Gioco, lavoro e sport - FIGC Settore Tecnico Coverciano

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Gioco, lavoro e sport - FIGC Settore Tecnico Coverciano
N° 2 - 2003
Spedizione in abb. post. art. 2 comma 20/C legge 665/96 - Filiale di Roma
Marzo/Aprile
UEFA Convention On The
Mutual Recognition Of Coaching Qualifications
Annexe 15
Further Education
The validity of coaching licences is limited in time. The renewal of a licence
depends on the number of hours of further education completed within a
stipulated timeframe. The minimum requirements are 15 hours within three
years. The further education programme is the associations’ responsibility
and must be stipulated in the their regulations for the education of coaches.
CORSO PER PREPARATORE ATLETICO STAGIONE SPORTIVA 2002/2003
Elenco degli abilitati:
AMMAZZALORSO Sandro
BAGNOLI Roberto
BARBUGIAN Giovanni
BENASSI Francesco
BERRUERO Roberto
BON Michele
BONANNO Daniele
CASONATO Luca
CAVARGINI Fabio
CERULLO Corrado
CIPELLI Cesare
CORAZZINA Cristiano
CORBELLINI Luca
DIDITA Dan Constantin
DI RENZO Anastasio
FACCHIN Edi
FIORI SAMUELE
FORMENTI Ornello
GAMBELLI Filippo
GHIOLDI Massimo
GIAMMARTINO Franco
GIUSTI Michele
INNAURATO Mario
LUNGHERINI Alberto
MARCHI Omar
MARSIGLIA Marco
MARTINO Fabrizio
MASI Francesco
MILANI Roberto
MILAZZO Vincenzo
MORLINO Paolo
NARDECCHIA Massimiliano
ONETO Marco
PANELLA Michele
PAVI DEGL’INNOCENTI Valentina
PELLEGRINI Francesco
PERRONI Fabrizio
PERTUSIO Andrea
PICCHIANTI Ottorino
PISONI Davide
REDENTO Alessandro
ROSIELLO Franco
ROSSINI Emilio
SARACINI Giovanni
SAVONA Massimiliano
SERAFINI Paolo
SIMONELLI Carlo
TOMARCHIO Stefano
TRIPPINI Otello
ZANELLO Maurizio
SOMMARIO
EDITORIALE
di Enzo Bearzot
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SCUOLA
ALLENATORI
LA PREPARAZIONE PSICOLOGICA
DEL CALCIATORE
di Aldo Ammazzalorso
SCUOLA
ALLENATORI
ALLARME TRAUMI MUSCOLARI
(SOS ISCHIO-CRURALI)
di Fausto,
Filippo Cannavacciuolo e
Giulio Del Gusto
12
SCUOLA
ALLENATORI
I MOVIMENTI DELLA DIFESA IN FASE
DI POSSESSO DELLA PALLA
di Carolina Morace
18
SCUOLA
ALLENATORI
RECUPERO FUNZIONALE DI UN
OSGOOD-SCHLATTER
NEL GIOVANE CALCIATORE
di Matteo Chiti
23
SCUOLA
ALLENATORI
PORTIERE: SPORT INDIVIDUALE
O DI SQUADRA?
di Alessandro Carta
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SEZIONE MEDICA
L’INTEREVENTO PSICOLOGICO
IN AMBITO SPORTIVO
di Franca Carusi
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SCUOLA
ALLENATORI
ESPERIENZA DI
ELETTROSTIMOLAZIONE
di Paolo Casale
36
FONDAZIONE
«MUSEO DEL CALCIO»
VIRTÙ E VERITÀ NEL CALCIO
di Luigi “Cina” Bonizzoni
40
SCUOLA
ALLENATORI
CONFRONTO TRA UNA METODOLOGIA
TRADIZIONALE ED UN NUOVO APPROCCIO
ALL’ALLENAMENTO CALCISTICO
di Marco Gaburro
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CENTRO STUDI
E RICERCHE
GIOCO, LAVORO E SPORT
di Felice Accame
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SCUOLA
ALLENATORI
La nuova Nigeria di Christian Chukwu
“ALLENATORI STRANIERI? NO, GRAZIE”
di Mark Gleeson
Traduzione di Marco Viani
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Le opinioni espresse negli articoli firmati non riflettono
necessariamente l’opinione
ufficiale del Settore Tecnico.
Tutto il materiale inviato non
sarà restituito. La riproduzione di articoli o immagini è
autorizzata a condizione che
ne venga citata la fonte.
Direttore
Direttore Responsabile
Fotocomposizione
impaginazione e
disegni
Fino Fini
A&S Grafica
Comitato di Redazione
Fotografia
Enzo Bearzot
Luigi Natalini (coordinatore)
Felice Accame
Franco Morabito
Antonio Acconcia
Paolo Piani
Fabrizio Cattaneo
M. Grazia Rubenni
Roberto Clagluna
Gennaro Testa
Franco Ferrari
Guido Vantaggiato
Luca Gatteschi
Leonardo Vecchiet
Gianni Leali
Marco Viani
Mario Marella
Azeglio Vicini
Foto Sabe
Italfoto Gieffe
Archivio Settore Tecnico
Foto Guerin Sportivo
Foto Archivio Museo del Calcio
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Stampa
STILGRAFICA s.r.l.
Via Ignazio Pettinengo, 31/33
00159 ROMA
Tel. 06/43588200
Spedizione in abbonamento postale
comma 27 - art.2
- legge 28/12/1995 n.549 Roma
Autorizzazione del tribunale di
Firenze, del 20 maggio 1968 n.1911
Finito di stampare nel giugno 2003
Per richiedere copie arretrate del Notiziario inviare una richiesta scritta indirizzata a:
F.I.G.C. Settore Tecnico Via G. D’Annunzio 138, 50135 Firenze. Non saranno accettate richieste effettuate per telefono.
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I
EDITORIALE
EDITORIALE
n copertina è stato riportato, in originale, il testo dell’art. 15 della Convenzione UEFA per il riconoscimento dei Diplomi degli Allenatori.
L’art. 15 della Convenzione considera l’aspetto attinente al proseguimento del
processo educativo degli allenatori e recita quanto segue:
“La validità della licenza di allenatore è limitata nel tempo. Il rinnovo di una licenza dipende dal numero delle ore di ulteriore istruzione che è previsto in un periodo di tempo prestabilito. Il requisito minimo per il rinnovo della licenza è rappresentato da 15 ore di
seminari di aggiornamento nell’arco di 3 anni. È responsabilità delle Federazioni nazionali programmare l’ulteriore istruzione e provvedere nel regolamento il processo educativo degli allenatori.
Per adeguarsi al dettato dell’UEFA (almeno 15 ore di seminari di aggiornamento ogni 3 anni) il Settore Tecnico ha deliberato di programmare, ed ha cominciato ad organizzare periodicamente dei seminari per dare continuità al processo educativo di tutte le categorie degli allenatori.
Pertanto, nella lettera con cui il Settore Tecnico convoca gli allenatori per la partecipazione ai seminari che organizza, viene sottolineata la necessità di essere
presenti per poter assolvere ad un obbligo regolamentare.
Nello stesso tempo il Settore Tecnico, oltre a dover prevedere seminari di aggiornamento in numero sufficiente da poter coinvolgere tutti gli allenatori al
momento in possesso di un diploma valido, sarà costretto a considerare nel
prossimo futuro in vigore solo i diplomi degli allenatori che avranno ottemperato al dettato dell’art.15 della Convenzione.
Da quanto sopra deriva la sollecitazione a tutti gli allenatori di non sottovalutare le convocazioni per la partecipazione ai seminari di aggiornamento.
Enzo Bearzot
SCUOLA
ALLENATORI
TECNICA
LA PREPARAZIONE PSICOLOGICA
DEL CALCIATORE
di Aldo Ammazzalorso*
PREMESSA
Secondo Salvini per motivazione si indica in psicologia “l’agente
fisiologico, emotivo e cognitivo che organizza il comportamento
M
otivazione, visualizzazione, feedback, sono termini
individuale verso uno scopo.”
che fino a qualche anno fa non erano utilizzati dai
Per Bertolini la motivazione è “ciò che sollecita l’individuo ad as-
tecnici di calcio, ma che nel corso degli ultimi anni
sumere ogni suo atteggiamento ed a mettere in atto ogni suo
sono diventati parte integrante del bagaglio tecnico
comportamento.”
di ogni allenatore di calcio.
Secondo Singer la motivazione “influisce su ciò che facciamo,
In questa tesi cercheremo di spiegare come, quando
(quando vi è la possibilità di scelta) su quanto tempo ci mettiamo
e perché l’allenatore dovrà inserire nel proprio pro-
e su come lo facciamo.”
gramma di allenamento non solo esercizi tecnici, atletici e tattici,
Thomas riporta le motivazioni a quattro desideri fondamentali:
ma anche l’allenamento mentale, per riuscire a tirare fuori dai
1. Il desiderio di sicurezza
propri atleti tutto il loro potenziale.
2. Il desiderio di ottenere il riconoscimento delle proprie qualita
Prenderemo in esame le più conosciute tecniche di rilassamento,
3. Il desideri di ricevere risposte adeguate da parte dei propri simili
e le modalità migliori per motivare i propri giocatori.
4. Il desiderio di nuove esperienze
Cercheremo anche di spiegare come far fronte ai sempre più nu-
La gerarchia dei bisogni di Maslow riporta le motivazioni a biso-
merosi fattori di stress, per far sì che i nostri atleti possano vive-
gni fondamentali distinguendoli in:
re la loro vita sportiva, non considerandola alla stregua di un la-
- AUTOREALIZZAZIONE (qualità spirituali, giustizia, bontà, bellezza)
voro, ma per quello che realmente è: un gioco.
- BISOGNI DI BASE:
• bisogni fisiologici (cibo, acqua)
LA MOTIVAZIONE
Non esistono persone pigre, non motivate, esistono solo persone
che hanno obiettivi deboli che non suscitano emozioni forti. La
• bisogni di sicurezza (protezione, mancanza di pericolo)
• bisogni di amore e di appartenenza(accettazione, essere apprezzati, affiliazione)
• bisogni di stima (autoapprezzamento, successo )
motivazione è senz’altro uno degli elementi più importanti quando si va a preparare un piano di allenamento, per qualunque li-
L’automotivazione
vello di prestazione.
In allenamento parecchi atleti fanno buoni risultati. Ma quando
Ma cosa significa realmente motivazione?
sono in gara accade che questi registrino un brusco calo di rendi-
Addentrandoci nel fenomeno legato alla motivazione ci troviamo
mento e non riescano a dare il meglio di sé incolpano la dieta, o
in uno spazio molto complesso, spesso è difficile capirne l’inci-
il metodo di preparazione, o l’eccesso di caldo o di freddo, oppu-
denza sul comportamento di un individuo.
re dicono “mi ha messo in ginocchio la solita crisi“.
Una forte motivazione è strettamente correlata ad una forte mo-
Spesso, invece, non si tratta di niente di tutto questo, bensì del fat-
noidea, che si traduce in una grande volontà nella ricerca del raggiungimento di un obiettivo che possa appagare dei nostri bisogni.
Vari autori hanno espresso alcune ipotesi.
*Tesi di fine studio del Corso Master 2001/2002 per l’abilitazione ad allenatore professionista di 1ª Categoria.
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SCUOLA
ALLENATORI
TECNICA
to che questi atleti hanno lavorato con regolarità ed impegno sul
vincere, ha già perso in partenza. Per vincere la partita è neces-
piano fisico, ma hanno del tutto trascurato di addestrare la mente
sario provare a pensare in positivo: ossia, vedersi vincitori.
a vincere, sottovalutando il ruolo fondamentale della psiche.
Poiché ci vuole un chiaro disegno mentale della partita prima di po-
Da qualche tempo, invece, è ormai chiaro che nello sport ogni tra-
terla vivere con successo, il trucco consiste nell’esercitarsi a rive-
guardo, qualunque vittoria è frutto di due fattori: energia fisica e
derla più e più volte con l’immaginazione. A ricrearla nei più minu-
potenza mentale. Come dire: accanto al training muscolare oc-
ti dettagli in quel laboratorio che è la mente, fino a conoscere per-
corre esercitare anche la mente al successo.
fettamente come comportarsi quando si sarà impegnati sul campo.
Da dove cominciare? Una strada vincente può essere quella dell’
Il nostro atleta nella settimana precedente la gara dovrà provare
automotivazione: un distillato di pensiero orientale e occidentale
per dieci minuti al giorno a ripetere mentalmente la azioni che do-
che, aumentando la fiducia e la stima in sé stesi, rimuove blocchi
vrà svolgere sul campo. Si “vedrà “ nella sua posizione in campo,
psicologici e cicatrici mentali, spesso le autentiche cause di tante
“sentirà“ il contatto con la palla nel momento di calciare, “avver-
prestazioni di modesto livello.
tirà “ il momento di scattare. Perché funziona? Il fatto è che cer-
L’automotivazione serve a tutti, però uno dei settori dove l’auto-
vello, sistema nervoso e massa muscolare funzionano come un ser-
motivazione sta fornendo ottimi risultati è proprio quello dello
vo meccanismo cioè nella stessa maniera di una macchina auto-
sport e del calcio in particolare: quando abbiamo una partita da
matica volta ad un fine. Date al cervello uno scopo ed il resto ver-
disputare, sia essa la finale dei campionati del mondo o un incon-
rà da sé. Quando la mente “vede” con chiarezza ciò che si vuole fa-
tro di terza categoria non bisogna avere la sola preoccupazione di
re, comincerà a funzionare eseguendo il lavoro molto meglio di
allenare per ore ed ore solo il fisico. Se si ha davvero il desiderio di
quanto non ci sia modo di ottenere per mezzo dei soli mezzi fisici.
raggiungere importanti traguardi, è necessario non trascurare lo
Il fatto che l’automotivazione sia un metodo che funziona, non è
sviluppo della psiche, esercizio questo attraverso cui si possono
pura teoria. Un esperimento, ad esempio, è stato condotto allo
scoprire insospettate energie per credere nelle proprie capacità.
scopo di verificare l’efficacia dell’esercizio mentale nel raggiun-
Le mete ambiziose richiedono una crescita dentro, non solo nelle
gere una maggiore abilità nella pallacanestro senza effettuare ti-
masse muscolari o nell’efficienza respiratoria. Quando le risorse
ri reali. Per un mese, tre squadre di basket furono guidate in mo-
interiori si mescolano magicamente agli stimoli esterni, l’atleta in-
do diverso. Una continuò ad allenarsi come sempre; la seconda
grana una marcia in più e gli diventa più facile raggiungere nuovi
smise del tutto il training, mentre la terza sostituì l’allenamento
record personali, obiettivi fino ad allora ritenuti impossibili.
sul campo con il training mentale, immaginando di tirare a canestro e di correggere la mira secondo gli errori commessi.
Prima regola: pensate positivo
Alla fine del mese, le performance sportive della prima squadra
Ma in cosa consiste, in pratica, l’automotivazione? Il metodo è un
non avevano subito flessioni, mentre la seconda aveva conseguito
mosaico di esercizi e tecniche basato sulla visualizzazione, in al-
risultati assai più modesti rispetto a quando si allenava di solito.
tre parole, sul potere delle immagini mentali evocate dall’ inconscio, in grado di mettere in luce le forze psicologiche nascoste e,
Un’azione pensata è come se fosse realizzata. Il cervello non ri-
per questa via, restituire entusiasmo e fiducia, rimuovere le in-
esce a stabilire la differenza tra un’esperienza reale e una imma-
fluenze negative, tirare fuori il meglio da ciascuno. Lo sforzo più
ginata con grande intensità e nei minimi particolari.
grande consiste nel far pratica ed esperienza di nuovi modi di
Ad ogni modo non devono esserci malintesi: la visualizzazione
pensare, grazie ai quali è possibile cambiare in positivo l’immagi-
non sostituisce l’allenamento. È un’utile integrazione nei giorni
ne del proprio io. Per prima cosa bisogna imparare a neutralizza-
precedenti la gara e un sostituto temporaneo dell’allenamento
re i pensieri negativi. Un pensiero negativo è come una fattura di
nel caso di malattia, infortunio o lunghi trasferimenti.
magia nera: fa perdere forza, energia, vitalità. Un calciatore che
Ma l’automotivazione ha bisogno di altro ancora. Così sempre at-
scende in campo con in testa il dubbio di non avere i numeri per
traverso la visualizzazione, ossia le immagini mentali, prevede
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esercizi di rilassamento e di respirazione. Quest’ultimi servono a
positivo); il flow è caratterizzato da un arousal (attivazione) fun-
caricare di energia i muscoli più impegnati nello sforzo durante la
zionale al raggiungimento dell’obiettivo sportivo.
gara, mentre il relax fisico aiuta ad “incassare” con più disinvol-
Nello stato di flow l’attenzione è orientata sul compito, l’atleta
tura i colpi emotivi.
non è disturbato dai propri pensieri poiché è completamente as-
Parecchi atleti pensano che rilassarsi sia negativo perché temono di
sorbito dalla sua attività, e, infine, l’atleta sente di controllare le
non avere più la grinta necessaria per affrontare la gara. È sbagliato:
proprie azioni.
un animale, prima dell’attacco è rilassato, un atleta teso e nervoso
Nel calcio, sport in cui le circostanze evolvono in maniera impre-
pompa adrenalina in ogni direzione con grande dispendio di energie.
vedibile, vi è l’esigenza di variare il grado di arousal conforme-
Al contrario, chi è rilassato e disteso pompa adrenalina dove serve, e
mente ai mutamenti situazionali.
riesce a concentrare l’energia solo nei muscoli sotto pressione.
Un BASSO LIVELLO di AROUSAL è necessario:
LA GESTIONE DELL’ENERGIA FISICA E MENTALE
prima di praticare una tecnica di visualizzazione (il giorno prima
della partita e nello spogliatoio mezz’ora prima del fischio del-
Una delle questioni più rilevanti in psicologia dello sport è la ge-
l’arbitro); quando risulta fondamentale un’ampia analisi percetti-
stione dell’arousal dell’atleta.
va per decidere e reagire in modo rapido (quando si osservano gli
Con il termine arousal è indicata in psicofisiologia l’intensità del-
spostamenti degli avversari, vale a dire nella maggior parte del
l’attivazione fisiologica e comportamentale dell’ organismo:
tempo dei novanta minuti); quando si deve eseguire un gesto tec-
quando l’organismo deve effettuare una prestazione deve atti-
nico accurato (ad esempio prima di un calcio piazzato o durante
varsi, cioè mettere in moto una serie di processi caratteristici del-
la messa a punto di una strategia di gara).
lo stato di arousal, essi sono:
1. aumento della vigilanza e dell’attenzione (attivazione del sistema nervoso centrale)
2. i muscoli si preparano allo sforzo (attivazione del sistema muscolo – scheletrico)
3. cuore e polmoni si attivano per sopportare lo sforzo(sistema
vegetativo –simpatico)
L’energia psichica è l’attivazione della mente e sta alla base del-
Un MODERATO LIVELLO di AROUSAL è necessario:
quando il calciatore si prepara ad un calcio di rigore (compito di
elevato impegno, alto dispendio energetico, coordinazione fine
dei movimenti e straregie complesse di percezione e decisione,
uno stato di eccitazione eccessivo comprometterebbe la performance); nella durata del tempo della partita le migliori prestazioni si hanno con un moderato livello di ansia.
la motivazione; quando è associata ad emozioni come eccitazio-
Un ALTO LIVELLO di AROUSAL:
ne e felicità è positiva, quando è associata ad emozioni come an-
può anche essere tollerato nelle attività più semplici e di minore
sia e rabbia è negativa.
precisione motoria (come nel passaggio da una meta campo ad
Lo stato di stress si verifica quando gli atleti intuiscono che c’è
un’altra durante un’azione di contropiede avversario); può essere
uno squilibrio tra quello che è chiesto loro di fare (sfida) e quello
trasformato a proprio vantaggio da percezioni negative di ansia e
che invece essi sentono di essere capaci di fare(livello di abilità).
rabbia ad eccitazione positiva e piacevole.
Anche l’allenatore è sottoposto a stress ed essere iper o ipo-atti-
I segnali tipici di una IPER-ATTIVAZIONE sono:
vato come i suoi atleti; si renderà quindi necessario adottare del-
- ansietà
le strategie per abbassare o incrementare anche il livello di atti-
- tensione e rigidità muscolare
vazione del coach per permettergli una direzione accurata ed
- aumento della frequenza cardiaca, respiro irregolare, innalza-
equilibrata durante la gara.
mento della pressione arteriosa
Lo stato di flow è il livello ottimale dell’energia psichica associa-
- affaticamento precoce
to ad un adeguato livello di stress (il cosidetto eustress o stress
- scarso controllo delle proprie reazioni emotive (scatti di rabbia)
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SCUOLA
ALLENATORI
TECNICA
- difficoltà di concentrazione e di attenzione
ché avverte una minaccia improvvisa.
- attenzione spostata sui fattori distraenti esterni (ambiente) o in-
Una volta percepito il pericolo, il cervello trasmette un segnale all’
terni (idee negative)
ipotalamo, sede delle reazioni emotive ed ormonali. Le ghiandole
In questi casi è possibile ricorrere ad alcune strategie per abbas-
surrenali a loro volta così avvisate liberano una trentina di potenti
sare il proprio livello di attivazione:
ormoni (adrenalina,cortisone ecc.) che scuotono, in pochi secon-
• effettuare esercizi per mantenere bassa la frequenza respirato-
di, l’intero corpo preparandolo così nel migliore dei modi a ri-
ria (respirazione profonda e regolare)
• esercizi di rilassamento muscolare (mezz’ora prima della partita o in campo durante le fasi più impegnative e stressanti)
spondere all’ attacco attraverso: la fuga o la difesa.
