Cap. 7 SINTESI E POSSIBILI SVILUPPI Richiamando alcune delle

Transcript

Cap. 7 SINTESI E POSSIBILI SVILUPPI Richiamando alcune delle
Cap. 7 SINTESI E POSSIBILI SVILUPPI
Richiamando alcune delle note in Premessa, si deve prima di tutto ricordare quanto il
presente Rapporto sia nato e si sia sviluppato partendo da esigenze molteplici.
Si è cercato, primariamente, di offrire una fotografia aggiornata del sistema scolastico in
Provincia di Cuneo, collocata in un quadro analitico molto più ampio che favorisse, per quanto
possibile, una lettura critica dei dati e delle informazioni ed una comprensione di massima delle
complessità interne ed esterna a tale sistema.
Si sono inoltre voluti fornire, con particolare attenzione ad alcuni elementi che saranno
opportunamente ripresi nella presente sintesi, alcuni approfondimenti e spunti di riflessione che
potrebbero gettare le basi per successivi studi ed indagini che la Provincia potrà attivare in futuro.
Senza uscire dai limiti che un rapporto essenzialmente “di monitoraggio”, e di natura
prevalentemente “descrittiva”, sotto il profilo metodologico, deve necessariamente rispettare, nel
corso della stesura, di fronte alla complessità oggettiva di ogni singolo e specifico oggetto di
indagine, si è progressivamente affermato un approccio teso a raccogliere, e “fare tesoro”, di ogni
informazione raccolta, di ogni elemento di analisi, ogni elemento di criticità o di forza, ogni
possibile correlazione tra dati e tra ambiti di indagine differenti. Pur non potendo trattare e
sviluppare adeguatamente tutti gli elementi e le suggestioni raccolte, si sono così individuati molti e
interessanti possibili canali di approfondimento. Solo alcuni di questi hanno trovato una se pur
parziale trattazione nell’ambito del Rapporto, altri saranno ripresi in questo capitolo conclusivo in
forma di possibili ipotesi di sviluppo.
In questa sintesi si cercherà pertanto da un lato di focalizzare l’attenzione su alcuni dati ed
elementi di conoscenza della scuola in Provincia di Cuneo che emergono dal Rapporto e da cui è
comunque fondamentale e imprescindibile partire, ma dall’altro si cercherà di riprendere altri spunti
di riflessione emersi nel corso della stesura.
Da un punto di vista strettamente metodologico, come già in occasione del precedente e
primo Rapporto sull’istruzione (anno 2008), il lavoro è frutto di una forte collaborazione tra la
struttura interna dell’Amministrazione, depositaria della gran parte delle informazioni disponibili e
capace di comprendere criticamente l’evoluzione del sistema a livello territoriale, e l’apporto
consulenziale necessario per elaborare tali informazioni e restituirle nelle modalità condivise, oltre
che per inquadrare ogni elemento in uno scenario legislativo, amministrativo e culturale più ampio.
Da tale approccio scaturisce ad esempio la scelta di dedicare all’evoluzione del quadro
normativo uno spazio molto significativo in apertura del Rapporto. Una scelta fatta nella
consapevolezza che le informazioni inserite nel capitolo 1 sono naturalmente reperibili anche
accedendo ai tradizionali canali informativi, ma che, al tempo stesso, la complessità del contesto di
riferimento e la velocità con cui, specie negli ultimi anni, il quadro si è modificato, rendevano
opportuno e utile uno sforzo teso a restituire nella forma più chiara possibile una descrizione di
scenario complessivo organica e sufficientemente esaustiva o, quanto meno, una mappa di
riferimento che consentisse di orientarsi più facilmente in un panorama così ampio e dinamico.
Sulla stessa linea può essere collocata la prima delle tante “novità” contenute nella struttura
del Rapporto: il breve approfondimento dedicato allo scenario delle politiche e dei programmi
comunitari di riferimento. L’istruzione, ai diversi livelli, è una delle materie sulla quali l’Unione
Europea insiste e ritorna più frequentemente nelle sue determinazioni, nelle decisioni e
nell’individuazione di strategie e obiettivi precisi per i Paesi membri e tuttavia i risultati raggiunti,
particolarmente in Italia, non sono, o sono solo parzialmente, quelli auspicati.
