Egitto - TOAssociati
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Egitto Abu Simbel, Monasteri Copti e Sinai Alla fine del Nuovo Regno (1540-1295 a.C.), l'epoca faraonica dei grandi sovrani egiziani si può dire terminata e sul trono dell'Egitto si succedettero dinastie straniere: libici, kushiti, persiani, tolomei e romani. Le tradizioni culturali e religiose egiziane cominciarono a mutare: la coesione che la "pax romana" aveva creato nel bacino mediterraneo portò infatti ad un rinnovamento religioso e ad un processo che spinse gradualmente a dare alle divinità sembianze e caratteristiche umane eliminando sempre di più l'aspetto della potenza degli elementi naturali predominante. Dall'incontro dei culti di Aton, Yahvè, Mitra e Zeus emerse l'immagine di un Dio che è padre, mentre da Iside, Cibele e altre, quella di una divinità-madre. Dagli antichi miti del re defunto che solca il cielo nella barca solare venne tratta l'immagine del dio incarnato, del "figlio" unite alle qualità di "salvatore" rivestite dal dio egizio Horus e da Serapide, un Dio greco nato dal contatto di tradizioni egizie e greche. Questa triade "padre, madre e figlio" uscì vincitrice dalle persecuzioni dei romani e condusse ad una controversia politico-teologica della chiesa egiziana, che la tradizione vuole sia stata fondata dall'evangelista S.Marco durante il regno di Nerone, nel I secolo d.C. Le dispute esplosero quando il potere civile di Roma rinunciò a pretendere di unire in sé l'autorità regale e quella religiosa. Nel 312 d.C. Costantino riunificò l'Impero: le controversie del IV e V secolo sulla trinità e sulla natura di Cristo divisero più che mai i greci dai copti, (termine che sta a significare egiziano). I rappresentanti della chiesa egiziana al concilio di Efeso nel 449 furono contro il patriarca di Costantinopoli e nel 451 la chiesa di Alessandria si separò da quella ortodossa bizantina con il concilio di Calcedonia, rifiutando il monofisismo e dichiarando che Cristo, oltre ad essere Dio come volevano gli egiziani, è anche uomo. Da allora la frattura tra copti e ortodossi non si è più rimarginata e oggi in Egitto la comunità cristiana copta, sopravvissuta a 14 secoli di dominio musulmano, continua a vedere in Cristo solo la natura divina, professando per lo più la religione cristiana ortodossa. Essi hanno conservato non solo il proprio credo religioso ma anche la particolare espressione artistica: al Cairo vi è un intero quartiere racchiuso tra le mura dell'antica fortezza di Babilonia sul Nilo, la più antica costruzione della città, oggi chiamato il "Vecchio Cairo" o "Cairo copto" che da 1500 anni è la roccaforte della comunità cristiana copta dell'Egitto. 1° giorno, venerdì ROMA/IL CAIRO/ASSUAN Partenza da Roma per Assuan, via Il Cairo, con voli in coincidenza della compagnia Egypt Air. Arrivo, disbrigo delle formalità di ingresso e trasferimento in hotel. Cena e pernottamento. 2° giorno, sabato ASSUAN/ABU SIMBEL/ASSUAN Prima colazione e partenza in volo per una escursione ad Abu Simbel. L'arte di costruire templi nella roccia raggiunse una monumentalità senza eguali durante il regno di Ramsete II. A 320 chilometri da Assuan, in territorio nubiano, si trova la più bella costruzione del più grande e più capriccioso faraone della storia egiziana. Il tempio di Abu Simbel (1260 circa), fu dedicato in teoria ad Amon-Ra, Harmakis ed a Ptah, ma in pratica costruito per glorificare nei secoli il suo solo costruttore Ramsete II. Il tempio di Abu Simbel rappresentò, per gli architetti del faraone, una sfida che si sarebbe riproposta, duemila anni dopo, agli ingegneri di tutto il mondo che lo avrebbero salvato dalle acque del Nilo. In quel luogo sperduto fra i deserti nubiani, il tempio venne interamente scolpito nella roccia, su un fronte di 38 metri per 65 di profondità, con quattro colossali statue raffiguranti il re seduto in