Focus - Euterpe Venezia

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Focus - Euterpe Venezia
Focus On
«Sigfrido», una parabola
dal mito alla psicologia moderna
Alla Fenice l’opera wagneriana diretta da Tate e allestita da Carsen
di Giorgio Pestelli
I
l Sig frido, seconda giornata dell’Anello del nibelungo dogfridi; nel primo atto vediamo il giovane come pura forpo il prologo dell’Oro del Reno e La walchiria, fu comza fisica, eroe atletico, immacolato e ottuso, tutto irruposto in un periodo di tempo lunghissimo anche per
zione di verginale barbarie; ma nel secondo entrando in
le abitudini di Wagner: il testo poetico fra maggio e giucomunione con la Natura la sua forza bruta si stempera
gno del 1851, la musica fra il giugno del 1856 e l’agosto
intuendo la meraviglia dell’esistenza, le voci della natudel 1857, interrompendosi tuttavia alla fine del secondo
ra, l’incanto del bosco, la ricerca della madre e delle fonti
atto; quindi, dopo una interruzione di dodici anni (in cui
della vita; intuizioni che nel terzo atto diventano consanacquero il Tristano e Isotta e I maestri cantori di Norimberpevolezza nell’opposizione al mondo dei vecchi dèi e soga), segue il terzo atto composto fra il 1869 e il 1871; la
pra tutto di fronte alla scoperta di Brunilde addormentaprima esecuzione avvenne a Bayreuth nel 1876 nel corso
ta sulla montagna di fuoco, una Brunilde che agli occhi
della prima rappresentazione completa dell’Anello. Questupefatti di Sigfrido ondeggia fra le immagini di donna,
sti semplici dati ci dicono qual è il principale problema
madre e amante. Partiti dall’aurora della coscienza umaestetico del Sig frido, quello della sua unità dopo una inna, come in The Jungle Books di Kipling, ci ritroviamo alterruzione così ampia, consacrata per di più a due opere
la fine in terreno ibseniano e freudiano: una parabola dal
così decisive come Tristano e Maestri; ora,
ed è quasi incredibile,
questa unità sul piano
musicale è saldissima;
molto meno i nvece
sul piano drammat ico e teatrale: ma non a
causa della lu n g a interruzione, piuttosto a
causa della sosta n za
stessa dell’opera che,
a d i f fe r e n z a della
drammaticità rettilinea della Walchiria, segue il ritmo irregolare
della fiaba, con le sue
diversioni, i suoi episodi realistici, i suoi
canti e i suoi quadri separati; sotto la vastità epica, sotto la congerie narrativa del ciclo nibelungico, la fiaSigfrido secondo Robert Carsen, Colonia, 2007
ba resta qui la componente fondamentale,
quella che sostanzia le
pagine più alte e affascinanti. Le lotte della Walchiria eramito alla psicologia moderna, immensa come lo spiegano fra stirpi di eroi; in Sig frido torna in primo piano la lotmento dei mezzi musicali che la sostiene; basti pensata per la conquista dell’oro, dell’anello che dà il possesre alla ricchissima gamma della voce maschile, rara in
so del mondo: ma chi vince è un inconsapevole, un raWagner: tenore eroico (il protagonista), tenore falsettagazzo sciocco, che, come nelle fiabe, non è partito alla rito (il nano Mime), basso-baritono (Wotan), basso procerca dell’oro ma alla scoperta delle paura, e casualmenfondo (Fafner), voce di ragazzo (uccellino del bosco); per
te trova l’oro; troverà anche la paunon parlare dell’orchestra, naturalra, che però vorrà dire la conoscenmente, vera forza cosmica che tutto
za di un sentimento nuovo e ancoavvolge e assorbe, rendendo superVenezia‚ Teatro La Fenice
ra sconosciuto in lui, l’amore. Anflue le scenografie descrittive: il dra14, 20, 26 giugno, ore 18.00
che per questa distanza dai definiti
go c’è già, materialmente, in orche17, 23 giugno, ore 15.30
ruoli operistici l’interpretazione delstra, dove allo stesso modo, visibile e
maestro concertatore e direttore Jeffrey Tate
la parte del protagonista è così diffitangibile, respira il bosco e vola l’ucregia Robert Carsen
cile, comprendendo in realtà vari Siscene e costumi Patrick Kinmonth
cello profeta.
