non ha prezzo
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presso pizzeria da Mario presso pizzeria da Mario Caldo e afa, Tavolo Giovani: guida alla Ex Domenichelli? Ma anche no sopravvivenza pag pag 6 3 music & drinks dal mercoledì alla domenica apertura da primavera a estate DEGUSTAZIONE VINI 430 posti a sedere interni e 180 esterni venerdì aperto fino alle 3,00 • sabato aperto fino alle 4.30 domenica, martedì, mercoledì e giovedì aperto fino alle 2 lunedì chiuso SERATE JAZZ SERATA TEMA SERATA D’ARTE Viale Italia, 191 • 36051 Creazzo (Vi) • tel. 0444522215 430 posti a sedere interni e 180 esterni SANGRIA PARTY Nuova Aim, rivoluzione azzoppata pag 10 venerdì aperto fino alle 3,00 • sabato aperto fino alle 4.30 domenica, martedì, mercoledì e giovedì aperto fino alle 2 lunedì chiuso MOJITO PARTY MUSICA DJ Viale Italia, 191 • 36051 Creazzo (Vi) • tel. 0444522215 Viale Italia, 191 • 36051 Creazzo (VI) • tel. 0444 522215 music & drinks dal mercoledì alla domenica apertura da primavera a estate DEGUSTAZIONE VINI SERATE JAZZ SERATA TEMA SANGRIA PARTY MOJITO PARTY MUSICA DJ SERATA D’ARTE Viale Italia, 191 • 36051 Creazzo (VI) • tel. 0444 522215 n° 158 18 luglio 2009 euro 0,50 Fatti, personaggi e vita vicentina Direttore responsabile Luca Matteazzi La libertà non ha prezzo flickr.com/saebaryo Appello per ribadire i valori del No al Dal Molin E per fare della battaglia sulla Ederle2 una prospettiva per il futuro della città. E non solo MONDO TAPPETO VICENZA Via Quadri, Parco Città n.17 Importazione diretta dalla Persia Tel. 0444 317212 Per appuntamenti fuori orario chiama: 320 4140629 Prova a domicilio senza nessun impegno VENDITA – RESTAURO – LAVAGGIO Ciàcole A Sottosopra vete mai sentito parlare di “Fil”? E avreste mai immaginato che in Costarica si vive meglio che in Europa? Non preoccupatevi, siete in buona compagnia. Il “Fil” è l’indice di Felicità Interna Lorda, ed è protagonista di una classifica molto particolare elaborata da un’organizzazione non governativa inglese e pubblicata da vari quotidiani negli ultimi giorni. Gli economisti e i sociologi che ci hanno lavorato invece di prendere il Pil come riferimento del benessere di una nazione, cioè invece di basarsi su produzione, consu- mi e fatturati, hanno scelto di guardare altrove: calcolando l’impronta ecologica (la quantità di suolo che è necessaria per garantire il livello di vita di una comunità), l’aspettativa di vita, e il grado di soddisfazione degli abitanti. In pratica, ambiente pulito contro petrolio, tempo libero contro produttività, sobrietà vivere contro consumismo. I risultati sono sorprendenti: in cima alla graduatoria c’è il Costarica, dove il 99 per cento dell’energia viene da fonti rinnovabili e l’85 per cento della popolazione si dichiara felice. Seguono altri nove stati dell’America Latina, e molte nazioni al di sopra di ogni sospetto. L’Occidente ricco e sviluppato, in questa graduatoria, è molto indietro, penalizzato soprattutto da un’impronta ecologica insostenibile, mentre in fondo ci sono le nazioni più povere dell’Africa. L’Italia è dopo la settantesima posizione. Sarebbe interessante sapere come si colloca il vicentino, che si vanta spesso di avere un Pil superiore a quello di intere nazioni. Ma che sull’indice di felicità potrebbe avere qualche brutta sorpresa. Vicenza Contrà F. del Gambero, 26 0444 545378 il buon gelato artigiano il fatto arena VerOna Foto Fainello L’anagrafe delle fragilità proposta dopo la torrida estate del 2003 è un fantasma. Ma la rete di Comune, Ipab e Ulss è pronta a intervenire. Dai condizionatori ai numeri di pronto intervento, ecco cosa fare quando il solleone picchia duro 87° F e S T i V a l giugno 19, 27 luglio 2, 9, 14, 18, 23, 30 agosto 2, 13, 20, 23, 25, 28 giugno 20, 25, 28 luglio 4, 12, 16, 22, 26, 28, 31 agosto 5, 8, 16, 18, 21, 27, 30 giugno 26 luglio 3, 10, 17, 29 agosto 4, 7 luglio 11, 15, 25 agosto 1, 6, 14 24 luglio Serata di Gala con agosto 15, 19, 22, 26, 29 Carmen aida TurandOT il BarBiere di SiViglia PlaCidO dOmingO TOSCa In caso di necessità la Fondazione Arena di Verona si riserva il diritto di modificare il presente programma Info: w w w. a r e n a . i t - ( + 3 9 ) 0 4 5 8 0 0 51 51 Sponsor ufficiali 3 pag Caldo e afa, istruzioni per l’uso di 19 giugno - 30 agosto 2009 158 del 18 luglio 2009 numero Major Partner di Andrea Fasulo Q CHiaMa PER sCoPRiRE i nuoVi aBBonaMEnti 2009 tutti i comuni si sarebbero dovuti uest’anno si è fatta attendere dotare. Un mezzo utile ad “agganun po’ più del solito, ma è baciare” all’attenzione dei servizi stato qualche giorno di afa e temsociali e delle strutture sanitarie perature over 30° per far scattare chi potrebbe aver bisogno di indi nuovo l’emergenza caldo. I temterventi rapidi e mirati. A tutt’ogporali che fino a poche settimane gi però, come rileva fa rinfrescavano l’aria, un articolo apparso provocando in alcunei giorni scorsi sulni casi anche danni le pagine del Corrieconsiderevoli, semre della Sera, questo brano già un ricordo, strumento è preseni termometri salgono C’è un numero te in solo la metà dei fino a toccare i 34-35 attivo circa 8.000 comuni gradi, e si torna subito italiani. A Vicenza a parlare di allerta e dalle 7 alle 24 esiste già da qualche caldo africano, anche per qualsiasi anno un piano “Estase per il momento sia- evenienza te sicura”, che viene mo distanti dalle conrinnovato anche in dizioni della torrida questo 2009, ma di estate del 2003, con “anagrafe delle fragilità” neanche 15.000 decessi causati dal caldo l’ombra. Tanto che nè l’assessore in Francia e 7.000 nel nostro paecompetente nè i dirigenti dell’asse. Proprio allora, sulla scia delle sessorato avevano avuto notizia polemiche, il ministro della Salute della sua esistenza. Una circolare Girolamo Sirchia predispose un persa per disattenzione sotto pacpiano per limitare gli effetti della chi di fogli? Colpa dei precedenti calura sulle fasce di popolazione amministratori che non hanno più esposte a rischi. Molti ricorderecepito nè trasmesso alcunchè ai ranno come vennero accolti, con successori? Tutto molto più semforti perplessità e in qualche caso plice, come spiega l’assessore alla battute ironiche, gli inviti rivolti famiglia e alla pace Giovanni Giuagli anziani a trascorrere i pomeliari dopo un controllo sulle diretriggi in centri commerciali e supertive impartite dal viceministro con mercati dotati di aria condizionata delega alla Salute Ferruccio Fazio. o presso le caserme dei vigili del “Il ministero chiede che i comuni fuoco. Ma quelle trovate estempotrasmettano entro il primo aprile ranee nascondevano anche qualche alle autorità sanitarie l’elenco deliniziativa più strutturata. le persone con più di 65 anni. Ma questi sono dati che da noi l’Ulss L’anagrafe dimenticata aggiorna di routine, per poi coorIl piano Sirchia prevedeva infatti dinarsi con la Regione”. un’”anagrafe delle fragilità”, sorta di elenco degli anziani e persoIl piano “Estate sicura” ne più a rischio stilato sulla base Al di là dell’anagrafe, il Comune di dell’età e della storia clinica, di cui Vicenza si è preparato ad affrontare l’emergenza caldo grazie ad una rete assistenziale consolidata: “Il comune monitora costantemente la situazione degli anziani a rischio attraverso il servizio sociale e le strutture dell’Ipab” spiega l’assessore. Tutte le segnalazioni di intervento vengono smistate da un call-center. Chiamando lo 0444221020, attivo tutti i giorni dalle ore 7,00 alle 24,00 fino al 31 agosto, un operatore sarà già in grado di attivare le necessarie misure. Ci si metterà allora in contatto con la struttura ospedaliera per un’emergenza sanitaria. O si attiveranno Aim e Amcps per piccoli interventi di manutenzione nelle abitazioni: “Ma consigliamo anche di frequentare i nostri centri diurni, che sono dotati di climatizzazione. Poi si può accedere, sempre grazie all’Ipab e a Federfarma, alla consegna a domicilio dei pasti o dei farmaci. Questo per evitare che le persone anziane siano costrette ad uscire di casa nelle giornate più calde” aggiunge Giuliari. Il comune dispone inoltre di 40 condizionatori che possono essere concessi in comodato d’uso per tutta l’estate a chi, abitando nelle case popolari, ne facesse richiesta. Poi ci sono convenzioni con le piscine comunali per offrire tariffe agevolate a chi dispone di un reddito inferiore ai 20.000 euro. Pochi interventi, tanti consigli “Estate sicura” è un’iniziativa che dura ormai da diverso tempo ma che, secondo i dati forniti dall’assessore, non sembra dover venire incontro ad un gran numero di di calore. Probabilmente faremo in richieste: ogni anno una trentimodo di liberare posti letto in alna, quest’anno fino ad ora solo 10 tri reparti per averne un numero gli interventi. Ma se la situazione più adeguato” dice il primario del dovesse aggravarsi? “Se avessimo pronto soccorso cittadino Vincendavanti 2 o 3 settimane di caldo zo Riboni. “Le raccomandazioni intenso dovremmo alzare la soglia sono più o meno di attenzione. Ma siasempre le stesse: mo in ogni caso pronti bisogna stare a riad affrontare la cosa, poso, non uscire tanto più che ogni anno nelle ore più calde, il servizio viene miglionon creare situaziorato”. Anche in ospeda- Riboni: di disidratazione. le ogni anno si devono “Ci si preoccupa ni Quindi bere acqua e fare i conti con i sempre mangiare alimenti numerosi casi di malo- anche troppo. facilmente digeribire dovuti alle tempera- Noi siamo li, preferibilmente ture africane. E spesso pronti” frutta e verdura”. E il pronto soccorso è la famosa “anagrafe il primo approdo. Ma delle fragilità”? Alla quest’anno sarà diverUlss se ne è mai parlato, visto che so dal solito? “Ogni anno ci si prel’input viene dal viceministro alla occupa eccessivamente per il caldo Salute? “Non ne conoscevo l’esio per il freddo. Noi manteniamo stenza, ma mi sembrerebbe uno come al solito alto il nostro livello strumento valido” commenta il di attenzione. Siamo già pronti ad primario. affrontare i vari scompensi o colpi www.vicenzapiu.com Direttore Responsabile LUCA MATTEAZZI [email protected] Editore MANY MEDIA SRL via Btg.Monte Berico, 34 Vicenza tel. 0444 923362 fax 0444 926780 Redazione corso Btg. Monte Berico, 34 (VI) tel. 0444 923362 fax 0444 926780 [email protected] ALESSIO MANNINO [email protected] PAOLO MUTTERLE [email protected] Collaborano: ANDREA ALBA ALBERTO BELLONI MARTA CARDINI FRANCESCO CAVALLARO FEDERICA CEOLATO GIULIANO CORÀ FRANCESCA DANDA FRANCESCO DI BARTOLO ANDREA FASULO GIOVANNI MAGALOTTI MATTEO RINALDI GIULIO TODESCAN Pubblicità PRIME SPACE S.A.S via Btg. Monte Berico, 34 (VI) tel. 0444 923362 fax 0444 926780 [email protected] Giornale chiuso in redazione alle ore 12,00 di giovedì 16 luglio 2009. Stampa centro stampa editoriale srl Via Del Lavoro, 18 36040 Grisignano di Zocco (vi) tel. 0444 414303 Autorizzazione Tribunale di Vicenza n. 1181 del 22 agosto 2008 Copyright: Le condizioni di utilizzo dei testi e delle foto sono concordate con i detentori. Se ciò non è stato possibile, l’editore si dichiara disposto a riconoscere il giusto compenso. VicenzaPiù si avvale di opere d’ingegno (testi e fotografie) distribuiti gratuitamente con le licenze Creative Commons “Attribuzione” e “ Attribuzione - Non opere derivate”. Ringraziamo tutti gli autori che ci permettono di utilizzare i loro lavori segnalando il nome o il link ad un loro spazio web personale. Per maggiori informazioni: www.creativecommons.it primo piano 158 del18 luglio 2009 numero 4 pag primo piano 158 del18 luglio 2009 numero Appello urbano, compensazioni viarie e ambientali, eventualmente un eliporto (sic). Volendo trovare un paragone, sarebbe come accettare di essere espropriati di una parte della propria abitazione per farci un bunker zeppo di armi chiedendo come consolazione di imparare meglio la lingua di chi ci si andrà ad appostare, una nuova strada per meglio collegarlo all’esterno e qualche alberello lì vicino per abbellire il panorama. Senza neppure porsi il dubbio se il legittimo padrone di casa abbia la possibilità di dire no, visto che è casa sua. Ma è il sottile ricatto politico e morale il vero male oscuro che si cela dietro un’iniziativa ammantata di amore per la “pace”. Se non ti adegui al fatto compiuto calato dall’alto, non sei per la pace. Ergo, sei un violento. Anche Martin Luther King era cocciuto nel non adeguarsi all’apartheid in America, anche Gandhi nel non volerne sapere del colonialismo inglese. Secondo la logica distorta dei pacificatori alle vongole, anche loro erano violenti. Ma cos’è la “pace”, per una cittadina di provincia come Vicenza? Secondo lorsignori, assenza di dialettica, di polemica, di confronto/scontro fra punti di vista opposti. In pratica, perseguire coerentemente il rifiuto ad un’imposizione - frutto di esigenze straniere dato che la nuova base non è italiana né è utile in alcun modo alla difesa nazionale - equivarrebbe ad essere contrari alla “pace”. Una pace che assomiglia molto alla soppressione del libero, anche acceso, conflitto fra opinioni diverse. Una pace da cimitero. Il cimitero della democrazia, in cui ogni opinione, dalla più sull’economia industrial-capitalista, sempre più in mano ad invisibili burattinai (la finanza delle banche, che tiene in ostaggio lavoratori, imprenditori, tutti), che per sopravvivere deve inseguire senza sosta la crescita infinita: produrre per consumare, consumare per produrre, vivere per lavorare, lavorare per produrre, in un circolo vizioso masochista e insensato. Questo gioco al mas- eterodossa alla più comune, e in particolare quella delle minoranze, dovrebbe invece avere piena cittadinanza e libertà effettiva di esprimersi. Ma i “pacifinti” insistono: chi si ostina nel No al Dal Molin commette il grave peccato di “ideologia”. Cos’è l’ “ideologia”? In senso letterale, è una visione del mondo. Nel senso spregiativo corrente, di derivazione marxiana, è la copertura astratta di interessi concreti (gli affari, l’economia). Ora, coltivare un’idea della società è tutt’altro che un delitto: è l’abitudine che l’uomo ha da millenni per spiegarsi il perché delle cose e per conferire un senso alla propria esistenza. E infatti ogni società possiede, come puntello al proprio ordine interno, un’ideologia. Anche la nostra ne ha una. Nell’Occidente con capitale Washington l’ideologia dominante è il modello di sviluppo imperniato sacro ha portato l’Occidente ad estendere il proprio dominio economico e commerciale a quante più parti del globo (globalizzazione). La globalizzazione, per alimentarsi, ha bisogno di conquistare sempre nuovi mercati, importando ovunque mette piede la way of life di cui gli Usa sono i campioni e gli armigeri (“lavora, consuma, crepa”). Di qui la necessità di convertire quei popoli che vi resistono con le buone o con le cattive. Cioè con la guerra. Ovvero coi soldati stipati nelle basi come la Ederle 2 vicentina, da cui partiranno, come già succede con la Ederle 1, i parà ingaggiati con la missione di “esportare la democrazia” in Afghanistan e Iraq. Cos’è la “democrazia”? Secondo i suoi acritici fautori, è il sistema in cui il cittadino assegna una cambiale in bianco ad un partito, che, si badi bene, per essere pie- namente riconosciuto deve riconoscersi nel pensiero unico obbligatorio, l’ideologia dell’Occidente “buono”. Sottinteso: tutti gli altri sistemi di governo, tutti gli altri modi di vivere sono, va da sé, cattivi, retrogradi, incivili, primitivi. E tutti coloro che in Occidente si azzardano a mettere in discussione questo dogma, sono estremisti, facinorosi, intendenti col nemico. Di qui la guerra culturale contro l’Islam, ad esempio (ma solo quando fa comodo: lo stato islamico più illiberale, antidemocratico e per giunta misogino, ma alleato di ferro degli Stati Uniti, l’Arabia Saudita, gode di ottima stampa da noi, cioè non se ne parla mai, mentre i Talebani afghani, irriducibili nel voler restare estranei al nostro mondo, sono dipinti come mostri disumani). In realtà, la nostra democrazia non rispetta i suoi presupposti. Non è democrazia. O lo è forse uno Stato che non tiene conto della volontà della popolazione, e che le vieta perfino di dire la sua sulla sua terra? Fa l’interesse del nostro popolo un regime, governato dai berlusconi o dai veltroni fa lo stesso, assuefatto alla balorda continuità Nato (a che serve, se il Patto di Varsavia non esiste più?), dell’alleanza-sudditanza con gli Usa (a quando un’Europa indipendente?), dell’occupazione da parte di un esercito straniero (quando scade il mutuo per averci liberato dai nazisti)? E’ democrazia una conventicola di partiti autoreferenziali che concede, bontà sua, lo zuccherino delle elezioni per poi farsi gli affari propri e gli affari di chi li manovra e li foraggia, cioè banche, industrie assistite, lobby criminali? Per essere una vera democrazia, deve esserlo fino in fondo. Perciò io, libero cittadino, posso battermi finchè voglio, resto contro fino a quando non cambio idea e, se le anime belle consentono, odio chi mi pare. Perché il bene più importante non è che tutti ce ne stiamo zitti e buoni per non disturbare il manovratore. Non è, come nel caso del Dal Molin, anestetizzare il dissenso, che dà fastidio a chi ci guadagna (o potrebbe guadagnarci). Non è, gratta gratta, l’unica preoccupazione dei benpensanti: il dio Denaro, l’unico dio. Il valore più prezioso è la dignità, impalpabile e non monetizzabile. E la dignità non è merce contrattabile. L’unico patto che Vicenza deve prendere con sé stessa è fare da Alessio Mannino Marco Milioni Per firmare l’appello potete andare su www.vicenzapiu.com flickr.com/ChiBart “pacificazione” il mettere la mora lotta è la vita stessa, dicedacchia allo scontro d’idee, sale va Eraclito. Quella che negli della democrazia. ultimi anni ha animato Vicenza Prendiamo ad esempio la recente contro il diktat di Roma, che per lettera aperta alla città intitolata compiacere l’alleato-padrone Usa “Patto per Vicenza”, firmata da ha avallato la costruzione di una tre associazioni rappresentate da nuova base americana, è stata una Ubaldo Alifuoco, Mario Giulianabattaglia di civiltà. Perché investe ti e Franco Figoli. I tre alfieri del tre princìpi cardine: l’autodetertrasversalismo (di cui il terzo è minazione popolare, la coerenza