Il packaging strumento di comunicazione,Master del Sangiovese
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Il packaging strumento di comunicazione,Master del Sangiovese
Concours Mondial de Bruxelles 2016 Il Concours Mondial de Bruxelles, itinerante dal 2006, quest’anno per la prima volta approda a Plovdiv, capoluogo della Tracia e seconda città della Bulgaria. Dal 29 Aprile al 1 Maggio 2016 saranno 50 i paesi che partecipano a questa edizione del Concours Mondial de Bruxelles con più di 8500 bottiglie di vino in degustazione provenienti da 45 paesi diversi. Sarà compito degli oltre 350 degustatori premiare i migliori vini partecipanti, compito non facile vista l’alta qualità delle aziende che sperano di aggiudicarsi uno dei tre riconoscimenti che vengono attribuiti: Gran Medaglia d’Oro, Medaglia d’Oro, Medaglia d’Argento. L’edizione 2016, ha registrato ancora una crescita dopo che il 2015 aveva riunito a Jesolo, 8015 campioni da 50 paesi e 300 degustatori professionisti e indipendenti come i giornalisti tecnici e sommelier. Le medaglie del Concours Mondial de Bruxelles sono ormai diventate una garanzia per il consumatore essendo un valido aiuto per l’acquisto utile in un mercato con un’offerta sempre più ampia. L’organizzazione del Concours Mondial de Bruxelles si è sempre adoperata per mettere a punto un sistema di controllo esteso a tutte le fasi della manifestazione, con controlli incrociati e analisi chimica, fisica e sensoriale su una selezione di vini medagliati in modo da comparare il campione presentato con il prodotto immesso sul mercato. Inoltre con l’Istituto di Statistica dell’Università Cattolica di Louvain è stato sviluppato uno strumento di valutazione che si basa su simulazioni matematiche effettuate sulle schede di degustazione di decine di migliaia di vini. Tra i tanti paesi partecipanti da segnalare la Francia che primeggia seguita da Spagna e Italia mentre il paese più rappresentato dell’emisfero sud è il Cile che precede la Bulgaria che si trova al sesto posto. Per quanto riguarda l’Italia 209 campioni arrivano dal Veneto seguito dalla Sicilia con 195 campioni, Puglia con 179, Toscana con 145 campioni inviati e Abruzzo con 105. E che l’Italia guardi sempre più al concorso è evidente: nell’edizione 2007 di Maastricht erano 571 o campioni inviati a fronte dei 1324 di quest’anno. Tra le novità del 2016 il maggior numero di importatori e buyers invitati mentre la novità assoluta saranno i laboratori che quest’anno saranno indirizzati ad un grande prodotto italiano: il Marsala. In gara, quindi, anche un vino italiano ingiustamente quasi dimenticato con 30 campioni commissioni dei vini liquorosi. per le degustazioni delle Thomas Costenoble, Direttore del Concours Mondial de Bruxelles si dichiara felice che il concorso si svolga in Bulgaria, un paese – sottolinea – culla della produzione vinicola da sempre, anche se forse non molti lo sanno. Plovdiv si trova al centro di quella cultura vitivinicola – aggiunge Costenoble- le cui prime testimonianze risalgono a 3000 millenni fa. Furono gli antichi Traci infatti ad introdurre l’agricoltura su larga scala, sviluppando anche i primi vigneti e le prime cantine come rudimentali aree di lavorazione e conservazione del vino. Già Omero in entrambe le opere a lui attribuite fa riferimento ai vini di questa regione, e inoltre piatti, vasi e monete con raffigurazioni di scene del consumo vinicolo sono state datate dagli archeologi all’epoca della dominazione romana. Una storia affascinante di cui seguiremo le tracce andando alla scoperta del territorio e dei suoi tesori, conoscendo la gente, le cantine e le produzioni di questa terra. Ancora una volta abbiamo l’opportunità di arricchire il nostro bagaglio di conoscenze in attesa di leggere con interesse e curiosità, come ogni anno, i risultati finali di questa edizione, augurando fin da ora il più grande successo a tutti i partecipanti”. Il nostro giornale seguirà attentamente il Concours Mondial de Bruxelles. Roberta Capanni Nuovo network