trono. All'opera dei tagliapietre e degli scultori seguiva poi quella dei pittori: oggi il tempo ha cancellato del tutto quella che, in epoca ramesside, era Pag: 1 una gamma cromatica assai vasta. La decorazione delle pareti del tempio celebrano la gloria militare di Ramsete II. Il poeta Pentaur, al servizio alla corte del grande faraone, compose infatti un lungo poema epico sulla spedizione di Ramsete il Grande in Siria: il poema, scritto in caratteri geroglifici, è ancora inciso, oltre che qui ad Abu Simbel, sulle pareti di altri giganteschi templi, come quelli di Karnak e di Luxor. Il complesso di Abu Simbel è completato dal piccolo "Spéos della regina Nefertari", dalla facciata inclinata e suddivisa in sei nicchie all'interno delle quali si trovano le statue stanti del re e della regina. Nel cuore della montagna, al santuario, dove era seduta la triade a cui era consacrato il tempio, aveva luogo quello che è stato chiamato il "miracolo del sole". Due volte all'anno, il 21 marzo ed il 21 settembre, alle 5,58 del mattino, un raggio di sole penetra per i sesantacinque metri che separano l'ingresso dal sacrario, e va ad inondare di luce la spalla sinistra di Amon-Ra e pochi minuti dopo si sposta e si concentra su Harmakis; dopo circa venti minuti la luce scompare. Ed è davvero singolare che Ptah non sia mai stato colpito dai raggi: Ptah, infatti, è il dio dell'oscurità. Per lunghi secoli i templi di Abu Simbel rimasero, lambiti dal Nilo, a perpetuare la memoria, la grandezza, la divinità di Ramsete II. Il pericolo della scomparsa dei templi sotto l'acqua del lago artificiale, formato con la diga di Assuan, divenne un caso di risonanza mondiale. Gli edifici furono smontati e ricostruiti su un rilievo arretrato di 180 metri e più alto di 54. Seconda colazione in corso di visita. Rientro ad Assuan. Cena e pernottamento. 3° giorno, domenica ASSUAN/IL CAIRO Prima colazione e visita di Assuan, delle dighe , le cave di granito, l’obelisco incompiuto ed il tempio di Phile. Assuan è la città più a sud dell'Egitto, per secoli la porta del paese verso l'Africa e un fiorente mercato proprio sul crocevia delle antiche vie carovaniere. La città è posta sull’altro estremo del Nilo, non molto più a nord del Tropico del Cancro. Anticamente era conosciuta come Sunt e fu un centro importante per le prime comunità cristiane copte. Al centro del Nilo c'è l'Isola Elefantina, sede dell'antica città di Sunt e di un tempio (a quel tempo l'isola si chiamava Yebu, ma più tardi i Greci le cambiarono il nome). I templi e i reperti archeologici di Assuan non sono grandiosi e ben conservati come quelli che si vedono in altre parti del paese, ma la città merita senz'altro una visita. In questo punto il Nilo, che sta per raggiungere la Diga Alta e il Lago Nasser, è di una bellezza straordinaria. Osservare le feluche che scivolano sull'acqua mentre il sole tramonta sul Nilo in colori di fuoco è una di quelle immagini che restano per sempre impresse nei ricordi di ogni viaggiatore. Seconda colazione. Nel pomeriggio trasferimento in aeroporto e partenza per il Cairo. Arrivo e trasferimento in hotel. Cena e pernottamento. 4° giorno, lunedì ILCAIRO Prima colazione e partenza per la visita degli imponenti monumenti nella piana di Giza, la grande necropoli a pochi chilometri dal Cairo. Hanno sede in questo imponente e celebre complesso funerario le tre piramidi di Cheope, Chefren e Micerino, disposte diagonalmente in modo che l'una non copra il sole dell'altra, e la famosa Sfinge, colossale rappresentazione di un leone dalla testa umana. Qui trova la sua più piena applicazione quel detto egiziano che dice: ...."tutto il mondo teme il tempo, ma il tempo teme le piramidi".... Giza si estende su un altopiano di circa 2000 metri quadrati ed ogni piramide è stata costruita secondo uno schema tipico: tempio funerario a monte, galleria di collegamento e tempio