“Con Cristo siete sepolti nel Battesimo, con lui siete anche risorti

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“Con Cristo siete sepolti nel Battesimo, con lui siete anche risorti
Foglio di informazione settimanale della Parrocchia-Santuario Santa Fara. Periodico gratuito a distribuzione interna.
“Con Cristo siete sepolti nel Battesimo,
con lui siete anche risorti” (cfr Col 2,1)
Messaggio del Santo Padre BENEDETTO XVI per la Quaresima 2011
Anno XIX - n. 21 - Bari, 13 Marzo 2011 - 1ª Domenica di Quaresima - Anno A
Cari fratelli e sorelle,
la Quaresima, che ci conduce
alla celebrazione della Santa Pasqua, è per la Chiesa un tempo
liturgico assai prezioso e importante, in vista del quale sono
lieto di rivolgere una parola specifica perché sia vissuto con il
dovuto impegno. Mentre guarda
all’incontro definitivo con il suo
Sposo nella Pasqua eterna, la
Comunità ecclesiale, assidua
nella preghiera e nella carità
operosa, intensifica il suo cammino di purificazione nello spirito, per attingere con maggiore
abbondanza al Mistero della redenzione la vita nuova in Cristo
Signore (cfr Prefazio I di Quaresima).
1. Questa stessa vita ci è già stata trasmessa
nel giorno del nostro Battesimo, quando, “divenuti partecipi della morte e risurrezione del Cristo”, è iniziata per noi “l’avventura gioiosa ed
esaltante del discepolo” (Omelia nella Festa del
Battesimo del Signore, 10 gennaio 2010). San
Paolo, nelle sue Lettere, insiste ripetutamente
sulla singolare comunione con il Figlio di Dio
realizzata in questo lavacro. Il fatto che nella
maggioranza dei casi il Battesimo si riceva da
bambini mette in evidenza che si tratta di un dono
di Dio: nessuno merita la vita eterna con le proprie forze. La misericordia di Dio, che cancella il
peccato e permette di vivere nella propria esistenza “gli stessi sentimenti di Cristo Gesù” (Fil 2,5),
viene comunicata all’uomo gratuitamente.
L’Apostolo delle genti, nella Lettera ai Filippesi, esprime il senso della trasformazione che si
attua con la partecipazione alla morte e risurrezione di Cristo, indicandone la meta: che “io possa
conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la
comunione alle sue sofferenze, facendomi confor-
me alla sua morte, nella speranza
di giungere alla risurrezione dai
morti” (Fil 3,10-11). Il Battesimo,
quindi, non è un rito del passato,
ma l’incontro con Cristo che
informa tutta l’esistenza del battezzato, gli dona la vita divina e lo
chiama ad una conversione sincera, avviata e sostenuta dalla Grazia, che lo porti a raggiungere la
statura adulta del Cristo.
Un nesso particolare lega il
Battesimo alla Quaresima come
momento favorevole per sperimentare la Grazia che salva. I
Padri del Concilio Vaticano II
hanno richiamato tutti i Pastori
della Chiesa ad utilizzare “più abbondantemente gli elementi battesimali propri della liturgia quaresimale” (Cost. Sacrosanctum Concilium, 109).
Da sempre, infatti, la Chiesa associa la Veglia Pasquale alla celebrazione del Battesimo: in questo
Sacramento si realizza quel grande mistero per
cui l’uomo muore al peccato, è fatto partecipe
della vita nuova in Cristo Risorto e riceve lo stesso Spirito di Dio che ha risuscitato Gesù dai
morti (cfr Rm 8,11). Questo dono gratuito deve
essere sempre ravvivato in ciascuno di noi e la
Quaresima ci offre un percorso analogo al catecumenato, che per i cristiani della Chiesa antica,
come pure per i catecumeni d’oggi, è una scuola
insostituibile di fede e di vita cristiana: davvero
essi vivono il Battesimo come un atto decisivo
per tutta la loro esistenza.
2. Per intraprendere seriamente il cammino
verso la Pasqua e prepararci a celebrare la Risurrezione del Signore - la festa più gioiosa e solenne di
tutto l’Anno liturgico - che cosa può esserci di più
adatto che lasciarci condurre dalla Parola di Dio?