comunicazione dell’Onav di Con la presentazione del nuovo progetto editoriale si va delineando il network di comunicazione dell’Onav composto dal sito istituzionale (www.onav.it), dall’Onav news (www.onavnews.it) diretto da Guido Montaldo, giornalista, esperto in comunicazione del vino ed infine da L’Assaggiatore, periodico trimestrale per la cultura e la didattica del vino, diretto da Daniele Cernilli, giornalista, membro cooptato del Consiglio Nazionale e relatore ai corsi di II livello. In una logica di network editoriale manca ancora la web tv a cui sicuramente Vito Intini, vulcanico presidente a cui non mancano le idee, ci starà pensando! La nuova rivista, il cui ultimo numero era quello del Dicembre 2015 firmato da Paolo Monticone, storico direttore di importanti testate piemontesi, è stata presentata sia nello spazio incontri della Regione Piemonte che nella sala multifunzione della Lombardia in occasione della 50^ edizione del Vinitaly. L’Assaggiatore nasce come bollettino alla fine degli anni Settanta, passa a rivista tecnica, diventa house organ ceduta a terzi e poi ritorna in ambito dell’Organizzazione con la direzione prima del suo ideatore, Renato Gendre e poi di Paolo Monticone. Aprile 2016: un nuovo corso, la rivista si propone di entrare negli argomenti di attualità con approfondimenti dal linguaggio snello, non retorico e tanto meno autocelebrativo. I temi tecnici scientifici vengono presentati con interviste realizzate dalla redazione ad esperti del settore. Sul primo numero ad esempio troviamo il contributo sul vino naturale del prof. Vincenzo Gerbi, professore ordinario presso l’Università di Torino e presidente del Consiglio scientifico dell’Onav. Con una ambiziosa verticale di Sassicaia dal 1968 al 2013, Daniele Cernilli ripercorre la storia di un grande vino che proprio nell’anno della scomparsa del suo enologo Giacomo Tachis assume un significato diverso. E parlando di enologi troviamo l’intervista ad Armando Cordero, per ben 35 anni Presidente della Commissione del Barolo, che sarà presente in occasione del Barolo Day del prossimo 16 aprile a Verduno. La rivista non avrà il supporto pubblicitario di aziende produttrici di vino quindi gli articoli relativi sono frutto di una scelta di redazione. Uscita trimestrale, inviata a tutti i soci Onav, giornalisti ed operatori del settore. È possibile sottoscrivere l’abbonamento annuale. Un anticipazione del prossimo numero: il Barolo Monfortino dal 1926 ad oggi. Piera Genta Donne del Vino: Vinitaly chiusura in bellezza Le Donne del Vino sono state molto presenti nell’edizione 2016 del Vinitaly, che ha chiuso battendo tutti i records di presenze. I 50 anni della manifestazione veronese, sono stati l’occasione per accendere sempre di più l’attenzione verso il settore, soprattutto da parte della politica che ancora molto deve fare per rendere competitive le aziende italiane. Non a caso in questa edizione c’è stata la visita del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del Premier Renzi, dei Ministri dell’Agricoltura di tutti i Paesi dell’Unione Europea. 130.000 operatori di cui 50.000 stranieri e di questi più della metà non europei, un afflusso di buyer esteri mai visto nella storia del Salone. E le Donne del Vino ne sono state protagoniste: sei appuntamenti negli stand regionali di Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Puglia, Sicilia, Veneto dove le socie hanno incontrato anche i Governatori Debora Serracchiani e Luca Zaia. Incontri con delegazioni consorelle estere da Germania, Giappone, Polonia e Sud Africa, in uno scambio continuo e proficuo. le Donne del Vino hanno vissuto il Vinitaly 2016 in un clima di festa ma avendo le idee chiare sul da farsi: dai corsi di formazione per le candidate ai CdA dei consorzi del vino finalizzati a stimolare la nascita di una nuova leadership femminile nel vino, alla Festa delle Donne del Vino, iniziata quest’anno dalla Toscana, che dal 2017 ogni sabato precedente all’8 marzo organizzerà incontri sul vino. Tagliata la torta