Se il re è nudo nel campo dei miracoli
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Se il re è nudo nel campo dei miracoli
007_TER_apr_editoriale.qxd:46-48_TER_mar_profilo 5-04-2011 10:47 Pagina 7 editoriale editoriale aprile 2011 LA TERMOTECNICA di Angelo Spena editoriale Se il re è nudo nel campo dei miracoli 7 La caduta percentuale dei consumi di energia superio- all’atto pratico irrealizzabili senza consenso? Gli inve- re a quella del PIL dall’inizio della crisi economica con- stitori hanno bisogno di certezze: solo affrontando sen- ferma la maggiore criticità in Italia del comparto mani- za reticenze tutti i problemi sul tappeto, prima e non fatturiero e dei beni strumentali rispetto a quelli delle dopo le decisioni, li si può mettere al riparo dai rischi attività dematerializzate. La gran parte dei posti di lavo- di insensate e paralizzanti contrapposizioni e di pre- ro sono stati persi lì. E l’industria della produzione ener- giudizi ideologici, e far così passare finalmente dalle getica, dalle rinnovabili a quella nucleare, del carbone parole ai fatti gli imprenditori veramente affidabili. o degli idrocarburi, non è ad alta intensità di lavoro, Anche perché, come Bassanini e altri scrivevano già nel ma di capitale: per ogni posto di lavoro verde potreb- luglio 2009, per uscire dalla crisi i nostri Governi e i bero esserne creati mediamente più di 4 nell’economia nostri legislatori potranno trovare un aiuto importante in generale, o di 6 nell’industria. L’energia è un affare “nell’attività dei veri investitori di lungo termine, se serio, ne va della nostra vita, sopravvivenza, sicurezza. sapranno creare per loro un quadro regolamentare Transnazionale com’è, non possiamo non farne un mer- favorevole, senza obbligarli a giocare con le stesse cato e non tener conto del contesto europeo; ma non regole dei protagonisti del breve termine”. In Italia inve- sottovalutiamo il fatto che è un bene-servizio molto spe- ce troppi promotori (spesso un po’ speciali, ammettia- ciale. Non è un prodotto che può essere rimpiazzato, o molo, quando trattasi di venture capital o di private che può sparire se non ha successo, o che può passare equity in un comparto che opera su scenari di lunghis- di moda: non è la macchina da scrivere, il dirigibile o simo periodo) trattano l’energia come fosse il campo dei l’hula-hop. In Italia il costo dell’energia è elevato. miracoli del Pinocchio di Collodi. Tuttavia dagli anni Cinquanta la mancanza di materie Non affidiamo i nostri zecchini d’oro al gatto e alla vol- prime, che è un dato di fatto e che non può non deter- pe. Il vero aiuto alla difficile penetrazione delle nuove minare una parte - perciò ineliminabile - di maggior tecnologie nel mercato dell’energia è rendere virtuoso costo, è da sempre un alibi per irrazionalità e specula- il circolo innescato dagli incentivi alle installazioni, age- zioni che moltiplicano quel differenziale e a cui non si volando solo le filiere ormai prossime a farcela con le pone mai mano. Il punto è che i Governi tendono ad proprie gambe. Alle rinnovabili ancora solo dimostra- avere una visione miope - anche quando hanno i nume- tive diamo sì incentivi, ma alla ricerca. Purtroppo, ciò ri per durare - incompatibile con i tempi lunghi del siste- che sembra mancare ad una prima lettura del Decreto ma energetico. Occorreranno d’altra parte alcuni anni governativo sulle fonti rinnovabili, è proprio la indivi- perché i consumi di energia ritornino ai livelli ante cri- duazione delle modalità contabilmente corrette e ido- si: si stima non prima del 2020. Perché non utilizzare nee a trasferire via via gli investimenti, dalla incentiva- allora la finestra di tempo che la situazione ci impone, zione delle tecnologie meno produttive, a R&S di rin- per un confronto che coinvolga tutte le componenti poli- novabili di nuova generazione. (E non per decenni: tiche, sociali e istituzionali, senza le urgenze che han- dopo quarant’anni, è legittimo pretendere di sapere se no prodotto finora scelte dall’alto, talune delle quali una prospettiva scientifica c’è, o non c’è). Mancano, è Prof. ing. Angelo Spena, ordinario di Fisica Tecnica e coordinatore del dottorato in Ingegneria delle Fonti di Energia dell’Università Tor Vergata, Roma 007_TER_apr_editoriale.qxd:46-48_TER_mar_profilo 5-04-2011 10:47 Pagina 8 editoriale editoriale editoriale 8 aprile 2011 LA TERMOTECNICA vero, certezze di strategie e di quadro regolatorio. Pur- la diminuzione dei costi del fotovoltaico e l’irruzione sul troppo, in un sistema economico globale in cui la dura- mercato dei produttori cinesi, che hanno