Intervento di mons Manicardi

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Intervento di mons Manicardi
Convegno delle Presidenze Diocesane
30 Aprile 2016
Indice
«Il tutto abbraccia la parte». L’ACI nel cammino della Chiesa.
La sinfonia della “sinodalità”
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A) Coordinate per pensare la sinodalità
1. L’ispirazione immediata del nostro attuale convegno
2. Le dimensioni di sviluppo della sinodalità oggi attuali
a) II dialogo
b) La coscienza
c) Un modello sinodale della chiesa universale: i cinquant’anni di
Synodus Episcoporum
3. La natura sinodale dell’Azione Cattolica italiana
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B) Modelli concreti di sinodalità
1. Un modello di sinodalità in Atti: l’elezione di Mattia il dodicesimo
Apostolo (At 1,15-26)
2. La sinodalità secondo Papa Francesco: resezione del sinodo o suo rilancio?
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C) Collocazione della sinodalità, sfide e urgenze
1. La collocazione della sinodalità
2. Le sfide più urgenti e i punti di massima responsabilità
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“Il tutto abbraccia la parte”. L’ACI nel cammino della Chiesa.
La sinfonia della “sinodalità”
Ermenegildo Manicardi
L’idea di sinodalità non è solo importante in sé, ma perché sintetizza felicemente due idee
essenziali per il cristiano e, quindi, rappresenta, in qualche modo, un apice: è una forma
efficace di “avevano tutto in comune”. L’idea di sinodalità contiene:
• l’idea di «cammino»: cambiare posizione e vaere una vera meta (non nota), come
Abramo;
• l’idea di «comunione»: uniti in un popolo che cammina e nel corpo di Cristo come sue
membra variegate ed unite nell’indivisibilità.
Sia il termine «cammino» che quello di «comunione» sono due parole che possono essere
usate per identificare tanto il cristianesimo quanto Gesù stesso1.
A] Coordinate per pensare la sinodalità
1. L’ispirazione immediata del nostro attuale convegno
La richiesta di Papa Francesco a Firenze: «avviare in modo sinodale un approfondimento
dell’Evangelii Gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni». Mi
pare che a questa prospettiva si aggiunga la lettura (non di corsa) della impegnativa Amoris
laetitia.
La sinodalità è particolarmente idonea ad applicare alcuni dei criteri suggeriti con insistenza
da Papa Francesco:
• La realtà supera l’idea: le idee hanno dunque senso più vero se vengono confrontate e
messe in comune.
• Innescare processi e non occupare spazi: la sinodalità è un processo aperto, mentre
l’affermazione di un pensiero unidirezionale è una occupazione di spazi.
• Il tempo è superiore allo spazio: il processo sinodale confida sul tempo e sul futuro;
non è mantenendo le posizioni che si va avanti ma appunto inaugurando processi.
2. Le dimensioni di sviluppo della sinodalità oggi
Potremmo parlare di tre radici perenni della sinodalità che la determinano teologicamente
• La Chiesa come popolo in cammino e la Chiesa come corpo Corpo
• La dignità di tutti i battezzati (LG 32 e 37)2.
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CAMMINO
• At 9,2: «tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via»;
• Gv 14,5: «Io sono la via, la verità e la vita».
COMUNIONE
• 1Cor 1,9: «Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore
nostro!».
• 1Gv 1,3: «quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione
con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo».
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LG 32 La santa Chiesa è, per divina istituzione, organizzata e diretta con mirabile varietà. «A quel modo, infatti, che
in uno stesso corpo abbiamo molte membra, e le membra non hanno tutte le stessa funzione, così tutti insieme
formiamo un solo corpo in Cristo, e individualmente siano membri gli uni degli altri » (Rm 12,4-5). Non c’è quindi che
un popolo di Dio scelto da lui: «un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo» (Ef 4,5); comune è la dignità dei
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• La collegialità del ministero e del suo esercizio: esperienze da approfondire.
Sembra, però, più immediatamente importante accennare al quadro delle dimensioni di
sviluppo a fronte delle quali la sinodalità sembra trovarsi nell’oggi.
a) il dialogo
o Una necessità nella società pluriforme e plurale
o Un atteggiamento che viene da Gesù e dal suo stile inconfondibile:
 Accoglienza: a mensa coi peccatori, i bambini, la sequela delle donne.
