Il packaging strumento di comunicazione,Master del Sangiovese

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Il packaging strumento di comunicazione,Master del Sangiovese
Concours Mondial de Bruxelles
2016
Il Concours Mondial de Bruxelles, itinerante dal 2006,
quest’anno per la prima volta approda a Plovdiv, capoluogo
della Tracia e seconda città della Bulgaria.
Dal 29 Aprile al 1 Maggio 2016 saranno 50 i paesi che
partecipano a questa edizione del Concours Mondial de
Bruxelles con più di 8500 bottiglie di vino in degustazione
provenienti da 45 paesi diversi. Sarà compito degli oltre 350
degustatori premiare i migliori vini partecipanti, compito
non facile vista l’alta qualità delle aziende che sperano di
aggiudicarsi uno dei tre riconoscimenti che vengono
attribuiti: Gran Medaglia d’Oro, Medaglia d’Oro, Medaglia
d’Argento.
L’edizione 2016, ha registrato ancora una crescita dopo che
il 2015 aveva riunito a Jesolo, 8015 campioni da 50 paesi e
300 degustatori professionisti e indipendenti come i
giornalisti tecnici e
sommelier. Le medaglie del Concours
Mondial de Bruxelles sono ormai diventate una garanzia per il
consumatore essendo un valido aiuto per l’acquisto utile in un
mercato con un’offerta sempre più ampia.
L’organizzazione del Concours Mondial de Bruxelles si è sempre
adoperata per mettere a punto un sistema di controllo esteso a
tutte le fasi della manifestazione, con controlli incrociati e
analisi chimica, fisica e sensoriale su una selezione di
vini medagliati in modo da comparare il campione presentato
con il prodotto immesso sul mercato.
Inoltre con
l’Istituto di Statistica dell’Università
Cattolica di Louvain è stato sviluppato uno strumento di
valutazione che si basa su simulazioni matematiche effettuate
sulle schede di degustazione di decine di migliaia di vini.
Tra i tanti paesi partecipanti da segnalare la Francia che
primeggia seguita da Spagna e Italia mentre il paese più
rappresentato dell’emisfero sud è il Cile che precede la
Bulgaria
che si trova al sesto posto. Per quanto riguarda
l’Italia 209 campioni arrivano dal Veneto seguito dalla
Sicilia con 195 campioni, Puglia con 179, Toscana con 145
campioni inviati e Abruzzo con 105. E che l’Italia guardi
sempre più al concorso è evidente: nell’edizione 2007 di
Maastricht erano 571 o campioni inviati a fronte dei 1324 di
quest’anno.
Tra le novità del
2016 il
maggior numero di importatori e buyers invitati mentre la
novità assoluta saranno i laboratori che quest’anno saranno
indirizzati ad un grande prodotto italiano: il Marsala. In
gara, quindi, anche un vino italiano ingiustamente quasi
dimenticato con 30 campioni
commissioni dei vini liquorosi.
per le degustazioni delle
Thomas Costenoble, Direttore del Concours Mondial de
Bruxelles si dichiara felice che il concorso si svolga in
Bulgaria, un paese – sottolinea – culla della produzione
vinicola da sempre, anche se forse non molti lo sanno. Plovdiv
si trova al centro di quella cultura vitivinicola – aggiunge
Costenoble- le cui prime testimonianze risalgono a 3000
millenni fa. Furono gli antichi Traci infatti ad introdurre
l’agricoltura su larga scala, sviluppando anche i primi
vigneti e le prime cantine come rudimentali aree di
lavorazione e conservazione del vino. Già Omero in entrambe le
opere a lui attribuite fa riferimento ai vini di questa
regione, e inoltre piatti, vasi e monete con raffigurazioni di
scene del consumo vinicolo sono state datate dagli archeologi
all’epoca della dominazione romana. Una storia affascinante di
cui seguiremo le tracce andando alla scoperta del territorio e
dei suoi tesori, conoscendo la gente, le cantine e le
produzioni di questa terra. Ancora una volta abbiamo
l’opportunità di arricchire il nostro bagaglio di conoscenze
in attesa di leggere con interesse e curiosità, come ogni
anno, i risultati finali di questa edizione, augurando fin da
ora il più grande successo a tutti i partecipanti”.