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Il «Sigfrido» di Wolfgang Wagner alla Fenice
Una recensione del 1957 racconta l’evento
di Giuseppe Pugliese
F
ra i molti proè colpito anche lui
blemi a lund a l l a m a le d i z io Cinquant’anni fa alla Fenice era di scena la Tetralogia
go dibattuti dalne della colpa originala critica wagneriana, vi
dell’Anello del Nibelungo diretta da Wolfgang
ria. Questo fato incombe
è quello relativo al valoWagner. Pubblichiamo la versione integrale, che
anche sulla sua vita, da quere musicale di ciascuna paroccupava un’intera pagina del giornale, della
sto fato la sua vita sarà trate della Tetralogia al fine di porecensione al Sigfrido di Giuseppe
volta, la sua purezza contamiPugliese, uscita nel «Gazzettino» del
ter stabilire a quale di esse spetnata, anche se per giungere a tanti il primo posto. E non sono po10 aprile 1957.
to, si dovrà ricorrere al sortilegio,
chi gli appassionati, gli studiosi, pere togliergli memoria e volontà, così
sino i musicisti che hanno deciso per il
che annientato l’eroe, umiliata e offe«Sigfrido».
sa «Brunhilde», che da superba walkiria si trasforma in
Per noi la erroneità, e quindi la inutilità, del problevolgare, traditrice femminetta, l’abbiezione e il decadima, risulta evidente dalla sua stessa enunciazione, conmento di questo mondo toccano il fondo, sì che la sua
traria ai più sani criteri estetici, contrarissima a quella
fine appare come l’unica conclusione possibile (Crepuunità drammatica e musicale ch’è all’origine della granscolo degli Dei).
de Saga, e senza la quale risulterebbe assolutamente inMa di tutto questo nel «Sigfrido» ci sono solo lontacomprensibile e paurosamente diminuita del suo valoni e talvolta misteriosi presagi. Concordemente, per rare, contraria, infine, ad una reale possibilità di valutagioni del tutto diverse, i potenti del mondo wagneriazione, stante le così diverse caratteristiche della Vigilia,
ni – dei, giganti e nani – combattono contro «Sigfridi ciascuna giornata. Se poi, per assurdo, fossimo codo», e puntualmente sono sconfitti più e prima che dalstretti ad una scelta, forse non indicheremmo il «Sigfrila forza, dal coraggio dell’eroe. In questo senso è anche
do» come l’opera più ricca di musica, più completa, ingiusto parlare di ottimismo, non stolido, non totale ma
somma più bella, della Tetralogia.
trionfante. Il poema della giovinezza è affidato qui a un
Abbiamo premesso: per assurdo, e quindi conviene
canto che assume, come mai era accaduto prima in Waabbandonare siffatte considerazioni alle quali solo abgner, un andamento epico, non più tenebrosamente sobiamo accennato per sottolineare quanto difficile sia la
vrumano ma chiaramente umano.
strada per una giusta e sana intelligenza dell’opera d’ar«Sigfrido», nella sua beata fanciullezza, stupendamente, e quanto essa sia ancora disseminata dagli empirismi
te panica, nella sua naturistica esaltazione, celebra la
più sconvenienti e più buffi.
religione dell’eroismo senza neppur sfiorare – in virtù
della geniale intuizione e della grandezza poetica del
Il poema della giovinezza
musicista – quell’estitistico primitivismo, quella barbaPer rimanere al «Sigfrido» basterebbe ricordare di
rie decadente, colmi di equivoci pseudo filosofici che si
quanti filosofemi, di quanta letteratura, di quante notenteranno di dargli in eredità con le più assurde, settazioni culturali, questo suggestivo personaggio wagnerie interpretazioni posteriori. È una celebrazione sana
riano, sia stato gravato, a quali idiote interpretazioni
come il suo eroe. Per questo «Sigfrido» appartiene alpolitiche persino sia andato soggetto, mentre la sostanla nostra vita spirituale, ad un poetico momento ideaza vera, quella poetica, veniva così trascurata o soffocale, vichianamente ricorrente del nostro più profondo e
ta da tante inutili, arbitrarie sovrapposizioni. Saggia deschietto romanticismo.