 Il vangelo in parabole e azioni simboliche, e non in teoremi o tesi
Dottrinali.
 offerta gratuita del del perdono: adultera, “Buon ladrone”.
b) La coscienza
o Un termine decisivo per Paolo
o Un orizzonte da spalancare nel mondo
o La coscienza tra i credenti
c) Un modello sinodale della chiesa universale: cinquant’anni di Synodus Episcoporum
o Inizia prima della chiusura del Concilio (1965).
o I sinodi a inizio millennio (o con Benedetto XVI) rappresentano felici
arricchimenti degli insegnamenti del concilio della dottrina papale (le tre
assemblee ordinarie: Eucaristia, Paola di Dio, Nuova evangelizzazione).
o Lo scatto stilistico con Papa Francesco: un procedimento più complesso a
tappe correlate.
o Sinodo straordinario + Sinodo ordinario.
o Consultazioni più massicce nelle due preparazioni.
o Un’Esortazione apostolica postsinodale che non da risultanti ma sintetizza il
lavoro sinodale come lo ha visto il Papa, vi aggiunge prospettive specifiche del
Papa (come esplicitamente dichiarato) e apre a un rilancio delle questioni: la
responsabilità delle conferenze episcopali, dei vescovi dei sacerdoti, dei fedeli:
la coscienza e le valutazioni cieli singoli diventano elementi inevitabili del
procedere insieme.
o La visione biblica della famiglia dilatata a ispirazione di tutto il vissuto e non
come semplice elaborazione di un modello da cui scaturisce l’evidenza della
norma.
membri per la loro rigenerazione in Cristo, comune la grazia di adozione filiale, comune la vocazione alla perfezione;
non c’è che una sola salvezza, una sola speranza e una carità senza divisioni. [ ... ] Quantunque alcuni per volontà di
Cristo siano costituiti dottori, dispensatori dei misteri e pastori per gli altri, tuttavia vige fra tutti una vera uguaglianza
riquardo alla dignità e all’azione comune a tutti i fedeli nell’edificare il corpo di Cristo. La distinzione infatti posta dal
Signore tra i sacri ministri e il resto del popolo di Dio comporta in sé unione, essendo i pastori e gli altri fedeli legati
tra di loro da una comunità di rapporto: che i pastori della Chiesa sull’esempio di Cristo sono a servizio gli uni degli
altri e a servizio degli altri fedeli, e questi a loro volta prestano volenterosi la loro collaborazione ai pastori e ai
maestri. [ ... ]
LG 37 I pastori, da parte loro, riconoscano e promuovano la diqnità e la responsabilità dei laici nella Chiesa; si
servano volentieri del loro prudente consiglio, con fiducia affidino loro degli uffici in servizio della Chiesa e lascino
loro libertà e margine di azione, anzi li incoraggino perché intraprendano delle opere anche di propria iniziativa.
Considerino attentamente e con paterno affetto in Cristo le iniziative, le richieste e i desideri proposti dai laici e, infine,
rispettino e riconoscano quella giusta libertà, che a tutti compete nella città terrestre.
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3. La natura sinodale dell’Azione Cattolica Italiana
o I due settori e l’ACR, il Consiglio diocesano, la presidenza diocesana, le
assemblee elettive, ecc. rapporto con la parrocchia: il Presidente parrocchiale
nominato dal vescovo.
o Le associazioni diocesane e parrocchiali.
o La partecipazione alla vita delle diocesi, per es. consiglio pastorale.
o La presenza nella cultura e nel sociale.
B] Modelli concreti di sinodalità
Tra i tanti, infiniti e possibili modelli di sinodalità ne presentiamo due:
1. il primo è il modello dell’elezione di Mattia che appare chiaro da un Lectio divina
della prima pagina di Atti degli Apostoli (At 1,15-26).
2. Il secondo modello emerge, abbastanza chiaro, dall’indicazione di un paragrafo di
apertura della Amoris Laetitia (AL 3).
1. Un modello di sinodalità in Atti: l’elezione di Mattia il dodicesimo Apostolo
(At 1,15-26)
1. L’interrogativo posto da un dato precedente evidente (l’elezione dei dodici da
parte di Gesù divenuto problematico a causa di un dato nuovo altrettanto
innegabile in una situazione ormai diversa (l’inattesa morte di Giuda).
2. Il pensiero responsabile di uno (Pietro) imposta il problema:
a. cerca la spiegazione della morte di Giuda
b. e si chiede come si debba rispondere a questo fatto.
3. La risorsa, che può essere sfruttata dal singolo che si interroga (e dalla comunità),
è identificata nelle Sacre Scritture interpretate secondo il modello dell’ispirazione
biblica
4. Il singolo “carismatico” condivide la sua intuizione e si confronta con la Chiesa.
5. L’esito intermedio è una situazione complessa che non ha sbocchi con la semplice
metodologia umana maturata fino a quel momento.