La stessa ansia è una delle manifestazioni di questo stato d’emergenza e pericolo.
• esercizi di focalizzazione dell’attenzione
Molti sono i mutamenti biochimici e i sintomi neurovegetativi
• esercizi di deconcentrazione dei fattori distraenti
scatenati da questo stato stressante: la tachicardia, l’ ipertensio-
• sviluppare un atteggiamento mentale positivo.
ne, il sudore, il pallore e l’affanno, a causa della superattività del-
I segnali che caratterizzano una IPO-ATTIVAZIONE sono:
- sensazione di mancanza di energia (l’atleta si sente spento, fiacco)
- scarsa concentrazione (distrazione, attimi di confusione psicologica, indecisione)
- troppa riduzione della tensione e dell’ansia (mancanza di stimoli)
- disinteresse e demotivazione
- noia e pigrizia
- scarsa valutazione del tempo e incapacità di anticipazione (l’atleta non si inserisce nell’azione, non scatta, non effettua una
marcatura soddisfacente)
- sensazione psichica di impotenza (è inutile tentare, tanto non ce
la faccio).
le ghiandole surrenali.
I disordini psicoemotivi si possono tramutare in sintomi comportamentali, quali fobie, ipocondria,ossessioni.
L’ uomo primitivo reagiva con lo stress di fronte ad una bestia feroce, oggi l’ uomo moderno reagisce nel medesimo modo a causa di un probabile licenziamento, oppure per un divorzio imminente ecc. .
Comunque solo l’ iperstress è dannoso all’ organismo, a dosi moderate è invece una valenza positiva e favorevole perché potenzia la vis medicatrix naturae.
“Un po’ di stress non fa male anzi provoca nel nostro organismo
reazioni benefiche in determinate circostanze” (prof. G. Ballarini
Università di Parma, ottobre 1985)
E’ possibile in questi casi adottare strategie che aumentano il pro-
Essere sotto stress è generalmente inteso come subire un aggres-
prio livello di attivazione come:
sione oltre misura e quindi trovarsi almeno in una situazione di
• effettuare esercizi per mantenere alta la frequenza respiratoria
disagio. Il termine di stress si è caricato, nel linguaggio comune,
(respirazione rapida e frequente)
solo ed esclusivamente dei suoi effetti negativi.
• esercizi di mobilizzazione (prima della partita)
Un certo grado di stress è invece un fenomeno positivo, almeno
• revisione mentale dei propri obiettivi e visualizzazione dello
in determinate condizioni, e può presentare aspetti vantaggiosi.
schieramento degli avversari (prima del fischio di inizio)
Per stress si intende qualsiasi evento fisico o psicologico che mo-
• linguaggio interno positivo
difica l’ equilibrio organico.
• recuperare stati emotivi positivi di esperienze passate con l’uso
Lo stress è anche la risposta dell’ individuo a qualsiasi novità, al-
di tecniche di visualizzazione.
la quale si deve adattare. Le cause di stress sono denominate
stressor e sono le più varie: nel nostro campo un cattivo anda-
LO STRESS FISICO E LA SUA GESTIONE
mento dei risultati, un cattivo rapporto con l’ ambiente (società,
allenatore, compagni, tifosi), mancato ambientamento nella città,
La natura ha predisposto nell ’ uomo un complesso ed efficiente
eccessive aspettative, e cosi via.
sistema automatico di difesa, capace di entrare in funzione allor-
Di fronte ad una amplissima varietà di stressor, l’ organismo ri-
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sponde in modo abbastanza uniforme, secondo schemi che sono
Fattori di stress
governati dagli ormoni ed dal sistema nervoso, e quindi abbastanza ben prestabiliti.Vi sono ovviamente diversità di razza, di
Individuali
specie e individuali.
- livello tecnico: implica differenti gradi di responsabiltà e quindi
La risposta è di solito caratterizzata da una preparazione dell’ or-
di richieste ambientali
ganismo, da una specie di carica, che serve ad affrontare l’ emer-
- ruolo: ruolo in campo (attaccante - difensore), giocatore di ruo-
genza, piccola o grande che sia.Per questo, soprattutto nell’ uo-
lo (turnover, panchina) ruolo nel gruppo-squadra (es. leader, ca-
mo,un normale stato di stress è favorevole, dato che il nostro
pitano)
comportamento viene ad avere la sua massima efficacia e porta
- supporto sociale: da parte della famiglia e dello staff
alle maggiori soddisfazioni nell’ affrontare problemi e situazioni
- evento importante
nuove.
- scarso utilizzo da parte dell’ allenatore
Senza le novità e senza la conseguente carica, gli uomini sareb-
- eccessiva pressione dei media
bero apatici e senza stimolo a progredire. Hans Selye, il padre
- noia troppi tempi morti durante ritiri ecc.
delle ricerche sullo stress ed il primo ad usare questo termine
- pubblico ostile e/o invadente
negli anni trenta,disse che lo stress è il sale della vita .Nelle di-
- infortuni
scipline a prevalente determinazione tattica, gli atleti devono
mettere in atto più abilità nello stesso istante. Ne possono deri-
Di squadra
vare affaticamento mentale, causa, se intenso e prolungato, di
Programmazione di obiettivi a breve(affrontare una partita alla
stress, non dipendente dalla qualità degli stimoli, bensi dall’ in-
volta), medio (aggiudicarsi il girone di andata) e a lungo termine(
tensità del bisogno di adattamento che essi attivano. Lo stress
vincere il campionato). La prestazione aumenta quando gli obiet-
si correla con caratteristiche individuali dell’ atleta: un’elevata
tivi sono moderatamente difficili per tre motivi:
ansia di tratto competitiva, unita a bassa autostima e scarsa
1. Rapporto tra abilità ed obiettivo; quando un atleta valuta di
motivazione intrinseca possono avere risvolti negativi. Lo stress
non essere sufficientemente capace di raggiungerlo, difficil-
troppo intenso e prolungato provoca burnout, causa di danni
mente sarà motivato a impegnarsi in un attività frustante (pre-
psicofisici e comportamentali. L’interesse dei più recenti studi di
sentarsi ad una partita senza alcuni giocatori importanti).
psicologia si è spostato dallo studio della prestazione, della per-
2. Relazione tra difficoltà dell’ obiettivo e la fiducia in se stesso:
sonalità all’ applicazione di tecniche mirate al miglioramento
la fiducia in sé stesso influenza direttamente la percezione del-
della prestazione sportiva
la difficoltà del compito e la successiva prestazione.
Nello sport lo stress è dipendente dalla percezione che l’ atleta ha
della situazione, della gara, dipende dal modo in cui l’atleta vive
questa situazione.
Non sarà dunque la partita a provocare lo stress, ma la percezione che l’atleta ha della partita. Dalla percezione della partita possiamo avere differenti reazioni, la stessa partita può suscitare in
alcuni giocatori sensazioni di stress, in altri di eccitazione.
Partendo da questo presupposto, vedremo:
3. Obiettivi troppo facili e poco incentivanti: giocare contro una
squadra nettamente inferiore.
- Avversario: la prestazione dipende dai compagni di squadra e
dagli avversari.
- Clima organizzativo della società: comunicazione e organizzazione tra i membri dello staff e tra questi e la dirigenza.
- Pressioni esterne: da parte degli sponsor, dei mass-media, della
società e dei tifosi.
- cosa può generare una sensazione di stress in un atleta;
Fattori derivanti dall’allenamento
- come l’ atleta può far fronte a queste situazioni di disagio.
- logistica: tipo di terreno, luci, materiale.
Sono numerose le situazioni che possono generare stress in un at-
- condizioni climatiche: pioggia, neve,ecc.
leta e possono rendere negativa la loro prestazione.:
- carichi di lavoro: es. allenamento aerobico e anaerobico.
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SCUOLA
ALLENATORI
TECNICA
Fattori derivanti dalla partita:
2. verifica della regolazione respiratoria
- partita importante: finale, lotta per la salvezza, qualificazioni,
3. verifica della regolazione viscerale
sono partite in cui è necessario, ottenere un ottimale livello
4. formulazione di fresco alla fronte.
d’ansia. In queste occasioni difficilmente si riesce a controllare
Fase terminale
la paura
1. ripresa neuromuscolare
- Trasferimenti e trasferte: es. clima, tifosi.
2. ripresa neurosensoriale
Tali fattori di stress possono dare origine, nell’atleta ad una serie di
sintomi psicofisici, a loro volta destinati a causare scarso rendimento;
Esaminiamo brevemente gli esercizi:
Pesantezza: formula “il mio braccio destro è pesante” estende-
I segni dello stress:
re la stessa sensazione anche all’ altro braccio fino ad arrivare al-
- Irritabilità generica, iper eccitazione o depressione
la formula “il mio corpo è pesante”.
- Secchezza della bocca e della gola
Calore: formula il mio braccio destro è caldo (rip 5-6 volte)
- Comportamento impulsivo, instabilità emotiva
estendere la sensazione via via a tutto il corpo.
- Incapacità di concentrazione
Cuore: formula”il mio cuore batte calmo e regolare” (rip. 5-6
- Predominio del senso di stanchezza
volte)
- Ansietà fluttuante: sensazione di paura senza sapere esatta-
Respiro: formula “il mio respiro è calmo e regolare” (rip. 5-6 volte)
Plesso solare: formula “il mio plesso solare è piacevolmente
mente di che
- Insonnia, derivante dalla difficoltà di conciliare il sonno.
calmo “ (rip 5-6 volte)
- Mancanza o eccesso di appetito
Fronte fresca: formula “la mia fronte è piacevolmente fresca”
- Riso nervoso o senza motivo
(rip .5-6 volte)
- Arrotondamento dei denti
In seguito ad un costante allenamento di almeno 2-3 mesi la realizzazione delle singole fasi del training autogeno avverrà quasi
IL TRAINING AUTOGENO (TA)
spontaneamente e basterà ripetersi sinteticamente le varie formule per arrivare ad uno stato di completo rilassamento.
Il training autogeno si basa principalmente sull’ allenamento gra-
Alcuni mezzi possono essere utili all’ atleta per fronteggiare si-
duale alla distensione e sulla deconcentrazione progressiva mu-
tuazioni stressanti; l’atleta deve prepararsi psicologicamente a
scolare.
ciò che lo aspetta, per poter gestire meglio l’evento stressante;
Assai efficace come tecnica anti stress il TA, fatto regolarmente e
per prepararsi potrà visualizzare più volte una situazione stres-
seriamente, permette di ridurre la tensione, di risparmiare e recu-
sante, per poterla gestire in maniera più efficace. Rispondere alle
perare le energie migliorando cosi’ l’efficienza fisica e mentale.
domande dei giornalisti potrà diventare più semplice se si prepa-
Descrizione della tecnica.
ra un comportamento da tenere davanti alla stampa: come per
Condizioni preliminari: ambiente più possibile tranquillo, luce
esempio parlare lentamente o sorridere.
bassa,temperatura equilibrata, abbigliamento comodo.
Credere in se stessi è essenziale per poter reagire ad una situa-
La metodica del dott. Schultz è stata divisa da numerosi autori in
zione stressante.
tre fasi:
Aver fiducia nelle proprie qualità, essere coscienti di essersi alle-
Fase iniziale
nati in maniera ottimale, essere consapevoli delle proprie capaci-
1. disponibilità al rilassamento
tà, tutto ciò porterà l’ atleta a dare il meglio di sé in una prova.
2. verifica della pesantezza e del calore
Gli atleti, specialmente i calciatori, sono notevolmente influenza-
Fase intermedia
ti da un continua situazione di stress causata dalla notevole pres-
1. verifica della regolazione cardiaca
sione ed influenza dei mass media e dei tifosi, dalla presenza di
10
continui conflitti, poiché il numero di giocatori in rosa è molto
Screening psicodiagnostico :mirato alla valutazione delle ca-
ampio, e qualcuno è costretto ad andare anche in tribuna; dal fat-
ratteristiche psicologiche generali e delle capacità cognitive del
to che ogni partita è un esame. In questa ottica diventano più
giocatore.
comprensibili tutti i tentativi volti a ridurre le tensioni (ritiri, si-
Pensiero positivo e goal setting :acquisizione della capaci-
lenzi stampa) a ridurre lo stress attraverso una riduzione degli ti-
tà di utilizzare pensieri positivi e della programmazione di obiet-
moli. Non sempre questi tentativi approdano a buoni risultati; no-
tivi a breve, medio, e lungo termine con lo scopo di incrementare
tevole importanza assume in questo contesto il tipo di conduzio-
nel calciatore la motivazione intrinseca al successo.
ne scelto dal’ allenatore del gruppo: esistono due tipi di condu-
Concentrazione: modulazione dello stile attentivo al fine di di-
zione egualmente positive, la conduzione semplificatrice e quella
rigere e mantenere l’attenzione sugli elementi critici del gioco,
responsabilizzante, esaminiamole:
escludendo gli stimoli esterni o interni che possono fungere da
nel calcio di oggi ad un allenatore è richiesta la gestione di una
distrattori.
situazione particolarmente complessa, contraddistinta da notevo-
Rilassamento: vedi T.A.
le stress. Consapevole di queste difficoltà, quasi sempre l’ allena-
Visualizzazione: rappresentazione immaginativa di situazioni ti-
tore prende, più o meno consciamente, una decisione: semplifica-
piche delle fasi di gioco. Simulazione mediante immagini mentali.
re quanto più possibile la situazione attraverso una gestione
Self- talk: dialogo interno mediante parole stimolo, mirate a fa-
estremamente funzionale e cercando di eliminare (vedi i ritiri) tut-
vorire nel giocatore l’ottimizzazione della modalità di affrontare
to cio’ che puo’ complicarla. Quanto più un allenatore si trova ad
specifiche situazioni ed eventuali problemi .l’obiettivo consiste
affrontare una situazione caratterizzata da notevole stress, tanto
nel focalizzare l’attenzione su aspetti chiave del compito ed evo-
più produttiva sembra essere una conduzione tesa a semplificare
care volontariamente stati psicologici positivi e produttivi, com-
la situazione, a ridurre l’ influenza di stimoli stressanti.
portando una percezione di autocontrollo positiva.
Questi stimoli stressanti possono essere di due tipi: esterni ed in-
Valutazione: accertamento dei risultati raggiunti e della validi-
terni; condizionamenti esterni possono essere ad esempio quelli
tà del programma realizzato.
causati dalla stampa e dai loro giudizi sui giocatori, che nella
maggior parte dei casi sono differenti dal giudizio dell’allenatore.
L’allenatore in questo caso non dovrà essere toccato da questi
CONCLUSIONI
condizionamenti e dovrà proporsi nei confronti della squadra co-
Nel corso degli anni il ruolo dell’ allenatore è profondamente mu-
me una difesa nei confronti dell’esterno.
tato e la gestione di una squadra di calcio è diventata una que-
Per quanto riguarda la diminuzione delle tensioni interne e il ten-
stione estremamente complessa ed articolata.
tativo di evitare l’insorgere di nuove tensioni, particolarmente uti-
Non si tratta, infatti, di preparare semplicemente gli atleti esclu-
li possono risultare le proposte responsabilizzanti.
sivamente da un punto di vista tecnico e tattico, ma di interveni-
Poiché una situazione di tensione tende a provocare nei giocato-
re su fattori motivazionali e fornire strumenti per aiutarli a fron-
ri insicurezza è inoltre importate che l’allenatore non contribui-
teggiare le situazioni di stress che si possono presentare nel cor-
sca, con il proprio comportamento, ad accentuare il clima di diffi-
so della loro carriera agonistica.
coltà. Riuscire a far sentire tutti i giocatori (titolari e riserve) co-
Non vogliamo con questo trasformare l’allenatore in psicologo, ma
me parte integrante della squadra e a far sentire ad ogni gioca-
riteniamo necessario unire a una conoscenza tecnica del calcio una
tore la propria fiducia in loro, sarà uno degli obiettivi dell’allena-
sensibilizzazione alle problematiche presentate in questo lavoro.
tore.
Pertanto, come già esposto in precedenza l’allenatore potrà aiu-
Un training di preparazione mentale, mirato allo sviluppo delle
tare l’atleta nelle situazioni di stress, senza per questo doverle ri-
capacità necessarie per il controllo e l’ottimizzazione della pre-
solvere al posto suo, in modo da formare giocatori che siano in
stazione, può essere composto dai seguenti elementi:
grado di risolvere situazioni complesse in maniera indipendente.
11
SCUOLA
ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
ALLARME TRAUMI MUSCOLARI
(SOS ISCHIO-CRURALI)
di Fausto*, Filippo** Cannavacciuolo e Giulio Del Gusto***
INTRODUZIONE
chi contava una rosa di appena 18 calciatori e che oggi le squadre di” prima fascia” sfiorano le 30 unità. L’inter di Cuper, che ha
a preparazione fisica del calciatore, a partire dagli
una rosa di 28 giocatori di alto livello, in seguito all’infortunio di
anni 70, caratterizzati dal “calcio totale” degli olan-
Crespo a girone di ritorno iniziato, nonostante avesse a disposi-
desi, ha avuto due e contrapposte correnti. La pri-
zione altre 4 punte di grandissimo valore, ha ritenuto necessario
ma, riferita al periodo 1970/1990, ha evidenziato
l’acquisto di Batistuta...! Secondo noi, una risposta seria e co-
spiccate tendenze allo sviluppo delle componenti
struttiva al quesito potrebbe essere un responsabile“mea culpa”
formative della resistenza, utilizzando i criteri meto-
di molti operatori nel riconoscere che questi incidenti di percorso
dologici del mezzofondo veloce. La seconda, dal
potrebbero essere “figli legittimi“della richiesta ossessiva di vo-
1990 ad oggi, ha invece privilegiato gli orientamenti della scuola
ler mantenere il calciatore sempre ai massimi livelli di rendimen-
francese e bulgara, chiaramente tendenti allo sviluppo della for-
to, attraverso l’utilizzo di metodologie di allenamento esasperato
za, oltre i limiti richiesti dalla prestazione calcistica.
e, spesso, non rispondente alle specifiche richieste della presta-
Pur non avendo dati ufficiali di riscontro tra i due periodi per una
zione. E’indubbio che oggi il calciatore è un atleta muscolarmen-
precisa statistica, possiamo affermare senza pericolo di essere
te più forte rispetto al passato, ma anche più esposto al trauma,
smentiti che, dal ‘90 ad oggi, gli eventi traumatici muscolari sono
in modo particolare in quelle strutture (agonisti/antagonisti) in
progressivamente aumentati, tanto da destare serie preoccupa-
cui l’equilibrio del rapporto di forza gioca un ruolo di primaria im-
zioni nel mondo del calcio, e non solo per la salute dei calciatori,
portanza nella incolumità del muscolo.
ma anche per le casse delle società... Troppo spesso, al termine
Teniamo sempre presente che una corretta preparazione fisico/ at-
delle gare, si possono contare più traumi che reti... Tale realtà ob-
letica viene giudicata anche dal numero dei traumi muscolari che
bliga ad una seria riflessione ed impone un quesito: ”Perché i mu-
si verificano nell’arco della stagione e che nelle problematiche del-
scoli del calciatore sono diventati così fragili?”. Le giustificazioni
l’allenamento i recuperi rivestono la stessa importanza dei carichi.
L
più ricorrenti sono: ”Troppi impegni agonistici e terreni di gioco,
a volte, accidentati o gelati … Queste risposte non convincono
molto e non risolvono il problema. E’ nostra convinzione, invece,
PREMESSA
che le cause di questo proliferare di infortuni debbano essere ri-
Anche se lo scopo della nostra indagine non è quello di proporre
cercate in altre direzioni. Spieghiamo il perché. E’ vero che, ri-
una fredda analisi statistica, pur tuttavia abbiamo ritenuto che la
spetto al passato, il calcio moderno è più stressante per l’aumen-
necessità di conoscere, nel modo più veritiero possibile, l’inciden-
to degli impegni agonistici e i vorticosi e variegati interessi che gli
za numerica dei traumi muscolari che colpiscono i calciatori nel
gravitano intorno, ma è altrettanto vero che il ricchissimo e qua-
corso della stagione, la loro localizzazione topografica e la loro
lificato organico calciatori a disposizione delle squadre, in modo
qualificazione tipologica, fosse necessaria per aiutare il lettore a
particolare di quelle più rappresentative, che tra l’altro risultano
le più incidentate, dovrebbe garantire un “turnover” ampiamente sufficiente al completo ripristino della omeostasi psicofisica. A
questo proposito, ci permettiamo di ricordare che il Milan di Sac12
*Docente del Settore Tecnico della F. I. G. C - docente di calcio Università degli Studi“Facoltà di Scienze Motorie L’Aquila
**Docente di Calcio”Lauree Specialistiche”Università degli Studi” L’aquila
***Specialista in Cardiologia e Medicina dello Sport
cogliere meglio la dimensione del fenomeno.
L’indagine biennale ha evidenziato complessivamente 590 traumi
La convinzione, poi, che è possibile fare qualcosa per limitare l’in-
muscolari, di cui 280 nella stagione 2001 e 310 in quella 2002. Il
sorgenza dei traumi muscolari, in generale, e degli ischio crurali, in
raffronto della nostre casistiche con quelle di A. Bacconi e S. Caz-
particolare, ci ha spinto, dopo attente riflessioni, ad esplicitare i ri-
zulli, riferite alle stagioni 1998 e 1999 ( Notiziario del Settore Tec-
sultati delle nostre indagini, dei nostri studi ed esperienze di campo.
nico, n. 4, luglio/agosto 1999) , evidenzia non solo un incremento
dei traumi muscolari in generale (tab. 1 - tab. 2) , ma anche una
RISULTATI STATISTICI DELL’INDAGINE
significativa inversione di tendenza nella loro qualificazione tipologica. (tab. 3)
Grazie ad un paziente e meticoloso lavoro di registrazione di dati estrapolati da organi di informazione quali televisione, quoti-
Nelle casistiche del periodo ‘98 e ‘99 l’evento traumatico colpiva
diani ed Internet, abbiamo potuto formulare una casistica, cre-
con più frequenza gli adduttori (35%) , rispetto agli ischio crurali
diamo, molto vicina alla realtà, anche se consideriamo la nostra
(30%) , al tricipite surale (20%) , al quadricipite femorale (15%) .
una “stima per difetto”.
