la regia - Agesci San Vito 1

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la regia - Agesci San Vito 1
TECNICHE CINEMATOGRAFICHE
INDICE:
Indice
pag. 01
La Regia
pag. 02
Le Luci
pag. 04
Tecniche di inquadratura
pag. 07
IL Sonoro
pag. 20
Il Montaggio
pag. 21
I Titoli di Testa e di Coda
pag. 22
Realizzatori
pag. 23
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TECNICHE CINEMATOGRAFICHE
LA REGIA
Ci sono due categorie di appassionati di cinema;
gli irrazionali, che adorano il divo, e i razionali,
che sono interessati soltanto ai film di livello artistico,
conosciuti non per gli attori, al di là
del loro valido contributo, ma per il regista.
David Wark Griffith
Il regista è, appunto quale addetto alla regia, il responsabile artistico e tecnico-professionale di un film, di
un lavoro teatrale, di una trasmissione televisiva o radiofonica.
Si occupa in particolare - oltre che della recitazione degli attori - della preparazione e controllo delle diverse
fasi di lavorazione, dalle riprese, alla scelta dell'illuminazione, al montaggio, ecc.
Di fatto, il regista è colui che sovrintende tutte le fasi di una produzione artistica collegata allo spettacolo:
vede, prima di tutti gli altri, con la propria mente e la propria sensibilità quale sarà il prodotto finito.
Nel cinema, in particolare, è considerato il vero e proprio autore del film, almeno salvo il caso in cui la figura
predominante non sia quella del produttore.
Si possono distinguere i seguenti tipi di addetti alla regia:
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•
•
•
Regista cinematografico
Regista teatrale
Regista televisivo
Regista radiofonico
La regia cinematografica è l'atto con il quale dalla sceneggiatura si passa al film, ossia "dalla carta allo
schermo".
La sceneggiatura è una creazione artistica con la quale si descrive in ogni dettaglio il percorso di uno
spettacolo di un'opera audio-visiva. Può essere perciò teatrale, cinematografica o radio-televisiva e viene
normalmente suddivisa in scene, sequenze ed inquadrature.
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TECNICHE CINEMATOGRAFICHE
In ogni inquadratura viene riportato il dialogo, la descrizione dei luoghi e degli oggetti, la colonna sonora e i
movimenti di macchina.
La sceneggiatura può essere un'opera originale di fantasia oppure basarsi su un'opera di altri (ad esempio,
un romanzo) oppure far riferimento ad un fatto realmente accaduto.
Quando è rigidamente definita e studiata a tavolino, tale cioè da non permettere alcuna improvvisazione a
regista ed attori, viene detta sceneggiatura di ferro (nel senso di sceneggiatura bloccata).
La nascita di una sceneggiatura può avvenire in cinque fasi:
•
•
•
•
•
idea
soggetto
scaletta
trattamento
sceneggiatura tecnica
L'idea è il primo impulso dell'opera; deve essere di norma breve e concisa.
Il soggetto rappresenta lo scheletro dell'opera: comporta la definizione di un tema e dell'obiettivo dell'opera
(che non dovrebbe mai essere eccessivamente esteso).
La scaletta è la sequenza delle scene; può essere facoltativa.
Il trattamento è dedicato al regista, che - leggendo l'elaborato - potrà decidere se realizzare o meno l'opera
artistica. Il trattamento può prevedere un ampliamento del soggetto, con l'inserimento di dettagli e
particolari.
La sceneggiatura tecnica è il risultato finale, la vera e propria sceneggiatura, con la quale si descrivono tutti i
particolari della ripresa cinematografica (ambientazione, costumi, tempi e tipi di inquadratura, movimenti di
macchina, ecc.)
Basandosi sulla sceneggiatura, il regista decide il tipo di inquadratura, la durata delle sequenze,
l'ambientazione, il modo in cui attori e comparse devono interagire tra loro e con il set, affinché il risultato
finale sia che lo spettatore creda di stare realmente assistendo all'avvenimento descritto dall'autore del
romanzo o della sceneggiatura.
Successivamente, è sempre la regia a stabilire che tipo di musica o di colonna sonora in generale dovrà
accompagnare quella o quell'altra scena allo scopo di enfatizzare uno stato d'animo, evidenziare una
situazione, sottolineare un particolare, e quant'altro serva a far capire allo spetattore qualche cosa che nel
romanzo veniva reso tramite le parole, mentre nel film può essere reso solo con immagini e suoni.
L'abilità di un regista sta infatti proprio nel riuscire a sopperire alla impossibilità delle semplici immagini di
trasmettere pensieri e sensazioni che possono invece essere facilmente descritte con le parole. Una volta
terminato di girare le scene secondo le istruzioni del regista, si ottiene appunto il girato, ossia l'insieme di
tutte le scene girate durante la produzione del film; sarà poi il regista stesso a decidere se eliminare qualche
scena dal montaggio finale, al quale però potrà anche eventualmente contribuire il produttore (che è colui
che ha finanziato il film) allo scopo di rispettare i limiti prefissati di durata del film, le richieste della censura,
e così via.
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TECNICHE CINEMATOGRAFICHE
LE LUCI
IN CHE MODO RIPRENDERE.
Di seguito alcuni consigli per realizzare riprese corrette e rendere il video finale comprensibile e
di buona qualità.
1) Seguite sempre una sequenza logica delle riprese. La persona che vedrà il video, non
conosce l'ordine e la disposizione delle stanze. Bisogna immaginare di accompagnarla a fare un
giro nel nostro immobile.
2) In ogni ripresa la luce è fondamentale. E' preferibile fare le riprese di giorno, accendere le
luci o servirsi di faretti.
3) Prima di riprendere, scegliete l'ordine ed il modo in cui mostrare le stanze. Ad esempio
sempre in senso antiorario.
4) Solitamente usiamo riprese fisse (si riprende il soggetto senza nuoversi per 3/4 secondi) e
carrellate (ci si muove o si gira su se stessi cercando di riprendere in maniera fluida). E'
sconsigliato, se non è indispensabile, riprendere mentre si cammina.
5) Per maggiore sicurezza, è possibile effettuare le riprese più di una volta. Alla fine del primo
ciclo di riprese, lasciate 10/15 secondi di nastro vuoto, e cominciate da capo.