funerario a valle. Ma la costruzione di una piramide non è soltanto un fatto tecnico. Archeologi ed architetti, astronomi ed astrologi, matematici, mistici e visionari, hanno tentato di spiegare il significato di queste masse di pietra che si ergono sfidando l'orizzontalità del deserto. Alcuni famosi egittologi hanno affermato che le piramidi sono state costruite come tombe e soltanto a tale scopo, da masse di schiavi oppressi ed angariati, che hanno lavorato nella convinzione di partecipare ad un'opera di carattere sacro, come gli operai medievali che hanno innalzato le cattedrali. Le piramidi avrebbero dovuto essere le scale che consentivano ai faraoni l'ascesa alle regioni celesti ed il simbolo dell'energia che rende possibile la vita. Alcune teorie partono dal presupposto che la forma e perfino la tecnica, vadano oltre il semplice aspetto funzionale od estetico e siano rivelatrici di significati di carattere simbolico. Fin dall'antichità le piramidi hanno destato la curiosità e dato luogo ad innumerevoli leggende ed interpretazioni. Ma il primo importante mistero da chiarire è quello della loro esistenza materiale, il segreto della loro costruzione. Come sono state costruite le piramidi di Cheope e di Chefren? Secondo Erodoto, che narra di aver visto piramidi sormontate dalla statua del faraone seduto - cosa per'altro improbabile - la costruzione della piramide di Cheope sarebbe durata trent'anni: dieci per la realizzazione della rampa usata per il trasporto dei materiali ed altri venti per l'edificazione della struttura, lavoro al quale sarebbero stati addetti circa 100.000 operai per tre mesi l'anno. Lo storico greco, inoltre, descrive Cheope ossessionato dall'idea di edificare la propria tomba, che chiude i templi, che trasforma i sudditi in schiavi ed arriva perfino a prostituire la figlia per far fronte alle spese della costruzione. Se è verosimilmente esatto il calcolo del tempo e del numero degli operai, la leggenda che vuole le piramidi costruite da masse di schiavi oppressi ed angariati, sembra rispondere alla realtà storica. E' però da supporre che i Fellahin o gli operai lavorassero nella convinzione di partecipare ad un'opera di carattere sacro, allo stesso modo degli Pag: 2 operai medievali che innalzavano le cattedrali. La piramide di Cheope, la più maestosa, fu fatta costruire dal faraone omonimo (IV dinastia) verso il 2690 a.C. come tomba. E' possibile visitare all'interno la camera funeraria del re e della regina. Originariamente la piramide era alta 146 metri, mentre oggi è solo 137. La piramide di Chefren, fatta erigere nel 2650 a.C. dal re Chefren, figlio di Cheope, è alta soltano un metro meno di quella del padre. La più piccola delle piramidi è, invece, quella di Micerino: fatta costruire dal re verso il 2600 a.C., è affiancata da tre piramidi più piccole e da un tempio funerario. La misteriosa e possente guardia delle piramidi sorge dinanzi ad esse, la celebre Sfinge, un leone accovacciato dalla testa di re, spesso ritenuta una raffigurazione di Chefren. Fu considerata anche come monumento del dio Sole, Horus, e viene chiamata tutt'oggi Abu al-Hol, il padre del terrore. La statua è scolpita in una sporgenza rocciosa naturale, soltanto in parte integrata con altri blocchi di pietra. Tra le zampe della Sfinge si trova un piccolo altare, davanti al petto una lapide commemorativa di Tutmosi IV. Ricordiamo anche una serie di tombe (dalla IV alla VI dinastia) rilevanti per struttura e decorazioni. Tra queste la tomba del principe Khufukaf, quelle dei funzionari Imery, Neferbau Ptah, Seshemnefer III, di Idu e di Qar. Proseguimento quindi con la visita della barca solare, protetta da un museo appositamente allestito. Con questa imbarcazione, secondo gli antichi rituali, la mummia del faraone veniva trasportata da una riva all’altra del Nilo per poi trovare sepoltura insieme in modo che il faraone potesse avere nell’aldilà un adeguato mezzo di trasporto. Seconda colazione in ristorante tipico. Nel pomeriggio proseguimento per la visita della Cittadella e della Moschea di Mohammed Aly. Sulla via del rientro sosta al caratteristico Bazar di Khan El Khalili. Cena e pernottamento. 