praticamente sconosciuto ai più, con le regole della democrazia e mentre Alifuoco è un ex sindacasoprattutto il rispetto per sé steslista Cgil fattosi portabandiera del si, la dignità. Il no al Dal Molin mercato purchessia e a stelle e strisce è Giulianati un sociaun no nobile e idealista di lungo corso le perché giusto per oggi berlusconiano principio. E i princìpi osservante) hanno non hanno prezzo, lanciato una manciané ammettono conta di proposte “opetropartite. L’uomo Pacificare? rative” con l’intento moderno venderebbe di “pacificare” gli anche la madre (la Nessuna pace animi dopo quattro terra su cui è nato o se la dignità anni di scontro base grazie alla quale vive) è in pericolo sì/base no. Il merito pur di farci quattrini. è di una pochezza diL’occidentale, l’itasarmante. Per ripaliano, il vicentino che rare il danno del raddoppio (non vive all’insegna del motto “lavora, “allargamento”, come si sente dire consuma, crepa” è uno straccioipocritamente) della presenza Usa ne pronto a contrattare qualsiasi a Vicenza, si caldeggiano scambi cosa, anche la dignità, per arricculturali e gemellaggi scolastici e chirsi e rannicchiarsi nel quieto universitari, una base per la Provivere. Deride gli ideali chiamantezione Civile a fianco di quella doli ideologie, bolla le idee non del Pentagono, infine un bosco conformi come violente, chiama flickr.com/army mil L flickr.com/zingaro Dopo quello di Alifuoco-Giulianati-Figoli (pubblicato sul GdV e sulla Domenica dell’11 luglio), ecco un contro-patto da sottoscrivere per smascherare le falsità sul No al Dal Molin. E ragionare per fare della battaglia sulla Ederle 2 una prospettiva per il futuro flickr.com/Mario Mazzardo alla dignità di Vicenza apripista ad una battaglia d’idee che va al di là del Dal Molin: liberare l’immaginario dalle falsità del pensiero unico. Anzitutto, chiamando le cose col loro nome (e smascherando chi bara sulle parole). In prospettiva, ripensare il nostro modello di vita. Per tornare ad averne uno più umano, e non, come ora, schiavo di un benessere fasullo e precario che si sostiene sulle bombe intelligenti e sulle guerre “democratiche” dell’America e dei suoi lacchè. Facendo appello all’autodeterminazione di cittadini sovrani, che i buoni samaritani vorrebbero barattata per una “pacificazione” da sudditi svenduti, col contentino di un patetico “bosco urbano”. Questo pur di far felici lo Zio Sam che fa i suoi porci comodi a casa nostra, i governi di destra e sinistra che gli fanno da tappezzeria, e i costruttori amici degli amici (coop ex rosse, palazzinari locali) che ci fanno la cresta sopra. Il tutto con l’aureola della democrazia “rappresentativa”, truffa clamorosa che altro non è che l’involucro legittimante di uno sviluppo che non sviluppa più niente ma al contrario divora l’ambiente, la sovranità, la libertà di pensiero, l’indipendenza dei popoli e la nostra stessa vita. 5 pag Il commento Il Dal Molin e l’inversione di rotta Dell’appello lanciato dal nostro redattore Alessio Mannino e dal giornalista e blogger freelance Marco Milioni condivido molti punti. Soprattutto ne condivido l’impostazione di fondo: la costruzione della nuova base è figlia di un sistema economico e sociale basato su consumismo esasperato e su produzione spinta all’eccesso e sostenuta (anche) a forza di bombe. E il no al Dal Molin è quindi un no di principio, non monetizzabile e non compensabile (anche se chi amministra ha il dovere di cercare di trarre il massimo per la comunità anche nelle situazioni peggiori). Se però l’appello firmato da Alifuoco, Giulianati e Figoli volava troppo basso – il bosco urbano, la base per la protezione civile, l’eliporto, gli scambi culturali -, quello lanciato da Mannino e Milioni pecca forse dal lato opposto. Fa un’analisi complessiva del sistema che porta al raddoppio della Ederle, ma lascia Vicenza sullo sfondo, senza mettere sul piatto proposte concrete. Comprensibile, visto che l’intento era quello di ribadire la contrarietà di principio alla nuova base Americana, una contrarietà che esclude in partenza l’idea stessa delle “compensazioni”. Ma se il caso Dal Molin vuole diventare la base per un ripensamento del nostro modello di vita, è necessario cominciare a ragionare anche su scelte che tocchino da vicino la città. Io ne suggerisco tre, senza pretesa che siano le migliori, le più importanti o le uniche. - Il territorio. Il caso Dal Molin è l’ennesimo esempio di abuso del territorio. Lo abbiamo scritto e documentato più volte: nel Vicentino, come in tutto il Veneto, si è costruito molto, anzi troppo, e molto spesso in modo dissennato. Ci sono più case di quelle che servono, più capannoni di quelli che vengono utilizzati, e nonostante questo si continuano a progettare nuovi insediamenti. È ora di dire basta, e di ragionare intorno a limiti seri e rigorosi al consumo di suolo e alle nuove edificazioni, in tutte le fasi della pianificazione, dalla AI RISTORANTE PIZZERIA Specialità pesce e carne - Sale per banchetti e cene aziendali 36100 VICENZA - S.S. Pasubio, 2 Tel. 0444 564 790 - Chiuso il Martedì Regione in giù. - La mobilità. Insieme a quello del Dal Molin viene portato avanti il progetto della tangenziale nord. Sottointeso: per assorbire un volume di traffico che continuerà ad aumentare. Vero, ma il problema non dovrebbe essere quello di reggere un traffico sempre più caotico e convulso, quanto quello di cominciare a diminuire il numero di auto in circolazione. L’auto è una gran comodità, nessuno lo discute, ma se la si guarda da un punto di vista collettivo è un disastro, con costi ambientali, sociali ed economici enormi. Io credo che l’idea di una città senza auto, o in cui l’uso dell’auto sia davvero ridotto al minimo, non sia un’utopia, e che il risultato sarebbe una città in cui si vivrebbe meglio. E in cui, forse, si potrebbe fare a meno di opere costosissime e dall’impatto enorme. - La partecipazione. La nostra democrazia è sempre più formale, e il Dal Molin ne è un caso esemplare. Un governo nazionale può imporsi sulle comunità locali, ma dovrebbe almeno avere la decenza di spiegare, motivare e illustrare nei minimi dettagli quello che ha intenzione di fare. Tutte cose che con la Ederle2 sono mancate completamente. Invece la partecipazione e la condivisione delle scelte, dovrebbe essere uno dei cardini della vita amministrativa, anche qui, a tutti i livelli. Idee troppo generali? Forse sì. Ma sono solo un punto di partenza. E in ogni caso me la cavo citando un autore apprezzato anche da Mannino e Milioni. “I compromessi possibili sugli strumenti della transizione non devono far perdere di vista gli obiettivi sui quali non si può transigere – scrive Serge Latouche in uno dei suoi ultimi libri -. Si possono immaginare diversi scenari di transizione dolce. L’importante comunque rimane il cambiamento radicale di rotta”. Possiamo discutere sul come, ma cominciamo ad invertire la rotta. Luca Matteazzi 158 del18 luglio 2009 focus numero 6 pag Non solo centro sociale ché non va in porto il progetto per viale Milano – ragiona Furegon -. Va bene, ma perché non partiamo dal far vivere quello che c’è già in città: ci sono moltissime realtà, dalle associazioni alle scuole ai gruppi informali, che tengono in piedi attività e iniziative, e a cui basterebbe un po’ di sostegno in più per fare più tranquillamente il loro lavoro. In quasi ogni quartiere c’è una ludoteca, o un centro giovanile, o un oratorio: facciamoli vivere davvero, e forse si scopri- La tavola dei giovani 158 del18 luglio 2009 focus numero cui fa eco Matteo Celebron.: “È in una struttura bellissima, con un servizio ben gestito e bene organizzato, si può fare affidamento su quella”. Oppure altre sale disponibili nei quartieri. “Per me un’idea potrebbe essere quelle di creare una sorta di oratori laici – aggiunge Lorenzo Comparin, presidente del gruppo giovani di San Pio X (il gruppo che organizza Spio rock) ed esponente del coordinamento delle feste rock - . Con i biliardini, le freccette, le carte, la possibili- L’assessorato alle politiche giovanili lancia ViLab, la consulta dei giovani. Dal centro per ragazzi (“Potrebbe anche non servire”) alla mobilità (“Dateci gli autobus per la discoteca”), ecco la voce dei ragazzi di Luca Matteazzi | La presentazione di ViLab B us a prezzi scontati per andare in discoteca senza rischiare la patente e la vita, futuro centro giovanile (attenzione, non chiamatelo centro sociale!), tornei di calcetto all’ombra della Basilica e feste d’istituto nel nuovo teatro. Alcune sono proposte già discusse e quasi pronte, altre sono solo idee appena abbozzate. Di certo c’è che ViLab, il nuovo tavolo di lavoro promosso dall’assessorato alle politiche giovanili, in appena un paio di mesi di attività ha già cominciato a mettere un bel po’ di carne al fuoco. L’iniziativa, partita da un’idea dell’assessore Alessandra Moretti, raccoglie una ventina di rappresentati del mondo giovanile vicentino. C’è chi viene dal mondo della politica e dei partiti (Sinistra Democratica, il Pd, il Pdl, la Lega Nord, l’Italia dei Valori, le civiche come Vicenza Capoluogo e la lista Variati), c’è chi porta la voce delle associazioni e delle cooperative ArciRagazzi, Scout, Associazione Noi (quella che gestisce gli oratori), cooperativa il Mosaico, i gruppi delle feste rock, Aster3, le associazioni dei migranti – e c’è chi viene dall’esperienza della scuola, come i rappresentanti degli studenti delle superiori e dell’università. Tante anime, tanti punti di vista, che ora hanno un tavolo dove confrontarsi e da cui far sentire la proprio voce. Non sarà facile, e i primi ad esserne coscienti sono proprio loro. Tanto per fare un esempio, uno dei primi ostacoli da superare sarà quello di trovare un metodo di lavoro condiviso tra chi vorrebbe un’organizzazione più gerarchizzata (con sottocommissioni e votazioni a maggioranza), e chi, invece, propende per la discussione ad oltranza fino al raggiungimento di una proposta condivisa da tutti. Può sembrare una questione di poco conto, ma a volte è proprio Aim, di solito molto poco utilizzate. “Non c’è stato il tempo di organizzarla – spiega Marco Furegon di ArciRagazzi -, però questo potrebbe essere una soluzione per tutti gli eventi culturali della città: e non avrebbe valore solo per la prevenzione degli incidenti, ma anche per la riduzione del traffico e dell’inquinamento”. Meno alcol, Dai ragionamenti sul più taxi Ci sono bus navetta sono nate Spostarsi la sera in poi altre idee, sempre modo sicuro, rapido e posizioni in tema di trasporti e possibilmente econo- molto diverse: viabilità, soprattutto mico è un problema riusciranno a notturni. “Si potrebbe con cui tutti i ragazzi, trovare pensare ad un serprima o poi, si trovizio di prontobus vano a dover fare i un’intesa? – aggiunge Matteo conti. Non è un caso Cocco, ex rappresenche uno dei primi tante del liceo Quaargomenti discussi al dri ed esponente della consulta tavolo del Vilab sia propri quello provinciale degli studenti -, cioè di della mobilità. È stata lanciata, ad autobus a chiamata per spostare esempio, la proposta di creare un gruppi di giovani verso le zone dove servizio di bus navetta per le feste ci sono i locali serali. Qua in città rock, che tra l’altro aderiscono alla se vuoi andare in discoteca a piedi campagna “Meno alcol, più gusto”, hai almeno mezz’ora di strada da magari spostando alcuni autobus fare, per forza si usa la macchina. dalla corse delle linee notturne di su bucce di banana come questa che rischiano di scivolare anche le iniziative migliori. Per il momento, comunque le buone intenzioni non mancano. E nemmeno le proposte, almeno da quello che abbiamo raccolto andando a sentire alcuni dei componenti della consulta. | Nell’area dell’ex Domenichelli, oggi abbandonata, dovrebbe nascere il futuro centro giovanile | La carenza di aule studio è molto sentita Invece questa è una cosa che altre città hanno sperimentato e sta funzionando, e non avrebbe nemmeno costi pesantissimi per le casse del Comune”. Un’altra iniziativa a cui si sta lavorando è l’idea di fare delle convenzioni con le cooperative di taxi, per poter mettere a disposizione delle corse serali per i ragazzi a prezzi agevolati. E un occhio di riguardo viene riservato anche alle biciclette. Un servizio di noleggio bici ben strutturato, osserva ancora Cocco - aiuterebbe molto gli studenti che arrivano in città da fuori e sono costretti a prendere un secondo autobus per raggiungere la scuola. “Con la bicicletta ci metterebbero dieci minuti”, spiega. “Servizi simili ci sono anche a Schio e Bassano – aggiunge Matteo Celebron, ex rappresentante del Rossi, ora delegato del movimento Giovani Padani della Lega Nord -. Magari non risolvono il problema, ma aiutano a sensibilizzare su un uso diverso della mobilità”. Spazi sì, centro forse Parlando di giovani, è difficile non far cadere il discorso sul centro “sociale”. Quello degli spazi da mettere a disposizione dei ragazzi è una questione che si trascina da anni, per non dire da decenni. E che nonostante le infinte proposte messe sul tavolo (con quanta volontà di portarle davvero in porto è un altro discorso) è ancora ferma lì, esattamente dov’era rimasta quando le ruspe buttarono già lo Yabasta. Variati ne ha fatta uno dei cavalli di battaglia della propria campagna elettorale, lanciando l’idea di creare un grande centro giovanile nell’area dell’ex Domenichelli, a due passi dalla stazione. Un’idea nuova, ma che non pare aver scaldato troppo i cuori degli under 30 vicentini, ben consapevoli che prima di vedere il taglio del nastro in via Torino ci vorranno, nella migliore delle ipotesi, alcuni anni. “Ci vorrà tempo – sintetizza Matteo Cocco -. Il punto da affrontare, dunque, è come rendere la città più a misura di giovani in questo tempo”. E che, in ogni caso, non sono del tutto convinti che concentrare le attività dei giovani in un unico centro sia la soluzione. E allora, che fare nel frattempo? Le idee non mancano. “Si parla di trovare delle soluzioni tampone fin- | I trasporti sono stati uno dei primi argomenti di discussione rebbe che di un grande centro giovanile non c’è bisogno. Invece di accantonare centinaia di migliaia di euro per progetti enormi, perché non finanziamo le tante realtà che già ci sono: si risparmia, e non si rischia di creare qualcosa che poi non si sa se verrà usato. Perché con i ragazzi c’è sempre questo rischio; se una cosa è calata dall’alto, viene vista come un’imposizione. Se gli dai una scatola, e lasci che decidano come riempirla va bene, ma se nelle scatola c’è già tutto, non è detto che i ragazzi ci vadano, che la sentano come un luogo loro”. In quest’ottica potrebbe rientrare anche un uso diverso di molti spazi oggi poco utilizzati. Le sedi delle circoscrizioni, ad esempio: “Ci sono tanti spazi piccoli che potrebbero essere destinati ai giovani, dalle sedi delle circoscrizioni, che adesso sono quasi sempre vuote, al centro Tecchio – aggiunge Cocco -: cerchiamo di vivere questi, promuovendo iniziative ed eventi. In città, ad esempio, mancano anche le sale prove”. O la nuova sede dell’Informagiovani. “Ha molte potenzialità”, dice ancora Cocco, a tà di far qualcosa che non sia solo stare fuori dai bar o alle panchine di un parco per bere qualche birra e fumare il pacchetto di sigarette. Io lo vedo qui a San Pio X: gli anziani hanno un centro bellissimo, molte associazioni hanno uno spazio, i ragazzi invece si trovano nella piazza della chiesa o sulle panchine del parco, che però non sono posti pensati per loro”. Il centro giovanile, infine, potrebbe anche essere collegato alla biblioteca, come del resto era anche nel progetto originario della giunta Variati: “Per me un centro giovanile dovrebbe permettere anche lo studio nel pomeriggio, che è un’esigenza molto sentita - riprende Celebron -. Ci sono un sacco di ragazzi che vanno a studiare in biblioteche fuori città perché si trovano meglio, mentre la Bertoliana ha quest’aria un po’ antica”. Le altre sfide Da Vilab, comunque, lo sguardo si allarga anche verso questioni più ampie “Perché no – osserva Cocco – alla fine noi siamo quelli che vivranno nella città di domani”. La rivitalizzazione del centro storico e di una città che si porta addosso l’immagine di una bella addormentata, ad esempio, è una di queste. “Quello del centro storico è un problema delicato – afferma Celebron -: se si vuole che sia frequentato, bisogna dare alla gente la possibilità di farlo. Se i bar chiudono alle 11, è chiaro che i ragazzi vanno fuori. Poi ovviamente bisogna conciliare le esigenze di chi vuole divertirsi con quelle di chi in centro ci vive: io credo che si potrebbe imparare dall’esperienza di Bassano, che è molto più vivace e dove non ci sono particolari problemi. Oppure cercare di fare qualcosa di diverso, anche copiando dai paesi più piccoli: dei tornei di calcetto, di calcio saponato, di pallavolo, potrebbero essere un bel richiamo. Anche perché abbiamo una piazza che, oltre ad essere buia, sembra abbandonata”. Sul fatto che il centro storico langue sono più o meno tutti d’accordo. “Ma – precisa Comparin - io non direi che Vicenza è una città morta, anzi. D’estate è molto viva e c’è sempre qualcosa da fare, tra feste rock, jazz, sagre e concertini. Io ho amici che vengono qui da altre città, e molti di loro i concerti gratuiti se li sognano. Il problema caso mai è in autunno-inverno, dove non c’è praticamente nulla, e in primavera, dove c’è poco”. Il teatro, forse, potrebbe servire anche per questo? “Non so – prosegue Comparin -. Sono pochi i ragazzi che ci vanno, è vero, ma dipende molto dai gusti individuali. Forse si potrebbe provare con una programmazione più giovane, o magari organizzare al teatro qualche festa come quelle degli istituti o della creatività”. E non c’è solo il teatro, sono anche altri i luoghi da far riscoprire ai giovani. “Penso ai musei, che sono poco conosciuti – suggerisce Matteo Cocco -. Si potrebbero migliorare le agevolazioni per chi ha la carta giovani. Oggi la carta esiste, ma i locali che offrono sconti sono pochi e nessuno la usa, invece andrebbe valorizzata, organizzandola bene, con sconti veri”. Come base per aprire la discussione non pare poco. Non resta che vedere se si riuscirà a passare