In quelle del 2001 e del 2002, gli ischio crurali hanno mostrato
I periodi indagati riguardano le stagioni 2001 - 2002 - 2003 del
una maggiore fragilità (44%) , rispetto agli adduttori (30%) , al
campionato di serie A.
tricipite surale (16%) , al quadricipite femorale (10%) . La mag-
I dati parziali relativi alla stagione 2003 abbiamo ritenuto oppor-
giore predisposizione al trauma degli ischio crurali, nella pratica
tuno non pubblicarli, essendo la stagione stessa ancora in corso.
del giuoco del calcio professionistico (la media per squadra è di
Possiamo però anticipare che la situazione si presenta molto più
7,5 traumi nell’anno 2003) , ci ha stimolati allo studio attento del-
allarmante rispetto alle stagioni precedenti, soprattutto per i mu-
la “Biomeccanica”, della “Fisiologia articolare” di questa parti-
scoli posteriori della coscia.
colare zona anatomica e alla verifica dei mezzi e metodi di alle-
Ci spiace solo che i nostri tentativi di verificare “alla fonte” i da-
namento più in uso, oggi, nel potenziamento dei muscoli delle
ti di cui sopra sono falliti in quanto l’argomento è, a torto, consi-
gambe. La nostra indagine pluriennale ha portato alla individua-
derato un diritto alla privacy e, quindi, top secret.
zione di particolarità che potrebbero rappresentare le cause o le
Tab. 1
Tab. 2
13
SCUOLA
ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
Tab. 3
concause che espongono i muscoli posteriori della coscia al trau-
concentrica, è impegnato nella rapida distensione del ginocchio
ma muscolare.
(corsa, salto, calcio al pallone, slancio della gamba verso l’alto) ,
Al fine di poter introdurre più facilmente il lettore negli argomen-
gli ischio crurali, con contemporanea ed opportuna“tensione ec-
ti sviluppati, ci è sembrato opportuno trattare, nel modo più chia-
centrica”, mirabilmente graduata, svolgono un’azione sinergica
ro possibile, alcune argomentazioni scientifiche, che riteniamo rap-
che potremmo definire di antagonismo/cooperazione.
presentino la chiave di lettura per capire meglio la funzione degli
Antagonismo in quanto il loro allungamento in contrazione,
ischio crurali nelle tensioni concentriche del quadricipite femorale.
agendo da freno, modula e controlla l’ estensione del ginocchio;
cooperazione in quanto l’allungamento in contrazione favorisce
Gli ischio crurali (bicipite femorale, semitendinoso e semimem-
l’estensione dell’anca in sintonia con la tensione concentrica del
branoso) , situati nella parte posteriore della coscia, sono musco-
grande gluteo.
li, ad un tempo, estensori dell’anca e flessori del ginocchio. Nel
linguaggio comune vengono chiamati flessori e questa identifica-
E bene tener presente che gli ischio crurali svolgono funzione
zione, spesso incoraggia, nel lavoro in palestra, al potenziamento
agonista (concentrica) solo quando la gamba oscillante, con azio-
concentrico. Anche il termine “antagonisti del quadricipite” po-
ne flessoria, viene richiamata verso la coscia (deambulazione,
trebbe causare qualche malinteso, come purtroppo le nostre veri-
corsa, “colpo di tacco”). Nella fig. 1 sono rappresentati gli inter-
fiche hanno evidenziato.
venti muscolari dell’arto inferiore nella dinamica della corsa. (fa-
In tutte le azioni dinamiche in cui il quadricipite, con tensione
se di spinta e fase di ammortizzazione) .
14
Fase di spinta nella corsa
Con molta frequenza gli ischio crurali subiscono l’evento traumatico nella fase di spinta e, più precisamente, al termine della stessa. Una più attenta osservazione ha evidenziato una maggiore incidenza nella corsa in allungo, piuttosto che in quella in accelera-
zione. Perché ?
L’attenta analisi del range di spinta nei due tipi di corsa fornisce
una plausibile risposta al quesito: nella corsa in allungo l’estenFig. 1
sione del ginocchio dell’arto portante, provocata dall’accorciamento del quadricipite, obbliga gli ischio crurali ad un allunga-
mento in contrazione maggiore, rispetto a quello che si verifica
Nella fase di spinta (1) gli interventi muscolari più significativi sono:
nella corsa in accelerazione. L’allungamento maggiore, anche se
- quadricipite femorale (a) in tensione concentrica per l’estensio-
non estremo, comporta più rischi perché le capacità elastiche del-
ne del ginocchio;
- tricipite surale (b) in tensione concentrica per l’estensione del
piede;
- ischio crurali (c) in tensione eccentrica per modulare l’estensione del ginocchio;
- grande gluteo (d) in tensione concentrica per l’estensione dell’anca coadiuvato dagli ischio crurali.
la fibra muscolare sono più vicine al punto critico (massimo allungamento) . Le potenzialità elastiche subiscono influenze negative quando il muscolo aumenta il suo volume in seguito a po-
tenziamento concentrico. Il tono di base degli ischio crurali del
calciatore, già eccessivo per gli stimoli provocati dal particolare
passo di corsa, viene, purtroppo, ulteriormente incrementato attraverso un frequente lavoro concentrico in palestra e ciò li espone più facilmente al trauma, in modo particolare, quando sono
Fase di ammortizzazione (2) :
chiamati ad esplicare tensioni eccentriche accentuate, come ap-
- quadricipite femorale (a) in tensione eccentrica per caricare
punto avviene nelle azioni esplosive di estensione del ginocchio.
energia elastica;
- tricipite surale (b) in tensione eccentrica per caricare energia
elastica;
- grande gluteo (d) in tensione eccentrica per modulare la flessione dell’anca;
A supporto di questa tesi, ci permettiamo di richiamare l’attenzione degli operatori di campo su un concetto fondamentale della fisiologia del muscolo: “Le potenzialità elastiche subiscono in-
fluenze negative quando il muscolo aumenta il suo volume in seguito a potenziamento concentrico.”
- ischio crurali (c) in tensione concentrica per richiamare la gamba sulla coscia (arto oscillante).
Fase di spinta nei salti
Gli interventi muscolari nello stacco orizzontale o verticale ad una
Gli “eventi traumatici” a carico degli ischio crurali si verificano
gamba sono gli stessi della corsa in allungo. L’unica differenza po-
con più frequenza nei seguenti gesti dinamici:
trebbe essere ravvisata nello sviluppo di una maggiore potenza.
- fase di spinta nella corsa;
La minore incidenza del trauma, rispetto alla corsa in allungo, po-
- fase di spinta nei salti orizzontali alternati e verticali ad una
trebbe essere giustificata dalla esiguità delle ripetizioni del gesto.
gamba;
- allungamenti forzati e slanci a gamba tesa verso l’alto con an-
golo superiore a 90°;
- colpo di tacco.
Allungamenti forzati e slanci a gamba tesa
Le cause del trauma in questi gesti sono da ricercare nella inadeguata elasticità delle fibre muscolari all’allungamento superiore
15
SCUOLA
ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
alle loro possibilità o a movimenti rapidi eseguiti di stiramento
Fattori predisponenti
eseguiti a freddo. Il “punto critico”per l’incidenza del trauma nel-
I fattori predisponenti al trauma muscolare in generale sono ovvi
l’allungamento rapido, attivo o passivo, di questi muscoli è con-
e chiunque operi nel settore dell’allenamento sa riconoscerli, ma
dizionato dalle caratteristiche morfologiche (il muscolo corto è
quello che sfugge ai più e che rappresenta il vero killer degli
più esposto al trauma, rispetto al muscolo lungo) , dal volume, dal
ischio crurali è la”perdita di equilibrio del rapporto di forza tra
potenziale elastico e dall’acidosi.
questi muscoli e il quadricipite femorale.
Il rischio traumatico, negli slanci a gamba tesa, ha inizio quando
Al riguardo riportiamo l’autorevole parere di alcuni studiosi.
l’angolo “femore/bacino”supera i 90°. Nella fig. 2 possiamo osservare le varie e significative modificazioni di allungamento che
Oberg (86) ha rilevato che nel soggetto normale il rapporto di for-
si verificano nel range articolare da 0 a +120° (Fisiologia artico-
za isometrica tra il quadricipite e gli ischio crurali è di 100/ 45 (2,
lare I. A - Kapadji - Marrapese ed. - 1983) .
2) , mentre nel calciatore risulta essere 100/55 (1, 8) . ”Questo significa che gli ischio crurali del calciatore sono più potenti di
A +120° gli ischio crurali sono sottoposti ad un allungamento su-
quelli del soggetto normale, ma sta anche ad indicare la presen-
periore al 50% della loro lunghezza di riposo. Un così marcato al-
za di uno sbilanciamento nel corretto rapporto di forza tra mu-
lungamento può, comunque, costituire un rischio anche per i mu-
scoli agonisti ed antagonisti maggiormente usati nel calcio. Per
scoli dotati di buona elasticità, qualora lo slancio venga eseguito
questa ragione il lavoro eccentrico (o di allungamento in contra-
ad elevata velocità.
zione) diviene più dannoso per il calciatore rispetto ad altri atleti, rendendo ragione del perché esso sia esposto con alta frequenza all’evento traumatico.
E ancora:
L’aumento di forza degli ischio crurali sembra sia dovuto al continuo lavoro eccentrico in contrazione che questi muscoli sono
chiamati a svolgere durante la prestazione (Vecchiet, 90) .
Barchett ( 78 ) sostiene che: ”lo sbilanciamento di forza superiore al 10% tra estensori e flessori deve essere considerato come
“soglia critica”. Una sperimentazione dello stesso autore ha riscontrato eventi traumatici agli ischio crurali sul 65% degli atleti
che avevano superato la soglia critica. Sarebbe conveniente, perciò, che gli operatori di campo prendessero coscienza che lo svi-
Fig. 1
luppo eccessivo della forza di un muscolo agonista puo’risultare
pericolosa per l’incolumita’del suo antagonista. Nel potenzia-
Colpo di tacco
mento dei muscoli delle gambe del calciatore, da oltre un decen-
Questo gesto tecnico richiede l’intervento in tensione concentrica
nio, purtroppo, vengono utilizzati carichi superiori a quelli richie-
degli ischio crurali nella flessione della gamba sulla coscia. Il so-
sti dalle esigenze della prestazione.
vraccarico di lieve entità ( peso della gamba, del piede e della pal-
Questo orientamento ha provocato un disequilibrio nel giusto
la) e il tipo di tensione (concentrica) , normalmente, non costitui-
rapporto di forza tra il quadricipite femorale e gli ischio crurali.
scono pericolo per l’incolumità di questa zona anatomica. Il trau-
”La potenza del quadricipite femorale (agonista) può risultare
ma può verificarsi solo in presenza di negligenze nel riscalda-
sproporzionata alle potenzialità di allungamento in contrazione
mento, per eccessiva acidosi o per microtraumi precedenti.
degli ischio crurali (antagonisti) , impegnati anch’essi in un’azio-
16
ne co/contrattiva in allungamento, qualora tale potenza sia di li-
Confortati dai risultati delle nostre esperienze di campo e dal pa-
vello troppo elevato” (F. F. Cannavacciuolo, 1993”Preparazione
rere di molti studiosi del muscolo, tra cui C. Bosco, Hill, Harre, Ba-
Fisica del calciatore”) .
rany, Woledge, Werchoshanskij ed altri, riteniamo che i muscoli
Da oltre un decennio stiamo sperimentando lavori di potenzia-
delle gambe del giocatore di calcio debbano essere potenziati
mento dei muscoli delle gambe e i risultati ottenuti ci incoraggia-
con il rispetto assoluto del principio della specificità (corse su
no a proporre agli operatori di campo le nostre esperienze e a ve-
brevi rampe di salita, corsa in leggera discesa, accelerazione su
rificare i nostri orientamenti, che ci inducono a ritenere di non es-
brevi distanze, esercitazioni pliometriche, corsa con traino ecc. )
sere molto distanti dalla verità. La nostra speranza è che i nostri
e che il quadricipite femorale, ove necessario, debba essere po-
convincimenti vengano presi nella giusta considerazione.
tenziato con carichi moderati, non superiori comunque al 50%
del max, molto specifici nel soddisfare le richieste della presta-
La scienza dell’allenamento, anche se ancora non è riuscita a
zione. Carichi massimali o vicini al massimale, se da una parte
chiarire pienamente le problematiche della forza, fornisce tutta-
sviluppano elevati livelli di forza, dall’altra influiscono negativa-
via informazioni che, se correttamente interpretate, permettono
mente sulla elasticità, sulla forza rapida, qualità di primaria im-
di limitare gli errori che spesso vengono commessi nel potenzia-
portanza nella prestazione calcistica e provocano sicuri danni al
mento dei muscoli degli arti inferiori del calciatore. Potremmo, al
rachide lombare.
riguardo, riportare il parere di molti autori, ma ci limitiamo a ci-
Le nostre esperienze di campo, dirette ed indirette, hanno confer-
tare quello di uno dei più credibili studiosi del muscolo: “Il pos-
mato la validità di questi orientamenti. Ci auguriamo, pertanto,
sesso di una grande forza non significa anche poterla usare rapi-
che il nostro lavoro decennale sia preso nella giusta considera-
damente” (Harre D.) e il calciatore è un atleta che deve usare la
zione e che, in futuro, possano essere messe a punto metodologie
sua forza molto rapidamente...
più specifiche ed efficaci per la prevenzione degli eventi traumatici muscolari, in generale e degli ischio crurali, in particolare.
Conclusioni
Dall’inizio degli anni 90, nella preparazione fisica del calciatore,
l’uso di metodologie e mezzi di potenziamento estremo e spesso
aspecifico degli arti inferiori, ha portato, irrimediabilmente, alla
perdita dell’ideale equilibrio nel rapporto di forza tra il quadricipite femorale e gli ischio crurali. Carichi pesanti da sollevare in
squat con bilanciere, resistenze estreme da spostare alla pressa,
balzi in piano, in salita, su gradoni e sulla sabbia, sia nel periodo
preparatorio che in quello agonistico, hanno sviluppato nel quadricipite livelli di forza che prevaricano abbondantemente le esigenze della prestazione. I muscoli posteriori della coscia, nel loro
ruolo di antagonismo - cooperazione, hanno beneficiato di notevoli incrementi di forza, ma, allo stesso tempo, hanno subito influenze negative nelle loro potenzialità di allungamento in contrazione. Il marcato aumento di forza e di volume degli ischio crurali, conseguenti al potenziamento del quadricipite, al particolare
tipo di corsa e agli stimoli di potenziamento concentrico, non specifico, alla leg curling, ha ridotto le potenzialità elastiche di questi muscoli e aumentato le possibilità di insorgenza del trauma.
17
SCUOLA
ALLENATORI
TATTICA
I MOVIMENTI DELLA DIFESA IN FASE
DI POSSESSO DELLA PALLA
di Carolina Morace*
n un precedente articolo ho trattato della fase di
subiamo una maggior pre-
non possesso palla della difesa della Nazionale di
stanza fisica e, soprattutto,
Calcio Femminile, adesso evidenziamo i movimenti
una maggior “abitudine”agli
della difesa nella fase di possesso palla.
elevati ritmi internazionali.
Tale aspetto è fondamentale per lo sviluppo e la co-
Ancora oggi, velocità, forza e
struzione di azioni di gioco offensive efficaci.
pressing, mettono in grande
Come ho già detto la Nazionale Azzurra Femminile
difficoltà la nostra Nazionale,
ha impostato il proprio sistema di gioco partendo dal 4-4-2 per
soprattutto, ripeto, per la
poi “modularsi” in base alle condizioni fisiche delle atlete ed al
mancanza di abitudine a ritmi
modulo di gioco della squadra avversaria.
così intensi.
Se la nostra difesa ha un buon possesso palla la nostra squadra
Durante le gare, quindi, di-
ha il tempo di “rifiatare” e di riorganizzarsi nei momenti di diffi-
venta necessario far “girare
coltà ma, oltretutto, far girare palla alla difesa significa far rin-
palla”: sia per spezzare il rit-
correre la stessa dalle attaccanti avversarie che in tal modo per-
mo forsennato delle avversa-
deranno lucidità in fase realizzativa; inoltre, avere un buon pos-
rie sia per ripristinare le energie utilizzate.
sesso palla, consente alla nostra squadra di alternare il gioco lun-
Iniziamo quindi con una serie di esercitazioni per curare le posi-
go al gioco corto che, con continui cambiamenti di gioco, ci per-
zioni e le distanze tra le nostre 4 giocatrici di difesa ma, soprat-
mettono di non dare alcun punto di riferimento alle avversarie.
tutto per abituare la linea difensiva a far girare palla quando so-
Tale aspetto è molto importante perché le Azzurre non sono abi-
no pressate. Si intende che, in situazione di grande difficoltà la
tuate al ritmo di gioco internazionale e, soprattutto, al continuo e
palla calciata lunga in avanti (possibilmente in uno spazio vuoto)
asfissiante pressing esercitato dalle altre Nazionali. Rispetto alle
va bene ma, buttarla gratuitamente in avanti anche quando è
altre squadre Nazionali, però, le Azzurre possono sfruttare un’ar-
possibile giocarla, avvantaggia solo le avversarie (che, come ab-
ma in più che è quella dei laterali difensivi che “spingono” e che
biamo detto, avendo una notevole prestanza fisica hanno più
cercano, costantemente, la superiorità numerica mentre le altre
possibilità di recuperare palla nel gioco aereo).
Nazionali tendono a tenere gli esterni difensivi “statici” in difesa.
Il confronto va, quindi, spostato sulle nostre qualità: infatti, una
La grande crescita del calcio femminile negli ultimi anni, l’eleva-
miglior tecnica di base ed, in secondo luogo, una maggiore fan-
to numero di praticanti negli States, in Australia, in Oriente ed il
tasia delle Azzurre, ha fatto sì che negli ultimi Campionati Euro-
numero sempre più crescente di giocatrici di calcio in Europa han-
pei la nostra Nazionale ricevesse dall’U.E.F.A. il plauso di “squa-
no fatto sì che le atlete di rango internazionale siano diventate,
dra che ha espresso il calcio più bello”.
I
Carolina Morace
negli ultimi dieci anni, atlete sempre più “specializzate”. Sul fronte italiano, malgrado le atlete nostrane abbiano raggiunto un’ot-
Nella prima esercitazione facciamo girare palla tra 4 giocatrici le
tima condizione fisico-atletica, frutto del lavoro effettuato nei ri-
due esterne dovranno passare la palla sempre di prima mentre le
spettivi clubs, peraltro, ben evidenziata nei tests bimensili effettuati dal preparatore atletico della squadra Azzurra, ancora oggi
18
*Allenatore professionista di 1ª Categoria, C.T. Nazionale Femminile
due giocatrici in posizione centrale con un piede controlleranno la
Dalla precedente posizione di partenza effettuiamo uno scambio
palla e con l’altro effettueranno il passaggio. Un’attenzione par-
di prima nella posizione centrale e, una volta passata la palla, chi
ticolare va data alla posizione delle giocatrici “centrali” che do-
ha effettuato il passaggio prende il posto della giocatrice in posi-
vranno, per garantire un appoggio sicuro, posizionarsi in diago-
zione laterale che, a sua volta effettuerà il passaggio per poi ri-
nale-dietro rispetto alle giocatrici che occupano la posizione late-
spostarsi nella posizione di partenza, il tutto sempre in avanza-
rale e quando la palla è in possesso di una delle giocatrici latera-
mento (Fig.2).
li, la giocatrice laterale opposta dovrà allinearsi alle due centrali
(questo per prevenire un’eventuale perdita della palla della compagna che in tal modo sarà coperta dalle due centrali e dal laterale difensivo opposto). Tale esercitazione, effettuata da area ad
area, facendo ruotare la posizione di ogni giocatrice una volta arrivate all’area opposta a quella di partenza, può essere effettuata anche come forma di riscaldamento per tutta la squadra (alleneremo infatti le nostre giocatrici al ricevere, controllare e passa-
1
re la palla) (Fig. 1).
2
3
4
1
2
3
5
6
4
Fig. 2
Alterniamo ora il passaggio corto al passaggio lungo, possibilmente di prima (Fig. 3).