Il nostro giornale seguirà attentamente il Concours Mondial de
Bruxelles.
Roberta Capanni
Nuovo
network
comunicazione dell’Onav
di
Con la presentazione del nuovo progetto editoriale si va
delineando il network di comunicazione dell’Onav composto dal
sito
istituzionale
(www.onav.it),
dall’Onav
news
(www.onavnews.it) diretto da Guido Montaldo, giornalista,
esperto in comunicazione del vino ed infine da L’Assaggiatore,
periodico trimestrale per la cultura e la didattica del vino,
diretto da Daniele Cernilli, giornalista, membro cooptato del
Consiglio Nazionale e relatore ai corsi di II livello. In una
logica di network editoriale manca ancora la web tv a cui
sicuramente Vito Intini, vulcanico presidente a cui non
mancano le idee, ci starà pensando!
La nuova rivista, il cui ultimo numero era quello del Dicembre
2015 firmato da Paolo Monticone, storico direttore di
importanti testate piemontesi, è stata presentata sia nello
spazio incontri della Regione Piemonte che nella sala
multifunzione della Lombardia in occasione della 50^ edizione
del Vinitaly.
L’Assaggiatore nasce come bollettino alla fine degli anni
Settanta, passa a rivista tecnica, diventa house organ ceduta
a terzi e poi ritorna in ambito dell’Organizzazione con la
direzione prima del suo ideatore, Renato Gendre e poi di Paolo
Monticone. Aprile 2016: un nuovo corso, la rivista si propone
di entrare negli argomenti di attualità con approfondimenti
dal linguaggio snello,
non retorico e tanto meno
autocelebrativo.
I temi tecnici scientifici vengono
presentati con interviste realizzate dalla redazione ad
esperti del settore. Sul primo numero ad esempio troviamo il
contributo sul vino naturale del prof.
Vincenzo Gerbi,
professore ordinario presso l’Università di Torino e
presidente del Consiglio scientifico dell’Onav. Con una
ambiziosa verticale di Sassicaia dal 1968 al 2013, Daniele
Cernilli ripercorre la storia di un grande vino che proprio
nell’anno della scomparsa del suo enologo Giacomo Tachis
assume un significato diverso. E parlando di enologi troviamo
l’intervista ad Armando Cordero, per ben 35 anni Presidente
della Commissione del Barolo, che sarà presente in occasione
del Barolo Day del prossimo 16 aprile a Verduno.
La rivista non avrà il supporto pubblicitario di aziende
produttrici di vino quindi gli articoli relativi sono frutto
di una scelta di redazione. Uscita trimestrale, inviata a
tutti i soci Onav, giornalisti ed operatori del settore. È
possibile
sottoscrivere
l’abbonamento
annuale.
Un
anticipazione del prossimo numero: il Barolo Monfortino dal
1926 ad oggi.
Piera Genta
Donne del Vino: Vinitaly
chiusura in bellezza
Le Donne del Vino sono state molto presenti nell’edizione 2016
del
Vinitaly, che ha chiuso battendo tutti i records di
presenze. I 50 anni della manifestazione veronese,
sono
stati l’occasione per accendere sempre di più l’attenzione
verso il settore, soprattutto da parte della politica che
ancora molto deve fare per rendere competitive le aziende
italiane. Non a caso in questa edizione c’è stata la visita
del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del Premier Renzi, dei
Ministri dell’Agricoltura di tutti i Paesi dell’Unione
Europea.