La scelta di inserire alcuni richiami al contesto politico e programmatorio europeo, se pure
nell’ambito di uno studio di livello provinciale, nasce proprio dalla constatazione che dall’Europa
può venire una spinta forte verso modelli di intervento e politiche efficaci che rafforzino la centralità
dell’istruzione e della formazione per lo sviluppo della persona e per quello economico e sociale di
una comunità territoriale.
Nel capitolo 2 del Rapporto si è tentato di offrire una fotografia il più completa e aggiornata
possibile del sistema di istruzione in Provincia di Cuneo attraverso la raccolta, l’elaborazione e
l’analisi dei dati disponibili con riferimento particolare al biennio scolastico 2007/2009. Di seguito si
forniscono alcuni dei dati e delle informazioni che è stato possibile ricavare e che emergono con
maggior forza e nitidezza.
Fino al 2010 nella provincia di Cuneo, sono presenti 109 autonomie: 20 circoli didattici, 48
istituti comprensivi (infanzia, primaria e secondaria di I grado), 8 istituti di scuola secondaria di I
grado e 33 di II grado
Nell’a.s. 2008/2009, l’offerta provinciale si compone di 263 sedi e 663 sezioni in relazione
alla scuola dell’infanzia, 256 sedi e 1.756 classi per la scuola primaria, 93 sedi e 801 classi per la
secondaria di I grado e 58 sedi e 1.118 classi per la secondaria di II grado. Gli ambiti in cui si
concentra l’offerta scolastica più consistente sono rappresentati da Alba e Cuneo.
Dal 2001-2002 si registra un incremento progressivo del numero di sezioni-classi, con
riferimento a tutti i cicli di istruzione. Prendendo in esame l’intero periodo 2001-2009, la scuola
dell’infanzia registra una crescita complessiva del 6,9%, leggermente superiore a quella della
scuola superiore di I grado (5,4%) e di II grado (5,9%). Più contenuta è la variazione della scuola
primaria, che si attesta al + 1,6%.
La popolazione in età scolastica – bambini e ragazzi di età compresa tra i 3 e i 18 anni –
della provincia di Cuneo, al 31 dicembre 2008, consta di 85.431 unità, con una leggera prevalenza
dei maschi sulle femmine.
Con riferimento alla ripartizione in ambiti funzionali, oltre la metà della popolazione
considerata si trova negli ambiti di Alba (24.414 unità pari al 28,6%) e Cuneo (23.743 unità pari al
27,8%). Il resto della popolazione in età scolastica è ripartita in modo pressoché uguale negli altri
ambiti.
L’analisi della serie storica della popolazione provinciale in età scolastica mostra un trend di
crescita lineare di circa un punto percentuale annuo.
Il complesso della popolazione scolastica, ovvero il totale degli iscritti al sistema di
istruzione provinciale, si attesta, nell’annualità 2008-2009, a 82.159 unità, in lieve crescita rispetto
all’anno scolastico precedente (81.502). La quota più rilevante di iscritti si colloca in
corrispondenza della scuola primaria (27.138 unità), seguita dalla scuola secondaria di II (22.477)
e di I grado (16.843). I bambini che frequentano la scuola dell’infanzia si attestano invece a 15.701
unità.
Per tutti i cicli di istruzione vi è una lieve prevalenza della popolazione maschile, in linea
con i dati demografici. Fa eccezione la scuola secondaria di II grado dove le ragazze
rappresentano il 52,9% del totale degli iscritti, a conferma di una maggiore propensione delle
ragazze a completare il ciclo di studi superiore e di un problema di dispersione che riguarda
prevalentemente la componente maschile. Prendendo in esame la serie storica del complesso
degli iscritti, nel periodo 2001/2002 - 2008/2009 si registra una crescita del 7,1%.
Per quanto riguarda il tasso di scolarità, il valore complessivo si attesta al 96,7% nell’anno
scolastico 2007/2008 e al 96,2% nel 2008/2009.
Per quanto riguarda specificamente la scuola dell’infanzia, nel decennio trascorso la
crescita del numero di iscritti è stata progressiva e costante ( + 5,2% rispetto al 2001) arrivando ad
oltre 15.700 nell’a.s. 2008/2009. A tale crescita non ha corrisposto un analogo incremento del
numero di sezioni. Significativa anche la crescita delle unità in lista d’attesa.