Nel momento in cui la nostra difesa fa girare palla il resto della
squadra deve posizionarsi in modo utile garantendo cioè appoggi e opportunità di passaggio alla p.p. ma, qualora i nostri centrali
difensivi siano abili nel lancio lungo i centrocampisti laterali doFig. 1
vranno all’occorrenza, dettare un movimento e cercare lo spazio
in profondità. Ad es. se il centrale difensivo dx è abile con questo
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SCUOLA
ALLENATORI
TATTICA
1
2
2
4
4
1
3
5
3
5
6
Fig. 3
Fig. 4
piede il movimento a smarcarsi in avanti verrà effettuato dal cen-
troppo vicina alla compagna rischiando che, la stessa, perda
trocampista est.sx. ma se il destro non è il suo piede preferito al-
palla per l’intervento dell’avversaria. Per abituare le centrocam-
lora occorrerà darle un’altra soluzione. Così come le attaccanti
piste centrali a guardarsi intorno è utile, in questa esercitazione,
possono sempre cercare il movimento ad incrocio quando ha pal-
che l’all. si posizioni alle spalle delle centrocampiste che , prima
la uno dei due centrali difensivi.
di chiamare palla ai difensori, dovranno girarsi per vedere quale cinesino (giallo o rosso) l’allenatore ha alzato e dichiararlo
4 difensori + 2 centrocampisti centrali
Ma procediamo per ordine, dopo aver fatto girare palla con i difensori schierati nelle rispettive posizioni, aggiungiamo ora l’appoggio dei due centrocampisti centrali (qualora vogliamo schierare la nostra squadra con 4 centrocampisti) e, a loro dividiamo
il campo in due settori di rispettiva competenza per ricevere palla (Fig. 4). E’ molto importante dove i centrali vanno a ricevere
palla infatti, se avanzeranno troppo verso la p.p., schiacciando
in tal modo la linea difensiva, porteranno la propria avversaria
20
mentre si va a ricevere palla. Oltretutto, è utile sollecitare anche
Preferibilmente però cercheremo di avanzare dalle fasce laterali è
l’incrocio delle centrali di centrocampo che, con tale movimen-
lì infatti che le squadre che si dispongono con il 4-4-2 possono
to si posizioneranno frontali alla porta avversaria e pronte ad
creare la superiorità numerica. Dobbiamo cercare però un’azione
attaccare (Fig.5). Il giro palla può essere a comando o libero,
offensiva efficace in fase offensiva ma, nello stesso tempo, dob-
l’importante è la velocità di esecuzione.
biamo cercare di essere posizionate correttamente se eventualmente perdiamo il possesso palla.
Ricercare tale equilibrio non è facile ma, a mio avviso, è fondamentale.
Non tutte le squadre che si dispongono con il 4-4-2 sfruttano la
superiorità numerica che spesso hanno sulle fasce; noi ci provia-
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3
6
mo mandando sempre gli esterni difensivi ad accompagnare l’azione con il laterale opposto che si accentra e rimane in copertura: quindi se il gioco si sviluppa a dx il lat. dif. dx accompagnerà l’azione cercando sempre di mantenere la distanza giusta dal
lat. dx di centr. e, all’occorrenza, sovrapponendosi a questo creando sempre sorpresa e dandole il cambio nella spinta in avanti ,
quando l’azione si svilupperà a sx manderemo sempre in appoggio l’est. dif. sx mentre l’opposto rimarrà in posizione accentrandosi. Questa superiorità ci permetterà di effettuare rapidi scam-
Allenatore
bi e sovrapposizioni ma, nello stesso tempo, se perdiamo palla
abbiamo un numero sufficiente di giocatrici per effettuare il pressing e riconquistare la stessa.
Vediamo ora un’esercitazione che ci consente di penetrare efficacemente sulle fasce.
Fig. 5
Nel momento che la nostra difesa fa girare palla il resto della
squadra deve quindi, necessariamente, posizionarsi in modo utile
ed in appoggio al p.p. ma, qualora i nostri centrali difensivi siano
abili nel lancio lungo i centrocampisti laterali devono dettare un
movimento, ovviamente se ad es. il centrale difensivo dx è abile
con questo piede il movimento a smarcarsi in avanti verrà effettuato dal centrocampista est.sx. ma se il destro non è il suo piede preferito allora occorrerà darle un’altra soluzione. Così come le
attaccanti possono sempre cercare il movimento ad incrocio
quando ha palla uno dei due centrali.
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SCUOLA
ALLENATORI
TATTICA
4 difensori + le esterne di centrocampo + due attaccanti
corciarsi il suo movi-
Nella metà campo avversaria con 4 cinesini costruiamo uno
mento sarà quello di
“spazio” che rappresenta l’attacco alla profondità per indicare
attaccare la profondi-
approssimativamente dove deve essere effettuato il lancio lun-
tà mentre l’attaccante
go.Partiamo con la palla in possesso del difensore laterale dx sul-
andrà corta incontro
la fascia dx, dopo qualche metro percorso palla al piede in avan-
alla palla (Fig. 6b).
zamento, la giocatrice in p.p. si gira scaricando palla al centrale
Anche in questa eser-
dif. dx che, a sua volta, girerà sull’altro centrale che servirà il dif.
citazioni sono impor-
est. sx in avanzamento. A questo punto, quando la giocatrice in
tanti le distanze dalla
p.p. alzerà lo sguardo l’est. di centrocampo dovrà dare il “mes-
p.p. e la velocità di
saggio” di quale giocata vorrà effettuare così che, l’attaccante
esecuzione. Nelle due
posizionata alle sue spalle, si posizionerà di conseguenza: se, in-
figure abbiamo evi-
fatti, l’est. di centr. farà la finta di allungarsi significherà che si po-
denziato solo il lancio in profondità ma, in realtà il gioco può svi-
sizionerà per ricevere la palla corta mentre l’attaccante che, nel
lupparsi o con un passaggio corto al centr. est. o con un passag-
frattempo che la palla ha girato sulla linea difensiva ha effettua-
gio corto all’attaccante che va incontro alla palla.
to l’incrocio con l’altra punta, attaccherà la profondità nella fascia
Si intende che tali movimenti, che implicano una codificazione di
(Fig. 6a); se, invece, la finta dell’est. di centr. sarà quello di ac-
messaggi, devono essere costantemente ripetuti.
1
1
2
4
4
Fig. 6a
22
2
3
3
Fig. 6b
SCUOLA
ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
RECUPERO FUNZIONALE DI UN OSGOOD-SCHLATTER
NEL GIOVANE CALCIATORE
di Matteo Chiti*
1. OSTEOCONDRITE
DELL’APOFISI TIBIALE
crescimento. Dal momento che la cartilagi-
si salgono le scale. La tuberosità della tibia
ne fibrosa è più adatta della ialina a sop-
appare edematosa e prominente, la pres-
(Malattia di Osgood Schlatter)
portare sollecitazioni in tensione, tale
sione di questa provoca un forte dolore,
struttura fibrosa sembra costituire un mi-
che persiste in estensione, in controresi-
La malattia di Osgood Schlatter rientra nel
glior adattamento strutturale alla trazione
stenza del ginocchio flesso, presentando
grande quadro delle apofisiti, osteocondri-
applicata sulla tuberosità tibiale dal tendi-
tal volta un difetto d’estensione attiva.
ti extra articolari che colpiscono i siti di in-
ne rotuleo.
Non è raro constatare una retrazione dei
nesto di tendini e legamenti. Le trazioni ri-
Tra i 7 ed 9 anni di età, la tuberosità svi-
muscoli ischiocrurali, del quadricipite e del
petute di tali tendini agirebbero come fat-
luppa un proprio centro, o più centri di os-
tricipite surale.
tore di microtrauma producendo un’avul-
sificazione. Di norma il centro di ossifica-
La tuberosità tibiale viene indicata su del-
sione parziale con proliferazione cartilagi-
zione della tuberosità si accresce unendo-
le radiografie in leggera rotazione interna.
nea e ossea. Tali conseguenze portano ad
si successivamente all’epifisi tibiale.
L’esame rivela l’edema delle parti molli
una prominenza della tuberosità tibiale, ti-
Sollecitazioni in trazione di entità notevo-
pretibiali, l’allargamento del tendine rotu-
pica della patologia.
le o ripetute causano l’ avulsione del nu-
leo nella sua parte inferiore e l’obliterazio-
Benché venga segnalata in una fascia d’e-
cleo di ossificazione, o della circostante
ne dell’angolo inferiore dello spazio adi-
tà estremamente vasta (8-16 anni), essa
cartilagine, o di entrambi. I frammenti dis-
poso infrapatellare. La frammentazione
colpisce soprattutto i bambini all’inizio
taccati che si generano e la porzione in-
del nucleo di ossificazione pretibiale costi-
della pubertà: 13 – 14 anni nei ragazzi e
denne della tuberosità proseguono sepa-
tuisce un segno di debolezza incerta poi-
10 – 11 anni nelle ragazze.
ratamente nel loro accrescimento, riem-
ché può corrispondere a delle varianti dell’
Le attività sportive sembrano essere incri-
piendo gli spazzi che li separano con nuo-
ossificazione normale; d’altra parte si deve
minate; infatti Kujala riscontra la presenza
vo osso; questo fenomeno porta, al termi-
ricordare che se questa tuberosità è total-
della patologia in numero cinque volte
ne dell’ accrescimento, ad un eccessivo
mente cartilaginosa al momento della dia-
maggiore nei bambini che fanno sport ri-
sviluppo della tuberosità. Il processo si
gnosi, non è rilevabile alcuna irregolarità
spetto ad un gruppo campione di bambini
manifesta con una prominenza ossea si-
di ossificazione.
che non lo praticano. Questo autore sug-
tuata al versante anteriore dell’ estremità
I sintomi della malattia di Osgood Schlat-
gerisce per di più una predisposizione ge-
prossimale della tibia. In alcuni pazienti,
ter si risolvono abitualmente con la matu-
netica. Infatti, durante la vita fetale la tu-
l’intervallo tra il frammento e la tuberosi-
rità scheletrica mediante la saldatura del-
berosità tibiale si sviluppa come una leg-
tà viene colmato da tessuto fibroso, con il
l’apofisi alla tibia stessa, lasciando persi-
gera sporgenze anteriore dell’epifisi pros-
risultato di una mancata consolidazione
stere talvolta una sporgenza della tubero-
simale della tibia. Dopo la nascita essa si
dolorosa o di una vera e propria pseu-
sità. E’ raro che un frammento resti sepa-
porta più distalmente e presenta una sua
doartrosi.
rato e sia fonte di dolori invalidanti.
propria cartilagine d’accrescimento, com-
La patologia è spesso bilaterale e indica-
posta prevalentemente da fibrocartilagine
ta da gonalgie che si manifestano o si ag-
più che da cartilagine ialina tipica dell’ac-
gravano durante la corsa, il salto o mentre
*Tesi di fine studio del Corso Preparatori Atletici 2001/2002.
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ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
2. PRINCIPI GENERALI DI RECUPERO
- Inserire gradualmente il soggetto all’attività sportiva.
4. METODOLOGIA UTILIZZATA
E RISULTATI
Nella mia esperienza di lavoro ho notato
che l’adolescente affetto dal morbo di
Osgood-Schlatter è quasi sempre un sog-
3. OSSERVAZIONE DI UN CASO
4-1. Programma di lavoro del primo
mese
getto che presenta, oltre alla sintomatolo-
Il 14 marzo 2001, si è presentato in pale-
Obbiettivi
gia tipica della patologia, una certa rigidi-
stra Giacomo, un ragazzo di 13 anni affet-
Nel primo mese si vogliono raggiungere i
tà sia a livello muscolare che articolare. Ta-
to dal morbo di “Osgood-Schlatter” (dia-
seguenti obbiettivi:
le rigidità, che risulta sicuramente essere
gnosticato dall’ortopedico). Giacomo, na-
- migliorare la flessione e l’estensione del-
un fattore predisponente, deve essere tra i
to il 5 Gennaio del 1988, da sette anni pra-
primi obiettivi da perseguire nel recupero
tica regolarmente calcio a livello agonisti-
- ridurre la tensione che il muscolo quadri-
funzionale. Da un punto di vista articolare
co, svolgendo due-tre allenamenti setti-
cipite femorale esercita sulla tuberosità
questi limiti si evidenziano soprattutto sul-
manali, con partita giocata ogni sabato o
tibiale;
l’articolazione tibio-tarsica coxo-femorale
domenica.
e del ginocchio, mentre a livello muscola-
Da circa un mese presenta dolore alle tu-
re le retrazioni colpiscono principalmente
berosità tibiali (prevalentemente a sini-
Mezzi
gli ischio-crurali ed il retto femorale.
stra), che compare non solo mentre svolge
Per raggiungere questi obbiettivi ci siamo
La prima cosa da fare, quindi, all’inizio del
attività agonistica, ma anche nella norma-
serviti dei seguenti esercizi:
trattamento è quella di verificare la mobi-
le vita quotidiana: il ragazzo sale e scende
- flesso – estensioni in scarico dell’artico-
lità articolare e l’estensibilità muscolare
con difficoltà le scale, ha problemi ad an-
attraverso gli specifici test.
dare in bicicletta, non può pattinare e cor-
- esercizi di stiramento muscolare;
In seguito, la metodologia di recupero, che
rere con gli amici.
- esercizi con gli elastici
si svilupperà secondo i tempi dettati dalla
Alla verifica iniziale, eseguita in palestra,
gravità della patologia, si pone i seguenti
Giacomo presenta:
obbiettivi in ordine temporale:
- tuberosità tibiali edematose e prominen-
- migliorare la flessione e l’estensione del
ginocchio;
- ridurre la tensione che il quadricipite femorale esercita sulla tuberosità tibiale;
- migliorare l’elasticità degli ischio-crurali;
- migliorare la mobilità dell’articolazione
coxo-femorale;
- migliorare la mobilità dell’articolazione
tibio-tarsica;
ti, con dolore alla pressione;
l’articolazione del ginocchio;
- migliorare l’elasticità dei muscoli ischiocrurali.
lazione del ginocchio;
4-1a. Esercizio di flesso – estensione
in scarico dell’ articolazione
del ginocchio
- non può tenere la posizione in ginocchio;
- flessione ed estensione dell’articolazione
del ginocchio ridotte;
- dolore in estensione ed in contro resistenza del ginocchio flesso.
Per programmare in modo preciso il recupero funzionale l’ho sottoposto ai test di
elasticità muscolare dove risultava particolarmente evidente l’accorciamento dei
In questo esercizio, eseguito in decubito
muscoli ischio-crurali e del retto femorale.
supino, viene chiesto di flettere ed esten-
- tonificare il quadricipite, gli ischio-crurali
Come prescritto dall’ortopedico, Giacomo
dere l’articolazione del ginocchio, mante-
e tutti i muscoli che intervengono sul-
in questo periodo ha interrotto sia l’attivi-
nendo sempre il contatto del piede con il
l’anca;
tà agonistica, sia le lezioni di educazione
pavimento; per la riuscita di questo eserci-
fisica a scuola.
zio è importante:
- migliorare l’elasticità del quadricipite e
dei muscoli adduttori;
- migliorare l’equilibrio statico e dinamico;
24
- togliere qualsiasi scarpa ginnica
In questo esercizio è importane:
Gli esercizi con gli elastici, eseguiti nei pri-
- avere un piano d’appoggio per il movi-
- che l’elastico rimanga sempre in tensio-
mi mesi, e specialmente nel primo, ci ser-
mento flesso – estensione, che non crei
ne, sia quando l’arto inferiore traziona
vono per ridurre la tensione dei muscoli
particolare attrito;
l’elastico verso il basso, sia quando l’ela-
anteriori della coscia. Ciò è possibile gra-
stico riporta l’arto inferiore nella posizio-
zie al meccanismo della contrazione dei
ne di partenza.
muscoli agonisti ed il rilassamento dei mu-
- controllare l’ampiezza e la velocità (lentamente) del movimento, in modo tale
che quest’ultimo avvenga senza portar
scoli antagonisti.
dolore alla tuberosità tibiale;
Infatti nei due esercizi con gli elastici ese-
- estendere l’articolazione del ginocchio
guiti nel primo mese, vengono contratti,
senza forzare la contrazione del muscolo
sia in fase concentrica che eccentrica, i
quadricipite femorale.
muscoli posteriori della coscia. Il lavoro di
questi muscoli che risultano essere gli
agonisti, portano al rilassamento dei mu-
4-1b. Esercizi con gli elastici
scoli antagonisti che, in questo caso il quadricipite femorale.
4-1c. Esercizi di stiramento muscolare
Il secondo esercizio con gli elastici viene
eseguito sempre in decubito supino, però
con i piedi vicino alla spalliera. In questo
esercizio un’ estremità dell’ elastico è fis-
Questo esercizio viene eseguito in decubi-
sata allo staggio più basso della spalliera
to supino, con un arto inferiore disteso a
mentre l’altra estremità all’arto inferiore
terra e l’altro sollevato da terra a ginoc-
che esegue il movimento.
chio esteso.
Partendo con l’arto inferiore disteso, ven-
Da questa posizione iniziale, tramite una
Il primo esercizio viene eseguito in decubi-
gono eseguite delle flesso – estensioni
cordicella che passa sotto la pianta del
to supino stando con la testa vicino alla
dell’ articolazione del ginocchio.
piede ed impugnata all’estremità, si chie-
spalliera che ci serve per fissare, al suo
Per l’esecuzione dell’esercizio è importan-
de di tirare l’arto in elevazione, verso la di-
staggio più alto, un’ estremità dell’ elastico;
te che:
rezione della testa. Attraverso questo eser-
l’altra estremità dell’elastico è fissata alla
- l’elastico rimanga sempre in tensione sia
cizio vengono stirati gli ischio-crurali.
caviglia dell’arto che esegue l’esercizio.
Da questa posizione iniziale vengono ese-
nella flessione che nella distensione del
Per la riuscita e l’efficacia dell’esercizio è
ginocchio;
importante:
guite delle trazioni dell’elastico dall’alto ver-
- il piede dell’ arto inferiore che esegue l’e-
- mantenere l’arto inferiore che viene sti-
so il basso, mantenendo l’arto inferiore in
sercizio rimanga sempre in contatto con il
rato in massima estensione, con il piede
estensione con il piede in flessione dorsale.
piano sul quale viene fatto il movimento.
in flessine dorsale;
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ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
- evitare il sollevamento dell’arto inferiore,
che dovrebbe rimanere ben fisso a terra.
ni settimanali per una durata di 40/50 mi-
posizione del piede, in entrambi gli arti è
nuti a lezione.
in flessione plantare.
Questo esercizio, considerato uno sbloc-
L’allungamento dei muscoli posteriori della coscia rappresenta, nel recupero funzio-
4-2. Programma di lavoro del secondo mese
caggio statico, prevede il mantenimento
della posizione di “svincolo articolare” per
nale del morbo di Osgood Schlatter, uno
Obbiettivi
circa 15 secondi.
tra gli esercizi più importanti; infatti, la
Nel secondo mese si vogliono raggiungere
Per la riuscita dell’ esercizio è importante:
non elasticità di questi muscoli provoca un
i seguenti obbiettivi:
- togliere qualsiasi scarpa ginnica (tutte le
lavoro maggiore del muscolo quadricipite
- consolidare e migliorare gli obbiettivi del
femorale tutte le volte che l’ articolazione
del ginocchio si estende.
In conseguenza di ciò, una tensione eccessiva di questo muscolo scarica la sua azione sulla tuberosità tibiale, aggravando la
patologia.
primo mese;
- raggiungere la massima flessione dell’articolazione del ginocchio;
- migliorare la mobilità dell’articolazione
coxo – femorale;
- migliorare la mobilità dell’articolazione
tibio – tarsica;
4-1d. Metodologia di lavoro: una lezione del primo mese
- flesso estensioni dell’articolazione del ginocchio; 50 ripetizioni da eseguire in mo-
articolazioni dell’arto inferiore devono
essere libere);
- la gradualità dell’esercizio (bisogna arrivare in modo graduale a fare toccare il
tallone a gluteo corrispondente).
Questo esercizio di sbloccaggio articolare
ci è servito sia per migliorare l’articolarità
coxo–femorale, che per raggiungere la
Mezzi
massima flessione dell’ articolazione del
Per raggiungere questi obbiettivi ci siamo
ginocchio.
serviti dei seguenti esercizi:
- esercizi di sbloccaggio articolare.
do simmetrico (dx – sx);
- trazioni dell’elastico dall’alto verso il
basso: 50 ripetizioni per due serie, da
4-2a. Esercizi di sbloccaggio articolare
eseguire in modo simmetrico (dx – sx).
- flesso estensioni dell’articolazione del ginocchio: 50 ripetizioni da eseguire in modo simmetrico (dx – sx)
Il secondo esercizio di sbloccaggio viene
- flesso estensioni dell’articolazione del gi-
eseguito partendo dalla posizione di gi-
nocchio, trazionando l’elastico: 50 ripeti-
nocchio.
zioni per due serie, da eseguire in modo
Da questa posizione iniziale, viene chiesto
simmetrico (dx – sx).
di sedersi contemporaneamente su en-
- stiramento dei muscoli posteriori della
Il primo esercizio di sbloccaggio articolare
trambi i talloni (la parte posteriore della
coscia; vengono eseguiti, in modo sim-
viene effettuato in ginocchio; da questa
gamba deve entrare in contatto con la
metrico (dx – sx): 10 ripetizioni per una
posizione iniziale viene richiesto di flettere
parte posteriore della coscia ed i talloni
durata di 15 secondi a ripetizione.
in modo completo l’articolazione del gi-
devono toccare i corrispondenti glutei); in
La lezione continua ripetendo gli esercizi
nocchio (il tallone deve arrivare con gra-
questa posizione i piedi vengono mante-
sopra indicati, rispettando lo stesso ordi-
dualità a toccare il gluteo corrispondente),
nuti in flessione plantare.
ne, le stesse ripetizioni e gli stessi tempi di
e l’altro arto inferiore, che scivola poste-
Lo stesso esercizio viene eseguito tenendo
esecuzione.
riormente al bacino, deve rimanere con
i piedi in flessione dorsale con le dita in
Nel primo mese, sono necessarie tre lezio-
l’articolazione del ginocchio distesa. La
massima estensione.
26
sicuramente, delle modificazioni funzionali
trico (dx – sx), 10 ripetizioni per una du-
a causa del dolore che non permetteva una
rata di 20 secondi.
regolare funzionalità dell’ arto inferiore; in
Nel secondo mese, sono necessarie tre le-
secondo luogo perché la mobilità articola-
zioni settimanali per una durata di 60/70
re rappresenta una componente essenziale
minuti a lezione.
della prestazione motoria.