cisione riteniamo quindi mettere in disparte lo spirito
rivoluzionario quarantottesco, e Rousseau, ed Herder e
Tre momenti fondamentali
Bakunin – alle interpretazioni politiche, anche recenti,
Anche nel «Sigfrido», la caratteristica fondamentale delneppure vogliamo accennare – e seguire il sano metol’espressione wagneriana – anzi qui con una preminendo dello svolgimento drammatico e musicale della Saza unica, e per ovvie ragioni – va individuata in quella
gra scenica.
capacità, già messa in rilievo a proposito di alcuni epiIn questo svolgimento «Sigfrido» rappresenta il punsodi de «La Walkiria», di saper esprimere le più genuito più alto, vorremmo dire di maggior tensione. Né dene, elementari sensazioni umane, nella loro più immeve meravigliare – a chi ha presente quanto è accaduto e
diata concretezza, di cogliere la vibrazione d’uno stato
quanto accadrà – se ciò avviene proprio con la giornata
d’animo, d’un sentimento, alle loro origine cronologidefinita, concordamente, dell’ottimismo, la solare giorche e psicologiche, renderli nella loro intatta purezza.
nata che illumina e riscalda tutta la Tetralogia, e illude e
Il «Sigfrido», nell’arco spirituale del suo protagonista,
quasi fa dimenticare le cosmogoniche drammatiche viè il poema di questo nascere alla vita, della scoperta delcende che corrono con moto inarrestabile, alla loro trale prime sensazioni, del più sano contatto con la natura.
gica conclusione.
Musicalmente l’opera, con la sua ben precisata fisiono«Sigfrido», il puro eroe, l’invitto, l’erede di «Wotan»,
mia, con le sue originalissime caratteristiche – derivanti
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dal nuovo materiale tematico, dal rinnovato ritorno di
tera storia della musica. Oscuri, inconsci presentimenti,
quello già conosciuto; dalla presenza di compiuti episoancestrali nostalgie della madre sconosciuta, avevano,
di sinfonici, come quel gioiello ch’è il famoso «Mormoforse, preparato «Sigfrido» al suo primo incontro con
rio della foresta», dalla diversità della orchestrazione –
una donna ed insieme con l’amore. Ed in questa sceappare inserita, con wagneriano rigore, sotto tutti gli
na egli scopre, conosce, proprio insieme, l’uno e l’altro
aspetti, nella immensa architettura della Tetralogia.
aspetto, e per loro, conoscerà, per la prima volta, una
Nel poderoso arco di questa partitura, tre momenti
dolcissima paura. È un tremito nuovo, fatto di stupovorremmo indicare quale sintesi delle bellezze che si inre, di ammirazione, poi di impetuoso abbandono. Ed è
contrano in tutuna delle più geta l’opera: il canniali, profonde
to della spada al
intuizioni di Waprimo atto, nelgner. Come sia
la sua ampiezza
stato possibile a
e nel suo vigore,
Wagner, – intennel lo stupendo
diamo dell’aspetandamento stroto propriamente
fico, d’una epiciumano, psicologità lievemente poco, non artistico
polaresca, primi– e come sia postiva ma non selsibile oggi a noi
vaggia. Non cointenderne il sinosciamo a lt ro
gnificato, si capiepisodio di cosce solo che si absì esaltante e sana
bia presente cobellezza.
me, secondo una
Il secondo atto,
legge scientificadall’ingresso di
mente accer ta«Sigfrido» (e non
ta, nella vita delperché ciò che
l’uomo si ripete,
precede non abin sintesi, l’intebia il suo valore e
ro ciclo dell’umail suo pregio). Ciò
nità, dalle origiche Wagner ha
ni a noi. Ed ecsaputo realizzare
co che a un fanin questa famociullo, nel primo
sa scena è noto
amore, può essera tutti: dalla apci anche la scoparizione di «Siperta della dongfrido» nella fona, ed in questa
resta sino alla fiscoper ta rivivene dell’atto, assire sensazioni pristiamo ad un rinmordiali. Al genovarsi così pronio spetta il mefondo delle senrito di averle insazioni del protuite così profontagonista pur avdamente e sapuvezzo al contatto
to esprimere con
con la natura, che
tanta grandezza.
esse si presentaL’a l l e s t i m e n no con la vergine
to del «Sigfrido»
freschezza di una
presentava difficonquista nuova.
coltà diverse ma
Il risveglio di Brunilde, illustrazione di Hugo L. Braune.
