh? E’ un modo come un altro per costringerti a venirmi a salutare!(Lo vedete che è tutta scena? Non mi sottovalutate quando dico che
Ariel ha sempre ragione.)
-Ma lei pensa davvero che io non trascorrerò l’ultima mia serata qua a
ubriacarmi di Dudemon fino all’alba, seduta a questo bancone-A dir la verità, avevo già messo in conto il fatto che offrirà la casa-Capo-Cosa-Io l’ho sempre saputo che lei mi vuole bene, sa?Non risponde. E come potrebbe? I burberi sono le persone più timide
e/o più adorabili sulla faccia della terra. Anche mio padre era così…o
almeno mi pare di ricordare.
Mi vado a levare il grembiule, è ora di andare a casa. C’è pur sempre
una coinquilina incinta, nella mia casetta. E soprattutto, c’è un segreto
che devo assolutamente scoprire riguardo alla stessa, nella mia casetta.
129
Forse perché so che è l’ultima volta che ci entro, ma questo sottoscala
che noi ci azzardiamo a chiamare Spogliatoio mi sembra veramente
piccolo e buio. Credo che il capo dovrebbe fare assolutamente dei lavori,
ma c’è una frase che risuona minacciosa nelle orecchie e mi fa sentire
un’idiota anche ad aver solo pensato una cosa del genere…
-Ariel, non sarai certo l’unica ad andarsene…
questo postaccio infame si svuoterà…
e se devo dar da bere ai vecchi rimbecilliti…
lo faccio tirare giù, il locale…Sto per piangere, gente, lo ammetto. Ma mi rendo conto che è
presto…manca ancora un po’ all’ora decisiva e non mi piace per niente
l’andazzo che ha preso la faccenda. Non sembra, ma sono molto
sensibile io, sapete???
Via, via…andiamo via di qui. E di corsa, anche. Credo sia il caso.
Faccio appena in tempo a riprendere dietro al bancone le sigarette e il
portafoglio (vuoto), che nella foga di uscire vado a catapultarmi contro
Pid’, appoggiato alla porta di ingresso. Neanche ci si fosse messo
intenzionalmente…
-Buonasera, principessa-…’ao-Sei di molte parole, vedo-No. Più che altro mi chiedevo dove fosse finito quel residuo di pantano
che ti portavi in giro prima-L’ochetta bionda, dici? Ah…una figurina come un’altra: devo averla
scambiata insieme a qualche altro doppione-Ma senti quello che dici? Eh, lo senti? Ma si può sapere che razza di
persona sei? Fai quasi schifo-E tu stai ridendo mentre lo dici, perciò deduco che sei un’amante del
genere-Sopprimiti dieci minuti per favore-Non ne ho la minima intenzione-Ah, volevo ben dire. E cosa avresti intenzione di fare, invece-Baciarti-Ma non pen…(Non devo starVI a spiegare perché improvvisamente
mi siano morte le parole in bocca, verooooo?)
Tra la stizza, lo sdegno, l’umiliazione e il godimento non è molto agevole
districarsi, pertanto preferisco sorvolare. Ma una bella sberla a ‘sto coso
non gliela leva nessuno, Vi pare??? Insomma, non che io non avessi
calcolato un ipotetico coinvolgimento sentimentale durante il viaggio
verso l’Ovest. Ma diosanto, siamo ancora qui!!!
Potrei provare a spiegarglielo, ma ho come il sospetto che questa
brillantissima mente di fine millennio per certe cose sia tarata.
-Ariel, passi da me, questa sera-Tu sei da arresto immediato-Ma dai, cosa ho detto di male. Una persona come te, poi…-
130
-Come me, in che senso? Guarda, essere immondo, che tu non mi
conosci per niente. Ci sono decisamente troppi fatti che (ancora) ti
sfuggono, riguardo a me, sai-E cosa ci potrà mai essere di tanto drammatico. Potrei sconvolgermi
solo se tu fossi ancora vergine, ma…Il mio sguardo inferocito e la teoria del “ki-tace-acconsente" riescono a
rendere realtà l’ennesimo assioma di saggezza infusa.
Ladies & Gentlemen, Pid’ è sconvolto.
E Vi dirò di più: ha anche un occhio nero.
Gliel’ho fatto io. Adesso.
Forse, avrebbe anche potuto risparmiarselo, ma quest’uomo dice in giro
in giro di avere un netta attitudine per il rischio. E dice anche che ciò
che vuole se lo prende.
Servito.
-Ariel, posso accompagnarti almeno a casa-Prego?!-Posso avere questo onore-Al massimo, puoi avere un bis-Un bacio non si rifiuta mai(In realtà, io mi riferivo ad un’altra sonora mazzata sullo zigomo
sinistro, ma il tizio qui presente pare avere una predisposizione al
misunderstanding. E gli riesce anche molto bene.
Meglio andare a casa prima di skadere nel compromettente.)
Ad ogni modo, non è spiacevole passeggiare lungo la spiaggia
abbracciata a lui, con questa leggera brezza e il sole che tramonta e mi
ferisce gli occhi. Certo, i sentimenti continuano a essere
contrastanti…però credo che intanto farò finta di niente. Poi si vedrà.
-Allora ti aspetto da me stasera, Ariel-Non esserne così sicuro-E perchè no? Io sono l’uomo della tua vita-Spiacente, di questo non sono ancora stata informata. E pertanto, ora
sei solo un esaltato un po’ troppo strafottente…per quanto decisamente allettante.
…quasi quanto tuo fratello.
-Mi piacciono le sfide difficili-E a me piacciono quei poveri pazzi che si credono in grado di
dominarmi. Ho tradito tutti quelli con cui sono stata, non vedo perché
tu dovresti fare eccezione alla regola-Perché sono l’uomo della tua vita-Odio rilevarlo, ma è qui che il tuo ferreo teorema ha una pecca-Vedremo se è vero(…)
-Ariel, quando ti bacio i tuoi occhi brillano. Io ho capito quanto sei
meravigliosa-
131
-No, tu hai solo capito quali sono le debolezze sulle quali fregarmi. Sei
un dritto, Pid’. Ma non credere che questo ti basti-
132
= Cinque =
Come spesso ultimamente, non ci capisco più nulla. E ora come ora, a
poco (forse un po’ troppo poco) tempo dalla mia partenza, non è bene.
Ho visto sgretolarsi definitivamente nel giro di pochi minuti i miei amati
e fondamentali Ten Thousand Spoons. Ho visto la mia coinquilina
passare dalla disperazione più nera a un sorriso furbetto che non
prometteva niente di buono, e ancora ne ignoro la causa. Ho visto per la
prima volta sotto una luce stranissima Juppy, uno che fino a poche ore
fa distinguevo a malapena dal resto della folla – e mi sono quasi
spaventata di me stessa. Ho visto uno che mi infastidisce fino alla
morte baciarmi, baciarmi e ancora baciarmi.
E domenica è sempre più vicina.
E io me ne voglio andare. Ma soprattutto vorrei essere felice e comincio
a pensare che non basti partire su una dekappottabile di seconda mano
con un perfetto sconosciuto
(che tra l’altro ormai tale non è più).
…e mi costerà fatica lasciare la mia casa. E’ così bella. Voglio dire,
vedendola Voi non sareste granché d’accordo, ma questa casa è stata la
mia salvezza, è stato il Mio Passaporto Per La Libertà, è stato il regalo
più bello che mi potesse essere mai fatto. E ho cercato di farne il miglior
uso possibile.
…mi permetto una piccola digressione –
o così almeno la chiamano…
Il giorno in cui morì mia madre, e VI garantisco che mio padre se ne era
già andato da un pezzo, venni presa da una dose di gaudio…di tripudio,
diciamo pure…talmente spropositato, che in un primo momento non ho
potuto valutare esattamente la situazione. Insomma, il pensiero che la
mia primaria fonte di dolore, umiliazione, rabbia, sberle nonché
squilibrio mentale finalmente era sparita
inesistente, deceduta, defunta, morta
mi aveva resa così libera, leggera, felice, che per qualche istante avevo
di vista la mia condizione esistenziale.
Sì, insomma…qualcosa che suonava tipo
sono un’orfana effettiva ora …non ho una casa… devo trovare un modo
per campare.
Folleggiai impunemente per qualche giorno, in un solitario afterhour
iniziato circa venti minuti dopo il funerale e terminato solo ad
esaurimento scorte (di birra, patatine fritte, marijuana, hashish &
cartine).
Fino a che.
Fino a che.
…fino a che mi venne un atroce sospetto: come avrei fatto a trovare i
soldi anche semplicemente per il prossimo, stupidissimo pacchetto di
Camel lights – ora che mia madre non poteva più (…cause di forza
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maggiore…) ricevere in casa tutti quegli omaccioni scalcianti dai quali
io traevo il mio sostentamento economico?
E da lì, grazie a una serie di sinestesie psichedeliche da trip verde fluo,
fuxia e giallo acido, iniziai ad avere delle inquietanti quanto realistiche
visioni della sottoscritta che viveva sotto i ponti, che elemosinava
davanti alla scuola o che cantava giù in centro per i passanti con
davanti un cappello pieno di monetine di skarso valore, fino a quando il
sonno non ebbe la meglio sul delirio allucinogeno.
Mi pare di ricordare che la original motion picture soundtrack, qualcosa
di molto inglese, molto beat e mooolto psichedelico, facesse più o meno
…picture yourself in a boat on a river
with tangerine trees and marmalade skies
somebody calls you
you answer quite slowly
a girl with kaleidoscope eyes…
Al risveglio, in un background a dir poco pietoso, prendere una
decisione mi parve doveroso; se non altro nei confronti di un mio
ipotetico straccio di futuro.
La prima (non tanto brillante, forse) idea che mi venne fu di andare a
casa di Jew-Lee-N. Non per una ragione ben precisa, ma semplicemente
per il fatto che quella famiglia era l’unica ad essere rimasta accanto alla
nostra (sebbene da tempo noi non fossimo più una famiglia). E
soprattutto perché là tutti mi conoscevano anche troppo bene e non si
sarebbero minimamente spaventati, vedendo come ero ridotta dopo un
Seduta-Non-Stop-In-Solitaria di circa trentasei ore. Loro avrebbero
capito perfettamente che la mia reazione non era di dolore, ma di
gioia…e non avrebbero fatto una piega.
Passai lì una settimana a non fare pratikamente nulla: dormivo,
mangiavo; talvolta scrivevo se mi veniva in mente qualcosa che
reputavo degno di essere buttato giù. E fu allora che per la prima volta
En mi portò con sé nel mondo underground dei graffiti, mi ci lasciò
sprofondare fino al collo e da quel momento scoprii che non ne avrei
potuto più fare a meno (e anche che sapevo disegnare daddìo).
Io avevo 12 anni, En 18.
Tornai a scuola, sempre con lo stesso atteggiamento nichilista da postbambina strafottente, e accettai quel tipo di vita per qualche mese. Poi
arrivò il giorno dei miei 13 anni e stabilii che non si poteva più fare.
Dovevo trovare una casa, un lavoro, far finta di continuare a studiare
(giusto perché ormai avevo iniziato e mi sembrava brutto non finire).
Dovevo crescere, insomma.
Lo dissi a En e gli dissi anche che mi doveva aiutare. In effetti, per
qualche breve istante avevo accarezzato l’idea di fare tutto da sola, ma
poi ero stata folgorata dalla considerazione che di solito TUTTE
QUELLE COSE la gente normale fa a circa 25, 26 anni con una laurea
o roba del genere appesa al muro e con una famiglia dietro le spalle.
All’incirca andò così.
-Ariel, ti ho mai parlato di Blueberry-
134
-Non credo. Chi è-E’ una ragazza che ho conosciuto d’estate, in vacanza(Lui ci andava, in vacanza…ogni tanto)
-Mi ha detto che ha intenzione di trasferirsi qui, per studiare nel nostro
istituto. I suoi genitori non sono molto d’accordo, ma le hanno trovato
comunque una casa non lontana dalla baia. C’è l’affitto pagato per sei
mesi, fino a quando lei non troverà un lavoro per mantenersi. Mi ha
chiesto se conosco qualcuno che sia disposto a coabitare per dividere le
spese-Fino alla coabitazione ci posso anche stare, è il dividere le spese che mi
comporta qualche problema-Dovrai trovarti un lavoro, ma quello credevo fosse ormai assodato,
viste le tue intenzioni-Ovvio, ma non ce l’ho qui su due piedi. Dal momento che non ho
ancora iniziato a cercarlo, reputo un po’ complicato che lui arrivi felice
e contento da me, saltellando su un piede solo-Hai anche ragione. Andiamo a pensarci su davanti ad un bella birra(Devo specificare che non so bene quando iniziai a bere e a fumare, ma
quello è il periodo a partire dal quale me lo ricordo con certezza.)
Andammo giù alla baia, al locale, che una volta non era così trendy
come è adesso: all’epoca faceva molto ma mooolto più decadente. Mi
pare di ricordare che dal juke-box venisse fuori “Twenty century boy”
dei T-Rex e che in mano avessi una mezza di Guinness. Fumavo
Marlboro Lights, allora: ancora non mi ero resa conto del loro
potenziale inflazionistico. Eppoi, le Camel non costavano ancora di
meno…
Non c’era molta gente al Locale, quel giorno, e come sempre in questi
casi, il capo (che of course per me ancora tale non era) si era messo a
parlare con qualcuno – En, nel frangente –abbuffandosi di pistacchi.