Gli alunni della scuola primaria nell’a.s. 2008/2009 sono 27.138 e registrano per la prima
volta nel decennio una lieve flessione. Anche in questo ciclo l’incremento complessivo delle classi
dagli inizi degli anni 2000 è stato inferiore a quello degli iscritti. Di interesse sono i dati relativi ai
principali servizi offerti dalle scuole, con oltre il 50% di iscritti che fruiscono del servizio mensa e
circa il 20% che utilizzano il servizio di bus.
Gli studenti della secondaria di I grado nel 2008/2009 sono 16.843 con un incremento
molto significativo, ascrivibile in buona parte alla componente straniera, registrato soprattutto
nell’ultimo biennio. La media di alunni per classe è cresciuta lievemente dagli inizi degli anni 2000
(da 20,5 a 21). Un ragazzo su tre usufruisce della mensa ed uno su quattro del servizio bus.
Per quanto riguarda la scuola secondaria di II grado gli alunni nel 2008/2009 sono 22.477
con una leggera prevalenza della componente femminile, a differenza di tutti gli altri cicli di
istruzione dove sono i maschi i più numerosi, se pur con differenze minime. La partecipazione
straniera a questo livello di istruzione, pur in crescita, è ancora relativamente contenuta e ciò si
riflette sulla crescita complessiva registrata negli anni 2000 ( + 5,9%) più ridotta rispetto agli altri
ordini. Il rapporto alunni per sezione è rimasto nel decennio di riferimento sostanzialmente
inalterato, ma permangono significative differenze a livello territoriale.
Osservando le aree di studio l’area Umanistica, scientifica e linguistica resta quella con il
maggior numero di iscritti davanti a quella tecnica, se pur si rileva nell’ultimo biennio una flessione
della quota % di giovani che scelgono tale percorso. Il 93% degli studenti risiede in Provincia di
Cuneo.
Per quanto riguarda infine le dotazioni tecnologiche e didattiche delle scuole si registrano
1093 aule didattiche e 103 informatiche con quasi 2000 posti all’interno di laboratori informatici
(8,6% del totale degli iscritti).
Il Rapporto fornisce su tutti i dati sopra richiamati numerose elaborazioni in forma di grafici
e tabelle che consentono al lettore di disporre di un’ampia e dettagliata fotografia del sistema
scuola in Provincia di Cuneo e di alcune specificità riconducibili ai singoli bacini territoriali o a
determinati cicli e fasce della popolazione.
Da tale prima analisi è possibile affermare che il sistema istruzione in Provincia di Cuneo,
nel suo complesso, non sembra evidenziare particolari e rilevanti problematicità, sia sotto il profilo
della crescita degli iscritti, sostanzialmente in linea con la crescita della popolazione in età
scolastica, sia per quanto concerne le strutture dell’offerta, per altro sottoposte, come noto, a
frequenti processi di razionalizzazione e riorganizzazione dovuti, in larga misura, anche alle
modifiche di scenario descritte nel capitolo 1.
Tuttavia, per meglio comprendere alcuni degli elementi fondamentali che costituiscono tale
sistema, in questo secondo Rapporto la Provincia ha ritenuto doveroso avviare, attraverso capitoli
di approfondimento, indagini più dettagliate su una serie di aspetti centrali per fondare giudizi e
supportare politiche e scelte nella futura programmazione e nell’eventuale definizione e sviluppo di
futuri strumenti di indagine. In quest’ottica vanno letti e considerati gli approfondimenti condotti ad
esempio sui percorsi di educazione degli adulti, nel quadro della breve sezione dedicata alla
Formazione Professionale per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione, sugli alunni stranieri e su
quelli disabili, e, soprattutto, sul tema degli esiti, del successo scolastico e delle azioni condotte
dalla Provincia per contrastare abbandoni e fenomeno dispersivo nel suo complesso.
Per quanto concerne la Formazione Professionale, l’analisi dei dati evidenzia una crescita
significativa dei destinatari coinvolti nell’ultimo biennio, con un salto da 2.855 a 3.358 partecipanti
dal 2007 al 2008. In linea con un trend storico anche a livello regionale e nazionale, rispetto alla
sostanziale parità di genere che si rileva nel sistema di istruzione “ordinario” nella percorsi di
formazione professionale la componente maschile è quasi sempre largamente maggioritaria sia a
livello di tipologia di azione che di ambito territoriale.