dalle parole ai fatti. Creatività e sostegni anti-crisi Quattro spunti per ViLab Le politiche giovanili in questa città sono sempre state evanescenti. Si è parlato molto di centri giovanili e spazi per i ragazzi, ma dopo anni e anni ancora non si è visto nulla. Si è parlato molto di creatività, ma spesso in senso negativo. Si è parlato molto di partecipazione, ma le scelte sono sempre state calate dall’alto. Finalmente c’è stata un’inversione di rotta. ViLab, il tavolo permanente sulle politiche giovanili fortemente voluto dall’assessore Moretti, si inserisce in questo contesto con l’ambizione di colmare queste tre grandi lacune per i giovani vicentini: è un tavolo al quale partecipano esponenti di ogni forza politica e associativa giovanile, rappresentanti degli studenti e della consulta. Attraverso la partecipazione di questi giovani alle scelte dell’amministrazione si deciderà, assieme, come colmare i vuoti che riguardano l’espressione della creatività, la gestione degli spazi e i sostegni, economici e sociali, verso i giovani. Personalmente, posso dire di avere le idee piuttosto chiare sui progetti che presenterò a ViLab. Anzitutto, per quel che riguarda gli spazi, prima ancora di costruire il grande centro giovanile di cui si è parlato molto in campagna elettorale e che deve essere creato, penso ai centri già esistenti a Vicenza. Il Centro Tecchio e l’Aster 3. Questi centri vanno potenziati, sostenuti, devono avere maggiori risorse e maggiori contatti con l’amministrazione. Svolgono un’attività importante non solo dal punto di vista della creatività, ma anche dal punto di vista dell’aiuto e del sostegno ai giovani in difficoltà, e l’Amministrazione deve sostenerli con tutte le 7 pag proprie forze. Penso poi ad una grande “Festa della Creatività” di respiro internazionale nella nostra città, con artisti di strada in tutte le vie di Vicenza, musica di ogni genere in tutte le piazze e nei locali, concorsi di writers per dare colore ai muri grigi e tristi nelle periferie, contest di freestyle e gare di skate per i ragazzi. Una festa che ravvivi la città. Anzi, che contribuisca a ravvivare la città. Per ravvivarla ci vuole molto altro: eventi costanti di carattere ludico, culturale e musicale in ogni quartiere, musica nei locali, spettacoli non solo per i giovani ma per persone di tutte le età. La nostra Amministrazione si sta già impegnando in questa direzione, adesso deve continuare a farlo. Inoltre, ritengo siano necessarie maggiori agevolazioni economiche verso i giovani, dall’accesso alla casa, al microcredito: dobbiamo aiutare i ragazzi vicentini che vogliono rendersi autonomi economicamente in questo momento di crisi. Infine, una rete di trasporti a prezzi agevolati verso i giovani per le notti dei week end, per prevenire incidenti ed aumentare la sicurezza nelle strade, senza i soliti fallimentari proibizionismi e senza falsi buonismi. Ci sono già vari progetti in questa direzione, dobbiamo concretizzarli. Creatività, attenzione alle difficoltà economiche e sociali dei giovani, partecipazione dei ragazzi alle scelte sul futuro di Vicenza, spazi dove ritrovarsi e divertirsi: il mio impegno, a ViLab ed in consiglio comunale, sarà su questi temi. Giovanni Diamanti Consigliere comunale numero 8 pag 158 del18 luglio 2009 focus numero anche nella politica economica non ci va a genio il governo, siamo molto attenti al sociale e non ci piace la politica ultraliberista che è preponderante in buona parte del governo. Poi abbiamo molti argomenti in comune con il Pdl e con la Lega. A livello locale ci troviamo spesso d’accordo». Cosa non va nel governo Berlusconi? «Il problema sono le politiche sociali, gli aiuti alle famiglie – dice Soldà -. La social card non è stato un provvedimento molto incisivo, si doveva fare molto di più». Non è troppo duro, però il giudizio complessivo sul governo Berlusconi. Dietro l’orgoglio della differenza, c’è ammirazione per molte iniziative governative: «Devo dire che il governo attuale sta facendo molto meglio rispetto al precedente Berlusconi. Innanzitutto sul tema sicurezza e immigrazione, anche se gli sbarchi sulle nostre coste non sono diminuiti di molto, ma almeno si muove qualcosa. Siamo stati piacevolmente colpiti anche da come il premier ha gestito la crisi con la Georgia, perché Berlusconi non è stato filoamericano come sempre, ma ha saputo mediare. Non vogliamo che l’Italia abbia una visione a senso unico: dobbiamo guardare alla Russia e ai paesi arabi, non facendo le crociate contro l’islam come invece hanno fatto i neo-con americani. Il problema semmai è l’islam a casa nostra che impone certe usanze, non certo quando sta a casa sua». Insomma, il solito refrain: aiutiamoli a casa loro, ma per favore non venite a cercar lavoro e a pregare fra le nostre contrade. A questo punto la domanda sorge spontanea: ma non fate prima a confluire nella Lega? «Siamo in buoni rapporti con il Carroccio in alcune città, ma non andiamo d’accordo in molte cose – risponde Soldà -. In politica estera, come ho già detto, ma anche sul sentimento nazionale e l’idea di organizzazione dello stato, siamo molto distanti. Di federalismo si può parlare, ma la Padania non ha un senso storico. Al massimo si può parlare di Veneto, di federalismo su base regionale. La pensano così anche molti leghisti». Caliamo sulla realtà locale, partendo dal tema caldo degli ultimi anni, il Dal Molin. Da sempre Minoranze dimenticate Fiamma e martello La crisi, il Dal Molin, l’immigrazione. Parlano Ezio Lovato (Rifondazione Comunista) e Tommaso Soldà (Fiamma Tricolore) | Sull’immigrazione le posizioni sono opposte S econda puntata dell’inchiesta sulle «minoranze dimenticate» della politica vicentina. Questa settimana - dopo Sinistra e Libertà e il comitato Salviamo l’aeroporto dello scorso numero – ci occupiamo di due ali estreme dello spettro politico, Rifondazione Comunista e Fiamma Tricolore. Comunisti di tutta Italia, unitevi... Rifondazione a Vicenza è una realtà poco visibile (sicuramente meno che in altre aree della provincia, Schio in primis), ma mantiene una voce importante nel consiglio provinciale, dove nel 2005 è stato eletto Emilio Franzina (in una lista proto-arcobaleno che comprendeva anche i verdi e i Comunisti italiani). Ne parliamo con Ezio Lovato, segretario provinciale del Prc. «A livello nazionale è in atto, dopo la rottura con il Pd, e riteniamo che sia la linea corretta, un processo di federazione con i Comunisti italiani – dice Lovato -. La maggioranza dentro la federazione di Vicenza fa capo a una delle aree interne, quella dell’Ernesto, che da sempre spinge e lavora per una riunificazione dei due partiti comunisti, ma non solo, una ricomposizione di tutta la diaspora comunista, il partito di Ferrando, Sinistra Critica, una serie di soggetti frantumati negli ultimi anni per questioni di alleanze». Fin qui nessuna novità: la «lista anticapitalista» però non ha raggiunto il quorum alle europee. Ma il processo di riunificazione non si ferma, nemmeno a livello locale. «Dopo anni di scissione, con i Comunisti italiani sono parecchi anni che si lavora assieme, condividendo linee e poi andando a trattative con gli altri partiti. Abbiamo dato vita a un coordinamento provinciale che vede le due segreterie provinciali riunirsi una o due volte alla settimana – continua Lovato -. Sabato c’è l’iniziativa sulla federazione della lista delle europee, la posizione nostra è andare oltre alla federazione, lo sbocco non può essere che un unico partito». Fin qui le alchimie interne. Ma fuori dalla porta della sezione c’è una crisi economica che impazza, e soprattutto una Lega che, in tutti i paesi del vicentino, fa incetta di voti dei lavoratori. La classe operaia è diventata verde? «E’ evidente che spesso quelli che un operaio arriva a considerare i suoi problemi principali sono indotti dai mass media, perché se continuiamo a leggere di una delinquenza in continua crescita e poi la questura ogni anni espone numeri di reati in costante diminuzione, beh, vuol dire che qualcuno | Sul No al Dal Molin americano destra e sinistra sono s’accordo ci gioca sporco – afferma il segretario -. Poi scopriamo che nel mondo della concia piuttosto che n e l l ’o r a f o ci sono imprenditori che evadono milioni e milioni di euro, come dalle recenti inchieste. E poi ci lamentiamo che collassa lo stato sociale». Da arzignanese, Lovato non si fa sfuggire una stoccata alla nuova amministrazione leghista: «Ho visto sui giornali la foto di un gruppo di imprenditori della concia che hanno evaso circa 13 milioni di euro. Ho visto le facce e le ho confrontate con le foto del giorno della vittoria del nuovo sindaco di Arzignano. Sono le stesse facce. Se si parla di illegalità bisognerebbe praticarla sul serio». Il divario fra idee e mezzi è però enorme – lo ammette lo stesso Lovato – anche perché la mancanza di parlamentari ridurrà i fondi in maniera drastica. «Bisognerà riprendere ad autofinanziarsi – allarga le braccia - Il lavoro deve essere di lunga lena, per invertire la tendenza ventennale che ha portato l’attenzione della classe operaia dal conflitto capitale-lavoro a quello strumentale fra lavoratori italiani e stranieri». La crisi però, insistiamo, batte alla porta, e settembre, secondo molti osservatori, sarà un mese campale per la chiusura di fabbriche e la scadenza degli ammortizzatori sociali. «Abbiamo recuperati una serie di dati della Regione, sono impressionanti: nei primi cinque mesi del 2009 18mila posti di lavoro nel vicentino se ne sono an- | Un manifesto della Fiamma Tricolore vato - Gruppi di lavoratori sono dati. I piccoli artigiani, la spina stati chiamati in direzione e gli è dorsale nostra, non usufruiscono stato detto: vi licenziamo in trondella cassa integrazione. Io ho inco, il reparto chiude, chiamate chi viato una lettera aperta al neo sinvolete, è così. Senza cassa integradaco di Arzignano: prevedendo zione né mobilità. E’ indice di un sorprese brutte nel comparto delaumento dell’aggressività dell’imla concia, ho suggerito di lasciare presa verso i propri dipendenti. perdere le ronde e di attivarsi per La novità è che questo avviene in trovare risorse per il comparto una realtà dove c’era una simbioproduttivo. Certo, la mancanza di si stretta fra salariato e padronuna sinistra in periodo di crisi fa cino». Insomma, il sì che la destra possa vento potrebbe camcrescere. Basta incolbiare. «Il sessantotto pare un nemico, in è partito a Valdagno questo caso il lavoracon l’abbattimento tore immigrato». della statua del conPrendiamo per buo- Lovato: te» sospira Lovato no il tentativo di Se si cercano a metà fra il serio e convincere il primo l’ironico. cittadino della cit- i clandestini Arriviamo a Vicenza tà del Grifo, mentre basta andare città: «A Vicenza c’è Lovato informa che nei cantieri un circolo di Rifonil partito sta elabodazione che ha prorando un’analisi delblemi da sempre, per la crisi in provincia, dissensi interni, ha subito rotture sulle cui basi andrà a dialogare con Germano Raniero e l’ex segrecon i sindacati e con i partiti di taria di circolo Franca Bassanese, centrosinistra, per tradurlo poi in poi si è staccata la componente di proposte concrete. Ma, chiediaPatrizia Cammarata, Alternativa mo, l’autunno caldo non porterà Comunista – ricostruisce Lovato a una ebollizione nelle fabbriche? Adesso però c’è una nota positiva: «Il clima nelle fabbriche è di pauabbiamo un gruppo consistente ra, ce lo dicono i nostri compagni di giovanissimi, una ventina di nei consigli di fabbrica – dice Lo- che sia lo stato che deve garantire la sicurezza dei cittadini. Le ronde sono un’ammissione dello stato di non saper fare il proprio dovere. Possono diventare un pasticcio, un problema per la polizia che deve andare a salvare i rondisti che si mettono nei guai. Un sindaco di sinistra che parla di ronde, poi, è un po’ sospetto». Nessuna parentela, poi, nemmeno con quelle «ronde nere» di Gaetano Saya, leader del piccolo movimento Nuovo MSI. Giubbe marroni e aquile minacciose, in un video fra il preoccupante e il grottesco che ha spopolato su YouTube. «Non c’entriamo assolutamente nulla. Saya è un figuro ambiguo, si proclama massone, dice di essere un ex poliziotto – dice Soldà -. Di sicuro ha qualche buona conoscenza in Alleanza Nazionale che gli ha permesso di usare il simbolo originale della fiamma, che tuttora appartiene ad An. Noi invece siamo costretti a usare un simbolo simile, una fiamma ma non quella del vecchio Msi. Le sue ronde le consideriamo una pagliacciata». Chi di fiamma ferisce… DonareÊciÊrendeÊvincenti flickr.com/berther di Giulio Todescan tore di lavoro, e allora non si fa». nuovi iscritti che fanno ancora le superiori. Speriamo che matuA destra del centrodestra rando facciano crescere il circolo All’estrema destra della politica vicentino». vicentina c’è Fiamma Tricolore, Lo spezzone di Rifondazione, inil movimento di osservanza posttanto, si è rivisto a una manifestamissina (ma non moderata) guizione No Dal Molin, quella del 4 dato da Luca Romagnoli a livello luglio, dove c’era anche il segretanazionale, da Pietro Puschiavo in rio Ferrero. Una decisione, quella Veneto e da Tommaso Soldà a Vidi partecipare, presa all’ultimo cenza e provincia. momento. «Condivido le critiche Un movimento piccolo ma molto del Presidio a Variati. C’è un lengeloso della sua identità, che non to modificarsi della posizione del va confuso con altri «cespugli» sindaco, che dal No si sposta verso della destra estrema, come Alla richiesta di indennizzi più ampi ternativa Sociale di Alessandra possibili. Non la condividiamo, Mussolini – il cui leader a Vicennon era il suo impegno con gli za è Alex Cioni – che si è federato elettori. Ora si è innestata anche recentemente nel Popolo delle Lila lobby trasversale di Alifuoco. bertà berlusconiano. La conosciamo da «Ci sono state anche tempo, sappiamo alleanze recentemencosa ci sta dietro. te: alle politiche del Cinzia Bottene ha 2008 eravamo con detto che si tratta del Soldà: Siamo la Destra di Storace, “Piatto per Vicenza”, contro le alle ultime regionali beh, mi sembra una con Azione Sociale, definizione azzecca- ronde; la sicurezza nel 2006 eravamo ta». con il Polo delle LiAltro tema su cui è compito bertà – spiega Soldà Variati si è speso dello Stato -. A Verona poi siamolto in termini di mo nella lista Tosi immagine è la sicuinsieme alla Lega, rezza, sul quale, dice dove abbiamo eletto un rappreLovato, «mi sembra che non sia sentante in consiglio comunale». cambiato nulla rispetto all’epoca Proprio Verona sembra essere Hüllweck, che pure era molto cril’esempio di amministrazione loticato dal centrosinistra». Tutta cale più ammirato dalla Fiamma scena, secondo Lovato, le ordivicentina. Che comunque, a livello nanze anti prostituzione, quelle nazionale, rimarca le differenze contro i mendicanti («mi fa specie con il centrodestra al governo: «Ci che siano proposte da un cattoliteniamo al nostro simbolo e alle co come Variati»). come anche le nostre particolarità. Siamo differonde. «Se si vogliono identificare renti dal centrodestra: in politica i clandestini, si mandino i vigili estera siamo per l’uscita dell’Itanei cantieri edili – propone - Ma lia e dell’Europa dalla Nato, ma allora ci andrebbe di mezzo il da- contrari, quelli della Fiamma Tricolore, ma non per pacifismo né per motivazioni ambientali o urbanistiche. Tutt’altro: loro vedrebbero bene una base sull’area dell’ex aeroporto. Sì, ma italiana, o al massimo europea. «Siamo contrari ma abbiamo sempre evitato di fare iniziative, al massimo volantinaggi e comunicati stampa, perché non vogliamo che siano strumentalizzate – dice Soldà -. Alex Cioni ci ha provato a entrare nel movimento, ma è stato subito cacciato, perché la protesta è stata cavalcata dall’estrema sinistra. Noi lo abbiamo capito subito». La posizione sulla base Usa, stranamente, si avvicina alle ultime dichiarazioni di Variati, che ha aggiustato il tiro del suo No, puntando sulle compensazioni per la città: «Una posizione di buon senso, perché è inutile portare in città manifestazioni che recano disturbo, ormai la decisione è presa e la colpa è stata del governo Prodi» dice Soldà. Su un altro punto Fiamma Tricolore rema contro il governo nazionale e locale: le ronde. «Siamo assolutamente contrari, pensiamo 9 pag flickr.com/fabbio 158 del18 luglio 2009 focus viaÊF.