13 Lezione - Innovazione tecnologica
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13 Lezione - Innovazione tecnologica
V. Franceschelli – Diritto delle comunicazioni – Tredicesima lezione Prof. Vincenzo Franceschelli Prof. Vincenzo Franceschelli Diritto delle comunicazioni Prof. Vincenzo Franceschelli DIRITTO delle COMUNICAZIONI XIII Dal monopolio alla concorrenza -Communication Law & PolicyTredicesima Lezione -Innovazione tecnologica – Prof. Vincenzo Franceschelli Il passaggio dal monopolio alla concorrenza Il passaggio dal monopolio alla «concorrenza» avviene sulla base di quattro fattori: Sentenze della Corte Costituzionale Tentativi di regolazione Impulso comunitario Innovazione tecnologica Prof. Vincenzo Franceschelli Nelle telecomunicazioni il sistema si evolve con l’evoluzione tecnologica. Vediamo alcuni elementi del progresso tecnologico che influenzano la televisione Prof. Vincenzo Franceschelli Il passaggio dal monopolio alla concorrenza C) innovazione tecnologica 1) Possibilità di ingresso nel mercato 2) Frequenze Prof. Vincenzo Franceschelli COMUNICAZIONI Televisione 3) Dall’analogico al digitale 4) Piattaforma digitale 5) il c.d. «dividendo digitale» 1 Schemi ad uso degli studenti del corso di diritto delle comunicazioni – Vietata la riproduzione Dal monopolio alla concorrenza -innovazione tecnologica- Possibilità di ingresso nel mercato 1 V. Franceschelli – Diritto delle comunicazioni – Tredicesima lezione Prof. Vincenzo Franceschelli Abbiamo visto che le sentenze della Corte Costituzionale hanno dichiarato incostituzionale il monopolio statale della radiotelevisione. Abbiamo visto che le direttive comunitarie favoriscono la concorrenza nel settore delle telecomunicazioni. Prof. Vincenzo Franceschelli A questo punto, non vi sono più impedimenti giuridici all’ingresso di imprese private nel settore delle comunicazioni. Ma l’ingresso di imprese private non sarebbe materialmente possibile se contemporaneamente a questi fatti la tecnologia non avesse fatto enormi progressi. Prof. Vincenzo Franceschelli COMUNICAZIONI Televisione 2 Dal monopolio alla concorrenza -innovazione tecnologica- Frequenze e spettro Prof. Vincenzo Franceschelli Uno dei punti che la Corte Costituzionale aveva sollevato nel 1960 per giustificare il monopolio statale era stato la limitatezza delle frequenze. Approfondiamo il punto. Prof. Vincenzo Franceschelli televisione La televisione utilizza le onde elettromagnetiche per la diffusione circolare di messaggi sonori e visivi. Determinante, per la storia della televisione, la nozione di “frequenza”, che costituisce il fondamento del sistema della televisione analogica. Prof. Vincenzo Franceschelli televisione La “frequenza” è un onda elettromagnetica, che costituisce il mezzo, il veicolo della trasmissione televisiva. Un bene «limitato», che, in quanto limitato, viene attribuito allo Stato, e da esso gestito Schemi ad uso degli studenti del corso di diritto delle comunicazioni – Vietata la riproduzione 2 V. Franceschelli – Diritto delle comunicazioni – Tredicesima lezione Prof. Vincenzo Franceschelli Prof. Vincenzo Franceschelli … le frequenze sono veramente limitate?? Dove e quando nasce il c. d. «principio» della limitatezza delle frequenze? ? L’idea che le frequenze siano un bene limitato e che la loro assegnazione sia compito attribuito allo Stato non è una «esclusiva» nostra. Nasce negli Stati Uniti agli albori delle trasmissioni radio. Vediamo come. Prof. Vincenzo Franceschelli Abbiamo visto come nel 1899 Marconi iniziò a trasmettere. E che la radio suscitò l’immediato interesse – in Italia e all’estero – della marina. Nel 1910 gli Stati Uniti approvarono una legge - 36 Stat. 629 (1910) – che richiedeva a navi di una certa stazza di dotarsi di un sistema radio. Sull’onda della commozione causata dalla tragedia causata dall’affondamento del Titanic nel 1912 entrò in vigore il “Radio Act of 1912” – 37 Stat. 302 (1912). Prof. Vincenzo Franceschelli Radio Act of 1912” – 37 Stat. 302 (1912) La legge prescrisse