Il Rapporto offre anche una breve finestra informativa relativa all’educazione degli adulti
e, in particolare, all’esperienza dei percorsi POLIS, sui quali oltre a richiamare gli indubbi elementi
di positività e di successo riscontrati con particolare evidenza in Piemonte rispetto al resto del
paese, si rileva, a livello provinciale una significativa crescita dei destinatari, che passano dai 194
del 2007 ai 292 del 2008.
Come già accennato il Rapporto dedica un’ampia trattazione alla popolazione scolastica di
origine straniera e a quella con disabilità. In entrambi i casi si è cercato di inserire l’elaborazione
dei dati disponibili a livello provinciale in un contesto descrittivo più articolato che offrisse qualche
elemento di analisi in più con riguardo allo scenario normativo e programmatorio di riferimento, e
in particolare, alle azioni attivate dalla Provincia per favorire efficaci politiche di integrazione.
L’indagine condotta sugli alunni stranieri si è pertanto sviluppata partendo da una
descrizione più generale del fenomeno immigrazione e osservando, con l’ausilio di reportistica già
disponibile, gli elementi di maggior rilevanza della presenza di studenti stranieri a livello nazionale.
Per quanto riguarda le specificità della Provincia di Cuneo si possono qui richiamare alcuni
dati più significativi.
L’incidenza percentuale degli alunni stranieri è cresciuta in modo abbastanza costante dal
2004 al 2009 passando dall’8% a quasi il 13% a fronte di un incremento del numero di allievi di
oltre 4000 unità (da 6.407 a 10.550). L’incidenza degli alunni stranieri è molto più elevate nei primi
tre cicli di istruzione (12-13%) e minore nella secondaria di II grado (6%). L’area territoriale a
maggior presenza è quella di Alba, seguita da Cuneo e Mondovì. La grande maggioranza degli
alunni stranieri, complessivamente circa il 70%, proviene dall’Africa e dall’Europa extra Unione.
Il rapporto fornisce un’ampia disamina dei dati disponibili articolati per annualità, cicli di
istruzione, bacini territoriali, genere e continenti di provenienza, attraverso cui è possibile cogliere
alcune specificità delle diverse aree territoriali, della prevalenza di una componente di genere
sull’altra, dei trend storici rispetto alla crescita o meno degli iscritti da una certa area geografica.
Per quanto concerne la scuola secondaria di II grado è inoltre possibile ricavare informazioni sugli
indirizzi e le scelte prevalenti in termini di aree di studio, da cui si rileva ad esempio la già nota
tendenza degli studenti stranieri ad orientarsi verso gli Istituti Professionali.
Per quanto riguarda le azioni programmate e realizzate dalla Provincia per rispondere alle
esigenze della popolazione scolastica di origine straniera, l’attenzione è stata concentrata sul
Piano progettuale degli interventi a favore degli immigrati extracomunitari per il periodo 2007/2009
con riferimento alle specifiche azioni di maggior incidenza sulle fasce di età scolastica e tra questi
il sostegno alle famiglie, i servizi di accoglienza, informazione e orientamento e formazione degli
operatori.
Nel capitolo dedicato agli alunni disabili si focalizza inizialmente l’attenzione
sull’evoluzione della normativa di settore a livello nazionale, un sistema di legislazione che ha fatto
storicamente dell’Italia uno dei paesi più avanzati nell’integrazione scolastica dei bambini e ragazzi
disabili. Accanto a tali evidenze si è ritenuto opportuno puntualizzare, avvalendosi anche di recenti
indagini sull’argomento, una serie di elementi di criticità che, in un quadro complessivamente
positivo, denotano tuttavia il permanere e a volte la crescita di forti disuguaglianze a livello
territoriale nelle politiche di sostegno ed in altri fattori salienti quali ad esempio le modalità di
rilevazione ed accertamento delle condizioni di handicap o la disponibilità delle risorse e strumenti
necessari a rendere davvero qualitativamente elevati ed efficaci processi, progetti e azioni di
effettiva e piena integrazione.
