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Giovedi 22 Marzo 2007
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Hi - tech Cnr per i Beni Culturali
Raggi laser, risonanza magnetica, nuovi materiali, tecnologie per il
monitoraggio e l’analisi non distruttiva, strumentazioni per restauri e
ricostruzioni virtuali
21/3/2007
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Raggi laser, risonanza magnetica, nuovi materiali, tecnologie per il monitoraggio e l’analisi no
distruttiva, strumentazioni per restauri e ricostruzioni virtuali.
E’ il ricco bagaglio hi-tech con cui il Dipartimento Patrimonio Culturale del Consiglio Nazional
delle Ricerche approda al Salone dell’Arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali
Ambientali, che si terrà a Ferrara dal 22 al 25 marzo 2007.
Nate nei laboratori dall’incontro di numerosi ambiti disciplinari, le strumentazioni e metodologi
del Cnr sono tutte votate alla scarsa invasività e all’indagine in situ per ‘curare’ e riportare
bellezza originaria i monumenti.
“Il Dipartimento del Cnr, che ha iniziato ad essere operativo dal 2006” spiega il direttor
Maria Mautone “si pone come l’unico in Italia che, al di là del Ministero per i Beni e l
Attività Culturali, possa vantare al suo interno un ventaglio tanto ampio di saperi
tecnologie in tema di patrimonio storico artistico. Il Dipartimento vuol esser
un’interfaccia tra le componenti della ricerca umanistico-scientifica-tecnolog
soggetti pubblici e privati che operano nel settore, per attuare una sinergia e un
integrazione di competenze finalizzata alla salvaguardia e alla valorizzazione dei ben
culturali. Con questo evento intendiamo aprire uno spazio interattivo che veda i visitato
del Salone come protagonisti di un confronto con i ricercatori del Cnr attraverso lavor
scientifici relativi a tre aree tematiche: diagnostica e nuove metodiche di indagine
sperimentazioni conservative e interventi di restauro; tecnologie dell’informazione
della comunicazione”.
Nel campo della diagnostica, una delle ultime novità è Susi, un sensore di
salinità nato presso l’Istituto di fisica applicata ‘Nello Carrara ’ (Ifac) di Firenze, ch
sfruttando una tecnica basata sulle microonde, permette di misurare il livello di umidit
negli intonaci fino a due centimetri. Dagli stessi laboratori fiorentini arriva anche un
strumento che, utilizzando la radiazione elettromagnetica, effettua la scansione ad alt
risoluzione su opere pittoriche per identificare la costituzione dei materiali compositivi
per scoprire disegni preparatori e pentimenti d’autore .
Con lo spettrometro XRF portatile, progettato e assemblato presso l’Istituto per le tecnologi
applicate ai beni culturali (Itabc), grazie alla fluorescenza X, si può conoscere direttamente l
composizione elementare dei metalli, come nel caso del Pugile del Museo Nazionale Romano, de
Bronzi di Porticello del Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria e delle monete de
Tesoro di Misurata in Libia. Prove non-distruttive sono state effettuate anche sul Teatro roman
di Aosta con il metodo GPR (Ground Penetrating Radar) e sulla Torre dei Capocci di Roma, mentr
rilievi scanner laser eseguiti dall’Istituto per i beni archeologici e monumentali (Ibam) hann
permesso di ricostruire le modalità di assemblaggio del rosone della romanica cattedrale di Troi
per avviarne il restauro.
Se ci si sposta a Pisa, le tecnologie laser scanner 3D hanno riprodotto virtualmente la Cattedrale
ricostruita per superfici, grazie a circa 390 milioni di triangoli.
Gli studi diagnostici del Cnr non tralasciano i meccanismi che interessano l’interazion
tra l’ambiente, in particolare il clima, e il patrimonio culturale, per il controllo dei quali
stato realizzato dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) il ‘Dew Poin
Sensor’ contro i fenomeni di condensa che interessano, ad esempio, i monumen
megalitici di Malta e le vetrate delle cattedrali gotiche.
L’ambito delle sperimentazioni conservative e degli interventi di restauro vede tra
protagonisti la Pala del Romanino, presso i Musei civici di Padova, la vetrata di Ducci
nell’ Abside del Duomo di Siena, con indagini chimico analitiche, rispettivamente su
colori e il vetro, ad opera dell’Istituto di chimica inorganica delle superfici (Icis), e i
Bedestan, antica chiesa gotica, il cui recupero affidato all’Itabc si lega alla valorizzazion
e riqualificazione di un’area storicamente stratificata nel centro di Nicosia a Cipro.
Lo studio di nuove malte ‘reversibili’ per il restauro dei mosaici e della coesione dei materia
lapidei è indirizzato a una conservazione preventiva che si ottiene anche attraverso una buon
manutenzione. Non esclusa l’analisi del rischio di vulnerabilità dei centri storici, grazie ad un
metodologia presentata dall’Istituto per le tecnologie della costruzione che si basa sullo svilupp
di un sistema integrato in ambiente GIS in grado di costruire gli scenari di danno in ambient
urbano.
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Infine, l'incontro tra beni culturali e intelligenza artificiale per la documentazione e l
fruizione si realizza, ad esempio, nella ricostruzione del Ninfeo dei Tritoni a Hierapolis
nel paesaggio archeologico dell’antica via Flaminia, per arrivare ai sistemi SIIND
(Istituto per le applicazioni del calcolo) e Arkis (Itabc) capaci di supportare l
nell’analisi del degrado di un monumento e di monitorare lo stato di conservazione de
bene. Una ‘iniezione ’ di information technology servirà a ‘rivitalizzare’ anche il sistem
delle antiche torri costiere della Sardegna, manufatti che grazie al progetto messo
punto dall’Istituto di storia dell’Europa mediterranea (Isem) diverranno presidi d
informazione telematica e formeranno un network per la conoscenza del territorio.
Quanto alla comunicazione e alla diffusione dei risultati delle ricerche, il sistema dei porta
connessi a EachMed consente a diverse tipologie di utenti di mettere in rete e condividere i prop
prodotti.
autore: redazione
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