Uva bio: insetti molto utili nella vigna
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Uva bio: insetti molto utili nella vigna
giusto pulito La coccinella australiana è un insetto utile nella lotta alla cocciniglia. Uva bio: insetti molto utili nella vigna I prodotti bio sono sempre più richiesti. Coop fa ora un ulteriore passo in avanti nella coltivazione di uva in Puglia: la lotta biologica ai parassiti sarà introdotta anche nelle coltivazioni convenzionali. THOMAS COMPAGNO I l settore dei prodotti bio è in crescita: la domanda di alimenti da produzione biologica è continua. Per la gioia del produttore di uva Antonio Tarulli, che beneficia della situazione. Dal 1996 Tarulli produce uva da tavola biologica in Puglia. Grazie al clima soleggiato del tacco d’Italia, la Puglia è sempre stata una regione molto fertile. Da lì provengono anche le migliori uve da tavola: Uva Italia, Red Globe, Vittoria…. Tutte hanno grandi chicchi rotondi e succosi, e quanto più sono lunghi tanto più sono privi di semi. Nel 2011, da Coop il sette percento di tutta l’uva venduta era di qualità bio. I criteri che Coop applica per i prodotti biologici sono molto severi, dice Vladimir Cob, responsabile dell’acquisto di uva per Coop. «L’uva è in generale un frutto delicato. Ma la coltivazione dell’uva bio necessita di molta attenzione». Il viticoltore controlla a intervalli regolari che le viti non abbiano contratto malattie o che non siano affette da parassiti. Se riscontra la presenza di un’infestazione, eli- mina a mano le foglie o i rami colpiti. Se il contagio è diffuso, vengono impiegati in maniera mirata organismi utili, esche insetticide o trappole. La lotta biologica ai parassiti sfrutta la capacità dell’ambiente naturale a sviluppare i propri equilibri. Una specie si nutre di un’altra specie o di altre. A volte il rapporto tra organismi utili e parassiti deve essere riequilibrato, in modo che gli organismi dannosi non danneggino più le piante coltivate. «Tutto questo richiede molto lavoro», afferma Tarulli. Come concime vengono impiegate alghe, ortiche, timo e farina di roccia. L’uso di concime artificiale è vietato. Ma in sé, tutto quello di cui hanno bisogno le piante è presente nel terreno, osserva Tarulli. Fichi, frutti energetici, ma meno calorici di quanto si creda Pagina 29 13 Oggi il tre per cento dell’uva da tavola è di produzione biologica. La sua domanda è in crescita. Coop vuole ampliare l’offerta. Cooperazione: Qual è la provenienza dell’uva da tavola in vendita da Coop? Vladimir Cob: I principali paesi fornitori sono l’Italia e la Francia. L’uva italiana proviene dalla Puglia e dalla Sicilia. In questi ultimi anni la biodiversità è molto cresciuta. Quanta di quest’uva è certificata bio? La quantità di uva prodotta in modo biologico in Italia è di circa il due per cento, un dato che nei prossimi anni è destinato a crescere. Da un lato, infatti, le colture attuali sono sempre più estese, dall’altro aumentano i produttori disposti a correre i rischi legati all’agricoltura biologica. FOTO: KEYSTONE, PRISMA, MAD Un’altra differenza tra la produzione biologica e quella convenzionale è rappresentata dal grado di sfruttamento. Nel caso della produzione convenzionale, quest’ultimo è maggiore, spiega Tarulli. Nei primi tre, quattro anni un agricoltore può raccogliere fino a 70 tonnellate di uva da tavola per ettaro. «È una quantità enorme», commenta Tarulli. La vite soffre però molto lo sfruttamento intensivo. Subisce un vero e proprio salasso. Dopo otto, do- N. 36 del 4 settembre 2012 «Il potenziale di crescita dell’uva da tavola bio è alto» dici anni, la quantità di uva prodotta cala in maniera drastica, finché la pianta deve essere sostituita. In confronto il ciclo di crescita di una pianta bio è più equilibrato. La vite resta sana per sedici, vent’anni e la quantità d’uva prodotta è costante. Ma nella coltivazione bio il pericolo di perdite nel raccolto è alto. La necessità di essere più presenti nei campi e il rischio più grande di perdere uva e denaro rendono l’uva biologica più cara. Alcune delle misure introdotte nelle coltivazioni biologiche sono nel frattempo diventate così efficaci, che possono essere adottate con successo anche dai produttori di uva convenzionale. «Nell’ambito di un progetto per la sostenibilità, intendiamo far conoscere ai produttori di uva i metodi biologici per la lotta contro i parassiti, in modo da promuovere la loro adozione anche nella viticoltura tradizionale», spiega Raphael Schilling, responsabile del progetto Sostenibilità per Coop. Al momento circa 10 produttori di uva sperimentano nuovi metodi, raccogliendo importanti successi nella lotta alle cocciniglie per mezzo delle coccinelle. Danni ingenti sono provocati dalla tignoletta della vite, una farfalla notturna, le cui larve infestano fiori e grappoli. A causa dei danni provocati dalla voracità delle larve, i grappoli sono più soggetti al marciume grigio. Contro la tignoletta gli agricoltori impiegano una sostanza tossica, che riproduce l’odore delle femmine. In questo modo gli esemplari maschi non sono più in grado di trovare le femmine. La tecnica, nota come «sexual confusion» è più efficace, ecologica e conveniente di quanto costerebbe cospargere con insetticidi l’intera coltura. Cooperazione Vladimir Cob, responsabile del gruppo frutta da Coop. La richiesta di uva bio supera l’offerta? È in crescita costante. La qualità dell’uva bio migliora costantemente e i lavori nella filiera danno buoni risultati. L’uva da tavola bio è più buona e ha un bell’aspetto. Di quanto può crescere la quota di uva bio? Da tempo il sette percento dell’uva venduta è bio. Il potenziale di crescita è molto alto. Viticoltura Migliorare la sostenibilità Assieme ai partner Rewe (Germania), Colruyt (Belgio) e Conad (Italia), Coop partecipa a un progetto per la sostenibilità dell’alleanza per gli acquisti Coopernic. Il progetto intende promuovere la coltivazione sostenibile di uva da tavola in Puglia. Lo scopo è quello di ridurre l’impiego di pesticidi e anche imporre gli standard sociali di «GRASP» (GlobalGAP Risk Assessment on Social Practice). I dettaglianti vogliono in questo modo dare il loro contributo per ridurre l’inquinamento da pesticidi e permettere, nel contempo, di accrescere la biodiversità. Inoltre, GRASP si ripropone di migliorare le condizioni di lavoro nelle aziende fornitrici nel settore agricolo.