130.000 operatori di cui 50.000 stranieri e di questi più
della metà non europei, un afflusso di buyer esteri mai visto
nella storia del Salone. E le Donne del Vino ne sono state
protagoniste: sei appuntamenti negli stand regionali di
Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Puglia, Sicilia, Veneto
dove le socie hanno incontrato anche i Governatori Debora
Serracchiani e Luca Zaia. Incontri con delegazioni consorelle
estere da Germania, Giappone, Polonia e Sud Africa, in uno
scambio continuo e proficuo.
le Donne del Vino hanno vissuto il Vinitaly 2016 in un clima
di festa ma avendo le idee chiare sul da farsi: dai corsi di
formazione per le candidate ai CdA dei consorzi del vino
finalizzati a stimolare la nascita di una nuova leadership
femminile nel vino, alla Festa delle Donne del Vino, iniziata
quest’anno dalla Toscana, che dal 2017
ogni sabato
precedente all’8 marzo organizzerà incontri sul vino.
Tagliata la torta del cinquantesimo compleanno con la
presidente delle Donne del vino Donatella Cinelli Colombini,
il Presidente di Veronafiere Maurizio Danese sorrideva felice.
Chiuse le porte della fiera le Donne del Vino hanno
festeggiato alla Gran Guardia, nel cuore di Verona. Una festa
vera e propria con 200 invitati, con “golosità” da tutto il
paese: un forno era arrivato dalla Liguria per preparare la
focaccia di Recco, c’erano i formaggi strabilianti selezionati
dall’abruzzese Antonello Egizi di Forme d’autore, il
siciliano Peppe Giuffrè di Officina Gastronomicala ha
realizzato la cassata in diretta. Poi le modelle della scuola
di portamento Fashion Class di Verona e i video sui brindisi
nei film e sui 50 anni di Vinitaly.
E ora, si torna in azienda con tutti i contatti presi e le
nuove esposizioni da organizzare.
Roberta Capanni
La
banca
a
fianco
produttori veneti
dei
A Vinitaly può succedere anche questo. I produttori veneti di
vino, infatti, si sono visti arrivare una mano tesa per
incrementare le loro possibilità di sviluppo dalla banca,
FriulAdria Crédit Agricole. Il direttore generale di
FriulAdria Crédit Agricole Roberto Ghisellini, personalmente
ha presentato i progetti di interesse dei produttori.
Ghibellini ha manifesto la
volontà di investire su progetti
tendenti allo sviluppo delle
aziende agricole. A supporto dei
progetti, i dati forniti da
Denis Pantini
Wine Monitor di
Nomisma, che mostrano le grandi
potenzialità
che
il
vino
italiano e veneto ha nei mercati esteri. E così FriulAdria,
banca attenta alle dinamiche del mercato, è entrata in gioco
con i suoi progetti proprio a favore dei produttori.
In questo periodo di proclami, ecco un esempio concreto, da
parte di una banca che è internazionale, ma nel contempo con
radici nel territorio; il direttore Ghisellini ha annunciato,
infatti, che in Veneto saranno aperti nuovi sportelli e ciò fa
ben sperare per una ripresa ancor più veloce.
Interessante la esposizione della ricerca fatta da Pantini che
è
possibile
visionare
sul
sito
di
Nomisma
(http://www.winemonitor.it/it/), dove il Veneto risulta al
primo posto fra le regioni italiane per il valore delle
esportazioni di vino. Interessante le caratteristiche del vino
per i consumatori italiani: territorialità, esperienza e
sostenibilità. Per i consumatori saranno i vini da vitigni
autoctoni i protagonisti indiscussi del futuro enologico
italiano.
Vinitaly 50 anni e sempre più
giovane
Il Salone Internazionale del Vino e dei Distillati che si
tiene a Verona, noto semplicemente come Vinitaly, compie 50
anni e all’inaugurazione ben si è meritato la presenza del
Capo dello Stato ospitante, almeno in un genetliaco così
importante, dato che non era mai avvenuto nel passato.
