Scarica l`estratto di lettura

Transcript

Scarica l`estratto di lettura
GIULIO MASSOBRIO
REX
ROMANZO
BOMPIANI
Copyright © 2015 by Giulio Massobrio
Published by arrangement with Agenzia Santachiara
© 2015 Bompiani / RCS Libri S.p.A.
Via Angelo Rizzoli 8 – 20132 Milano
ISBN 978-88-452-7850-1
Prima edizione Bompiani febbraio 2015
A Emma, con l’auspicio che viva in un mondo di pace
Alle donne e agli uomini che hanno combattuto,
sotto bandiere diverse, per la libertà italiana
I
LA PERGAMENA
La signora della villa
La giovane donna deve ripetere la domanda. Si capisce che
è straniera nonostante parli molto bene l’italiano, ma l’edicolante di piazza De Ferrari, nel centro di Genova, è distratto.
Appoggia a faccia in giù il giallo che sta leggendo e le risponde
in tono seccato, dicendole che lui non è lì per dare indicazioni
stradali. Poi riprende la lettura dimenticandosi di lei. Non la
guarda allontanarsi e, quindi, non vede le gambe ben fatte e il
naturale ancheggiare dei fanchi, evidente anche se trattenuto.
Nancy Colby è una donna che cela la propria bellezza dietro
un aspetto volutamente dimesso: gli occhi verdi sono nascosti
da un paio di lenti scure, il fsico snello e i corti capelli biondi
sono occultati da un ampio impermeabile e da un fazzoletto sul
capo. Hercule Poirot, l’investigatore prediletto dall’edicolante,
si chiederebbe quale segreto nasconda la scelta di rendersi anonima. Il giornalaio, invece, non si accorge di nulla, tanto meno
di essere entrato, per un attimo, in una trama vera.
Scontenta della risposta, Nancy cammina fno al centro della piazza, fermandosi davanti alla grande fontana i cui spruzzi,
sollevati dal vento che sale dal mare, arrivano fno a lei. Contrariamente alle sue abitudini userà un taxi, un mezzo fn troppo
facile da seguire, ma questa mattina non ha percepito niente di
sospetto nel suo vagare apparentemente casuale per le vie della
città. Per sicurezza ne lascia passare due, anche se liberi. Ferma
9
il terzo e aspetta di essere a bordo prima di dare all’autista un
indirizzo in collina. Mentre la macchina si stacca dal marciapiede, si gira a controllare ancora una volta.
Il maggiordomo è un omone dall’aria arcigna, abbigliato in
modo tradizionale, lievemente curvo a causa della sua altezza.
Tende la mano per prendere il biglietto da visita che Nancy gli
porge. Un rigonfamento della giacca fa pensare che sia armato.
L’atteggiamento sospettoso contrasta con la correttezza formale dei modi; studia la carta con attenzione, poi si ritrae, facendole cenno di entrare. Fino a quel momento non ha aperto
bocca. Nancy si trova in un atrio non molto grande, arricchito
dal pavimento tradizionale genovese, in graniglia multicolore e
tasselli di marmo bianco. Al fondo uno scalone conduce al piano superiore. L’uomo la precede, restando in silenzio. Che sia
muto? si chiede per un attimo, subito distratta dagli splendidi
quadri alle pareti. Le tele raccontano la città, l’alta lanterna
svettante sul golfo affollato di navi e gli austeri signori che sorvegliano lo scarico delle merci. Riconosce due ritratti di Van
Dick e opere di pittori genovesi del Seicento.
In un angolo del salone dove tutto è blu e azzurro, seduta in
poltrona, l’anziana signora sta leggendo. Benché sia di fanco a
una grande fnestra, le tende sono tirate e l’unica luce arriva da
una lampada posta su un tavolino. L’ambiente è troppo buio
per Nancy, ma la signora sembra perfettamente a suo agio: appoggia il libro per guardare la giovane, senza nemmeno un vago
cenno di saluto. L’abito d’altri tempi accentua la sua magrezza,
ma ciò che colpisce di più sono gli occhi neri mobilissimi e il
naso aquilino che la fanno assomigliare a un rapace. Gli unici
gioielli che indossa sono una vera e una collana d’oro.
Nancy ha preso informazioni su di lei. Vive sola in questa
grande villa in collina della quale si occupa il maggiordomo,
10
che le fa anche da guardia del corpo. Una cuoca e una cameriera costituiscono il resto del personale, ma non abitano nella
casa. Il marito si è suicidato molti anni fa e il fglio è caduto sul
Piave, ma pare che nessuno provi pietà o comprensione nei
suoi confronti. Si dice che sia avida e capace di tutto pur di
impossessarsi di un pezzo antico.
L’americana si sente fuori posto. Il folto tappeto smorza i
suoi passi, dandole l’impressione di muoversi sott’acqua.
“La signora Irma Solari, suppongo.”
Lei annuisce appena. “Prego, si sieda, signorina Colby.”
“Sa perché sono venuta. Posso vedere l’oggetto?”
“Sbrigativa come tutti gli americani. Gradisce un tè o un
caffè?”
“Se non le dispiace, preferirei sveltire le cose. Se fosse così
gentile da mostrarmi il pezzo, potremmo concludere l’affare.”
