Investire con una logica di medio periodo
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Investire con una logica di medio periodo
speciale fondi 2013 BPS (SUISSE) Investire con una logica di medio periodo BPS (SUISSE) ritiene che gli investimenti debbano riequilibrarsi con gradualità verso l’azionario, classe di attivi ancora sottorappresentata nei portafogli istituzionali e privati. I l 2012 si è rivelato decisamente migliore delle attese di molti analisti e investitori e diversi fattori di preoccupazione e di instabilità si sono in seguito trasformati in una fonte di performance particolarmente rilevante. Grazie ai numerosi interventi da parte delle autorità monetarie e politiche il 2013 nasce con minori probabilità di avere una crisi sistemica rispetto al 2012, ma con diversi elementi che impongono una seria riflessione al momento di affrontare la tematica degli investimenti. La nostra attuale convinzione è che nei primi mesi del 2013 si possa formare una tendenza laterale sulle principali classi di attivo ‘rischiose’ (azionario, credito, materie prime), sostenute da un lato dall’elevato livello di liquidità presente nel sistema ma dall’altro tarpate al rialzo da insidie di ordine macroeconomico difficili da interpretare e dalla necessità di proseguire nella politica di deleveraging da parte di importanti attori finanziari. Crediamo che solo al riemergere di (timidi) segnali di crescita nei Paesi sviluppati, probabilmente nella seconda metà dell’anno, la tendenza laterale possa tramutarsi in un movimento moderatamente rialzista, soprat- Popso (Suisse) Investment Fund Sicav Isin Code Nome fondo Strategia LU0199843110 Popso (Suisse) Short Maturity Euro Bond Obbl. a breve Euro LU0095505185 Popso (Suisse) Euro Bond Obbl. Euro LU0482791554 Popso (Suisse) Euro Corporate Bond LU0685245713 www.popsofunds.com NAV Su 1 anno 31.12.12 Perf. Vol. Sharpe 11,672 3,35% 0,6% 3,14 218,467 6,39% 2,0% 3,17 Obbl. Corporate Euro 10,906 7,95% 2,1% 3,35 Popso (Suisse) Euro Corporate Bond Hedged CHF Obbl. Corp. Euro 10,762 7,32% 2,0% 3,30 LU0095506407 Popso (Suisse) Swiss Franc Bond Obbl. Breve Term. 181,057 5,43% 1,0% 3,67 LU0095504881 Popso (Suisse) US Dollar Bond Obbl. Breve Term. 231,918 1,56% 0,7% 1,76 LU0319106257 Popso (Suisse) Flex Strat. a rit. assol. 10,292 2,67% 1,6% 1,54 LU0685245556 Popso (Suisse) Flex - Hedged CHF Strat. a rit. assol. 10,228 2,08% 1,6% 1,44 LU0135674256 Popso (Suisse) Global Convertible Bond Obbl. Conv. 12,613 8,33% 4,4% 1,33 LU0199844191 Popso (Suisse) Global Opportunity Hedged CHF Dinamici 10,497 2,95% 6,2% 0,67 LU0095506746 Popso (Suisse) European Equity Azioni Europa 99,787 9,42% 13,6% 0,85 LU0095507470 Popso (Suisse) Swiss Equity Azioni Svizzera 137,738 18,27% 13,0% 1,78 LU0095507397 Popso (Suisse) USA Equity Azioni USA 178,785 12,14% 13,2% 1,00 LU0135673795 Popso (Suisse) Japanese Equity Azioni Giappone 845,769 14,77% 17,8% 0,71 160 · TM Gen./Feb. 2013 tutto per l’azionario. In questo scenario crediamo che le strategie che puntano sul rendimento possano essere ancora favorite nella prima parte dell’anno, così come accaduto in larga parte del 2012. La corsa ai rendimenti offerti da obbligazioni di Paesi emergenti, corporate investment grade e high yield ha condotto i livelli nominali dei tassi a valori piuttosto ridotti (ad es. il rendimento medio Investment Grade Europa è ad oggi inferiore al 2%). Ciononostante vi è evidenza che i flussi di investitori istituzionali e privati continuino ad essere indirizzati verso il credito come classe di investimento principale. A queste condizioni di mercato per ottenere rendimento gli investitori si spingono sempre più in basso in termini di qualità del credito (privilegiando high yield all’investment grade, giungendo anche a riprendere i titoli di Stato della periferia europea) e più a lungo come scadenze: questo elemento, che nel