del cinquantesimo compleanno con la presidente delle Donne del vino Donatella Cinelli Colombini, il Presidente di Veronafiere Maurizio Danese sorrideva felice. Chiuse le porte della fiera le Donne del Vino hanno festeggiato alla Gran Guardia, nel cuore di Verona. Una festa vera e propria con 200 invitati, con “golosità” da tutto il paese: un forno era arrivato dalla Liguria per preparare la focaccia di Recco, c’erano i formaggi strabilianti selezionati dall’abruzzese Antonello Egizi di Forme d’autore, il siciliano Peppe Giuffrè di Officina Gastronomicala ha realizzato la cassata in diretta. Poi le modelle della scuola di portamento Fashion Class di Verona e i video sui brindisi nei film e sui 50 anni di Vinitaly. E ora, si torna in azienda con tutti i contatti presi e le nuove esposizioni da organizzare. Roberta Capanni La banca a fianco produttori veneti dei A Vinitaly può succedere anche questo. I produttori veneti di vino, infatti, si sono visti arrivare una mano tesa per incrementare le loro possibilità di sviluppo dalla banca, FriulAdria Crédit Agricole. Il direttore generale di FriulAdria Crédit Agricole Roberto Ghisellini, personalmente ha presentato i progetti di interesse dei produttori. Ghibellini ha manifesto la volontà di investire su progetti tendenti allo sviluppo delle aziende agricole. A supporto dei progetti, i dati forniti da Denis Pantini Wine Monitor di Nomisma, che mostrano le grandi potenzialità che il vino italiano e veneto ha nei mercati esteri. E così FriulAdria, banca attenta alle dinamiche del mercato, è entrata in gioco con i suoi progetti proprio a favore dei produttori. In questo periodo di proclami, ecco un esempio concreto, da parte di una banca che è internazionale, ma nel contempo con radici nel territorio; il direttore Ghisellini ha annunciato, infatti, che in Veneto saranno aperti nuovi sportelli e ciò fa ben sperare per una ripresa ancor più veloce. Interessante la esposizione della ricerca fatta da Pantini che è possibile visionare sul sito di Nomisma (http://www.winemonitor.it/it/), dove il Veneto risulta al primo posto fra le regioni italiane per il valore delle esportazioni di vino. Interessante le caratteristiche del vino per i consumatori italiani: territorialità, esperienza e sostenibilità. Per i consumatori saranno i vini da vitigni autoctoni i protagonisti indiscussi del futuro enologico italiano. Vinitaly 50 anni e sempre più giovane Il Salone Internazionale del Vino e dei Distillati che si tiene a Verona, noto semplicemente come Vinitaly, compie 50 anni e all’inaugurazione ben si è meritato la presenza del Capo dello Stato ospitante, almeno in un genetliaco così importante, dato che non era mai avvenuto nel passato. Il programma di questi giorni è nutrito, non solo stand regionali di espositori italiani e stranieri ospitati, o per tematica agroalimentare, bensì moltissimi momenti giornalieri di incontri tecnici, culturali, informativi e formativi. Tra questi è da segnalare il Convegno dal titolo «Cantine e vigneti, consumi e mercati: cinquant’anni di storia del vino italiano», tenuto dall’Osservatorio del Vino, con i partner ISMEA, Wine Monitor, SDA Bocconi, CREA Viticoltura Enologia, presso la Sala Conferenze dello Stand Mipaaf, svoltosi lunedì 11 aprile 2016. “Abbiamo voluto rendere omaggio a questa 50a edizione di Vinitaly con un convegno che ripercorresse gli ultimi 50 anni del vigneto Italia, analizzandolo sotto differenti punti di vista con gli approfondimenti dei. Un’analisi che ha sottolineato come il mondo del nostro vino si sia evoluto, investendo in qualità e concentrando la produzione nelle aree più vocate proprio per valorizzare al meglio un prodotto che sempre più è riconosciuto all’estero come ambasciatore d’eccellenza”, ha esordito Domenico Zonin, presidente dell’Osservatorio del Vino. Indi ha spiegato come i partner dell’Osservatorio hanno messo a fuoco diversi aspetti dell’evoluzione-rivoluzione del vino italiano: dalla trasformazione della geografia produttiva, che ha visto cambiare