Per questo la Chiesa, nei testi evangelici delle domeniche di Quaresima, ci guida ad un incontro
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particolarmente intenso con il Signore, facendoci
ripercorrere le tappe del cammino dell’iniziazione
cristiana: per i catecumeni, nella prospettiva di ricevere il Sacramento della rinascita, per chi è battezzato, in vista di nuovi e decisivi passi nella sequela di Cristo e nel dono più pieno a Lui.
La prima domenica dell’itinerario quaresimale
evidenzia la nostra condizione dell’uomo su questa terra. Il combattimento vittorioso contro le
tentazioni, che dà inizio alla missione di Gesù, è
un invito a prendere consapevolezza della propria
fragilità per accogliere la Grazia che libera dal
peccato e infonde nuova forza in Cristo, via, verità e vita (cfr Ordo Initiationis Christianae Adultorum, n. 25). E’ un deciso richiamo a ricordare
come la fede cristiana implichi, sull’esempio di
Gesù e in unione con Lui, una lotta “contro i dominatori di questo mondo tenebroso” (Ef 6,12),
nel quale il diavolo è all’opera e non si stanca,
neppure oggi, di tentare l’uomo che vuole avvicinarsi al Signore: Cristo ne esce vittorioso, per
aprire anche il nostro cuore alla speranza e guidarci a vincere le seduzioni del male.
Il Vangelo della Trasfigurazione del Signore
pone davanti ai nostri occhi la gloria di Cristo,
che anticipa la risurrezione e che annuncia la divinizzazione dell’uomo. La comunità cristiana
prende coscienza di essere condotta, come gli
apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, “in disparte, su un alto monte” (Mt 17,1), per accogliere
nuovamente in Cristo, quali figli nel Figlio, il
dono della Grazia di Dio: “Questi è il Figlio mio,
l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento.
Ascoltatelo” (v. 5). E’ l’invito a prendere le distanze dal rumore del quotidiano per immergersi
nella presenza di Dio: Egli vuole trasmetterci,
ogni giorno, una Parola che penetra nelle profondità del nostro spirito, dove discerne il bene e il
male (cfr Eb 4,12) e rafforza la volontà di seguire
il Signore.
La domanda di Gesù alla Samaritana: “Dammi
da bere” (Gv 4,7), che viene proposta nella liturgia
della terza domenica, esprime la passione di Dio
per ogni uomo e vuole suscitare nel nostro cuore il
desiderio del dono dell’ “acqua che zampilla per la
vita eterna” (v. 14): è il dono dello Spirito Santo,
che fa dei cristiani “veri adoratori” in grado di
pregare il Padre “in spirito e verità” (v. 23). Solo
quest’acqua può estinguere la nostra sete di bene,
di verità e di bellezza! Solo quest’acqua, donataci
dal Figlio, irriga i deserti dell’anima inquieta e insoddisfatta, “finché non riposa in Dio”, secondo le
celebri parole di sant’Agostino.
La “domenica del cieco nato” presenta Cristo
come luce del mondo. Il Vangelo interpella cia-
scuno di noi: “Tu, credi nel Figlio dell’uomo?”.
“Credo, Signore!” (Gv 9,35.38), afferma con
gioia il cieco nato, facendosi voce di ogni credente. Il miracolo della guarigione è il segno che Cristo, insieme alla vista, vuole aprire il nostro
sguardo interiore, perché la nostra fede diventi
sempre più profonda e possiamo riconoscere in
Lui l’unico nostro Salvatore. Egli illumina tutte le
oscurità della vita e porta l’uomo a vivere da “figlio della luce”.
Quando, nella quinta domenica, ci viene proclamata la risurrezione di Lazzaro, siamo messi
di fronte al mistero ultimo della nostra esistenza:
“Io sono la risurrezione e la vita… Credi questo?” (Gv 11,25-26). Per la comunità cristiana è il
momento di riporre con sincerità, insieme a
Marta, tutta la speranza in Gesù di Nazareth: “Sì,
o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di
Dio, colui che viene nel mondo” (v. 27). La comunione con Cristo in questa vita ci prepara a superare il confine della morte, per vivere senza
fine in Lui. La fede nella risurrezione dei morti e
la speranza della vita eterna aprono il nostro
sguardo al senso ultimo della nostra esistenza:
Dio ha creato l’uomo per la risurrezione e per la
vita, e questa verità dona la dimensione autentica
e definitiva alla storia degli uomini, alla loro esistenza personale e al loro vivere sociale, alla cultura, alla politica, all’economia. Privo della luce
della fede l’universo intero finisce rinchiuso dentro un sepolcro senza futuro, senza speranza.