alcuni principi destinati a segnare l’intero sistema. Il primo era che per trasmettere occorreva una licenza governativa, con il che, implicitamente o esplicitamente che fosse, affermando che lo spettro era di competenza pubblica. Il secondo principio attenne alla suddivisione stessa dello spettro. Prof. Vincenzo Franceschelli Radio Act of 1912” – 37 Stat. 302 (1912) Lo spettro fu suddiviso, in relazione alla lunghezza d’onda, tra vari utilizzatori: l’esercito, la marina e i privati. Il terzo principio fu che alcuni settori dovevano avere priorità nella assegnazione dello spettro. Prof. Vincenzo Franceschelli Nel dopoguerra alcuni eventi furono seguiti via radio dimostrarono le potenzialità del mezzo. Nel 1920 furono trasmessi via radio i risultati delle elezioni presidenziali. E, soprattutto, nel 1921 fu radiotrasmessa la finale del campionato di baseball, permettendo anche a chi non era presente allo stadio di seguire in tempo reale l’evolversi della partita. Si giunse, in sostanza, al passaggio tra la radio intesa come mezzo di comunicazione tra operatori a strumento di radiodiffusione (broadcasting). Schemi ad uso degli studenti del corso di diritto delle comunicazioni – Vietata la riproduzione 3 V. Franceschelli – Diritto delle comunicazioni – Tredicesima lezione Prof. Vincenzo Franceschelli . All’inzio del 1922 operavano negli Stati Uniti 77 stazioni radio. Alla fine dello stesso anno quasi 600. Si poneva, così, il problema delle interferenze. Prof. Vincenzo Franceschelli Nel 1926 il caso «Zenith». aprì quello che potremmo chiamare il far west radiofonico americano. Prof. Vincenzo Franceschelli -United States v. Zenith Radio Corp. 12 F2d 614 (N.D. III. 1926)DC Supreme Court had ordered Hoover to issue Intercity Radio a license to operate a radio station in NYC. Hoover appealed that decision to the Federal Circuit Court. Intercity claimed that Hoover had in the past issued them a license to operate under the 1912 Radio Act. When the license expired in 1921, Hoover refused to renew it. Intercity claimed that they fulfilled all the requirements for a radio license and should not have been denied a renewal. Further, Intercity claimed that Hoover's authority did not extend beyond certifying that the requirements for a license were met. Hoover admitted he had denied a renewal of Intercity's license but justified his action by saying that he couldn't find a wavelength for Intercity that didn't interfere with other stations. He also claimed that the Act gave him the discretion to refuse licenses. Prof. Vincenzo Franceschelli Il legislatore decise di intervenire. Nel 1927 fu approvato il Radio Act of 1927. Prof. Vincenzo Franceschelli Radio Act of 1927. fu stabilito che le frequenze sono un “bene pubblico” e non possono essere oggetto di proprietà da parte di privati (there could be no private ownership of the airwaves). Prof. Vincenzo Franceschelli Radio Act of 1927. In secondo luogo fu fissato il principio che l’assegnazione delle licenze d’uso delle frequenze sarebbe stata gratuita (license should be free). Di conseguenze l’uso delle frequenze, in quanto gratuitamente concesse dal Governo Federale, proprietarie dello spettro, avrebbero dovuto rendere un “public service”. In terzo luogo fu istituita, per l’assegnazione delle frequenze e per la supervisione del sistema, un autorità indipendente, la Federal Communication Commission. Schemi ad uso degli studenti del corso di diritto delle comunicazioni – Vietata la riproduzione 4 V. Franceschelli – Diritto delle comunicazioni – Tredicesima lezione Prof. Vincenzo Franceschelli Prof. Vincenzo Franceschelli LE ONDE ELETTROMAGNETICHE Uno dei nodi della nostra evoluzione si colloca nella storia delle frequenze, e quindi dell’elettromagnetismo. Prof. Vincenzo Franceschelli Prof. Vincenzo Franceschelli Prof. Vincenzo Franceschelli Prof. Vincenzo Franceschelli Schemi ad uso degli studenti del corso di diritto delle comunicazioni – Vietata la riproduzione 5 V. Franceschelli – Diritto delle comunicazioni – Tredicesima