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Diocesi di Cassano all’Jonio
Piazza S. Eusebio, 1
87011 Cassano all’Ionio (CS)
tel. 0981.71048 - fax 0981.782250
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sito internet: www.diocesicassanoalloionio.it
SALUTO AL VESCOVO BERTOLONE NELL’ANNUNCIO DELLA NOMINA
AD ARCIVESCOVO DELLA DIOCESI DI CATANZARO - SQUILLACE
Cattedrale di Cassano all’Jonio 25 marzo 2011
Anche se la notizia ventilava da alcuni giorni, ci coglie di
sorpresa.
Eccellenza, il suo trasferimento nella sede arcivescovile
metropolitana di Catanzaro ci rattrista per ragioni non solo
affettive. Se la fede crea rapporti profondi tra le persone,
ovvero una rete di relazioni diversificate sulla base dei
carismi ricevuti, dei ministeri ed uffici, è ben comprensibile
che una comunità diocesana si senta legata al proprio
vescovo in uno stabile vincolo di paternità e figliolanza
spirituale. Tra diocesi e vescovo si costituisce un vero
rapporto sponsale. Il vescovo come pastore non è un
funzionario, dal quale ci si può distaccare quando e come si
vuole. Un suo trasferimento non può non essere sofferto
come l’interrompersi di un rapporto di paternità spirituale. E’ vero: esso si fonda su un
mandato che – in quanto espressione dell’azione dello Spirito – ha una natura
profondamente teologale e soprannaturale, che non può essere ridotta ad un fatto
squisitamente amministrativo. Per tali ragioni, Sant’Alfonso de’ Liguori affermava che “la
ragione di questa indissolubilità naturale è che altrimenti ne scaturirebbero innumerevoli
inconvenienti. Innanzitutto perché i vescovi verrebbero a mancare di amore per le loro
Chiese, e inoltre quelle stesse Chiese non potrebbero essere rette bene se i vescovi
cambiassero spesso”.
Quanto scriveva il Santo vescovo ci aiuta a capire il suo stato d’animo in questo momento
della sua vita. Per Lei che ha amato la nostra chiesa diocesana con la passione del pastore
non sarà facile lasciare e rompere questo legame.
Per quel che riguarda noi il suo trasferimento ci fa sentire orfani, più poveri, privati di colui
che da appena quattro anni avevamo accolto come nostro padre e pastore.
Ma, a parte questa personale esternazione, accogliamo il suo trasferimento nello spirito della
fede, che fa cogliere un evento del genere in un orizzonte più alto.
Ci sostiene la certezza che anche nella diocesi metropolita dove è chiamato a lavorare
renderà un servizio grande all’unica chiesa del Signore e che questo è richiesto dal bene
delle anime.
Mi sia però concesso di esprimerLe, Eccellenza, alcuni sentimenti che ritengo siano
comuni a tutti noi qui presenti.
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1. Il primo è un sentimento di ringraziamento e somma gratitudine per quanto ha saputo
trasmetterci in questo lasso di tempo trascorso in diocesi. Tante sono state le occasioni che
ci hanno fatto percepire il suo amore per la nostra chiesa, la passione dell’operaio mandato a
lavorare nella vigna del Signore. Lavorare in essa, mettersi al servizio del Signore, poter
collaborare alla sua opera sono stati il suo unico vero programma. Quello che noi sacerdoti e
tutti i fedeli praticanti siamo chiamati a continuare.
Un episcopato breve ma di grande intensità.
Quattro anni sono pochi, ma nel nostro caso sono stati sufficienti a dare un impulso
importante alla vita pastorale della nostra chiesa.
Non posso in questo momento (non ne sarei capace) elencare le tante iniziative ed opere
realizzate, che hanno dato inizio ad uno stile nuovo d’impegno pastorale, apprezzato da
tutti, tale da suscitare interesse e curiosità anche fuori diocesi.
Un ringraziamento da parte di tutti noi sacerdoti.