breve termine può ancora risultare vincente, nel medio periodo potrebbe divenire poco vantaggioso rispetto ai rischi (di tasso e di credito) tollerati. Questi livelli di rendimenti nominali sono molto modesti e, se paragonati all’inflazione, conducono a rendimenti reali negativi per alcuni dei maggiori mercati: ad esempio negli Stati Uniti il Treasury a 5 anni rende attualmente 1.6% in meno dell’inflazione attesa nel periodo ed anche in Europa ritroviamo rendimenti reali attesi negativi per le obbligazioni governative francesi (-1.1%) e tedesche (-0.7%). In assenza di obbligazioni legate all’inflazione non è possibile calcolare un simile parametro per il mercato svizzero, ma chiaramente i titoli della Confederazione non appaiono particolarmente attraenti, con rendimenti che si situano in territorio negativo fino alla scadenza di 5 anni. Questa situazione, che viene da taluni definita ‘repressione finanziaria’, in pratica infligge perdite ‘reali’, ossia al netto dell’inflazione, all’investitore che ricerca investimenti a basso rischio in obbligazioni di Paesi sicuri. La scommessa delle maggiori banche centrali a livello mondiale, ancorate a politiche di bassi tassi, è di poter riavviare l’attività economica, sopportando a medio termine un livello di inflazione superiore ai tassi di interesse del debito pubblico (per eroderne il valore reale), ipotizzando che difficilmente si potrà giungere a fenomeni di iper-inflazione data la necessità di ‘sgonfiare’ il sistema finanziario e in considerazione dell’elevata capacità produttiva presente in taluni settori chiave dell’economia a livello globale (ad es. nel settore auto) o in talune specifiche aree (ad es. nell’immobiliare). Dal punto di vista degli investimenti questo pone un forte punto di domanda sui mercati obbligazionari: a medio termine è sufficiente arroccarsi dietro strumenti ad alto rendimento (ed alto rischio di credito o lunghe scadenze) per proteggersi dalla ‘repressione finanziaria’? Quale rischio implicito sosteniamo a livello di liquidità del portafoglio andando a diminuire la qualità del credito dello stesso? La view di BPS (SUISSE) è che i portafogli della clientela debbano riequilibrarsi con gradualità verso l’azionario, classe di attivi che ha ben performato nell’ultimo anno ma ancora sottorappresentata nei portafogli istituzionali e privati. Se osserviamo il mercato azionario domestico notiamo come le valutazioni si situino a livelli elevati rispetto ad altri mercati, ma decisamente competitive rispetto a quanto offerto dal reddito fisso e comunque sotto le medie storiche. Allargando l’analisi ai mercati internazionali il paragone rispetto al reddito fisso resta vincente in ottica valutativa e in aggregato gli indici trattano con metriche inferiori alla media storica. Valutazioni attraenti, abbondante liquidità e rendimenti reali negativi non sono però una garanzia di successo per l’azionario, date le premesse di ordine macroeconomico altalenanti e il pericolo che l’andamento dei profitti aziendali sia inferiore rispetto alle attese. Per essere presenti sull’azionario, diminuendo l’impatto dei rendimenti reali negativi e moderare nel contempo le oscillazioni complessive di portafoglio proponiamo tre opzioni: un approccio di asset allocation flessibile; l’utilizzo in portafoglio di obbligazioni convertibili; una gestione dinamica sull’azionario internazionale. L’approccio di asset allocation flessibile di BPS (SUISSE) si basa sulla definizione Roberto Mastromarchi, responsabile divisione prodotti e servizi e responsabile asset management di BPS (SUISSE). dell’ammontare di rischio tollerato: a partire da questo impostiamo una combinazione di portafoglio suddivisa fra ‘attivi free risk’ e ‘risky assets’, variabile a seconda della massima perdita tollerata e dell’allocazione tattica che scaturisce dalla nostra analisi. All’interno della