Politica, sport, economia, attualità. E difatti
-Mi sono reso conto che gli affari vanno piuttosto bene. Molto meglio,
ultimamente-In effetti, da un po’ di tempo c’è un bel caos qua dentro-Credo di aver bisogno di un aiuto, ma non ho voglia di mettere un
annuncio…non sai mai quello che ti può arrivareFu allora che vidi la mia vita svoltare a destra, a quel clamoroso e
gigantesco bivio dove da diversi mesi ero ferma, in attesa di ispirazione.
-Beh - abbozzò En - potrebbe prendere Ariel: sta cercando lavoro-Ma è ancora una bambina-Non le devo stare a spiegare (come se lei non li conoscesse benissimo)
tutta quella serie di motivi per cui non mi posso permettere più di
essere ancora una bambina, veroCredo di poter tranquillamente affermare che quelle parole mi fecero da
referenza più di mille pacchi di raccomandazioni. Fui la prima di una
lunga stirpe di cameriere part-time: stabilimmo orari compatibili con la
scuola, giusto per levarci dalla coscienza un improbabile arrivo degli
135
assistenti sociali, e concertammo uno stipendio che mi consentisse di
pagare la mia quota di affitto.
Nel frattempo, questa fantomatica amica di En ci fece sapere che aveva
trovato un lavoro come insegnante di danza funky e che sarebbe
arrivata in poco tempo.
L’esperimento riuscì con successo. Sin dal primo momento in cui vidi
Blueberry ferma sulla porta di casa, tutta sudata con valigie, pacchi,
scatoloni e quell’orribile bandana rosso in testa, capii che tutto sarebbe
andato liscio: eravamo perfette l’una per l’altra, compatibili,
complementari e i suoi due anni in più (che in quel momento
equivalevano a 15) avrebbero colmato le lacune lasciate dal mio skarso
quoziente di igiene mentale.
Da lì in poi, il resto è storia; che si svolse tutta tra le quattro mura di
questa vecchia casa vicino alla baia
…e qui finisce la piccola digressione o così almeno la chiamano…
Non è certo un palazzo imperiale: è una villetta a un piano, con un
giardino – di sicuro poco curato, ma c’è un’amaca – con un porta
principale tutta verniciata di verde e una porta del retro che dà verso il
villaggio. Lo steccato è tutto sgangherato, ma è pieno dei miei graffiti.
Eppoi abbiamo una cucina abbastanza grande e il salotto è sempre
stato un ottimo contenitore per i nostri mitici festini. E c’è tanta luce, e
non fa mai troppo freddo o troppo caldo e ci si vive bene. Forse perché
l’abbiamo tirata su tutta da sole, noi due, con le nostre forze; e
sinceramente ce ne freghiamo se è sempre sporca (tranne quando
dobbiamo organizzare i nostri mitici festini, perché un party è sempre
un party, no doubt about it), se l’intonaco in bagno gronda umidità da
far paura, se la finestra del salotto ha le persiane spezzate, se non c’è
neppure una pianta.
Perché questa è la casa di Ari & Blu’, perché la gente ci è sempre
venuta con piacere, perché il nostro gatto non si è mai lamentato (fino
al giorno in cui è scappato…), per tutta una serie di motivi che forse
Voi proprio non riuscirete mai a capire.
E tra parentesi, io adoro dividerla con quella persona meravigliosa che
abita con me. Proprio quella Blueberry che ora vedo seduta sui gradini
della porta con una sigaretta tra le dita di una mano e una tazza di
tisana nell’altra.
La puzza dell’infuso si sente da qui…
Sorride, lo vedo, ma questo mi inquieta: cinque ore fa piangeva, c’è
qualcosa che non quadra e io odio quando è così. La esaltante relazione
della mia ultima mezz’ora trascorsa con Pidduz (che intendevo farle) può
aspettare.
-Ciao-Ciao-Cos’è quella faccia, Ari-Parliamo piuttosto della tua-
136
-Ariel, tu sei furente…-Io direi-…e con me-che potrei diventarlo se quello che devi dirmi non mi piacerà-Vuoi sapere di Giagaàr-Se c’entra con quello che mi nascondi, anche-Sì. In effetti, non vedo perché devo continuare ad aspettare. Varie
ipotesi sulla tua reazione mi frenano un po’, ma in fondo tu sei la prima
e anche l’unica persona che deve saperlo-Sentiamo. Sono proprio curiosa-Vado all’Ovest. Con lui-Datti fuoco-E certo! Ero sicura che mi avresti risposto così. Santoddìo Ariel, me la
prendo anche la sfuriata, da te questo ed altro, ma devi solo dirmi cosa
la giustifica…visto che fino a qualche giorno fa eri tu a spingermi ad
andarmene, ad ogni costo-Ma tu sei una pazza patentata, sei da internare! Sei incinta, hai
appena finito di combattere con un delinquente, a malapena riesci a
capire come ti chiami e d’improvviso parti con uno che hai conosciuto
ieri sera per puro caso. Ma chi è? Ma che vuole? E si rende conto di
quello che tu hai bisogno? E hai pensato a tutto quello che succederà
dopo, una volta lì? E se poi ti molla? E se succede qualcosa a
quell’aggeggio che hai dentro la pancia? Dimmelo, ci hai pensato?-Nonononono scusa un attimo: TU (e sottolineo il TU) puoi
tranquillamente mollarmi qui da sola, incinta e zitella, per andartene
con uno sbruffone di cui l’unico elemento certo è la bellezza di suo
fratello. TU (e sottolineo il TU) puoi andare a fare la vagabonda in giro
per il continente, a fumare marijuana e a scrivere poesie con
voluttuosità decadente e tanto piacere di quello che succede a me. TU (e
sottolineo il TU) puoi saltellare da un ragazzo all’altro, sparire per
nottate intere e sentirti anche autorizzata a farlo perché tanto tu sei la
sbandata della situazione.
E io?-Io sono orfana. TU (e sottolineo il TU) sei incinta-Sì. Ma non posso mica suicidarmi per questo. Ho trovato qualcuno che
mi può aiutare e non ho intenzione di mollare adesso. Tu pensa a te,
che a me ci posso stare attenta anche da sola-As you like itScusatemi, ma non ho parole. Certo, magari questo rappresenta un
problema perché si presume che il libro debba essere scritto da me, ma
certe cose hanno il potere di sconcertarmi.
Ma mi dico, mi avete sentito parlare?
Satana, sembravo mia madre – o qualcosa di molto simile, in ogni caso.
E il peggio è che io so anche il motivo per cui l’ho fatto.
Sono gelosa.
137
Anzi, sono invidiosa prima & gelosa poi. Blueberry ha trovato il modo di
partire per conto suo e io non c’ero. Io non ero presente, lei ha deciso
senza di me e io non l’ho accettato. Il mio egocentrismo non ha limiti.
La mia rabbia riesce a sopraffare la mia felicità. Che schifo.
Complimenti, sto diventando proprio una bella persona.
Probabilmente, Blu’ ha compreso il meccanismo che mi è scattato nel
cervello ed è anche disposta ad accettarlo. Ma adesso è ancora troppo
presto perché io riesca a mettere da parte il mio orgoglio e a chiedere
scusa. Sento il bisogno di andarmene e dare sfogo a tutta la mia
codardia. Prendo una lattina di coca dal frigo, mi accendo una Camel
con il fornello a gas ed esco dalla porta del retro.
Non starò via molto e Blueberry lo sa.
Inizio a camminare lentamente verso il villaggio, verso il drugstore,
verso l’imbocco della statale che porta all’Ovest. C’è gente, in giro,
macchine, moto, autoradio che trasudano libertà e mi viene da pensare
che tra poco anche io mi calerò in quel flusso di energia che fuoriesce.
Ma ne sono davvero sicura?
Sarà davvero la via di salvezza
che da qualche tempo vado cercando?
E sarà davvero il compagno giusto quello che ho scelto, condannando a
morte chiunque altro mi sia stato accanto praticamente fino a mezz'ora
fa? Ho paura – e questo non l’avevo messo in programma. Ho paura di
sbagliare, ho paura di perdere, ho paura di soffrire.
Soprattutto adesso che sto vedendo una quattro sportelli di un blu
particolarmente intenso, carica di borse e di chitarre, con un autoradio
che ammicca violentemente “Should I stay or should I go” dei Clash e
che dentro di sé ospita Meck e Fb.
Se ne stanno andando. Adesso.
E si porteranno via tutto il loro odio nei miei confronti. D'ora in poi,
potrei non rivederli mai più; e l’unica certezza sarebbe che nessuno di
loro mi avrà mai perdonato.
Si sono fermati sul piazzale della rotonda. A cinquecento metri da loro
c’è lo svincolo che li porterà via da qui - direzione l’Ovest, l’unico posto
dove non sarebbero mai voluti andare, l’unico posto in cui non
avrebbero mai voluto farmi andare, l’unico posto che li sta trascinando
fuori da qui.
Mi hanno visto e penso che intuiscano la mia indecisione: vorrei
corrergli incontro e salutarli con tutte le dovute lacrime dell’occasione,
ma non ce la faccio.
Per quanto io sappia di essere merce di rifiuto, visto come mi sono
comportata con entrambi, ma soprattutto con Fb, non riesco a
dimenticare il dolore che mi hanno recato con i loro pregiudizi
orgogliosi, le loro prese di posizione, le loro manie di assolutismo
sentimentale.
Hanno aperto gli sportelli, sono usciti dalla macchina, ma non si sono
mossi. Mi accorgo che ho iniziato a camminare, nonostante le mie
originarie intenzioni, e li vedo sempre più vicini.
138
-Noi ce ne andiamo, Ariel-E questa è l’ennesima violenza che non vi potrò mai perdonare-Che ce ne andiamo senza di te?!?-No. Che ve ne andiate prima di me. Dopo tutto quello che avete sempre
vomitato contro le mie presunte turbe occidental-mentali. Tutto qua-Anche per noi c’è qualcosa che non ti potremo mai far perdonare-Sentiamo-Ci costringi ad andarcene per non vederti più. Ci hai ferito, deluso,
tradito. E il guaio è che tu non hai neppure una minima idea di quanto
ti potrebbe essere letale quel teppista di Pidduz-Voi…-Sì, è vero. Non sta a noi dare certi giudizi. Ma c’è stato un tempo in cui
noi credevamo in te e ci è rimasto ancora qualche residuo della vecchia
fiducia. Stai attenta a non soffrire troppo, Ariel: a tutto c’è un limite,
anche a ciò che si può sopportareQuesta frase è tutto ciò che il mio EX ragazzo e il mio EX migliore
amico mi hanno lasciato.
La macchina fa una leggera sgommata e prende lo svincolo, proprio da
quella ironica parte che minacciosamente intima “Ovest”.
Se ne sono andati.
Ci sono stati momenti nella mia vita, breve ok ma pur sempre vita, in
cui avrei avuto tutto il diritto di sentirmi abbandonata, in cui avrei
avuto le carte in regola per sentirmi sconfitta, sperduta, disperata, in
cui sarebbe stato logico accasciarsi in terra e piangere…in cui avrei
dovuto arrendermi, alzare la mano e invocare soccorso.
E non l’ho mai fatto.
MAI, MAI, MAI nel corso della mia storia ho avuto la debolezza, o anche
il coraggio fate vobis, di ammettere la quantità improponibile di sterco,
che alle volte mi sfiorava il collo e che sembrava aumentare attimo dopo
attimo.
MAI, MAI, MAI in tutto questo tempo ho pensato di chinare il capo, di
mormorare tra i denti “e va bene, avete vinto Voi…venitemi a prendere”,
di dichiarare la mia incapacità di proseguire, la mia debolezza.
MAI alzato bandiera bianca, io.
Col tempo, ho maturato l'idea che un addestramento come i miei primi
16 anni e mezzo di vita mi avesse reso invincibile. Non Highlander,
magari, ma Full metal jacket probabilmente sì.
SCOPRO ORA DI AVER PRESO UNA SIGNORA TOPPA.
Pensavo di aver trovato la chiave all’invulnerabilità, pensavo di poter
sopportare qualsiasi santocielo di accidente. In realtà, non ho mai
capito che poter sopportare qualsiasi santocielo di accidente non vuol
certo dire riuscire a sopportare sempre tutto, ininterrottamente e a
skadenza indeterminata.
Arriva un maledetto giorno in cui le tue facoltà si esauriscono e tu
139
crolli.
Bene. Quel giorno è oggi.
E sento che sto per avere dei Seri Problemi.
Non so minimamente che ora sia, se & quanti soldi io abbia in tasca,
non sono neppure sicura se mi siano rimaste sigarette o meno. Di
norma, in questi casi filo di corsa da En a chiedergli se ha voglia di
condividere dieci minuti di maria con me
(…già, ma se n'è andato),
altrimenti vado a rompere le scatole a Meck che tenta di studiare con
poco entusiasmo e skarsi risultati
(…già, ma se n'è andato),
oppure vado a chiedere a Fb se mi suona qualcosa con la sua
bellissima chitarra acustica nuova di zecca così mi rilasso con la testa
contro le sue gambe lunghe lunghe
(…già, ma se n'è andato),
o ancora vado a vedere se Blu’ è a casa ha voglia di farsi due
chiacchiere e magari anche un bel tè aromatico con due biscottini
(…già ma vedete bene che stavolta
non è proprio possibile).
Quando ancora non ero sicura che questa situazione si sarebbe
verificata avrei detto che
“MA MAGARI SPARISSERO TUTTI,
MA MAGARI RIMANESSI DA SOLA,
SAREBBE LA MIA GRANDE OCCASIONE PER DIMOSTRARE
A TUTTI
QUANTO IO NON ABBIA BISOGNO DI NESSUNO.