6) Non è importante la precisione nella durata delle riprese. In fase di montaggio, ove
necessario, regoliamo la velocità delle riprese o tagliamo alcuni spezzoni. Ricordiamo che, per
una questione di spazio e di velocità delle connessioni ad internet, il video finale sarà lungo al
massimo 5 minuti.
7) Durante le riprese è consigliabile descrivere brevemente gli ambienti parlando. Servirà
esclusivamente a noi, in fase di montaggio video, per comprendere meglio la disposizione degli
ambienti; sul video finale l'audio non verrà inserito.
Porre attenzione a non far vibrare la videocamera mentre si parla.
8) Nelle riprese degli interni è preferibile disabilitare il bilanciamento automatico del bianco
(vedi box sotto)
Attenzione: Evitare di riprendere persone durante la realizzazione del video. Se dovesse
succedere, VideoCasa considererà l'invio del materiale video come tacito consenso alla
pubblicazione dello stesso.
E' preferibile fare le riprese in quest'ordine:
- lasciare 10/15 secondi di nastro vuoto prima di iniziare.
- riprendete l'esterno del portone (ripresa fissa da 3/4 secondi) ad una certa distanza, così da
mostrare una parte della facciata del palazzo.
- se lo ritenete importante, stando davanti al portone, fate una ripresa dell'eventuale
parcheggio o giardino antistante, ruotando su voi stessi (carrellata di circa 10/12 secondi).
- breve ripresa del portone e delle scale (10 secondi).
- a cominciare dalla porta d'ingresso, per ogni ambiente, prima di entrare, fate una breve
ripresa fissa (3/4 secondi) tramite la porta aperta (si devono vedere i bordi della porta), stando
centrati rispetto alla porta.
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TECNICHE CINEMATOGRAFICHE
Questo per capire meglio il posizionamento delle stanze.
- una volta dentro l'ambiente, una ripresa di 360 gradi (girando su voi stessi per 10/15 secondi)
con tutte le porte aperte. E' preferibile far partire la ripresa dalla porta dalla quale siete entrati.
Se l'ambiente ha angoli nascosti potete riprendere da un punto dove tutto l'ambiente è visibile.
CONTROLUCE E BILANCIAMENTO DEL BIANCO
Riprendendo gli interni dell'immobile si può incorrere in un inconveniente: se la camera è scura
e, in una giornata soleggiata, si tiene aperta una finestra per illuminare l'ambiente, passando
con la videocamera davanti a questa, le riprese verranno per qualche secondo molto più scure.
Questo è dovuto al bilanciamento del bianco automatico delle videocamera che, riprendendo
una luce molto intensa, riduce la sensibilità dell'obiettivo, quindi gli elementi poco illuminati
diventano neri. Si può ovviare a questo problema disinserendo l'automatismo.
Fotogramma di una ripresa con Bilanciamento Automatico.
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TECNICHE CINEMATOGRAFICHE
Lo stesso fotogramma con Bilanciamento Manuale.
Non solo. Regolando manualmente la sensibilità della videocamera, è possibile migliorare le
riprese di ambienti un pò scuri.
Bilanciamento Automatico in un ambiente scuro.
Lo stesso ambiente con Bilanciamento Manuale.
Una regolazione troppo sensibile dell'obiettivo comporta delle riprese sgranate, quindi è meglio
non esagerare.
Ricordarsi di abilitare nuovamente l'automatismo, quando si passa alle riprese di ambienti
molto illuminati o all'esterno.
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TECNICHE CINEMATOGRAFICHE
TECNICHE DI INQUADRATURA
Riprese all'avanguardia
Iniziamo subito ad entrare nel vivo dell’argomento: volete realizzare un film o un Pubblicità??? Bene, seguite
attentamente questa guida e non potrete sbagliare.
La prima cosa da fare e la scelta di quante videocamere utilizzare. Ne consiglio almeno 2 ma se si vuole
risparmiare se ne può utilizzare anche una. Si deve disporre almeno di uno zoom ottico minimo di 12x ma se
ne avete uno superiore è meglio ancora. Dei validi attrezzi sono un treppiedi professionale, un carrello con
quattro ruote ben oliato, ed uno scaletto.
Carrello per le riprese mobili
Un altro elemento valido è il braccio meccanico che però non è alla portata di tutti e quindi vi consiglio delle
aste in alluminio ben legate tra di loro oppure attaccate con dei cardini.
Braccio per le riprese
TECNICHE DI INQUADRATURA - Riprese di un dialogo e in movimento
In un dialogo tra 2 persone l’essenziale è la posizione dei camcorder. I seguenti esempi si riferiscono a scene
frequenti.
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TECNICHE CINEMATOGRAFICHE
Figura 1: scena tra due persone sedute ad un tavolo.
Figura 2: dialogo tra 2 persone in piedi.
Figura 3: dialoghi tra più di 2 persone (nell’esempio ci sono 4 soggetti).
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TECNICHE CINEMATOGRAFICHE
Figure 4 e 5: ripresa su soggetti in movimento.
Si consiglia di usare 2 videocamere per avere una recitazione continua senza stoppare ogni volta per il
cambio del soggetto. Nelle seguenti figure possiamo osservare alcuni movimenti con i bracci meccanici per
avere riprese generali.
Figura 6 e 7: possiamo osservare 2 soggetti che inizialmente non vengono inquadrati (Fig 6) ma viene inquadrato il paesaggio poi (fig. 7 )
possiamo vedere che il braccio si abbassa e inquadra i 2 soggetti c he camminano.
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TECNICHE CINEMATOGRAFICHE
TECNICHE DI INQUADRATURA - Paesaggi
La tecnica migliore per riprendere paesaggi è la rotazione lenta della videocamera al fine di catturare ogni
particolare del paesaggio che si desidera inquadrare. Un'altra tecnica interessante, è quella di scattare
alcune immagini abbinandole ad un accompagnamento musicale. Le riprese di paesaggi da posizione
sopraelevata sono molto suggestive e sono consigliate. Anche la ripresa dal basso verso l’alto è molto utile
per avere un bel effetto. Di seguito alcuni esempi.