Il misterioso innon meno comcanto della foresta, la presenza dei suoi abitatori, la dolplesse, dalle due parti precedenti. Conosciamo i critecissima distensione di tutto il corpo in un panico silenri registici e scenografici di Wolfgang Wagner, l’impozio, la gioia, soprattutto la gioia, di questa scoperta, la
stazione e il livello musicale della compagnia e del loro
inebriante felicità di sentirsi nascere dentro queste sendirettore Maestro Franz Konwitschny. Si tratta quindi
sazioni, tutto ciò viene espresso da Wagner compiutaormai di esaminare e valutare i singoli risultati, nell’ammente, anzi diciamo creato, ad evitare qualsiasi sospetbito a ciascuno proprio.
to descrittivo e di pittura sonora.
Atto terzo: incontro di «Sigfrido» e di «Brunnhilde», e
La realizzazione musicale
il risveglio di «Brunnhilde». Una delle scene più grandi
Wolfgang Wagner, fedele ai suoi principi, ha, pure qui,
non solo della Tetralogia, di tutto Wagner, ma della inschematizzato al massimo, eliminando ogni ridicola
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sovrastruttura, sempre con il nobile intento di condurre la scenografia wagneriana alla nativa purezza e nobiltà musicali che avevano smarrita di troppo la diritta
via. E come, ne «L’Oro del Reno» e ne «La Walkiria», è
riuscito ottimamente in alcuni episodi, ha lasciato perplessi in altri.
Del primo atto, nel complesso, si può essere soddisfatti. Oltre a taluni suggestivi effetti di luci, in cui questo
regista è davvero un maestro, spirano da tutta la scena
un equilibrio, una armonia, una semplicità quanto mai
appropriati. Forse nell’episodio della spada, qualcuno
aspettava un fuoco più abbagliante e riflesso, altri saranno rimasti delusi per la mancanza dell’orso (eliminazione invece quanto mai opportuna). Ma, ripetiamo, la
scena è apparsa bella e bene condotta.
Il secondo atto appariva senza dubbio il più complesso, e per due motivi: la rigogliosa bellezza della foresta, la scena del drago. Anche
qui, i momenti più felici si
devono al ricco giuoco di luci, alla ottima
disposizione scenografica. Tuttavia, alla foresta è mancata
la suggestione del
verde, forse eliminato perché difficile da realizzare in questa con-
cezione registica. Certo che in alcuni momenti la foresta è apparsa troppo nuda, un poco pietrificata. Il tentativo di risolvere la battaglia del drago, con la sia pure giustissima eliminazione del fantoccio tradizionale,
è stato l’episodio meno riuscito di tutta la regia. Non c’è
dubbio che Wolfgang Wagner deve chiedere alla sua intelligenza un’altra soluzione.
Nel terzo atto ha potuto invece emergere con tutto
il suo ingegno e la sua fantasia. Indimenticabile per la
drammatica potenza, la prima scena, così fedele, alla
lettera e allo spirito delle didascalie wagneriane. Il graduale ritorno al cerchio di fuoco che chiude l’ultimo atto de «La Walkiria» appare di una bellezza e precisione tecnica eccezionali. Condotta e realizzata con eguale
maestria la scena successiva, curata in tutti i particolari,
così ricca di poetiche luci.
Ma eccoci alla realizzazione musicale, per diversi aspetti, più insidiosa, più complessa, più esigente di
quelli delle due parti che prendono il «Sigfrido». Costante, impassibile «conductor» il Maestro Konwitschny. La trama fragilmente sinfonica di questa partitura,
il significato, la delicatezza di taluni episodi, hanno fatto sentire, più che in precedenza, il bisogno di quell’incanto poetico, di quella evocatrice potenza espressiva,
di quella gamma di sottili sfumature che questo direttore, pur così severo, così attento, così, in sostanza, wagneriano, non possiede.