5° giorno, martedì IL CAIRO Prima colazione. Visita del museo copto con oggetti che narrano Ia storia de cristianesimo copto dal IV al XII secolo (il museo è attualmente in restauro ma si prevede la riapertura in novembre). Proseguimento con la visita della Chiesa di Muallaqa (Chiesa Sospesa) costruita nel III secolo sopra l'antica fortezza romana di Babilonia. Questa chiesa è dedicata alla Vergine Maria e conserva all'interno un pulpito in marmo del 1100, considerato il più bello di tutto l'Egitto. Proseguimento con la visita della chiesa di El Adra (della Vergine), del Monastero di Mar Girgis (San Giorgio) e della Chiesa di Abu Sarga (San Sergio) fondato alla fine del IV secolo in onore di due ufficiali romani martirizzati in Siria nel 303, (la chiesa fu ricostruita nell'XI secolo). Ha una piccola cripta sottostante la cui leggenda racconta che avrebbe ospitato per sette anni la Sacra famiglia fuggita in Egitto. Quindi visita della Sinagoga Ben Ezra. Seconda colazione in ristorante. Nel pomeriggio visita dello straordinario museo egizio. Qui si trovano reperti di grande importanza per conoscere la storia dell’Egitto fin dalle sue prime dinastie. Il Museo Egizio, situato al centro della città, costituisce con le sue migliaia di opere la più ricca collezione di tesori dell'arte faraonica. Ciascuna di esse è l'espressione dello spirito di un'epoca "....nella quale tutte le condizioni di quello che noi chiamiamo pensiero, si trovano già riunite pienamente....". In esso sono oggi esposti più di 6000 reperti, capolavori dell'arte egizia dall'Antico Regno al Nuovo. Nessun altro popolo dell'antichità ci ha lasciato una rappresentazione tanto complessa ed oggettiva di sè nelle immagini e nei documenti scritti, nelle statue e nei monumenti. La maggiore attrattiva del museo sono sicuramente i tesori della tomba di Tutankhamon, ritrovati intatti nel 1922: la leggendaria maschera in oro massiccio del giovane re, morto a soli diciannove anni in circostanze misteriose, il suo splendido sarcofago e gli arredi funerari. Rientro in hotel. Cena e pernottamento. 6° giorno, mercoledì CAIRO/WADI EL NATRUN/EL FAYOUM/CAIRO Prima colazione. Partenza per Wadi Natrun (circa 110 km), centro dell’antico monachesimo egiziano dove si ritirarono i santi dell’antica chiesa copta: San Macario iI Grande, San Giovaninni il Piccolo e San Bishoi. Il luogo fu anche visitato da San Rufino e Santa Melania, da San Gerolamo e Santa Paola. In questo si sviluppò con grande slancio la vita dei grandi Padri della Chiesa sotto la guida di Abuna Matta El Meskin. Seconda colazione in corso di visita e proseguimento per l’oasi di el Fayoum, la più grande oasi d’Egitto che dista circa 190 km da el Natrun. L’oasi era anticamente una zona palustre, ricca di laghi. Anche se attualmente rimane un unico lago ad ospitare i coccodrilli, la visita del luogo è sempre emozionante. Visita dei resti dei monasteri della Vergine e di San Gabriele, oltre alla piramide di Hawara del 1900 a.C. Rientro al Cairo. Cena e pernottamento. 