Il percorso quaresimale trova il suo compimento nel Triduo Pasquale, particolarmente nella
Grande Veglia nella Notte Santa: rinnovando le
promesse battesimali, riaffermiamo che Cristo è il
Signore della nostra vita, quella vita che Dio ci ha
comunicato quando siamo rinati “dall’acqua e
dallo Spirito Santo”, e riconfermiamo il nostro
fermo impegno di corrispondere all’azione della
Grazia per essere suoi discepoli.
3. Il nostro immergerci nella morte e risurrezione di Cristo attraverso il Sacramento del Battesimo, ci spinge ogni giorno a liberare il nostro
cuore dal peso delle cose materiali, da un legame
egoistico con la “terra”, che ci impoverisce e ci
impedisce di essere disponibili e aperti a Dio e al
prossimo. In Cristo, Dio si è rivelato come Amore
(cfr 1Gv 4,7-10). La Croce di Cristo, la “parola
della Croce” manifesta la potenza salvifica di Dio
(cfr 1Cor 1,18), che si dona per rialzare l’uomo e
portargli la salvezza: amore nella sua forma più
radicale (cfr Enc. Deus caritas est, 12). Attraverso le pratiche tradizionali del digiuno, dell’elemosina e della preghiera, espressioni dell’impegno di conversione, la Quaresima educa a vivere
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in modo sempre più radicale l’amore di Cristo. Il
digiuno, che può avere diverse motivazioni, acquista per il cristiano un significato profondamente religioso: rendendo più povera la nostra
mensa impariamo a superare l’egoismo per vivere
nella logica del dono e dell’amore; sopportando
la privazione di qualche cosa - e non solo di superfluo - impariamo a distogliere lo sguardo dal
nostro “io”, per scoprire Qualcuno accanto a noi
e riconoscere Dio nei volti di tanti nostri fratelli.
Per il cristiano il digiuno non ha nulla di intimistico, ma apre maggiormente a Dio e alle necessità degli uomini, e fa sì che l’amore per Dio sia
anche amore per il prossimo (cfr Mc 12,31).
Nel nostro cammino ci troviamo di fronte
anche alla tentazione dell’avere, dell’avidità di
denaro, che insidia il primato di Dio nella nostra
vita. La bramosia del possesso provoca violenza,
prevaricazione e morte; per questo la Chiesa, specialmente nel tempo quaresimale, richiama alla
pratica dell’elemosina, alla capacità, cioè, di condivisione. L’idolatria dei beni, invece, non solo
allontana dall’altro, ma spoglia l’uomo, lo rende
infelice, lo inganna, lo illude senza realizzare ciò
che promette, perché colloca le cose materiali al
posto di Dio, unica fonte della vita. Come comprendere la bontà paterna di Dio se il cuore è
pieno di sé e dei propri progetti, con i quali ci si
illude di potersi assicurare il futuro? La tentazione è quella di pensare, come il ricco della parabola: “Anima mia, hai a disposizione molti beni per
molti anni…”. Conosciamo il giudizio del Signore: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la
tua vita…” (Lc 12,19-20). La pratica dell’elemosina è un richiamo al primato di Dio e all’attenzione verso l’altro, per riscoprire il nostro Padre
buono e ricevere la sua misericordia.
In tutto il periodo quaresimale, la Chiesa ci
offre con particolare abbondanza la Parola di Dio.