Quanto agli altri aspetti, ha confermato i modi e le
caratteristiche precedenti. Perfetta intesa fra palcoscenico e orchestra, salda esperienza, andamento sciolto, sicuro, talvolta improntato ad una anche eccessiva
disinvoltura.
Il «Sigfrido» di questa giornata è più difficile di quello del «Crepuscolo». Karl Liebl, senza venir meno alla
nobiltà di stile e alla felicità di fraseggio ch’è un aspetto
comune a tutta la compagnia, è apparso poco eroico,
perché piuttosto debole nello squillo e nell’impeto.
Carla Martinis, nella breve ma tanto difficile e
impegnativa parte di «Brunnhilde», ha alternato
espressioni felici ad altre incerte e poco appropriate, con una oscillazione caratteristica del suo
canto e delle sue interpretazioni. Non sempre sicura nell’intonazione, dotata di una voce a tratti, bella, generosa, altre volte improvvisamente
incerta, non ha saputo trovare tutta la maestosa
purezza di stile, necessaria alla prodigiosa, amplissima bellezza del «Saluto al mondo».
Quale ottimo, sapientissimo «Mime» abbiamo
riascoltato Erik Zimermmann, ed ancora, con
particolare piacere, abbiamo riascoltato la bella
voce e l’intenso canto di Ruth Siewert nella parte di «Erda». Potente, aggressivo «Alberico» Toni
Blankenheim, grazioso «Waldvogel» (l’uccellino)
Emmy Funk, eccellente «Fafner» (il drago) Ludwig Hofmann. Ottimo «Wotan», per la robusta voce e la nobiltà del canto il Bjorling.
Teatro affollatissimo, come d’altronde per
tutto questo eccezionale, fortunato ciclo wagneriano, e successo caloroso. Intensi e prolungati gli applausi dopo ciascun atto e alla
fine dell’opera, a tutti gli interpreti e al direttore d’orchestra.
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Siegfried, di Carl Emil Doepler (1878).
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«Der Ring des Nibelungen»,
minimo prologo
L
di Andrea Oddone Martin
a Mitologia si può definire come cristallizzazione
melodramma in area germanica nel periodo romantidi sedimenti accumulati durante lunghi periodi di
co; necessità che si sono concretizzate, dopo un tormentempo; essa raccoglie in una forma tradizionale i ritato secolo di gestazione, proprio nella Gesamkunstwerk
cordi e l’esperienza storica primordiale.
wagneriana.
I grandi miti, che sono il linguaggio della mente nei moNel rifarsi alle fonti del mito, Wagner indagò la memomenti di stupore o di percezione, si formano con la meria per liberarne i tratti archetipici, lasciando che attraverdesima lentezza del linguaggio stesso. Più di mille anni di
so di essi il soggetto definisse ed evidenziasse in traspaesperienza precedono le opere di Omero e di Eschilo.
renza le sue pulsioni e i suoi sentimenti. La struttura miNella coscienza di questa realtà, la Tetralogia di Richard
tologica, nella sua sintetica e rigida classificazione di «maWagner, Der Ring des Nibelungen, opera di stupefacente vaschere» arcaiche, si contrappone, in un contrasto creatilenza artistica, viene infusa di mitologia, le cui fonvo, al concetto di «forma in formazione» propugnato
ti sono da ricercare in due poemi nordici andalla formulazione musicale. Una forma che
tichi: Edda dell’islandese Snorri Sturaderisce alla sostanza dell’intenzione
luson (1178-1241) e il Nibelungenlied,
Nibelungenlied
prosastica, e si materializza nel Ring
scritto anonimo che accomunella determinazione del concetna motivi del mito germanico,
to di «presenza scenica»: la preelementi fiabeschi e vita delsenza in atto della scena viele corti del Duecento.
ne senza sosta collegata al
La Tetralogia è un racpassato e all’avvenire meconto, articolato in un
diante la tecnica musicale
prologo e tre giornadei Leitmotive, i wagnete, che dagli eventi delriani Grundthemen, i quala creazione del mondo
li assolvono alla funzionel preludio del Rheinne drammaturgica delgold, conduce alla cadula «rimembranza» e del
ta degli dèi e all’emerge«presentimento».
re di un’umanità abbanLa Tetralogia costidonata a se stessa nella
tuisce l’unico lavoro di
Götterdämmerung finale.