Come per gli alunni stranieri, il Rapporto fornisce una serie di elaborazioni, grafici e tabelle
che fotografano la presenza di alunni disabili nel sistema di istruzione provinciale articolando i dati
disponibili per annualità, ordine e bacino territoriale. Gli alunni disabili sono nell’a.s. 2008/2009
1.733 con un incidenza sull’intera popolazione scolastica di poco superiore al 2%. La crescita
interessa quasi tutti i cicli ma è particolarmente rilevante soprattutto nella scuola primaria.
Tra le azioni poste in essere per rispondere alle esigenze di questa fascia di popolazione si
ricordano le attività specificamente previste nell’ambito del Piano Triennale Regionale per il diritto
allo studio, riprese nel Piano annuale 2009-2010 dalla Provincia e, nel dettaglio, il servizio di
trasporto, il servizio di assistenza e integrazione e i sussidi didattici.
La parte finale del Rapporto rappresenta un’ulteriore novità rispetto alla reportistica fino ad
ora prodotta dall’Amministrazione Provinciale e approfondisce il tema del successo scolastico e
delle azioni attivate per contrastare quello che è giustamente considerato l’elemento di maggior
debolezza e problematicità di qualsiasi sistema di istruzione, la dispersione scolastica.
Proprio in ragione della rilevanza dell’argomento, come per altro già anticipato nella
Premessa del Rapporto e ripreso in apertura dell’approfondimento, si è ritenuto utile avviare la
riflessione sugli esiti partendo da una disanima complessiva dei tanti fattori che concorrono a
determinare fenomeni dispersivi di varia natura e fornire al lettore spunti ed elementi di
chiarificazione rispetto alle terminologie e relativi significati, che più frequentemente si incontrano
negli studi e nelle indagini dedicate al fenomeno.
Una scelta metodologica riconducibile anche alle considerazioni in coda al presente
capitolo, riflessioni e spunti sui possibili sviluppi che il Rapporto potrebbe favorire e che
permettono di proiettare lo sguardo verso successive possibili evoluzioni nelle attività di
monitoraggio e valutazione che la Provincia intende avviare nel medio termine.
Restando ai dati contenuti nel presente Rapporto dall’analisi di alcuni dei principali
indicatori del successo scolastico in Provincia di Cuneo emergono già con una certa evidenza
alcuni elementi significativi relativi alle scuole secondarie, in particolare a quelle di II grado, che
vengono qui ripresi brevemente.
Il numero delle ripetenze presenta valori ancora molto elevati e purtroppo in crescita dal
2007/2008 al 2008/2009, da 553 a 674 bocciature con un incremento dell’incidenza dal 3,4 al 4%.
Una lieve flessione interessa solo l’ambito territoriale di Alba.
Altro indicatore significativo per valutare la regolarità dei percorsi scolastici è rappresentato
dal tasso di passaggio dal primo al secondo grado della scuola secondaria ed anche in questo
caso i segnali destano preoccupazione. Dal 2006 al 2009 infatti il dato medio provinciale scende
dal 99,9% al 95,9% con forti differenziazioni a livello territoriale dovute alla crescente mobilità degli
studenti.
I dati sui ritardi scolastici evidenziano una crescita dal 4,2 al 4,7% e presentano valori più
elevati nelle aree di studio artistiche e professionali.
Osservando il tasso di bocciatura, la percentuale di respinti sul totale degli scrutinati, risulta
inoltre evidente che le maggiori difficoltà si incontrano soprattutto nei primi anni con dati riferiti
all’a.s. 2008/2009 che superano il 14% nel primo anno e scendono all’1,4% per le classi quinte. La
differenziazione per genere evidenzia tassi di bocciatura significativamente più elevati per i maschi
e quella per aree di insegnamento registra le difficoltà maggiori sugli artistici, i professionali e i
tecnici. Si tratta in entrambi i casi di dati in continuità con le annualità precedenti sul livello
provinciale e che rispecchiano situazioni tradizionalmente diffuse anche a livello nazionale.
Il dato relativo al tasso complessivo di insuccesso scolastico (bocciature sommate a
promozioni con giudizio sospeso) registra valori elevati di poco superiori al 27% (a.s. 2008/2009).
La quota di ritiri nelle due annualità di riferimento (2007/2009) sale dall’1,7% al 2,1%
confermando dati più elevati nei primi anni di corso e via via decrescenti con il proseguo degli
studi.