4-3. Programma di lavoro del terzo
mese
4-2b. Metodologia di lavoro: impoPer la riuscita di questo esercizio è impor-
stazione di una lezione del se-
Obbiettivi
tante:
condo mese
Nel terzo mese si vogliono raggiungere i
- togliere qualsiasi scarpa ginnica;
- Flesso estensioni dell’articolazione del
seguenti obbiettivi:
- la gradualità dell’ esercizio;
ginocchio: 50 ripetizioni da eseguire in
- migliorare gli obbiettivi del secondo mese;
- mantenere sia le ginocchia che i talloni
modo simmetrico (dx – sx);
- migliorare l’elasticità del quadricipite e
uniti.
- trazioni dell’elastico dall’alto verso il
basso: 50 ripetizioni per due serie, da
dei muscoli adduttori.
- tonificare il quadricipite, gli ischio-crurali
Gli esercizi precedentemente menzionati
eseguire in modo simmetrico (dx – sx);
vengono considerati sbloccaggi statici;
- flesso estensioni dell’articolazione del gi-
prendono spunto dalla ginnastica yoga e
nocchio: 50 ripetizioni da eseguire in mo-
Mezzi
ci servono per ottenere un graduale e
do simmetrico (dx – sx);
Per raggiungere questi obbiettivi ci siamo
completo sbloccaggio di tutte le strutture
- flesso estensioni dell’articolazione del gi-
e tutti i muscoli che intervengono sull’articolazione dell’anca.
serviti dei seguenti esercizi:
anteriori della caviglia.
nocchio, trazionando l’ elastico: 50 ripe-
- esercizi isometrici;
Il rilassamento muscolare dei muscoli an-
tizioni per due serie, da eseguire in modo
- esercizi isotonici;
teriori della coscia, specialmente del mu-
simmetrico (dx – sx);
- esercizi di co–contrazione;
scolo quadricipite femorale, ci permette di
- stiramento dei muscoli posteriori della
raggiungere la massima flessione del gi-
coscia: vengono eseguiti, in modo sim-
nocchio, considerato uno tra gli obbiettivi
metrico (dx – sx), dieci ripetizioni per una
4-3a. Esercizi isometrici
più importanti nel recupero funzionale di
durata di 20 secondi;
Questi esercizi vengono eseguiti in posi-
questa patologia.
- sbloccaggio dell’ articolazione coxo – fe-
- esercizi di stiramento muscolare.
zione di decubito supino e decubito late-
Infatti, la massima flessione dell’articola-
morale: vengono eseguiti in modo sim-
rale.
zione del ginocchio ci permetterà il gra-
metrico (dx – sx), dieci ripetizioni per una
Nel primo esercizio eseguito in decubito
duale stiramento del muscolo quadricipite
durata di 15 secondi;
supino con gli arti inferiori in estensione, si
femorale.
- trazione dell’ elastico dall’alto verso il
richiede la contrazione del muscolo qua-
Nel secondo mese, oltre a raggiungere la
basso: 50 ripetizioni per due serie da ese-
dricipite femorale.
massima flessione del ginocchio, viene mi-
guire in modo simmetrico (dx – sx);
Gli esercizi isometrici in decubito laterale
gliorata anche la mobilità articolare del-
- sbloccaggio dell’ articolazione tibio–tar-
l’anca e della caviglia.
sica: quest’esercizio viene eseguito per
E’ importante sbloccare l’articolazione del-
un tempo totale di 5 minuti, alternando
vengono eseguiti contemporaneamente
negli esercizi isotonici.
l’anca e l’articolazione della caviglia per
la posizione dei piedi ogni 30 secondi;
due motivi principali: in primo luogo per-
- stiramento dei muscoli posteriori della
Gli esercizi isotonici vengono eseguiti in
ché queste due articolazioni hanno subito,
coscia; vengono eseguiti in modo simme-
decubito supino, in decubito laterale ed in
4-3b. Esercizi isotonici
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PREPARAZIONE FISICA
posizione di “sospensione appoggio”.
trazione isotonica dei muscoli abduttori
Gli esercizi isotonici in “sospensione ap-
Partendo da una posizione di decubito su-
dell’anca, mentre c’è un lavoro isometrico
poggio” ci sono serviti per tonificare i mu-
pino con gli arti inferiori in estensione, si
dei muscoli che tengono l’arto inferiore in
scoli posteriori della coscia.
richiede l’elevazione di uno dei due arti in-
estensione attiva.
Questi esercizi, sono stati effettuati, in sospensione appoggio alla scala curva. L’al-
feriori.
lievo si trova in appoggio ventrale all’attrezzo, reggendosi in presa palmare ai pioli superiori della scala ed appoggiando la
punta del piede, dell’arto inferiore, che
non esegue l’esercizio, ai pioli.
Da questa posizione iniziale vengono eseNel secondo esercizio isotonico, eseguito
guite delle flessioni, della gamba sulla co-
in decubito laterale, l’arto inferiore, che
scia, dell’arto che esegue l’esercizio.
Durante l’esecuzione di questo tipo di
non è in contatto con il suolo è mantenu-
Per la riuscita dell’ esercizio è importante:
esercizio si ha una contrazione isometrica
to in una leggera abduzione dalla contra-
- la posizione in appoggio ventrale sulla
dei muscoli che estendono la gamba sulla
zione isometrica dei muscoli abduttori
scala curva, che deve essere mantenuta
coscia, ed una contrazione isotonica dei
dell’anca, mentre l’arto controlaterale,
in modo tale da non scaricare il peso del
muscoli che flettono la coscia.
grazie alla contrazione dinamica dei mu-
corpo sull’arto inferiore che rimane in
Perché l’esercizio faccia il proprio effetto è
scoli adduttori dell’anca, esegue un’ele-
appoggio sul piolo della scala;
necessario che:
vazione.
- prima di elevare l’arto inferiore con il
Anche per questi esercizi, eseguiti in decu-
nella fase di avvicinamento verso il glu-
piede in flessione dorsale, ci sia una de-
bito laterale, è importante che l’esecuzio-
teo sia quando il tallone ritorna nella po-
cisa contrazione del muscolo quadricipi-
ne dell’esercizio avvenga in modo lento.
sizione iniziale.
- eseguire l’esercizio in maniera lenta, sia
te femorale;
- l’esercizio sia eseguito in modo lento sia
4-3c. Esercizi di co–contrazione
durante l’elevazione dell’arto, che quando
quest’ ultimo ritorna in posizione iniziale.
Per esercizi di co–contrazione, intendiamo
una contrazione simultanea di tutta la muscolatura di un segmento che diventa cosi
Nel primo esercizio isotonico eseguito in
rigido ed inamovibile nella posizione che
decubito laterale, si richiede l’elevazione
ha assunto.
dell’arto inferiore che non è in contatto
In questi esercizi eseguiti in decubito su-
con il suolo.
pino, viene richiesta una contrazione mu-
Attraverso questo esercizio si ha una con-
scolare di tipo isometrico e vengono effet-
28
tuati ad arto inferiore elevato variando
no su di un piano rialzato o un lettino.
l’angolo tra la coscia e la gamba.
Da questa posizione, con le cosce che
Gli esercizi di tonificazione muscolare iso-
sporgono oltre il bordo del piano, viene ri-
- Flesso estensioni dell’articolazione del
metrici e dinamici, vengono eseguiti in de-
chiesto di flettere un’articolazione dell’an-
ginocchio: 30 ripetizioni da eseguire in
cubito supino, in decubito laterale ed in
4-3e. Metodologia di lavoro: una lezione del terzo mese
modo simmetrico (dx – sx);
sospensione appoggio per due motivi
- trazione dell’elastico dall’alto verso il
principali:
basso: 50 ripetizioni da eseguire in modo
- il primo motivo è evitare un eccessivo ca-
simmetrico (dx – sx);
rico sulla zona del ginocchio e quindi sul-
- flesso estensioni dell’articolazione del gi-
la tuberosità tibiale;
nocchio: 30 ripetizioni da eseguire in
- il secondo motivo è quello di evitare la
modo simmetrico (dx – sx);
contrazione violenta ed eccessiva del
- flesso estensioni dell’articolazioni del gi-
muscolo quadricipite femorale (come si
nocchio trazionando l’elastico: 50 ripeti-
avrebbe con salti, balzi, sovraccarichi
zioni da eseguire in modo simmetrico (dx
massimali ecc…).
– sx);
4-3d. Esercizi di stiramento muscolare
ca verso il bacino, tanto da portare la zo-
- sbloccaggio dell’ articolazione coxo–fe-
na lombo–sacrale ad aderire al piano di
moral: 10 ripetizioni per 15 secondi da
appoggio; l’altro arto inferiore si trova in
alternare (dx - sx);
Il primo esercizio prevede lo stiramento de
una posizione di accorciamento, con il tal-
- trazione dell’elastico dall’alto verso il
muscoli adduttori della coscia; questo al-
lone che deve arrivare a toccare il gluteo
basso: 30 ripetizioni da eseguire in modo
lungamento si ottiene attraverso una po-
corrispondente.
simmetrico (dx – sx);
stura mantenuta degli arti inferiori in mas-
In questo esercizio, l’uso delle mani è di
- sbloccaggio dell’articolazione tibio–tar-
sima divaricata che si trovano in appoggio
fondamentale importanza; infatti l’arto
sica: ogni 30 secondi cambiare la posi-
su di un piano verticale.
flesso al bacino è tenuto in questa posi-
zione dei piedi per una durata complessi-
zione grazie alla tenuta della mano cor-
va di 5 minuti;
rispondente, mentre lo stiramento del
- stiramento dei muscoli posteriori della
muscolo quadricipite femorale dell’arto
coscia: 10 ripetizioni per 15 secondi da
controlaterale viene ottenuto attraverso
alternare (dx – sx);
la tenuta del collo del piede dell’ altra
- contrazione del muscolo quadricipite fe-
mano.
morale in decubito supino: 50 ripetizioni
Perché faccia il suo effetto è necessario che
per 6 secondi di contrazione da alternare
venga eseguito con la massima gradualità.
(dx – sx);
Lo stiramento del muscolo quadricipite fe-
- flesso estensione dell’articolazione del
morale è importante sia per il recupero
ginocchio: 30 ripetizioni da eseguire in
della patologia, sia per prevenire il riacu-
modo simmetrico (dx – sx);
tizzarsi del problema.
Infatti un muscolo quadricipite eccessiva-
- da posizione decubito supino, elevazione
dell’arto inferiore: 50 ripetizioni per 6 se-
mente tonico e non sufficientemente ela-
condi di contrazione da alternare (dx – sx);
muscolo quadricipite femorale. Questo
stico provoca una continua tensione sulla
- flesso estensioni dell’ articolazione del
esercizio viene eseguito in decubito supi-
tuberosità tibiale.
Con il secondo esercizio viene stirato il
ginocchio: 30 ripetizioni da eseguire in
29
SCUOLA
ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
modo simmetrico (dx – sx);
- da posizione di decubito laterale, tonificazione dei muscoli abduttori della coscia: 50 ripetizioni per 6 secondi di contrazione (dx – sx);
- flesso estensione dell’articolazione del
- miglioramento dell’equilibrio statico e
dinamico;
- graduale reinserimento all’attività calcistica.
Mezzi
Per raggiungere questi obbiettivi ci siamo
ginocchio: 30 ripetizioni da eseguire in
serviti dei seguenti esercizi:
modo simmetrico (dx – sx);
- esercizi di propriocezione.
- da posizione di decubito laterale, tonificazione dei muscoli adduttori della coscia:
4-4a. Esercizi di propriocezione
50 ripetizioni per 6 secondi di contrazione;
Per il primo esercizio vengono usati le ta-
- trazione dell’elastico dall’alto verso il
vole propriocettive.
basso: 50 ripetizioni da eseguire in modo
Nel nostro caso abbiamo usato una tavola
simmetrico (dx – sx);
propriocettiva con una base circolare
- stiramento dei muscoli anteriori della coscia: 5 ripetizioni per 15 secondi da al-
avente diametro di 60 cm, ed alta da terra
10 cm.
ternare (dx – sx);
- stiramento dei muscolo adduttori della
In questo esercizio si richiede di cammina-
coscia: 10 ripetizioni per 15 secondi;
re sopra tale asse per tutta la sua lun-
- tonificazione dei muscoli posteriori della
ghezza, cercando di mantenere sempre i
coscia in sospensione appoggio: 10 ripe-
piedi in contatto con l’ attrezzo stesso.
tizioni per 5 serie da alternare (dx – sx);
Perché l’esercizio faccia il suo effetto è im-
- da posizione di decubito supino co–con-
portante:
trazioni: 15 ripetizioni per 6 secondi di
- togliere qualsiasi scarpa ginnica.
contrazione da alternare (dx – sx);
4-4b. Metodologia di lavoro: una le-
- trazione dell’elastico dall’alto verso il
zione del quarto mese
basso: 50 ripetizioni da eseguire in modo
- Flesso estensioni dell’articolazione del
simmetrico;
ginocchio: 30 ripetizioni da eseguire in
- vengono ripetuti gli stiramenti muscolari.
modo simmetrico (dx – sx);
Nel terzo mese sono necessarie tre lezioni
- trazioni dell’elastico dall’alto verso il
settimanali; ogni lezione ha la durata di 90
basso: 50 ripetizioni da eseguire in modo
minuti.
simmetrico (dx – sx);
- flesso estensioni dell’articolazione del gi-
4-4. Programma di lavoro del quar-
nocchio: 30 ripetizioni da eseguire in mo-
to mese
do simmetrico (dx – sx);
Obbiettivi
L’esercizio consiste nel mantenere l’equili-
- flesso estensioni dell’articolazione de gi-
Nel quarto mese si vogliono raggiungere i
brio sopra la tavola con gli arti inferiori se-
nocchio trazionando l’elastico: 50 ripeti-
seguenti obbiettivi:
mi piegati.
zioni da eseguire in modo simmetrico
- miglioramento degli obbiettivi del terzo
Per il secondo esercizio viene usato l’asse
(dx – sx);
mese;
30
di equilibrio.
- sbloccaggio dell’articolazione coxo – fe-
morale: 10 ripetizioni per 15 secondi da
alternare (dx – sx);
- sbloccaggio dell’articolazione tibio-tarsica: ogni 30 secondi cambiare la posizione dei piedi per una durata complessiva
di 5 minuti;
- contrazione del muscolo quadricipite in
decubito supino: 50 ripetizioni per 6 secondi di contrazione da alternare (dx – sx);
- trazioni dell’elastico dall’alto verso il
lavoro svolto, cercando di porre i pre-
basso: 30 ripetizioni da eseguire in modo
supposti perché la patologia non si ri-
simmetrico (dx – sx);
presentasse.
- esercizi da eseguire sull’asse di equilibrio: 10 passaggi;
Giacomo ha ripreso gli allenamenti nel
quarto mese continuando a venire co-
- trazione dell’elastico dall’alto verso il
munque in palestra. Ancora oggi, a di-
basso: 30 ripetizioni da eseguire in modo
stanza di 1 anno, avendo ripreso comple-
simmetrico (dx – sx);
tamente l’attività agonistica continua a
- vengono ripetuti gli stiramenti muscolari.
svolgere una lezione settimanale di mantenimento.
- trazioni dell’elastico dall’alto verso il
basso: 30 ripetizioni da eseguire in modo
Nel quarto mese sono necessarie tre lezio-
Questo piccolo accorgimento è secondo
simmetrico (dx – sx);
ni settimanali; ogni lezione ha una durata
me importante per mantenere quelle
di 90 minuti.
caratteristiche fisiologiche e strutturali
- da decubito supino, elevazione dell’arto
acquisite nel periodo di trattamento,
inferiore: 50 ripetizioni per 6 secondi di
4-4c. Risultati
permettendo al soggetto di protrarre i
- flesso estensioni dell’articolazione del gi-
Alla fine del trattamento, che ha avuto la
benefici fino al periodo della definitiva
nocchio: 30 ripetizioni da eseguire in mo-
durata complessiva di quattro mesi, Gia-
maturazione scheletrica, momento in
do simmetrico (dx – sx);
contrazione da alternare (dx – sx);
como non presenta più dolore nello svol-
cui la patologia si risolve definitivamen-
- da decubito laterale, tonificazione dei mu-
gere le normali attività; infatti, sale e scen-
te. Per questo motivo consiglio che il ri-
scoli abduttori della coscia: 50 ripetizioni
de bene le scale, può andare in bicicletta e
entro all’attività calcistica venga fatto
per 6 secondi di contrazione (dx – sx);
giocare a calcio.
in maniera progressiva, tenendo conto
- da decubito laterale tonificazione dei mu-
Le tuberosità tibiali non si presentano
della predisposizione del soggetto alla
scoli adduttori della coscia: 50 ripetizioni
sporgenti in modo evidente come nella ve-
patologia, evitando quindi di sovracca-
per 6 secondi di contrazione (dx – sx);
rifica iniziale ed il ragazzo non presenta
ricare troppo il ragazzo prima della ma-
più dolore alla loro pressione.
turazione ossea.
- stiramento dei muscoli anteriori della coscia: 5 ripetizioni per 15 secondi da al-
Può tenere la posizione in ginocchio e nel
ternare (dx – sx);
test in contro resistenza all’ estensione del
- stiramento dei muscoli adduttori della
coscia: 10 ripetizioni per 15 secondi;
- tonificazione dei muscoli posteriori della
coscia in sospensione appoggio: 10 ripe-
ginocchio flesso non accusa nessun fastidio. Ha raggiunto una buona mobilità del-
Testut L. Latarjet A. : Trattato di Anato-
l’articolazione tibio-tarsica, coxo-femorale
mia umana, Utet.
e del ginocchio.
Frank H. Netter, M.D. : Apparato musco-
tizioni per 10 serie da alternare (dx – sx);
- da posizione di decubito supino co–con-
BIBLIOGRAFIA
4-4d. Conclusioni
lo-scheletrico, Collezione Ciba Volume 8.
trazioni: 15 ripetizioni per 6 secondi di
Alla fine del secondo mese di lavoro,
contrazione da alternare (dx – sx);
Giacomo era già ritenuto idoneo all’atti-
Kendall, Kendall: I muscoli, funzioni e
- trazioni dell’elastico dall’alto verso il
vità agonistica dall’ortopedico che lo
test con postura e dolore. Edizione Italiana
basso: 50 ripetizioni da eseguire in modo
aveva visitato, dichiarando risolta la pa-
a cura di Bertoja. Verducci, Roma 1997.
simmetrico;
tologia. D’accordo con il bambino e con
- esercizi di propriocezione sulla tavola
propriocettiva;
i genitori abbiamo però voluto aspettare
Pecchioli M. : Elementi di ginnastica cor-
ancora, in modo da consolidare meglio il
rettiva. Gaggi editore 1992.
31
SCUOLA
ALLENATORI
RUOLI
PORTIERE: SPORT INDIVIDUALE O DI
SQUADRA?
di Alessandro Carta*
a specializzazione del ruolo del portiere nel calcio, il
mente per andare ad anticipare una possibile esecuzione diretta al
perfezionamento della preparazione tecnico-atletica
2° palo, (ovvero quello coperto dalla barriera), e l’esecutore avver-
specifica del ruolo, hanno orientato il moderno por-
sario sorprende il portiere sul suo palo ecco questo è un errore che
tiere verso una interpretazione del ruolo molto simi-
non potrà più essere commesso. Il portiere, giovane o esperto che
le, per caratteristiche psico-fisiche, a quelle di alcuni
sia, non deve più commettere quell’errore. Potrà forse accadere di
sport individuali. In particolare si possono riscontra-
uscire a vuoto per una errata valutazione o per uno scorretto posi-
re similitudini di tipo psicologico, fisiologico, tecnico,
zionamento di base potrà senz’altro accadere ma l’esperienza
tra il ruolo del portiere di calcio ed atleti di alcune specialità spor-
insegnerà che gli errori sono momenti di crescita importanti, ma
tive individuali quali ad esempio i ginnasti, i centometristi, i sal-
ancora più importanti sono le loro applicazioni correttive.
L
tatori, i nuotatori, i tuffatori.