UCCIDETEVI, PLEASE.”
E invece ora che mi ci trovo dentro con tutte le scarpe (anfibi azzurri,
per la cronaca), c’è solo un pensiero che mi sale spontaneo alla mente
“MA DOVE ACCIDENTI SIETE
TUTTI QUANTI,
ERAVAMO QUALCOSA DI INSCINDIBILE
E ORA SONO RIMASTA DA SOLA…
…FORSE ME LO MERITO,
MA NON DOVEVA FINIRE
COSI’.”
…Ironie della sorte…
Non riesco a governare i miei passi, non controllo la mia volontà, non
capisco più nulla. Il mio cervello si sta disconnettendo. Spero di non
finire troppo male.
Buio. Sensazione di stordimento. Gelatina che si addensa dietro ai
timpani, fra le pareti del setto nasale, sopra l’osso occipitale. Perdita di
equilibrio, delirio, vuoto proprio al centro dello stomaco. Troppa luce,
difficoltà a proseguire, brividi dietro la schiena, sospetto di paralisi della
gamba sinistra. Il fumo sedimentato nei polmoni decide di ribellarsi
140
proprio ora sotto forma di una tosse dolorosa e irrefrenabile.
Sensazione di nausea mal repressa. Vomito? So di sapere che sto
camminando, ma so di non sapere in quale direzione. So anche che
questo non è il mio problema principale.
<< …I don’t need anyone
but a little love
would make things better…>>
Questo è il primo impulso esterno che riesco a percepire dopo chissà
quanto tempo. Sono le prime parole che riesco a skannerizzare nel mio
cervello, riconosco la voce di Damon Albarn che me le canta proprio in
un orecchio, capisco addirittura che potrebbero essere un messaggio
subliminale da parte del Destino. Ok, se sono riuscita a fare tutto ciò
sono già a buon punto. Tanto vale proseguire. Mi rendo conto che sono
arrivata sino al locale, giù alla baia, e che devo aver avuto (tipo) una
crisi ipoglicemica.
Mi dice il capo che sono entrata lì da sola, ma in stato fortemente
confusionale, in trance quasi. Tutto quello che è riuscito a fare è stato
sdraiarmi su una delle panche e coprirmi. Non è riuscito neppure a
darmi qualcosa da bere perché sono crollata subito dopo. Dice che mi
aveva quasi presa per svenuta, ma in realtà poi si vedeva bene che
dormivo e a quel punto ha smesso di preoccuparsi. Dice che in fin dei
conti non sono né debole e neppure tanto skassaskatole, a dispetto di
quello che sembro. Però mi fa notare che sono pratikamente le dieci di
sera, che sicuramente io non avrò cenato, che Blueberry sarà in
pensiero (questo sicuramente no, gli garantisco io), che forse è il caso
che io mi lavi almeno la faccia.
La mia reazione non è esattamente così immediata come vorrebbe lui,
ma ci accontentiamo. L’unico rimpianto è che un malessere tale non è
stato dato da stupefacente alcuno ma solo da un fortissimo dolore
spirituale.
Oltre al danno, anche la beffa.
Però, è giunto il momento di riprendere in mano la mia vita. Anche
perché, intorno a me c’è un po' di confusione, vedo facce interessanti,
sento musica akkattivante eppoi questa è una delle ultime sere che
trascorro qui al locale e non voglio certo ucciderla sul nascere. Tanto
più che ormai non ho nulla di cui preoccuparmi: non c’è rimasto
nessuno in città, e Blueberry sarà troppo indaffarata a preparare le
valigie per accorgersi della mia mancanza.
E allora, come sempre, vivere vivere vivere
Basta fare il punto e poi vivere vivere vivere
Non devo lavorare, stasera, e posso permettermi di contemplare il locale
da Questa Parte del Bancone. Posso accendere in pieno relax (anche se
con tutte le sfumature del caso) la prima Camel Medium di una lunga
serie, posso ordinare – e pagare e mangiare – un piatto d'insalata di
tonno con patatine e una piccola chiara con l’aria di chi la sa lunga e
sghignazza alle spalle della cameriera di turno, posso dare un’occhiata
in giro e vedere chi è rimasto da queste parti, giusto così per scambiare
141
quattro chiacchiere e magari un bacio ed evitare la fine dell’alcolizzata
solitaria e dimenticata su un bancone di provincia.
Non c’è molto movimento, a quanto vedo: molti se ne sono andati e
parecchi passano a salutare, giusto un attimo prima di mettere in moto
e svoltare – direzione Ovest. Vedo entrare e uscire facce note che forse
non rivedrò mai più. Sbircio lacrime e commozione, precoce nostalgia, e
ghigni rabbiosi di chi manda al diavolo il resto, con la certezza di un
biglietto di viaggio nella tasca. Cerco di fissare nella memoria abbracci
che hanno il valore profondo di ciò che si percepisce come definitivo e
rivolgo un sorriso a tutti coloro che me lo chiedono. E’ difficile partire,
quando sai che potrebbe essere per sempre, ed è sempre apprezzato un
gesto amichevole. Ne vorrei uno anche per me, domenica notte, a
mezzanotte…
Oltre la porta a vetri vedo fermarsi la giardinetta scura di “Hard” Gore Promutyze accanto a lui e la sua bionda, svitata compagna dietro. Si
fermano, scendono dalla macchina senza far crollare il precario castello
di sacche e bagagli; fanno per entrare, ma lei scoppia a piangere. Non ce
la faccio, sembra che dica, e corre di nuovo in macchina; Andiamo Al, ti
prego, sembra che dica, e li costringe a venire via. La giardinetta riparte
e tutto quello che rimane è un saluto che Gore e Promuz mi hanno
accennato con le mani incerte e un foulard a strisce colorate che la
poverina ha lasciato cadere nella foga.
La paura dell’ignoto è una brutta bestia.
E altri tre miei (sedicenti) amici
se ne sono andati.
“Save your generation” dei Jaw Breaker mi sta suscitando dei pensieri
troppo apocalittici e anche un po’ di mal d’orecchie perché il volume è
molto alto e io non mi sono ancora ripresa da tutto quello da cui mi
devo riprendere. E’ meglio interrompere subito: pensieri & canzone. E
allora è tutto un attimo; restituire piatti e bicchiere al bancone,
accendere con leggerezza una nuova Camel Medium, scrollare indietro i
capelli con la speranza che cada giù anche qualche ombra cerebrale e
avvicinarsi al juke-box con pochi spiccioli in mano.
Voglio qualcosa di vecchio, qualcosa di solare, di psichedelico anche.
Voglio qualcosa che mi dia speranza, che mi indichi la via.
La scelta cade su “Somebody to love”, quella dei Jefferson Airplane.
La monetina cade nell’apposita fessura.
Il mio sguardo cade su un paio d'occhi neri e pensosi. Ragazzi, Dick è
tornato al locale (con la elle minuscola, stavolta).
Sembrerebbe che il Destino mi voglia comunicare qualcosa.
Sembrerebbe che questa non sia proprio una pura e semplice casualità.
Sembrerebbe il caso di rifletterci su per qualche minuto.
Converrete con me, però, che queste circostanze siano tutt’altro che
nella quotidiana amministrazione e che in una giornata come oggi la
disperazione e il senso di disfacimento interiore sono tali da annullare
ogni tipo di elucubrazione senti-mentale. Andrò da lui e anche subito,
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perché troppo è il bisogno di aggrapparsi a qualcuno. Per un breve
attimo vengo sfiorata dal pensiero di dove possano essere adesso
Blueberry, Juppy, Pidduz…ma l’ho detto, è solo un breve attimo. E’ più
importante dare ascolto a me stessa (quella vera), per una volta.
-Capo, mi fa' un sidro per favore-Parti all’attacco, Ariel-Io ho solo chiesto un sidro-Tu non chiedi MAI, e ripeto MAI, un sidro se non in occasioni speciali-Non è detto che questa non lo sia, ma non è detto neppure che io
debba necessariamente partire all’attacco ogni volta che si verifica
un’occasione speciale-Touchè-Bravo, capo: un sidro e stop. GrazieAttraverso lentamente la sala e cerco di capire cosa stia facendo Dick
assorto su quella pila di fogli. In realtà, so che mi dispiace da morire
interromperlo perché è così bello e delicato con quello sguardo sperduto
fra le pagine e le mani che distrattamente, di tanto in tanto, pescano un
pistacchio dalla ciotola di legno. E’ come se fosse scivolato di soppiatto
via dalla tela di un pittore di tanti e tanti anni fa; forse è suggestione,
forse solo una mia debolezza momentanea, ma la sua immagine nei
miei occhi è un’espressione pura, mi emoziona. Se potessi sedermi
accanto a lui e parlargli in silenzio, senza alterare la natura di
quest’attimo, lo farei. Ma purtroppo io sono destinata ad altre forme
d’arte. E posso al massimo limitarmi a distruggere ciò che forse solo la
mia mente sta vedendo.
-Ciao, Dick. Ti ricordi di me-E come non potrei…anzi mi chiedevo come mai non ci eravamo ancora
salutati-Stavi leggendo, ho pensato non mi avessi visto-Vuoi sederti-Ti ringrazio. Stavi studiando-Sì, ma senza troppa voglia. E’ anche normale, dal momento che mi
trovo in un locale in riva al mare in cui la gente non fa altro che partire,
salutare, piangere e affini-Ti capisco. E’ stata una giornata dura qui, oggi-Anche per te, Ariel-Anche per me-Allora, hai deciso quando te ne andrai-Di me sai già. E tu, ti sei deciso-Beh, siccome Giagaàr non mi ha lasciato molta scelta, penso proprio
che rimarrò qui. Ho una macchina, ho le mie tele e i miei colori, ma non
ho nessuno con cui partire-Non ci credo…non una persona come te-Beh, c’è qualcuno con cui io vorrei partire, ma non credo che questo
qualcuno accetterebbe-Magari tu non glielo hai neppure chiesto-Uhm…e comunque c’è il giornale del campus universitario, non posso
143
lasciare tutto a metà-Davvero scrivi su quella meraviglia? Non me lo avevi detto…sai, l’ho
letto spesso, me lo portava un mio amico che da qualche giorno non è
più qui-Scrivo per la rubrica di arti figurative. Beh, talvolta pubblico anche i
miei disegni, non so se li hai mai visti-Che tipo di dis…hey, aspetta!!! Non sarai mica tu QUEL Dick lì…quello
di quegli incredibili schizzi astratti, con quei colori pazzeschi, onirici
quasi-Già, sono io. Ma credo che tu stia esagerando un po’, Ariel(Tra parentesi,
non vorrei che Voi pensaste
che la mia sia tutta una pantomima.
Io ho letto davvero
quel giornale,
anche se non ne ricordo più il nome
VI giuro che me lo porta En
ogni volta che va all’università.
E soprattutto
io adoro davvero quei disegni)
-No, io non sto affatto esagerando. Ma credo che importi poco-Lascia perdere-Dick-Dimmi-Hai mai fatto un graffito-Sì, ho ancora le bombolette a casa. Era qualcosa di insolito, nel senso
che era rifinito a pennelli, ma credo proprio fosse un graffito-E dove l’avresti fatto-C’è un grande muro, dietro al mio appartamento, giù al campus. E
credo ci sia ancora spazio…-E’ un invito?!-E’ un invito-Pronta anche subito. Prendo la mia roba e andiamo-Sarà un piacereHo la sgradevolissima impressione che ciò che è appena accaduto
potrebbe dolorosamente evaporare da un momento all’altro e lasciarmi
con delle conseguenze irreparabili. Non stiamo parlando della notte
sotto le stelle con Occhi Verdi, e neppure delle fulminee, insolenti
spavalderie di suo fratello Pid’, e neanche delle perversioni sataniche
studiate a tavolino con Meck. No, quello che si sta agitando
violentemente nel mio profondo, adesso è qualcosa di nettamente
diverso, a suo modo unico.
E se fate lo sforzo di ricordare che Ariel non si innamora perché
sprovvista delle facoltà richieste, questo è un risultato impressionante,
anzi no: preoccupante.
Dick possiede qualcosa di naturale, di puro, di panico e di serafico al
tempo stesso: mi rapisce. Non sono ancora in grado di definire l’entità e
144
la qualità del mio turbamento, non riesco ancora a capire se-e-quanto
questa faccenda potrebbe deviare ulteriormente la mia esistenza (nelle
prossime ore, intendo…), ma è chiaro che ci sia qualcosa di imponente
in tutto questo. Eppoi lui ha un sorriso dalle potenzialità illimitate.
Ho paura.
Voglio dire, c’è la superstrada che porta giù in città, totalmente deserta
(e non è nemmeno mezzanotte), c’è un plenilunio che fa spavento, e c’è
lo stereo di questa dekappottabile (…sì, è dekappottabile anche
questa…) che urla “We Gotta Get Out of This Place” degli Animals. C’è
un graffito tutto da fare che ci attende a circa un quarto d’ora da qui, e
ci potrebbe essere ancora molto da scoprire, dietro il prossimo svincolo.
Momentaneamente non ho la necessità di preoccuparmi di cosa
potrebbe essere, vorrei solo assaporare questa sensazione di quiete
interiore, cantare sotto voce una canzone che conosco a memoria, e
guardare di tanto in tanto questa figura (per una volta) rassicurante
accanto a me.