ÊBaracca,Ê204Ê-ÊVicenzaÊÊwww.fidasvicenza.comÊ-Êinfo@Êfidasvicenza.com 158 del18 luglio 2009 numero 10 158 del18 luglio 2009 opinioni pag numero 11 pag Alta velocità Fazioli, cavallo azzoppato una vittoria solo per le mafie Il piano dell’Emiliano di San Biagio è monco della sua parte decisiva: la patrimonializzazione. I dubbi giuridici e finanziari nascondono anche una matrice politica Sulla costruzione della Tav tra Milano e Trieste si raccontano molte bugie. E dietro la questione degli appalti pubblici si nasconde il grande problema dei rapporti, sempre più stretti, tra mafia e potere flickr.com/Francesco C. focus | Il presidente di Aim Roberto Fazioli con il sindaco di Alessio Mannino M astica amaro Roberto Fazioli, l’emiliano chiamato da Variati al timone di Aim. Il suo piano industriale da 120 milioni di euro fondato sul passaggio di proprietà di beni immobili e reti di distribuzione dal Comune a San Biagio, l’ormai famosa “patrimonializzazione”, è rimasto monco proprio della patrimonializzazione. In altri termini, gli investimenti necessari al rilancio dell’azienda municipale per ora restano al palo. Questo perché, fino a quando non sarà effettuata tale operazione, fondamentale nel disegno di Fazioli che l’ha sperimentato nelle altre multiutility di cui è presidente (cosiddetto “modello Soelia”, ad Argenta), ad Aim non conviene bussare alla porta delle banche per accendere mutui con cui finanziarsi. Global Quaresimin Era il tassello più importante nel mosaico di Fazioli. Quello contenuto, per capirci, nell’ultima delle quattro delibere del pacchetto Aim licenziato dalla giunta nelle ultime settimane. Le altre tre sono andate in porto, approvate dal consiglio comunale. Una, poco più che formale, ha sancito la ridenominazione del braccio operativo del Comune, Amcps, da azienda speciale in Srl. La seconda ha dato via libera all’incorporazione di Amcps nell’holding di San Biagio, tenendo in prospettiva l’ulteriore trasformazione di Amcps in una società interna al gruppo Aim, “Valore Città”. Tutto da vedere, riguardo a questa fusione, come verrà definito il ruolo dell’attuale vertice di Amcps, presieduto da Marino Quaresimin. In teoria il capocorrente degli ex-Margherita nel Pd vicenti- | Dietro la frenata su Aim ci sono anche ragioni politiche Comune di Vicenza. Come tale, è no dovrà diventare un sottoposto da dimostrare che abbia la facoldi Fazioli: lo sarà anche nella pratà di firmare eventuali vendite tica? E il cda da lui guidato verdi pezzi del patrimonio, che inrà ridimensionato a tre membri, direttamente resta pur sempre così da cogliere l’occasione, madell’ente pubblico, cioè del Cogari, di far saltare qualche testa, mune. Si è perciò profilata la necome quella di Otello Dalla Rosa, cessità che scelte di questo tipo il cui documento fortemente cridebbano ottenere l’approvaziotico del piano Fazioli è stato visto ne di un voto del consiglio. Income un affronto agli occhi di un fine, benché sia un Variati “solo al coatto formale, meno mando”? patrimonio per il La terza delibera, bilancio comunale la più sostanziale, significa meno solinaugura il corso di per le casse di del global service. Palazzo Trissino, Ovvero, il sistema Siamo benché Fazioli abbia per cui tutto ciò che nella Vicenza fatto notare che ciò prima faceva Amdei veti vuol dire che anche cps, ora lo farà Aim: i relativi mutui, cioè dalla sistemazione incrociati debiti oggi a carico dei posaceneri alle Non a Bologna dell’ente, passerebpiste ciclabili, dai bero sotto la contasemafori alle strade, bilità di Aim. il tutto centralizzaInsomma, la questione è pane to e programmato in un’ottica per gli uffici giuridici e ragioindustriale. Ora, questo tris di nieristici dell’amministrazione provvedimenti è già operativo comunale. I quali, nel settore rae può prendere piede. Ma è solo gioneria per la precisione, hanil primo passo. Per camminare, no da poco tempo perso l’uomo la strategia di Fazioli l’Emiliano che ha seguito tutto l’andirivieaveva bisogno di incedere nel seni di trasferimenti fra Comune condo, quello decisivo. E questo ed Aim in questi anni: Paolo non c’è stato. Andreatta. Andatosene in pensione, il dirigente è una scatola Problemi tecnici nera vivente. Fazioli, quando di Non c’è stato perché dalla magrecente ha fatto quel sibillino gioranza di centrosinistra sono riferimento ai “cassetti” da sveemersi dubbi e perplessità che lare, probabilmente pensava anl’hanno stoppato. Si tratta di inche al dossier dei soldi pompati terrogativi di natura tecnica che da San Biagio nella cassa comutormentano lo stesso assessore nale. Non c’è soltanto, quindi, la al bilancio, Umberto Lago. Semala gestione del suo predecescondo la legge, beni pubblici non sore Beppe Rossi. Per non dire possono essere utilizzati per indi quel vaso di pandora ancora vestimenti. Incamerando il patriben chiuso costituito dagli affimonio che essa gestisce ma la cui damenti, cioè dagli appalti che proprietà è in capo al Comune, secondo le malelingue sarebbero Aim correrebbe il rischio di elustati allegramente girati in quedere o, peggio, violare la norma. sti dieci anni ad una galassia di Inoltre, l’ex municipalizzata è un imprese amiche sia del centrodesoggetto di diritto privato (una stra che del centrosinistra. spa) ma è posseduta al 100% dal Il prudente Achille Il tecnico Lago prende tempo per raccapezzarcisi, e difatti Fazioli sta aspettando che dal “proprietario”, cioè dal sindaco, venga la luce verde per completare l’opera aggiungendovi la capitale componente patrimoniale. L’Emiliano giura di aver avuto “garanzia” che questo avverrà dopo le ferie di agosto, e che perciò trattasi di banale rinvio per approfondire gli oggettivi problemi tecnici. Conoscendo un po’ il personaggio, lo immaginiamo sbuffante e impaziente. Più il tempo passa, meno investimenti partono e più gli oneri finanziari aumentano. Ma l’altolà, va da sé, ha anche una motivazione squisitamente politica. Variati è un politico troppo consumato per non sapere che così immobilizza il pupillo Fazioli. E Aim, essendo pubblica, rimane ostaggio della politica, a prescindere dal colore della giunta in carica. Ecco quindi che l’azzoppamento del piano Fazioli può essere interpretato, dicono i beninformati a palazzo, come un ridimensionamento del presidente di San Biagio. L’accorto Achille, sempre attento a non scoprire troppo il fianco alle critiche, non vuole passare come l’impotente notaio che ratifica il controllo assoluto del tesoro di Vicenza da parte di un forestiero che forse eccede in protagonismo e volontà accentratrice. Così ha preferito riprendere le briglie e rallentare la corsa di Fazioli dal galoppo ad un più modesto trotto. Quest’ultima scalcia in silenzio, deluso per aver dovuto rimandare il taglio del nastro più ambito. Ma è bene che si abitui: qui siamo nella Vicenza dei veti incrociati e delle pause di sacrestia, non nella gaudente e spedita Bologna. di Francesco di Bartolo A fine giugno abbiamo appreso la verità: niente più Alta Velocità, niente più linea Milano –Trieste. Anche l’ultimo accorato appello del presidente dell’Associazioni Industriali di Vicenza, Roberto Zuccato, al premier Berlusconi è caduto nel vuoto. Il Cipe (il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), come abbiamo appreso, ha assegnato denaro a palate al Sud. Sgomento tra le categorie economiche: il Veneto, mitica locomotiva del Nordest, non conta nulla. I ministri veneti sono stati incapaci di difendere gli interessi nostrani. Ma ecco che con non lieve disinvoltura i ministri Sacconi e Brunetta, passata la bufera, tornano a promettere: “si sta progettando il tratto definitivo della Verona–Padova”. Esultano i leghisti: “importante vittoria per la terra veneta” (Paolo Franco). Vittoria? Ma di che? Per rendersi conto della bufala propinata agli ignari veneti basti osservare che nessuno, ripeto nessuno, ha deciso nulla sull’Alta Velocità nel Nordest. L’allegato al Documento di programmazione economica e finanziaria approvato dal Consiglio dei Ministro il 15 luglio scorso contiene tante cose, alcune di immediata realizzazione, altre vaghe e fumose come da libro dei sogni. Infatti, ciò che contano sono le “priorità” che, secondo il ministro delle Infrastrutture Matteoli, sono queste: “L’Allegato Infrastrutture dedica ampia attenzione all’emergenza Abruzzo, ponendola all’interno del documento con l’elencazione degli interventi essenziali, all’Expo 2015, al Mezzogiorno formulando un’interessante proposta gestionale identificata in 5 interventi mirati ( 1) Ponte di Messina e asse ferroviario Napoli- Bari, 2) adeguamento ferroviario Battipaglia-Reggio Calabria, 3) collegamento veloce Palermo-Catania, 4) hub portuali di Augusta, Taranto e Brindisi, 5) collegamento funzionale della Carlo Felice in Sardegna), alla portualità, alla sicurezza stradale, al piano energetico nazionale, al controllo del territorio per evitare eventi malavitosi in relazione alla realizzazione delle opere pubbliche, alla costruzione dei nuovi valichi del Frejus e del Brennero”. Dichiarazioni completamente diverse da quelle dei garruli ministri veneti. La sconfitta Inutile negarlo: si tratta di una clamorosa sconfitta che si cerca di far passare come una vittoria. Infatti, l’Allegato approvato il 15 luglio non poteva contraddire quanto aveva deciso il CIPE nel giugno scorso: niente Alta Velocità nel Nordest. La verità è che 15 anni di discussioni sull’Alta Velocità erano già stati cancellati in pochi minuti nella sede del Cipe, nel giugno scorso. E pensare che nel CIPE, organismo interministeriale, siede anche un ministro veneto, Luca Zaia, che pare non abbia detto una parola. Il vero vincitore nel Cipe è Gianfranco Miccichè, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e segretario del Cipe medesimo. Esulta il governatore siciliano Raffaele Lombardo che, a giugno, era a Roma per perorare la causa. Tornato nell’isola con le tasche piene di quattrini, ha completato la formazione della Giunta inserendo altri tre assessori, tutti del Pdl, molto legati al trio Miccichè–Alfano–Schifani. Lombardo così ha potuto scaricare gli odiati rivali dell’Udc che sono andati all’opposizione. Gianfranco Miccichè gongola: non fa mistero di voler creare all’interno del Pdl un partito meridionalista sull’esempio del partito bavarese. E così sono stati destinati, tra l’altro, finanziamenti per l’autostrada Salerno Reggio Calabria (che pur partita dodici anni fa, con l’attuale ritmo di “avanzamento” dei lavori si prevede che verrà completata nel 2036…!), per il famoso ponte sullo stretto di Messina, per l’autostrada Caltanissetta Agrigento, per l’area metropolitana campana. Si ricorderà che in Sicilia la Casa delle Libertà alle ultime elezioni politiche ha ricevuto un plebiscito. Il primo atto del governo, ancora prima di ricevere la fiducia, era stato l´annuncio, nel maggio del 2008, della ripresa dei lavori per il ponte sullo stretto. «Un favore dovuto a mafia e ´ndrangheta» ebbe a commentare il professor Giovanni Sartori. si sta cercando di impedire ai magistrati di indagare utilizzando lo strumento delle intercettazioni. Certe classi dirigenti sono state capaci di rovesciare il rapporto fra guardie e ladri davanti all´opinione pubblica, di negare la criminalità delle classi dirigenti attraverso il suo esatto contrario: la questione giudiziaria, l´eccesso di protagonismo delle procure. I nuovi affari Roberto Scarpinato, magistrato siciliano ormai estromesso dal pool antimafia, è stato uno degli allievi più acuti di Giovanni Falcone. Nel suo libro intervista con un grande cronista di mafia, Saverio Lodato, Scarpinato parte dalla lezione del suo maestro per leggere tutto quanIl sistema mafia to è accaduto nel sistema di potere Nel precedente governo Berluscoitaliano dopo le stragi di Capaci e ni aveva suscitato scalpore l’affervia D´Amelio, ma anche prima. Il mazione dell’allora ministro delle titolo del libro fa riferimento all´uso infrastrutture Lunardi sulla nedella violenza da parte delle classi cessità di «convivere con la mafia». dirigenti per dirimere questioni poAdesso, invece, tutti se la ridono. litiche. Un uso teorizzato per primo La mafia è sopravvissuta in Italia da Machiavelli allo scopo di unifia ogni cambio di regime, dal Ricare il Paese, com´è sorgimento al fascistato del resto in quasi smo, dalla prima alla tutti i processi di naseconda Repubblica. scita degli stati nazioLe mafie hanno un nali. Ma che in Italia è fatturato annuo di diventato «il» metodo 70 miliardi di euro, La nuova eterno di gestione delil 7 per cento del Pil, la cosa pubblica. equivalente di tre o criminalità Scarpinato cita fonti, quattro finanziarie, si è buttata lascia parlare i fatti. controllano militar- su sanità dai quali emermente tre regioni, e fondi europei Fatti ge la grande voracità possiedono pezzi di delle mafie di denaeconomia del Nord e ro pubblico. Dopo immense proprietà l´ingresso dell’Italia in Maastricht, immobiliari a Milano, Torino, nel i boss e i comandanti in capo Veneto, in Liguria, in Valle d´Aosta. sono i primi a capire che il freno La mafia non è rappresentata solaall´espansione del debito pubblico mente dalle facce terribili dei Riistravolgerà il mercato degli appalti, na, Bagarella, Provenzano. Il fatto e si buttano anima e corpo sui due è che il sistema mafioso è diventato nuovi affari. La sanità pubblica, il metodo del potere delle classi diche continua a spendere e spesso a rigenti, come si evince da ogni insprecare novanta miliardi di euro tercettazione pubblicata, ma anche all´anno, con una crescente quota il modello di grandi pezzi di bordi regali clientelari alla sanità prighesia media e piccola. Per questo vata. E i fondi europei, che altrove, come in Spagna e in Irlanda, sono serviti a porre le basi di un boom economico, mentre da noi si sono tradotti in un boom di appalti criminali, senza alcuno sviluppo. Il Principe e gli anticorpi Le conclusioni di Scarpinato sono all´apparenza di totale disperazione. Con qualche lievissimo tocco di ottimismo sullo sfondo, più che altro riferito al vincolo esterno dell´Europa. Quasi l´Italia da sola non sia geneticamente capace di ribellarsi alla malavita delle classi dirigenti. In realtà, è già accaduto in passato. Le stragi di Falcone e Borsellino nell´estate del ´92 hanno evocato per la prima volta forse nella storia d´Italia la nascita di un´opinione pubblica democratica in grado di voltare pagina. Senza la ribellione morale contro quelle stragi e la loro coda di bombe del ´93, non sarebbero stati possibili lo sviluppo di Mani Pulite, la scomparsa dei partiti della prima Repubblica, la fine della lunga stagione stragista cominciata nel dopoguerra a Portella della Ginestra e proseguita con una scia di sangue da Piazza Fontana in poi. Per quindici anni la reazione dell´opinione pubblica a Capaci e via D´Amelio ha immesso nella fragile democrazia italiana gli anticorpi necessari a resistere al ritorno del Principe, ovvero all´instaurarsi di un regime criminale legalizzato e anzi costituzionalizzato. Paradossalmente verrebbe da dire che è un bene che l’Alta Velocità non si realizzerà in Veneto: segno che in questa regione la mafia non ha messo radici. Ovviamente è un paradosso. Resta l’amarezza della sconfitta della politica: la politica non è capace di decidere le priorità, la politica non ritiene prioritaria un particolare infrastruttura per il Nordest. La politica non sa ascoltare il territorio. Nelle stanze romane prevalgono ben altri interessi. 158 del18 luglio 2009 numero 12 entile Direttore, sono un’affezionata lettrice di Vicenzapiu di cui, in particolare, apprezzo lo sforzo di fare un’informazione “fuori dal coro” sulla vita della città. Pur abitando in un paese della provincia, mi capita spesso di trovarmi in centro con mio figlio di quasi quattro anni e di godere di quella piccola isola felice che è il Parco dei Bambini di Campo Marzo: un parco ampio e ben tenuto, ricco di giochi e divertimenti per i più piccoli, molto frequentato da bambini di tutte le età e di tutte le nazionalità. Proprio questo è l’aspetto che più apprezzo: quel mosaico colorato di piccoli che stanno insieme e condividono i loro giochi con naturalezza. Sempre più spesso, però, per arri- varci mi capita di vedere scene che mi inquietano: gruppuscoli di persone che stazionano sulle panchine, che confabulano e si scambiano minuscole bustine trasparenti. Così, alla luce del sole, senza nemmeno far finta di nascondersi. Ma non è lo stesso luogo in cui l’anno scorso si riceveva una multa solo a leggere seduti sull’erba? Il custode del parco, inoltre, mi ha raccontato di essere costretto a tenere chiusi i bagni del Parco dei Bambini ed aprirli solo su richiesta dei genitori, per evitare che entrino gruppetti di persone “estranee” ( nel senso che il parco giochi è accessibile solo ai minori di 12 anni e ai loro accompagnatori). Che dire? Non voglio arrivare a pericolosi, inutili e, per lo più, fuor- P In tal senso possiamo tutti constatare "il tunnel" in cui viene costretta la vita di molte "badanti" che non hanno il permesso di soggiorno o che, pur desiderandolo, non lo potranno avere. Del resto anche la non retroattività della nuova norma non permette di intravvedere vie di regolarizzazione possibili. Nella sua visita pastorale il Vescovo incontra moltissime di queste persone e raccoglie giudizi molto positivi sia da parte di malati ed anziani che delle loro famiglie. Non possiamo non ricordare ancora la condizione di quanti fuggono dai loro paesi costretti dalla persecuzione che mina la loro vita e che, anche secondo le norme internazionali, hanno il diritto di veder vagliata la legittimità della loro richiesta di aiuto e di asilo. Da ultimo come non registrare vivissima preoccupazione per il significato culturale che l'istituzione del registro per le persone senza dimora va ad alimentare. Ogni qualvolta scaviamo più profondi solchi per difenderci dalla diversità sociale e culturale, non facciamo altro che indebolire le fondamenta di una pacifica convivenza capace di includere le diversità riconoscendone dignità inviolabile, piuttosto che escludere discriminando. Sono pertanto necessarie nuove vie di flessibilità e gradualità normativa per saper portare alla legalità la grande e complessa diversità di situazioni di cui gli immigrati sono portatori. Occorre conseguentemente porre mano alle procedure Lettera aperta al Presidente della Repubblica sulle nuove norme in materia di Sicurezza. E sulla marea di intolleranza che sta crescendo nel nostro paese 13 pag | Giorgio Napolitano C | Il parco giochi di Campo Marzo vianti, slogan che cominciano con “ contro”: contro gli spacciatori, con gli stranieri, contro i senza tetto. So che si tratta di situazioni molto complesse e di persone con vissuti non facili, che hanno bisogno di campare, come tutti ( anche se non tutti sono piccoli Oliver Twist). Ma non mi piace l’idea che, al di là di quel tenue diaframma che è Diocesi e Caritas “No al reato di clandestinità” apa Benedetto XVI, nella sua recente enciclica "Caritas in veritate", scrive: «Ogni migrante è una persona umana che, in quanto tale, possiede diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti in ogni situazione» (n. 62). E la Conferenza Episcopale Italiana, nella assemblea generale di maggio, ha ricordato che «una risposta (al problema dell'immigrazione) dettata dalle sole esigenze di ordine pubblico - che è comunque necessario garantire in un corretto rapporto tra diritti e doveri - risulta insufficiente» se non ci si interroga sulle cause profonde di un simile fenomeno e non è accompagnata da percorsi di effettiva integrazione di quanti sono giunti sul nostro territorio. Non condividiamo il fatto che la irregolarità diventi un reato da punire penalmente, perché ciò fa del migrante un soggetto socialmente pericoloso, prima e senza la responsabilità del suo comportamento. Così, oltre che ledere la dignità inviolabile della persona, si incentiva il nascondimento di tanti, ricattabili ogni qual volta debbano accedere a servizi pubblici o ad atti di stato civile. Anche i minori, saranno spinti alla "invisibilità", poiché pure le deroghe annunciate per il loro accesso alla scuola non sono in grado di rimediare il messaggio che la legge nell'insieme determina per la famiglia di migranti irregolari, costretti al sommerso e perciò in balia [...] di organizzazioni illegali se non criminali. 