Ben più evidenti le similitudini di ordine fisiologico, in quanto il
Le similitudini sono di ordine psicologico, in quanto nel calcio le
portiere, così come gli atleti degli sport individuali citati, attingono
situazioni di gioco della gara ed il loro evolversi, richiamano soven-
principalmente al serbatoio di pronta energia (riserve di ATP,
te il portiere a lunghi momenti di introspezione (positivi e negativi)
Fosfocreatina, Creatina) che fisiologicamente esauriscono nel breve
che richiamano quelli vissuti dagli atleti delle specialità individuali
lasso di tempo richiesto dalla specifica prestazione fisica; ovvero il
ed influenzano la prestazione, ovviamente positivamente e negati-
sistema anaerobico alattacido è il più importante da rifornire attra-
vamente. I portieri più esperti ancora ricordano come una parata
verso una adeguata preparazione tecnico-atletica, tralasciando
difettosa o la classica “papera” commessa ad inizio della gara,
allenamenti aerobici ed eccessivamente prolungati nel sistema lat-
possa condizionare negativamente ogni intervento successivo o
tacido. Pertanto nel programmare la preparazione annuale, perio-
addirittura l’intero buon rendimento di gara. Diversamente da un
dica e quotidiana, il preparatore dei portieri deve tener conto delle
attaccante, che potrà sbagliare l’impossibile per 90 minuti, ma se fa
esigenze del ruolo, considerando che, così come il nuotatore effet-
il goal in pieno recupero assurge ad eroe indiscusso, il portiere al
tua per il 90% allenamenti in acqua, il portiere deve allenarsi nel
contrario potrà parare l’impossibile per 90 minuti, sbagliare un
suo ambiente naturale (porta, area di rigore, limiti esterni all’area
intervento decisivo al 91° e subire il goal che causa la sconfitta
di rigore) con metodiche tecnico-atletiche specifiche del ruolo, con
della propria squadra. Così come capita di dimenticarsi facilmente
la presenza costante del mezzo più importante per l’approccio
di prestazioni maiuscole con parate spettacolari ed esaltanti, per
senso- percettivo e psicocinetico al ruolo: la palla! Non più, per-
ricordarsi o essere ricordati per l’intera carriera unicamente per il
tanto, inutili giri di campo prolungati (ahimè, nei settori giovanili
fatal errore che macchiò una prestazione. Personalmente ho sem-
c’è ancora chi li utilizza non per lo sviluppo delle capacità aerobi-
pre consigliato ai portieri che ho avuto la fortuna di allenare, di
che, ma quali esempi punitivi:”fatti un giro di campo”!), ma corse
considerare l’errore come un motivo di crescita fondamentale,
iniziali di condizionamento con la palla; andature a coppie con la
come occasione irripetibile per migliorarsi. Il portiere, specialmente
palla (avanti/laterali/all’indietro); strutture o percorsi allenanti con
se giovane, deve inevitabilmente commettere un errore, ma poi non
l’intero gruppo portieri e con la presenza di più palloni (anche di
più quello……ne potrà commettere un altro, ma diverso; se in
occasione di un calcio di punizione il portiere si muove preventiva32
*Allenatore di base
colori differenti per la reattività, i riflessi, la differenziazione, la psi-
no di noi e, soprattutto, che ogni allievo possiede.
cocinetica); esecuzione dei gesti tecnici con impliciti obbiettivi di
Esistono portieri altamente specializzati sotto l’aspetto tecnico, ma
rafforzamento muscolare a carico naturale (lavoro tecnico guidato
con personalità non adatta al ruolo in quanto non aiutati in tal
da terra per rafforzamento degli addominali, dei dorsali e del trat-
senso dalla figura che sarebbe dovuta essere preposta a tal fine. Il
to dorso-lombare); esercitazioni tecnico specifiche in porta con la
portiere, soprattutto il giovane portiere, deve essere instradato
collaborazione di altri portieri-allievi (utilizzati per lanciare la palla
verso un adeguamento della propria personalità a quanto richiesto
o per calciare). Il portiere deve avere una sufficiente riserva aerobi-
dal ruolo. Il ruolo del portiere, sovente per credenza “popolare”,
ca per il meccanismo energetico aerobico, una buona capacità lat-
richiede di recitare come degli attori una parte già scritta: essere
tacida a supporto (attraverso la sua rielaborazione in zuccheri assi-
pazzi, essere loquaci, essere estroversi e chi più ne ha più ne metta.
milabili per la ricostituzione di nuove molecole di ATP) del mecca-
Io concordo, sotto certi aspetti, che il portiere deve caratterialmen-
nismo più importante per il portiere: quello anaerobico alattacido;
te stare entro certi canoni di comportamento deciso e autoritario,
ovvero quello che consente la massima espressione energetica nel-
ma unicamente per non predisporsi in modo inadeguato all’am-
l’interpretazione del ruolo. Espressione di forza esplosiva, forza ela-
biente che lo circonda (avversari, compagni di squadra).
stica, flessibilità, agilità, orientamento spazio-temporale, rapidità e
coordinazione fine nell’ esecuzione dei gesti tecnici.
Ma il quesito iniziale, che è voluto essere in modo evidente ironico
e provocatorio, è facilmente risolvibile e definibile in un’unica solu-
Le similitudini di ordine tecnico derivano dalla particolarità con-
zione: “Portiere: ruolo individuale “inserito” in uno sport
cessa al ruolo di poter utilizzare gli arti superiori e, naturalmente le
di squadra”. In tale contesto si inserisce la figura del preparato-
mani, nell’espletamento della tecnica individuale; il che di per sé
re dei portieri che deve assolutamente tener conto del particolare
rende già il ruolo completamente diverso da tutti gli altri dieci com-
atleta che ha a disposizione e dell’importanza che riveste il saper
ponenti una squadra di calcio. Esiste una tecnica specifica per la
interpretare le sfumature prima evidenziate di ordine psicologi-
ricezione ed una specifica per la trasmissione della palla; esiste una
co, fisiologico e tecnico. (Sfumature, peraltro, tra loro concate-
interpretazione specifica della tattica di squadra ed il proprio inse-
nate ”sono le sfumature che danno vita ai colori!”).
rirsi in essa durante le fasi offensive e difensive; esiste una inter-
Il preparatore dei portieri, possibilmente ex portiere con espe-
pretazione specifica del posizionamento tattico individuale nelle
rienza vissuta nel ruolo che si ritrova ad allenare, assume una
situazioni di calcio da fermo (calci d’angolo, punizioni, rigori). Ma
figura molto vicina a quella del personal trainer, ovvero a quella
soprattutto esistono centinaia di scuole di pensiero sul corretto
attualissima dell’allenatore personale, con metodiche individua-
modo di insegnare la tecnica individuale, il modo di ricevere i tiri
lizzate adatte alla personalità di ogni singolo portiere. Uno dei
frontali, quelli laterali, il modo di posizionarsi sui calci d’angolo
suoi obiettivi principali risiede nella capacità di rendere assimila-
(piedi paralleli, piedi perpendicolari), il modo di effettuare i tuffi
bile il processo dell’apprendimento ed applicabile alla realtà
laterali, in diagonale-avanti. Ritengo che l’aspetto più importante
richiesta dal ruolo del portiere: ovvero di rendere, attraverso il
che tutti tralasciano e che esula dall’insegnamento tecnico, che
condizionamento che altro non è che un adattamento alla gara,
peraltro rimane di base fondamentale, sia il modo di relazionarsi
consapevoli i propri portieri della possibilità di applicare quanto
con il portiere. Ovvero: chi insegna calcio, chi prepara in modo spe-
proposto in gara. “L’essenza della conoscenza, una volta acquisi-
cifico un gruppo portieri, deve capire che sta modellando materia-
ta, altro non è che il saperla rendere realizzabile”. Compito del
le umano e non cioccolatini tutti uguali: un metodo, un esercizio, un
preparatore dei portieri è rendere possibili i progressi quotidiani
insegnamento, può andar bene per un allievo ma non per un altro.
degli atleti a sua disposizione, con semplici accorgimenti perso-
L’importanza della didattica (tecnica dell’insegnamento), consiste
nalizzati che mirino principalmente al rispetto della personalità di
nel saper individualizzare e personalizzare ogni programmazione
ogni singolo portiere, attraverso: l’autostima ed il riconoscimento
nel totale rispetto della personalità unica ed irripetibile che ognu-
dei progressi: “Chi è soddisfatto di sé produce buoni risultati”.
33
SEZIONE MEDICA
PSICOLOGIA
L’INTEREVENTO PSICOLOGICO IN
AMBITO SPORTIVO
di Franca Carusi*
N
egli ultimi anni, sempre più frequentemente, nel
la quale la mente funziona ed è alla base della motivazione.
commentare il risultato di un evento sportivo si fa ri-
E’ associata ai vari stati emotivi e può essere positiva (come la fe-
ferimento al fattore “mentale” della performance
licità e l’eccitazione ) o negativa ( sotto forma di ansia o rabbia).
come all’elemento che , a volte, può determinare la
- Uso delle immagini mentali attraverso la visualizzazione del-
differenza all’interno di una competizione.
l’azione, esercitando più canali sensoriali, per anticipare, correg-
Per un lungo periodo la psicologia dello sport si è in-
gere o rivedere l’esecuzione e affrontare al meglio la gara.
teressata soprattutto a conoscere e classificare gli
atleti sulla base di differenti caratteristiche di personalità o ha focalizzato l’attenzione sui processi motivazionali che regolano l’at-
- L’abilità a gestire lo stress e controllo dell’ansia che, se in eccesso, può compromettere il rendimento sportivo.
- La capacità di concentrazione e di trattare molte informazio-
tività agonistica.
ni contemporaneamente focalizzando l’attenzione sugli stimoli
I contributi più recenti mirano invece, prevalentemente, a promuo-
pertinenti il compito e riuscire ad ignorare e/o neutralizzare le
vere il benessere psicologico dell’atleta mobilitando e potenziando
quelle abilità che sono determinanti per la prestazione sportiva.
informazioni di disturbo.
- Incrementare il senso di autoefficacia percepita, cioè le aspet-
Il compito principale dello psicologo è dunque quello di aiutare
tative di riuscita dell’atleta attraverso il “dialogo interiore posi-
l’atleta e il gruppo-squadra ad ampliare i propri limiti identifican-
tivo” e controllo dei pensieri negativi che possono determinare
do i punti di forza e le aree di miglioramento.
un calo nella prestazione.
In questo ambito, dopo lo sviluppo di alcune tecniche di rilassa-
Le abilità descritte sono interdipendenti: lo sviluppo di una di esse
mento (training autogeno, rilassamento progressivo di Jacobson)
stimola il miglioramento delle altre. Ad esempio la capacità di auto-
e autoregolative (biofeedback) si sono diffusi altri metodi di in-
controllo incrementa la fiducia in sé e favorisce la concentrazione.
tervento basati sull’allenamento mentale e immaginativo dell’at-
Nel proporre l’allenamento mentale occorre tenere presente che
leta (mental training).
gli atleti di alto livello già utilizzano strategie proprie e funziona-
A livello individuale, le competenze che il programma psicolo-
li, pertanto il programma deve essere “personalizzato” e tenere
gico può incrementare e consolidare sono:
conto delle tecniche messe a punto dall’atleta.
- La formulazione di obiettivi ( a breve, medio e lungo ter-
A livello di gruppo-squadra l’intento è quello di promuovere
mine ) che rappresenta un importante strumento per il miglio-
una maggiore coesione in vista degli obiettivi e di consolidare un
ramento della performance.
maggior senso di appartenenza. Spirito di squadra, gruppo coeso,
Il goal setting, secondo diversi autori, deve essere effettuato in
affiatamento sono fattori correlati positivamente con il livello del-
un’ottica SMART (dall’inglese “intelligente”), acronimo che defini-
la team-performance.
sce obiettivi Specifici, Misurabili, Accessibili, Realistici, Temporali.
In uno sport di squadra gli obiettivi dei singoli atleti devono inte-
Gli effetti positivi di un’adeguata programmazione degli obiettivi
grarsi, senza entrare in conflitto, con le mete di gruppo. Allo stesso
vengono potenziati fornendo all’atleta informazioni sulla prestazione fondamentali per apprendere e correggere gli errori.
- La capacità di modulare l’energia psichica che, secondo Martens, può essere intesa come il vigore, la vitalità e l’intensità con
34
*Specializzazione in Terapia Relazionale
Master in Psicologa del Lavoro e dell’Organizzazione
Perfezionamento in Psicologia dello Sport
modo chiari e definiti obiettivi di squadra danno la possibilità agli
sono solo competenze tecnico-tattiche, ma anche e soprattutto la
atleti di porre l’attenzione su aspetti importanti della prestazione e
capacità di gestire situazioni complesse e spesso caratterizzate da
ad individuare modalità collettive di risoluzione del compito.
forti tensioni.
Il lavoro con la squadra impone un’osservazione delle dinamiche
Peters e Austin affermano che “…. allenare è guidare insieme per-
e del “processo” cioè il funzionamento del gruppo in vista del
sone con diverse esperienze, talenti , interessi, incoraggiarle ad as-
compito da affrontare.
sumere la responsabilità del loro ruolo, portarle ad un continuo
Le risorse del team dipendono, non tanto dalla somma delle com-
miglioramento, considerandosi loro compagni nel proiettarsi verso
petenze dei singoli, quanto dall’interazione efficace tra i vari
le stesse mete. Allenare non è memorizzare tecniche o pianificare
elementi che compongono il gruppo.
un perfetto piano di gioco. E’ essere veramente attenti agli indivi-
E’ importante prestare attenzione al processo perché è in grado
dui, credendo in loro, avendone cura, coinvolgendoli totalmente”.
di influenzare i risultati. Gli aspetti che vanno osservati e poten-
Se si condivide questa visione, lo psicologo dello sport può af-
ziati sono relativi alla comunicazione (efficace/disfunzionale), al
fiancare l’allenatore e lo staff tecnico in questo delicato compito
processo decisionale di gruppo, alla leadership (chi tende ad in-
e potrebbe rappresentare una ulteriore risorsa nel promuovere e
fluenzare gli altri e quale stile adotta), alle modalità che il grup-
favorire la crescita degli atleti.
po utilizza per gestire e risolvere i conflitti ( che oltre ad essere
inevitabili spesso sono necessari ai fini di una efficace e creativa
BIBLIOGRAFIA
soluzione dei problemi).
Le tecniche utlilizzate, di tipo esperenziale (come i giochi psicologici, le simulate, il brainstorming) consentono ai partecipanti di
sperimentare comportamenti ed emozioni e di acquisire nuove
modalità di relazionarsi e di porsi nelle situazioni. Inoltre tali stru-
- Blanchard K., Parisi Carew E., Carew D., Costruire gruppi di successo. F. Angeli 1998
- Buonamano R., Cei A., La consulenza psicologica. SDS Movimento 8, n.2 ,1992.
menti permettono un accrescimento di alcune competenze come,
- Carron A. V., Cohesion in sport teams in Silva J. M., Weinberg R.
ad esempio, il comportamento assertivo e l’assunzione di respon-
S., ( a cura di ) Psychological foundation of sport.. Champaign,
sabilità, la creatività (stimolando il cosiddetto pensiero divergen-
Human Kinetics, 1984.
te), l’autoconsapevolezza, la percezione di sé e degli altri.
- Cei A., Psicologia dello Sport, Il Mulino 1998.
L’intervento sul gruppo ha anche l’obiettivo di stimolare una cul-
- Cei. A., Mental Training. Pozzi Editore 1987.
tura del “noi” che vada ad arginare il cosiddetto fenomeno di “pi-
- Everett J.J., Smith R. E., Williams K. D., Effects of team cohesion
grizia sociale”, noto negli sport di squadra, dovuto alla diluizione
and identifiability on social loafing in relay swimming perfor-
della responsabilità individuale che si manifesta quando la pre-
mance. International Journal of sport Psychology n. 23, 1992.
stazione del singolo contribuisce solo in parte al risultato finale.
- Martens, R., Bump. L ., Psicologia dello Sport. Edizioni Borla 1991.
Sviluppare un senso del “noi” permette di far percepire alle per-
- Mattioli S., Merighi M.., Gli strumenti della formazione psicolo-
sone di essere un’entità coesa, unita, consapevole che solo la col-
gica in Siforp (a cura di )
laborazione e l’impegno congiunto e sinergico, possono condurre
- La formazione psicologica. F. Angeli 2000.
il gruppo verso l’affermazione e la crescita .
- Nico P., Una squadra con la voglia di vincere . F. Angeli 2002.
Il programma psicologico deve, inoltre, stimolare modalità comu-
- Peters, T. J., Austin, N., A passion for excellence. New York, Ran-
nicative e processi interattivi più funzionali tra i due sottosistemi
(gli atleti e lo staff tecnico). Risulterebbe poco efficace se non prevedesse un continuo confronto con l’allenatore e lo staff su come
rendere ottimale il rapporto con il singolo atleta e con la squadra.
Quello che l’ organizzazione sportiva richiede all’allenatore non
dom House, 1985.
- Robazza C., Bortoli L., Gramaccioni G. La preparazione mentale
nello sport. Pozzi.Editore, 1994.
- Rossi B., La preparazione psicologica dell’atleta d’alto livello.
SDS n.22, anno X.
35
SCUOLA
ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
ESPERIENZA DI
ELETTROSTIMOLAZIONE
di Paolo Casale*
INTRODUZIONE ALL’ESPERIENZA
tutte le caratteristiche fisiologiche dell’atleta. (ciò era anche influenzato dall’alto numero di partite giocate).
I
n precedenti esperienze lavorative con squadre di
Ho diviso la squadra in due gruppi: uno formato da sei giocatori
calcio professionistiche, ho potuto integrare il lavo-
di età compresa tra i 18-20 anni (gruppo di lavoro) e l’altro for-
ro atletico classico con l’elettrostimolazione. Que-
mato dal resto della squadra (gruppo di controllo).
st’integrazione iniziava sempre durante il periodo di
L’obiettivo per il gruppo di lavoro era quello di aumentare, rispet-
preparazione facendo sì che, lontano dalla competi-
to al gruppo di controllo, la forza di scatto e la resistenza alla for-
zione, gli atleti smaltissero i dolori muscolari provo-
za senza influire negativamente sulla prestazione attraverso un
cati dai grossi carichi di lavoro. Quest’iniziale “adat-
ulteriore lavoro di potenziamento muscolare con l’ausilio dell’e-
tamento elettrico” mi consentiva di far continuare il lavoro con lo
lettrostimolazione.
stimolatore anche durante il campionato.
L’esperienza è stata eseguita nel pomeriggio del primo giorno di
Il grosso problema dell’inserimento dell’elettrostimolazione come
lavoro, successivamente i giocatori hanno eseguito l’allenamento
potenziamento muscolare in una fase centrale del campionato è
sul campo.
che, nel soggetto non pre-adattato alla stimolazione elettrica, i
Sono stati eseguiti due macrocicli di tre settimane ciascuno, for-
forti dolori muscolari successivi alla seduta, hanno tempi lunghi
mati, da una seduta settimanale di elettrostimolazione per le pri-
di smaltimento (72 ore circa). Tutto ciò, chiaramente, influisce in
me due settimane e scarico completo la terza settimana.
maniera negativa sulla prestazione che, ricordiamo, è settimana-
I test sono stati eseguiti all’inizio e alla fine dei due macrocicli.
le. Questa è senz’altro una delle ragioni per cui, parecchie case
Il modello di elettrostimolatore utilizzato è stato il COMPEX 2
costruttrici sconsigliano di iniziare un programma di potenzia-
usando la scheda Sport arti inferiori. La seduta è composta da:
mento muscolare in periodo di gara.
• un riscaldamento della durata di 5’ con una frequenza di 5 Hz
Come “S. Tommaso” ho voluto valutare se e quali, obbligatoria-
• 10 contrazioni a 75 Hz con un tempo di salita di 1,5 secondi, un
mente con le dovute attenzioni, fossero i risultati iniziando, nel
plateau di 4”, un tempo di discesa di 0,75” ed un recupero tra
periodo di gara, un lavoro d’elettrostimolazione su calciatori non
una contrazione e l’altra di 19” per la durata totale di 4’22”.
• 10 contrazioni a 105 Hz con un tempo di salita di 0,75 secondi,
adattati.
Diversi sono stati i test, sia da campo sia da laboratorio, che ho
un plateau di 3”, un tempo di discesa di 0,50” ed un recupero
utilizzato per la valutazione delle eventuali modificazioni indotte
tra una contrazione e l’altra di 29” per la durata totale di 5’42”.
dall’elettrostimolazione.
I risultati sono stati “CURIOSI”.
• un recupero attivo con frequenze decrescenti che vanno dai 9
Hz a 1 Hz per la durata totale di 24’.
L’intensità utilizzata nella II e III fase è stata del 60% della forza
MATERIALI E METODI
massima isometrica calcolata con l’ausilio di un dinamometro
collegato ad una leg extension. La quantità di mA specifica di
Ipotesi di lavoro
Superata la fase centrale della stagione agonistica, la squadra primavera stava svolgendo un lavoro atletico di “mantenimento” di
36
*Preparatore atletico
ogni singolo atleta mi è stata data dalla prima “contrazione elet-
tazione: velocità 10 e 30 metri, batteria jump test (squat jump
trica” aumentata fino al raggiungimento del 60% della forza
- countermovement jump – countermovement jump braccia li-
massima isometrica, in questo modo ho cercato di standardizza-
bere – stifness), test dinamometrico (forza isometrica), ergopo-
re per tutti lo stesso carico muscolare. La cronassia usata per tut-
wer test (velocità di estensione delle gambe con sovraccarico),
ti i trattamenti è stata di 400 ms.
test di Leger, test navetta, plicometria, impedenziometria, test
Il muscolo sul quale è stata eseguita l’esperienza è il quadricipite
ematologico.
femorale usando 3 canali: uno sul retto femorale, uno sul vasto la-
Questi grafici lasciano ampio spazio al ragionamento e all’analisi
terale ed uno sul vasto mediale.
ancor più approfondita che potrebbe essere oggetto di studio di
un successivo lavoro.
RISULTATI
Tutti questi grafici confrontano i risultati ottenuti nel test iniziale
(1) con quelli del test finale (2).
In questo capitolo ho di proposito voluto riportare una serie di
I valori esposti e raffigurati rappresentano le medie dei risultati
grafici riguardanti i risultati ottenuti nei seguenti test di valu-
ottenuti dai test di valutazione.
37
SCUOLA
ALLENATORI
PREPARAZIONE FISICA
38
CONCLUSIONI
Nei test di valutazione anatomo-funzionale si osserva un aumento della plica adiposa distrettuale del quadricipite attraverso
Il mio tentativo, di inserire un programma di potenziamento mu-
un’analisi plicometrica, un aumento indicativo di resistenza bio-
scolare con l’ausilio dell’elettrostimolazione durante il periodo di
elettrica con una valutazione impedenziometrica.
competizione, non mi ha dato dei risultati “schiaccianti”.