-Ariel, sai già esattamente quando partirai-Sì, ma non so più quanto importi-Chiedere è lecito, rispondere è cortesia. E, tra parentesi, ti risulta che
si chieda qualcosa che non importi-Volevo dire…non so quanto importi a me-Non mi avevi dato questa idea, l’altra sera-Lascia perdere. Dovrei spiegarti troppe faccende-E non le voglio sapere, non preoccuparti. Mi hai solo spaventato; per
un attimo-Dick, posso farti una domanda-Sicuro-Se tu avessi una persona con cui partire, lo faresti-Te l’ho detto…è tutto ciò che mi manca-E se improvvisamente tu trovassi questa persona, le chiederesti di
partire con te? Voglio dire…anche se fosse una persona totalmente
estranea-Se fossi una persona con un briciolo di coraggio in più, probabilmente
l’avrei già chiesto. E a qualcuno che se lo merita parecchio, a quello che
so(A questo punto,
potrebbe iniziare la turba mentale del secolo,
ma che dico del secolo,
del MILLENNIO,
ed è un bene
che questa serie di villette a schiera di fronte a noi
sia esattamente la nostra destinazione.
No?)
-E questa è casa mia. Pardon, mia e di Giagaàr. Entra un attimo.
Dammi solo il tempo di cambiarmi e di prendere le bombolette. Prendi
pure qualcosa dal frigo se ti va, intantoLui entra nella prima stanza a sinistra, io rubo un budino alla soia
145
(bleah) e mi accendo una Camel. Sento la sua voce, è una sensazione
piacevole, mi sento in un ambiente familiare e arriverei quasi a dire che
la cosa non mi stupisce, ma mi accontento di esserne felice.
-Sai che è strana, casa tua-Strana? Disordinata, sporca forse…-No, no: è proprio strana. Voglio dire, almeno per me che abito lungo
una highway, in una delle ultima case prima della baia, delle villette a
schiera risultano strane. Di due universitari, poi-La tua casa dev'essere bella. Speciale, se non altro-Forse l’hai anche vista. Se passi dal drugstore e vai verso il locale giù
alla baia, non ti puoi sbagliare: è quella un po’ solitaria, con i graffiti
sullo steccato-Probabilmente ho capito, sai? Quei disegni rimangono impressi…da
quanto tempo dipingi-Ho iniziato a skizzare che ero ancora una bambina. E l’ho sempre fatto
con la stessa persona…Improvvisamente sento dentro di me una morsa glaciale, per un
lunghissimo istante i miei occhi rimangono sbarrati e mi sento
skiacciata dal senso di colpa:
sto per tradire En…
…e quasi non me ne sono accorta
appena mi è stato chiesto di fare un skizzo
ho accettato
senza pensare a quello che avrebbe significato
è una strana verginità quella che sto per
perdere…
…ma è come se ne percepissi la naturalezza
la predestinazione
il passaggio delle consegne
e se non ho avuto la minima remora…
…beh, allora è giusto che sia così
(e in fin dei conti so che,
da qualche desolatissima landa esistenziale,
En sta vegliando su di me).
-Dick-Dimmi-Sai, questo per me sarà un graffito molto importanteNon mi risponde, ma quel suo sorriso così potentemente naïf è qualcosa
di più delle impure parole. E’ fonte di calore. E di sicurezza. E questo
basta.
Fu così che, in quella surreale
notte di plenilunio,
nacque un nuovo graffito sul muraglione
dei villini universitari.
Diverso dalle altre macchie graffiate
di colore vivo,
diverso dalle elaborazioni tecniche della
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Premiata Ditta Puck & Morea.
Fu una nuova coproduzione, una fusione
di mondi alieni, arte pura.
E fu così che quei lampi azzurro argento
quegli aloni giallo fluo
sapientemente intrecciati
quelle lettere piene e arabescate
al tempo stesso
divennero tutt’uno con i riccioli lunari
più ribelli.
E ci rimasero nel tempo:
giorno e notte, estate e inverno,
tempesta o sole cocente.
E’ probabile che se ci passate ora,
li troviate ancora lì;
lettere psichedeliche e riccioli lunari
armoniosamente intrecciati le une sugli altri.
= Revolver =
scrissero…e chissà perché.
Sotto, piccole ma eleganti, le loro firme:
*Ariel e Dick*
Nessuno dei posteri ha mai saputo
che fine avessero fatto i due artisti.
-Credo proprio che come opera prima meriti clamorosi complimenti-E una sigaretta-Peccato che io non fumi-…uh, mi dispiace: vorrà dire che la fumerò anche per te!!!-Ti riaccompagno a casa, Ariel-Se vuoi, non sentirti obbligato-Lo faccio con piacere. Potrebbe essere l’ultima volta che ti vedo-Hey, me la faresti una promessa-Dimmi-Chiedi a quella persona di partire con te: non è giusto rinunciare a
priori solo per paura o per incertezza-Tu non sai nemmeno lontanamente quello che dici-Dimmi che me lo prometti, che ti costa-Non posso. Se la situazione fosse stata diversa l’avrei già fatto, sai.
Purtroppo io non sono come Giagaàr(Tu sei una persona meravigliosa – e questo ti dovrebbe bastare;
mi chiedo solo per quale motivo non sia così…)
147
SAREBBE BELLO SE FOSSI RIUSCITA A DIRE
UNA FRASE SIMILE, VERO?
MI CHIEDO SOLO PER QUALE MOTIVO NON SIA COSI'…
E’ già mattina. Vorrei poter dire che questo è il risveglio da una delle
ultime notti trascorse con Blu’, in casa nostra, ma in realtà non è così,
dal momento che Dick mi ha lasciato qui davanti quando l’alba ormai
era passata da un pezzo. Mi ha salutato. Mi ha detto che sperava che
quello non sarebbe stato il nostro ultimo incontro e io gli ho risposto
che forse non è questo il nostro destino, ma chi potrebbe realmente
dirlo in fin dei conti…
Il lato strano di questa faccenda è che non si sono sentite voci che
parlavano, ma solo un leggero frusciare di ciglia.
E’ noto che gli occhi sappiano parlare: bisogna solo riuscire ad
ascoltarli.
Ma non è tanto semplice.
Adesso è ben visibile la mia immagine, l’ombra stampata sul muro di
casa dal sole che sorge, a oriente, sul mare. A ben guardare si vede
anche il fumo che fugge esule via dalla mia Camel, gonfio di brezza
mattutina e, con un po’ di attenzione, si vede anche una piccola lacrima
nascosta sotto le ciglia dell’occhio destro. Cioè…non sono sicurissima
che sia realmente una lacrima, potrebbe anche essere il prodotto del
vento, o del sonno, o della troppa luce, ma ad essere sinceri ne ha tutto
l’aspetto. E si insinua benissimo in questo sguardo offuscato, tra
l’estasiato, il disperato e lo smarrito.
E’ una lacrima di Ariel che è sola come non lo è mai stata, è una
lacrima di un’esistenza che ha paura di evolversi, di realizzare
finalmente i propri desideri.
Di perdere la più grande,
forse l’unica amica che abbia mai avuto.
Inconsciamente, sento che da un momento all’altro potrebbe arrivare la
fine, o forse l’inizio. Sento di dovermi alzare dallo scalino esistenziale su
cui mi illudo di essere seduta. Devo rimediare all’ennesimo guaio che
ho fatto, l’unico a cui ancora posso mettere una pezza. In fondo, l’odore
è inconfondibile: sono ancora le sei di mattina, c’è ancora in giro
quell’aria spontanea che separa la giornata dal suo incipit
faccio ancora in tempo a fare qualsiasi cosa io senta di dover fare.
Manca solo il coraggio di entrare in casa.
-Ciao Blu’Non so dove sia, né cosa stia facendo,
ma sono sicura che mi ha sentito.
L’intento è di andare in cucina a prendere una tazza di latte caldo e
qualche biscotto (…sempre se ce ne sono rimasti, beninteso) per tentare
di dare un assetto salutista alla mia persona, ma sono costretta a
fermarmi prima. L’ho vista.
148
Se ne sta distesa sul suo lettone ad acqua, auricolari nelle orecchie,
occhi socchiusi – e dai movimenti isterici giurerei che sta ascoltando
quella vecchia cassetta metal che le ha regalato suo fratello.
E’ ovvio che non mi ha sentito entrare.
Tutto intorno, ci sono vestiti, borse aperte e in subbuglio totale,
cassette, libri, flaconi di shampoo (e quel poco altro che è rimasto in
casa). E’ ovvio che non è ancora decisa, soprattutto se si fa caso al fatto
che mancano meno di sei ore alla sua partenza.
Probabilmente non sono l’unica ad essere stata malissimo, ieri; sento
troppa puzza di sigarette che conferma la mia ipotesi. Probabilmente
non sono stata l’unica ad aver distrutto la propria intimità, non
riuscendo ad accettare l’evolversi degli eventi. Probabilmente non c’è
neppure bisogno di spiegarsi, tanto sono radicate dentro certe
sensazioni. Probabilmente non è ancora detta l’ultima.
-Ariel-Tana-Ma dove sei stata-In giro, direi. Non volevo crearti problemi mentre facevi le valigie-Vedi da te che me li hai creati ugualmente. Non sono ancora riuscita a
farle, non sono pratica di queste cose…sei tu quella che ne capisce di
viaggi all’Ovest, qua dentro-E non c’ero…-Beh, te ne sei andata-Se hai tempo chiedi al capo in che condizioni mi ha visto arrivare al
locale, ieri sera-Spero non fossero tanto peggio di quelle in cui eri quando sei uscita da
casa-A ciò che già sai aggiungi che ho visto partire Fb e Meck-Vi siete salutati-A modo nostro, direi-Posso abbracciarti-No. Sono io che voglio abbracciartiThe original motion picture soundtrack sarebbe
“Time bomb” dei Rancid.
Se solo ci fosse uno stereo acceso.
Già, ma non basta. Non è sufficiente per rimediare a quello che ho
fatto. Blu’ e sempre Blu’ e merita dell’altro. Voglio rimediare – l’ho già
detto e devo farlo ora.
-C’è solo una cosa che voglio dirti: non preoccuparti se io sono
un’egoista, invidiosa e prepotente, tu vacci lo stesso all’Ovest, anzi parti
prima di me ché è più giusto. Da mesi vado dicendo che l’Ovest regalerà
nuovi orizzonti e nuove speranze a tutti…beh, tu sei la prima che li
merita, anzi che li deve pretendere. Ce la farai, tu con la tua piccola
Ariel. E una volta all'Ovest, te ne accorgerai subito, potrai gettarti alle
spalle tutte le infamie che la vita ti ha propinato fino a stanotte. E poi,
chi potrebbe dirlo…magari è proprio Giagaàr la cosiddetta, famosissima
149
Persona Giusta (ammesso che esista). Tu non devi fare caso a tutto
quello che ti ho vomitat …-Ari-No, fammi finire: tu non devi fare caso a tutto quello che ti ho
vomitat…-ARI-No, davvero: tu non devi fare caso a tutto quello che ti ho vomitat…-ARI-No, ti giuro: tu non devi fare caso a tutto quello che ti ho vomitat…-ARIEL PORCA VACCACCIA LADRA FAMMI PARLARE!!!! L’HO
CAPITO ANCHE DA SOLA CHE LA TUA ERA UNA PURA CRISI DI
GELOSIA IERI E CHE PARLAVI PER STANCHEZZA, RABBIA E
DOLORE, MICA SONO CRETINA, TU CHE DICI, TI CONOSCERO’
ANCHE SOLO UN POCO, O NO???-…mmsì-ECCO E ALLORA FALLA FINITA ANCHE PERCHE’ SE VERAMENTE
NON AVESSI CAPITO E MI FOSSI REALMENTE INFEROCITA NON
MI
SAREI
FATTA
TROVARE
QUI
AL
TUO
RITORNO,
CAPITOOOOOOO?-…va bene-Che dici, mi aiuti a finire i bagagli-Beh, se mi è concesso, qua c’è da rifare tutto da capo e tra l’altro
anche in fretta, perché il comizio ci ha portato via del tempo prezioso-Evvai…è tornato l’avvocato in carriera!!!E paradossalmente, non c’è voluto poi molto a spogliare questa casa
della "metà Blueberry"… La maggior parte dei vestiti vecchi sono finiti
nella spazzatura per ovvie ragioni di dimensioni in aumento, i libri e i
dischi sono tutti in una cassa che devo portare giù al locale come
ricordo di Blu’, quelle due o tre cianfrusaglie estetiche che c’erano in
bagno sono entrate tutte nella sacca, insieme ai pochi indumenti
realmente comodi, all’unico peluche che Blu’ abbia mai avuto con sé
(…modestamente gliel’ho regalato io, qualche estate fa) e a tutti i pacchi
di biscotti che ancora avevamo in casa – sapete com’è, no…le nausee.
E paradossalmente, abbiamo tolto realmente poco eppure casa è
rimasta paurosamente vuota.
Alle volte penso
che gli edifici se ne accorgano
quando uno dei padroni se ne va;
e alle volte penso anche
che ci soffrano.
-Ariel-Cosa-Lo stereo vorrei che lo tenessi tu-Questa frase mi sa troppo di testamento-Beh, in un modo o nell’altro me ne sto andando-Eh no, cara mia, questo non lo accetto. Va bene che hai trovato il
biondone universitario, va bene che hai deciso di mollare tutto, va bene
150
anche che te ne vai prima di me, ma non puoi sparire… Santapace, io
la devo vedere tua figlia, anzi no: la mia erede spirituale-…(Tace.