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TECNICHE CINEMATOGRAFICHE
TECNICHE DI RIPRESA
Fare riprese video è un hobby meraviglioso, oggi alla portata di tutti grazie alla
moderna tecnologia: le telecamere amatoriali, sempre più leggere e sofisticate
sono ormai diffusissime con una grande varietà di modelli adatti a tutte le
tasche. Questa mini-guida permette alle persone completamente digiune di
riprese
Usa la testa!
Quando si inizia una ripresa bisognerebbe sempre aver chiaro in mente quel
che si vuol fare. Troppo spesso capita di assistere invece a video amatoriali in
cui la camera "spazzola" la scena avanti e indietro fino a far venire il mal di mare. Le riprese tipiche del
dilettante si vedono dopo pochi secondi, proprio per l'indecisione e un senso generale di confusione e
approssimazione. L'operatore esperto invece non filma mai a caso: ogni inquadratura viene decisa prima di
effettare la ripresa, così come i movimenti di macchina, che devono sempre avere un loro preciso significato.
Quante volte abbiamo visto interminabili inquadrature che "vagano" per la scena senza motivo?
Quindi, punto primo: prima di inziare la ripresa, decidere quel che si intende riprendere. Non solo l'inizio ma
anche la fine! L'operatore cioè deve stabilire: il tipo di inquadratura, la durata della stessa, gli eventuali
movimenti di macchina e la loro conclusione. Questo impedirà di inziare bene una ripresa per poi finirla a
casaccio perché non si era prevista in anticipo l'esatta sequenza.
La maggioranza degli operatori dilettanti purtroppo non possiede una centralina per fare il montaggio delle
riprese, quindi sarà necessario abituarsi ad effettuare una sorta di "montaggio in macchina", ovvero
riprendere le scene secondo una sequenza logica e con la giusta durata. Questa abilità la si acquisirà poco
alla volta con l'esperienza e soprattutto osservando con attenzioni i lavori dei professionisti, al cinema o in
tv.
A questo scopo è importante anche allenarsi a calcolare mentalmente la durata delle inquadrature: quanto
deve "durare" un'inquadratura? Bella domanda! Non esiste una regola fissa, se non quella che quando
l'occhio ha "esplorato" completamente una scena bisogna cambiare inquadratura. Lo spettatore cioè non
deve arrivare a "stufarsi": all'opposto non bisogna interrompere una scena troppo presto impedendogli di
cogliere i particolari importanti.
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TECNICHE CINEMATOGRAFICHE
Naturalmente un dettaglio richiederà meno tempo di un campo medio ricco di particolari. Allo stesso modo
una scena statica richiderà meno tempo di una dove ci sono delle azioni. Un'inquadratura fissa durerà meno
di un'altra che invece esegue delle zoomate o delle panoramiche.
Usa le gambe!
La posizione! Non insisteremo mai abbastanza su questa questione fondamentale. Se non siete paralitici e
avete due gambe, usatele! Non filmate sempre dalla stessa posizione usando lo zoom! Un bel filmato si
distingue soprattutto per la ricchezza e la varietà delle inquadrature, i punti di vista originali, i soggetti
sempre interessanti. Se un'inquadratura non vi convince lasciate perdere. Ogni inquadratura dovrebbe
aggiungere qualcosa in più al vostro filmato, suscitare interesse o curiosità. Quante volte ci è capitato di
vedere il dilettante scendere dall'automobile e inziare subito a filmare? (quando addirittura non alza
nemmeno il culo e si mette a filmare dal finestrino abbassato!)
Curare la posizione di ripresa invece è importante per migliorare l'inquadratura e soprattutto per scoprirne di
nuove! Non accontentatevi della prima inquadratura che vi capita sotto mano: prima di riprendere provate a
spostarvi, cercate nuove angolazioni, nuove prospettive, muovete quel culo insomma! Sforzatevi sempre di
variare i punti di ripresa, sia con cambi di inquadratura che provando nuovi punti di ripresa. Naturalmente
non bisogna esagerare: ricordate che lo spettatore deve sempre, come regola generale, poter "collegare"
mentalmente le varie inquadrature, rendersi conto cioè dei vari punti di vista senza restare disorientato da
inquadrature troppo "artistiche" o strampalate. Di più: inquadrature, montaggio e regia dovrebbero risultare
"neutre" all'osservatore, la cui attenzione dev'essere catturata dal contenuto del filmato, non dall'invadenza e
dai "virtuosismi tecnici" dell'operatore o del regista.
Inquadratura e composizione
Un'altra questione fondamentale per ottenere delle buone riprese è saper far delle buone inquadrature.
Questa qualità purtroppo, se non la si ha naturalmente, la si impara con la pratica. Esistono delle tecniche in
proposito che sono d'aiuto: consistono nel suddividere mentalmente l'inquadratura in terzi, dapprima con
due linee verticali quindi con due orizzontali.
Avremo come risultato 9 settori uguali: i punti di d'intersezione di queste linee sono quelli che attraggono
maggiormente l'occhio. Questa suddivisione si chiama "sezione aurea".
Nell'immagine sopra a destra si può osservare la suddivisione dell'inquadratura secondo la regola della
"sezione aurea". La composizione si sviluppa diagonalmente, equilibrandosi tra la testa del trombettista e la
"campana" dello strumento. Il punto di maggior interesse, il viso del musicista, si trova vicino all'intersezione
delle linee della sezione aurea. Per la cronaca il trombettista è il grandissimo Clifford Brown.
In ogni caso, per imparare, osservate sempre con attenzione i filmati dei professionisti, male non vi farà di
certo. Queste sono regole generali, che vanno bene nella maggioranza dei casi. "Ma come si realizza una
buona inquadratura?" chiederà qualche incauto. Bella domanda! Una buona inquadratura è,
fondamentalmente, una equlibrata composizione degli elementi che la compongono: oltre alla loro
disposizione, andrà curata anche l'illuminazione, la prospettiva e il soggetto, insomma dovrà esserci una
certa piacevolezza dell'insieme, senza evidenti sbilanciamenti.
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TECNICHE CINEMATOGRAFICHE
Uno "sbilanciamento" tipico può essere la persona troppo vicina al bordo dell'inquadratura, con troppa "aria"
in testa o, peggio, coi piedi o altre parti del corpo tagliati. Un viso ripreso di profilo non dev'essere quasi mai
collocato esattamente nel centro dell'inquadratura, come il principiante tende a fare (impressione di staticità
e rigidità) ma leggermente spostato di lato, in modo da lasciare più spazio nella direzione in cui guarda il
soggetto.