Il test di valutazione ematologica, ottenuto monitorando, attra-
I risultati ottenuti, tuttavia, mi permettono di ipotizzare che l’u-
verso esami completi ematici, gli atleti durante il periodo di com-
so l’elettrostimolazione come potenziamento muscolare, può es-
petizione evidenzia una discreta diminuzione dei globuli rossi ed
sere inserito durante il periodo di competizione senza influenzare
un decremento sensibile (4%) dell’ematocrito.
significativamente in modo negativo le prestazioni e ottenendo
Bisogna inoltre tenere in considerazione che, su atleti non prece-
miglioramenti prestativi. Tuttavia bisogna attentamente tenere in
dentemente adattati all’elettrostimolazione, la metodologia di al-
considerazione le evidenze ottenute dall’analisi del lavoro svolto:
lenamento presenta il grande problema dei dolori muscolari per i
Nei test di valutazione da “campo” (30 metri, navetta, forza iso-
quali sono richiesti lunghi tempi di ripristino. Questo fa sì che, per
metrica, Leger, Ergopower 120 Kg), il lavoro di elettrostimolazio-
non influenzare negativamente la prestazione, le sedute con l’e-
ne ha dato un miglioramento; nei test di valutazione da campo
lettrostimolatore devono essere necessariamente svolte il primo
(10 metri, batteria Bosco jump, Ergopower 100 Kg), lo stesso tipo
e/o la mattina del secondo giorno del microciclo settimanale ed
di lavoro ha determinato un peggioramento prestativo.
introdotte in maniera moderatamente progressiva.
39
FONDAZIONE
«MUSEO DEL CALCIO»
STORIA
VIRTÙ E VERITÀ NEL CALCIO
di Luigi “Cina” Bonizzoni*
l considerevole sviluppo che
dieci mesi prima di me e che è stato mio
cato ufficiale della Lega, si lesse poi che
ha avuto il gioco del calcio è
giocatore nel Brescia.
il Brescia, su segnalazione del direttore
da mettere in relazione col
Fu Carlino Beretta, C.T. della Nazionale a
di gara, veniva elogiato per il suo com-
generale aumento di interes-
suggerire ai dirigenti del Brescia l’ingag-
portamento.
se del pubblico e con quanto
gio di Valcareggi. Egli mi fu di grandissi-
Al capitano dei Marines Elliot Van Zandt.
ci viene trasmesso dai gior-
ma utilità sia sul piano tecnico-tattico,
Andarono a prenderlo a Camp Derby, in
nalisti. Fare la storia del cal-
sia su quello comportamentale. Fu quel-
quel di Livorno, dove Elliot Van Zandt
cio non significa soltanto occuparsi di av-
lo un campionato strepitoso: la tattica
svolgeva il suo ruolo di capitano dell’eser-
venimenti ma anche di teorie, estro, ten-
cominciava a prendere piede e dare
cito degli Stati Uniti. L’allora presidente
denza, costumi, trasformazioni, episodi e
risposte adeguate e precisa a certe situa-
federale del basket Aldo Mariano era
confrontare il presente col passato.
zioni di gioco. Le squadre erano molto
riuscito a convincerlo ad interessarsi alla
Il calcio ha una sua storia, le cui radici
corte anche allora. Un giorno feci cenno
pallacanestro azzurra. Correva l’anno
sono emozioni e non soltanto fatto tecni-
che non gradivo che i giocatori, allorché
1947 ed il “colored” dell’Arkansas, ormai
co. Una partita di calcio non è soltanto
l’arbitro prendeva una decisione, si
innamoratosi dell’Italia, volle chiamare
sport, è arte. Tutto deve essere preciso,
lamentassero platealmente. Semmai, con
Fiorenza la sua figlioletta che era nata
armonioso, chiaro. Vorrei occuparmi di sot-
la massima educazione, ci si poteva avvi-
proprio nella città medicea. Andrea
tigliezze che sono poi fatte di grandi e
cinare al direttore di gara per avere chia-
Rizzoli, che arrivava sempre primo degli
positivi episodi, cono testimonianza, virtù,
rimenti. Doveva impegnarsi a farlo il
altri in ogni cosa, si assicurò Van Zandt
idee, dottrine, miti, storia, leggende che
capitano, mentre tutti gli altri restavano
come preparatore atletico del Milan,
hanno significato nella vita e costituiscono
fermi sul posto. Andammo a Genova a
società presso la quale ebbi modo di
lezioni di comportamento.
giocare contro il Genoa e l’arbitro, il
conoscerlo. La sua era un a preparazione
signor Guido Agnolin annullò una rete
seria, molto seria. “Attraverso la prepara-
che noi tutti avevamo ritenuto valida. Il
zione fisica – era solito dire – si persegue
capitano del Brescia, Dilani, mentre tutti
l’accrescimento delle componenti motorie
A Ferruccio Valcareggi.
i compagni di squadra erano fermi sul
della prestazione, cioè la forza, la veloci-
Alla domanda “Ti è mai capitato, per un
posto, sull’attenti, si avvicinò al direttore
tà, la mobilità articolare ed il rilassamen-
qualsiasi motivo, di non dormire la notte
di gara il quale spiegò i motivi della sua
to”. Al Milan si cominciò a lavorare scien-
dopo la partita?” mi ha risposto”Direi di
decisone. A fine partita mi congratulai
tificamente ed intensamente. Con lui
no, anche ci sono state alcune delusioni
con i giocatori ed il capitano Dilani mi
quale preparatore il Milan vinse lo scu-
che mi hanno lasciato la bocca amara, ma
disse: “Mister, Lei ci ha pregato di com-
detto nella stagione 1956/57, con Viani
per quanto riguarda la coscienza, ho sem-
portarsi in questo modo, Valcareggi ci ha
quale allenatore e nella stagione 1958/59
pre trascorso notti tranquille”.
impartito la lezione tutta la settimana,
Questo è Uccio Valcareggi, nato nel 1919,
come un autentico regista”. Sul comuni-
I
DEDICHE
40
* Direttore Tecnico
quando l’unico responsabile tecnico era il
Alla “spettacolarizzazione” ed ai “miti”.
campionato con i Liedholm, i Grillo, gli
sottoscritto. Purtroppo fu colto da una
I miti, che sono uomini di classe, hanno la
Altafini e tanti altri ottimo giocatori. Ma
grave malattia e morì in aereo, mentre
vista totale che copre, dal loro osservato-
non era ancora finita la partita che ci con-
rientrava a Chicago. A lui dobbiamo infi-
rio, un amplissimo spazio. Ma ci sono pure
sacrava campioni d’Italia che io ero già
nita riconoscenza.
coloro che sono paragonabili, per laborio-
all’interno degli spogliatoi perché ritenevo
sità, alla formica e che conoscono ogni filo
che i festeggiati dovessero essere soltanto
A Giacinto Facchetti, il “longevo”.
d’erba del rettangolo di gioco. Sono i
i giocatori. Ho letto, dopo alcuni anni, ciò
L’atteggiamento stilistico era quello del
membri attivi di una catena di lavoro da
che disse Alfredo Di Stefano, una stella di
quattrocentista. Egli non aveva bisogno di
definire “aurea”. Meritano tutti di entrare
prima grandezza che giocò nel Real
ricorrere a cattiverie, di cui non era capa-
nei salotti meno accessibili, com’è natura-
Madrid: “Avete mai letto che un fantino
ce. Non avrebbe fatto male ad una mosca.
le per gli uomini ricchi di ingegno, di cul-
abbia vinto l’Arco di trionfo? No, i fantini,
Negli stacchi era potente, saliva in alto,
tura insolita e toccati dalla fortuna, senza
come gli allenatori, vengono dopo, in
colpiva. Il mio caro amico Gianni Brera l’a-
alterare però l’immagine genuina di se
secondo piano”.Poi, dilungandosi sulla
vrebbe voluto centravanti ed io gli dicevo:
stessi. Quello del mito è il ritratto di un
fantasia, ebbe a dire:” L’argentina è
“Guarda che arrivare in corsa dal di dietro
calciatore che ha il passo misurato e stili-
Maradona, il Brasile Pelè. Purtroppo, oggi-
non è come essere sul posto ad attendere
sticamente perfetto, che pensa sempre al
giorno, troppi giocano allo stesso modo: il
che ti arrivi il pallone da incornare in
superlativo. Il gesto tecnico è ora freddo,
terzino sinistro come il laterale destro etc.
rete”. Giacinto era uno dei giocatori più
ora febbrile, ora distaccato ma sempre
Non bisogna esagerare, un conto è saper
completi perché sapeva attaccare e difen-
sovrano. Dico Schiaffino ed intendo Sua
fare tutto, un altro è saper fare poco di
dere. Ha rappresentato per anni il tipo di
Maestà il “Pepe”. Il mito fa sempre riflet-
tutto. Benedetti giovani, quando capiran-
difensore che fluidifica da prendere a
tere. Il gesto tecnico ha un senso, ha prin-
no che senza fantasia il calcio è merce,
modello, infatti lo imitò Cabrini. Siamo nel
cipi sempre verdi. Un senso aveva quello
negozio e che invece deve essere arte,
1978: Giacinto Facchetti ha disputato con
di “Peppin” Meazza, una specie di danza
divertimento, passione?”.
la maglia azzurra della Nazionale 94 par-
che sfuggiva a qualsiasi parametro ogget-
tite. Ha 36 anni ed ha sostenuto tantissime
tivo di giudizio per far posto alla sensazio-
Al giornalismo.
battaglie e, all’indomani dei Mondiali in
ne di grandiosità. Giuseppe Meazza, che
Si deve dare merito ai mezzi di comunica-
Argentina, lui, Giacinto, ha voluto chiude-
ho avuto la fortuna di conoscere e “Pepe”
zione per il “pompaggio” del fenomeno
re la sua splendida carriera con una prova
Schiaffino che ho avuto l’onore di allena-
calcio. E’ un fatto che la tensione emotiva,
di serietà e di modestia, annunciando la
re, anche quando stavano immobili in
oggi, è giunta ad un punto delicato. Ma
sua rinuncia con un “Non me la sento”. Al
qualche angolo del campo, con la loro per-
non è di questo che intendo parlare. Vorrei
problema della sua successione ci penserà
sonalità prorompente monopolizzavano
bensì sostenere che gli allenatori dovreb-
Enzo Bearzot e il ruolo in discussione è
ugualmente la scena.
bero frequentare un corso per giornalisti
quello del “libero”, dove il bravo capitano
prima di diventare tecnici qualificati, in
azzurro aveva potuto esprimersi a livelli
Al “Fantino”.
quanto si impara ad essere concisi. Per un
molto alti nel finale di carriera. Il suo è
Non vorrei che si interpretasse questo mio
allenatore la proprietà di sintesi è, secon-
stato un atto mai sufficientemente esalta-
scritto come una sorta di autobiografia,
do me, importantissima. Mettere cioè ordi-
to, una prova di serietà, ripeto, che non è
ma alcune citazioni servono per dare mag-
ne nelle idee ed esprimerle con poche
da tutti. Ora Facchetti è vicepresidente
gior valore a quanto affermato da altri.
parole, senza dilungarsi troppo. Più succin-
dell’Inter.
Nella stagione 1958/59, il Milan vinse il
to di così!
41
SCUOLA
ALLENATORI
TEORIA DELL’ALLENAMENTO
CONFRONTO TRA UNA METODOLOGIA
TRADIZIONALE ED UN NUOVO APPROCCIO
ALL’ALLENAMENTO CALCISTICO
di Marco Gaburro*
Intervento al convegno regionale AIAC sul tema “Il calcio: cono-
menti, non indagabili. Ecco quindi che la fisiologia, la biologia, la
scere per progettare” svoltosi a Verona.
chimica, la matematica, l’anatomia, la fisica possono contribuire
ad approfondire in parte il fenomeno movimento, ma da sole non
L
a nostra società ha ormai l’ossessione di scindere ed
bastano a definirlo.
analizzare tutto ciò che la circonda. Il metodo scien-
tifico, introdotto da Galileo Galilei (1564-1642), che
Nel campo delle cosiddette “scienze motorie” vanno distinte due
sta alla base della maggior parte delle attuali cono-
situazioni: una che riguarda lo studio del movimento ed un’altra
scenze, è ormai diventato l’unico criterio con il quale
che riguarda il tentativo di migliorare il movimento stesso. Mi
si tende ad osservare la realtà. Così, tutto ciò che è
spiego. Tutto ciò che è statistica, ricerca, osservazione, è scientifi-
quantificabile sembra essere interessante, mentre ciò
co, ma si basa su fatti già avvenuti. L’allenamento, invece, nella
che sfugge a tale razionalizzazione è visto come “non studiabile”
sua concezione più nobile, va visto come un insieme di pratiche
e quindi “privo d’interesse”. Non è mia intenzione mettere in dis-
miranti a migliorare un comportamento futuro (prestazione spor-
cussione il metodo galileano, che tanto ha dato al mondo scienti-
tiva). Invito a cogliere la “natura ambiziosa” dell’allenamento
fico e tanto ancora sicuramente darà. Con quest’intervento, inve-
sportivo. Intervenire nel presente per migliorare il futuro. Studio
ce, vorrei evidenziare semplicemente la sua parziale inadeguatez-
del movimento e allenamento sportivo sono quindi due cose ben
za nel momento in cui ci si pone a studiare fenomeni indefiniti,
distinte! Se si accetta di limitarsi ad utilizzare le cosiddette scien-
non quantificabili totalmente. Si pensi alla lotta ancora esistente
ze dell’allenamento per migliorare una prestazione futura, di fat-
tra mondo della medicina (scientifico) e alcune sue branche quali
to, si accetta un approccio limitato, che utilizza solo una parte del
l’omeopatia o l’agopuntura; oppure, allo scetticismo che accom-
fenomeno (quella conosciuta) per migliorare il fenomeno nella
pagna spesso fenomeni provenienti dall’estremo oriente, che si
sua globalità (la prestazione).
basano su principi non scientifici ma, talvolta, efficaci.
Riassumendo:
• le scienze tendono a definire i fenomeni che ci circondano;
Il movimento umano è considerato giustamente un fenomeno in-
definito. Troppi ancora i lati oscuri riguardanti il funzionamento
• il fenomeno movimento è però ancora indefinito (o definito in
parte, ma in che parte?!);
del sistema nervoso centrale e la configurazione dei movimenti. Il
• mentre le scienze cercano di definirlo (si vedano i tentativi at-
metodo scientifico si basa sulla diade stimolo-risposta. Nel movi-
tuali delle neuroscienze) ci si trova a chiedersi come allenare un
mento umano, però, a stimolo non corrisponde quasi mai risposta
soggetto;
identica. Che significa questo? Che forse non è giusto applicare la
scienza allo studio del movimento? Certamente no. La scienza è
indispensabile per capire l’aspetto quantitativo di un fenomeno
• limitarsi a considerare solo il conosciuto genera inevitabilmente un approccio incompleto;
• cercare di considerare il fenomeno nel suo insieme porta, al-
tanto complesso. Ma è giusto ricordare che la scienza stessa è
consapevole della limitatezza delle sue conoscenze in materia. Vi
sono ancora moltissimi aspetti non indagati e, con gli attuali stru42
* Diplomato all’ISEF e Laureato in Scienze Motorie presso l’Università di Verona nel 2002. Allenatore professionista di seconda categoria).
solo somiglia, rispondo io, ma ne è un’interpretazione rigorosa e
fedele! Alla base dell’attuale modo di allenare vi è proprio la divisione iniziale, che sta alla base della teoria dell’allenamento, tra
le cosiddette “capacità coordinative” e le “capacità condiziona-
li”. Tra un “qualche cosa” appartenente alla sfera mentale, non
indagabile, astratto (coordinazione e destrezza) ed un “qualche
cosa d’altro” molto più quantificabile (forza, resistenza, velocità…). Questa base di partenza, di evidente natura dualistica, trova coerente continuità, poi, in una settorializzazione del lavoro di
chiaro stampo galileano, con esercizi aventi obiettivi prevalentemente fisici, altri invece riservati al miglioramento della tecnica,
altri, infine, di tipo tattico-strategico. Come che il nostro corpo
funzionasse a compartimenti stagni! Questo modo di procedere
è radicato ad alti livelli (squadre professionistiche) e di consetrettanto inevitabilmente, a porsi fuori dal campo del rigore scien-
guenza coinvolge, con un effetto a “cascata”, anche il mondo dei
tifico.
dilettanti e dei settori giovanili. La stragrande maggioranza della
bibliografia calcistica, inoltre, non mette nemmeno minimamente
Un altro grande equivoco dei nostri giorni, che inizialmente rap-
in discussione un approccio di tipo dualistico nei confronti del-
presentava la base filosofica della rivoluzione scientifica e che
l’allenamento. Ecco quindi che l’allenatore cura soprattutto l’a-
tuttora inquina gran parte degli approcci nei confronti dei feno-
spetto tecnico-tattico ed il preparatore atletico quello fisico-atle-
meni umani è il cosiddetto “dualismo cartesiano”. La tendenza,
tico. Il primo utilizza spesso esercitazioni con la palla per rag-
cioè, a separare il corpo dalla mente, quello che è fisico da quel-
giungere i propri obiettivi, mentre il secondo, lavorando per in-
lo che non lo è. Cartesio (1596-1650) aveva distinto (ma era com-
crementare le capacità condizionali, sottopone i propri atleti a dei
prensibile ai suoi tempi, viste le ancora scarse conoscenze in ma-
cosiddetti “esercizi fisici” che gli dovrebbero consentire di mi-
teria) la res cogitans (mente) dalla res extensa (corpo).
gliorare le sue qualità di forza, velocità, resistenza…
Le idee di Galilei (occuparsi solo di fenomeni “quantificabili”) e di
Risultato di questo modo di operare: spesso i calciatori fanno di
Cartesio (dividere il corpo dalla mente, cioè il quantificabile dal
tutto, fuorché calcio! Corrono, saltano, scattano, palleggiano…
non quantificabile), portano alla stessa conclusione: il corpo è
ma non giocano! Proviamo ad analizzare una seduta tradiziona-
studiabile ed analizzabile in quanto “materiale”; la mente, inve-
le che potrebbe ritrovarsi su un qualunque campo di una squadra
ce, appartiene a un qualche cosa di spirituale, quindi di non stu-
dilettantistica della nostra regione. I ragazzi escono ed iniziano il
diabile e non interessante. La rivoluzione scientifica, quindi, por-
cosiddetto riscaldamento. Supponiamo che questo consista in
ta a considerare interessante soltanto quanto appartiene al mon-
una corsa blanda abbinata a degli esercizi di mobilità articolare e
do materiale, lasciando ad altri (filosofi, maghi, astrologi…), il
che duri, all’incirca, quindici minuti. Poi altri dieci, quindici minu-
compito di occuparsi della mente.
ti se ne vanno per una piccola seduta di stretching. Si eseguono
quindi una serie di scatti su distanze che variano tra i venti ed i
Cosa c’entra tutto questo con l’allenamento? Si provi a pensare
sessanta metri, con l’obiettivo di lavorare sulla resistenza alla ve-
per un momento a quanto avviene quotidianamente sui campi da
locità. Nei venti minuti successivi l’ipotetico allenatore fa esegui-
calcio. L’approccio nei confronti del movimento umano che viene
re degli esercizi di tecnica di base, eseguiti in modo analitico. Si
usato non somiglia a quello suggerito da Cartesio e Galilei? Non
arriva quindi dopo un’ora di lavoro ad eseguire un’esercitazione
43
SCUOLA
ALLENATORI
TEORIA DELL’ALLENAMENTO
stanza per rendere il lavoro effettivamente allenante. Poi la tattica e
poi la partitina. Sperando che la
tattica non sia un esercitazione priva di avversari, i ragazzi si ritrovano, di fatto, a fare calcio quasi solo
nella partita finale.
