Una bomba tira le altre

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Una bomba tira le altre
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Una bomba tira le altre
Inviato da Chiara Cruciati da "Il Manifesto"
venerdì 19 agosto 2011
Ultimo aggiornamento domenica 21 agosto 2011
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Un triplice attacco nel
sud dello stato di Israele ha fatto ieri 14 morti, tra cui sette
civili, e almeno 26 feriti, secondo un bilancio ancora provvisorio.
La reazione è stata immediata: l'esercito israeliano ha bombardando
la Striscia di Gaza provocando almeno sei vittime.
Tutto è cominciato
intorno a mezzogiorno, quando un gruppo di uomini armati di pistole,
kalashnikov ed esplosivo ha lanciato un assalto combinato a una
ventina di chilometri a nord di Eilat, località turistica sul Mar
Rosso al confine con l'Egitto: colpiti un autobus, un veicolo
militare israeliano e due automobili private. Il bus 392 della linea
Egged, attaccato a colpi di kalashnikov sull'autostrada numero 12 tra
la città di Be'er Sheva a Eilat, trasportava civili e numerosi
soldati israeliani che avevano appena lasciato le rispettive basi per
il fine settimana. La pattuglia militare accorsa sul luogo è stata a
sua volta colpita: testimoni raccontano di una serie di bombe lungo
la strada esplose all'arrivo dei mezzi militari.
L'esercito israeliano ha
risposto a quel primo attacco chiudendo l'area con posti di blocco;
rintracciato e bloccato il veicolo degli attentatori, è scoppiato un
conflitto a fuoco e 7 membri del gruppo armato sarebbero stati
uccisi, ha detto un portavoce militare.
L'autista dell'autobus ha
raccontato che gli attentatori indossavano le divise dei soldati
egiziani, il che fa pensare che il commando sia penetrato in Israele
dalla frontiera con l'Egitto. Con il passare delle ore l'ipotesi di
un unico commando composto da quattro persone ha lasciato posto
all'ipotesi di un attacco combinato da parte di più gruppi e almeno
una ventina di miliziani. Un'ora dopo il primo attacco infatti due
missili anti-carro hanno fatto saltare in aria due veicoli privati,
ferendo sette persone e uccidendone sei, mentre al confine tra
l'Egitto e la Striscia di Gaza sono stati lanciati razzi verso
Israele. Due elicotteri militari sono stati inviati nel luogo per
evacuare i feriti, trasportati a Eliat e a Be'er Sheva.
Poco dopo il ministro
della Difesa, Ehud Barak, si è detto convinto che l'azione sia
strettamente legata alla Striscia di Gaza: «La vera responsabile di
questo attacco è Gaza, risponderemo con forza e determinazione».
E La risposta è arrivata:
dopo aver chiuso ieri il valico di Erez tra Gaza e Israele in
entrambe le direzioni, e il confine di Rafah con l'Egitto,
l'aviazione militare ha attaccato nel pomeriggio la Striscia. Ha
colpito obiettivi nel nord e nel sud del territorio palestinese,Un
primo bilancio parla di almeno sei morti, tra cui almeno un civile
colpito in casa; altri sarebbero quattro membri del Popular
Resistance Committee e Abu Sabri Enner, capo delle Brigate Salah
Eddin, il braccio armato di un gruppo salafita islamico. A Gaza city
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ieri sera si sentivano gli aerei, ma l'agglomerato urbano è stato
risparmiato.
Hamas ha negato il proprio
coinvolgimento nella serie di attacchi di ieri attorno a Eilat,
dicendosi però convinta che l'assalto sia la risposta ai raid
israeliani che quotidianamente colpiscono la popolazione sotto
assedio di Gaza. Secondo il leader di Hamas, Bardawil, nei giorni
scorsi fonti giordane dei servizi segreti israeliani avrebbero
informato Tel Aviv degli attacchi. Il mancato intervento, ha detto
Bardawil, sarebbe dovuto alla tradizionale tattica israeliana:
spostare l'attenzione dell'opinione pubblica, impegnata nelle ultime
settimane in movimenti sociali di protesta contro la politica
economica del governo, sulla sicurezza dello Stato d'Israele. Poche
ore dopo l'attacco, i leader del movimento di protesta hanno
annunciato la sospensione di ogni manifestazione programmata per i
prossimi giorni nelle maggiori città israeliane.
L'attacco presso Eilat ha
anche riaperto in Israele il dibattito sulle garanzie che un Egitto
debole e traballante possa fornire alla sicurezza dello stato
ebraico: da tempo Tel Aviv aveva detto di temere che militanti
islamici potessero approfittare del vuoto di potere per sferrare
attacchi contro Israele. «Un simile evento dimostra la debolezza
dell'Egitto in Sinai», ha detto il ministro Barak. L'Egitto si
difende, affermando di aver potenziato le misure di sicurezza al
confine con lo Stato di Israele e di aver compiuto proprio ieri un
raid nel Nord del Sinai, durante il quale sono stati catturati
quattro militanti islamici in procinto di attaccare un gasdotto.
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