E’ evidente che a questo non aveva pensato)
-Va bene, Blu’. Facciamo così: diciamo che tu mi presti lo stereo fino a
che io non ti avrò raggiunto all’Ovest. Ci stai?-E come faremo ad incontrarci-Senti, siamo riuscite a trovarci, in un intero continente, quando
neppure ci conoscevamo, proprio davanti alla porta di casa nostra, vuoi
che non ci ritroveremo adesso, da amiche per la pelle…e all’Ovest?!?-Ma lo sai che è proprio buffo-Cosa-Che tu non mi avresti mai permesso di assistere alla tua partenza per
non farmi soffrire e ora non succederà mai, perché me ne vado prima di
teE di fronte a sì grande aforisma della mia-quasi-ex-coinquilina non
posso far altro chinare la testa e lasciare la scena ad un clamoroso
abbraccio, di quelli che esprimono la gravità della situazione, molto
meglio di tante immagini; che danno luce al sentimento molto più di
tante parole; che spremono lacrime sincere e non crinano la poesia del
silenzio.
Time has come: gonna go.
No: un attimo - c’è sempre un attimo di silenzio e quiete prima della
rivoluzione, prima della palingenesi, prima del diluvio.
Quello è l’attimo che ci viene dato per respirare, per prendere coscienza
di quello che sta per accadere e per crearsi dei punti di riferimento.
Sono solo poche skegge di tempo, ma consentono di ricordare quanto
c’è stato e non potrà più essere, di assaporare per l’ultima volta e con
un’intensità sconosciuta fino a quel momento aromi, colori, sfumature
che stanno in breve per svanire.
E Blu’ ed io, consapevoli che l’attimo è proprio quello che stiamo per
vivere, scegliamo di godercelo, in un delirio di onnipotenza totale,
sedute in veranda, tra le mani una coppa di assenzio come simbolica
colazione, l’album di vecchie foto sulle ginocchia e una particolarissima
colonna sonora nell’aria – degna realmente delle migliori occasioni –
dalla voce di Jeff Buckley:
<<This is our last goodbye
I hate to feel the love between us die
But it’s over
Just hear this and then I’ll go
You gave me more to live for
More than you’ll ever know…>>
Per arrivare di fronte al liceo, da casa nostra ci vogliono grosso modo
venti minuti…beh, giuro che questa volta sono candidati ad essere i
151
venti minuti più lunghi della mia vita. Beh, se non altro ci siamo
reciprocamente promesse il canonico
Niente-Scene-Strappalcrime-Feuilletonistiche-Da-Giudizio-Universale,
anche se non sono sicura di quanto realmente questo poi diverrà realtà.
Però, c’è una cosa molto trash che non riesco a trattenermi dal fare…è
da quando ho scoperto Blu’ in dolce attesa che aspettavo l’occasione
giusta, e insomma: quale occasione potrebbe mai essere più giusta di
questa?
Non credo di averVElo mai detto, miei cari middle-classed readers,
perché non ne ho mai avuto l’occasione, ma io conservo un unico
ricordo della mia infanzia, di quando la presenza di mio padre ci
consentiva ancora l’appellativo di “famiglia”, di quando mia madre per
me non era un’entità aliena trapiantata sul pianeta, di quando ancora
pensavo che tutto sarebbe rimasto così in eterno.
Di quella particolarissima oasi spazio-temporale conservo un unico
orsetto di pezza, a skacchi bianchi e rossi e con gli occhietti ricamati,
ormai sformato dagli anni e dalle tante vicende che ha dovuto sorbirsi.
Probabilmente, è il solo particolare politicamente corretto della mia
esistenza da mooolto tempo a questa parte e alle volte penso che sia il
mio (più importante) angelo custode. Non ho mai permesso a nessuno
di toccarlo neanche con un dito e lui, più che conscio della sua
posizione privilegiata, ha sempre dominato la situazione dall’alto del
comodino. Mi sarebbe sempre piaciuto che lo prendesse un mio poco
probabile primogenito…ma a questo punto è ovvio quale sia la cosa più
giusta da fare.
Ormai siamo davanti al cancello dell’istituto, che è chiuso come ogni
sabato, e sebbene Giagaàr non sia ancora arrivato è chiaro che manchi
proprio poco.
-Blu’ devo farti un regalo, anzi no…lo devo fare a tua figlia-Non oso pensare cosa ti sia venuto in mente-No…non preoccuparti, la piccola Ariel non avrà la sua prima canna o
la prima bomboletta spray ancora nel pancione della mamma: per
quelle c’è sempre tempo, don’t worry!!! Volevo solo che fosse lei a
prendere MickiE si vede che Blu’ mi conosce bene, si vede che sa quanto tengo a quel
mostro di pezza, si vede che ha capito l’importanza del gesto. Infatti
rimane in silenzio, un po’ perché a certi livelli ci sono dei momenti che
non vanno commentati, un po’ perché arriva un punto in cui non sai
più nemmeno bene che dire, a certi livelli.
E questo è il saluto più bello che avessi mai potuto immaginare: le mani
strette, una Camel condivisa in pochi secondi, un sole tra i più belli
nell’ultimo periodo, Giagaàr che
(finalmente è arrivato)
sta caricando i bagagli con fare piacevolmente premuroso.
-Ariel, non fare tardi ché ti aspetto- (Blu’ è già una mammina giudiziosa)
-Ariel, non fare tardi ché ti aspetto- (io sono già una zia incosciente)
152
-E tu Giagaàr…trattamela bene o giuro che fai una brutta fine-Non mi permetterei mai-…sì, sì…dicono tutti così. Ma se io ti dico che ti riprendo, su quello tu
puoi crederci!!!Il motore si è acceso e inizia a scaldarsi, ma io ormai mi sono già voltata
e ho iniziato a camminare verso il mare, come se niente fosse…
Siamo sempre state due grandi io e Blueberry, vero?
E a questo punto, gradirei se non faceste molto caso al fatto che non mi
udirete proferire verbo alcuno su Blueberry, da qui in poi – almeno per
qualche tempo. Vogliate avere, miei cari alquanto medio-borghesi
lettori, la compiacenza di capire che non si tratta di menefreghismo,
bensì di spirito di sopravvivenza.
La spiaggia è praticamente deserta, almeno questa parte che è più
vicina al centro abitato, ed è abbastanza strano, se si pensa che è
sabato mattina e che da poco è passato mezzogiorno. In realtà è solo il
segno del grande esodo in atto: c’è da esserne felici. Mi rendo conto,
anche nella non indifferente confusione interiore che mi sconvolge, che
stiamo vivendo un momento indimenticabile; questi luoghi stanno
assumendo una dimensione nuova, insolita, forse unica.
Mi viene improvvisamente da pensare che stanno diventando sempre di
meno le ore che devo ancora trascorrere qui. Mi viene improvvisamente
un senso di malessere interiore, un dubbio atroce, un’ombra nera alla
bocca dello stomaco: vorrei far finta di niente e scrollare tutto via dietro
le spalle con un gesto rapido e noncurante, ma con una giornata così
tersa e un sole tanto sincero…beh, purtroppo non è possibile. In questo
momento non c’è proprio un accidente dietro a cui nascondersi, non c’è
alcun tipo di barriera fisica, morale o spirituale dietro alla quale far
svanire le proprie oscurità.
Ci sono solo la brezza, i gabbiani, le palme e il fruscio delle onde,
adesso.
Sono sola, adesso. Sola con i miei pensieri che stanno per venire alla
luce. Non c’è la minima possibilità, me stessa mi deve sbattere in faccia
la Verità e io la devo ascoltare.
No way out.
"…Non mi sarà vietato
comportarmi
di piena ribellione.
Nessuno urlerà
se si sfoga
tutto il mio essere.
Non desta preoccupazione
la mia profonda identità.
E allora,
scelgo la libertà.
(nonostante respiri rabbiosa tra le sbarre di una gabbia)
153
Per vostre eventuali ferite,
squillate quel dannato campanello:
accorrerò,
come sempre,
e leccherò ogni singola
goccia
del vostra sangue ipocrita.
Ma non sperate
in metri di candida garza:
perché io vi avevo
avvisato."
-Vuoi un po’ di birra-Sì, grazie- (Oddìo…sto diventando alcolizzata come mia madre aveva
previsto: accetto birra senza neanche guardare in faccia chi me la sta
offrendo…)
-Adoro le persone che non fanno complimenti. In ogni senso-Ah, Pidduz…sei tu, lo stile è inconfondibile-Non può che farmi onore, mia cara-Ancora non sono sicura di averlo capito-Cosa di preciso-Se ti ammazzerei o se sei l’uomo della mia vita-E chi potrebbe mai dirlo…questo lo sa solo il tuo cuore di artista-Sai qual è la cosa strana, è che una frase del genere potrebbe essere
una tra le più belle che mi siano mai state dette, ma
contemporaneamente sa talmente tanto di falso e posticcio da far
rabbrividire-Ariel, devi fidarti di me-C’è qualcosa di indefinito nelle tue parole, è difficile-Io ti lascio perplesso perché sono simile a te più di chiunque altro tu
conosca e la cosa ti attrae-Tu parli troppo e sai troppo poco-Io so che ti amo-Ma scusa…non è per farmi i fatti tuoi, ma lo spaventapasseri che fine
ha fatto?!?-Silly?! Credo di averti già detto che il suo destino era di sparire, prima
o poi…-E tu saresti uno di cui ci si deve fidare?!-E tu vorresti paragonarti a Silly?!-Pid’ non scherzare con me, non ti conviene-Ok. Posso almeno baciarti?iovorreisapereildannatomotivopercui
nonriescomaiadirgliunseccono
Credo sia trascorsa più o meno un’ora ma non ci giurerei perché si sa,
in queste cose il tempo non si lascia mai misurare troppo agevolmente,
e devo dire che mio malgrado non riesco a pentirmi. Purtroppo credo di
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essere vittima di quest’essere e il che non è bene. Sento che in fondo
non mi convince, sento del putrido dentro di lui, sento una sua netta
attitudine alla perfidia, ma non riesco proprio a tenermene alla larga.
So perfettamente di trovarmi di fronte alla classica persona che non
porterà a nulla di buono e nonostante tutto, anzi forse proprio per tutto
questo, non riesco a annullarlo dalla mia esistenza. Non riesco a non
cadere come una perfetta ebete a peso morto nella profondità del suo
sguardo leggermente a mandorla.
No, non riesco a non rimanere affascinata da quella luce perversa che
permea ogni sua frase. Mi ha fatto litigare con alcuni amici fino al
punto di perderli, mi ha allontanato da suo fratello, l’unica persona che
per una notte mi ha reso realmente diversa, si comporta come un
verme proprio sotto i miei occhi e non se ne preoccupa minimamente.
E purtroppo neppure io.
Riesco ad odiarlo, sento il mio sangue che ribolle d’ira come poche altre
volte in vita mia, lo vorrei massacrare d’istinto, ma in questo momento
non riesco a staccare la mia mano dalla sua. Non riesco ad arrendermi
alla realtà, ma la sua è l’unica macchina disposta a portarmi all’Ovest e
lui è l’unico che mi ha voluto seguire da subito e senza esitare
nell’avventura più grande di queste ultime centurie.
L’unico.
Lui…
E io sono ancora qui a meditare scettica al riguardo. E lo faccio,
sdraiata sulla sabbia tiepida, stretta nel suo abbraccio, il suo profumo
caldo sul collo.
-Tu sei una forza della natura, Ariel. Sei un’artista-E tu mi fai paura…mi dà fastidio la tua presenza accanto a me-A giudicare dall’eccitazione che ti pervade, credimi, non si direbbe-Cosa ti spinge a essere così dannatamente presuntuoso con me?-Lo dovresti sapere, piccolina: il fatto che nonostante tu abbia ormai
perso tutti i tuoi amici, che tu sia sola come un cane, in preda al panico
e alla depressione più nera
…povera la mia orfanella
dalle turbe psichiche e dai problemi
di tossicodipendenza…
che nonostante tutto questo melodrammatico mare di sterco, tu non ti
sia ancora suicidata e in effetti sei ancora qui, sensualissima come
sempre, ad ansimare sdraiata sotto di me con lo sguardo che supplica
soltanto di essere preso e portato in paradiso. Tu dipendi da me,
passerotta, e che tu lo voglia o no la cosa viene tutta a mio vantaggio…sono troppo occupata a cercare di non piangere, schiacciata dalla
inconfutabile verità delle sue parole, per poter anche solo tentare di
reagire in qualche modo.
Quest’uomo potrebbe avere il potere di rovinarmi la vita, se questa non
fosse già da tempo ridotta a brandelli per proprio conto. L’idea di dover
legare il mio viaggio, il momento che aspettavo da tempo, la chiave di
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volta di quello che rimane del mio destino, alla figura abbietta di questo
agglomerato di testosterone e fascino noir mi infastidisce…
…ma mi sento intrappolata dalla sua infondata eppure mastodontica
influenza.
-Vattene-Lo vedi che ho ragione io? Ormai sei legata a me, che questo ti piaccia
o no. E se vuoi ti spiego anche perché. Perché io sono l’ultimo, anzi
l’unico che ti è rimasto accanto, l’unico che realmente ha capito quanto
vali. Nessuno degli altri, Ariel, nessuno ti vuole né ti ha mai voluto
bene. Ci sono solo io, adesso e per sempre, e questo ti dovrebbe far
riflettere profondamente-Tu…-Ok, io adesso me ne vado perché ogni tuo desiderio è un ordine,
principessa, ma ormai ho la certezza che tu sei mia e per questo
domenica a mezzanotte tu ti troverai davanti alla mia dekappottabile di
seconda mano con poche cose nello zaino e tanta voglia di affidarti a me
per il resto della tua vita. E non tentare di negarlo, perché lo sai meglio
di me che questa è la realtà. Io ti amo, ma soprattutto tu mi amiIn effetti, se ne è andato, come io gli ho chiesto, muovendosi agilmente
tra le dune verso la fine della spiaggia, ma ha lasciato qui dentro di me
qualcosa di molto più ingombrante della sua presenza fisica.