Eccellenti esempi di "inquadratura" possono essere osservati nelle opere dei grandi pittori del passato come
Tintoretto, Tiepolo, Caravaggio, Rembrandt ecc, i cui grandi quadri con decine di figure complesse sono delle
spettacolari dimostrazioni di dominio assoluto della composizione. I grandi artisti cioè sapevano dirottare
l'attenzione dello spettatore esattamente dove volevano loro.
Quando guardate un quadro di un grande pittore la vostra attenzione non si posa mai a caso su qualcosa,
ma viene catturata esattamente dove l'autore voleva che fosse catturata. Questo lo si ottiene con una
sapiente disposizione degli elementi e delle loro masse, con l'uso del colore o della luce. Forse non ve ne
siete mai resi conto ma è proprio così.
Messa a fuoco
Una delle croci e delizie del videoamatore (ma anche del professionista!) è la messa a fuoco: quante volte
avete rovinato irrimediabilmente delle bellissime riprese con delle deplorevoli sfuocature!!! Il "segreto" per
avere sempre i soggetti perfettamente a fuoco è semplicissimo: prima di iniziare la ripresa, bisogna
*sempre* regolare la messa a fuoco inquadrando il soggetto con il teleobiettivo al massimo.
Quindi si potrà zoomare a piacere avanti e indietro, e cambiare l'inquadratura avendo la certezza che il
soggetto sarà sempre perfettamente a fuoco. Questo ovviamente a condizione che il soggetto sia fermo,
perché se si muove le cose si complicano; in questo caso bisognerà correggere il fuoco durante la ripresa. I
penosi sfuocamenti a cui assistiamo di solito a questo punto nei filmati dilettanteschi possono essere evitati
imparando a memoria che la rotazione della ghiera in senso antiorario regola il fuoco verso l'infinito, quella
in senso orario regola il fuoco per i soggetti più vicini.
Quindi, se il soggetto si allontana rispetto alla posizione iniziale ruoteremo la ghiera verso sinistra, se
viceversa si avvicina ruoteremo la ghiera di messa a fuoco verso destra. Questo semplice accorgimento ci
permetterà di correggere il fuoco a colpo sicuro, anzichè focheggiare avanti e indietro come degli ubriaconi.
Ovviamente la messa a fuoco dovrà essere tanto più precisa quanto più alta sarà la focale usata
(teleobiettivo): se vogliamo avere invece meno problemi basta allargare la focale verso una posizione
grandangolare per filmare tranquillamente senza dover continuamente correggere il fuoco.
Riprese a mano libera
Il più delle volte dovrete fare le riprese a mano libera, o "a spalla", come si dice in gergo tecnico. è la
specialità più difficile in quanto, oltre a controllare l'inquadratura, la messa a fuoco, l'esposizione e i
movimenti, si deve badare contemporaneamente a tener diritta e ben ferma la camera. Non c'è nulla di
peggio che una buona inqadratura "rovinata" da tremolamenti e sobbalzi. Per risolvere buona parte di questi
probelmi si ricorre di solito a un buon treppiede, o a sostegni di fortuna quando è possibile. Un buon aiuto
sono le apposite staffe che sorreggono la camera e che si appoggiano alle spalle e, nella parte anteriore, al
busto, per evitare le oscillazioni più comuni, cioè quelle veriticali.
Controllo costante dell'inquadratura per verificare se state tremando o meno, tenete d'occhio i bordi
dell'inquadratura. Sforzatevi di osservare *tutta* l'area ripresa nel mirino, non solo il centro o il soggetto.
Questo vi permetterà un miglior controllo di tutta l'inquadratura: eviterete di "tagliare" teste, riprendere
sfondi indesiderati o altri elementi di disturbo. Se non riuscite a tenere la camera abbastanza ferma scegliete
una focale dell'obbiettivo più grandangolare o avvicinatevi al soggetto. Niente teleobiettivi a mano libera se
non siete capaci di tenerli ben fermi!
Provate in anticipo i movimenti!
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TECNICHE CINEMATOGRAFICHE
Se dovete fare dei movimenti di macchina, provateli sempre a vuoto, prima di iniziare la ripresa, e
controllate la dolcezza della traiettoria. E buona regola generale fare movimenti dolci, mai bruschi, e
purtuttavia decisi. Se avete stabilito di fare una panoramica, durante la ripresa non dovete avere
ripensamenti o, peggio, tornare indietro! Obbligatorio poi mettere a fuoco *prima* della ripresa.
Specialmente se intendete fare zoomate, preparatevi la messa a fuoco sul soggetto in cui andrete a
"chiudere".
Eviterete così penosi focheggiamenti nel corso della ripresa. Una panoramica di solito si inizia partendo da
un'inquadratura fissa, poi dolcemente s'inizia a ruotare la camera nella direzione voluta fino a raggiungere
una velocità costante di rotazione; poco prima di arrivare all'inquadratura finale si rallenterà fino a fermarsi
dolcemente sulla scena finale, lasciandola durare per qualche secondo. La durata delle inquadrature si
contano mentalmente col solito "milleuno, milledue, milletre ecc." Una scena ricca di particolari richiederà un
tempo superiore a quella di un semplice dettaglio.
L'inquadratura di un gruppo di persone impegnato in qualche attività dovrà essere più "lunga" di un primo
piano. Quanto lunga? Non c'è una regola precisa, ogni inquadratura è un caso a sè. In genere però si va da
pochi secondi a qualche decina al massimo. Una ripresa di 20 o 30 secondi può risultare interminabile se non
accade qualcosa dentro la scena. Una buona regola generale è interrompere la ripresa non appena avremo
mentalmente "esplorato" tutta l'inquadratura. Allo stesso modo, una scena non andrà interrotta prima che si
sia potuto distinguere tutti gli elementi importanti dell'inquadratura. Iniziate la ripresa solo quando avrete
deciso come concluderla.
Riprese ad occhi aperti!
Una cosa molto utile, specie nel reportages veloce o in quelle situazioni in cui è difficile prevedere i
movimenti del soggetto, è saper filmare tenendo aperti entrambi gli occhi. Abituatevi a questa tecnica,
utilissima nelle riprese in movimento per vedere quel che vi accade intorno mentre filmate, per evitare
ostacoli o per decidere al volo se è il caso di fare una panoramica o meno. Naturalmente la vista a destra vi
sarà preclusa dalla telecamera stessa ma, con un po' di pratica, riuscirete ugualmente a sbirciare
allontanando leggermete il capo mentre tenete in posizione la camera.