Wagner in cui la tecnica
La storia dell’intera opedel Leitmotiv simbolico è
ra inizia con la stesura del
davvero puntuale: i motivi
testo poetico Sieg frieds Tod
Tod,
sembrano funzionare come
nel novembre 1848. Tale dramastrazioni semiotiche, con un
ma denunciò l’inconciliabilità tra
tema
strumentale già presentato
.
Si g
13)
l’enorme sostanza epica del soggetin
connessione
all’idea poetica. In
9
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(
rt
o, bo
to e l’immediatezza rappresentativa di
seguito detto tema veicola talvolta quelz zet to d i L ud w ig Sieve
un’azione musicale, per cui Wagner si risolse
la stessa carica semantica, e talaltra l’adoma dare forma drammatica anche agli avvenimenti che
bra sino a farla divenire un elemento puramente muprecedevano la morte di Siegfried. Nacque così un seconsicale, non radicato nel regno concreto della narrazione e
do dramma, Der Junge Sieg fried, e poi un terzo che rappredell’immagine visiva.
sentava gli antefatti del secondo, Die Walküre, e infine un
La tecnica del Leitmotiv punta al riconoscimento, nelprologo, Das Rheingold, che metteva in scena i preliminala costellazione degli affetti e dei personaggi, di un sisteri di tutta l’azione. Il testo della Tetralogia fu perciò comma di rapporti in parte svincolato dal decorso degli evenposto a ritroso, dal 1848 al 1852; nel 1856 gli ultimi due
ti; un sistema di cui gli stessi suoi attori sono consapevodrammi (i primi due nell’ordine di composizione) ricevetli solo per frammenti, se non addirittura ignari, e che pertero i rispettivi titoli definitivi, di Sieg fried la seconda, e di
ciò non trova espressione drammatica nella formula del
Götterdämmerung la terza giornata.
dramma di parola, bensì viene avvertito dallo spettatore,
La stesura della musica seguì l’ordine naturale, dal profattosi più che mai ascoltatore, come una forma drammalogo alla terza giornata; ma si protrasse dal 1853 al 1874,
tico-musicale complessiva. Oltre che conferire unità alinframmezzata dalla composizione di Tristan und Isolde
la costruzione formale e morfologica dell’opera, la mu(1857-59) e Die Meistersinger von Nürnberg (1861-67).
sica della «melodia infinita» – mentre completa e sottoLa forza della personalità artistica di Wagner plasmò vilinea l’azione – ha la capacità di risvegliare i sentimengorosamente il materiale originario, diede i natali a un orti e i ricordi.
ganismo complesso che riflette a tutt’oggi sia gli echi lonLa bellezza e il fascino che scaturiscono dalla musica del
tani dei segni significanti interiorizzati nella civiltà del
Ring des Nibelungen procurano a questa mitologia una coeCentro Europa, sia le particolari necessità evolutive del
renza monumentale.
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La vicenda
del «Siegfried»
S
Atto primo. Il nano Mime
ig frido (Sieg fried) è la seconda giornata dell’Anello del
affrontato da Sigfrido, che
ha accolto nella sua grotNibelungo (Ring des Nibelungen), la colossale tetralolo abbatte. Prima di spirata Siglinda, fuggitiva dogia concepita da Richard Wagner nell’arco di più di
re Fafner mette in guarvent’anni e formata inoltre dall’Oro del Reno (Das Rheingold,
po la morte di Siegmund:
dia il giovane contro Mila donna è morta dando alvigilia in quattro scene composta tra il 1852 e il 1854), La
me. Una goccia di sangue
la luce Sigfrido, che è stato
walchiria (Die Walküre, prima giornata in tre atti elaborata
del mostro bagna la mano
allevato da Mime. Questi
tra il 1851 e il 1856) e il Crepuscolo degli dei (Götterdämmerung)
di Sigfrido: questi si porta
ne ha fatto un giovane coterza giornata del Ring la cui stesura iniziale risale addiritistintivamente la mano altura al 1848. Concepita come lavoro unitario, la saga niberaggioso e robusto, con il
la bocca e subito egli riesce
proposito di condurlo nellungica è rappresentata in sequenza a Bayreuth nell’agosto
a percepire il linguaggio
la caverna dove il gigante
1876, durante il primo Festspiel, con la direzione di Hans
degli uccelli. Ciò gli perFafner, trasformatosi in
Richter. Gli interpreti principali di quella storica ediziomette anche di comprendrago, custodisce il tesoro
ne sono Franz Betz (Wotan), Georg Unger (Siegfried) e
dere la malvagità di Mime
Amalie Materna (Brünnhilde).