radicalmente la tipologia dei vitigni coltivati nel nostro Paese, all’analisi di come è cambiato il marketing del vino delle imprese italiane per arrivare a capire come sono evoluti stili di consumo e strategie distributive. Un cammino di successo che ha portato il vino italiano da commodity a specialty. “Ora ci aspettano altri cinquant’anni di sviluppo – ha aggiunto Zonin – nei quali grazie all’Osservatorio del Vino e ai suoi partner potremo essere più puntuali e tempestivi nell’orientare le nostre aziende con dati certi e letture approfondite, per studiare strategie aziendali e attività istituzionali aderenti alle necessità del nostro mondo con l’obiettivo di affrontare il mercato senza doverlo subire come, purtroppo, ancora in qualche caso avviene”.Vinitaly da 50 anni rappresenta la piattaforma di promozione all’estero per eccellenza. Ma per sviluppare il proprio business – ha commentato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – servono anche statistiche e dati di mercato sempre aggiornati. L’Osservatorio del Vino promosso da UIV in questo senso costituisce una risposta concreta. E da oggi può contare anche sulla partnership di Vinitaly, aprendo una finestra di monitoraggio permanente sul comparto che ci aiuterà ad orientare le attività e le strategie a favore del vino italiano, con una voce univoca, autorevole ed internazionale”. “Il futuro è meglio del passato, però bisogna crederci”, ha enfatizzato il Presidente del Consiglio intervenendo nel suo spazio al Salone, e ci crediamo sì, purché il vino italiano mantenga garantita la propria qualità, come pure i nostri distillati e il nostro olio da ogni concorrenza e contraffazione. Maura Sacher Vinitaly 2016: l’Italia delle eccellenze Vinitaly. Verona ieri ha iniziato ufficialmente l’edizione numero 50 del Vinitaly.. Una manifestazione cresciuta nel tempo: nata nel 1967 con le Giornate del vino italiano oggi diventata una delle prime manifestazioni mondiali del settore. Il Vinitaly 2016 è stato inaugurato dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella che nel suo discorso è stato preceduto dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia e dal Sindaco di Verona Flavio Tosi e dal presidente di Veronafiere Maurizio Danese. Da sottolineare che è la prima volta nella storia del Salone Internazionale dei Vini e dei Distillati che un Capo dello Stato inaugura la manifestazione. Il presidente Danese ha ricordato che durante la manifestazione si terrà lo storico Forum dei Ministri dell’Agricoltura dei principali paesi europei produttori di vino che il Ministro Maurizio Martina ha voluto convocare proprio a Vinitaly 2016 , ribadendo la centralità della manifestazione per il sistema vitivinicolo internazionale, luogo di incontro e dibattito, sia tecnico sia a livello di politiche di sviluppo per il comparto. Il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella durante la premiazione dell’Azienda Poderi Morini Ha inoltre sottolineato come la promozione della cultura e della conoscenza della grande ricchezza varietale degli oltre 540 vitigni italiani, sia la chiave per aprire nuovi mercati, consolidare quelli dove siamo già leader, conquistare quote di mercato ai competitor sui mercati emergenti ricordando l’apertura del Vinitaly International Academy che attraverso seminari, degustazioni e incontri si propone in Italia e all’estero come luogo permanente di formazione e di approfondimento per gli appassionati di vino e gli operatori che diventano così i nuovi ambasciatori del vino italiano nel mondo. Un’operazione senza precedenti, che fonda le radici nella conoscenza e la fa diventare motore di sviluppo per il settore ed i territori. L’obiettivo di tutti è quello di aumentare il già alto tasso di internazionalità del Vinitaly 2016 e con esso la capacità di generare valore per le aziende espositrici ed il settore nel suo complesso. Nel 2015 sono stati, infatti, quasi 150 mila gli operatori presenti dei quali il 37% esteri provenienti da 141 Paesi, rispetto ai 119 dell’anno