Stato-mafia, un funzionario di polizia accusa `Trasferito
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Stato-mafia, un funzionario di polizia accusa `Trasferito
Stato-mafia, un funzionario di polizia accusa 'Trasferito dopo indagini su uomo di Mannino' La Procura convoca il primo testimone per il processo sulla trattativa, l'ex capo della squadra mobile di Trapani Rino Germanà. In aula anche la figlia di Salvo Lima: "Andreotti mi chiese se c'entrava qualcosa Ciancimino nel delitto di mio padre" di SALVO PALAZZOLO Il giorno che consegnò alla Procura di Marsala un rapporto giudiziario su Enzo Inzerillo, fedelissimo dell'allora ministro Calogero Mannino, fu chiamato d'urgenza a Roma dal vice capo della polizia, il prefetto Luigi Rossi, che gli chiese: "C'è qualcosa in quelle carte su Mannino?". Rino Germanà, oggi questore di Piacenza, è il primo testimone della Procura di Palermo nel processo per la trattativa Stato-mafia. I pm Nino Di Matteo e Roberto Tartaglia iniziano la loro indagine da Calogero Mannino, uno degli imputati di questo caso giudiziario, che però ha scelto di essere giudicato col rito abbreviato. Secondo la Procura, fu Mannino ad avviare la trattativa con i boss, perché temeva di essere ucciso. Nel mese di aprile del 1992, Germanà, allora funzionario della Criminalpol, era stato incaricato dalla Procura di Marsala di indagare su un tentativo di influenzare l'esito del processo per l'omicidio del capitano Basile, così come denunciato dal presidente della corte d'assise Salvatore Scaduti. "Fra i capitoli dell'indagine - ha spiegato Germanà - c'era quello di individuare un parlamentare di nome Enzo, che aveva sollecitato il notaio Pietro Ferraro a incontrare Scaduti". Germanà individuò il parlamentare in Enzo Inzerillo, "di area manniniana", ha specificato il teste. "Poche ore dopo la presentazione del rapporto venni chiamato dal vice capo della polizia, il capo della polizia criminale Luigi Rossi, che mi voleva parlare. Mi convocò a Roma, dove andai nel pomeriggio. Mi chiese se in quel rapporto c'era qualcosa su Mannino. Io gli dissi che avrei controllato meglio le carte e che il giorno dopo l'avrei chiamato. Così feci, ma intanto il dottor Di Costanza mi disse che aveva mandato il rapporto a Roma". Accadde due giorni prima della strage di Capaci. Il 7 giugno, all'improvviso, Germanà fu trasferito da Palermo a Mazara del Vallo. "Poco prima di essere trasferito, Mannino aveva chiesto di incontrarmi, tramite un mio cugino, Virginio Amodeo, ma non andai". Il 14 settembre, un commando di sicari formato da Leoluca Bagarella e Matteo Messina Denaro tentò di assassinare Germanà. Enzo Inzerillo è stato poi condannato per i suoi rapporti con le cosche. LA DEPOSIZIONE DI SUSANNA LIMA Sul pretorio della corte d'assise, all'aula bunker dell'Ucciardone, è poi salita Susanna Lima, figlia dell'eurodeputato Dc ucciso nel marzo 1992. "Andai a trovarlo a Roma, fra aprile e inizio maggio, per chiedergli consigli sulla costituzione di parte civile. Mentre stavo entrando nel suo studio, a palazzo Giustiniani, mi disse: "C'entra qualcosa Ciancimino nel delitto di tuo padre?". Ma io non sapevo nulla". La figlia di Lima ribadisce: "Mio padre non fece mai patti con nessuno. Poco prima di essere ucciso, non aveva alcuna preoccupazione".