Il programma di questi giorni è nutrito, non solo stand
regionali di espositori italiani e stranieri ospitati, o per
tematica agroalimentare, bensì moltissimi momenti giornalieri
di incontri tecnici, culturali, informativi e formativi. Tra
questi è da segnalare il Convegno dal titolo «Cantine e
vigneti, consumi e mercati: cinquant’anni di storia del vino
italiano», tenuto dall’Osservatorio del Vino, con i partner
ISMEA, Wine Monitor, SDA Bocconi, CREA Viticoltura Enologia,
presso la Sala Conferenze dello Stand Mipaaf, svoltosi lunedì
11 aprile 2016.
“Abbiamo voluto rendere omaggio a questa 50a edizione di
Vinitaly con un convegno che ripercorresse gli ultimi 50 anni
del vigneto Italia, analizzandolo sotto differenti punti di
vista con gli approfondimenti dei. Un’analisi che ha
sottolineato come il mondo del nostro vino si sia evoluto,
investendo in qualità e concentrando la produzione nelle aree
più vocate proprio per valorizzare al meglio un prodotto che
sempre più è riconosciuto all’estero come ambasciatore
d’eccellenza”, ha esordito Domenico Zonin, presidente
dell’Osservatorio del Vino.
Indi ha spiegato come i partner
dell’Osservatorio hanno messo a
fuoco
diversi
aspetti
dell’evoluzione-rivoluzione del vino
italiano: dalla trasformazione della
geografia produttiva, che ha visto
cambiare radicalmente la tipologia dei vitigni coltivati nel
nostro Paese, all’analisi di come è cambiato il marketing del
vino delle imprese italiane per arrivare a capire come sono
evoluti stili di consumo e strategie distributive. Un cammino
di successo che ha portato il vino italiano da commodity a
specialty.
“Ora ci aspettano altri cinquant’anni di sviluppo – ha
aggiunto Zonin – nei quali grazie all’Osservatorio del Vino e
ai suoi partner potremo essere più puntuali e tempestivi
nell’orientare le nostre aziende con dati certi e letture
approfondite, per studiare strategie aziendali e attività
istituzionali aderenti alle necessità del nostro mondo con
l’obiettivo di affrontare il mercato senza doverlo subire
come, purtroppo, ancora in qualche caso avviene”.Vinitaly da
50 anni rappresenta la piattaforma di promozione all’estero
per eccellenza.
Ma per sviluppare il proprio business – ha commentato Giovanni
Mantovani, direttore generale di Veronafiere – servono anche
statistiche e dati di mercato sempre aggiornati.
L’Osservatorio del Vino promosso da UIV in questo senso
costituisce una risposta concreta. E da oggi può contare anche
sulla partnership di Vinitaly, aprendo una finestra di
monitoraggio permanente sul comparto che ci aiuterà ad
orientare le attività e le strategie a favore del vino
italiano, con una voce univoca, autorevole ed internazionale”.
“Il futuro è meglio del passato, però bisogna crederci”, ha
enfatizzato il Presidente del Consiglio
intervenendo nel suo spazio al Salone, e ci
crediamo sì, purché il vino italiano
mantenga garantita la propria qualità, come
pure i nostri distillati e il nostro olio
da ogni concorrenza e contraffazione.
Maura Sacher
Vinitaly 2016: l’Italia delle
eccellenze
Vinitaly. Verona ieri ha iniziato ufficialmente l’edizione
numero 50 del Vinitaly.. Una manifestazione cresciuta nel
tempo: nata nel 1967 con le Giornate del vino italiano oggi
diventata una delle prime manifestazioni mondiali del settore.