Le analisi inserite nel Rapporto si completano con una serie di elaborazioni relative ai titoli
di studio conseguiti e ai tassi medi di scolarizzazione, articolati per bacini territoriali ed aree di
studio.
Anche i dati sui titoli conseguiti, in particolare la serie storica dal 2001, confermano la
crescita della domanda di istruzione rivolta all’area umanistica, scientifica e linguistica.
Per quanto riguarda le azioni a contrasto, il Rapporto fornisce alcune informazioni di
contesto in relazione alla programmazione regionale e, per quanto attiene le azioni sviluppate
dalla Provincia, focalizza l’attenzione sul Piano Pluriennale relativo alle azioni di orientamento
finalizzate all’obbligo di istruzione e all’occupabilità.
In conclusione, focalizzare l’attenzione sul fenomeno della dispersione scolastica quale
indicatore di qualità, efficienza ed efficacia della scuola rappresenta uno degli obiettivi prioritari
dell’Amministrazione. In considerazione del diverso approccio metodologico e delle risorse e
strumenti aggiuntivi che indagini più specifiche avrebbero richiesto, non si sono potuti sviluppare
completamente nell’ambito del Rapporto approfondimenti e ricerche più specifiche finalizzate a tale
obiettivo.
Quelli che seguono sono solo spunti di riflessione in vista di possibili successivi interventi
sia a livello di indagini e ricerca, sia di programmazione e concreta attuazione di azioni indirizzate
a sviluppare ambiti specifici collegati, in particolare, con il tema della dispersione
Possibili sviluppi
La Provincia di Cuneo è orientata ad acquisire, elaborare e diffondere sempre più
informazioni sul tema della dispersione scolastica, anche attraverso le necessarie indagini di
campo e lo sviluppo di ulteriori e diverse modalità di raccolta ed elaborazioni dei dati e delle
conoscenze: questo Rapporto rappresenta un’ottima base di partenza per collocare tali sviluppi in
uno scenario di sistema.
E’ intenzione dell’Amministrazione, già nell’anno in corso, selezionare alcune delle tracce di
lavoro di seguito elencate e declinarle in programmi e progetti che precisino obiettivi, articolazione
delle attività, tempi, strumenti e modalità di intervento.
Allo scopo sono già state individuate e selezionate alcune ricerche, esperienze, studi e
modelli di intervento attivati presso altre Amministrazioni e che possono rappresentare un’ulteriore
utile base di partenza per successive valutazioni.
Obiettivo trasversale, a livello di governance e di sistema, è quello di verificare in tempi
brevi la possibilità di dar vita ad un vero e proprio Osservatorio che sviluppi attività e studi specifici
sui molti temi correlati con le diverse fasi e ambiti della programmazione scolastica e sulla pluralità
di servizi che compongono complessivamente il sistema scuola e sul quale intervengono a vario
titolo competenze e interessi diversi. In particolare ci si riferisce a problemi e fenomeni che hanno
trovato spazi di analisi nel presente rapporto, quali ad esempio la dispersione o l’integrazione degli
alunni stranieri, ma, non di meno, le attività e i servizi essenziali quali ad esempio edilizia
scolastica e trasporti.
Un tale intervento, a prescindere dalle specifiche modalità, strumenti e sedi, anche nuove,
che potranno essere definite, non potrà che realizzarsi attraverso una rete stabile di rapporti
interistituzionali ed il forte coinvolgimento dei tavoli di lavoro già attivi.
In questo quadro, con particolare riguardo alla scuola secondaria di II grado, sarà
necessario prevedere e rafforzare ulteriormente il coinvolgimento dei rappresentanti del mondo del
lavoro, per sviluppare congiuntamente ricerche e attività che favoriscano l’incontro tra scuola e
lavoro, sia a livello di studi ed indagini - ad es. in relazione ai fabbisogni professionali - sia
attraverso progettazione e realizzazione di strumenti tradizionali quali ad esempio lo stage, o altre
esperienze più innovative che permettano agli studenti di entrare in contatto con il mondo del
lavoro.
Sarà necessario misurare e valutare compiutamente le risorse a disposizione e valutare la
possibilità che nel mentre l’Osservatorio Scolastico sia dotato dei mezzi e degli strumenti per poter
sviluppare autonomamente progetti e studi di settore1.
