Dalla visita ai defunti una lezione per noi vivi

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Dalla visita ai defunti una lezione per noi vivi
ANNO 55 - N. 18
NOTO, 9 NOVEMBRE 2014
VISITA PASTORALE
A MODICA PRESSO LA COMUNITÀ DI
PARROCCHIE “SACRO CUORE - MADONNA
DELLE LACRIME - SAN LUCA”
SERVIZI A PAG. 4
PERIODICO DELLA DIOCESI DI NOTO
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Editoriale
di Pino Malandrino
i Leopolda e di Piazza S. Giovanni sentiremo parlare ancora a lungo. Il 25 ottobre, da qui
in avanti, sarà ricordato come il giorno
in cui si è consumata la frattura, forse
insanabile, fra il partito ed il sindacato
della sinistra. I fatti sono noti: a Firenze, in una stazione ferroviaria dismessa,
chiamata “Leopolda”, adibita a sede per
meeting, congressi e manifestazioni varie, la maggior parte del Partito Democratico si è riunita attorno al Presidente
del Consiglio e Segretario del partito
Matteo Renzi. A Roma, in piazza S. Giovanni, la minoranza dello stesso partito
partecipa ad una manifestazione del
Sindacato CGIL - quasi un milione di lavoratori e pensionati – per protestare
contro il governo e le sue politiche. Il
particolare che ha suscitato “scandalo”
e che inciderà fortemente sul futuro del
partito è che, nella stessa giornata, il PD
si è trovato, per così dire, diviso su due “
piazze”. Non era mai successo che esponenti di un partito e di un sindacato di
sinistra manifestassero, insieme, contro
un presidente del consiglio anch’egli di
sinistra. Ma ancor di più, meraviglia il
fatto che un partito prestigioso, che può
vantare notevoli meriti nella costruzione del nostro sistema democratico, un
crocevia fra culture diverse - comunisti,
cattolici e socialisti - stia rischiando di
frantumarsi proprio nel momento in cui
sta raccogliendo vasti consensi.
continua a pag.
Dalla visita ai defunti
una lezione per noi vivi
2
NELL’ INSERTO
V CONVEGNO
INTERNAZIONALE
DI BIOETICA
R
2,00
IL VESCOVO NELLA COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI
LA MATTINA A NOTO E NEL POMERIGGIO A MODICA
UN PARTITO SU
DUE PIAZZE
D
Poste Italiane Spa Sped. in a.p.
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1, Siracusa
iflettere sulle vicende umane, indagare le sempre più complesse trame della modernità, interpretare
con lucida cognizione l’incedere dei tempi
nella storia dell’uomo non è vana disquisizione intellettuale o esercizio filosofico. L’opera della ragione, animata dalla luce della
grazia, è sempre applicazione concreta della
carità: infatti, a nulla giova affannarsi in faccende senza un serio discernimento intellettuale e ancor più spirituale. La quinta edizione del Convegno Internazionale di Bioetica
ha proposto uno stimolante itinerario investigativo a riguardo l’identità personale
analizzata come realtà complessa e plurideterminata, sensibile alle ricadute culturali,
sociologiche e giuridico-politiche.
“D
obbiamo venire
più spesso al cimitero”, ha detto
il Vescovo nel corso dell’omelia
pronunciata domenica scorsa,
2 novembre, al camposanto di
Noto. La posizione stessa della
“città dei morti” di Noto - su
una spianata di fronte alla città
- ha costituito un riferimento
costante nella riflessione,
particolarmente efficace, del
nostro Vescovo Antonio. Il
Vangelo di Matteo, proclamato
in questa liturgia eucaristica si
è prestato alla perfezione alle
varie applicazioni che Mons.
Staglianò ha offerto in questa
ricorrenza particolarmente sentita dal popolo. Cosa vediamo,
cosa circola nella cosiddetta
“città dei vivi”, ha detto il Vescovo, per definirci veramente
persone vive? Gli stili di vita,
spesso dissennati, la ricerca
del piacere, le attrazioni che
vengono dall’ipermercato, gli
orribili episodi di violenza, le
tante piaghe sociali. Tutto questo può veramente attestare
che viviamo in una città di vivi?