158 del18 luglio 2009 numero Caro Napolitano, non firmare quel Pacchetto Campo Marzo, i bambini e le bustine sospette G lettere pag flickr.com/Lanci Daniele lettere amministrative per il rinnovo e la la richiesta del permesso di soggiorno: tortuoso e inutile calvario che punisce i regolari e gli onesti.[...] Legalità, dignità di ogni essere umano e solidarietà non sono vie impossibili da coniugare assieme. Si trova sempre la via per armonizzare accoglienza e sicurezza. Evitiamo le scorciatoie, consapevoli come il Papa richiama, che «siamo di fronte a un fenomeno sociale di natura epocale, che richiede una forte e lungimirante politica di cooperazione internazionale» e che «nessun Paese da solo può ritenersi in grado di far fronte ai problemi migratori del nostro tempo». La stragrande maggioranza degli immigrati vive tra noi in pace e vuole solo assicurare a sé e alla propria famiglia un futuro di serenità, lavorando ed operando assieme a noi nella nostra società. Invitiamo pertanto le comunità cristiane e le famiglie a rapportarsi con questi fratelli e sorelle con spirito aperto all'accoglienza, alla solidarietà, alla promozione della legalità.[...] Ogni persona povera ed esposta troverà sempre nella Chiesa appoggio concreto e sostegno ai suoi diritti e alle sue necessità di vita, di lavoro, di casa, di educazione dei figli, di sanità, di esercizio della libertà religiosa e di integrazione nella società. Ufficio Diocesano Migrantes Caritas Diocesana Ufficio per l'ecumenismo ed il dialogo interreligioso la cancellata del parco, i bambini possano diventare spettatori di film del genere. Ci saranno tempi e modi in futuro per sviscerare questo tipo di questioni, adesso è ora di giocare. Negli ultimi giorni ho notato più spesso passare dei vigili in bicicletta: un segnale positivo, ma il problema rimane. Perchè vi scrivo, allora? Per chie- dervi un piccolo ma serio reportage attraverso cui approfondire la costellazione parchi- bambinidroga- sicurezza. Con la consueta curiosità intellettuale e, soprattutto, senza inciampare in facili retoriche di stampo leghista. Grazie per l’attenzione. Lettera firmata Bulgarini d’Elci: “Nessuna censura sulla Equizi” G entile direttore, desidero offrire una precisazione rispetto a un passaggio che mi riguarda dell'interessante articolo "Le minoranze dimenticate", pubblicato da Vicenza Più dell'11 luglio e firmato da Alessio Mannino (sapido giornalista che leggo sempre con curiosità e attenzione, e certo non solo per l'attenzione a volte un po' curiosa che dedica alla mia persona e al mio ruolo di portavoce e capo di gabinetto del sindaco di Vicenza). Nel passaggio finale della sua intervista, Franca Equizi afferma: "A fine maggio, durante il consiglio comunale dopo il terremoto in Abruzzo, abbiamo esposto cartelli che accusavano il sindaco di non voler fermare i lavori abusivi al Dal Molin. Il suo portavoce, Bulgarini d'Elci, è andato in sala stampa a chiedere che non se ne parlasse, e devo dire che Trentin del Giornale di Vicenza è riuscito comunque ad accennarvi. Tutti gli altri, zitti. Questa è l'informazione in questa città: hanno paura di semplici scritte". Ebbene, sono francamente sbalordito da tale affermazione, dato che non ho mai fatto, nè pensato di fare, una cosa come quella di cui mi si accusa: libera di non credermi Franca Equizi, ma si tratta di modi di agire che non mi ap- partengono proprio. Per la verità, e se la memoria non mi inganna, sono anche quasi certo di non essere neppure stato fisicamente presente a quella seduta del consiglio, di cui credo di aver seguito i lavori grazie alla diretta online. Inutile dire poi che non ho affatto lo smisurato potere che la Equizi sembra attribuirmi, né ritengo che i giornalisti che seguono il consiglio siano proni ai desiderata dell'amministrazione (per fortuna, aggiungo). Per chiudere: avendo una considerazione non del tutto negativa del mio lavoro (aiuta ad andare avanti quando il gioco si fa duro!), confesso di essere un tantino amareggiato dall'accusa di aver messo in atto un'azione censoria così cialtronesca e persino un po' ridicola, almeno da come viene descritta. Insomma, passi per l'essere dipinto come un cattivone cinico e manipolatore, ma come un gaglioffo pure maldestro no, non ci sto! Anche i bad boys hanno la loro dignità. Cordialmente, Jacopo Bulgarini d'Elci Capo di gabinetto e portavoce del sindaco aro Signor Presidente, da molti anni ricevo con una certa regolarità le visite di A.A., un ragazzo africano (ha poco più di quarant’anni, e a me che ne ho quasi sessanta sembra proprio un ragazzo), che lavora nella mia zona come corriere per uno spedizioniere, e che dunque si trova a consegnarmi tutti i pacchi che spesso ricevo. Chiacchiera dopo chiacchiera, un po’ ci siamo conosciuti, in questi anni, qualcosa ci siamo raccontati, un giorno perfino ci siamo trovati seduti nella stessa sala d’aspetto dell’Ospedale (lui è diabetico), dove avevo accompagnato mia madre. Oggi ha suonato alla porta alle una. Mia moglie aveva appena messo in tavola il pranzo, e la casa era tutta un profumo di cose buone. E’ stato naturale dirgli: “Se non sei troppo di corsa, fermati a mangiare”. “Sì - mi ha risposto - aspetta che vado a chiamare il bambino”. Sul momento non ho capito cosa intendesse, ma subito è rispuntato da dietro l’angolo col figlioletto di sei anni, che oggi l’aveva accompagnato al lavoro. Ci siamo seduti a mangiare, e subito ci ha confortato la constatazione che almeno i bambini, bianchi, neri o gialli che siano, sono davvero tutti uguali: “La scuola fa schifo!” ha sentenziato il piccolo B., rituffandosi subito nella pastasciutta che ci aveva chiesto (casualmente, proprio oggi mia moglie aveva messo in tavola del couscous, ma B. ha detto che non gli piace). Abbiamo cominciato a mangiare, mentre A.A. ci raccontava della sua infanzia al villaggio, di come “là non si compra niente: ti serve la carne e vai a caccia, la verdura la raccogli, e non si butta via niente, si cerca di far durare la roba il più possibile”, della sua prima migrazione nella capitale, un lavoro in fabbrica, la fabbrica che chiude, il grande salto verso l’Europa. “Eppure non è stato negativo: si imparano tante cose”. Ci ha raccontato delle guerre del suo continente, della corruzione endemica dei politici, della miseria delle campa- gne. Ci ha raccontato della sua vita qui, del suo lavoro che mantiene tutta la famiglia e paga perfino un mutuo per la casa, delle difficoltà e degli alti costi per tornare molto raramente in patria. “La crisi ha colpito anche noi: siamo ostaggi del sistema” ci ha detto, con una sintesi che ci ha lasciato di sasso per la sua essenzialità. Ci siamo salutati dandoci appuntamento ad agosto: B., per la prossima volta ci ha chiesto la pasta coi gamberetti, noi vorremmo assaggiare la polenta di miglio di sua moglie, col sugo di pesce. Tutta qua la mia giornata, Signor Presidente. Mangiavo, parlavo, ascoltavo e pensavo. Pensavo che ieri un altro A.A. è stato inseguito e bastonato per le strade di Roma, al grido di: “Sporco negro, tornatene”, e di come poi il Sindaco di Roma abbia stigmatizzato l’episodio e si sia stupito dell’ondata di xenofobia che sta spazzando la capitale. Mi son chiesto se ad A.A. non sia mai capitato qualcosa di simile, suonando qualche campanello per consegnare un pacco: una faccia nera fa sempre paura. Mi son chiesto cosa prova al mattino, mandando a scuola i suoi figli, e se mai sono stati insultati in questo senso dai compagni: io insegno alle elementari, e so che succede. Mi son guardato dentro, e attorno, e mi sono vergognato. Mi son vergognato di vivere in un Paese in cui nuove Leggi Razziali stanno per trasformare in nemici, alieni e criminali non il mio amico A.A. ormai sul punto di ottenere la cittadinanza - ma tantissimi come lui. Mi sono vergognato di vivere in un Paese che disprezza proprio chi ci ha sostituito nei lavori che noi non vogliamo più fare e che se non altro per quello dovremmo rispettare, se proprio vogliamo dimenticarci dell’umanità. Soprattutto, mi sono vergognato di vivere in un Paese che sta per ufficializzare per legge lo sconcio del rifiuto dell’incontro con altre culture, altre esperienze, altre sensibilità, altre vite. Un Paese che ha dimenticato di esser nato dall’incrociarsi e sovrapporsi di innumerevoli popoli, etnie, e cul- ture, e che oggi s’inventa assurde e folli purezze etniche, e criminogene identità tra stranieri e delinquenza. Lei può fare qualcosa contro di ciò, Signor Presidente. Può non ratificare le misure razziste ed anticostituzionali contenute nel cosiddetto Pacchetto Sicurezza; può rinviare alle Camere quel provvedimento, chiedendone la modifica, perché in gran parte palesemente incompatibile con la Costituzione Italiana e con le norme del diritto internazionale. Lei può farlo, Signor Presidente, perché in suo potere, ma soprattutto perché moltissimi nel nostro Paese ne sono convinti - rappresentante di quell’Italia ancora democratica e giusta, che ancora non si è arresa alla resistibile marea del razzismo, dell’intolleranza e della pura e semplice cattiveria. Giuliano Corà, Insegnante Elementare - Barbarano (VI) Parole al vento, caro Giuliano. Purtroppo cultura 158 del18 luglio 2009 numero ViPiù cultura Strade perfide e montagne pensose Vicenza d’inchiostro A mettere ordine tra una vasto indice di romanzi, poesie e saggi, ci ha pensato Antonio Franzina con un volumetto intitolato “Parchi culturali nel vicentino”, edito qualche anno fa dal Touring Club in collaborazione con il consorzio Vicenzaè. Una guida svelta e piacevole, che potrebbe essere utile rispolverare in queste giornate estive. Per scoprire qualche angolo del Vicentino poco flickr.com/pedroelnegro icenza? Una città “incantabile”, con una “piccola anima geniale di vecchio prete italiano, furbo, culto di classici, spiritoso, voglioso del quieto vivere nonché con qualche piccolo episodio tenero”. E con “tutte quelle piccole strade perfidette che fingono sempre andare a destra per arrivare a sinistra e andare a sinistra per arrivare a destra e tutto questo vecchio latino un poco di seminario, un poco rimasticato dall’antico, di tutti questi vecchi palazzi di Cinquecento”. Nelle pagine di “Piccolo mondo moderno” Antonio Fogazzaro descrive così il centro di Vicenza, riuscendo a catturare lo spirito e l’atmosfera che, mezzo secolo più tardi, faranno guadagnare alla città del Palladio il titolo di Sacrestia d’Italia. Ma il suo è solo uno dei tanti casi in cui Vicenza e i suoi dintorni fanno capolino all’interno di romanzi, racconti e libri di viaggio, o in cui le strade della provincia si incrociano con quelle della grande letteratura. I Promessi Sposi potrebbero esser stati ispirati da una vicenda molto simile svoltasi ad Orgiano, la storia di Romeo e Giulietta è nata all’ombra dei castelli di Montecchio Maggiore, ma si potrebbe continuare. Goethe, ad esempio, rimase incantato dalla città: sia per i monumenti architettonici (“La Basilica è così sfarzosa che non si può figurarsela se non la si è veduta al naturale” scrive in una lettera all’amica Carlotta Von Stein), sia per lo spirito cordiale dei suoi abitanti, ricordati con affetto nel suo “Viaggio in Italia”. I vicentini, scrive, “san godersi, fra loro, i vantaggi di una grande città. Essi non badano a nessuno: si può fare quel che si vuole. Se poi alcuno si rivolge loro, si dimostrano affabili e pieni di attenzioni. Le donne mi piacciono in modo particolare”. noto, e per provare a guardare con occhi nuovi anche i luoghi più abusati. A partire dal centro storico, tra le cui architetture così amate da Goethe, è ambientato anche “Il Prete Bello” di Goffredo Parise, romanzo che offre uno spaccato della città agli inizi degli anni Cinquanta. La vicenda si svolge a due passi da Piazza dei Signori, in un palazzo di contrà Santa Barbara con il “cesso sospeso” e un cortile “dove non arrivava mai una raggio di sole ma si poteva giocare lo stesso”. Accanto ci sono negozi che esistono ancora oggi, come il Caffè accanto alla chiesa dei Servi (il Caffè commercio) o la drogheria all’angolo tra contrà san Faustino e il Corso, e altri scomparsi, come la piccola distilleria di liquori (“un’unica stanzetta da cui usciva un puzzo terribile”) dove i ragazzi del romanzo andavano in cerca di un po’ di essenza di sciroppo. 158 del18 luglio 2009 pag15 numero Comunale, buona la terza ltimo fine settimana a disposizione di chi volesse visitare la mostra “Dolci per i miei denti. Ceramiche di Silvia Zotta”, allestita a Casa Cogollo nell’ambito del progetto “Sistemi di contemporaneo”. Le creazioni dell’argentina Silvia Zotta sono opere e installazioni coloratissime le cui fattezze richiamano esplicitamente dolci di vario tipo. Opere sagomate in profili essenziali, “costruite” da accostamenti cromatici, spesso smaltati, che vanno dal verde mela al giallo, dal rosso ciliegia al bianco, dal blu e violetto al rosa, con una tecninca che usa i colori come fossero una scala musicale. A Silvia Zotta non importano i tecnicismi e le ossessioni del ceramista-tipo che bada più ai gradi di cottura e ai materiali che al racconto di una nuova realtà da rendere con una pasta così antica. Il suo dare vita a un differente modo di fare ceramica, spiazzante e vitale, si è così imposto in breve tempo nei maggiori concorsi in cui l’arti- Danza Domenica 25 Ottobre 2009 Romeo e Giuletta Ballet du Gran Théâtre de Genève (Svizzera) Domenica 31 Gennaio 2010 Mi ultimo secreto Compañia Mercedes Ruiz (Spagna) Domenica 7 Febbraio 2010 Casanova Compagnia Aterballetto – Fondazione Nazionale della Danza (Italia) Altro luogo caro alla letteratura sono i to i romanzi scritti da autori di casa colli attorno a Monte Berico. Quei colli nostra. Da Luigi Meneghello, che ha che, secondo Guido Piovene “spunta- dipinto con ironia inarrivabile la prono nel mezzo della pianura, e vi riman- vincia, a Mario Rigoni Stern, che ai gono sperduti, guardando tutto all’in- monti di Asiago, alla loro gente, ai loro torno, con prati, selve, vigne, giardini animali, alle loro storie ha dedicato a balcone”. Lì, lungo i viottoli e i crinali praticamente tutte le sue opere. Più che si arrampicano tra la Rotonda e il interessante è forse andare a scovare le Santuario della Madonna sono am- tracce di paesaggi abituali in autori apbientati, tra gli altri, “Lettere di una parentemente lontani. Cosa avvenuta Novizia”, dello stesso Piovene, e alcu- soprattutto per gli echi della Grande ne delle scene del fogazzariano “Pic- Guerra, l’evento che più di ogni altro ha lasciato traccia nei colo Mondo Moderno”. lavori di scrittori e roEd è sempre Fogazzaro manzieri. Hemingway a scegliere alcuni annon ha mai dimenticagoli della provincia, in to il sorgere del sole sul particolare dell’Alto Vi- La Grande Monte Grappa, Carlo centino, come scenario Emilio Gadda descrive per il Daniele Cortis e Guerra una Cesuna devastata, per Leila, i cui prota- è l’evento con “le case senza porte gonisti si muovono tra che ha lasciato e senza gelosie, col moVelo D’Astico, Arsiero più tracce bilio e i cenci spezzati e e Tonezza. Il Monte sparsi, gli arredi franPiarforà è “tutto nero”, nei libri tumanti”, ed Emilio “pensoso” e con un Lussu ambienta il suo “fosco sopracciglio”, la “Un anno sull’Altopiavalle dell’Astico circondata da “selvagge pareti giganti”, men- no” tra Stoccaredo, Campomulo e il tre Tonezza, “a cinque ore dalla città, Monte Fior, dal quale, nelle giornate tre di ferrovia e due di vettura”, è tutta più limpide, i soldati potevano arrivare “boschi di abeti, boschi di faggi, solitu- a vedere il mare. L. M. dine, quiete”. Parise, Piovene, Fogazzaro. Va da sé che del vicentino parlino soprattut- D affidata ad Arteven, e il doppio binario della musica (cameristico e sinfonico), reso possibile dalla vera novità della stagione, la collaborazione tra l’Orchestra del Teatro Olimpico e la Società del Quartetto di Vicenza, che proprio nel 2010 festeggia i suoi cent’anni di storia Musica da camera... Ad aprire la stagione sarà, il prossimo 2 ottobre, il concerto del violinista Salvatore Accardo, che torna ancora una volta in città con il suo programma “Notti Trasfigurate”, questa volta con musiche di Kodaly, Debussy e Mozart. Seguono, sempre per la stagione cameristica, il Quartetto d’archi Panocha, le chitarre jazz di Franco Cerri e Michele Calgaro, i fiati barocchi dell’Ensemble Zefiro, le sonate di Beethonven per violoncello e pianoforte interpretate da Enrico Bronzi e Filippo Gamba, il Quartetto d’archi Michelangelo, le note pizzicate di Manuel Barrueco e del Cuarteto Latino Americano, per concludere con l’ensemble Quartetto di Cremona a concludere, il 19 aprile. sta ha ottenuto numerose menzioni d’onore; ha vinto il prestigioso Premio Faenza, ricevuto ex aequo al 54° Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte nel 2005, e il Primo Premio al Settimo Concorso Nazionale “Viaggio attraverso la ceramica” di Vietri sul Mare nel 2001. È stata selezionata per lavorare al centro di ricerca ECWC (European Ceramic Work Centre) in Olanda, e ha partecipato a simposi i nt e r n a z ion a l i , workshop e residenze d’artista. A Casa Cogollo la “lista dei dessert” in esposi| XXXX zione prevede, tra l’altro, Torta da viaggio, Scatoline caramellate ovvero dolci da tavola, Liquirizioni amari e Spumoni caldi , Cuori da mangiare, Pacchettini brisée, una Torta da interni, i Cotti dentro , un piatto con cuore e sediolina, Dolci da muro e suggestioni di cioccolato, anelli colorati e persino un Pasto verde “comida de vaca”, il tutto rigorosamente in maiolica policroma. li, nel panorama della ritrattistica, e in generale dell’arte pittorica contemporanea”. | Un momento del balletto “Casanova” ...e sinfonica Per la stagione sinfonica si prosegue il percorso dello scorso anno affrontando il tema dei “Due imperi musicali”, quelli di Germania e Russia, espressioni del grande sinfonismo romantico e post-romantico, attraverso un filo conduttore che