lezione Prof. Vincenzo Franceschelli LO SPETTRO Prof. Vincenzo Franceschelli TIPO DI ONDE TIPO DI PROPAGAZIONE frequenza lunghezza d'onda banda APPLICAZIONI lunghissime / lunghe da 3 a 300 KHz da 100 a 1 Km VLF - LF per onda di superficie (sino 1500 Km) per rifrazione / riflessione nella ionosfera comunicazioni intercontinentali,radio navigazione, radio localizzazione, radiodiffusione LW per onda di superficie (sino ad alcune centinaia di Km, maggiore attenuazione delle onde lunghe) per riflessione nella ionosfera maggiore la notte, quando si attenua l'effetto dello strato D e si modifica lo strato F, rispetto al giorno radiocomunicazione navi e aerei, radiodiffusione MW (in modulazione di ampiezza AM da 520 a 1605 MHz) medie da 0,3 a 3 MHz da 1 a 0,1 Km MF corte per onda di superficie sino ad alcune decine di Km (forte attenuazione) radiodiffusione SW a media e lunga distanza (stazioni internazionali), banda per riflessione nella ionosfera, minore attenuazione delle onde lunghe e maggiore cittadina CB (27 MHz), servizi utility riflessione dallo strato F (distanze maggiori che le onde lunghe) da 3 a 30 MHz da 100 a 10 mt. HF cortissime da 30 a 300 MHz da 10 a 1 mt. VHF-UHF-SHF-EHF propagazione per onda di superficie praticamente nulla propagazione per onda diretta con rifrazione nella troposfera propagazione per riflessione su satellite (l'onda non viene rifratta nella ionosfera causa l'elevata frequenza) Prof. Vincenzo Franceschelli ASSEGNAZIONE DELLE FREQUENZE Prof. Vincenzo Franceschelli Ricordiamoci che le onde radioelettriche si diffondono senza rispettare i confini degli Stati Lo spettro delle frequenze è ripartito dall’Unione Internazionale Telecomunicazioni (UIT) tra i vari servizi (radio TV, telefonia, sicurezza, radioastronomia, ecc.) Prof. Vincenzo Franceschelli International Telecommunication Union L’Unione internazionale per le Telecomunicazioni (UIT) è un’Agenzia specializzata delle Nazioni Unite che tratta le questioni relative alle tecnologie della comunicazione e dell’informazione. L’UIT ha sede in Ginevra ed è un organismo basato sul partenariato pubblico e privato, costituito da 193 Paesi membri nonché da enti, istituzioni accademiche e società private con interessi nel settore. VHF: collegamenti a brevi distanze, radiodiffusione FM (88-108 MHz), banda radioamatoriale (c.d. banda dei 2 mt.) tra 144 e 146 MHz, televisione banda I e II UHF: televisione in banda III e IV, banda radioamatoriale tra 430 e 440 MHz, radar, ponti radio telefonici (2 GHz), telefonia mobile a 900 MHz SHF e EHF: radar e ponti radio telefonici digitali fra 11 e 13 GHz, radionavigazione, satelliti geostazionari Prof. Vincenzo Franceschelli “The ITU Radiocommunication Sector (ITU-R) plays a vital role in the global management of the radio-frequency spectrum and satellite orbits - limited natural resources which are Increasingly in demand from a large and growing number of services such as fi xed, mobile, broadcasting, amateur, space research, emergency telecommunications, meteorology, global positioning systems, environmental monitoring and communication services - that ensure safety of life on land, at sea and in the skies”. Schemi ad uso degli studenti del corso di diritto delle comunicazioni – Vietata la riproduzione 6 V. Franceschelli – Diritto delle comunicazioni – Tredicesima lezione Prof. Vincenzo Franceschelli “Our primary objective is to ensure interferencefree operations of radiocommunication systems. This is ensured through implementation of the Radio Regulations and Regional Agreements”. Prof. Vincenzo Franceschelli Lotti” di frequenze sono assegnate a ciascuno stato membro dell’UIT. Il piano nazionale di assegnazione divide il territorio in bacini di utenza (coincidenti con regioni) e individua il numero dei programmi radiotelevisivi trasmissibili con le frequenze disponibili Prof. Vincenzo Franceschelli In Italia, il piano nazionale di assegnazione divide il territorio in bacini di utenza (coincidenti con regioni) e individua il numero dei programmi