precedente. Tutti concordi sull’importanza, numeri alla mano, del settore vitivinicolo e di tutto il comparto alimentare per il nostro paese. Messe in evidenza anche criticità e necessità, come sburocratizzazione del settore che oggi registra oltre 70 adempimenti di legge e naturalmente, la del prodotto che deve combattere con contraffazioni e soppressione di dazi. Sandro Tasoniero dell’azienda Sandro De Bruno nel suo spazio al Vinitaly Un’edizione che promette bene con tante novità, tanti convegni, incontri e degustazioni che come sempre mettono in evidenza il grande lavoro e soprattutto la grande passione messa dai produttori italiani. Il 50° Vinitaly combacia anche con i 300 anni dall’editto di Cosimo dei Medici che individuava la zona del Chianti come atta alla produzione di vini. Presente alla manifestazione anche il Presidente della Regione Toscana , Enrico Rossi, che ha visitato numerosi stand delle 701 tra cantine e consorzi, il 17 % degli oltre quattromila presenti alla manifestazione. Grande crescita anche le padiglione del Veneto dove nell’area del Soave l’incremento di presenze rispetto alle aperture delle passate edizioni era evidente come ci ha confermato Sandro Tasoniero dell’azienda Sandro De Bruno di Montecchia di Crosara (Vr) produttore di alto livello del settore. Nell’occasione abbiamo assaggiato le novità portate al Vinitaly di cui parleremo ampiamente in un prossimo articolo. Grandi Novità anche per il “guru” Burson nel Padiglione Emilia Romagna, Alberto Rusticali, di Tenuta Uccellina presente alla prima giornata del Vinitaly 2016 con il figlio Hermes. Oltre ai vitigni autoctoni ormai di tradizione aziendale quali Longanesi, il Famoso, il Lanzesa che accompagnano la produzione dell’azienda insieme ai classici, anche un’assoluta novità di un eccezionale rosè. Momento importante anche per un altro tra i nostri produttori più seguiti, Alessandro Morini dei Poderi Morini, premiato dal Presidente della Repubblica tra le aziende benemerite che della viticultura italiana. E il Vinitaly 2016 continua… Roberta Capanni Uno stellato “Tra Puteoli e Pompei” Capo Miseno, punta estrema della penisola flegrea del comune di Bacoli (NA), la vista si perde nell’abbraccio del golfo di Napoli e Pozzuoli, del canale di Procida e delle isole; uno scenario che sa di divino. Questa lingua di terra bagnata dal mare, s’inerpica dolcemente verso il Capo, dove la vegetazione rigogliosa e selvatica profuma di ginestre e riporta alla memoria storia e leggende. “Cala Moresca – Anima Mediterranea” sorge tra tanta bellezza, le sue sale hanno invidiabili vetrate su questo dono della natura, ma le emozioni continuano a tavola con i piatti degli chef resident Angelo Carannante ed Enzo Di Giovanni, e prossimamente al ristorante gourmet “Caracol” integrato nella struttura ad arricchire ancor più la proposta gastronomica del complesso alberghiero. Ed è proprio in questa prospettiva che si sono svolti gli appuntamenti gastronomici del ciclo “Aspettando Caracol – Le Stelle al Cala Moresca”, incentrati sull’arte culinaria di chef stellati ospiti della struttura. Al Cala Moresca nell’ultimo di questi appuntamenti, lo chef stellato Paolo Gramaglia del rinomato President di Pompei, ha accompagnato gli ospiti in un percorso degustativo dal nome “Tra Puteoli e Pompei”, tratto dal libro dello scrittore puteolano Mario Sirpettino, il quale ha introdotto la serata nell’ intreccio atavico, culturale ed enogastronomico delle due meravigliose realtà campane. Poi è stato un susseguirsi di emozioni sensoriali, con i piatti dello chef Gramaglia, realizzati in collaborazione con gli chef resident e la brigata di cucina del Cala Moresca e abbinati ai vini dell’azienda flegrea Di Criscio. Le portate rappresentative dell’epoca romana, sono state rievocative negli ingredienti come nei sapori. Ogni piatto ha espressamente raccontato di Puteoli(Pozzuoli) e Pompei, passando dal mare al Vesuvio, dal pesce al vino e gli agrumi delle terre vulcaniche, frutti e verdure, colori e profumi di una terra