passa da autori come RimskijKorsakov, a Čajkovskij e Prokof’ev, e a compositor i dell’altra tradizione quali Chopin, Mendelssohn, Beethoven e Haydn. La stagione inizierà mercoledì 28 ottobre con l’Orchestra del Teatro Olimpico e la solista Brigitte Engerer al pianoforte in un programma dedicato a Rimsky-Forsakov e Chopin. Tra gli appuntamenti più attesi, il concerto nella notte di San Silvestro in programma il 31 dicembre fuori abbonamento, e i due concerti di aprile dedicati ai grandi classici: venerdì 16 tutto Beethoven con pianoforte Michail Rudy, e giovedì 29 con l’Orchestra Filarmonica Italiana in musiche di Beethoven e Haydn. Ballando con Goldoni La stagione di prosa, costruita con titoli molto classici e intepreti di sicuro richiamo, prende il via con il goldoniano, “L’impresario di Smirne”, prosegue con Shakespeare e il suo “Molto rumore per nulla” per arrivare alla “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo nell’interpretazione di Lina Sastri e Luca De Filippo. Ma ci saranno anche il “Cyrano de Bergerac” di Edmond Rostand, “Roman e il suo cucciolo” con Alessandro Gassman nei panni di attore e regista e “L’inganno” di Anthony Shaffer. La stagione della danza, infine, spazia tra classica, moderna e contemporanea con un cartellone di assoluta eccellenza. Si parte il 25 ottobre, con “Romeo e Giulietta” in prima italiana, per concludere il 16 maggio con “La Bayadère” del St. Petersburg Ballet Thatre, sempre in prima nazionale. In mezzo si passa per l’esclusiva regionale « Mi ultimo secreto » della Compagnia Mercedes Ruiz, la nuova produzione «Casanova» della Compagnia Aterballetto, la Serata Ravel-De Falla del Malandain Ballet de Biarritz, «La Grande Messa» del Pascal Rioult Dance Theatre New York (in prima europea) e “La bella addormentata”. Quest’anno sono salite a 19 le formule di abbonamento a disposizione del pubblico per offrire la massima flessibilità nella scelta e nei prezzi. clarinetto Fabrizio Meloni Orchestra Sinfonica Abruzzese Mercoledi’ 24 Marzo 2010 S. PROKOF’EV Concerto per violino e orchestra n. 1 in re maggiore; Sinfonia Classica n. 1 op. 25 F. SCHUBERT Sinfonia n. 2 in do minore “Tragica” violino Alexander Kagan Orchestra Teatro Olimpico di Vicenza Malandain Ballet de Biarritz (Francia) Venerdi’ 26 Marzo 2010 La grande messa direttore Zaza Azmaiparashvili Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza Pascal Rioult Dance Theatre New York Giovedi’ 29 Aprile 2010 L. VAN BEETHOVEN Ouverture Coriolano op. 62; Sinfonia n. 1 in do maggiore F. J. HAYDN Sinfonia n. 94 La sorpresa Sabato 10 Aprile 2010 La bella addormentata Le Grands Ballet Canadiens de Montréal Domenica 16 Maggio 2010 La bayadère St. Petersburg Ballet Theatre (Russia) al violino di Salvatore Accardo alle sinfonie di Beethoven, dalla prima nazionale del Romeo e Giulietta del Ballet Grand Théatre de Geneve alla Filomena Marturano di Lina Sastri e Luca De Filippo. Il cartellone della terza stagione del teatro comunale città di Vicenza, presentato ufficialmente nei giorni scorsi, offre al pubblico degli appassionati molte conferme e qualche novità: si rinuncia all’opera lirica – in tempi di crisi uno degli spettacoli più costosi – ma non alla musica lirica tout court; la programmazione della danza si consolida ai vertici regionali con molti spettacoli in prima assoluta, quella della prosa si mantiene su standard elevati con alcuni dei nomi più in vista del teatro italiano, e nel campo della musica si registra l’entrata in scena della musica da camera, che va ad affiancare il programma sinfonico. Così il conto totale degli spettacoli sale a 32 (contro i 28 della stagione scorsa), articolati in quattro filoni: la prosa, seguita dal Teatro Stabile del Veneto, la danza F. Mendelssohn-Bartholdy Sinfonia n. 3 op. 56 “Scozzese” Venerdi’ 16 Aprile 2010 L. VAN BEETHOVEN Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in do minore op. 37; Sinfonia n. 2 in re maggiore op 36 pianoforte Micail Rudy Martedi’ 2 Marzo 2010 Serata Ravel – De Falla Le portrait de L’Infante – Amore stregone Presentato il cartellone della nuova stagione, la terza, del teatro Comunale. Con molte conferme e qualche novità (la Società del Quartetto), sono in arrivo grandi nomi della musica, della prosa e della danza Zotta, il colore della ceramica U Il Programma completo | Eros Pagni Viaggio tra novelle e racconti per scoprire i volti nascosti della provincia. Dalle donne affabili di Goethe a Rigoni Stern, ecco come il Vicentino è stato visto dalla letteratura V cultura 14 pag Prosa 20 - 21 - 22 Novembre 2009 L’impresario di Smirne di Carlo Goldoni, musiche di Nino Rota con Eros Pagni, Gaia Aprea produzione Teatro Stabile del Veneto – Teatro Stabile di Catania – Fondazione Antonveneta 22 - 23 Dicembre 2009 Molto rumore per nulla di William Shakespeare con Pietro Biondi, Lorenzo Lavia, Giorgia Salari. Produzione Teatro di Roma Compagnia Lavia Anagni 12 - 13 - 14 Gennaio 2010 Filumeno Marturano di Eduardo De Filippo con Lina Sastri, Luca De Filippo produzione Teatro di Roma - Elledieffe 18 - 19 Marzo 2010 Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand con Massimo Popolizio produzione Teatro di Roma 30 - 31 Marzo - 1 Aprile 2010 Roman e il suo cucciolo di Reinald Povod con Alessandro Gassman, Manrico Gammarota. Produzione Società per Attori – Teatro Stabile d’Abruzzo 4 - 5 maggio 2010 L’inganno di Anthony Shaffer con Glauco Mauri, Roberto Sturno produzione Compangia Mauri - Sturno Sinfonica Mercoledi’ 28 Ottobre 2009 N. RIMSKY-KORSAKOV Schehérazade op. 35 F. CHOPIN Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in fa minore op. 21 pianoforte Brigitte Engerer Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza Lunedi’ 21 Dicembre 2009 F. MENDELSSOHN-BARTHOLDY Sinfonia n. 4 in la maggiore “Italiana” P. I. ČAJKOVSKIJ “Romeo e Giulietta” ouverture fantastica Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza Giovedi’ 31Dicembre 2009 concerto FUORI ABBONAMENTO CONCERTO DI SAN SILVESTRO P. I. ČAJKOVSKIJ Capriccio Italiano arie d’opera da definire J. STRAUSS Valzer e Polka soprano Anna Maria Di Filippo direttore Giancarlo De Lorenzo Orchestra Teatro Olimpico di Vicenza Sabato 23 Gennaio 2010 CONCERTO LIRICO-SINFONICO programma da definire. Soprano Inva Mula. Orchestra Teatro Olimpico Vicenza Sabato 13 Febbraio 2010 R. STRAUSS Concerto per oboe in re maggiore; “Il borghese gentiluomo” oboe Francesco Quaranta Orchestra Teatro Olimpico di Vicenza Martedi’ 9 Marzo 2010 M. RAVEL “Pavane pour une infante défunte” A. Copland Concerto Per Clarinetto E Orchestra Orchestra Filarmonica Italiana Cameristica VENERDÌ 2 OTTOBRE 2009 “Notti Trasfigurate Salvatore Accardo e amici” violino Salvatore Accardo Martedì 3 Novembre 2009 A. DVORAK Terzetto in do maggiore op.74 Z. FIBICH Quartetto n. 2 sol maggiore op.8 F. MENDELSSOHN-BARTHOLDY Quartetto op.13 archi Quartetto Panocha Lunedì 23 Novembre 2009 “In punta di dita” JAZZ STANDARDS & ORIGINALS chitarre Franco Cerri, Michele Calgaro Venerdì 4 Dicembre 2009 “Allegro e Spiritoso” J. M. HAYDN Divertimento in si bem. magg. W. A. MOZART Marcia KV290 , Divertimento KV205 in re magg F. J. HAYDN Divertimento in fa magg. Ensemble Zefiro orchestra barocca Venerdì 8 Gennaio 2010 J. S. BACH - F. MENDELSSOHNBARTHOLDY Orchestra da Camera di Mantova pianoforte Angela Hewitt Mercoledì 27 Gennaio 2010 O. MESSIAEN “Quatuor pour la fin du temps” Trio di Parma Giovedì 4 Febbraio 2010 “Integrale delle sonate per violoncello e pianoforte” L VAN BEETHOVEN Sonata op.5 n.2 in sol minore; Dodici variazioni in fa magg. op.66; Due sonate in do magg. e in re magg. op.102 violoncello Enrico Bronzi pianoforte Filippo Gamba Mercoledì 24 Febbraio 2010 P. I. ČAJKOVSKIJ Quartetto n.2 in fa magg. op.22 R. SCHUMANN Quartetto n. 1 op. 41 D. ŠOSTAKOVIC Ottavo quartetto in do min. op.110 archi Quartetto Michelangelo Giovedì 4 Marzo 2010 R. SCHUMANN “Liederkreis” op. 24; “Der arme Peter” op. 53; “Dichterliebe” op. 48 pianoforte Andrea Bacchetti tenore Marcello Nardis Lunedì 15 Marzo 2010 C. GUASTAVINO “Las Presencias n.. 6 “Jeromita Linares” M. DAUGHERTY “Bay of Pigs” (prima esecuzione europea) G. L. FRANK “Inca Dances” A. PIAZZOLLA“Tango Sensations”; “Milonga del Angel”; “Muerte del Angel” chitarra Manuel Barrueco archi Cuarteto Latino Americano Lunedì 19 Aprile 2010 B. BARTOK Quartetto n. 4 A. BORODIN Quartetto n. 2 in re maggiore. Archi Quartetto di Cremona Biglietteria TCVI 0444- 324442 www.tcvi.it - [email protected] cultura 158 del18 luglio 2009 numero 16 ViPiù Terraaa! la notte della luna U di Vicenza ricorda l’anniversario con una serie di eventi ricca di contaminazioni. Il programma della manifestazione, sostenuta da Aim, si svilupperà dalle 15 di lunedì 20 luglio a piazza S. Lorenzo - fulcro geografico dell’iniziativa -, con Effimero, happening inserito nel progetto di arte contemporanea dell’assessorato alla Cultura. L’esposizione, parte integrante della rassegna “Epidermie” curata da Alberto Zanchetta, sarà composta dalle rielaborazioni dell’opera Aconà Biconbì di Bruno Munari (prodotta da Danese nel 1961 e recentemente rieditata dalle edizioni Maurizio Corraini), che diciannove artisti italiani hanno accettato di trasformare. Le sculture saranno disseminate sulla piazza e qui lasciate per un giorno intero. Gli artisti, presenti sin dalle 15, si occuperanno p er s on a l mente della messa in opera delle micro-sculture, e in alcuni casi la riedizione avverrà direttamente sul posto, risultato di quell’interazione tra artista, opera e pubblico che è tra i punti di forza del progetto. Le opere, esposte a decorare in modo assoluta mente effimero la piazza, saranno così | “Hero”, di Willy Verginer, parte integrante in esposizione sotto la Loggia del Capitaniato della cornice sce- na lunga serata tra arte contemporanea, poesia, cinema e musica, tutto all’insegna della luna. A quarant’anni di distanza dalla notte del 21 luglio 1969, quando l’astronauta Neil Armstrong mise piede per la prima volta sul suolo lunare con quello che è stato definito come “un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”, il Comune 158 del18 luglio 2009 pag17 numero movida 1969-2009, L’isola della letteratura flickr.com/L’u’z’a’ Una lunga serata di eventi per ricordare l’anniversario dell’allunaggio di Neil Armostrong. Spaziando tra arte contemporanea, letteratura, cinema e musica movida pag nografica proposta per “La notte della luna”. Effimero sarà poi il punto di partenza per una visita guidata alle altre opere d’arte contemporanea di “Epidermie”. Alle 18 il curatore della rassegna Alberto Zanchetta accompagnerà i visitatori prima ai Giardini Salvi per soffermarsi sulle sculture di Parco Tematico, che proprio lunedì 20 inaugura due nuove installazioni, una delle quali direttamente correlata all’impresa di Neil Armstrong. La visita proseguirà nella Loggia del Capitaniato, in piazza dei Signori, dove staziona la prima scultura di Tycius, (ne sono previste quattro nell’arco di un anno, una per ogni stagione), ovvero Hero di Willy Verginer. Si proseguirà poi con Osservatorio nel loggiato della Basilica Palladiana, dove sono state allestite dieci vetrine, pensate come se fossero le bacheche di un piccolo museo sotto vetro. Infine il tour volgerà al termine in contrà S. Corona, davanti al tribunale, con Billboard, un’opera concepita in forma di manifesto, della coppia Marotta&Russo, affissa su ottanta postazioni dislocate in tutta la città. Con il calare della sera si farà ritorno in piazza S. Lorenzo dove, a partire dalle 21.30, le suggestioni esercitate dalla luna nell’immaginario letterario si trasformeranno in un reading itinerante a cura dell’associazione Theama Teatro. In programma le letture tratte da opere di Leopardi, Montale, Calvino, Baudelaire, Verne e altri, ma anche poesie per bambini, interviste e cronache dell’epoca, brani di racconti di fantascienza, aneddoti e curiosità. Per riscoprire come l’uomo ha immaginato e raffigurato la luna prima dello sbarco del 1969, ci sarà anche la videoproiezione del poetico cortometraggio muto di Georges Méliès, Viaggio sulla luna (1902), una parodia basata liberamente sul romanzo di Jules Verne Dalla Terra alla Luna e su I primi uomini sulla Luna di H. G. Wells. L’ingresso è libero Vespasiani, ritratti da Grand Tour I Francesca, un Antonello l ritratto come arte di da Messina, un Tiziano, interpretare un volto un Raffaello, o un Van e di tracciarne i segni Eyck, non è semplicedell’anima. Continua mente la riproduzione alla galleria Yvonnenaturalistica della pera r tecontempora nea cezione di un volto – la mostra dal titolo scrive al riguardo Cesa“Grand Tour: il volto, lo re Catà -: conformemenspecchio, la maschera” te alla etimologia della dell’artista Mario Veparola, “ri-trarre” signispasiani, che presenta fica, qui, estrapolare, da una serie di olii su tela qualcosa, l’essenza. Neldedicati ai ritratti e agli la fattispecie, significa studi del volto. estrapolare l’identità dal Le opere fanno parte corpo: un’essenza imdell’imponente progetto intitolato Grand Tour, | Un ritratto di Mario Vespasiani materiale da una visione materiale. Mario Vespain riferimento a quel siani, nei suoi Portraits, ha a che fare viaggio pluriennale che un tempo veprecisamente con questo tentativo – niva compiuto dai giovani aristocraun tentativo che quindi potremmo agtici per arricchire la loro conoscenza. gettivare “neo-rinascimentale”: trarre L’autore, confrontandosi con le storie l’essenza dalla visione, comprendere e le esperienze umane che ha inconlo spirito a partire dalla materia. Non trato nel corso degli ultimi due anni, è un caso che questi ritratti siano techa riportato in queste tele i suoi apnicamente molto meticolosi, con una punti e i suoi simboli fatti di silenzi, attenzione al colore e alla linea forluce e attimi. “Il ritratto, intenso in temente inusuali, nel panorama della senso squisitamente rinascimentale, ritrattistica, e in generale dell’arte pitossia come venne concepito nei capotorica contemporanea”. lavori irraggiungibili di un Piero della Uno sguardo su Mario Ceroli C ontinua la rassegna “Arte in banca, sguardi sul Novecento”, le mini-mostre di arte contemporanea (e non solo) che il gruppo Intesa San Paolo organizza nelle vetrine della filiale di contrà del Monte, con l’obiettivo di offrire a tutti -dal cliente dello sportello bancario, al turista di passaggio, allo studente che frequenta le scuole e le facoltà universitarie della città, al cittadino in passeggiata nel centro storico – di “visitare” gratuitamente un’esposizione d’arte, illuminata ventiquattro ore al giorno per sette giorni la settimana. Questa volta la rassegna è dedicata a Mario Ceroli. Scultore, ceramista e scenografo, Ceroli è un artista di grande spessore sia da un punto di vista storico che estetico, costantemente al centro del panorama artistico italiano degli ultimi cinquant’anni grazie alla profondità e complessità della sua produzione. Interessato al rapporto tra storia e quotidiano, tra evocazione arcaica e presenza concreta e attuale di temi e figure, Ceroli rimette in circolo, o restituisce, un patrimonio espressivo di straordinaria ampiezza, in cui si mescolano gli influssi della Pop Art a citazioni dei grandi classici dell’arte, come l’Uomo vitruviano o L’Ultima Cena di Leonardo. Tra le sue opere più note, il Cavallo Alato che dal 1980 è esposto davanti alla sede Rai di Saxa Rubra. Alla Fabbrica Alta di Schio la decima edizione di Azioni Inclementi, la principale rassegna letteraria della provincia. Il tema è quello dell’isola, da Robinson Crusoe a Lost di Francesca Danda È estate, tempo di vacanze, viaggi e miraggi. Magari verso isole sconosciute e difficilmente raggiungibili, che diventano metafora di sogni, luoghi immaginari su cui proiettare aspirazioni e miraggi d’ogni tipo. O anche lidi sui quali, dimentichi della propria quotidianità, ricominciare da zero e scoprire di sapersi “fare da sé”. È questo l’affascinante tema scelto come filo conduttore per la prossima edizione di Azioni Inclementi - Arti e Mestieri del Narrare, che si terrà a Schio da giovedì 23 a domenica 26 luglio. Gustosa, originale e longeva, la manifestazione è ormai a pieno titolo il principale festival letterario della provincia, che da 10 anni fa della costruzione di narrazioni attorno a un tema la propria peculiarità, proponendo relatori di spessore ed attirando 800 presenze al giorno. “Terraaa! L’isola di Robinson, l’isola di Venerdì” il titolo di quest’anno, proposto dalla fervida immaginazione dei ragazzi dell’associazione AtoZ, 13 entusiasti che lo promuovono e ne curano la programmazione fin dal 1999. Con il patroci- nio del Comune di Schio e nella scenografica cornice degli esterni di Fabbrica Alta, imponente lanificio ottocentesco oggi dismesso che ospita l’evento da tre anni (prima si teneva a Malo, a Villa Clementi, da cui il nome). Per fare di cultura e letteratura mezzi di comunicazione popolare, “capaci di parlare a un pubblico che spesso non si interessa per nulla di ciò, e magari non ha nessuna intenzione di prestare orecchio a raccomandazioni politiche, etiche o di condotta” indicano come mission gli organizzatori. «Ed infatti la partecipazione è soprattutto giovane, tra i 20 ed i 30, con qualche punta sui 40» ci racconta Alberto Brodesco, che fa parte della direzione artistica del collettivo. Che per il prossimo week-end ha progettato un viaggio di sola andata alla scoperta di innumerevoli isole, con capitani e naufraghi d’eccezione. A partire dall’approdo a Fabbrica Alta, giovedì sera, con una parata da piazza Duomo in compagnia di Teatro Potlach, tra i più importanti esempi di sperimentazione e teatro di strada internazionale: trampoli, musiche, danze, giocoleri, fuochi d’artificio. Per continuare, il giorno dopo, con il lavoro teatrale di Andrea Pennacchi, regista padovano che partirà dal personaggio di Ve- nerdì, il “selvaggio” a cui non viene nemmeno chiesto il nome, per tratteggiare un Robinson diverso rispetto a quello di Defoe, contaminato e più umano. Sabato sarà la volta dell’incontro con Edouard Glissant, autore martinicano considerato già da tempo un fuoriclasse dai nostri cugini d’oltralpe, mentre domenica Claudio Magris, tra i più grandi scrittori italiani, dialogherà