A questo punto è d’obbligo porre
una domanda: il calcio è arte o
scienza? La risposta a questo interrogativo è ormai di dominio comune: il calcio è più arte, anche se utilizza le conoscenze scientifiche. Bene. Arte. Come la pittura, la scultura, la musica… Allenare un calciatore come insegnare ad un giovane
tattica. Infine si fanno quindici minuti di partitella. Defaticamen-
allievo a suonare una ballata al pianoforte. Proviamo ad immagi-
to in corsa blanda e doccia! Si tratta di una seduta di allenamen-
narci quest’ipotetica seduta di “allenamento al pianoforte”. Die-
to della durata di circa un’ora e mezza abbastanza frequente, nel-
ci minuti di respirazioni e training autogeno. Dieci minuti di stret-
la struttura e nella tipologia, sui campi d’allenamento. Ebbene:
ching per i muscoli delle dita. Venti minuti di lavoro in palestra per
quanto calcio fanno, di fatto, questi giocatori? Mentre corrono in-
un’intonizzazione degli arti superiori. Poi un po’ di solfeggio (ven-
torno al campo, sicuramente, nemmeno un pò. Quindi il riscalda-
ti minuti), per ripassare la propria “tecnica di base” ed infine ven-
mento è impiegato per fare qualcosa di diverso dall’attività per la
ti minuti di “partitella” al pianoforte. Un musicista si “allenereb-
quale vengono al campo. “Ma fisicamente si mettono in moto!”
be” in questo modo? No, un musicista suonerebbe. Perché? Per-
esclamerebbe Cartesio. E la loro mente? Andiamo avanti: stret-
ché la musica sa di essere arte ed è stata, fortunatamente, solo in
ching. Importante, utile, indispensabile… ognuno ha la sua ricet-
parte sfiorata dall’influsso del pensiero di Galilei e Cartesio.
ta. Ma di calcio nemmeno l’ombra. Resistenza alla velocità. Ma a
che velocità? Alla velocità che il calciatore può esprimere percor-
Allora: o il calcio non è arte, o solitamente si sbaglia qualcosa nel-
rendo al massimo delle sue possibilità un rettilineo. Con il pallo-
l’approccio che si ha nei confronti di una materia tanto affasci-
ne? Macchè! Sono passati quasi quaranta minuti da quando il
nante! Io propendo per la seconda affermazione, rimarcando la
nostro povero ipotetico calciatore è sceso in campo, ma di calcio
parziale inadeguatezza dell’applicazione del metodo scientifico
non ne ha ancora fatto. E allora perché si allena? Mistero. Una
ad una materia tanto plastica quanto indefinita.
volta sistemato a dovere “l’aspetto fisico” della prestazione, si arriva finalmente alla tecnica di base. Incredibile: la palla! Si po-
La scienza stessa sta cercando di ricucire lo strappo tra corpo e
trebbe ora discutere enormemente su quanto calcio, di fatto, vi sia
mente che Cartesio a suo tempo ha contribuito a determinare. Le
in una seduta di tecnica di base svolta in modo analitico. Sicura-
correnti più innovative delle neuroscienze stanno cercando di di-
mente più che nella corsa “a secco”, ma altrettanto con certezza
mostrare come la mente altro non sia che il risultato dell’attività
non abbastanza per coinvolgere adeguatamente l’intero sistema
del cervello. Semplicemente come prodotto delle infinite connes-
nervoso del soggetto (manca l’aspetto situazionale!); non abba-
sioni che stanno alla base dell’anatomia del sistema nervoso. In
44
questo modo la mente verrebbe, finalmente, ricondotta all’inter-
stici della settimana giocando, migliora la propria resistenza (al
no della natura.
calcio e non alla corsa!) giocando. Ci si potrebbe chiedere: qua-
Come allenare, dunque, il nostro calciatore, evitando di incappa-
le calcio? Che esercizi? A quale intensità? Le risposte, che lo si
re nell’inadeguatezza dell’approccio tradizionale? Unendo l’arte e
accetti o no, nonostante continui ed insistiti tentativi, non ap-
la scienza. Un controsenso? Certo che no. La teoria monista (che
partengono al mondo scientifico ma alla prassi di campo. Alle-
tende a considerare l’uomo come un tutt’uno), che si contrappo-
nare in questo modo significa rispettare l’inscindibilità dell’indi-
ne a quella dualista (corpo-mente) e che ricorda tanto da vicino
viduo; significa limitarsi ad individuare obiettivi “calcistici” per
la filosofia gestaltica (il tutto è più della somma delle parti), sem-
le proprie esercitazioni allenanti. Esercitazioni che, ovviamente,
bra essere l’ideale base di partenza per dare vita ad un nuovo ap-
coinvolgono tutti gli “aspetti” del soggetto. Obiettivi tecnici, tat-
proccio nei confronti dell’allenamento del calciatore. Il calciatore
tici, atletici e psicologici racchiusi in un unico intervento. Senza
nella sua integrità e inscindibilità come premessa per un’inter-
l’ossessione di quantificare ad ogni costo, con la consapevolezza
pretazione artistica dell’allenamento. Più buon senso che crono-
che una proposta più calcistica è sicuramente più specifica e
metro. Più intuito che tabelle preconfezionate. In questo senso ar-
quindi più allenante, oltre che più divertente.
te! Tenendo presenti le conoscenze scientifiche ma considerandone la limitatezza. Una sola parola è in grado di sintetizzare que-
Due approcci compltemente diversi nelle premesse oltre che nel-
sto cambiamento di approccio: calcio. Calcio come base di par-
le conclusioni. Il primo, tradizionale, viziato dal dualismo carte-
tenza e come punto di arrivo. Calcio come unico elemento in gra-
siano e dall’ansia quantitativa. Il secondo, innovativo, basato più
do di stabilire la specificità di un intervento allenante. Calcio co-
sul buon senso, nel rispetto degli ultimissimi orientamenti del
me base insostituibile di qualunque esercitazione.
mondo scientifico e in grado di restituire all’allenatore quel ruolo
artistico che ancora, fortunatamente, gli compete.
Si pensi a come l’allenamento ipotetico precedentemente descritto cambia in questo modo. Il calciatore immaginario scende in campo e per quindici minuti partecipa ad una situazione calcistica a bassa
intensità con il fine di prepararsi progressivamente
all’intensità della seduta (possesso palla 4:4 in spazio 20X20. Due tocchi obbligatori. Nessun contrasto). Successivamente, per quaranta minuti, questi
viene coinvolto in due o tre situazioni ad intensità
media (2:2 in campetto da 10X10; 4+4:4+2 verso
una porta regolare), intervallate da momenti di re-
cupero (stretching o esercitazioni tecniche). Infine
partecipa ad una situazione ad altissima intensità,
della durata totale di trenta minuti (4:4 in campetto 20X25 con portine da 4X2 mt. Giocatori sul perimetro che rimettono continuamente palla. 3’ di lavoro e 3’ di recupero), per allenarsi a resistere al
susseguirsi di situazioni calcistiche nel tempo. Praticamente: calcio dall’inizio alla fine della seduta. Si
mette in moto giocando, lavora sugli obiettivi calci45
CENTRO STUDI
E RICERCHE
COMUNICAZIONE
GIOCO, LAVORO E SPORT
di Felice Accame
a medesima attività umana
Finito il gioco, infatti, il risultato non conta
di solito, no (e spiegano anche perché se
può esser vista in modi diver-
più – a differenza del prodotto del lavoro
un lavoro ha più probabilità di divertire è
si, cambiandone radicalmen-
che, una volta separato da chi l’ha fatto,
quello fatto “in proprio”).
te il senso. Quando conside-
prosegue per proprio conto. La stessa atti-
Questa premessa è importante per com-
riamo qualcosa come un
vità potrebbe esser vista come un rituale,
prendere la natura di alcuni problemi con-
lavoro, per esempio, mental-
o come una cerimonia, ma, allora, la
nessi all’attività sportiva. Nella fase inizia-
mente teniamo ben distinto
dimensione ludica lascia il posto a quella
le dell’approccio allo sport, infatti, l’atteg-
il risultato da quell’operare che l’ha otte-
religiosa, con il suo correlato nell’istituzio-
giamento ludico è dominante – sia per chi
nuto. Quando, invece, consideriamo qual-
ne civile.
pratica che per chi induce alla pratica (figli
cosa come gioco il risultato e l’operare
Le diverse operazioni mentali spiegano,
da una parte e genitori dall’altra). Poi, il
sono mantenuti mentalmente insieme.
dunque, perché il gioco diverte e il lavoro,
processo si ibrida: l’attività viene posta in
L
rapporto ad uno scopo e questo scopo
viene mantenuto anche al cessare dell’attività. Voler vincere al gioco è ovvio, meno
ovvio è voler competere con tutti gli
avversari possibili e meno ovvio ancora è
voler investire tutti i propri valori nella
competizione – disporne come criterio per
misurare il proprio successo ben oltre il
gioco ma nella vita stessa, affidargli le
ragioni del proprio benessere psichico, fisico e materiale.
Periodicamente, il mondo del calcio, nel
tentativo di guarire dalle malattie che lo
affliggono, torna ad interrogarsi sulle
proprie radici. I bambini delle Scuole
Calcio non si divertono più, la ricerca del
risultato sportivo sia singolo che collettivo (più singolo che collettivo) si è fatta
esasperata, l’istruzione tecnica tende a
prevalere reprimendo la dimensione ludica, il gioco è diventato più asfissiante del
lavoro. Fra le medicine, allora, ricompaio46
colare e neppure del mondo dello sport
in genere: questi sono valori e atteggiamenti che, tipici della patologia delle
società opulente, vengono a distribuirsi
epidemiologicamente nel mondo dello
sport
dopo
essere
nati
altrove.
Venendone infestato, il mondo dello
sport paga quella sua irresistibile ascesa
sociale e culturale che ha caratterizzato
il secolo che ci ha preceduti.
Che fare, dunque ? Piuttosto che adattarsi all’idea di una crisi ineluttabile
come unica fonte di una futura (e postno l’abolizione della classifica nei tornei
sue patologie. Se il calcio è uno e indivisi-
catastrofica) salvezza, farei il possibile
giovanili, o l’esigenza di inserire altri cri-
bile, giocoforza tutto quel che concerne i
per modificare gli atteggiamenti mentali –
teri che non contemplino soltanto il risul-
suoi massimi livelli, prima o poi, finisce
a tutti i livelli: nella fase di istruzione e sul
tato della partita, o l’obbligatorietà di far
con l’influenzarlo integralmente. Il calcio
campo di allenamento, in famiglia, in tri-
giocare tutti i giocatori in panchina.
è un sistema e, come in ogni sistema che
buna, nelle comunicazioni di massa -,
Recentemente, la Federazione Italiana
si rispetti, ogni sua parte comunica con
tenendo ben separato il gioco dal lavoro o,
Giuoco Calcio ha meritoriamente assunto
l’altra.
più realisticamente, allontanando il più
provvedimenti del genere.
In questo processo di comunicazione ci
possibile il momento in cui, nell’attività
passa di tutto: valori positivi, capaci di dar
sportiva, il lavoro, togliendo gioia e som-
Tuttavia, temo che il problema rimanga
lunga vita al gioco e di estenderlo ancora
ministrando frustrazione,
tale, perché, a mio avviso, investe situazio-
di più nel mondo; e valori negativi, che
gioco.
ni e atteggiamenti che non possono rica-
possono mettere in crisi
dere nella competenza esclusiva di nessu-
l’intera sistema. La com-
na federazione sportiva. Mi spiego. Il cal-
petitività sfrenata, il risul-
cio è uno e indivisibile: quello che si gioca
tato da ottenersi a tutti i
in serie A è proprio quello stesso gioco che
costi, le mitologie dello
si gioca all’oratorio sotto casa mia – stes-
“star system”, i consumi
se regole, stesse modalità per applicarle,
lussuosi,
stesso linguaggio e (oserei dire) stessa
sociale, l’affrancamento
tensione emotiva. Il segreto della sua dif-
dalla povertà e il potere
fusione, il segreto del suo successo davve-
alimentano il mondo del
ro straordinario – non moda passeggera,
calcio radicalizzandone le
ma fenomeno culturale profondo – è tutto
contraddizioni. Ma ciò,
lì.
occorre esserne consape-
D’altronde è presumibilmente questo
voli, non è il prodotto del
stesso segreto che è all’origine di tante
mondo del calcio in parti-
la
fagocita il
rivincita
47
SCUOLA
ALLENATORI
CALCIO INTERNAZIONALE
La nuova Nigeria di Christian Chukwu
“ALLENATORI STRANIERI? NO, GRAZIE”
di Mark Gleeson* - Traduzione di Marco Viani
all’agosto del 2002, Christian
richiederà del tempo per essere realizzato.
“In Nigeria c’è un gran numero di giova-
Chukwu, una delle leggende
Spero che la gente sia paziente. Nella no-
ni giocatori di talento che noi dobbiamo
del calcio nigeriano, anche
stra squadra ci sono attualmente giocato-
scoprire, formare e assistere affinché
per il suo passato di grande
ri relativamente anziani, come Jay-Jay
possano giocare all’estero, in maniera da
giocatore, è diventato allena-
Okocha, Nwankwo Kanu, Tarino West.
assicurare l’avvenire del nostro calcio. In
tore della nazionale del suo
Dobbiamo rimpiazzarli, abbiamo bisogno
Nigeria solo il football è capace di riuni-
paese. In questa intervista ci
di una squadra giovane che possa assicu-
re l’insieme del paese, se noi lo lasciamo
parla del suo progetto di fare nuovamente
rare il ricambio. Voglio formare un gruppo
morire questa unità finirà per scompari-
della Nigeria una squadra forte, in grado di
molto solido, con radici nel paese, compo-
re. E’ per questo che dobbiamo ritornare
battersi perfino per vincere la Coppa del
sto da giocatori locali perché senza una
a ciò che costituisce la nostra base, in un
Mondo, delineando congiuntamente un
base di questo tipo non ci possono essere
momento in cui tutto è molto sparso, di-
quadro del football africano, il cui futuro
progressi. Questi giocatori devono costi-
viso. Dobbiamo considerare diversamen-
possa dipendere sempre meno dall’appor-
tuire la spina dorsale della mia nazionale.
te le nostre nazionali Under 17, 20 e 23.
to degli allenatori stranieri.
Una volta fatta una squadra così, dobbia-
Io avevo messo insieme la prima squadra
mo esporla, metterla alla prova, farle dis-
Under 16 che è andata in Cina a vincere
Quali sono i piani e le aspirazioni che so-
putare molte partite e contemporanea-
il campionato del mondo. A partire da
no alla base di questo suo nuovo incarico?
mente aiutare gli elementi che giocano al-
questo gruppo abbiamo formato gioca-
“Ho un programma molto ambizioso che
l’estero. Solo alla fine di questo percorso
tori che hanno continuato a giocare per
possiamo avere una buo-
la Nigeria, ma dopo loro le nostre squa-
na compagine. Tutti i miei
dre giovanili non hanno ottenuto altret-
sforzi vanno in questa di-
tanti successi ed è per questo che voglio
rezione, devo fare un lavo-
farle rivivere”.
ro come se partissi da ze-
Ci sono dei giocatori particolari sui quali
ro. L’avvenire sarà assicu-
pensa di far appoggiare la squadra?
rato solo se avremo una
“Sì, cerco elementi che possano essere i
giovane e buona equipe.
pilastri del gruppo e una volta che li avrò
Su questa io baso la mia
in Nigeria i nostri rapporti con i giocatori
fiducia di arrivare, da oggi
all’estero diventeranno ancora migliori e i
ad una dozzina d’anni, al
legami con i loro club più sereni. Non pos-
D
vertice”.
Quale è il suo pensiero
sulla nuova generazione
di giocatori nigeriani?
48
*Giornalista free-lance per l’Africa del Sud. Copre il calcio africano per una serie di pubblicazioni internazionali. Questo suo articolo è stato
ripreso da “FIFA Magazine”, dicembre 2002.
Traduzione dal francese di Marco Viani.
siamo continuare a chiamare Okocha, Ka-
stione. Sono stati proprio questi i problemi
professionisti che giocano all’estero; non
nu e West per ogni partita. Sono esseri
che abbiamo avuto in passato. Cosa ci do-
vengono da noi per sviluppare il calcio. Il
umani, e talvolta gli chiediamo troppo.
vrebbe impedire di vincere la Coppa del
principale obiettivo di un allenatore stra-
Dobbiamo permettergli di tirare il fiato di
Mondo se siamo riusciti a vincere un Mon-
niero dovrebbe invece essere proprio
quando in quando. Il nostro intento è mi-
diale Under 17, a disputare una finale del
quello di lavorare per questo sviluppo. I
schiare i nostri giovani giocatori con quel-
Campionato del Mondo Juniors, a vincere
dirigenti esigono da lui che qualifichi la
li che giocano fuori. Così avremo una
una medaglia d’oro alle Olimpiadi? I pae-
squadra per la Coppa del Mondo o che
squadra formidabile”.
si che vincono la Coppa del Mondo non
faccia vincere la Coppa d’Africa delle Na-
sono necessariamente i migliori, ma dis-
zioni, ma così non si hanno progressi. Le
Come può realizzare questo piano se il la-
pongono di un programma perfetto che
persone che sviluppano veramente il cal-
voro di allenatore nel calcio nigeriano non
seguono alla lettera. Le squadre africane
cio sono gli allenatori locali che vanno in
è stabile a lungo termine?
non ci riusciranno se cambiano allenatore
campo a cercare i giocatori e gli danno
“E’ vero, ma le cose un po’ cambiano. I di-
ogni giorno, se smantellano le loro squa-
una formazione di base. Una volta diven-
rigenti oggi comprendono che occorre pa-
dre ogni giorno, se cambiano dirigenza
tati giocatori senior, sono allenati da un
zienza e ci vuole tempo per costruire una
ogni giorno. In queste condizioni l’Africa
allenatore straniero che ne ricava tutti i
squadra di alto livello. Penso che, con il
può riporre ogni speranza di vincere la
meriti. Ciò è disastroso, ma questa è l’A-
nostro attuale management, la sicurezza
Coppa del Mondo. Ma con una buona pia-
frica per voi. Penso che un domani, quan-
d’impiego sia reale”.
nificazione e tanta fermezza sono sicuro
do i calciatori diventeranno dirigenti, le
che ci arriverà”.
cose cambieranno. Come in Europa dove
Ma la Nigeria non è una nazione paziente,
voi avete un Beckenbauer o un Platini che
ed i tifosi esigono vincere ogni partita.
Perché pensa che i Paesi africani aspirano
gestiscono oggi il calcio, uno sport in pie-
“Se alla gente si fa conoscere il nostro
a reclutare allenatori europei?
no sviluppo. In Africa è differente. Non di
programma, è obbligata ad ascoltare ed
“Credo che ciò sia legato ad un comples-
rado i responsabili sono designati attra-
a essere paziente. Noi ci qualificheremo
so degli africani. Voi dovreste forse nota-
verso scelte politiche o sulla base di favo-
per la Coppa d’Africa delle Nazioni 2004,
re che nella maggior par-
ma nello stesso tempo abbiamo un pro-
te dei nostri paesi chi ge-
gramma e bisogna subito gettarne le ba-
stisce il calcio non è mai
si. Tutti diventano inquieti se Okocha non
stato calciatore, non co-
viene per una partita o se Kanu è assen-
nosce niente di questo
te. Perché deve succedere questo? In una
sport. Si pensa così che un
nazione con più di cento milioni di abi-
uomo bianco sia capace
tanti, dovremmo avere quattro o cinque
di un colpo di magia, ma
Okocha e Kanu”.
non c’è niente di magico.
Il successo di gran parte
Si dice da tempo che la Nigeria è il Paese
degli allenatori stranieri
africano dotato di un vero potenziale per
che vengono in Africa si
vincere la Coppa del Mondo. Lo crede an-
spiega col fatto che dis-
che lei?
pongono di un buon assi-
“Sì, penso che un giorno ci arriveremo, ma
stente. La maggior parte
solo con una buona pianificazione e ge-
di loro si concentra sui
49
SCUOLA
ALLENATORI
CALCIO INTERNAZIONALE
questa esigen-
scenico dopo aver lavorato con Clemens
za ci si nega la
Westerhof a capo della stessa , vincendo
possibilità
di
la Coppa d’Africa delle Nazioni nel 1994
sviluppare
il
e classificandola, per la prima volta e nel-
nostro calcio.
lo stesso anno, al Mondiale USA. Da gio-
Se mi mettete
catore e da capitano ha condotto le Su-
sotto pressio-
per Eagles al primo titolo nella Coppa
ne, devo assi-
delle Nazioni nel 1980, dopo aver vinto
curarmi che Ka-
con gli Enugu Rangers la Coppa dei Cam-
nu, West e Oko-
pioni nel 1977. Ha giocato nei Rangers
cha siano pre-
dal 1972 al 1981, dopo aver militato, an-
senti in ogni
cora studente, nell’Olimpics FC, nell’-
occasione. Ma
Highlanders FC, poi nelle East and Cen-
non è questo lo
tral State Academicals. A Enugu ha vinto
sviluppo. Non è
per cinque volte la coppa della lega e la
così che miglio-
FA Challenge Cup, durante il periodo d’o-
reremo.
Noi
ro di questo club, dal 1974 al 1976. E’
possiamo rag-
stato capitano della nazionale nigeriana
ri, sia che conoscano o meno il calcio. So-
giungere i livelli più alti scoprendo gio-
dalla prima partita contro la Costa D’A-
no però felice di constatare che i paesi
catori più giovani, dando loro un ruolo,
vorio nel 1974 vincendo 51 gare secondo
africani iniziano ora a permettere a chi
una personalità. Solo così otterremo dei
cifre non ufficiali, in un’epoca in cui il cal-
conosce questo sport di svilupparlo”.
risultati, che non saranno forse tanto
cio era molto meno diffuso a livello inter-
spettacolari come quelli che potremmo
nazionale. Come giocatore ha partecipa-
Lei è consapevole di avere la responsabili-
raggiungere con tutte le stars in squadra.
to a quattro finali della Coppa d’Africa
tà, affermandosi con la Nigeria, di aprire
Io, comunque, ho avuto assicurazione da
delle Nazioni dal 1974 al 1980. Da alle-
le porte ad altri allenatori africani verso in-
parte della federazione di avere carta
natore ha portato nel 1983 i Rangers alla
carichi ambiziosi come il suo?
bianca e tempo a disposizione. Cioè il suo
FA Challege Cup e nel 1985 ha permesso
“Sì, è quello che devo fare, ma non lo ot-
sostegno affinché possa centrare i miei
alla Nigeria Under 16 di vincere il cam-
terrò da solo. Devo avere il sostegno del
obiettivi”.
pionato del mondo, il primo successo di
governo, della federazione, dei tifosi, dei
giocatori ed è tutti insieme che otterremo
una squadra africana in una competizioCHRISTIAN
CHUKWU
ne FIFA. A Iwuanyanwu, Chukwu ha per-
Originario d’E-
aereo nel nord dell’Algeria, dopo una
Lei sente una pressione accresciuta dal
nugu, cinquan-
partita di campionato africano inter club.
questo risultato. Agire da solo è difficile”.
so tre giocatori, deceduti in un incidente
fatto che gli allenatori africani la conside-
tun anni, è alle-
Nel corso della sua carriera internaziona-
rano un potenziale modello?
natore della na-
le ha allenato in Libano il Saafa Beirut,
“Sì, ma ricordate che ho detto a loro, as-
zionale nigeria-
poi il Kenia nel 1999-2000, prima di es-
sumendo questo incarico, che avrò biso-
na dall’agosto
sere esonerato dopo una sconfitta con il
gno di tempo. Non esigete da me dei ri-
2002. Un ritor-
Malawi in un incontro di qualificazione
sultati immediati. Se ci si fa guidare da
no sul palco-
alla Coppa del Mondo.
50
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