Scelta della focale
Nelle riprese a mano libera si useranno preferibilmente inquadrature grandangolari, più facili da tenere
ferme e a fuoco. Da evitare i "tele" spinti perché oltre un certo fattore di ingrandimento le riprese
risuteranno sicuramente mosse.
Movimenti a seguire, ripresa in camminata
Seguire dei soggetti in movimento è una delle cose più difficoltose, sempre per i soliti motivi di mosso e
messa a fuoco... A meno di non possedere una steady-cam (speciale apparecchio per effettuare riprese a
mano libera con la fluidità di una carrellata) ci dovremo arrangiare con metodi più caserecci ma comunque
piuttosto efficaci... Per ottenere riprese in movimento più stabili ci sono alcuni utili trucchetti che è bene
conoscere....
Se decidete di fare una "camminata", fatelo tenendo le ginocchia leggermente piegate, fate passi brevi e
alzate i piedi il meno possibile. Le "camminate" risulteranno migliori in luoghi aperti e senza riferimenti
geometrici, specie se seguiremo dei soggetti da vicino. Una ripresa a piedi in un corridoio vuoto risulterà
molto difficile da eseguire senza scossoni visibili: molto meglio seguire delle persone, di modo che
l'attenzione di chi guarda venga attratta dal soggetto in movimento.
Quando si seguono delle persone inoltre è opportuno "sincronizzare" il proprio passo su quello dei soggetti...
Eviteremo così di sommare le nostre oscillazioni (e quindi renderle ancor più evidenti) a quelle delle persone
che stiamo riprendendo... Le persone vanno seguite da vicino, inquadrandole a figura intera o, meglio
ancora, a mezza figura. In questo caso le inevitabili oscillazioni del camminare non saranno percepite da chi
guarda, in quanto la sua attenzione sarà attratta dai soggetti in movimento. Certo, se poi inciampate giù da
una scala... :)
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TECNICHE CINEMATOGRAFICHE
Le riprese a spalla, come detto, sono le più difficili da eseguire, tantochè spesso si preferisce usare il
carrello, ovvero la camera viene posizionata per l'appunto su un carrello con ruote gommate o addirittura su
dei binari... Naturalmente il dilettante, anche in questo caso, dovrà ingegnarsi: per effettuare carrellate
"quasi vere" si potrà usare un treppiede con ruote, un carrello da supermercato, una bicicletta o anche
un'automobile...
Riprese con il treppiede
Un buon treppiede non dovrebbe mai mancare nell'attrezzatura di un cameraman serio. Questo è un
strumento sempre utile nelle riprese generiche e addirittura indispensabile nell'uso di teleobiettivi spinti.
Come abbiamo già avuto modo di dire più volte, il "mosso" è sempre in agguato ed è il pericolo più
ricorrente per i videoamatori. Il treppiede garantisce riprese stabili e fluidità nei movimenti di macchina.
Meglio non risparmiare su questo utile accessorio. Dovrà essere robusto, abbastanza alto da non doversi
piegare per guardare nel mirino della camera, con "bolle" di livellamento e colonna centrale regolabile. Potrà
esser utile la possibilità di rovesciare la colonna verso il basso o il divaricamento delle gambe con angolazioni
superiori ai 45 gradi, per poter effettuare riprese a livello del terreno o da posizioni molto basse.
Un aspetto di fondamentale importanza è la testa: questa dovrà essere di tipo "fluido", con una leva di
lunghezza adeguata (minimo 25/30 cm.) per poterla muovere con dolcezza in ogni direzione. Anche in
questo caso inutile fare i taccagni, meglio spendere qualche lira in più per avere movimenti perfetti, senza
strappi. Molto comoda è la piastra di aggangio e sgancio rapido, da fissare sotto la camera, e che vi
permette di togliere e mettere la camera sul treppiede in pochi secondi. Usare il treppiede non è difficile:
l'unica cosa a cui si deve fare attenzione è che sia sempre "in bolla"; aprite le gambe fino al blocco, badando
che i piedini poggino stabilmente sul terreno, regolate grosso modo la colonna centrale e quindi montate la
camera.
Se la posizione vi sembra buona regolate con precisione la posizione delle livelle (o "bolle" per l'appunto)...
Provate a panoramicare, ovvero ruotate la camera in senso orizzontale per almeno 90 gradi a destra e
sinistra... la bolla deve rimanere centrata.
Montaggio in macchina
Un film, un documentario, uno speciale televisivo, non sono altro che un insieme equilibrato di inquadrature,
di movimenti di macchina, di musiche e di parlato. Nelle produzioni professionali tutti questi elementi
vengono previsti a tavolino ancor di prima di girare un solo metro di pellicola o nastro magnetico, dopodichè
tutto il girato viene armonizzato e "rifinito" nella postproduzione o montaggio.
Questa fase, com'è intuibile, ha un ruolo fondamentale sul risultato finale. Dal montaggio dipende la riuscita
di tutto il lavoro. La post-produzione, un lavoro davvero entusiasmante e creativo, è in genere preclusa al
comune vidoeamatore per via dei costi: dotarsi di una moderna centralina di montaggio completa di
videoregistratori, titolatrice, effetti ecc. vuol dire spendere svariati milioni...
Il videoamatore quindi deve abituarsi a "montare in macchina", ovvero fare le riprese secondo un minimo
d'ordine, come se seguisse una specie di scenggiatura. Non è poi così difficile come può sembrare a prima
vista. è sufficiente, come al solito, predisporre un piano di massima per effettuare le riprese.
Premessa.
Parlare di una tecnica di ripresa giusta è un pò limitativo. Cinema e televisione ci mostrano molti stili
differenti: il cinema classico, fatto di inquadrature pulite, movimenti di camera lenti e controllati, la tecnica
dei registi appartenenti al dogma 95 (un manifesto sul cinema che prevede per i firmatari la violazione di
ogni norma del cinema classico: no all’illuminazione artificiale, no al cavalletto, audio solo in presa diretta
etc.). Sulla televisione si pensi alla differenza tra un “Maurizio Costanzo show” simile al cinema classico e
“Le Jene” dallo stile convulso e quasi privo di inquadrature fisse. Per non parlare poi dello stile dei videoclip
dove tutto è concesso. E divertirsi con la telecamera vuol dire anche sperimentare sempre nuovi tipi di
ripresa.