radiotelevisivi trasmissibili con le frequenze disponibili Prof. Vincenzo Franceschelli Il piano di assegnazione è elaborato dalla Commissione per le infrastrutture e le reti AGCOM, previa consultazione di RAI, emittenti private e Regioni. Il piano è stato deciso con la deliberazione n. 68 del 30 ottobre 1998 Prof. Vincenzo Franceschelli In base alla deliberazione n. 68 del 1998: il territorio nazionale è stato diviso in bacini d'utenza sono previste 17 reti a copertura nazionale, di cui 11 a diffusione nazionale e 6 a diffusione regionale è stabilito che le reti nazionali devono coprire l'80 per cento del territorio (inclusi tutti i capoluoghi di provincia) e il 92 per cento della popolazione Prof. Vincenzo Franceschelli 2010 Schemi ad uso degli studenti del corso di diritto delle comunicazioni – Vietata la riproduzione Nuovo piano per la assegnazione delle frequenze 7 V. Franceschelli – Diritto delle comunicazioni – Tredicesima lezione Prof. Vincenzo Franceschelli 2010 Nuovo piano per la assegnazione delle frequenze DELIBERA N. 300/10/CONS Piano nazionale di assegnazione delle frequenze per il servizio di radiodiffusione televisiva terrestre in tecnica digitale. Prof. Vincenzo Franceschelli MISE DIPARTIMENTO PER LE COMUNICAZIONI Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze l PNRF costituisce un vero e proprio piano regolatore dell'utilizzo dello spettro radioelettrico in Italia. Lo scopo del Piano è di stabilire, in ambito nazionale e per il tempo di pace: L'attribuzione ai diversi servizi delle bande di frequenze oggetto del piano Di indicare per ciascun servizio, nell'ambito delle singole bande, l'autorità governativa preposta alla gestione delle frequenze, nonché le principali utilizzazioni civili Di verificare l'efficiente utilizzazione dello spettro, al fine di liberare risorse per il settore televisivo e di gestire al meglio gli eventuali contenziosi con i Paesi frontalieri Prof. Vincenzo Franceschelli Prof. Vincenzo Franceschelli MISE DIPARTIMENTO PER LE COMUNICAZIONI Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze Il Piano attualmente in vigore, che concerne le bande di frequenze comprese tra 0 e 1000 GHz, è stato approvato con decreto ministeriale del 13 novembre 2008 e pubblicato nella GU n. 273 del 21-11-2008 - Suppl. Ordinario n.255. La firma del decreto ministeriale ha rappresentato la conclusione di un iter che è durato due anni ed ha consentito di recepire nella normativa nazionale alcune decisioni della WRC (World Radio Conference Conferenza Mondiale delle Radiocomunicazioni), tra cui quelle riguardanti la radiodiffusione televisiva in tecnica digitale, nonché una serie di decisioni della Commissione Europea in merito alla gestione dello spettro radioelettrico. 2015 Nuovo piano per la assegnazione delle frequenze tra 0 e 3.000 Ghz. Decreto del MISE 27 maggio 2015 Il Piano è costituito da quattro parti: Introduzione Tabella di attribuzione Note Glossario Prof. Vincenzo Franceschelli Il Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze (PNRF), pubblicato sul supplemento ordinario n. 33 alla Gazzetta Ufficiale del 23 giugno 2015 n. 143, costituisce un vero e proprio piano regolatore dell'utilizzo dello spettro radioelettrico in Italia. Lo scopo del Piano è di stabilire, in ambito nazionale e in tempo di pace: L'attribuzione ai diversi servizi delle bande di frequenze oggetto del piano Di indicare per ciascun servizio, nell'ambito delle singole bande, l'autorità governativa preposta alla gestione delle frequenze, nonché le principali utilizzazioni civili Di verificare l'efficiente utilizzazione dello spettro, al fine di liberare risorse per il settore televisivo e di gestire al meglio gli eventuali contenziosi con i Paesi frontalieri Prof. Vincenzo Franceschelli Esso scaturisce essenzialmente dal Regolamento delle radiocomunicazioni dell’UIT, Organismo creato sotto l’egida dell’ONU, che ha valore di trattato internazionale e di carattere cogente per i Paesi membri. Il Regolamento oltre che documenti tecnici e