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S catti da gl i S p e c ia l Oly m pi c s e l ’o ri g i n e del l ’A s s o c i azio ne L’ideatrice degli Special Olympics “Eunice Kennedy è stata una donna straordinaria che ha insegnato al nostro paese e al mondo che nessuna barriera fisica o mentale può fermare il potere dello spirito umano". Così - nel giorno del suo funerale il Presidente americano Barack Obama ha ricordato il ruolo svolto dalla sorella di John e Ted Kennedy, al servizio dei disabili, Fu lei infatti - in onore di una figlia affetta dalla sindrome di Down - a fondare queste Olimpiadi speciali per promuovere e rafforzare l’autostima delle persone affette da ritardo mentale. Il suo interesse per il tema è dovuto anche al legame con la sorella maggiore Rosemary, nata con un lievissimo ritardo mentale, che - ad appena 23 anni - fu sottoposta ad una lobotomia, nel tentativo dei genitori di frenare il suo carattere irrequieto e stravagante, che la faceva discostare troppo dagli obiettivi fissati per i 9 figli della famiglia “perfetta”, esempio per la società americana. La storia di "Rosie" - che divenne non autosufficiente e trascorse il resto della sua vita a vegetare in un istituto per malati di mente. con la sola visita della sorella Eunice - rimase segreta fin dopo l'elezione di John alla Casa Bianca. "Come il diabete e la polio - disse Eunice - il ritardo mentale può capitare in ogni famiglia. La verità e che l’80 % dei disabili mentali con un'educazione speciale e la riabilitazione possono diventare utili cittadini.” Nella prima edizione della manifestazione da lei creata - nel 1968 - a Chicago i 1000 atleti superavano gli spettatori in un rapporto di 10 a 1. Nel nostro paese Special Olympics Italia, Associazione Benemerita del CONI e del CIP, raggruppa 13.000 atleti disabili. E. Mereu Il cavallo: amico e terapeuta Durante una delle premiazioni delle gare equestri degli Special Olympics ho conosciuto una mamma e insieme a lei anche una malattia di cui non avevo mai sentito parlare: la Sindrome della X-Fragile. La FraX è la causa di ritardo mentale ereditario più frequente che dà particolari caratteristiche fisiche e può associarsi anche a disturbi comportamentali, problemi dello sviluppo dell'apprendimento e all’autismo. Prende il nome di "fragile" dal fatto che - negli esami genetici - il cromosoma X appare come "rotto". La malattia è dovuta dunque alla mutazione di un gene situato sul cromosoma X e quindi colpisce molto più i maschi (1:4000) rispetto alle femmine (1:6000). Infatti queste ultime possedendo 2 cromosomi X hanno anche una copia del gene che può funzionare correttamente. Al contrario della sindrome di Down, alla quale è seconda per incidenza in Italia, la Frax può colpire più componenti di una stessa famiglia ed anche altri parenti. Come nel caso della signora Ada Colapaoli, di Torre Del Lago, Presidente Associazione Italiana SuXfragile Toscana, mamma di Cristina - che ha gareggiato con i colori del centro federale ASD Unicorno - e del suo gemello, Lorenzo, di 32 anni. Lui non va a cavallo come la sorella? - chiedo. “Non più. Aveva iniziato anni fa seguendo le orme di un altro fratello, che già faceva equitazione, anche lui malato di Frax. Poi però un giorno un cavallo gli pestò un piede mentre lui lo teneva con la longhina e così rimase bloccato dalla paura, senza riuscire a chiamare aiuto. Da allora rimase talmente traumatizzato che non voleva neanche più vederli i cavalli! Oggi è il primo giorno che si è riavvicinato all’ambiente equestre e per lui è già un grande passo avanti. E anche per me, perché se decide di ricominciare posso portare anche lui al Centro Ippico federale dove ora va Cristina e sono tranquilla che stanno bene tutti insieme. Sa, dopo i 18 anni la ASL non fa più servizi di tipo ludico/sportivo per questi ragazzi e per le famiglie è un grande problema. Lorenzo sono riuscita ad inserirlo nel Progetto Filippide, che ho personalmente portato per la prima volta a Viareggio, con cui ha partecipato alla Maratona Internazionale dei Disabili al Polo Nord, per ben 3 volte, nel 2001, nel 2003 e nel 2005! ”. Lei ha avuto tre figli malati su 4. Potremmo veramente definirla madre coraggio! Come portavoce dell’Associazione che consigli dà alle giovani coppie, come si può curare e prevenire questa malattia? “Non esiste attualmente un trattamento specifico per la FraX - dice la signora Ada. L’unica via d’uscita sta nella prevenzione e nella diagnostica prenatale. La terapia rimane quindi quella di tipo riabilitativo, sia motorio sia psicopedagogico. Una buona assistenza da parte di educatori specializzati può migliorare sensibilmente le potenzialità del bambino e aiutarlo a vivere i rapporti con gli altri in modo decisamente più armonico. Ed il cavallo - che è un essere dalla spiccata sensibilità - ovviamente insieme ai tecnici di riabilitazione della FISE sono un valido alleato in questo senso!” E. Mereu