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Entusiasmo
Parola d’origine greca antica che rimanda ad una forza interiore che anima potentemente
l’individuo. Ma in realtà anche gruppi di individui. Tale forza é definita come ispirazione o come
possessione da parte di un’entità divina. Nel tempo antico la seconda accezione era la più diffusa.
La differenza rimandava piuttosto a quale dio possedesse l’invasato. Poteva essere Apollo (come
nel caso della Pizia di Delfi), o Dionisio (come nel caso delle Baccanti e delle Menadi). Fu Socrate
ad usare il termine in senso figurato definendo l’ispirazione come una specie particolare di
Entusiasmo, appunto.
La possessione dionisiaca, il sacro furore indotto dalla presenza del dio Dionisio nell’uomo, ma in
modo ancora più potente nella donna, rappresentato da Euripide nell’opera teatrale Le Baccanti,
mostra gli aspetti più contraddittori del concetto d’entusiasmo. Se l’ispirazione e l’entusiasmo sono
fenomeni positivi, fino ad un certo punto, essi possono diventare anche pericolosi e distruttivi.
Nell’opera di Euripide, Agave, madre di Penteo, nel suo delirio dionisiaco uccide il proprio stesso
figlio, pensandolo un leone. Poi, passato il sacro furore, si accorge con orrore di quello che ha fatto.
Qualcosa del genere lo troviamo anche nel Vangelo, la dove si parla di discesa dello Spirito Santo e
di fervore nella testimonianza. Ovviamente anche gli indemoniati, i posseduti dal Demonio sono
animati da un terribile forza sovra umana. In senso stretto sono anch’essi degli entusiasti, sebbene si
preferisca usare il termine negativo di fanatismo. La parola fanatico deriva il suo significato per vie
diverse dallo stesso concetto di possessione divina, annullamento dell’individuo nell’estasi. Solo
che la parola ha acquisito, strada facendo un significato peggiorativo.
Più modernamente l’invasione, la possessione degli individui o delle masse avviene assai più
raramente per opera divina. La chiave religiosa di letture del fenomeno tende ad essere soppiantata
da letture più “scientifiche”. Si preferisce pensarla come un fenomeno di psicologia individuale o
sociale. Oggi l’entusiasmo o il fanatismo sono fenomeni che si ritiene avvengano per opera di
personaggi di successo come Madonna, Bin Laden, Hitler, Ghandi, Madre Teresa, Berlusconi.
Rimane l’idea che l’Entusiasmo è qualcosa di altamente desiderabile, che può facilmente
degenerare nel Fanatismo, nel Fondamentalismo, nell’ errore e nell’orrore.
Cosa può aiutare, allora nella ricerca del proprio sano Entusiasmo?
Noi proponiamo innanzittuto l’idea di Autenticità.
Autentico
L’entusiasmo autentico non è qualcosa provocata dall’invasamento per opera di una forza
identiticatrice esterna a noi. Qualcosa che riempia e sostituisca il nostro vero Essere. No, è qualcosa
che ci invade da dentro in quanto nostro, proveniente dai nostri Geni (o dal nostro Destino, secondo
i gusti), radicato nella nostra genealogia e nel nostro contesto sociale reale.
L’entusiasmo autentico è qualcosa che riconosciamo essere dentro di noi dalla nostra nascita e
ancora prima nei nostri genitori e progenitori. Non solo. L’entusiasmo autentico è qualcosa che fa
parte delle nostre comunità e che cresce insieme ad esse.
L’entusiamo alieno, quello generato da culture radicalmente diverse dalla nostra, che perde la
connessione con essa, è un entusiamo assimilabile agli effetti di una droga. È qualcosa di
straordinariamente rapido ed innebriante nei suoi effetti ma anche di effimero. Abbiamo la necessità
di prenderne continuamente nuove dosi, di ripetercelo interiormente, di testimoniarlo agli altri,
incessantemente. Perché rosi da un dubbio profondo che non si vuol sentire. Come diceva Carl
Gustav Joung «il fanatismo è un dubbio ipercompensato.»
Allora se vogliamo essere posseduti da un Entusiasmo connaturato al nostro vero essere e non da
una bolla destinata a scoppiare lasciandoci vuoti ed orfani di senso, bisogna seguire l’invito di
Friedrich Nietzsche «diventa ciò che sei».
Quindi l’entusiasmo è sano quando è concepito come la presenza di un dio che nasce dal nostro
profondo perché è sempre stato lì, non come qualcosa di alieno e che ci invade e che ci distrugge.
Valori in Azione
Per scoprire chi siamo veramente, per conoscere meglio la propria personalità si propone qui due
strade. Una più congeniale all’emisfero destro del nostro cervello. È la ricerca del Daimon interiore,
come strada per cercare il proprio destino autentico. È qualcosa che sembra soddisfare il bisogno di
archetipi e del senso del magico, senza tuttavia rinunciare all’idea di autenticità e di radicamento.
Sebbene il metodo sia esposto a derive irrazionali e bolle potenziali, c’è la realtà che s’incarica di
far scoppiare le bolle e mettere alla prova il proprio presunto Daimon. Come suggerisce Castaneda,
quando abbiamo trovato la strada giusta, qualunque essa sia, ce ne rendiamo ben conto, perché la
percorriamo senza affanno, senza fatica. La nostra vera ed autentica strada ci fa sentire tutt’uno con
essa, lieti e leggeri. La strada sbagliata, invece, ancorchè coronata da successo, ci stanca, ci svuota
d’energia. Dobbiamo avere il coraggio d’abbandonarla, a dispetto delle nostre ed altrui aspettative.
La strada più congeniale con l’emisfero sinistro e con la ragione scientifica è quella del VIA (values
in action survey). Un metodo scientificamente fondato per definire le potenzialità del proprio
carattere, attualmente disponibile in rete solo in inglese e che noi affriamo anche in versione
italiana.