nostra gamma di gestioni individuali e per i comparti flessibili della Sicav Popso (Suisse) utilizziamo tale strategia quale surrogato (parziale o totale) dell’investimento obbligazionario tradizionale con l’obiettivo di fornire performance superiori a quanto offerto dal cash più un premio di rischio (es. 100/250 punti base): la gestione dinamica del rischio è volta a moderare la volatilità complessiva del portafoglio per renderla di poco distante a quella dell’obbligazionario a breve termine, mentre l’allocazione libera della componente ‘risk’ consente di seguire una view di mercato coerente con l’analisi e favorire gli attivi con maggiore potenziale. Un’alternativa interessante per mantenere una esposizione direzionale all’azionario smussando la volatilità del portafoglio è rappresentata dalle convertibili. All’interno della gamma della nostra Sicav il comparto che investe in obbligazioni convertibili globali è uno di quelli che favoriamo maggiormente per la clientela privata. Riteniamo infatti che l’investimento in obbligazioni convertibili si addica anche a profili di rischio medio/bassi in quanto consente di partecipare all’evoluzione dei mercati azionari, sostenendo una volatilità inferiore agli stessi grazie al profilo di rischio/rendimento asimmetrico tipico di questa classe di attivi. Nel caso del fondo Popso (Suisse) Global Convertible Bond ad esempio la performance complessiva degli ultimi 3 anni è risultata di +11.6% (+3.73% p.a.) a fronte di una volatilità del 6.5%, mentre l’indice azionario internazionale è cresciuto del 24.7% (+7.6% p.a.) con un’oscillazione media del 16.9%: il rapporto fra rischio tollerato e rendimento ottenuto è risultato favorevole alle obbligazioni convertibili. Nell’ultimo anno la volatilità dei convertibili è risultata in calo, come quella di altri attivi rischiosi, rendendo il rapporto rischio/rendimento prospettico ancora più attraente rispetto a quello di un classico portafoglio bilanciato. Inoltre all’interno della nostra gamma citiamo il fondo Popso (Suisse) Global Opportunity quale veicolo per acquisire esposizione sul mercato azionario senza dover sopportare eccessivi carichi di volatilità. La strategia che anima questo fondo si basa su quattro elementi fondamentali che, interagendo fra loro, ci hanno portato a produrre nel medio termine buoni risultati anche in fasi di mercato negative: il fondo è stato infatti premiato in passato da Lipper quale migliore di categoria sul mercato italiano. La componente azionaria globale si attesta in media al 75% del portafoglio ed è ripartita in tre blocchi che sono equiponderati: una componente ad alto dividendo (strategia attualmente particolarmente attraente, data la situazione sfavorevole dei tassi di interesse), una componente in temi di investimento di lungo termine (consumo nei Paesi Emergenti, revisione e sviluppo delle infrastrutture) e una parte in idee di trading o situazioni speciali. La parte restante viene allocata in un portafoglio di reddito fisso e divise di tipo globale. L’obiettivo del comparto è di fornire rendimento positivo in un orizzonte temporale di medio termine, superiore a quanto offerto dal cash più un premio al rischio (500 punti base), mantenendo una volatilità contenuta (nel 2012 6.1%; negli ultimi 3 anni 7.5%). Infine un’ultima considerazione: il timore che questo eccesso di liquidità presente sul mercato oltre a determinare ‘repressione finanziaria’ scaturisca in un’eccessiva inflazione a medio termine ci ha convinto ad inserire in ottica di diversificazione alcune posizioni di materie prime, in modo particolare l’oro. Crediamo che in questa corsa a stampare moneta da parte delle banche centrali l’oro (e parzialmente anche altre materie prime) possano rappresentare una buona assicurazione per mantenere il valore reale nel portafoglio. Roberto Mastromarchi TM Gen./Feb. 2013 · 161