Meditandola ed interiorizzandola per viverla quotidianamente, impariamo una forma preziosa e insostituibile di preghiera, perché l’ascolto attento
di Dio, che continua a parlare al nostro cuore, alimenta il cammino di fede che abbiamo iniziato
nel giorno del Battesimo. La preghiera ci permette anche di acquisire una nuova concezione del
tempo: senza la prospettiva dell’eternità e della
trascendenza, infatti, esso scandisce semplicemente i nostri passi verso un orizzonte che non ha
futuro. Nella preghiera troviamo, invece, tempo
per Dio, per conoscere che “le sue parole non
passeranno” (cfr Mc 13,31), per entrare in quell’intima comunione con Lui “che nessuno potrà
toglierci” (cfr Gv 16,22) e che ci apre alla speranza che non delude, alla vita eterna.
In sintesi, l’itinerario quaresimale, nel quale
siamo invitati a contemplare il Mistero della
Croce, è “farsi conformi alla morte di Cristo” (Fil
3,10), per attuare una conversione profonda della
nostra vita: lasciarci trasformare dall’azione dello
Spirito Santo, come san Paolo sulla via di Damasco; orientare con decisione la nostra esistenza
secondo la volontà di Dio; liberarci dal nostro
egoismo, superando l’istinto di dominio sugli
altri e aprendoci alla carità di Cristo. Il periodo
quaresimale è momento favorevole per riconoscere la nostra debolezza, accogliere, con una sincera revisione di vita, la Grazia rinnovatrice del
Sacramento della Penitenza e camminare con decisione verso Cristo.
Cari fratelli e sorelle, mediante l’incontro personale col nostro Redentore e attraverso il digiuno, l’elemosina e la preghiera, il cammino di conversione verso la Pasqua ci conduce a riscoprire il
nostro Battesimo. Rinnoviamo in questa Quaresima l’accoglienza della Grazia che Dio ci ha donato in quel momento, perché illumini e guidi tutte
le nostre azioni. Quanto il Sacramento significa e
realizza, siamo chiamati a viverlo ogni giorno in
una sequela di Cristo sempre più generosa e autentica. In questo nostro itinerario, ci affidiamo
alla Vergine Maria, che ha generato il Verbo di
Dio nella fede e nella carne, per immergerci come
Lei nella morte e risurrezione del suo Figlio Gesù
ed avere la vita eterna.
BENEDICTUS PP. XVI
ASSOCIAZIONE DONATORI
VOLONTARI DI SANGUE
GRUPPO DI BARI ñ S. FARA
www.santafara.org - [email protected]
Via Gen. Bellomo, 94 Tel./Fax 0805618236
Carissimi, per il 20 Marzo nella piazzetta
Santa Fara, abbiamo organizzato una giornata
di raccolta sangue.
Ci sarà l’equipe medica dell’Ospedale Di
Venere per eseguire i prelievi e dare utili consigli a chi voglia accostarsi per la prima volta
alla pratica della donazione.
Ti aspettiamo, allora, e ti ricordiamo che
per donare bisogna essere a digiuno da almeno
12 ore (ma si può prendere un caffé); per la
colazione non preoccuparti: ci pensiamo noi!!!
Il servizio sarà attivo dalle 8.30 alle 11.30
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LITURGIA DEL GIORNO
1ª Settimana di Quaresima (Anno A)
(13 - 19 Marzo 2011) Liturgia delle Ore: 1ª settimana
Dom 13 - 1ª Domenica di Quaresima - Anno A
Perdonaci, Signore: abbiamo peccato
Ringraziano il Signore
ed invocano la benedizione di Dio
ed il patrocinio di Santa Fara,
nel 25° anniversario di matrimonio
Domenica 13 Marzo 2011 - ore 12.00
9.30 Pro Populo
10.45 Pro Giuseppe e Maria (fam. Galantucci)