Da parte mia in particolare, avendomi scelto al compito di Vicario, impari per le mie
capacità, che ho cercato di svolgere in sintonia e spirito di comunione. Per esso non posso
che esprimerle gratitudine e ringraziarla per la pazienza e comprensione usatemi.
Un grazie per le attenzioni verso tutti noi sacerdoti.
In Lei abbiamo visto il vescovo di cui in questo particolare momento storico avevamo tanto
bisogno. Abbiamo riacquistato fiducia, sicurezza nei nostri mezzi, entusiasmo nel ministero.
Ci siamo sentiti al centro delle attenzione del nostro vescovo! E questo per noi non è poco.
Amati e rispettati.
Lo diciamo con franchezza e senza falsità. Ci ha aiutato a vivere la nostra identità
sacerdotale, attraverso sollecitazioni continue che c’incoraggiavano a tenere desta la
sensibilità spirituale.
Paterno e dolce nello stesso tempo.
Abbiamo subito apprezzato la delicatezza dei tratti, il rispetto verso la nostra persona,
l’importanza della comunicazione in ogni momento (“una parola è capace di sciogliere il
ghiaccio più duro”).
Ha saputo accogliere le qualità di ciascuno e valorizzarle, come anche aiutarci a superare
tanti evidenti limiti ed incertezze.
Grazie per aver valorizzato le risorse del nostro laicato, di averle rinvigorite e risvegliate, di
aver saputo riconoscerne loro capacità e carismi.
Ha guidato la nostra diocesi secondo lo spirito del concilio “col consiglio, la persuasione,
l’esempio, ma anche con l’autorità e la sacra potestà, della quale però (i vescovi) non si
servono se non per edificare il proprio gregge nella verità e nella santità (LG 27).
Grazie per quanto ha fatto per tutta la nostra chiesa diocesana.
Il rapporto con le istituzioni per il quale ha tanto lavorato ci ha fatto recuperare credibilità e
fiducia, favorendo importanti spazi di annuncio della Parola.
Credo di potere affermare che la sua azione pastorale decisa e determinata ha segnato un
percorso importante per la nostra chiesa, indicandoci una via da seguire, che anche dopo la
sua partenza non può essere cancellata.
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2. Il secondo sentimento è un senso di dispiacere determinato dal fatto che il suo ministero
episcopale nella nostra diocesi s’interrompe dopo poco tempo. Appena quattro anni fa
quando veniva annunciata la sua nomina a vescovo di questa nostra antica diocesi,
l’esplosione di gioia fu grande. Ora i nostri sentimenti non possono non essere diversi. Ci
consenta di dirlo con sincerità e spontaneità.
Un altro motivo di rammarico è dato dal non aver potuto portare a termine la visita
Pastorale, un momento questo che per la nostra chiesa diocesana era di fondamentale
importanza. Questo evento ecclesiale non era solo un momento di conoscenza della realtà
diocesana, ma l’esperienza dell’incontro col pastore, che nel suo “fermarsi a casa nostra”
mostrava il volto di Cristo, offrendo incoraggiamenti, una parola di conforto, esortazioni.
Annunciare il Cristo in ogni circostanza dava senso al suo pellegrinare nelle nostre
comunità.
Sappiamo che avrebbe desiderato continuare a lavorare nella nostra diocesi senza risparmio
di energie. E se ha accettato di continuare il suo ministero episcopale nell’arcidiocesi
metropolitana di CZ è per amore alla Chiesa e per obbedienza al Santo Padre. Ne siamo
certi. E’ questa è un’altra bella testimonianza per noi.
Di una cosa siamo certi, Eccellenza. Lei ha amato la nostra diocesi con la passione
dell’innamorato. Mi permetta questa espressione da Lei tante volte usata.
Ora Le diciamo: il primo amore non si scorda mai! Non manchi di farci sentire la sua
vicinanza, nonostante l’importanza e gravosità del compito che l’aspetta. In lei avevamo
trovato il pastore giusto al momento giusto. Col suo carisma religioso aveva suscitato
rinnovato interesse spirituale in tutti ed in ciascuno di noi. Ci sostiene la fiducia che non
farà mancare la vicinanza ed il sostegno opportuno qualora fosse necessario. Anche se la
nostra diocesi si sente più povera, quanto ha seminato non mancherà di continuare a portare
frutti.