6. La preghiera come assunzione della responsabilità e abbandono nelle mani di Dio.
7. L’intervento di Dio nello spazio che la comunità gli lascia: c’è qui un «aspetto
carismatico (che esclude la falsa democratizzazione)» (R. Pesch, Atti 107).
2. La sinodalità secondo Papa Francesco: recezione del sinodo o suo rilancio?
Leggiamo il § 3 dell’Amoris Laetitia che mostra bene come Papa Francesco proponga una
recezione dei sinodi sulla famiglia e della conseguente Esortazione Apostolica Postsinodale
più come prolungamento che come mera recezione ed obbedienza. Il cammino sinodale
biennale sulla famiglia e il suo punto d’arrivo nell’Amoris Laetitia appaiono non tanto come
la presentazione di un punto finale, ma come una messa a punto che scommette su un un
lavoro comune futuro. In concreto si tratta di un rilancio che ha un sapore e una portata
sinodale.
Sarebbe interessante raffrontare una tale concezione di «sinodalità» con il tema
«discernimento comunitario», lanciato in Italia soprattutto dal convegno ecclesiale di
Palermo.
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Amoris laetitia § 3. «Ricordando che il tempo è superiore allo spazio, desidero ribadire che
non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del
magistero. Naturalmente, nella Chiesa è necessaria una unità di dottrina e di prassi, ma ciò
non impedisce che esistano diversi modi di interpretare alcuni aspetti della dottrina o alcune
conseguenze che da essa derivano. Questo succederà fino a quando lo Spirito ci farà giungere
alla verità completa (cfr Gv 16,13), cioè quando ci introdurrà perfettamente nel mistero di
Cristo e potremo vedere tutto con iI suo sguardo. Inoltre, in ogni paese o regione si possono
cercare soluzioni più inculturate, attente alle tradizioni e alle sfide locali».
Da questo testo possiamo dedurre alcuni criteri importanti.
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Non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi
del magistero.
Nella Chiesa è necessaria una unità di dottrina e di prassi.
Al tempo stesso ci si deve aspettare una crescita nella verità: «Questo succederà fino a
quando lo Spirito ci farà giungere alla verità completa (cfr Gv 16,13)».
Di conseguenza l’unità nella dottrina e nella prassi non impedisce che esistano diversi
modi di interpretare alcuni aspetti della dottrina o alcune conseguenze che da essa
derivano.
«Inoltre, in ogni paese o regione si possono cercare soluzioni più inculturate, attente alle
tradizioni e alle sfide locali».
C] Collocazione della sinodalità, sfide e urgenze
1. La collocazione della sinodalità
La sinodalità è un grande inno alla realtà e alla sua concretezza. È fatta da persone che
vogliono essere dentro la realtà, che la accettano e vogliono starle sotto, perché sanno bene
che questa realtà non è senza Dio. La parola neotestamentaria ypomoné.
La sinodalità si contrappone alle ideologie: i gruppi ideologici servono piuttosto a manipolare
la realtà e tendono a creare posizioni di forza, spazi in cui sentirsi sicuri e in cui “accogliere”.
Tutto ciò è ben diverso da un andare missionario.
La sinodalità pone al centro il kerygma. Un solo testo esemplare: la necessità di porre sempre
al centro il primo annuncio:
AL 58. Davanti alle famiglie e in mezzo ad esse deve sempre nuovamente risuonare il primo
annuncio, ciò che è «più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario», e
«deve occupare il centro dell’attività evangelizzatrice». È l’annuncio principale, «quello che
si deve sempre tornare ad ascoitare in modi diversi e che si deve sempre tornare ad annunciare
durante la catechesi in una forma o nell’altra». Perché «non c’è nulla di più solido, di più
profondo, di più sicuro, di più consistente e di più saggio di tale annuncio» e «tutta la
formazione cristiana è prima di tutto l’approfondimento del kerygma».  AL 207. 290. 324.
2. Le sfide più urgenti e i punti di massima responsabilità
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Ministri capaci di vivere ed educare alla sinodalità.
Laici capaci di una lettura forte di fronte ai complessi segni dei tempi.
Rilevanza del laicato nella Chiesa e nella società.
Irradiare la misericordia, la sua cultura e la sua teologia.
Centralità dell’Eucaristia e ascolto della Parola di Dio attraverso le Sacre
Scritture.
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