7° giorno, giovedì CAIRO/EIN SOKHNA Prima colazione. Partenza per Suez Zaafarana dove si trova il Monastero di Sant’Antonio, (morto nel 356) che propose il modello dell'asceta isolato. Il Monastero si trova sulla costa del Mar Rosso ed è un insieme di edifici con al centro un torrione quadrato: non fu fondato da Sant’Antonio, vero eremita, ma dai suoi discepoli nel III secolo d.C.: ed è dunque il più antico monastero copto. Seconda colazione in corso di visita. Nel pomeriggio visita del Monastero di San Paolo costruito nel V secolo d.C., saccheggiato più volte e sempre ricostruito e che accoglie tre chiese. Questi monasteri hanno l'aspetto di vere fortezze perché, costruiti in un'epoca di grande insicurezza sociale, i Pag: 3 monaci dovevano provvedere alla propria sicurezza, mentre la chiesa all'interno è tradizionale: una basilica paleocristiana a tre navate con un nartece (lo spazio per i catecumeni ed i penitenti) addossato all'esterno della facciata. L'architettura mostra evidente lo stacco dalle costruzioni greche e romane, privilegiando temi siriaci e orientali, costruiti spesso con materiali asportati dalle antiche città egizie in rovina. Cena e pernottamento. 8° giorno, venerdì EIN SOKHNA/SANTA CATERINA Prima colazione. Partenza per il Sinai dove si trova il monastero di Santa Caterina. Seconda colazione in corso di viaggio. Sosta presso l’oasis di Feiran quindi arrivo a Santa Caterina. Cena e pernottamento. * La penisola desertica del Sinai, lunga circa 370 Km e larga 240 nella sua parte settentrionale, con aride vallate bordate da imponenti speroni di roccia calcarea e granitica, ponte tra Africa ed Asia, è racchiusa su due lati dal Mar Rosso (Golfo di Suez e di Aqaba). Qui nasce il popolo d’Israele condotto all’indipendenza dall’uomo che ricevette i precetti di una legge divina monoteistica, riconosciuta come fondamento della legge etica anche dai così detti “non credenti”. In realtà non si conosce con esattezza il percorso dell’Esodo e si avanzano diverse ipotesi sull’attraversamento del Sinai da parte del popolo condotto da Mosè. Il percorso tradizionale si spinge da sud a sud-est lungo la pista più occidentale della penisola fino alle miniere egiziane di rame e turchese. Giungendo al Monte Sinai, che la tradizione identifica con il Jebel Musa o Monte di Mosè, il Profeta ricevette le tavole della Legge. Dalla vetta del monte lo spettacolo è grandioso, come scrive nel 1870 lo studioso Leonard Palmer: “.... la selvaggia desolazione di quelle rupi maestose, di quei precipizi deserti, di quelle vallate serpeggianti, sommate alle associazioni sacre e solenni della scena, non potevano fare a meno di impressionare l’osservatore.... E tuttavia la desolazione del Sinai non opprime l’animo, perché nel cielo limpido, nell’aria pura, nel silenzio incontaminato di antiche rocce e labirintiche valli, si cela la ‘ancora debole voce’ che ci dice di un Dio presente”. Ai piedi del Jebel Musa si visita il monastero dedicato alla martire Santa Caterina d’Alessandria costruito dall’imperatore Giustiniano (527-565). Da millenni gli abitanti del Sinai sono i beduini discendenti da Ismaele, figlio di Abramo cacciato nel deserto. Essi hanno imparato a conoscere questo ambiente da ogni minimo segnale: sanno percepire l’arrivo di una tempesta di sabbia o ritrovare un’oasi in un paesaggio che sembra non offrire alcun punto di riferimento. Essi conducono da sempre la stessa vita, spostandosi secondo una logica che appartiene soltanto alla loro cultura e vivendo di poco: selvaggina di tanto in tanto, latte di cammella, farinacei e soprattutto datteri e fichi. Tra le distese desertiche e le montagne di roccia nuda, le oasi verdi offrono riposo e sollievo. Le maestose palme da datteri, le acacie sempre verdi, le tamerici in fiore e tante altre specie di vita vegetale abbondano intorno alle fresche sorgenti di acqua cristallina. 9° giorno, sabato SANTA CATERINA/IL CAIRO Di buon mattino, salita a piedi al Monte della Teofania, il jebel Musa (monte di Mosè) (2200 metri ca.), dove Mosè ricevette le Tavole con i Dieci Comandamenti. Dopo la discesa, visita al Monastero di S. Caterina. Al termine rientro al Cairo. Soste presso le oasi di Oyoun Moussa e di Hamamat Faraon. Seconda colazione in corso di visita. Arrivo al Cairo. Cena e pernottamento. 10° giorno, domenica ILCAIRO/ITALIA Prima colazione, trasferimento in aeroporto e partenza per l’Italia con volo di linea. Quotazioni su richiesta Pag: 4