E, ancora, con tutto quello che
accade sotto i nostri occhi,
possiamo ancora fregiarci
dell’appellativo di umani? “Purtroppo, ha detto il Vescovo,
abbiamo criteri diversi per stabilire chi sono i vivi e chi sono
i morti”. Quando riteniamo
di possedere tutto per sentirci vivi, forse, proprio allora,
rischiamo di morire. Quale
migliore occasione, allora, per
riflettere sulla nostra umanità
e pensare, credenti e non credenti, a quel giorno in cui tutti
saremo chiamati a rispondere
del nostro operato. Dovremmo,
allora, prepararci, fin d’ora, ha
detto il Vescovo, all’esame che
sosterremo al termine della
nostra vita terrena. Al cospetto
di Dio, nel giorno del giudizio
finale, potremmo presentarci o
da vivi o da morti. Al cospetto
di Dio sono vivi tutti coloro che,
pur avendo concluso il pellegrinaggio terreno, potranno
superare l’esame più importante: “ho avuto fame e mi avete
dato da mangiare, ho avuto
sete e mi avete dato da bere,
ero straniero e mi avete accolto” Matteo (25,31-46). “Se
brilleremo di qualche luce- ha
detto Mons. Staglianò- , se ci
presenteremo carichi d’amore,
allora l’esame sarà superato e
continueremo ad essere vivi”.
Soltanto questa è la condizione
per entrare in Paradiso. “Se,
al contrario - ha precisato il
Vescovo- ci si presenta oscurati, senza neppure una luce
accesa, neppure il Padreterno
ci vedrà!”. E, in più, saremo
destinati a morire due volte.
La prima, per tutte quelle volte
in cui non saremo stati capaci
di vivere atti d’amore, quando,
cioè, saremo rimasti indifferenti davanti a chi è nel dolore
e nella sofferenza. La seconda
volta quando i nostri occhi,
poveri di emozioni e d’amore,
si chiuderanno. È per questo
che “nella città dei vivi, forse,
si trovano più morti che non in
questo cimitero”, ha detto il Vescovo. Ed ha continuato: “morti
sono tutti coloro che hanno ucciso la verità, chi ha oscurato la
bellezza di Dio che è in lui!”. E,
ha concluso, “Se non è questa
la morte, cos’è la morte?”. Ecco
perché è molto opportuno
venire più spesso al cimitero.
Qui, sicuramente, troveremo
persone “vive”, che ancora
parlano con la loro testimonianza di vita, quelle anime,
cioè, che durante la loro vita
hanno brillato per amore. Non
a caso la festa di tutti i santi si
celebra il giorno precedente a
quello della commemorazione
dei fratelli defunti. A voler dire
che i santi sono tutti coloro che
sono risorti prima di morire. E
oggi li aspergiamo con l’acqua,
a ricordo del Battesimo che li
ha tenuti legati a Cristo e li incensiamo per rendere onore al
corpo che ha brillato di quella
luce che non tramonta mai e
che è destinato alla risurrezione!
PAGINA DUE
CULTURA
CARITAS
ATTUALITÀ
PAPA FRANCESCO
INCONTRA I
MOVIMENTI SOCIALI
Terra, casa e lavoro,
diritti sacrosanti diù
ogni uomo
pag.
2
CONCLUSO A
MONREALE L’ANNO
CENTENARIO DEL
SDD G. GIAQUINTA
La chiamata alla santità
è per tutti
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CONTEMPLATTIVI...
DALLA TERRA LA VITA
Coniugare servizio
e preghiera: alcune
esperienze delle Caritas
vicariali di Modica,
Zappulla e Ispica
La Giornata Nazionale del
Ringraziamento ci obbliga
ad una riflessione sullo
sfruttamento della natura
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