calda di sole e di cuore, fuochi e fiamme, flambè di sapori e di storia tanto antica, tanto attuale. Angela Merolla L’unico percorso che stimola i sensi mai utilizzati nelle degustazioni Il turismo enologico è uno strumento di successo per promuovere i vini di un’azienda e di un territorio. La visita fatta in cantina è un’esperienza unica, in grado di coinvolgere il visitatore poiché suscita emozioni e regala ricordi. Si traduce quindi in aumento delle vendite, conquista di nuovi consumatori e aumento della propria reputazione. Infatti, dopo che i visitatori hanno conosciuto l’azienda, la sua storia, come sono fatti i vini, ecc,. il loro parere riguardo la cantina accresce, così come la loro propensione all’acquisto. Successivamente il passaparola, il più vecchio e miglior sistema di Marketing esistente, funziona porta a porta. Fino all’83% dei consumatori che hanno visitato una cantina consiglia la visita a conoscenti, amici e parenti entro i primi tre mesi dal suo passaggio. Ma non basta portare a spasso le persone in azienda per ottenere il successo sperato: la cantina deve offrire un’esperienza unica e distinta, con degustazioni, momenti di confronto e approfondimento. In questi ultimi anni tutte le cantine, soprattutto nell’area delle Langhe e del Roero, si sono attrezzate ristrutturandole per creare dei percorsi di visita e di degustazione per far conoscere ai visitatori i propri vini con un format però limitato alla visita e alla degustazione. Massucco dopo anni di studio durante le centinaia di visite nelle cantine che ogni anno ospita nella propria sede a Castagnito (CN) in Via Serra, 21 e grazie anche alla sua esperienza decennale di produzione di prodotti tipici del Territorio e al Ristorante di Famiglia ” Le Vigne e i Falo” ha saputo raccogliere quelle che sono le esigenze dei propri visitatori e in occasione della 50° edizione del Vinitaly al Padiglione 10 Stand P2 ha sviluppato un progetto, unico nel settore enologico, grazie alla collaborazione con proffessionisti del settore del Wellness come la SPA Selection : il Massucco Wine Wellness. E un innovativo e unico progetto dove le persone o i gruppi di persone, sempre più presenti nell’area soprattutto stranieri (più 40% solo l’anno scorso), possono vivere un’esperienza multi sensoriale enologica a 360 °. Un rituale che coinvolge tutti i sensi per poter vivere ed apprezzare il vino in tutti i suoi aspetti, dalla vista, offerta dai meravigliosi paesaggi attraverso i filari dei vigneti e dalla cantina, al gusto, non solo del vino ma con attenti abbinamenti al cibo, all’olfatto e al tatto. Massucco Export Dept. AZIENDA AGRICOLA MASSUCCO F.LLI Via SERRA, 21/C 12050 CASTAGNITO (CN) ITALY Mob.:+39.345-2311709 Tel: +39-0173-211 890 Email: [email protected] Skype: export.massuccovini www.massuccovini.com www.massuccowine.com A Verona battesimo doc unica del Friuli? Qualche anno fa al Vinitaly di Verona la Regione Friuli Venezia Giulia ha tenuto a battesimo il “Friulano”, l’etichetta che ha definitivamente sostituito il locale Tocai, nulla a vedere con il Tokaj (o Tokaji) ungherese, vino dolce da dessert, mentre il nostro era bianco sì ma secco, gustato tradizionalmente come aperitivo, il classico ‘spritz’, o con piatti di pesce. Ma ai comandi della UE si obbedisce, e la ferita rimane. Ora altri giochi si stanno concludendo, arriva ufficialmente la “DOC unica” regionale, e, nonostante qualcuno perseveri a parlarne mettendo i verbi al condizionale, la cosa è fatta. Fatta tra i Consorzi di tutela dei vini DOC del Friuli, che nel 2011 hano formalizzato un nuovo super consorzio, un Consorzio dei Consorzi (soci fondatori 6 Consorzi di tutela dei vini DOC Friuli Annia, Friuli Aquileia, Friuli Colli Orientali e Ramandolo, Friuli Grave, Friuli Isonzo e Friuli Latisana). Fatta a Roma con il beneplacito del Governo, infatti la Commissione tecnico-normativa del Comitato Nazionale Vini Dop e Igp del Mipaaf in febbraio di quest’anno ha espresso parere positivo alla richiesta di istituzione di un’unica Doc per