regolamentari sull’uso dello spettro radio, contiene anche le tabelle di attribuzione delle frequenze radio nelle tre Regioni in cui è suddivisa la terra. Il PNRF, pertanto, recepisce nella legislazione nazionale il Regolamento delle radiocomunicazioni e gli atti finali delle “Conferenze mondiali delle radiocomunicazioni” (WRC) che si tengono di norma ogni tre o quattro anni ed hanno il potere di modificare il Regolamento. L’ultima Conferenza mondiale delle radiocomunicazioni si è tenuta a Ginevra dal 23 gennaio al 17 febbraio 2012 (WRC12). Il PNRF recepisce inoltre i provvedimenti approvati dalla Unione Europea (obbligatori) ed i provvedimenti della CEPT (Conferenza Europea delle Poste e Telecomunicazioni), se ritenuti necessari in quanto questi vengono implementati su base volontaria. Il PNRF / 2015 concerne le bande di frequenze comprese tra 0 e 3000 GHz ed ha lo scopo di stabilire, in ambito nazionale e in tempo di pace, l'attribuzione ai diversi servizi delle bande di frequenze oggetto del piano, di indicare per ciascun servizio nell’ambito delle singole bande l’autorità governativa preposta alla gestione delle frequenze, nonché le principali utilizzazioni civili. Schemi ad uso degli studenti del corso di diritto delle comunicazioni – Vietata la riproduzione 8 V. Franceschelli – Diritto delle comunicazioni – Tredicesima lezione Prof. Vincenzo Franceschelli COMUNICAZIONI Televisione Dal monopolio alla concorrenza -innovazione tecnologica- Dall’analogico al digitale 3 Prof. Vincenzo Franceschelli ANALOGICO Segnale elettrico che varia con il variare della grandezza fisica che rappresenta. Nella radiotelevisione si fa largo uso di tecniche analogiche per il trattamento, memorizzazione e trasmissione di immagini in movimento e suoni. Prof. Vincenzo Franceschelli ANALOGICO Nel sistema analogico, un segnale viene riprodotto per analogia. Nella tv analogica i segnali luminosi e sonori producono segnali elettrici di frequenza e ampiezza variabile che vengono trasmessi nell'etere. L'apparecchio ricevente riesce a trasformare, per semplice analogia, i segnali elettrici di nuovo in segnali audio e video. DIGITALE Nel sistema digitale qualunque messaggio è tradotto in sequenze binarie di 1 e 0. Non c'è alcuna analogia diretta tra il segnale e la conseguente traduzione binaria. L'apparecchio ricevente, deve essere istruito sul significato di ogni sequenza e su come questa si ricompone per formare un messaggio comprensibile. Il decoder ha questo compito: decodificare il segnale digitale e trasformarlo in un segnale analogico comprensibile per la tv. . Prof. Vincenzo Franceschelli Negli ultimi anni del ‘900 lo sviluppo della tecnologia digitale costituisce il denominatore comune dello sviluppo dei servizi di telecomunicazione, coinvolgendo direttamente il sistema delle trasmissioni televisive, la rete, e la stessa telefonia. Prof. Vincenzo Franceschelli Il passaggio dall’analogico al digitale era originariamente, forse con eccessivo ottimismo, previsto per il 2008 (articolo 2bis, comma 5, del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 2001, n. 66). DIGITALE Grandezza che rappresenta un fenomeno fisico con variabili discontinue, che si ottengono in genere da un campionamento degli elementi della realtà. Prof. Vincenzo Franceschelli l processo di transizione dalle trasmissioni analogiche a quelle digitali terrestri è denominato c.d. switch-off L’articolo 16 della legge 29 novembre 2007, n. 222, recante "Conversione in legge, con modificazioni, del decretolegge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economicofinanziaria, per lo sviluppo e l’equità sociale", posticipò al 2012 la data da ultimo prevista per lo switch-off delle trasmissioni analogiche. Schemi ad uso degli studenti del corso di diritto delle comunicazioni – Vietata la riproduzione 9 V. Franceschelli – Diritto delle comunicazioni – Tredicesima lezione Prof. Vincenzo Franceschelli COMUNICAZIONI Televisione 4 Dal monopolio alla concorrenza -innovazione tecnologicaIl c.d. «dividendo digitale» Prof. Vincenzo Franceschelli Il passaggio dal sistema analogico al digitale libera una parte notevole dello spettro delle radiofrequenze. E’ il cosiddetto dividendo digitale Prof. Vincenzo Franceschelli Prof. Vincenzo Franceschelli dividendo digitale Le frequenze liberate vanno assegnate. dm 25 marzo 1998 n. 113 Stabilisce che nel caso di liberazione, per usi civili commerciali, di bande di frequenze attribuite al Ministero della difesa, questo ha diritto ad un compenso in frequenze e ad un ristoro economico peri alle spese di risintonizzazione degli apparati. 