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TECNICHE CINEMATOGRAFICHE
Fatta questa premessa è bene ricordare che comunque, qualsiasi sia lo stile che volete adottare, vi sono
delle regole di ripresa che devono essere conosciute, perché sono la grammatica della ripresa. Io le ho
apprese lavorando come cameraman presso un’emittente televisiva. Una sorta di ABC dell’inquadratura, fatta
di concetti molto semplici partendo dai quali poi ogni variante è concessa al gusto dell’operatore. Con la
coscienza che è una variante che avrà un determinato e voluto effetto. Sia che giriate una cerimonia, un
documentario, un cortometraggio o un film hollywoodiano!
Ritmo:
•
•
•
Lunghezza della scena: non più di 5 o 6", salvo casi particolari.
Evitare quelle che io chiamo riprese "a pennellate", cioè con la telecamera che va su è giù e a destra
e sinistra alla ricerca del soggetto.
Come iniziare una ripresa e come finirla: non muovere la videocamera subito, appena iniziata la
ripresa, e fermarsi un attimo sul soggetto, prima di terminarla.
Il ritmo è la componente forse più importante nella creazione di un buon video. La regola principale è di fare
scene brevi, di pochi secondi. Sembrano pochi 5 o 6 secondi ma provate a calcolare quanto durano le
inquadrature televisive o in un film. Raramente superano i 10 secondi. In ripresa potete aiutarvi registrando
scene che abbiano un senso definito per ognuna: una panoramica, un primo piano, un particolare. E’
importante decidere cosa e come inquadrare prima di premere REC. Eventualmente provate senza registrare
la scena (es. una panoramica) e solo poi registratela. Una panoramica classica dovrebbe iniziare dal soggetto
fermo, spostarsi e poi fermarsi un attimo nel punto di arrivo prima di terminare. Questo vi eviterà inutili
perdite di tempo in fase di montaggio. E’ assolutamente da evitare la ripresa “a pennellate” dove la
telecamera vaga senza meta. Oltre che ottenere un effetto nauseabondo vi fa sprecare tempo e nastro,
nonché complica il successivo montaggio. Inoltre è utile riprendere sempre particolari anche se non
direttamente significativi che poi potete inserire in montaggio esempio, la mano di chi parla, l’occhio, il
quadro, la casa in una panoramica ecc.
Consigli sulle inquadrature: il soggetto non va MAI (o quasi) al centro dell’inquadratura: come
inquadrare un soggetto che parla, dialoga, cammina.
Il concetto è semplicissimo: il soggetto deve essere inquadrato una posizione che abbia un senso rispetto
alla sua azione. L’inquadratura deve essere equilibrata ed essere in sintonia con l’azione che riprende.
L’inquadratura da senso alle azioni che riprende, comunica allo spettatore grazie a delle regole semplicissime
che tipo di azione si sta svolgendo.
L’errore più comune è porre, al centro dell’inquadratura, il soggetto, indipendentemente da quello che fa.
1.
Soggetto che si muove
Questa è un’inquadratura sbagliata: il soggetto è
più o meno al centro del campo visivo ma
l’azione sta per “sbattere” contro il bordo dello
schermo: c’è poca “aria” a sinistra e troppa a
destra.
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Questa è l’inquadratura giusta: lo spazio verso
cui si dirige l’azione è libero. In gergo si dice che
c’è “aria” a sinistra del soggetto.
2. Soggetto che parla ad una persona di una cosa che ha al suo fianco
Questa è un’inquadratura sbagliata: il soggetto
è più o meno al centro del campo visivo ma
l’azione “sbatte” contro il bordo dello schermo: ci
vuole più “aria” a destra.
Questa è l’inquadratura corretta: il soggetto Non
è più al centro e così la sua azione (parlare) si
proietta verso lo spazio libero che ha alla sua
destra.
Qui sotto vi mostro alcuni esempi presi a caso per farvi capire meglio. Ho aggiunto delle barre gialle per
rendere più evidente il fatto che i soggetti non sono al centro ma sempre “scentrati” sulla destra se la loro
azione si proietta a sinistra e viceversa. Il problema è che siamo talmente abituati a questo linguaggio visivo
che non ce ne rendiamo conto. Però quando siamo noi con la nostra telecamera che decidiamo che
inquadratura tenere dobbiamo conoscere il linguaggio delle immagini e tenerne conto.
Qui si vede il Titanic che va verso destra: ed
infatti non è al centro dell’inquadratura ma
spostato sulla sinistra. C’è più spazio sulla sua
destra.
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Qui Robin William sta guardando –anche se solo
leggermente- verso sinistra rispetto
all’operatore: e quindi viene posizionato sulla
destra dell’ inquadratura.
Questa regola è alla base di una buona inquadratura, provate per trovarne conferma accendete la televisione
per 5 minuti e guardate come sono posizionati i soggetti: è sempre rispettata!!!
3.
Soggetto che parla “in camera”
Questo è l’unico caso in cui si è possibile mettere il soggetto al centro dell’inquadratura. Anche se non
necessario. Se vogliamo comprendere nell’immagine una parte di sfondo è consigliabile decidere di
posizionarlo disassato sulla destra o sulla sinistra.
È utile qui affrontare la questione del posizionamento sull’asse verticale del soggetto. Ciò è valido anche per
le tipologie di inquadratura sopra illustrate, ma Anche in questo caso IL FULCRO DEL SOGGETTO NON VA
CENTRATO nell’inquadratura, ma deve rispettare l’equilibrio della scena.
E’ un errore comunissimo per chi usa per la prima volta la telecamera: “io centro l’inquadratura sul centro
della mia attenzione” è la cosa più naturale che viene da fare. Invece una corretta inquadratura deve essere
equilibrata.
Qui la faccia del soggetto che è Il fulcro
dell’attenzione di chi riprende e di chi guarderà
la cassetta è perfettamente al centro
dell’inquadratura. In gergo si dice che ha
“troppa aria in testa” ERRATO
Qui invece la corretta inquadratura: la faccia non
è più al centro e la scena è perfetta.