scalzato tede- ta dei beni è sempre più breve, non si scorge ormai altro schi e giapponesi dalla leadership delle vendite nel tipo di bene/servizio a medio-alto contenuto tecnologi- mondo; oppure se tre anni consecutivi di discesa co altrettanto longevo di una centrale o di una rete ener- dell’energia eolica prodotta per unità di potenza instal- getica, di qualunque tipo, che deve vivere almeno lata sono un trend o un accidente. trent’anni. Una delle concause della schizofrenia È tempo di una svolta. Per sapere se questa via alla nell’affrontare il problema è di fatto la progressiva sostenibilità è sostenibile, oppure no, l’incentivazione scomparsa di metodi e di categorie di investitori spe- non deve perdere il naturale e circoscritto obiettivo di cializzati per quei lunghi tempi: affrontare le strategie innescare un circolo virtuoso; e il Decreto l’intrinseco industriali dell’energia affidandosi a private equity e carattere di una sunset law. È altresì tempo di sottrarre capital venture è come pensare di sostituire una dieta ai politici ammiccanti un nascente strumento di pressio- dimagrante con una sauna o con il salto di un solo pasto, ne, e di passare la parola ai tecnici perché raccontino una tantum. Quanto alla mancanza di una strategia è senza reticenze come stanno le cose. Senza monopoli invero uno dei sistematici difetti di approccio dei nostri culturali, anzi stringendo il patto di non raccontare più Governi. Non diversamente andò quando impegni quelle che J. Stuart Mill definiva “amabili bugie che gli insostenibili furono sottoscritti ad occhi chiusi accettan- uomini continuano a ripetersi, l’uno appresso all’altro, do non per sé ma per i posteri target europei di ridu- fino a quando diventano dei luoghi comuni, contrari zione delle emissioni punitivi e autolesionistici per però a tutta la nostra esperienza”. E nella fattispecie l’Italia. Una buona notizia c’è. Il Decreto rilancia l’esperienza scientifica dimostra che la competitività di l’efficienza energetica. La quale purtroppo ha un tallo- una fonte rinnovabile è fondata, una volta accertata ne d’Achille: fa risparmiare. l’esistenza del prerequisito estensivo riguardante le E questo, in un sistema economico per il quale una dimi- disponibilità di materie prime e di superfici disponibili, nuzione del PIL superiore al 3% è recessione, vuol dire sulla simultanea bontà (in termini di valori superiori a che il risparmio è una malattia. Ci vorrà molta intelli- rispettive soglie) di una terna di parametri: costo unita- genza e fantasia (tecnica, però, non finanziaria) per rio (del kWh, non del kW), durata (fino a 25-30 anni, trovare reimpieghi di quel risparmio che ci migliorino poi è ininfluente), rendimento (oltretutto, se scende, la qualità della vita. Questa è la sfida. Non è aumenta la materia necessaria e l’estensione un’azzardo, è un’opportunità. Raccogliamola. Il Decre- dell’impatto territoriale). Se uno solo non va, salta tut- to ha altresì il merito di aver posto implicitamente una to. Per sapere come i nostri soldi potrebbero essere spe- questione che o viene platealmente elusa, o si affronta si al meglio, bastano tre semplici passi: 1) una road map in termini risolutivi. Dobbiamo andare allo show down. di rientro nell’ordinario (ce lo raccomanda dal 2008 Trovare il coraggio di saltare lo steccato del politically l’Agenzia Internazionale dell’Energia, “che gli incenti- correct, e vedere se il re è nudo. Andare a vedere, dopo vi siano transitori e decrescenti nel tempo”); 2) ormai quasi un decennio di incentivi da favola - e le rin- un’Autorità autorevole che governi criteri, monitoraggi novabili non sono più bambine - se i costi della poten- e controlli per selezionare le filiere virtuose (davvero za sono diminuiti e se sì, se continueranno a farlo; e se dobbiamo continuare a incentivare indiscriminatamen- le producibilità di energia sono aumentate, e se sì, se te tutto a pioggia?); 3) aiutare in modo mirato (e con- continueranno a farlo. (Attenzione, e preciso: costi del- dizionato al risultato, così non si farà più finta di cre- la potenza installata, e produzione di energia per unità dere al moto perpetuo) R&S per il salto di qualità delle di quella potenza. Senza equivoci tra le due grandez- filiere che hanno ancora margini di progresso. Diver- ze, che hanno precise e diverse valenze). E con dati samente, investiamo altrove. Sarebbe come una comi- destagionalizzati e depurati da eventi eccezionali o irri- ca del cinema muto: un viaggio in automobile trascina- petibili. Per capire ad esempio che relazione corre tra ti non dal motore ma dal motorino d’avviamento.