58 Francesco Troisi MiSE - DGPGSR Prof. Vincenzo Franceschelli Dividendo digitale Spettro delle radiofrequenze. Politica comunitaria Piano comune per lo spettro radioelettrico a livello comunitario che permetta di sfruttare al meglio il dividendo digitale. Secondo la UE, la gestione del dividendo digitale risponde agli obiettivi dell' iniziativa i2010, che a sua volta s'inserisce nell'ambito della strategia di Lisbona rinnovata che considera le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) come fondamentali per la crescita e l'occupazione. Lo spettro radioelettrico è una parte relativamente ridotta dello spettro elettromagnetico, che va dai 3 Hz ai 300 GHz. In base alla gamma di frequenze, lo spettro radioelettrico è suddiviso in bande e sotto-bande di frequenza. Queste onde permettono, ad esempio, la trasmissione delle comunicazioni mobili e delle comunicazioni fisse senza filo. Prof. Vincenzo Franceschelli COMUNICAZIONI Televisione La «moltiplicazione» delle frequenze 5 Schemi ad uso degli studenti del corso di diritto delle comunicazioni – Vietata la riproduzione 10 V. Franceschelli – Diritto delle comunicazioni – Tredicesima lezione Prof. Vincenzo Franceschelli multiplex multiplex, sistema di diffusione di segnali radiotelevisivi digitali. Prof. Vincenzo Franceschelli CONVERGENZA • Nelle telecomunicazioni un multiplexer, anche detto multiplatore, è un dispositivo che permette di far condividere la capacità disponibile di un unico collegamento fra più canali trasmissivi (multiplazione). Prof. Vincenzo Franceschelli CONVERGENZA Prof. Vincenzo Franceschelli Multiplazione Nelle telecomunicazioni, la multiplazione multiplexing, è il meccanismo o la tecnica per cui la capacità disponibile di un collegamento in uscita viene condivisa tra diversi canali trasmissivi in ingresso, combinando flussi di dati digitali, detti segnali tributari, in un solo segnale trasmesso su un singolo collegamento fisico. Prof. Vincenzo Franceschelli Prof. Vincenzo Franceschelli Multiplex televisivo Il multiplex televisivo è un sistema di diffusione del segnale televisivo digitale (satellitare, via cavo o terrestre), tramite il quale più canali televisivi, radiofonici o di dati, vengono diffusi assieme sulla medesima frequenza grazie alle tecniche della multiplazione e della compressione dei dati. Schemi ad uso degli studenti del corso di diritto delle comunicazioni – Vietata la riproduzione 11 V. Franceschelli – Diritto delle comunicazioni – Tredicesima lezione Prof. Vincenzo Franceschelli Prof. Vincenzo Franceschelli multiplex multiplex • standard di multiplex: in Europa vengono usati il DVB-T e DVBT2 DVB-T il Digital Video Broadcasting - Terrestrial (DVB-T) è lo standard del consorzio europeo DVB per una modalità di trasmissione televisiva digitale terrestre. Il sistema prevede la trasmissione di un flusso audio/video digitale della famiglia MPEG-2, utilizzando un sistema di modulazione OFDM con codifica di canale concatenata Prof. Vincenzo Franceschelli multiplex DVB-T2 standard televisivo digitale terrestre di seconda generazione. Prof. Vincenzo Franceschelli COMUNICAZIONI Televisione 6 Dal monopolio alla concorrenza -innovazione tecnologica- La piattaforma digitale Prof. Vincenzo Franceschelli Con il diffondersi della tecnologia digitale le varie piattaforme si fondono nella piattaforma digitale. Esse, in altre parole, possono comunicare, come vedremo. 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