Il Vinitaly 2016 è stato inaugurato dal Presidente della
Repubblica Italiana Sergio Mattarella che nel suo discorso è
stato preceduto dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio
Martina, dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia e dal
Sindaco di Verona Flavio Tosi e dal presidente di Veronafiere
Maurizio Danese. Da sottolineare che è la prima volta nella
storia del Salone Internazionale dei Vini e dei Distillati che
un Capo dello Stato inaugura la manifestazione. Il presidente
Danese ha ricordato che durante la manifestazione si terrà lo
storico Forum dei Ministri dell’Agricoltura dei principali
paesi europei produttori di vino che il Ministro Maurizio
Martina ha voluto convocare proprio a Vinitaly 2016 ,
ribadendo la centralità della manifestazione per il sistema
vitivinicolo internazionale, luogo di incontro e dibattito,
sia tecnico sia a livello di politiche di sviluppo per il
comparto.
Il Presidente della
Repubblica Italiana
Sergio Mattarella
durante
la
premiazione
dell’Azienda Poderi
Morini
Ha inoltre sottolineato come la promozione della cultura e
della conoscenza della grande ricchezza varietale degli oltre
540 vitigni italiani, sia la chiave per aprire nuovi mercati,
consolidare quelli dove siamo già leader, conquistare quote di
mercato ai competitor sui mercati emergenti ricordando
l’apertura del Vinitaly International Academy che attraverso
seminari, degustazioni e incontri si propone in Italia e
all’estero come luogo permanente di formazione e di
approfondimento per gli appassionati di vino e gli operatori
che diventano così i nuovi ambasciatori del vino italiano nel
mondo.
Un’operazione senza precedenti, che fonda le radici nella
conoscenza e la fa diventare motore di sviluppo per il settore
ed i territori. L’obiettivo di tutti è quello di aumentare il
già alto tasso di internazionalità del Vinitaly 2016 e con
esso la capacità di generare valore per le aziende espositrici
ed il settore nel suo complesso. Nel 2015 sono stati, infatti,
quasi 150 mila gli operatori presenti dei quali il 37% esteri
provenienti da 141 Paesi, rispetto ai 119 dell’anno
precedente.
Tutti concordi sull’importanza, numeri alla mano, del settore
vitivinicolo e di tutto il comparto alimentare per il nostro
paese. Messe in evidenza anche criticità e necessità, come
sburocratizzazione del settore che oggi registra oltre 70
adempimenti di legge e naturalmente, la del prodotto che deve
combattere con contraffazioni e soppressione di dazi.
Sandro
Tasoniero
dell’azienda Sandro De
Bruno nel suo spazio al
Vinitaly
Un’edizione che promette bene con tante novità, tanti
convegni, incontri e degustazioni che come sempre mettono in
evidenza il grande lavoro e soprattutto la grande passione
messa dai produttori italiani.
Il 50° Vinitaly combacia anche con i 300 anni dall’editto di
Cosimo dei Medici che individuava la zona del Chianti come
atta alla produzione di vini. Presente alla manifestazione
anche il Presidente della Regione Toscana , Enrico Rossi, che
ha visitato
numerosi stand delle 701 tra cantine e consorzi,
il 17 % degli oltre quattromila presenti alla manifestazione.
Grande crescita anche le padiglione del Veneto dove nell’area
del Soave l’incremento di presenze rispetto alle aperture
delle passate edizioni era evidente come ci ha confermato
Sandro Tasoniero dell’azienda Sandro De Bruno di Montecchia di
Crosara (Vr)
produttore di alto livello del settore.
Nell’occasione abbiamo assaggiato le novità portate al
Vinitaly di cui parleremo ampiamente in un prossimo articolo.
Grandi Novità anche per il “guru” Burson nel
Padiglione
Emilia Romagna, Alberto Rusticali, di Tenuta Uccellina
presente alla prima giornata del Vinitaly 2016 con il figlio
Hermes. Oltre ai vitigni autoctoni ormai di tradizione
aziendale quali Longanesi, il Famoso, il Lanzesa che
accompagnano la produzione dell’azienda insieme ai classici,
anche un’assoluta novità di un eccezionale rosè.