rubato da Alberico alle fiche offre a Sigfrido, usciglie del Reno: Sigfrido, che
to dalla caverna con anelnon conosce cosa sia il terlo ed elmo magici, una berore, vincerebbe facilmente il mostro e sottrarrebbe l’oro
vanda ristoratrice. Ma Sigfrido capisce le vere intenzioni
per Mime. Questi a tal scopo tenta disperatamente di ridel nano e lo trafigge. Guidato dalle parole e dal volo di
fondere i frammenti della spada di Siegmund, che Siglinun uccello della foresta, il giovane si pone alla ricerca del
da gli aveva consegnato prima di morire. L’impresa è asmonte dove Brunilde giace addormentata in attesa delsai difficile; d’altra parte Sigfrido spezza facilmente tutte le
l’eroe che, risvegliandola, la farà sua.
spade che Mime gli forgia. Dopo molte insistenze, il nano
Atto terzo. Wotan fa sorgere dal fondo di una caverna
è costretto a rivelare al giovane il segreto della sua nasciErda, la dea della terra, e le chiede cosa ella veda nel futa e Sigfrido diviene impaziente di impugnare Nothung,
turo: ma ottiene solo oscuri presagi sulla fine degli dei;
la spada gloriosa di suo padre. Mentre il nano tenta di riule ordina, quindi, di sprofondare per sempre in un sonnire i pezzi della spada gli si presenta un misterioso Vianno eterno. Sigfrido giunge sulla montagna seguendo il
dante: si tratta di Wotan, travestito, il quale gli predice che
volo dell’uccello della foresta; Wotan si pone dinanzi alNothung potrà esser forgiata e usata solo da chi non col’eroe, deciso a impedirgli il cammino: pur amando il finosce il terrore. Scomparso il Viandante, torna alla caverglio di Siegmund, lo irritano la sua sicurezza e l’arroganna Sigfrido, che proclama a Mime di voler conoscere fiza. Comprende inoltre che la vittoria del giovane segnerà
nalmente cosa sia la paura: poi strappa di mano
la fine degli dei. Sigfrido – lontano dal sospeta Mime i pezzi della spada e in breve tempo
tare chi sia l’ignoto Viandante – spezza in
tempra un nuovo brando. Mentre Sigdue, con la sua spada, la lancia di Wofrido è al lavoro, Mime prepara una
tan (che immediatamente scompabevanda fatta con droghe ed erre) e si reca sulla vetta dove giace
be velenose, per uccidere il giola Valchiria. La vista di una donvane quando questi avrà vinna e il desiderio mai sopito delto il drago. Terminata l’opela madre non conosciuta prora, Sigfrido batte con la spaducono nell’animo del giovada sull’incudine, che si spacne una fortissima emozione;
ca in due pezzi.
egli trema per la prima volAtto secondo. Alberico, che
ta di un oscuro terrore. Brusta a guardia della caverna
nilde si sveglia al bacio delnella speranza di riconquil’eroe che attendeva fin dalstare il tesoro, ha un collol’inizio dell’incantesimo;
quio con Wotan, che gli predapprima, terrorizzata daldice l’arrivo e la vittoria di
l’idea di cedere a un uomo e
Sigfrido sul drago. Giungodi perdere per sempre la sua
no Sigfrido e Mime: il pridivinità, respinge Sigfrido;
mo si rammarica di non poma alla fine è vinta dalle
ter capire il linguaggio desue parole e dal suo aspetgli uccelli e dopo aver tento. Inneggiando a queltato di costruirsi uno zufol’amore che per la prima
lo suona il suo corno d’arvolta entrambi provano, i
gento. Il drago, svegliatosi,
due giovani si abbracciano
esce dalla caverna e viene
appassionatamente.