E’ il rimpianto per non avergli urlato in faccia tutta la mia decantata
ma alla fine inutile rabbia, per non avergli dimostrato che lui non è un
accidente di nessuno, se non uno strumento che il destino mi ha voluto
concedere per realizzare i miei sogni.
Ma è anche la paura di riconoscere che in effetti mi è rimasto solo lui,
che tutte le mie incrollabili certezze adolescenziali se ne sono andate in
frantumi. E potrei davvero chiudere gli occhi per non piangere. Potrei
innamorarmi del verme che, pur di diventare l’unico per me, mi ha
allontanato da tutto ciò che mi era rimasto. Ma forse sarebbe il primo
vero suicidio della mia vita.
Sapete, o miei lettori medio-borghesi dall’infinita pazienza, qual è
l’aspetto più grottesco di tutta questa faccenda? Che è ormai ora di
pranzo e io sono sola e senza un posto dove andare o qualcuno con cui
stare.
E’ giunta. E’ lei. È la solitudine.
E purtroppo continuo a pensare che il mio destino non sia ancora
totalmente delineato: non so, ma credo che ci sia ancora qualche
oscuro avvenimento tra
l’adesso-io-qui
e
il Pid’-Domenica-Ovest.
Era tutto perfettamente progettato nella mia testa, ogni piccolo
particolare sembrava avere una via da percorrere, la Strada per La
Felicità sembrava essere illuminata…
156
…e invece mi devo essere distratta.
Sono sprofondata nel baratro ma credo proprio di non essermene
accorta subito.
Strano come accadano, certe cose, vero???
Sì, è strano…ma non sono ancora sicura che sia finita qua.
Mi alzo piano, cerco di levare come posso tutta la sabbia che ormai si è
infiltrata un po’ ovunque tra i miei vestiti e il mio corpo, mi accendo
una Camel e constato con un leggera fitta al cuore che è l’ultima di quel
pacchetto che avevo sfilato ieri sera al capo con un paio di moine delle
mie lunghe ciglia. Inizio a camminare sulla battigia, piedi nudi, sotto il
sole cocente…
…anche le sigarette mi hanno abbandonato.
A parte tutto (e già questa - devo dire - è una affermazione che potrebbe
a tratti risultare difficilmente applicabile) mi viene da pensare che questo
posto, questa orribile landa desolata è vuota, ma vuota davvero
stavolta. Cioè, ho sempre pensato che qua non succedesse mai un
accidente di niente, che questa fosse la versione aggravata di una
ghost-town, che la vita non potesse essere più piatta di quello era fino a
qualche giorno fa.
Ma evidentemente mi sbagliavo.
La voragine non si era ancora manifestata alla sua massima potenza
ma questo mi fa pensare che la routine quotidiana, una ereditaria
cecità interiore o forse semplicemente un po’ di innocua distrazione non
mi avevano mai permesso di notare una serie di significativi dettagli.
…Che in realtà qui c’era un considerevole gruppo di persone – alcune
simpatiche, addirittura – vagabonde per strade e locali, tipo.
…Che volendo si poteva fare baldoria, avendo soltanto l’accortezza di
beccare il posto giusto al momento giusto, tipo.
…Che ho sempre avuto la possibilità di scroccare sigarette & Co. in giro,
in caso di emergenza o anche in caso e basta, tipo.
…Che probabilmente, imbevendosi dello spirito giusto, ci si poteva
anche vivere bene da queste bande, tipo.
Ma ora tutta questa serie di fattori è svanita – direzione Ovest, 270°
gradi per la precisione – e io non posso far altro che contemplare
quanto ne rimane. Pochissimo, per la verità, ma bello…forse come mai
in passato.
(…you don’t know what you got
til it’s gone…dicono in giro)
Una spiaggia splendida, deserta e per questo selvaggia, strade lunghe –
che non capisci mai dove portano perché non avrai mai il tempo di
percorrerle tutte - tante case buffe, tutte diverse e tutte uguali allo
stesso tempo, gente un po’ idiota, adorabile e fuori dal tempo…il ricordo
assolato di quello che c’era una volta e l’affermazione silenziosamente
orgogliosa di quello che ha deciso di rimanere.
E poi ci sono io, che non sapendo che altro fare, ma ne sto tornando
verso casa, per la prima volta con la certezza di trovarla vuota.
-Ariel?-
157
-Chi diavolo sei?(…voglio dire, ho appena fatto uno sproloquio di dimensioni papiro
sulla mia solitudine e poi si scopre che c’è ancora qualcuno che mi
conosce…che bella figura che ci faccio! Ma tra l’altro…ma chi può
essere?)
-Ciao…E, inaspettato come un temporale d’estate, ma soprattutto gradito a
livelli non indifferenti, alle mie spalle c’è Juppy su uno scooter
decisamente molto sportivo e la solita aria trasognata negli occhi
multicolori.
-Che fai? Voglio dire…sembri pensierosa-Ti giuro che pensare è il minimo che può fare una nelle mie condizioni-Vuoi parlare un po’-Lascia perdere, non credo che ti convenga-Ma tanto io non ho niente da fare, adesso-Non ci credo: SweetAngel…dove l’hai lasciata?-E’ con un’amica. Stanno studiando, credo-Studiare?!? Con questo sole e con tutta la popolazione giovanile locale
in partenza?!? Ma dove l’hai presa, all’obitorio?!?-Non so di preciso, ma è per questo che avevo voglia di fare due
chiacchiere. Tu mi sembravi la persona giusta-Una delle poche rimaste, più che altro-Dai, scema, monta: andiamo a mangiare qualcosaVento. Sole. Tepore.
Improvvisa e piacevole voglia di essere vivi.
Lui non lo sa – e io non ho la minima intenzione di farglielo notare – ma
mi ha portato in un posto mooolto particolare (e non avete idea di
quanto si sia fatto bittersweet il tono della narrazione): il chiosco vicino
al fiume, a Santa Monica. Ci venivo con mio padre, da piccola, a
mangiare hot dog, a bere succo di mirtilli e a vedere le partite di
football. Ci venivo con Fb, in quella splendida fase della nostra vita che
fu immediatamente prima di metterci insieme.
Santa Monica è direttamente collegata a due figure emblematiche,
letali, esecrate eppure fondamentali, idolatrate (a tratti): mi ricorda i
miei amati nemici, i miei indispensabili torturatori, mi ricorda sapori e
aromi dispersi nel tempo ma che sono ancora strettamente radicati da
qualche parte, dentro di me. E’ un posto assurdo, quasi da farmi
arrabbiare: è l’unico frammento di spazio che, persino adesso in cui
non c’è un accidente che trovi il coraggio di rimanere fermo dov’è o
uguale a se stesso, sembra immobile nello scorrere degli attimi. Vince è
sempre lì a buttare gli hot dog sulla piastra e a innaffiarli di salse
letalmente meravigliose, mentre ai tavoli continuano ad essere sedute
sempre le solite sei o sette persone che giocano a carte e ascoltano le
partite. Mio padre e Fb, invece, non fanno più parte della mia vita…ma
in fondo nessuno è perfetto.
Hot dog e succo di mirtilli per due!
-Partirai, allora, Ariel-
158
-Sì, ma certe volte mi chiedo perché la mia vita non ha avuto la
possibilità di essere normale-Tipo-Mi chiedevo come mai io non ho potuto passeggiare in una grande
metropoli con un vestito di lino, in un parco in fiore dove la gente porta
a spasso i cani e tutti sembrano felici. Come mai io non ho potuto
passare pomeriggi in camera, a guardare videocassette noleggiate, con
indosso la tuta della scuola e morbidi calzini di spugna arrotolati sulle
caviglie. Come mai non ho potuto avere una madre premurosa che
portava la cioccolata calda a me e alle amiche con cui fingevo di
studiare trigonometria…Queste cose qui, avrei voluto. Nient'altro-All’Ovest non le troverai. Non ora, almeno!-Lo so. E comunque quello che l’Ovest mi prospetta ora non è ciò
credevo fino a poco fa-Con chi vuoi andare-Dovresti saperlo…lo sanno tutti-Con chi vuoi andare, veramente intendo dire-Io…io ho paura. E non lo accetto. Insomma, avevo organizzato tutto,
avevo visto i giusti avvenimenti verificarsi nella loro perfetta sequenza.
Avevo la convinzione di possedere spalle pompate a sufficienza per
reggere l’impossibile. E invece, dannazione, mi vedo crollare sul
dettaglio più insignificante, più trascurabile, più impensato-Non riesco a capire di cosa si tratta-Chiaro che non capisci…tutti quelli che per te sono i veri ostacoli per
me non si pongono affatto. Non ho una famiglia, non ho nessuno da
amare, non ho un avvenire certo, non c’è più nulla in cui io
creda…lontano dall’Ovest-Purtroppo per me, quello che dici è vero-Già. Ma tu hai una macchina. TUA. E avresti anche qualcuno degno di
essere tuo compagno di viaggio-SweetAngel?!? Non credo che quella povera ragazza riuscirebbe mai a
distinguere una fuga esistenziale da una gita in campagna-Credo di preferire una svampitella sperduta nella sua ingenuità, a un
simulacro di presunzione che intende annegarmi di illusioni fino al
giorno in cui riuscirà ad avermi come nessuno mai ha potuto-Ho sentito parlare spesso di Pid’. E mai bene-Meraviglioso. Sembra proprio che l’unica ad aver avuto il coraggio di
fidarsi di lui nella storia del pianeta sia stata io…-E ne intuisci la ragione?Seguono attimi di profondo silenzio, denso e impenetrabile, in cui
svanisce lo stormire delle fronde, il cinguettio degli uccelli, il ronzio
della corrente del fiume. Riesco a percepire solo un immenso vuoto
dentro, un ininterrotto urlo sordo che sbatte tenace contro i miei
timpani – tutta la potenza dei sensi di colpa per una vita distrutta in
pochi giorni, come mai fino ad ora.
La mia.
159
Mastico lentamente, troppo per i miei canoni, ogni singolo boccone di
questo hot dog che sembra non finire mai. Pesco senza troppa
convinzione qualche striscia di carota lessa dal piatto di Juppy che mi
guarda paziente, sorridendo piano.
Vedo da lontano, nello sfocato confine esterno della mia percezione
visiva, Vince che continua a girare hot dog sulla piastra rovente mentre
suo cugino Bertie spina succo di mirtillo.
Per un fulmineo istante penso che potrei rimanere qui, lavorare per loro
e dare una dimensione alla mia vita.
…magari potrei farmi una famiglia…
Ma poi no, non è giusto. E mi è subito chiaro ai livelli celestiali di un
pomeriggio estivo senza nubi, qual è la Via Lastricata di Mattoni Gialli
che non posso fare a meno di percorrere. Non porta a Oz – e forse
neppure a Ovest – ma è la mia (e non posso rinnegarla).
-Pensavo che gettarmi nelle braccia del primo sconosciuto poco
affidabile che passava avrebbe potuto essere una scelta bohemienne,
alternativa e magari più radicale di molte altre. Pensavo fosse
esattamente ciò che volessi e di cui avessi bisogno-Pid’ NON dovrebbe MAI essere ciò di cui una ragazza ha bisogno-Dietro il suo alone malvagio di angelo nero, ho potuto nascondermi e
difendermi. Mi sono servita di lui e della sua dekappotabile per uccidere
i sentimenti che mi legavano a tanti che ormai non sono più qui: il mio
ragazzo, il mio Migliore Amico, il mio angelo custode in pericolo, un paio
di loschi figuri che in un modo o nell’altro si dicevano miei amici, e poi
l’unica persona che forse sia mai riuscita a farmi innamorare-Chi-Occhi Verdi, suo fratello. Gli ha impedito di partire con noi, anche se
non so ancora bene come ha fatto-Ariel-…-Se tu non fossi rimasta completamente sola…voglio dire, saresti
ugualmente qui a mangiare hot dog e a bere succo di mirtilli con me-Cos’è, una proposta indecente-No, intendiamoci. Io so che il mio destino è di rimanere qui, accanto a
SweetAngel, alla sua routine di ordinaria certezza e al mio promettente
avvenire. Se così non fosse, probabilmente… Ma quello che intendevo
era tutt’altro-Vuoi sapere se realmente non ho più nessuno con cui andarmene, al
di fuori dell’uomo che segnerà la mia definitiva rovina-Più o meno-Sì. In effetti, qualcuno c’è, ma mi sto convincendo che si tratti di un
sogno-E se invece fosse reale? E se invece fosse proprio ciò che cerchi?-No. Lui è ad un livello talmente diverso che la mia presenza non lo
potrebbe neppure sfiorare-Questo lo pensi tu-E chi altro-
160
-Ok. Voglio dire…lo conosci bene?-L’ho visto due volte, abbiamo fatto un graffito insieme, ieri notte -E non pensi che questa eterea, irraggiungibile creatura possa aver
voglia di venire via con te-E chi può dirlo…so solo che non ha nessuno con cui andarsene-Prova a chiedergli se ti porta con lui-Per sentirsi rispondere che
“per quale motivo un libero & indipendente universitario, intellettuale,
artista dovrebbe affiancarsi una ragazzina smarrita, imbottita di droghe
e false illusioni”-Intanto un graffito con te non l’ha rifiutato: e questo è già un bel passo
avanti, considerando la sua altisonante natura di libero&indipendente
universitariointellettualeartista, no?-E' comunque l’unica alternativa a sedersi in macchina con Pidduz-Appunto. Potresti essere fortunata-Fortunata?! Una con l’esistenza segnata quanto la mia?! Preferisco
pensare ad una specie di improbabile coincidenza piuttosto che a vera e
propria fortuna-As you like it most. In ogni caso, sapresti dove trovarlo in questo
momento?-Qualche idea ce l’avrei. Che ora è-Nemmeno le cinque, senti il caldo boia che fa-Potremmo cercarlo a casa sua, al campus universitario, o forse al
locale giù alla baia…beh, potremmo se a te va di accompagnarmi, si
capisce-E pensi che se non avessi voluto sarei stato a sentirti blaterare sino ad
ora, quando in realtà ti avevo invitato ad uscire perché ero io che volevo
sfogarmi?!?(Mi sa che sono diventata rossa:
perfido miscuglio di
gratitudine & imbarazzo)
-Vorrà dire che mi racconterai strada facendo: non sia mai che Ariel si
lascia scappare il delirio metafisico di un’anima in penaamen.