Momento importante anche per un altro tra i nostri produttori
più seguiti, Alessandro Morini dei Poderi Morini, premiato dal
Presidente della Repubblica tra le aziende benemerite che
della viticultura italiana.
E il Vinitaly 2016
continua…
Roberta Capanni
Uno stellato “Tra Puteoli e
Pompei”
Capo Miseno, punta estrema della penisola flegrea del comune
di Bacoli (NA), la vista si perde nell’abbraccio del golfo di
Napoli e Pozzuoli, del canale di Procida e delle isole; uno
scenario che sa di divino.
Questa lingua di terra bagnata
dal mare, s’inerpica dolcemente
verso
il
Capo,
dove
la
vegetazione
rigogliosa
e
selvatica profuma di ginestre e
riporta alla memoria storia e
leggende.
“Cala Moresca – Anima Mediterranea” sorge tra tanta bellezza,
le sue sale hanno invidiabili vetrate su questo dono della
natura, ma le emozioni continuano a tavola con i piatti degli
chef resident Angelo Carannante ed Enzo Di Giovanni, e
prossimamente al ristorante gourmet “Caracol” integrato nella
struttura ad arricchire ancor più la proposta gastronomica del
complesso alberghiero.
Ed è proprio in questa prospettiva che si sono svolti gli
appuntamenti gastronomici del ciclo “Aspettando Caracol – Le
Stelle al Cala Moresca”, incentrati sull’arte culinaria di
chef stellati ospiti della struttura.
Al Cala Moresca nell’ultimo di questi appuntamenti, lo chef
stellato Paolo Gramaglia del rinomato President di Pompei, ha
accompagnato gli ospiti in un percorso degustativo dal nome
“Tra Puteoli e Pompei”, tratto dal libro dello scrittore
puteolano Mario Sirpettino, il quale ha introdotto la serata
nell’ intreccio atavico, culturale ed enogastronomico delle
due meravigliose realtà campane.
Poi è stato un susseguirsi di emozioni sensoriali, con i
piatti dello chef Gramaglia, realizzati in collaborazione con
gli chef resident e la brigata di cucina del Cala Moresca e
abbinati ai vini dell’azienda flegrea Di Criscio.
Le portate rappresentative dell’epoca romana, sono state
rievocative negli ingredienti come nei sapori.
Ogni piatto ha espressamente raccontato di Puteoli(Pozzuoli) e
Pompei, passando dal mare al Vesuvio, dal pesce al vino e gli
agrumi delle terre vulcaniche, frutti e verdure, colori e
profumi di una terra calda di sole e di cuore, fuochi e
fiamme, flambè di sapori e di storia tanto antica, tanto
attuale.
Angela Merolla
L’unico percorso che stimola
i sensi mai utilizzati nelle
degustazioni
Il turismo enologico è uno
strumento di successo per
promuovere i vini di un’azienda
e di un territorio. La visita
fatta in cantina è un’esperienza
unica, in grado di coinvolgere
il visitatore poiché suscita emozioni e regala ricordi. Si
traduce quindi in aumento delle vendite, conquista di nuovi
consumatori e aumento della propria reputazione. Infatti, dopo
che i visitatori hanno conosciuto l’azienda, la sua storia,
come sono fatti i vini, ecc,. il loro parere riguardo la
cantina accresce, così come la loro propensione all’acquisto.