Come fare delle panoramiche.
Evitate di fare delle lunghe panoramiche, che rendono la ripresa troppo lunga, noiosa e traballante, usate
sempre lo zoom alla minima focale e più lontano possibile in modo da inquadrare la maggior parte della
scena con un piccolo spostamento della telecamera. È importante ricordare che i molti particolari ben visibili
ad occhio nudo mentre guardiamo un panorama sul televisore diventeranno microscopici. E’ utile quindi
riprendere da vicino (usando, ora si, lo zoom) particolari interessanti della scena ripresa.
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Come fare delle carrellate senza avere un carrello.
In viaggio il metodo migliore per fare delle riprese in movimento di paesaggi, di monumenti o di folla è
quello di riprendere da un mezzo di locomozione come l'automobile, la barca, l'aereo, ecc.
Per ottenere delle buone riprese bisogna fare attenzione ad alcune cose:
Ø Il mezzo deve andare non troppo veloce, non avere accelerazioni brusche e possibilmente non avere dei
grossi sobbalzi.
Ø Mantenere la telecamera ferma e fare la ripresa sempre in quella posizione e direzione. È consigliabile
puntare la telecamera davanti a se, in direzione di marcia del mezzo di trasporto cercando di non
riprendere, se non in casi particolari, il mezzo di trasporto.
Ø Se è possibile stare seduti, ma non appoggiarsi mai con le braccia o la telecamera al finestrino o a qualche
cosa di fisso, questo per evitare le inevitabili vibrazioni del mezzo di trasporto, ed usare solo il nostro corpo
come ammortizzatore.
Ø Attenzione che la ripresa migliore avviene se davanti a noi non si frappone un finestrino: nel caso che
questo sia inevitabile (aereo, mezzi con l'aria condizionata) bisogna cercare di stare con l'obiettivo più
vicino possibile al vetro, senza appoggiarsi, per evitare i riflessi che il vetro stesso avrebbe. Un'altra
soluzione è quella di montare un filtro polarizzatore sull'obbiettivo e farlo ruotare finché non diminuiscono i
riflessi.
Come riprendere un gruppo di persone.
Quando si riprendono delle persone, fare prima una ripresa totale e poi spostarsi frequentemente, per
cambiare il punto di ripresa, fare delle riprese più particolareggiate, come un primo piano del viso, un
inquadratura sulle mani, un particolare del vestito ecc. ecc.. Per capire perché è utile fare così vedere anche
ritmo.
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IL SONORO
SOTTOFONDO
Quando registriamo la nostra traccia del sonoro, cerchiamo sempre di averla il più pulita possibile. Cioè
senza rumori i sottofondo. Ma i rumori di sottofondo servono, per il nostro filmato. In un momento di
interruzione dei dialoghi, un silenzio assoluto è irreale: forse concepibile solo in un appartamento del tutto
chiuso... se le finestre sono aperte, il rumore di sottofondo del traffico cittadino deve entrare nel filmato, per
renderlo vivo, vero. Ecco che allora si parla della registrazione di sottofondo dell'ambiente in cui stiamo
registrando. Nessuno ci pensa, in una produzione low-budget, ma se vogliamo un risultato professionale
dobbiamo registrarla. Per l'esempio di prima, è solamente il rumore del traffico. ma può essere il rumore
delle onde del mare, o degli uccelli in un bosco, o di una radio in sottofondo...
Sono tracce che, in fase di montaggio, devono dare il senso di vivibilità della ripresa. ali registrazioni devono
essere abbastanza lunghe, per poter essere inserite come base unica anche quando uniamo vari spezzoni
video...
Ancora più importante e necessaria è la loro presenza nei documentari in cui riprendiamo luoghi come città,
valli, montagne, mare, ecc.
Un risultato naturale e fluido, anche quando effettuiamo tagli visivi, è dato appunto dalla presenza di un
sottofondo audio non spezzato.
All'occorrenza si può usare un registratore digitale esterno, come un miniDisk.
I VANTAGGI DEL DIGITALE
Le odierne camere digitali, non quelle semi-professionali, ma modelli come le vostre e la mia, sono un gran
passo avanti rispetto i modelli che utilizzavano pellicola VHS o 8mm, senza poi parlare delle cineriprese la cui
pellicola, della durata di pochi minuti, doveva essere sviluppata in un laboratorio.
Le nuove tecnologie digitali ci permettono di utilizzare un solo piccolo nastro per la durata di un’ora, di
portare la telecamera in posti dove prima era impossibile, tenerla tra le mani senza grossi problemi di
stabilità, dove prima occorrevano grossi cavalletti. Ci permettono di poter fare riprese a volontà, con costi di
pellicola pressoché nulli. Con una piccola camera, possiamo ad esempio riprendere dentro un’automobile, in
una stanza con poca illuminazione, possiamo provare ad effettuare riprese fino ad ieri quasi impossibili: dove
non possiamo entrare noi, può entrare la nostra telecamera.
Le riprese diventano così ampie e flessibili, aumentiamo le possibilità di avere inquadrature sempre a fuoco,
dai colori reali, con zoommate regolari, anche senza tenere l’occhio sul mirino. Possiamo riprendere la scena
più volte, da angolazioni diverse, con movimenti diversi. Poi, rivedendole sul computer possiamo sceglierle
ed applicare tutte le tecniche di montaggio per costruire uno spezzone perfetto. Senza spendere troppo,
all’inizio, se abbiamo una videocamera dal costo superiore a circa mille euro siamo sicuri di utilizzare
un’apparecchiatura con caratteristiche eccellenti ed una ottima risoluzione video. Per il montaggio digitale,
basta utilizzare un buon computer equipaggiato con un Pentium4, tanta Ram, ed una buona scheda di
acquisizione accompagnata dal relativo software. Ma la cosa più importante siamo noi, con la nostra
sensibilità creativa, con il nostro gusto e con tanta caparbietà. Gli articoli di questo sito ci potranno aiutare.