Prima destinazione:
= LA SPLENDIDA CASA CHE HO IMBRATTATO STANOTTE =
Trafitti da un’alternanza micidiale di raggi di sole obliqui e vagabonde
raffiche di vento, lasciamo scorrere km di strada deserta dietro a noi e a
questo fikissimo scooter sportivo. Juppy mi parla di lui, della ormai
celeberrima SweetAngel, di come è iniziata la loro storia e della sua
attuale condizione di deprimente agonia. Mi racconta della sgradevole
sensazione che è il sentirsi invisibili, costantemente inadeguato,
comunque fuori posto. Dice che la voglia di fuggire lo perseguita e che
lui finge di non sentire, che è la sua vita è marcata stretta dall’incubo di
un padre docente universitario e di amici spietatamente incompetenti.
Mi parla e VI giuro, miei cari middle-classed readers, che ha tutta la
-
161
mia capacità di ascoltare…ma non una sola briciola della mia
concentrazione.
Io sono altrove.
Sto cercando di capire se questa improvvisa svolta dell’ultimo quarto
d’ora sia una pazzia dettata dal terrore di spiccare il volo o se sia invece
il frutto del saggio consiglio di una delle poche persone pure che
s’aggirano da queste parti.
E visto che il tono del monologo interiore non è
granché convinto e/o determinato, in attesa dell’illuminazione cerco di
acciuffare dettagli determinanti.
…ripenso al calore umano della chiacchierata al Locale e a come Dick
sia riuscito a farmi sentire rispettata e considerata, solo con l’intensità
meridionale del suo sguardo…
…ripenso alla sensibilità, alla classe e alla riservatezza che hanno
contraddistinto il SUO ingresso nella MIA vita…
…ripenso a come mi sono sentita impotente e inebetita nell’attimo in
cui l’ho rivisto, due giorni dopo, proprio quando la mia condizione era
scesa a livelli infimi – eufemisticamente parlando…
…ripenso alla forte attrazione che sento per la sua figura, alla
naturalezza con cui riesco a stargli accanto, al calore e al candore che
gli associo – e che fino ad ora mi ha impedito di considerare la benché
minima implicazione sentimentale.
-Se questa è la sua casa, credo proprio che non ci sia-Già. Questa è la sua casa. E lui non c’è-Cosa c’è scritto su quel muro-Revolver-E’ davvero molto bello, ma mi chiedo come riesci a leggerlo-Semplice. Perché l’ho fatto io con lui, ieri notte. Ed è stato uno dei
momenti più intensi degli ultimi tempi-Ok, basta. I tuoi occhietti hanno brillato a sufficienza; dobbiamo
trovarlo e in fretta, ancheseconda destinazione:
= IL CAMPUS UNIVERSITARIO =
-Sai, mio padre lavora qui, conosco bene questo posto – il tono di Juppy
si è fatto abbastanza da guida turistica, ma credo mi dia sicurezza – sai
in che corso di studi è questo ragazzoMi sento una completa idiota: in effetti, non credo di saperlo; in effetti, è
solo uno che ho visto due volte e di cui non so praticamente nulla di
concreto (…oltre al fatto che ha due sorelle più grandi di lui)-Forse non abbiamo preso la decisione giusta, Juppy-Errore. La decisione l’HAI presa TU e comunque adesso ancora non
puoi sapere se è giusta o meno-Ma non lo conosco quasi affatto-Sai il suo nome-Dick-
162
-E che altro-…scrive per il giornale del campus-E’ fatta. E’ come se già sapessimo dove sia. Aspettami solo un minuto-Ok-Ah, dimenticavo…-Cosa-Abbi fiducia-Le Ultime Parole FamoseMi siedo, anzi più propriamente crollo, sull’erba di un giardinetto e
accendo una Chesterfield sfilata alla prima matricola che mi è capitata
a tiro. Inizio ad aspirare piano, quasi con sacrale attenzione, per dare
una cadenza alla mia attesa in contemplazione dei passanti.
Universitàfrequenzedottoratiabilitazioni…
…quello che si direbbe un mondo cui mi è impossibile appartenere.
…Chissà, probabilmente avrei trovato
qualcosa di costruttivo
con cui impiegare il mio tempo, qua dentro…
(…se solo il mio futuro non fosse
così dannatamente incerto, ora…
ma io me ne devo andare, e il tono dei miei pensieri all'improvviso si è
fatto decisamente intransigente, al limite dello schizofrenico).
-Ariel, è fatta-Eh?!?- Juppy mi ha fatto prendere un colpo, ero decisamente
assorta…in una dimensione parallela, direi.
-Sono andato alla redazione del giornale, era praticamente deserta, ma
ho trovato un suo amico…un certo Serginho Alvarez non so che cosa,
non era di qui…-JUPPY!!!-…e mi ha spiegato che qualcuno deve pur rimanere qui per…
-JUPPY!!!-…per informare la gente di quello che sta succedendo all’Ovest e…-JUPPY!!!-Che c'è?-…DOV’E’ FINITO DIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIICK?!?-Ehm…appunto. Quello che sto tentando di dirti è che in questo
momento Dick si trova al locale perché deve studiare e non vuole stare
in casa da solo. Se vuoi…-…mi accompagni???-Come hai detto-…mi accompagni???-Non ho sentito bene-Uffaaa!!! Ho chiesto se mi accompagni!!!-Sì, scema, te l’ho già detto prima: falla finita-Juppy-Eh-Avrei voluto conoscerti meglio prima e non adesso che sto per partire-
163
-Scema-Ehy, ti rivedrò mai quando me ne sarò andata-Se tornerai qui-Non andrai incontro ai tuoi sogni-Io non posso permettermi dei sogni. Sono troppo costosi per chi deve
mantenere stabile una realtà delineata in partenza-Forse da una parte t'invidio…e comunque mi sarebbe piaciuto avere
una vita come la tua, almeno per qualche tempo. Ma ti posso fare una
promessa-Ti ascolto-Ti giuro che tornerò e che tornerò proprio per vedere chi aveva ragione:
i miei sogni o la tua realtà-Sarà un onore poterti aspettare-
164
= Sei =
La prima volta che En mi ha portato qua al locale avrò avuto forse otto
anni. Da allora non ho mai smesso di frequentarlo e, da quando il capo
mi ha assunta, quattro anni fa, sono stata qui praticamente ogni
giorno. E’ un po’ una mia dependance esistenziale, questo posto, ed
entrarci è sempre stato il gesto più ordinario, consueto, rassicurante
che io potessi compiere.
Non oggi, però.
Non saprei spiegare con precisione lo strano magone che mi sta
assalendo, non è una sensazione individuabile o familiare. Sebbene non
sia ancora domenica sera, io ho la netta sensazione che questa sia
l’ultima volta che metto piede nel locale giù alla baia. Guardo il capo e
ho l’impressione che lo avverta anche lui, mi sembra quasi di voler
fotografare con il mio occhio della mente ogni angolo, ogni mobile, ogni
bottiglia, ogni volto, ogni singolo frammento dell’esistenza di (fino ad)
ora per portarlo via con me nell’esistenza di (da) domani (in avanti).
Non riesco a controllarmi.
Mi dà fastidio, non capisco, non è reale.
Mi sto commuovendo, potrei piangere.
Non è reale.
Ma sento un’ondata di amarezza troppo forte –
- per non essere reale.
Forse il mio destino vuole dirmi qualcosa…ma a giudicare dalla mia
nota capacità di riuscire ad ascoltarLO, se fossi in Lui non sarei molto
fiduciosa.
-Ariel-Ciao capo-Sei venuta a ritirare la liquidazione-Veramente no…ma se intanto mi offre una birra me la prendo
volentieri-E magari vorresti anche una sigaretta-Come fa a saperlo?!? Mi legge nel pensiero?!?-No, ma sei talmente monotona-Grazie, si può consolare con la certezza che me ne andrò e forse non
mi rivedrà mai-Quello che in te è meraviglioso, è il tuo senso dell’umorismo-Lo so, me lo dicono tutti…e magari aggiungerebbe anche che non sono
per niente permalosa-Una Dudemon alla signorina che ha vinto il premio Miss Perspicacia
indetto dal Locale Giù Alla Baia!!! Tutti i presenti sono invitati al
rinfresco che la casa offre per celebrare ques…-CAPO LA FACCIA FINITA!!! E NON GRIDI…IO SONO UNA
PERSONALITA’ IO QUA DENTRO!!!-Ma sentila…-Comunque ormai è troppo tardi, ha sentito tutto e si è già girato-
165
-Ma chi? Ah, il Secchione-CHI?!?-Quel ragazzo con gli occhiali, tu dici, vero? Quello che ordina sempre
pistacchi e sta le ore a studiare, seduto al tavolo all’angolo-In effetti…ma perché, lo conosce-Non benissimo. Non è da molto che frequenta questo buco, però so che
da due o tre giorni ogni volta che arriva chiede di te-Credo che andrò a salutarlo-Ariel-Mi dica, capo-Quello sì che sarebbe una bravo ragazzo da avere a fianco. Altro che
quegli animali a cui solitamente ti accompagni-Capo-Dimmi Ariel-Lei lo sa che è sempre stato un ottimo padre, da quando la vita mi ha
levato il mio(Il silenzio in questi casi dice mooolto più di tante parole. VI sarà
capitato, no?)
Dudemon in una mano, Marlboro rossa (del capo) nell’altra, cerco di
mettere in fila nel modo più vago che mi riesce i passi strettamente
necessari per arrivare al tavolo di Dick.
-Buon pomeriggio-Ariel. Ancora non sei partita-A quanto pare-Come mai qui, mi hanno detto che ti sei licenziata-Non sempre quello che dicono corrisponde alla concreta verità dei
fatti… E tu invece, sempre a studiare-Non è detto che se la mia testa è fissa sul libro, anche la mia mente lo
sia-Ma davvero, con tutta la nazione in subbuglio, tu pensi ancora a dare
esami. Mi piacerebbe avere il senso di responsabilità che hai tu-Ti va di accompagnarmi a fare una passeggiata-SicuroNon è ben chiaro dove ci stiamo dirigendo, forse una meta neppure
esiste, ma non riesco minimamente a preoccuparmene. Non capisco
perché, ma sono totalmente in subbuglio. La vicinanza di costui mi
provoca scompensi che, in effetti, non sono propri della mia
notoriamente sfrontata, saccente, impulsiva, menefreghista mentalità.
Mi sento strana, impacciata, la mia spontaneità si è volatilizzata e non
ho proprio la minima idea di quale possa essere la maniera per
riacchiapparla. Di solito stati di panico a questi livelli non sono propri
della sottoscritta, pertanto non so di che si tratta, pertanto non so come
regolarmi.
Inizio a sfuggirmi di mano.
Sarà grave?
166
(Boh)
Nessuno dei due sta parlando in maniera particolarmente sfrenata, c’è
aria di riflessione, mentre camminiamo in uno dei viali alberati che
dalla baia portano verso il centro – quell’agglomerato di strutture
stravaganti che ci ostiniamo a chiamare così. A dir la verità, la natura è
particolarmente potente qua, in questo periodo: la senti vivere,
esplodere, fremere irrequieta sotto i piedi e non puoi fare a meno di
sentirti felice…oddìo, se non altro di respirare a pieni polmoni (e la cosa
non può che farti bene).
-Io sono abbastanza felice di essere venuto a studiare qui, sai-Non avrei mai pensato che qualcuno potesse pronunciare una frase del
genere…studiare, qui poi…-Voglio dire, ci sono dei momenti meravigliosi da vivere, che non ho mai
trovato da nessun’altra parte…-In questi giorni…
…al tramonto…
…in strada…
…tra le sei e mezza e le setteLo abbiamo detto contemporaneamente, insieme nello stesso momento,
ci rendiamo conto? Sìì? Vero che sìì?
Frena.
Non vorrei passare per un’esaltata pagana e decadente, ossessionata
dal culto della natura (quale per altro indubbiamente sono), ma ci terrei
a spiegarVI che quelle apparentemente stupide, banali parole sono da
sempre uno dei miei manifesti esistenziali. Sono uno dei principali
motivi per cui qualche anno fa decisi - con l'insostituibile aiuto di En,
ovviamente - di non volare giù dall’ultimo piano di quel palazzo…
Sono una delle poche realtà in cui io realmente abbia mai creduto, sono
una fonte inesauribile di sensazioni che spesso hanno rappresentato
una speranza, uno stimolo, un appiglio. E non ho mai trovato nessuno
che, come me, se ne fosse accorto, che avesse avuto lo sguardo
sufficientemente sensibile da notarlo, che avesse mai nutrito tanta
emozione per uno stato del mondo.