Successivamente il passaparola, il più vecchio e miglior
sistema di Marketing esistente, funziona porta a porta. Fino
all’83% dei consumatori che hanno visitato una cantina
consiglia la visita a conoscenti, amici e parenti entro i
primi tre mesi dal suo passaggio. Ma non basta portare a
spasso le persone in azienda per ottenere il successo sperato:
la cantina deve offrire un’esperienza unica e distinta, con
degustazioni, momenti di confronto e approfondimento. In
questi ultimi anni tutte le cantine, soprattutto nell’area
delle Langhe e del Roero, si sono attrezzate ristrutturandole
per creare dei percorsi di visita e di degustazione per far
conoscere ai visitatori i propri vini con un format però
limitato alla visita e alla degustazione. Massucco dopo anni
di studio durante le centinaia di visite nelle cantine che
ogni anno ospita nella propria sede a Castagnito (CN) in Via
Serra, 21 e grazie anche alla sua esperienza decennale di
produzione di prodotti tipici del Territorio e al Ristorante
di Famiglia ” Le Vigne e i Falo” ha saputo raccogliere quelle
che sono le esigenze dei propri visitatori e in occasione
della 50° edizione del Vinitaly al Padiglione 10 Stand P2 ha
sviluppato un progetto, unico nel settore enologico, grazie
alla collaborazione con proffessionisti del settore del
Wellness come la SPA Selection : il Massucco Wine Wellness.
E un innovativo e unico progetto dove le persone o i gruppi di
persone, sempre più presenti nell’area soprattutto stranieri
(più 40% solo l’anno scorso), possono vivere un’esperienza
multi sensoriale enologica a 360 °. Un rituale che coinvolge
tutti i sensi per poter vivere ed apprezzare il vino in tutti
i suoi aspetti, dalla vista, offerta dai meravigliosi paesaggi
attraverso i filari dei vigneti e dalla cantina, al gusto, non
solo del vino ma con attenti abbinamenti al cibo, all’olfatto
e al tatto.
Massucco Export Dept.
AZIENDA AGRICOLA MASSUCCO F.LLI
Via SERRA, 21/C
12050 CASTAGNITO (CN) ITALY
Mob.:+39.345-2311709
Tel: +39-0173-211 890
Email: [email protected]
Skype: export.massuccovini
www.massuccovini.com
www.massuccowine.com
A Verona battesimo doc unica
del Friuli?
Qualche anno fa al Vinitaly di Verona la Regione Friuli
Venezia Giulia ha tenuto a battesimo il “Friulano”,
l’etichetta che ha definitivamente sostituito il locale Tocai,
nulla a vedere con il Tokaj (o Tokaji) ungherese, vino dolce
da dessert, mentre il nostro era bianco sì ma secco, gustato
tradizionalmente come aperitivo, il classico ‘spritz’, o con
piatti di pesce. Ma ai comandi della UE si obbedisce, e la
ferita rimane.
Ora altri giochi si stanno concludendo, arriva ufficialmente
la “DOC unica” regionale, e, nonostante qualcuno perseveri a
parlarne mettendo i verbi al condizionale, la cosa è fatta.
Fatta tra i Consorzi di tutela dei vini DOC del Friuli, che
nel 2011 hano formalizzato un nuovo super consorzio, un
Consorzio dei Consorzi (soci fondatori 6 Consorzi di tutela
dei vini DOC Friuli Annia, Friuli Aquileia, Friuli Colli
Orientali e Ramandolo, Friuli Grave, Friuli Isonzo e Friuli
Latisana). Fatta a Roma con il beneplacito del Governo,
infatti la Commissione tecnico-normativa del Comitato
Nazionale Vini Dop e Igp del Mipaaf in febbraio di quest’anno
ha espresso parere positivo alla richiesta di istituzione di
un’unica Doc per i vini prodotti nella regione Friuli Venezia
Giulia.
Sono più di sei-sette anni che la Regione FVG preme sul
progetto. Progetto da cui il Carso è escluso, già autoesclusosi in un giro di polemiche in merito all’estensione
consortile veneto-friulana della Doc Prosecco, e che ora sta
battagliando con la Slovenia e la Croazia e pure con la UE
sulla denominazione del vino Terrano, un’altra storia di cui
abbiamo parlato e ne riparleremo.