La Solari aggrotta le sopracciglia ma decide in fretta.
“Mi segua.”
Procedono una davanti all’altra per un lungo corridoio in
ombra. La padrona di casa non ritiene di dover accendere la luce nemmeno quando arrivano al fondo, pressoché buio. Nancy
si chiede dove la vecchia l’abbia condotta.
La Solari con un impercettibile movimento del braccio fa
comparire una chiave, lunga e sottile. Con sicurezza la inserisce in un foro, mimetizzato nell’intricato disegno foreale della
tappezzeria. Tre scatti e una piccola porta si schiude nel muro.
“Aspetti qui.” Così dicendo s’infla nello stretto passaggio
e scompare nell’ombra. Nancy obbedisce, innervosita. Poi lo
spiraglio si illumina e la voce della Solari la invita a entrare.
Guardandosi attorno, si fa avanti e subito il battente si richiude
dietro di lei, con uno scatto.
Sono isolate dal mondo, in uno spazio ampio e privo di mobili, a parte un massiccio tavolo di quercia e una serie di armadi
11
a muro che coprono tutte le pareti. Nessuna maniglia turba l’elegante linearità dell’ambiente. I meccanismi di apertura degli
armadi sono invisibili. Al centro dell’alto sofftto è dipinta una
gioiosa Primavera che levita leggera, spargendo fori sul fondo
di un cielo nel quale non si scorge nemmeno una nuvola.
Si sistemano una di fronte all’altra, ai lati opposti del tavolo.
La signora calza un paio di guanti di flo. Un altro è pronto
per Nancy accanto a due lunghi fermacarte imbottiti. Un poco
discosto c’è un cilindro di rame, chiuso alle estremità, non più
lungo di cinquanta centimetri e tutto cesellato a greche. A portata di mano della padrona di casa c’è una piccola pistola con
il calcio di madreperla. Nancy lancia una rapida occhiata alla
signora la quale, per tutta risposta, si stringe nelle spalle.
“Veniamo a noi.”
La Solari è secca, concisa.
“Il cilindro è romano, epoca tardo-imperiale, fattura nordafricana, splendida, come vede. Era destinato a conservare
documenti importanti. Come questo. Mi è sembrato adeguato
alla pergamena. Le cose belle devono stare con cose belle, non
crede?”
Senza darle il tempo di rispondere, apre il tubo con un unico semplice gesto. Il coperchio salta via, restando appeso a una
catenella. La Solari inclina il cilindro e un rotolo di pergamena,
legato da un nastro di seta bianca, scivola lentamente fuori dal
contenitore, come un serpente sorpreso dalla luce che illumini
d’improvviso la sua tana. Nancy trattiene il respiro. Tutta la sua
attenzione è rivolta alla pergamena.
La signora indica i due fermacarte imbottiti, simili a corti
paraspifferi. “Li prenda, per favore, e mi aiuti a stenderla.”
Nancy esegue, sistemandoli con cura in modo che la pergamena srotolata resti distesa. Larga una quarantina di centimetri
e lunga sessanta, è perfettamente conservata. Non si può credere che sia così antica.
12
Si china a osservare. L’esame è lungo e minuzioso, aiutato da
una lente d’ingrandimento.
“Incredibile,” dice. L’emozione le impedisce di aggiungere
altro.
L’atmosfera è tesa, la trattativa a un certo punto si fa cattiva. Nessuna delle due è disposta a cedere. Si detestano e non
intendono scambiarsi favori. Raggiungono l’accordo su una cifra considerevole quando è già pomeriggio inoltrato. Il denaro
passa di mano, in contanti.
I saluti sono rapidi e formali. Nemmeno adesso la Solari abbassa la guardia. Si chiede se l’altra sia stata più abile, se avrebbe potuto rilanciare ancora.
Nancy non si sente sicura. Teme che l’anziana signora possa
tentare di riprendersi la pergamena. Non sarebbe diffcile: in
casa sono in due contro una. Non fdandosi ha chiesto al tassista di attenderla davanti al cancello promettendogli una consistente somma di denaro, ma non si sa mai cosa può capitare.
Quasi a dar corpo ai suoi timori, il maggiordomo si materializza proprio in quel momento di fanco alla signora. I due
si scambiano un’occhiata d’intesa che la mette ancora più in
allarme. Istintivamente cerca con lo sguardo la pistola poggiata sul tavolo. Non c’è più. La Solari non riesce a trattenere
un sorriso sardonico. Imperturbabile, il maggiordomo fa segno a Nancy di precederlo. La padrona di casa le ha voltato le
spalle e Nancy esce. Scendono le scale in silenzio, attraversano
l’atrio e lui le apre la porta, facendosi da parte.
Fuori incomincia ad annottare e le ombre degli alberi si
allungano sulla stradina inghiaiata e sulla giovane donna che
procede a rapidi passi nervosi, la pergamena avvolta in un telo
bianco, riposta in una profonda tasca dell’ampio impermeabile. Non si sentirà tranquilla fno a quando non l’avrà messa
al sicuro. Il cancello è aperto e lei lo oltrepassa, diretta al taxi
13