i vini prodotti nella regione Friuli Venezia Giulia. Sono più di sei-sette anni che la Regione FVG preme sul progetto. Progetto da cui il Carso è escluso, già autoesclusosi in un giro di polemiche in merito all’estensione consortile veneto-friulana della Doc Prosecco, e che ora sta battagliando con la Slovenia e la Croazia e pure con la UE sulla denominazione del vino Terrano, un’altra storia di cui abbiamo parlato e ne riparleremo. A fronte delle espressioni di grande soddisfazione di Cristiano Shaurli, da neanche un anno Assessore regionale alle risorse agricole e forestali, che a dispetto del cognome è friulano di Faedis, succeduto sulla poltrona regionale a Claudio Violino, il battezzatore del “Friulano” a Vinitaly, bisognerebbe rispolverare anche un campione delle dispute sui progetti della Doc interregionale del Pinot Grigio con FVG, Veneto e Trentino. Fa sapere Shaurli «Ottenere la Doc sarebbe un successo non solo delle istituzioni e della politica, ma soprattutto di una filiera capace del salto di qualità per raggiungere un traguardo atteso da trent’anni». Ci sono alcuni produttori e diversi esperti di enologia che credono valga di più alla connotazione del territorio di origine delle uve per caratterizzare la Denominazione d’Origine Controllata. Sennò, che fine fa il valore del “terroir”? Maura Sacher Menu nella lingua dei segni Non lo ha imposto la UE e nemmeno lo ha prescritto il dottore, invece, prevedere nei ristoranti un menu nella lingua dei segni (LIS) si è affermata come iniziativa privata, volontaria ed altruista, in una sinergia di intenti con altri protagonisti del sociale. A volte anche degli enti pubblici si lasciano coinvolgere, come nel caso di Pomigliano d’Arco e di Trieste. A Pomigliano d’Arco le “carte” di ristoranti, pub, bar, trattorie, fornite dagli esercenti per la traduzione entro il 15 febbraio 2016, saranno realizzate sotto forma di locandine, interamente a spese dall’assessorato alle politiche sociali del Comune. A Trieste, nel progetto “Ascoltare con gli occhi, parlare con le mani”, curato dalla sezione triestina dell’ente nazionale sordi in collaborazione con l’assessorato alle politiche sociali del Comune e la sezione provinciale della Fipe, verranno creati dei menu speciali redatti nella lingua dei segni. Saranno dei listini con immagini di ordinazioni codificate dai gesti, un vademecum visivo per agevolare sia i non udenti sia camerieri che prendono le ordinazioni. L’idea è di distribuirli almeno in 500 copie tra bar e locali del comune triestino. Il menu al momento comprende una tipologia di 14 raffigurazioni che fanno riferimento all’ordinazione delle bibite più tipiche: dal caffè alla birra (alla spina oppure in lattina) fino all’amaro e al vino. Sulla tematica del linguaggio dei segni nella ristorazione esistono dei precedenti. Nella promozione di un ristorante a Concapeligna, nell’altipiano Abruzzese, il Ristorante Moretto, si legge “Nel nostro ristorante si parla inglese, spagnolo, francese, arabo e la lingua dei segni”. Nel 2014 a Toronto in Canada è stato inaugurato il primo ristorante per sordi, il “Signs”, dove si ordina esclusivamente con il linguaggio dei segni giacché il personale è composto da camerieri non udenti. Secondo il promotore dell’iniziativa è anche uno sistema per creare nuovi posti di lavoro per una categoria fortemente penalizzata dal proprio handicap. Tornando a Trieste, tutto nasce dal successo degli “Aperitivi silenziosi”, a cadenza mensile organizzati dal gruppo Koala, grazie all’iniziativa di Barbara Cova e Francesca Lisjak (nel 2014 presidente provinciale Ens – Ente Nazionale Sordi, eletta nel 2015 presidente regionale), che per prime hanno collaborato affinché le persone normodotate potessero rapportarsi con i non udenti organizzando eventi per far imparare ai cittadini la Lis, lingua dei segni, lingua che, contrariamente a quanto si può pensare, non è una lingua universale, ma varia non solo da Nazione a Nazione, ma da città a città con Lis addirittura dialettali. Maura Sacher