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Focus On
La primavera dell’Associazione
Richard Wagner di Venezia
Una mostra sul «Sigfrido»
e il concerto-presentazione dei borsisti
C
ome ogni anno, anche per
delle attività artistiche – la programil 2007 la dinamica Assomazione della Fenice, come già abVenezia – Ca’ Vendramin Calergi
ciazione Richard Wagner
biamo fatto l’anno scorso in occasio27 maggio, ore 17.30
di Venezia, che festeggia il quinIncontro musicale con i borsisti Bayreuth 2007
ne della Valchiria, allestendo a Palazdicesimo compleanno, ha istituizo Albrizzi la mostra multimediale
to una nutrita serie di manifestazioni dedicate al gran“Wagner visivo: Siegfried” in cui sono messe a confronto
de compositore tedesco, che vanno dalla presentaziole opere di Franz Stassen e Arthur Rackham ispirate alla sene di libri – come Il mio Wagner di Giuseppe Sinopoconda giornata del Ring: l’esposizione, organizzata in collali, introdotto a gennaio al salone delle feste di Ca’ Venborazione con la Fondazione Teatro La Fenice e l’Associadramin Calergi da Giuseppe Pugliese, presizione Culturale Italo Tedesca, sarà presentata il 22
dente dell’Associazione, insieme a Mamaggio dal prof. Alessandro Pamini della
rio Messinis e Massimo Cacciari –
Fondazione Rossellini di Roma».
ai concerti, come l’omaggio a
Qualche giorno più tardi, anWagner eseguito dall’Orcora a Ca’ Vendramin Calergi
chestra Accademia San
(il Casinò di Venezia è soGiorgio alla Fondacio Sostenitore Benemezione Giorgio Cini,
rito dell’Associazione),
che è stata coproavrà luogo un altro
motrice dell’evenimportante evento. Te m a guida
to, cioè il concerdelle iniziative
to-presentazione
di quest’anno
dei borsisti delè «Wagner e
l’Associazione
Beethoven»,
prescelti per
mentre per la
partecipare in
stagione pasagosto 2007
sata e r a staai Bayreuther
to ovviamenFestspiele. I
te «Wa g ne r
quattro artisti,
e Moza r t »:
che si distinin questa proguono in discisp e t t i va si inpline differenseriscono le otti (dal canto alto giornate molla direzione d’orto frequentate in
chestra alla didattica
cui, nello stesso pamusicale), sono Mirko
lazzo Vendramin CaSchipilliti, Cristina Baglergi, il giovane talento
gio, Alessandro Colombo
del piano Christian Leote Gianluca Altomare (o in alta ha eseguito il ciclo completernativa Giampietro Tessarin),
to delle trentadue sonate del gee durante la serata saranno a collonio di Bonn (cfr. l’articolo a p. 32). E lo
quio con Giuseppe Pugliese e si presentestesso tema sarà poi protagonista anche delle
ranno al pubblico. «Siamo contenti – dice il noGiornate Wagneriane in programma tra novembre e dito critico veneziano – perché sono molti ormai i nostri borcembre, che prevedono un Symposium internazionale
sisti che si sono affermati a livello internazionale, e tra quepromosso dal Centro Europeo di Studi e Ricerche Risti vorrei citare almeno il soprano Anja Kampe, il pianista
chard Wagner (C.E.S.R.R.W.) e le serate del ciclo «GioChristian Leotta e lo scenografo Darko Petrović. Questa è
vani concertisti».
davvero una grande soddisfazione per la nostra associazioMa altrettanto vario è il pane, che sin dall’inizio ha puntanorama dei prossimi appunto molto sui giovani». (l.m.)
tamenti primaverili. «AffianVenezia – Palazzo Albrizzi
cheremo» – commenta Ales22 maggio, ore 17.30
Qui sopra e alla pagina a fianco
sandra Althoff, vicepresidenInaugurazione della mostra multimediale
litografie di Franz Stasse
te dell’ARWV responsabile
«Wagner visivo: Siegfried tra Franz Stassen e Arthur Rackham»
ispirate al Sig frido.
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