A fronte delle espressioni di grande soddisfazione di
Cristiano Shaurli, da neanche un anno Assessore regionale alle
risorse agricole e forestali, che a dispetto del cognome è
friulano di Faedis, succeduto sulla poltrona regionale a
Claudio Violino, il battezzatore del “Friulano” a Vinitaly,
bisognerebbe rispolverare anche un campione delle dispute sui
progetti della Doc interregionale del Pinot Grigio con FVG,
Veneto e Trentino.
Fa sapere Shaurli «Ottenere la Doc sarebbe un successo non
solo delle istituzioni e della politica, ma soprattutto di una
filiera capace del salto di qualità per raggiungere un
traguardo atteso da trent’anni».
Ci sono alcuni produttori e
diversi esperti di enologia che
credono valga di più alla
connotazione del territorio di
origine
delle
uve
per
caratterizzare la Denominazione
d’Origine Controllata.
Sennò, che fine fa il valore
del “terroir”?
Maura Sacher
Menu nella lingua dei segni
Non lo ha imposto la UE e nemmeno lo ha prescritto il dottore,
invece, prevedere nei ristoranti un menu nella lingua dei
segni (LIS) si è affermata come iniziativa privata, volontaria
ed altruista, in una sinergia di intenti con altri
protagonisti del sociale.
A volte anche degli enti pubblici si lasciano coinvolgere,
come nel caso di Pomigliano d’Arco e di Trieste.
A Pomigliano d’Arco le “carte” di ristoranti, pub, bar,
trattorie, fornite dagli esercenti per la traduzione entro il
15 febbraio 2016, saranno realizzate sotto forma di locandine,
interamente a spese dall’assessorato alle politiche sociali
del Comune.
A Trieste, nel progetto “Ascoltare con gli occhi, parlare con
le mani”, curato dalla sezione triestina dell’ente nazionale
sordi in collaborazione con l’assessorato alle politiche
sociali del Comune e la sezione provinciale della Fipe,
verranno creati dei menu speciali redatti nella lingua dei
segni. Saranno dei listini con immagini di ordinazioni
codificate dai gesti, un vademecum
visivo per agevolare sia i non udenti
sia camerieri che prendono le
ordinazioni.
L’idea è di distribuirli almeno in 500
copie tra bar e locali del comune
triestino. Il menu al momento
comprende una tipologia di 14
raffigurazioni che fanno riferimento
all’ordinazione delle bibite più
tipiche: dal caffè alla birra (alla
spina oppure in lattina) fino
all’amaro e al vino.
Sulla tematica del linguaggio dei segni nella ristorazione
esistono dei precedenti.
Nella promozione di un ristorante a Concapeligna,
nell’altipiano Abruzzese, il Ristorante Moretto, si legge “Nel
nostro ristorante si parla inglese, spagnolo, francese, arabo
e la lingua dei segni”.
Nel 2014 a Toronto in Canada è stato inaugurato il primo
ristorante
per
sordi,
il
“Signs”,
dove
si
ordina
esclusivamente con il linguaggio
dei segni giacché il personale è
composto da camerieri non
udenti. Secondo il promotore
dell’iniziativa è anche uno sistema per creare nuovi posti di
lavoro per una categoria fortemente penalizzata dal proprio
handicap.
Tornando a Trieste, tutto nasce dal successo degli “Aperitivi
silenziosi”, a cadenza mensile organizzati dal gruppo Koala,
grazie all’iniziativa di Barbara Cova e Francesca Lisjak (nel
2014 presidente provinciale Ens – Ente Nazionale Sordi, eletta
nel 2015 presidente regionale), che per prime hanno
collaborato affinché le persone normodotate potessero
rapportarsi con i non udenti organizzando eventi per far
imparare ai cittadini la Lis, lingua dei segni, lingua che,
contrariamente a quanto si può pensare, non è una lingua
universale, ma varia non solo da Nazione a Nazione, ma da
città a città con Lis addirittura dialettali.
Maura Sacher