Come me.
Come lui.
(…mi riaffiora alla memoria una scena di pochi minuti fa…
-Ariel-Mi dica, capo-Quello sì che sarebbe una bravo ragazzo da avere a fianco. Altro che
quegli animali a cui solitamente ti accompagni…Voi che dite, i segni del destino esistono ancora?)
-Dick-Cosa-E’ la prima volta che incontro qualcuno che ha visto qualcosa che io
vedo da anni e che nessuno, prima d’ora, sembrava aver notatoNon risponde.
Beh, riconosco che volendo farlo parlare questa non era certo una frase
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ad effetto appropriata. Ma potrei giurarVI, miei cari appassionatissimi
medioborghesi lettori, che è arrossito. Potrei esserne sicura, diciamo
all’ottantaquattro per cento - che non è male.
-Pensi sempre che non partirai-Ho degli obblighi, lo sai, non insistere, non mi tentare-Ma…mi era sembrato di capire che, se avessi trovato la compagnia
giusta…-Esatto. Se avessi. Ma non ho. Non ho un accidente di nessuno-Ma quella persona di cui mi avevi parlato-Nada. Nadie. Nunca. Andata-Va bene, ma…-Ma si può sapere che ti cambia se io rimango qui? Voglio dire, non te
ne verrebbe nulla, no? Se proprio lo vuoi sapere, l’unica persona con
cui mi piacerebbe andarmene adesso parte con un altro perciò ti
pregherei di non insistere, anche perché non capisco proprio tutta
questa smania da parte tua!-Perché io…io, perché io vorrei partire con teoddìo l’ho fatto, gliel’ho detto
avrei voluto trattenermi,
ma proprio non ce l’ho fatta
è stato più forte di me
non potevo lasciar correre l’ultima occasione disperatamente buona
e quando ho sentito quelle sei parole
uscire dalla mia bocca come un boato infernale
a livello tornado
era già troppo tardi
SOLO SEI PAROLE
TUTTA UNA VITA (futura).
Dick si è improvvisamente fermato, è davanti a me e mi guarda come se
avesse visto una fenice, una gorgone o che-ne-so-io. Forse vorrebbe
anche provare a parlare, ma non lo vedo molto agevolato alla cosa.
-Ariel-Eh?!?(Sono terrorizzata, si nota un po’, forse…)
-Da quanto tempo hai questa idea in testa-Dal giorno in cui ti ho incontrato al locale?!?-E’ la verità-Purtroppo sì, ma ne ho avuto la certezza solo questa mattina, quando
mi hai lasciato davanti alla mia casa e sono stata schiacciata, quasi
uccisa dal pensiero che non ti avrei mai più rivisto-Sei pienamente sicura di quello che hai detto-Per quale motivo non dovrebbe essere così-Mah…scegli tu: Pidduz, la dekappottabile di seconda mano, il rischio e
la trasgressione che non hai mai smesso di decantare da quando ci
conosciamo, il viaggio che cambierà la tua vita…-Esatto. Che cambierà la mia vita: e se partirò con Pid’ la cambierà
sicuramente in peggio. Se…se potessi partire con te, forse per me ci
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sarebbe ancora una speranza. Può darsi che questo a te non interessi,
ma io credo di aver il diritto di tentare-Ariel, tu hai un vaga idea di chi fosse la persona con cui sarei voluto
andare via-No. E preferirei non saperlo. Tu sei l’unica luce che vedo da qualche
tempo a questa parte, soprattutto adesso che Giagaàr mi ha portato via
BlueberryHo paura. Ho tanta paura di venire respinta, rifiutata, abbandonata
come tante altre volte, e di essere costretta a sprofondare nell’aura nera
della mia esistenza e concludere il disegno scellerato che il mio creatore
ha progettato.
Dick è basilare per me.
Io potrei essere accessoria per lui.
So di avere ancora alcuni preziosissimi istanti, prima del verdetto
finale: l’atmosfera è pregna di tensione, speranza e sconforto e in tutto
questo tripudio adrenaliniko c’è solo una realtà a cui posso appigliarmi
con tutta me stessa.
Il suo sguardo.
Non riesco a smettere di guardare i suoi occhi, di annegare
silenziosamente in quella sfumata amalgama mediorientale dei tratti del
suo volto. Lo trovo bello, affascinante in questo momento come poche
altre persone, sento un bisogno sfrenato della spontaneità delle sue
pupille, del candore del suo sorriso, della semplicità di tutta la sua
persona.
E’ il mio opposto.
Potrebbe essere il mio complementare.
Ma potrebbe essere solo l’ennesima, definitiva, letale, delusa illusione.
-Io credevo che fosse ovvio-Cosa?!-L’identità della persona che avrei voluto al mio fianco per questa
avventura-TI HO GIA’ DETTO CHE NON VOGLIO SAPERE QUESTO NOME
VUOI FARMI SOFFRIRE ANCORA O PENSI PIUTTOSTO DI
SOPPRIMERMI LENTAMENTE EH IO NON TI HO FATTO NIENTE DI
MALE TI STO SOLO SUPPLICANDO DI SALVARMI MA HO
ABBASTANZA DIGNITA’ (INCREDIBILE MA VERO) PER ALZARMI ED
ANDARMENE PRIMA DI CROLLARE DEFINITIVAMENTE SAI-Blueberry ti manca da morire, vero-Ho capito: hai deciso di sopprimermi lentamente…non ti facevo
tanto sadico ma accetto ugualmente. Me ne vado subito o devo
riman…-Ariel, rispondi alla domanda che ti ho fatto-Dì un po’, Blu’ è stata per quasi quattro anni l’unica madre, sorella,
complice, vera amica che io abbia mai avuto: secondo te quanto mi
manca?!? Eh, quanto?!? Doveva venire quel pupazzo di polistirolo con
gli occhi azzurri del tuo degno compare a portarmela via…e proprio
adesso, poi. Spero solo che lui abbia una vaga idea di come si assiste
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una mamma in attesa, perché se dovesse creare problemi a Blueberry e
alla piccola Ariel, io…-La piccola Ariel, hai detto-Sì- (Credo di essere diventata sufficientemente viola, ma non ne sono
certa)
-E’ la tua erede spirituale-Abbandona quel ghigno beffardo, perché è proprio così: quando io non
ci sarò più, lei prenderà il mio posto. Spero solo che sarà un po’ più
fortunata di me…ma i presupposti non sono dei migliori, devo dire-Ariel…-Che c’è? Vuoi farmi morire d’infarto, per caso? Non per fare pressione,
ma io avrei fatto una domanda e per il noto principio del “chiedere è
lecito – rispondere è cortesia” direi che qui ci manca qualcosa-…se tu mi lasciassi parlare…-IO?!? Se ti lasciassi parlare IO?!? Stai monologando da mezz’ora, sto
aspettando solo che tu mi chieda la mia taglia di pantaloni e il numero
di scarpe di Blu’ (rispettivamente quarantadue e trentotto, per ogni
evenienza) e io sarei quella che ti dovrebbe lasciar parlare?!?-…potresti scoprire che forse qualcosa di interessante da dirti ce l’ho
anche io-Ah sì? E magari il misteriosissimo nome della persona con cui saresti
voluto partire, no-Ehy, scommetti che se ce ne andiamo subito ritroviamo Blueberry
prima che partoriska-Sì, magari…cinque bigliettoni da dieci-Andata-Sì, anda…
come hai detto, prego?!? Ho capito bene?!?-Direi di sì: ci siamo appena giocati un cinquantino per vedere se
riusciamo a ritrovare la tua migliore amica prima che partoriska-Aha- (scusate il dettaglio pietoso e insignificante, cari i miei lettori
stupiti quanto me, spero, ma credo di non aver mai assunto
un'espressione ebete fino a questo punto)
-Questo vuol dire che se facciamo in tempo paghi tu, altrimenti pago io-Aha- (vedi parentesi precedente)
-E pertanto direi che meno tempo perdiamo, più possibilità ho di
vincere. E scusa se ti sto mettendo fretta…Forse Dick non si sta rendendo conto…anzi, no, ho sbagliato: forse
sono IO quella che non si sta rendendo conto.
Sto per partire.
È questione di minuti.
Con Dick.
Per ritrovare Blueberry.
…Pid’ è uscito dalla mia vita…
A questo punto, dovrei iniziare ad urlare dalla gioia, saltare come una
matta, abbracciarlo magari. Ma per fortuna o purtroppo che sia, riesco
solo a rimanere perfettamente immobile, a guardarlo intensamente
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negli occhi e a mormorare
-Grazie…- senza neppure avere la certezza che lui mi abbia sentito.
-Credo di dover essere io quello che ringrazia te-Prego?!?-Se tu non mi avessi parlato, io non avrei mai pensato di andarmene.
Se tu non mi avessi chiesto di partire, io non avrei mai avuto il coraggio
di farlo. Se tu non fossi entrata nella mia vita, io forse non avrei mai più
osato niente. E invece sei arrivataSono il suo opposto.
Sono il suo complementare.
Dick mi stringe la mano, così delicatamente e con un’intensità tale da
farmi mancare il respiro e dal calore che sento dentro, dalla leggerezza
che mi ha invaso il cervello…
…beh, ragazzi, stavolta VE lo garantisco: Ariel si è innamorata – e non
ha mai provato una sensazione così meravigliosamente intensa in vita
sua.
(anche meglio di una canna…forse)
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= Epilogo =
Probabilmente fu a quel punto che Ariel riuscì a capire. Probabilmente
fu proprio allora che ebbe la certezza che alla fine sì, ce l’aveva fatta,
che ogni ponte con il suo disastrato, grottesco, epico passato stava per
crollare, che poteva fare a meno di cedere alla subdola influenza
dell’angelo nero con la dekappottabile di seconda mano.
Fu allora che ogni connessione saltò e dentro di lei rimase radicata per
diversi momenti la sicurezza del totale abbandono nelle braccia di Dick.
Per la prima volta dopo tanto tempo, riusciva a sentirsi a casa. E,
paradossalmente, proprio all’alba del suo più grande viaggio.
Nella totale euforia del momento, riuscì a tirare fuori dal cilindro
magico solo strani sorrisi e sospiri profondi.
Ma dopo poco, sotto forma di una vivace Camel lights che saggiamente
Dick aveva pensato di chiedere al primo che passava, tornò la luce,
tornò la calma, tornò ad apparire chiara, nitida, maestosa la clamorosa
voglia di raggiungere l’Ovest.
E il prima possibile.
Con il cuore che pompava quanto i bassi di un locale di tendenza, Ariel
tornò a casa, arraffò le prime quattro o cinque cose che le parvero
indispensabili e uscì nuovamente correndo. Sapeva che probabilmente
non avrebbe mai più rivisto quella casa, ma in silenzio le aveva
promesso che ne avrebbe sempre portato con sé il ricordo.
Tornò al locale, giù alla baia, e decise di non avere il tempo materiale
per ripercorrere tutti i momenti significativi che aveva trascorso lì in
passato. Si limitò a richiamare la sera in cui si era messa con Fb, la
prima volta che aveva baciato Meck e l’abbraccio più affettuoso che El
Che le avesse mai dato in tutta la sua vita. Poi si fermò: avrebbe potuto
piangere e non voleva.
Senza farsi vedere, sbirciò all’interno. C’erano un paio di bambini che
giocavano a flipper, un gruppo di vecchietti assonnati, c’era Juppy che
in un angolo litigava con SweetAngel e poi c’era Pidduz che, con in
mano una bottiglia di Dudemon, baciava volgarmente una sconosciuta.
-Dick, per favore, va’ dentro a chiamare il capo…non vorrei entrareLui entrò nella penombra del locale e dopo un attimo era di nuovo fuori
con il capo. Salutò e cercò di sistemare i bagagli in macchina.
-Ariel, alla fine te ne vai sul serio-Perché, dubitava-Avete preso tutto-Tutto quello che ci serve. Colori, pennelli, bombolette, carta e penna,
la musica, qualche soldo e le mie Camel lights. Per il resto non ci serve
altro…bastiamo noi due-Su questo non ho dubbi, a me sei sempre bastata persino tu da sola-Capo, è inutile che fa il simpatico…tanto me ne vado lo stesso-
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-E non insisterò. Non sono tuo padre, ma mi permetto di dire che quella
che stai per fare è forse la prima azione sensata della tua vita (o quasi).
Stavolta ti è andata veramente bene-Chissà…forse un po’ me lo meritavo-Tornerai-Non lo so. Preferisco pensare che un giorno vedrò arrivare lei da me-E allora corri, prima io che decida di venire con voi-Capo-Cosa-Lo vede che in fin dei conti lei mi ha sempre voluto bene?-E tu hai sempre voluto avere l’ultima parola. Ma stavolta te la lascio
volentieri, è l’ultima davveroAriel e Dick salirono in macchina, salutarono ancora una volta e
imboccarono la statale mentre dalla radio la voce di Eric Burden degli
Animals urlava:
“In this dirty old part of the city
where the sun refuses to shine
people tell me there ain’t no use in tryin’
my little girl you’re so young and pretty
and one thing I know is true
you’re gonna die before your time is through
we gotta get out of this place
if it’s the last thing we ever do
we gotta get out of this place
there’s a better life for me and you
you know it babe and I know it too…”
Prima di andare definitivamente incontro ai suoi sogni, seduta accanto
al ragazzo che (l’)amava, Ariel si girò a guardare il capo che era rimasto
sulla soglia…agitava un braccio e sembrava quasi che dicesse:
Arrivederci
Ragazzina
Indimenticabile
Esasperante
Luminosa.
= FINE =
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