a ruota libera sul concetto di isola in letteratura, da Defoe al Mediterraneo alla cultura mitteleuropea della sua Trieste. Senza dimenticare le molte curiosità infilate qua e là in cartellone, come l’incursione tra fiction e realtà nella serie cult televisiva Lost, ambientata su di un’isola, o lo spettacolo sulla vita di Mr. Ikea, all’anagrafe Ingvar Kamprad, che da vero self-made man ha trasformato il consumatore in un novello Robinson per costringerlo ad allestirsi, da solo, una casa. (entrambi in calendario per sabato). Ma le proposte non finiscono qui, perciò vale la pena andare a sbirciare il programma completo su www. azioninclementi.it. 12 euro per 4 giorni in viaggio tra le isole del festival: altro che last minute! Gli appuntamenti sabato 18 CARLO ATTI TRIO Nuovo Bar Astra – contrà Barche 14, ore 19 Concerto aperitivo – musica jazz con Carlo Atti (sax), Lorenzo Conte (contrabbasso) e Valerio Abeni (batteria) Free entry sabato 18 JAKA & FIRE BAND + VINCITORI VICENZ@NET MUSIC 2009 Parco Retrone di quartiere Ferrovieri, ore 21 Ferrock – concerto reggae + concerto dei Bobo’s Ranch (r&b)+ concerto dei Thanks for Enquiry (pop punk) Free entry sabato 18 WIT MATRIX Piazza degli Scacchi (Marostica), ore 22 Concerto tributo ai Pink Floyd con mostra memorabilia nel 30° anniversario di “The Wall” Free entry sabato 18 LA ZURDA + RAFFAELLO SELTZ Campo sportivo (Campotamaso di Valdagno), ore 20.30 Tamasofest 2009 – concerto di patchanka argentina + concerto rock steady – a seguire afro dj set Free entry domenica 19 NEWROPEAN QUARTET Bar Sartea – corso Ss. Felice e Fortunato 362, ore 19.30 Concerto jazz del quartetto internazionale - presentazione del disco “Amapola” Free entry domenica 19 INNOCENTI EVASIONI BAND + SMAKO AKUSTIKO Parco Retrone di quartiere Ferrovieri, ore 21 Ferrock – concerto tributo a Lucio Battisti + concerto pop prog acustico Free entry | “Il sole alla finestra”, Collezione Intesa Sanpaolo | Claudio Magris domenica 19 RICCIPASTICCI Area Biblioteca Comunale – via Rossi 32 (Dueville), ore 21.30 Rassegna Busnelli Giardino Magico – concerto swing blues preceduto da djspritz Free entry mercoledì 22 CONTROL ALTE CONCERTS 2009 Piazza San Paolo (Alte di Montecchio Maggiore), ore 21 Contest musicale per band emergenti – concerti di Bad Black Sheep (alternative rock), The Pretty Liver Society (blues pop acustico)e Radikanera (rock funky elettronica) Free entry venerdì 24 DJ WOOD Nuovo Bar Astra – contrà Barche 14, ore 19 Concerto aperitivo – dj set Free entry venerdì 24 TRIBOSSA Bar Sartea – corso Ss. Felice e Fortunato 362, ore 19.30 Eat, drink & listen – serata di musica e degustazioni (risotto ai frutti di mare e Verdicchi dei Castelli di Jesi) Free entry venerdì 24 KAOTIKA 2009 Via Don Luigi Sturzo (Monticello Conte Otto), ore 20 Festival musicale con concerti di Nightfire, Motolickers, Toni ti anima la macchina, Ozawa Beach e Plettrofobica Free entry venerdì 24 MAX LAZZARIN &THE 2ND LINERS + MARK SLIM BAND Via San Bernardino (Perarolo di Arcugnano), ore 21 Perarock – concerto blues contaminato + concerto country blues – a seguire post serata acustico con Fabio Cardullo e Davide Peron (ore 00.30) Free entry 158 del18 luglio 2009 pag18 numero movida Tennis Kracman, lo sloveneto di Giuliano Corà N Dal 2004 il forte tennista di Lubiana si allena e risiede all’ombra dei Berici Il fuoriclasse del Ct Vicenza racconta la sua vita nella città che l’ha adottato te di pioggia, gli amori mercenari. Dalla seconda, invece, deriva lo stile spesso nervoso e asciutto, e soprattutto la costruzione del protagonista e dei comprimari, raccontati senza sconti ma anche senza nessuna fascinazione romantica. Nonostante, infatti, l’eccezionale bravura di Vincent Cassel, e la sua innegabile simpatia, sarebbe sbagliato affermare che il film ‘stia dalla sua parte’. Richet non si schiera – e sarebbe stato facile, considerando l’icona ribellista che ancor oggi Mesrine rappresenta per i giovani francesi – ma si limita a raccontare (Mesrine, ma anche il suo tempo), con semplicità e stile so- praffino, confezionando un film non solo appassionante ma anche ‘bello’ ed intelligente. Merita di essere segnalata la comparsata di Gérard Depardieu, che sembra sempre più calcare la parabola di Marlon Brando: la sua immensa bravura cresce di pari passo con le sue dimensioni, ed è ormai uno di quegli attori cui, per recitare e riempire la scena di emozione ed atmosfera, è sufficiente una mossa del corpo, un movimento appena accennato del volto. Nemico pubblico n.1 – parte prima: L’istinto di morte, J-F. Richet, Francia/Canada/Italia, 2008 Sul comodino Doppio appuntamento con Scerbanenco A quarant’anni dalla morte, due libri ormai introvabili del fondatore del poliziesco all’italiana confermano la sua inesauribile vena creativa e la capacità di raccontare come pochi il “genere umano” Q uarant’anni fa moriva Giorgio Scerbanenco (1911 – 1969), un grande scrittore per tanto tempo sottovalutato e di cui solo in anni recenti si è riconosciuta la lezione. Per ricordarlo le case editrici Sellerio e Garzanti pubblicano quasi in contemporanea due suoi volumi che, pur scritti a distanza di molti anni l’uno dall’altro, ne evidenziano con eguale incisività il notevole talento. Un’inesattezza, cui ancora molti lettori danno credito, è che Scerbanenco per tanto tempo abbia scritto romanzi e racconti rosa e che solo negli ultimi anni abbia impresso alla sua produzione una 19 pag ViPiù La prima parte della vita del criminale ribelle Jacques Mesrine, dalla repressione della Resistenza algerina al movimento di liberazione del Québec. Film bello e intelligente, con un bravissimo Vincent Cassel di Giovanni Magalotti 158 del18 luglio 2009 numero sport Ritratto di un Nemico Pubblico Popcorn ato nel 1936, Jacques Mesrine combatté in Algeria, dove venne influenzato dalla violenze contro la Resistenza, alle quali dovette partecipare attivamente. Rientrato in Francia nel 1959, divenne in breve tempo una figura di spicco del milieu criminale. Nel 1968 fuggì in Canada, dove entrò in contatto con le frange estreme del Movimento per la Liberazione del Québec, dedicandosi ancora alle rapine e ad altre attività illegali. Catturato ed imprigionato, riuscì a fuggire dal carcere, ma dopo l’uccisione di due guardie forestali, nel 1972 rientrò in Francia. Ne “L’istinto di morte”, Richet ce ne racconta la storia fino a questo punto, rimandando la conclusione del racconto al film successivo. Lungi però dall’essere la prima puntata di una fiction, questo è un film perfettamente compiuto, nel quale Richet fonde mirabilmente la tradizione del noir francese con quella del poliziesco americano. Alla prima appartengono le atmosfere parigine, i bistrot malfamati, le strade bagna- sport svolta noir che lo consacra, oggi, come il vero e proprio fondatore del poliziesco all’italiana. “Nessuno è colpevole” mostra invece una propensione per il “mystery” sin dall’inizio degli anni ‘40. In questo volume si racconta la terza indagine dell’archivista della polizia di Boston Arthur Jelling, chiamato a fare chiarezza su un omicidio per il quale già esiste un reo confesso. Scerbanenco gioca con le regole del giallo a enigma, a imitazione dei classici Conan Doyle e Agatha Christie, e risolve la vicenda con un colpo di scena che probabilmente non sarebbe dispiaciuto a Durrenmatt. “Il Centodelitti” è una raccolta di racconti pubblicata in origine nel 1970 e che risultava irreperibile da almeno trent’anni. Il centinaio di testi contenuti, di lunghezza variabile (si va da una a venti e più pagine), e di argomento sempre diverso (anche se il motivo ricorrente è quello del delitto, inteso in senso letterale o metaforico), oltre a testimoniare l’inesauribile vena creativa di Scerbanenco e la modernità spesso incompresa del suo stile, dimostra come il suo “genere” preferito fosse senza dubbio il “genere umano”. Per ogni personaggio, eroico o meschino, e per ogni situazione, drammatica o apparentemente ordinaria, l’autore trova una parola che lascia il segno. È il tocco del maestro. Giorgio Scerbanenco, Nessuno è colpevole, Sellerio, 252 pp., € 13,00 Giorgio Scerbanenco, Il Centodelitti, Garzanti, 422 pp., € 18,60 di Paolo Mutterle Ormai è più conosciuto a Vicenza che a Lubiana. Alla terra che gli ha dato i natali nel 1982 Andrej Kracman continua a portare un eccellente contributo in Coppa Davis, dove vanta un curriculum di 17 vittorie e 10 sconfitte; dal 2004 il forte tennista sloveno vive però tra la città del Palladio (dove disputa il campionato di A2 con il Ct Vicenza Sisa e dove cinque anni fa ha preso casa) ed Este, sede del circolo nel quale segue un gruppo di agonisti come maestro. Di chilometri in macchina ne macina ancora tanti ("Quasi come un rappresentante" scherza), in campo un po' meno, visto che i problemi a un ginocchio lo costringono a dosare con attenzione gli impe- gni agonistici. Certo il tragitto tra Vicenza ed Este non è niente in confronto ai tour internazionali di inizio carriera, quando da giovane promessa incrociava la racchetta con Roger Federer ai tornei Juniores di Wimbledon. Kracman, cosa ci fa un professionista del tennis a Vicenza? "Nel 1998 ho disputato qui la serie A con il Palladio conoscendo diverse persone dell'ambiente. In seguito mi sono trasferito a Bologna, e qualche anno più tardi è arrivata la chiamata del Circolo Tennis Vicenza. Siamo partiti dalla B nel 2004 e quest'anno siamo arrivati a sfiorare la promozione in A1". | Prima dell’infortunio Kracman era nei primi 400 del ranking mondiale Atp, ed è arrivato in semifinale al torneo juniores di Wimbledon Come si sta da queste parti? "Bene, altrimenti non sarei rimasto! Mi piacciono le città piccole e i posti tranquilli. Dopo aver viaggiato tanto, era arrivato il momento di fermarsi". Il suo angolo preferito di Vicenza? "Dalla prima volta in cui ci sono stato Monte Berico mi è piaciuto molto, sia la chiesa che il piazzale da dove si può apprezzare la città. Il centro poi è carino e ben curato. Si mangia bene? "Non posso lamentarmi. Adoro la pasta, e ovviamente anche la carne, che da noi in Slovenia si mangia tanto. I miei posti preferiti sono al Moraro a Casale e a Valmarana, da Nello". C'è spazio anche per la pizza nella dieta del tennista? "Certo! Per forza da Vittorio, oppure sulla terrazza della Piazzetta, a Valmarana". Amante dello shopping? "Non tanto, è più la morosa che mi porta in giro per gli outlet del veronese" E del gelato? "Quello sì. Da Gaspari a Rettorgole, vicino casa". Capita che la fermano per strada? "Non spesso, ma è successo mentre facevo la spesa. Un signore al supermercato ha chiesto alla mia Nel singolare si gioca molto più compagna se ero Andrej Kracda fondocampo, mentre il dopman. Ma lavoro a parte non esco pio è più completo, si sta più a tanto, la sera mi piace stare a casa. rete e penso che sia più anche La vita del professionista non perpiù divertente da vedere per il mette sgarri". pubblico". Ci racconti la sua giornata. Cosa si dice di Kracman gio"Per la serie A iniziamo la precatore? parazione a gennaio "Che sono più porsui campi del Circolo tato al gioco d'atTennis Vicenza, vicitacco. Ho un serno all'Aeroporto. Mi vizio potente e mi alleno con i miei com- A Vicenza piace avanzare a pagni: Fava, Fort, Zen si vive rete. Sicuramente e Marzarotto. Insegno e si mangia l'altezza e i riflestennis a Este, dove bene si mi aiutano, così vado circa tre volte come il mio bagaalla settimana. Dopo Sennò non glio tecnico". la rottura del tendine sarei rimasto Qualcosa in efrotuleo del ginocchio il fetti ha vinto… mio lavoro è più di pre"Quest'anno il torvenzione in palestra e neo di doppio al Future Città di Vitrascorro meno tempo in campo, cenza, assieme all'argentino Carry. anche se allenando i ragazzi praA Padova invece siamo arrivati in ticamente non smetto mai con la semifinale. Il successo più bello reracchetta". sta però quello ai Masters di FolloOltre al campionato di A2, c'è nica nel 2002, in finale con Luddi, la Coppa Davis… 6-3, 7-5". "Quest'anno sono tornato a giocaIl giocatore più forte contro il re nel doppio con la Slovenia, che quale ha giocato in carriera? è nel secondo gruppo di Europa e "Sicuramente Roger Federer, ci Africa. Abbiamo battuto Egitto e siamo incontrati nel 1998 a WimLituania, ora a settembre abbiabledon da juniores". mo lo spareggio con la Lettonia Chi ha vinto? per entrare nel primo gruppo "Lui, 7-6, 6-4. Non era ancora il dove c'è anche l'Italia. Sarà dura". Roger Federer di oggi, ma qualcoMeglio doppio o singolo? sina si intuiva…". "Preferisco giocare in coppia. sport Calcio 158 del18 luglio 2009 numero 20 sport pag Palla alta e pedalare 158 del18 luglio 2009 numero Hockey Inline Diavoli d’azzurro vestiti Il racconto di Giacomo Petrone e Luca Roffo, appena rientrati dai Campionati Mondiali disputati a Varese S Il Vicenza è partito martedì per il ritiro di Gallio. Sono molti i fattori, economici in primis, che determinano la sede della preparazione estiva. Il responsabile medico biancorosso Giovanni Ragazzi spiega i vantaggi del lavoro in alta quota I questi giorni probabilmente stal Vicenza, a quota 1090, è nelle rà boccheggiando negli impianti zone alte della classifica. Per di casa in piena pianura padana essere più precisi i biancorossi (61 metri s.l.m.). stazionano al quinto posto, dietro ad Albinoleffe (1225), CittaBig in tour della (1186), Torino (1169) e, ahiFantasiose graduatorie a parte, noi, Padova (1154). In pieno cazc’è da dire che l’argomento è serio zeggio estivo la classifica è quella e tutt’altro che irrilevante nei bidell’altitudine delle località scelte lanci dei club. Nella dalle squadre di serie scelta della sede per B per il ritiro, vale a il ritiro si intrecciadire nell’ordine Borno fattori tecnici, mio, Lavarone, Follogistici, medici e garia, Villabassa e ovviamente econoGallio per la squadra mici, in una decisiodi Maran. Che è tal- Il medico: ne che deve compialonata dal Mantova: cere sponsor, enti anche i virgiliani nel “In altura locali, allenatori e precampionato han- non ci si - se possibile no optato per l’Altoossigena, è vero infine - tifosi. Purtroppo, piano facendo base come spesso accaad Asiago. Se l’Em- il contrario” de, il pallone deve poli è diretto a Vinci inchinarsi alla forza (97 metri, ma il nome superiore del denaè benaugurante), il ro. Non si spiegherebbero altriCesena andrà invece a sudare menti l’esotico ritiro dell’Inter a nella vicina ma afosa Castrocaro Los Angeles (che notoriamente (dove almeno ci sono le terme a pullula di aficionados nerazzuroffrire un po’ di relax…). Peggio ri e dove a luglio il clima è ideale di tutti sta il Piacenza, che in per gli allenamenti), o dei cugini rossoneri, che dopo aver abbandonato Milanello sono in tour tra Stati Uniti e Germania. In cadetteria ad andare per la maggiore sono le località montane alpine ed appenniniche. Solitamente sono i consorzi turistici o i comuni stessi a finanziare, in parte o in toto, le spese di alloggio di giocatori e staff tecnici. Il motivo non è difficile da intuire; la presenza delle squadre professionistiche è un richiamo importante, a volte vitale per piccoli paesi di montagna altrimenti esclusi dai flussi vacanzieri. Alcune ricche comunità del Trentino possono addirittura permettersi di stipulare contratti pubblicitari con i team che accolgono, il che significa ulteriori entrate per le squadre ospitate. Inoltre nel caso dei maggiori club di A per una decina di giorni le sedi del ritiro vengono invase dagli inviati delle emittenti e dei giornali nazionali, con ovvie ricadute in termini di pubblicità e promozione del territorio. | Per il quinto anno consecutivo il Vicenza Calcio ha scelto Gallio per la preparazione Perché Gallio Dal 2005 il Vicenza Calcio sceglie Gallio per l’inizio della preparazione. Una soluzione che sembra accontentare tutti, dai tifosi (che possono raggiungere comodamente la località altopianese per assistere ai primi allenamenti e scoprire i volti nuovi) ai partner istituzionali della società biancorossa, vale a dire Provincia di Vicenza e Comune di Gallio. Particolare non secondario è il livello e la comodità delle strutture: il campo sportivo, dotato di annessa palestra, è raggiungibile a piedi dall’hotel (il Gaarten) che ospita Zanchi e compagni. Non è un | La squadra biancorossa in partenza per il ritiro estivo. Il dr. Ragazzi è il primo in piedi da sinistra caso che con tre diversi allenatori, vale a dire Camolese, Gregucci e oggi Rolando Maran, la destinazione sia rimasta immutata, anche se la parola finale spetta ai vertici del club di via Schio, che ai tempi di Guidolin era solito preferire Enego. L’altitudine, il clima e la tranquillità rendono l’acrocoro dei Sette Comuni una location ideale per i ritiri delle squadre di calcio, in un contesto anche paesaggistico piacevole che favorisce la rigenerazione mentale in vista della nuova stagione agonistica. Il medico “Mi raccomando, non scriva che i giocatori vanno a ossigenarsi perché questo è un errore che fanno in molti - tiene a precisare il responsabile medico del Vicenza Calcio, il dottor Giovanni Ragazzi - Semmai è vero il contrario: in altitudine c’è meno ossigeno e di conseguenza aumenta il numero dei globuli rossi, una condizione che favorisce il rendimento quando il calciatore torna in pianura. Questo vantaggio sarebbe ancora maggiore salendo a quote più elevate, ma nessuna squadra lo fa perché servirebbe più tempo per l’acclimatamento, oltre alle maggiori difficoltà logistiche. La montagna tra i 1000 e 1500 metri viene scelta dalla maggior parte delle squadre, perché in genere permette di non lavorare nell’afa e di respirare un’aria più pulita in quanto più libera da pollini e inquinanti”. La giornata Questa la giornata tipo dei giocatori biancorossi: sveglia alle 8, colazione, alle 9 in campo o in palestra per il lavoro fisico con il preparatore atletico Alberto Bellè. Il pranzo è fissato per il 12.30, poi qualche ora di riposo. Tipicamente si riprende a lavorare alle 17 per un paio d’ore sul campo. La cena è servita alle 20 e prima di andare a dormire è previsto un ulteriore spuntino. Sono 31 i giocatori partiti per il ritiro di Gallio, ai quali si è già sottratto il difensore Valerio Foglio, ceduto all’Albinoleffe. Un