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IL MONTAGGIO
"Lo scopo del montaggio è conferire alla rappresentazione cinematografica significato e logica narrativa"
(enciclopedia Garzanti). Ma non solo; per il cineasta William Dieterle:"Il montaggio non è semplicemente
un metodo per mettere insieme scene e frammenti distinti; in realtà, è un metodo per guidare, in modo
deliberato e forzato, lo spettatore". Dunque, con il montaggio, l'autore organizza la sua opera articolando
immagini in modo da condurre lo spettatore, secondo il proprio punto di vista, in un percorso espressivo e
concettuale personalissimo. Più semplicemente il montaggio è lo stile del film e, pare chiaro, che
organizzare la semplice concatenazione delle inquadrature e la loro sequenzialità ne è lo scopo meno
rilevante; con il montaggio il cineasta predispone un'esperienza emotiva ma anche e soprattutto
intellettuale di straordinario impatto.
Nel periodo del muto, per il russo Vsevolod I. Pudovkin,"ll montaggio è dunque il vero linguaggio del
regista (...); l'atto creativo cruciale nella produzione di un film ;Un cinquantennio più tardi poco è cambiato;
Jean-Luc Godard, regista del sonoro sostiene:"Dire regia è automaticamente dire, ancora e di nuovo,
montaggio. Quando gli effetti di montaggio superano per efficacia gli effetti di regia, la bellezza della regia
stessa ne risulterà raddoppiata"; e per George Lucas infine: "... è la quintessenza del cinema come forma
d'arte".
David Wark Griffith per la prima volta ha impiegato magistralmente il primo piano, considerato per
l'epoca un'audace novità, il flashback, con cui fu possibile rompere la linearità del tempo filmico proiettando
alcune scene cronologicamente antecedenti e il montaggio alternato, che ha permesso le cosiddette
sequenze di «salvataggio all'ultimo minuto» che, staccando continuamente dalle sequenze dedicate al
salvato a quelle del salvatore, ci tengono continuamente con il fiato sospeso.
"Fin dagli inizi della carriera Griffith si rese conto che riprendere un'intera scena a distanza fissa imponeva
grossi limiti alla narrazione.Volendo mostrare allo spettatore il pensiero o le emozioni di un personaggio,
capì che il modo migliore per farlo, era quello di avvicinare la macchina da presa, registrando così con più
precisione l'espressione del viso (...); la scoperta fondamentale di Griffith è stata quella di rendersi conto
che una sequenza deve essere composta da singole inquadrature incomplete, scelte ed ordinate in base a
motivi di necessità drammatica".
"Il cinema, attraverso il montaggio si è trasformato da semplice mezzo per registrare l'attualità in un mezzo
estetico di grande sensibilità". Dunque il lavoro di montaggio è rilevante sia sul piano pratico, in quanto dà
struttura e ritmo al film, sia su quello estetico, poiché influisce inevitabilmente anche sulla recitazione.
L'introduzione del sonoro consentì al cinema di raccontare storie più complesse di quanto non fosse
possibile ai tempi del muto: non solo le scene risultarono più realistiche, ma la musica, i rumori e
soprattutto i dialoghi, ne accentuarono l'impatto drammatico. Per questo, ma anche per problemi di natura
tecnica legati alla presa diretta del sonoro che limitava fortemente la mobilità degli attori, il linguaggio
basato sul montaggio, per qualche tempo non progredì; ma ben presto, insieme alla recitazione ed alla
stesura dei dialoghi, tornò ad essere "Il principio fondamentale dell'arte cinematografica". È intuitivo, infatti,
che consente una profondità della narrazione, che in teatro per esempio è quanto mai impossibile; una
rappresentazione teatrale si potrebbe paragonare ad una scena ripresa in campo lungo con macchina fissa.
Frammentando l'avvenimento in brevi inquadrature di diversa durata, angolo e piano di ripresa, si può
controllare in modo più efficace l'intensità drammatica dei fatti mentre la narrazione avanza, riuscendo a
comunicare un senso di movimento altrimenti impossibile con un piano sequenza, un campo lungo o anche
con un montaggio invisibile; inoltre le inquadrature sui particolari descrivono la storia in modo completo e
convincente, quindi più vicino alla realtà di quando non possa fare un'unica inquadratura in campo lungo.
Il montaggio,"È il solo aspetto specifico della sola arte del film" (Stanley Kubrick).
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I TITOLI di TESTA e di CODA:
La comprensione dei titoli di testa e di coda di un film, è fondamentale
per attribuire i giusti meriti delle singole fasi della lavorazione a tutti i
membri della troupe intendendone bene le mansioni, e quindi non solo
al regista considerato, generalmente, l'unico autore. La troupe è
formata da tante piccole squadre dirette da responsabili i cui nomi
compaiono nei titoli di testa; l'elenco completo di tutti i tecnici
generalmente è in quelli di coda. Inoltre, nelle grandi produzioni, che
prevedono scene ed effetti particolari, lavorano altre piccole troupe
specializzate (subacquee, aeree ecc.) chiamate seconde unità. Ma
l'unico che ha in mente l'intero film è il regista e se il film è d'autore allora egli ne è totalmente responsabile,
tanto da scegliere personalmente i collaboratori e da definirne con precisione il lavoro; (generalmente
quando un film è opera totale del regista, nel primo titolo leggiamo: "un film di..."). Per il cinema non
d'autore invece, è il produttore che studia e realizza il progetto demandando al regista, suo dipendente, la
direzione degli interpreti. Il produttore è colui che anticipa i fondi, il budget, per realizzare il lavoro e ciò a
prescindere da quali saranno gli incassi; a lavoro ultimato curerà la rete di distribuzione e sfrutterà
commercialmente l'opera.
Infine qualche parola sulla cattiva abitudine di alcuni gestori delle sale cinematografiche di accendere le luci
durante i titoli di coda, subito dopo l'ultima inquadratura. Riteniamo sia una grave mancanza, non solo verso
tutti i membri della troupe citati a fine pellicola, ma anche verso i non pochi spettatori desiderosi di
conoscere il titolo di un brano musicale, o i luoghi usati per gli esterni, o qualsiasi altra notizia interessante di
cui la coda di un film è ricca.
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TECNICHE CINEMATOGRAFICHE
Questo opuscolo è stato realizzato da:
Matteo Chiarandini
Responsabili di gruppo
Michele Leghissa
Alessandro Leghissa
Alberto Gatto
Giancarlo Scalise
Cristiano Finelli
Andrea Golop
Giulia Giordano
con la gentile partecipazione di Agostino Maione
Capo
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