Ci si riferisce in particolare alla progettazione e realizzazione di indagini quali-quantitative
che offrano una fotografia dettagliata del fenomeno dispersivo in Provincia di Cuneo e che ove
possibile consentano di sviluppare correlazioni tra caratteristiche della popolazione “dispersa” e
l’insieme dei fattori e delle possibili cause di cui nel presente Rapporto si è riferito in termini
generali. L’esperienza dei questionari già trasmessi alle scuole, descritta brevemente nel presente
rapporto, può essere una base informativa utile.
1
A riguardo si segnalano le esperienze realizzate in Provincia di Torino e, in particolare, di Pisa.
Le eventuali analisi, studi e indagini dovranno inoltre porsi quale supporto allo sviluppo e
valorizzazione della imprescindibile dimensione di rete, intra ed extra istituzionale, che qualsiasi
iniziativa in quest’ambito deve assumere quale pre-condizione: creazione di tavoli di lavoro
dedicati, eventualmente allargati al privato sociale più attivo sul fronte dei minori, creazione di reti e
protocolli di intesa interistituzionali.2 L’attivazione di collaborazioni con il mondo associazionistico,
del volontariato e del privato sociale maggiormente impegnato sul tema dell’apprendimento e più in
generale nelle problematiche legate all’inclusione sociale e all’educazione dei minori rappresenta
in questo quadro un fattore che può fornire un valore aggiunto notevole, e, allo stesso modo, la
disponibilità di esperti di settore provenienti dal mondo accademico o da altre Istituzioni impegnate
nel settore.
Accanto dovranno essere migliorati e dove necessario creati ex novo sistemi informativi
specifici di monitoraggio del fenomeno. In questo contesto si inseriscono i prossimi passaggi che,
a livello di programmazione e attuazione, la Provincia intende avviare in relazione all’anagrafe
scolastica, ma anche le possibili evoluzioni e ricadute che a livello locale potrebbero derivare
dall’adesione della Provincia di Cuneo al Progetto MISI3, o, nuovamente, l’intenzione di esplorare
alcune delle esperienze più significative e avanzate realizzate in altri territori.4
La disponibilità di studi e ricerche finalizzate specificamente ad individuare correlazioni tra
elementi esterni al sistema scuola e incidenza relativa del fenomeno dispersione, con grande
attenzione ad esempio ai temi dell’intercultura e della didattica inclusiva e delle differenze, può
favorire successive azioni di contrasto e prevenzione che, in mancanza dei dovuti approfondimenti,
ad esempio sui dati raccolti sugli studenti stranieri, rischiano di avere minore efficacia.
Contestualmente, la possibilità di avviare studi e produrre rapporti di valutazione finalizzati
all’analisi degli esiti dei servizi di orientamento a contrasto della dispersione già attivati in questi
anni dalla Provincia, consentirebbe di misurare l’efficacia degli strumenti e dei servizi già disponibili
ed individuare, dove necessario, le eventuali soluzioni migliorative. Più in generale la valutazione
delle politiche pubbliche in materia di istruzione dovrebbe e potrebbe fornire un apporto molto
significativo sia in fase di programmazione che di concreta attuazione delle azioni già in essere e
delle evoluzioni possibili prospettate nelle presenti conclusioni.
2
3
4
A riguardo si segnalano, in particolare, le esperienze realizzate nelle Province di Genova, Parma, Padova.
Progetto M.I.S.I – Modelli per Innovare i Servizi per l’istruzione finalizzato ad armonizzare le anagrafi regionali con quella
nazionale.
Un esperienza riconosciuta quale buona pratica di innovazione nel contrasto alla dispersione scolastica è ad esempio il Progetto
S.I.D.D.I.F.: Tutti gli Alunni in Anagrafe realizzata e in corso in Provincia di Genova.
In fase di programmazione e progettazione di successivi studi e interventi, la Provincia di
Cuneo favorirà un ampio confronto con tutti gli operatori e i soggetti impegnati nel sistema
istruzione e successivamente, nel momento in cui si inizieranno ad acquisire i primi risultati dei
lavori avviati, svilupperà le necessarie iniziative di informazione e comunicazione, anche attraverso
eventuali eventi seminariali sui temi affrontati, a forte impatto formativo, destinati prioritariamente
ad insegnanti, dirigenti e personale scolastico, operatori pubblici e privati.