numero che secondo mister Maran dovrà essere necessariamente sfoltito, anche se al momento il centrocampo (ancora orfano di Bernardini sulla via del recupero dall’infortunio al ginocchio) andrà necessariamente rimpolpato con qualche nuovo arrivo. Programma gare amichevoli Domenica 19 luglio ore 17 Gallio Gallio - Vicenza Martedì 21 luglio ore 17 Trento Juventus - Vicenza Giovedì 23 luglio ore 17 Gallio Vicenza - Sambonifacese Sabato 25 luglio ore 17 Gallio Vicenza - Tonezza Team Interform Giovedì 30 luglio ore 20.30 Stadio Menti Vicenza - Torino Domenica 2 agosto ore 20 Stadio Menti Triangolare Vicenza - Bassano Inter Zapresic direi che il Mondiale è stato gestito male”. Un Mondiale effettivamente piuttosto discusso. “Dal punto di visto organizzativo non abbiamo nulla da dire - riprende Petrone -. Ci sono stati dei problemi per le nazionali juniores e femminile, ma non per noi. Forse in un anno si poteva fare qualcosa di più, ma non serve certo polemizzare. Secondo me sono stati come tutti gli altri mondiali, come a Duesseldorf lo scorso anno. A livello di risultato dobbiamo essere comunque soddisfatti, perché siamo nelle prime sei al mondo e a fine mese l’Italia parteciperà anche ai World Games a Taipei. Io non ci andrò per impegni di lavoro, ma sono soddisfatto della stagione, sia a livello di club, con i Diavoli, sia con la nazionale con la quale ho giocato molto di più rispetto agli altri anni. Dobbiamo comunque crescere come squadra e come movimento. Occorre anche trovare una soluzione alle misure della pista, perché giocare un mondiale su un campo 30x60 è difficile se durante la stagione si usano su campi più piccoli (20x40). Giocare tutto l’anno in un modo e poi affrontare il mondiale con piste diverse risulta difficile”. A Taipei ci sarà invece Luca Roffo. “La stagione infatti non è ancora finita - conclude il giovane attaccante -. Ci sono i World Games, i primi per l’Italia, e sarà una bella esperienza. Faremo qualche giorno di ritiro, non molto perché con gli allenamenti ormai ci siamo. Il rischio forse è di arrivare un po’ stanchi, ma sarà così per tutti. Personalmente non posso che essere soddisfatto di questa stagione: con Vicenza abbiamo raggiunto le prime due finali della storia della società (Coppa Italia e campionato) e con la Nazionale penso di aver fatto bene, anche se non sta a me giudicare. Non ho nessun rimpianto e comunque non è ancora finita. Con i Diavoli si riparte a settembre per migliorare ancora. Un passo avanti ogni anno, così facendo si può arrivare lontano. Io a Vicenza mi trovo bene, penso di aver avuto un anno fortunato e vorrei arrivare con questo gruppo a traguardi importanti”. Ai Mondiali di Varese sono stati incoronati campioni per la seconda volta consecutiva gli Stati Uniti, seguiti dal Canada e dalla Repubblica Ceca, sul podio, e poi da Svizzera e Francia, che ha superato gli azzurri nella | Giacomo Petrone e Luca Roffo in maglia azzurra finale per il 5/6 posto. anche il Canada che è stata un po’ i è conclusa da poco con il seuna sorpresa perché rispetto allo sto posto al mondiale l’avvenscorso anno ha cambiato pochistura in azzurro per Giacomo Pesimo, ma è arrivato in finale e ad trone e Luca Roffo, instancabile un passo dalla vittoria”. difensore il primo e “cecchino” in “Il risultato è sufficiente - aggiunattacco, il secondo, della Caoduro ge il goleador dei Diavoli, Luca Diavoli Vicenza. Roffo-. L’obiettivo era di resta“Il risultato è in linea con le aspetre nelle prime otto del mondo e tative - ha dichiarato Jacky, disiamo arrivati sesti. Forse potefensore biancorosso -. Non c’era vamo fare qualcosa di più contro la squadra dello scorso anno, ma il Canada, ma gli siamo arrivati solo avversari sono aruno scalino indietro rivati anche in firispetto ai Mondiali di nale. Ci sono state Germania. Si puntava tante polemiche e al quinto, sesto posto lamentele intorno e, visti anche gli avveralla squadra, ma sari, non è affatto un Siamo arrivati noi siamo rimasti brutto risultato. Aveuniti e non abbiavamo una prima linea sesti, mo ascoltato i combuona e ben amalga- in linea menti dall’esterno, mata e altre due che raggiungendo un dovevano un po’ adat- con le attese risultato che non è tarsi. Tenendo conto della vigilia affatto male e giodel girone non certo cando quasi tutte facile, con i campioni le partite alla pari del mondo dello scorcon gli avversari. Alla vigilia semso anno che poi hanno vinto, gli brava dovesse essere un mondiale Usa, con la Svizzera formata per disastroso, invece non lo è stato e tre quarti da atleti della Lega su alla cerimonia di chiusura eravaghiaccio, abbiamo cercato di giomo tutti contenti, anche le altre care alla pari e nelle prime due squadre. Mi è piaciuto poi vedere partite a tratti ce l’abbiamo fattutti i tifosi insieme, senza divita, ma poi nei power play e nelle sioni; speravo in un seguito magsituazioni decisive si è vista la giore a livello mediatico, ma non differenza. Abbiamo incontrato 21 pag Atletica Valente, Dambruoso e Cuccarollo Spettacolo ai regionali Tre ori e numerosi podi per l’AV ai campionati veneti disputati a Mestre. Intanto lo sprinter Michael Tumi è tornato in azzurro L o scorso week-end a Mestre si sono tenuti i campionati validi per l’assegnazione del titolo regionale assoluto. Per L’AV Noaro Costruzioni è salito sul tetto del Veneto il mezzofondista Fausto Cuccarollo, che ha corso gli 800m in 1’55’’43, mentre per l’AV Banco Desio Veneto hanno trionfato le velociste Francesca Dambruoso con 12”42 nei 100m e la bandiera Aida Valente, che ha dominato i 400hs per chiudere in solitaria con il tempo di 1’00’’04. Oltre al titolo nei 400hs, con 56’26’’, la capitana delle arancioni ha ottenuto anche il secondo posto nei 400m piani. Due argenti sono giunti anche per gli orange dell’AV Noaro Costruzioni con il capitano Paolo Noaro, 13,57m nel triplo, e Paolo Pellanda, 42,57m nel martello. Medaglie di bronzo sono poi state portate a casa da Eugenio Incerti, 50”05 nei 400m, Nicola Albiero, 4,30m nell’asta, e Andrea Cracco, 51,40m nel giavellotto, mentre al femminile da Erika Marzari, 16”43 nei 100hs, Giorgia Meneghetti, 1’50m nell’alto, Nicoletta Toniolo 5,29m nel lungo, per chiudere in bellezza con il doppio bronzo di Maria Vittoria Cestonaro, 10,97m nel peso e 41,07m nel martello. A Dummas, Valle D’Aosta, la gioia del primato virtuale per il velocista Michael Tumi (10”44 con 3,4 m/s di vento a favore, 10”64 invece il suo crono ufficiale) coincide con quella ancor più importante della riconquista della maglia azzurra con la nazionale juniores in vista dei campionati europei di categoria. Tumi, fino ai primi di giugno nelle prime posizioni delle graduatorie stagionali dei 100 metri, è stato vittima di un infortunio muscolare alla vigilia dei campionati italiani juniores dove avrebbe lottato per uno dei gradini del podio. Saltato l’appuntamento più importante dell’anno lo sprinter seguito dal tecnico Pegoraro è stato protagonista di un prodigioso recupero che gli ha consentito di tornare a gareggiare dopo una ventina di giorni. Due settimane fa, alla vigilia delle gare di Bovolone (seconda fase regionale dei Cds Assoluti) una comunicazione del settore tecnico della Fidal lo escludeva dalle convocazioni del raduno di Schio dedicato ai velocisti convocati per la rassegna continentale. Convocazioni che di fatto hanno ricalcato quanto emerso dai campionati tricolori di Rieti, che come detto il vicentino aveva dovuto suo malgrado disertare. Il risultato della Valle d’Aosta e la notizia del recente infortunio di Gelmi (uno dei velocisti che avrebbe partecipato agli Europei) hanno regalato così a Tumi la convocazione in extremis per il raduno di Schio e soprattutto un posto nella staffetta 4x100 azzurra. A questo punto non è da escludere neppure il suo utilizzo nella gara individuale e infatti il sorriso è già abbondantemente ricomparso sul volto del giovane sprinter vicentino, che lascia finalmente alle spalle un periodo molto delicato dal punto di vista psicologico. | Fausto Cuccarollo dalla parte del torto 158 del18 luglio 2009 numero 22 pag Immigrati: meglio a casa loro D stione dell’immigrazione: il rimpatrio. Sgombriamo subito il campo da equivoci: non ce l’abbiamo con gli stranieri, il razzismo non è nel nostro dna. Ce l’abbiamo con lo sradicamento, l’impoverimento e la distruzione di società, costumi e modi di vita che la globalizzazione ha prodotto nel cosiddetto Terzo Mondo. L’Occidente, che tutto vuole omologare a sé allo scopo di razziare risorse naturali e assicurarsi sempre nuovi mercati di consumo, è la causa prima dell’epocale esodo di masse di diseredati abbagliati dal miraggio del nostro benessere materiale. Il vecchio colonialismo, praticato sulla punta delle baionette, si limitava al saccheggio di materie prime. Per il resto, in Africa e Asia le potenze coloniali europee lasciavano intatto l’habitat umano, sociale ed economico delle popolazioni assogettate, considerate “primitive”. A parte i soliti preti col vangelo in mano, esse continuavano a vivere in santa pace secondo ritmi millenari, campando benissimo grazie ad un’economia di autoproduzione e autoconsumo, mantenendo i propri usi e le proprie tradizioni. Non erano “poveri”, primo perché vivevano del loro e sul loro e di bambini denutriti con le mosche sulla faccia non ce n’era flickr.com/World Economic Progresso? Iniziativa benemerita, perché porta in germe il principio di fondo che dovrebbe ispirare una sana ge- nome e cognome Enzo Pancera età 61 anni luogo di nascita Vicenza titolo di studio Maturità classica segni particolari: Bruttissimo di Alessio Mannino i recente se n’è occupato anche il Corrierone nazionale, sebbene buttandola un po’ a sproposito in politica: l’amministrazione vicentina di centrosinistra dà soldi alla Caritas locale perché aiuti immigrati con particolari problemi a tornare nei paesi d’origine. Come dire: questi veneti, sottopelle, sono leghisti anche quando in tasca hanno la tessera del Pd. Per la verità, i 50 mila euro annui che il Comune gira all’organizzazione cattolica guidata a Vicenza da don Giovanni Sandonà sono frutto di una decisione presa dalla passata giunta di centrodestra nel 2004. Da allora ad oggi, sono stati 75 le persone (15 ogni anno) che hanno usufruito del programma di assistenza economica e logistica che li segue passo passo fino ad una nuova sistemazione in patria. Di varia nazionalità, sono tutti soggetti con difficoltà gravi: dall’alcolismo, alla droga, a turbe psichiche. Gente che non riusciva a procurarsi una vita decente, riducendosi all’accattonaggio e cercando rifugio nei ricoveri della Caritas. Enzo Pancera 23 pag professione Bibliotecario, cronista di cinema flickr.com/Vito Manzari Coi soldi del Comune, la Caritas aiuta i rimpatri. Un principio da estendere a tutti i poveracci che emigrano. Vittime della nostra colonizzazione economica e culturale 158 del18 luglio 2009 numero botta&risposta | Un classico esempio di occidentalizzazione politica che può lucrarci consensi l’ombra. E poi perché la povertà è giocando a chi fa il duro o chi fa il un concetto introdotto da noi occibuono, e soprattutto conviene alla dentali nel Novecento, quando sialogica del mercato globale perché mo passati al nuovo colonialismo. interconnette sempre più le aree Il quale, invece di restare politico del pianeta, con un immigrato di e militare, ha concesso l’indipenqua e la famiglia di là. E’ il sogno denza agli Stati da loro stessi creati del melting pot universale, dove con riga e compasso, sostituendo tutti gli uomini sono l’occupazione clascittadini del monsica con quella, più do, ma di un mondo subdola e devastanin cui le differenze te, dell’invasione dei sono abolite e siamo nostri prodotti e dei tutti uguali di fronnostri consumi. In La svolta te alla Virgin o alla una parola, del nostro ci sarà solo Coca Cola. Un’amsistema di vita. Col mucchiata da incubel risultato che ora quando bo che fa sfregare le si sentono le pestife- la bolla globale mani alle multinare Ong sostenere la imploderà zionali. Ma fa pagare necessità che anche un prezzo altissimo un bravo Boscimano all’umanità, livellata debba possedere un a target unico mondiale senza stocomputer e l’allacciamento a interria, senza passato, senza cultura: net per non restare tagliato fuori un nulla indistinto in cui per esidal “progresso”. Non gli passa nestere devi arrivare ad ottenere, a anche per l’anticamera del cerveltutti i costi, il tenore di vita dei più lo, a questi missionari rompiscatoricchi. Un obbiettivo che se fosse le, laici o no che siano, che quelle raggiunto, con sei miliardi di indipoche comunità native non ancora vidui presenti sulla Terra, farebbe spazzate via dalla loro invadente precipitare il collasso ecologico a carità stavano sicuramente meglio cui siamo già avviati. quando stavano “peggio”. Incubo Ma ormai la frittata è fatta. E le dimensioni del disastro sono tali da non permettere un dietrofront pianificato a tavolino. Le politiche per l’immigrazione messa in campo da noi ricchi sono deboli argini che crollano inesorabilmente all’urto di centinaia di migliaia di poveracci che ogni anno si ammassano ai nostri confini. Le quote, i controlli costieri, i protocolli internazionali: tutti palliativi e mezze misure, il trend è inarrestabile. E così dev’essere, perché fa gioco all’industria che può calmierare i salari, alla I colpevoli I colpevoli a monte siamo noi, noi colonizzatori che poi raccogliamo fondi per combattere la fame dei “meno fortunati”. Siamo stati noi a volerli convertire, a corrompere col nostro stile di vita e la nostra mentalità da predoni le classi dirigenti locali. Siamo noi che infestiamo i loro paesi coi nostri cellulari, i nostri hamburger, i nostri elettrodomestici, i nostri vestiti e tutta la paccottiglia usa e getta che svetta in imponenti discariche in mezzo a cui grufolano quei poveri bambini che in tv ci fanno tanta pena. Siamo noi i responsabili di quel genocidio culturale che accomuna la corporation che saccheggia e schiavizza al volontario che fonda scuole e ospedali per diffondere il nostro credo e combattere le nostre malattie (l’Aids, che miete milioni di vittime in Africa, lo abbiamo importato noi). Perciò non dobbiamo scandalizzarci se poi vengono a bussare alla nostra porta per chiederci il conto. Ce lo meritiamo, ed è sommamente ipocrita e vile farne dei capri espiatori per difendere quel poco di presunto benessere a cui siamo attaccati come donnette isteriche. Tanto più che siamo riusciti a far divenire tali anche uomini tutti d’un pezzo come gli africani dalla pelle d’ebano o gli indiani dalla mistica saggezza. Popoli che fino a mezzo secolo fa erano ancora liberi e ancorati alla propria identità. Quella che gli immigrati di oggi, che non vedono l’ora di essere come noi, hanno perduto. Ecco perché va visto con favore ogni residua resistenza, da parte loro, di conservare almeno la propria fede religiosa, come l’Islam, ultimo retaggio che li differenzia dal vuoto occidentale. L’immigrazione è figlia della globalizzazione, a sua volta prodotta dal sistema industriale e finanziario occidentale che deve continuamente espandersi e crescere se non vuole crollare su sé stesso. La vera svolta al “problema immigrazione” verrà soltanto quando la bolla mondiale della crescita economica imploderà una volta per tutte vanificando il mito della ricchezza a qualsiasi costo. Forse la prossima crisi globale, che avendo accumulato i debiti dell’ultima sarà ancora più grossa e distruttiva, sarà quella decisiva. Quella che ci salverà. Il tratto principale del mio carattere Ah, saperlo… I miei pittori preferiti Piero della Francesca, Pieter Bruegel, Caravaggio. La qualità che preferisco in un uomo Una franchezza arguta. I miei film preferiti La donna che visse due volte di Hitchcock, Il raggio verde di Rohmer, Baci rubati di Truffaut, Lancillotto e Ginevra di Bresson, L’incidente di Losey, Cantando sotto la pioggia di Donen-Kelly (tutte ferite aperte gli altri che non ho spazio per nominare). La qualità che preferisco in una donna Un’arguzia seducente. Quel che apprezzo di più nei miei amici La capacità di sopportazione. Il mio principale difetto Essere insopportabile Quel che detesto più di tutto Farsi prigionieri del piccolo tornaconto. La mia occupazione preferita La convivialità. Il personaggio storico più ammirato Federico II di Svevia. Il mio sogno di felicità Non aver buttato del tutto il tempo. e quello più disprezzato Il Dittatore, lo Stratega della macelleria terrorista. Quale sarebbe, per me, la più grande disgrazia Rinunciare alla fatica di dialogare. Il dono di natura che vorrei avere La determinazione per meritare i doni di natura. Quel che vorrei essere Un pochino migliore di ieri. Come vorrei morire Cercando di farmene una ragione. Il paese dove vorrei vivere Mi sta bene dove sto (caelum non animum mutant qui trans mare currunt). Stato attuale del mio animo Cangiante. Il piatto a cui non so rinunciare Cape sante nel sugheto (ma senza rinunciare al restante ben di Dio…) I miei libri della vita Divina Commedia di Dante Alighieri, La terra desolata di Thomas Stearns Eliot, Tre uomini in barca di Jerome k. Jerome, Il lungo addio di Raymond Chandler, La cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda, Palomar di Italo Calvino, Maredè, Maredè… di Luigi Meneghello, … I miei poeti preferiti Ugo Foscolo, Eugenio Montale, Biagio Marin. I musicisti che mi piacciono di più Claude Debussy, Robert Schumann, Anton Bruckner, Sergej Prokof’ev, George Gershwin, Miles Davis, il primo Gino Paoli. Il mio prossimo impegno nella vita Liberarmi dei troppi impegni. Il mio credo politico o ideale La solidarietà come investimento davvero redditizio. Cosa mi piace e cosa non mi piace di Vicenza Se non “bellissima” è una città che conserva tracce di bellezza, le sta deteriorando per incapacità di scelte di grande respiro. Cosa mi piace e cosa non mi piace dei vicentini Mi piace il senso della misura – qualcuno ancora lo coltiva – mi spiace quando la misura si restringe a calcolo meschino. Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza Quelle indotte dall’entusiasmo. Il mio motto Coraggio, potrebbe andar peggio. 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