Pro Teresa (fam. Moro)
Pro Grazia (fam. Cassano)
12.00 Pro Antonio e Mariateresa (fam. Parente)
Pro Domenico - Anniv. (fam. Guglielmi)
18.30 Pro Rosmary e Gino (fam. Calaprice)
Pro Michelina e Graziella (fam. Magarelli)
Pro Vittorio (fam. Sannicandro)
Michele Esposito
e Angela Scelsi
Avvisi
Lun 14 - S. Matilde
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita
7.15 Pro Carmine (fam. Iannella) - 12ª Gregoriana
Pro Angelo (fam. Di Lena) - 12ª Gregoriana
18.30 Pro Cristina (fam. Labianca)
Pro Caterina e Nicola (fam. Lisco)
Pro Matilde (fam. Bisceglie)
Mar 15 - S. Luisa de Marillac
Il Signore libera i giusti da tutte le loro angosce
7.15 Pro Carmine (fam. Iannella) - 13ª Gregoriana
Pro Angelo (fam. Di Lena) - 13ª Gregoriana
Pro Defunti (fam. Noviello)
18.30 Pro Adele - Trigesimo (fam. Ianelli/Marvulli)
Pro Franca (fam. Binetti/Tota)
Pro Cesare (fam. Avella)
Pro Francesco (fam. Caldarulo)
Mer 16 - Ss. Ilario e Taziano
Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito e affranto
7.15 Pro Carmine (fam. Iannella) - 14ª Gregoriana
Pro Angelo (fam. Di Lena) - 14ª Gregoriana
Pro Fra Felice
18.30 Pro Donato - Trigesimo (fam. Chieco)
Pro Giuseppe e Amata (fam. Marzo)
Pro Domenico e Maria (fam. Pezzolla)
Pro Auro e Antonio
Gio 17 - S. Patrizio
Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto
7.15 Pro Carmine (fam. Iannella) - 15ª Gregoriana
Pro Angelo (fam. Di Lena) - 15ª Gregoriana
18.30 Pro Giovanni (fam. Lavermicocca)
Pro Dino (fam. Petrelli)
Pro Gina (fam. Pansini)
Pro Angelo (fam. Gennari)
Pro Stefano (fam. Mangialardi)
Ven 18 - S. Cirillo di Gerusalemme
Se consideri le colpe, Signore, chi ti può resistere?
7.15 Pro Carmine (fam. Iannella) - 16ª Gregoriana
Pro Angelo (fam. Di Lena) - 16ª Gregoriana
18.30 Pro Giuseppe (fam. Semeraro)
Pro Giuseppe (fam. Sabato)
Pro Giuseppe (fam. Pesce)
Pro Giuseppe (fam. Tunzi)
Pro Gervasio e Gaetana (fam. Cicoria)
Sab 19 - S. Giusppe
In eterno durerà la sua discendenza
7.15 Pro Carmine (fam. Iannella) - 17ª Gregoriana
Pro Angelo (fam. Di Lena) - 17ª Gregoriana
Pro Padre Pietro e Padre Diego
18.30 Pro Giuseppe (fam. Lamontanara)
Pro Michele (fam. Carofiglio)
Pro Gigi e Giuseppe (fam. De Felice)
Pro Giuseppe (fam. Giallonardi)
 Lunedì 14 marzo ore 18.30:
S. Messa nel 3° anniversario della morte
di Chiara Lubich con il Movimento dei
Focolari – Opera di Maria. Alle ore
19.30 nella sala S. Francesco incontro su
DONNA: DIGNITA’ E MISSIONE.
 Martedì 15 marzo ore 20.00 - in Cripta:
CATECHESI COMUNITARIA
 Mercoledì 16 marzo ore 16.30:
PRIMA CONFESSIONE
dei ragazzi di A. Romano e F. Di Salvia.
 Giovedì 17 marzo ore 20.00:
ADORAZIONE EUCARISTICA
COMUNITARIA
 Venerdì 18 marzo ore 19.15:
VIA CRUCIS
Foglio d’Informazione settimanale:
“Santa Fara”
Via G. N. Bellomo, 94 - Bari - Tel. / Fax: 080.561.82.36
Web: www.santafara.org - Email: [email protected]
Responsabile
fr. Pietro Gallone
(Parroco - Rettore)
fr. Emanuele Fiorella
(Vice Parroco)
fr. Pier Giorgio Taneburgo (Vice Parroco)
È disponibile l’archivio on-line dei numeri arretrati del
Foglio Santa Fara all’indirizzo internet:
www.santafara.org/fogliosantafara
Orario Ufficio Parrocchiale
Mercoledi e Venerdi 16.30 - 18.30
Orario Sante messe: (ora Solare)
dal Lunedì al Sabato ore 7.15 - 18.30
la Domenica ore 9.30 - 10.45 - 12.00 - 18.30