3. Un’ultima considerazione, per noi importante.
Eccellenza, sa bene a quante vicissitudini e traversie la nostra amata Diocesi di Cassano
all’Jonio è andata incontro nella sua storia, anche recente, ai rimaneggiamenti del suo
territorio. Essa non è un territorio in posizione strategica, ma una comunità di fede che ha
una sua precisa identità storico-religiosa che non può essere toccata sulla base di valutazioni
estranee. Risponde oggi non meno di ieri all’esigenza di fede di una comunità distribuita in
un territorio tra mare e monti. Non ci sentiamo di parlare di piccola diocesi. Ve ne sono
molte altre ancora più piccole. La nostra è una diocesi “a dimensione umana”, dove ancora è
possibile incontrare il proprio vescovo, ascoltarlo, parlare con lui, dove il vescovo non
assolve la funzione burocratica di chi dall’alto governa con minime possibilità di incontrare
il suo popolo. Siamo una diocesi, dove noi sacerdoti ci conosciamo e abbiamo possibilità di
formare, pur con tanti limiti e difficoltà, una fraternità sacerdotale, una diocesi dove il
Vescovo è accolto, amato e rispettato. Ma non vogliamo essere una diocesi destinata a
cambiare continuamente guida, dando all’esterno la strana immagine di “culla” di vescovi
ed arcivescovi.
Lei ha avuto modo di conoscerci. Sentiamo di avere una dignità ecclesiale e diamo poco
spazio a fatti di cronaca che fanno sfigurare il volto di Cristo nella sua Chiesa. Scusate
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questa esternazione che non vuole dare adito ad inutili polemiche o lamentele. Non ne
siamo capaci.
La bimillenaria storia della nostra diocesi, l’urgenza di tenere sempre desta la fede e di
trasmetterla alle giovani generazioni postulano che essa conservi la sua integrità diocesana
ed abbia presto un pastore che ne sposi la causa. Non comprenderemmo, e comunque poco
gioverebbero, soluzioni temporanee e di corto respiro.
Contiamo sul suo impegno a difesa della dignità e stabilità della nostra chiesa diocesana.
Eccellenza, Lei lascia una Chiesa all’inizio di un cammino di rinnovamento. Come questa
chiesa cattedrale, di cui – sin dal primo impatto – aveva intravisto la necessità di un radicale
restauro. La ringraziamo per quanto ha fatto e per aver dato avvio ai suoi lavori di restauro.
Sappiamo che non ha inteso aprire un cantiere senza fine, ma avviare un’opera di restauro,
giusto il tempo tecnico necessario, per avere una Chiesa cattedrale più bella e decorosa.
Faremo di tutto perché questo avvenga. E credo che tutti i fedeli della diocesi si
adopereranno in tale senso. E’ la nostra chiesa cattedrale, la madre di tutte le chiesa, la
chiesa alla quale tutti ci sentiamo legati, anche i fedeli che dimorano nel territorio più
periferico della diocesi.
4. Infine, Eccellenza, accolga l’augurio più bello da parte di questa Chiesa diocesana. La
nuova sede, arcivescovile e metropolitana, le darà opportunità di fare tanto bene. Ne siamo
convinti. Nella nobile arcidiocesi di Catanzaro e Squillace avrà modo di rendere un servizio
pastorale che ridonderà a vantaggio di tutte le chiese di Calabria, e quindi anche della
nostra. E’ per noi un onore averla avuta come nostro vescovo.
L’accompagneremo con la nostra preghiera e sapremo fare tesoro degli insegnamenti
ricevuti.
Auguri, Eccellenza. GRAZIE di tutto.
Ci dia la Benedizione del Signore.
Mons. Francesco Oliva
Vicario Generale della Diocesi di Cassano all’Jonio
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